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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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§§ 131, 13-j. ^4. a. H.<br />

14. a. H. snlmani era attigua alla grande basilica di San Giovanni Battista, rimasta<br />

ISIRIA. - La campagna<br />

araba in<br />

•<br />

-i<br />

m potere dei<br />

r^<br />

Cristiani • j.- •<br />

;<br />

Siria durante gli 5" quando veline il periodo del massimo splendore degli Umayyadi,<br />

'<br />

h""'ìi problema<br />

Califfi, desiderando di possedere un tempio musulmano degno della capidei<br />

due assedi di<br />

tjtie di tanto impero, trattarono con i Cristiani per la cessione della basiamasco-i<br />

Jica: un primo teiitativo di Mu'àwiyah fallì, ma più tardi al-Walid alle<br />

preghiere unì le minacele. Egli manifestò la ferma intenzione di demolu-e<br />

le chiese cadute in j)otere dei Musulmani fuori della città (tra le quali<br />

quella assai venerata dai Cristiani, dedicata all'apostolo San Tommaso), se<br />

non gli cedessero la basilica, ma ofiEiì di restituirle ai Cristiani, se poteva<br />

occupare la basilica. Un po' con le buone e forse molto con le cattive, i<br />

Cristiani furono indotti a cedere, e la basilica passò in potere dei Musulmani.<br />

In questo modo al-Walid potè unire in una sola grande moschea la<br />

basilica di San Giovanni e la primitiva moschea che ad essa era attigna,<br />

formandone una sola grandissima, l'attuale Gami' al-Umawi. Per tramutare<br />

in moschea il tempio cristiano furono necessarie non poche demolizioni e<br />

restauri. In questa cu'costanza fa perciò probabilmente demolita anche la<br />

piccola chiesa divenuta moschea dopo la seconda resa di Damasco ed attigua<br />

alla basilica, e tutto il terreno già occupato dalla primitiva moschea fu<br />

trasformato nel vasto piazzale cinto di colonnati, che oggidì fiancheggia il<br />

massimo tempio di Damasco.<br />

Le demolizioni di al-Walid nella basilica propriamente detta si ridussero<br />

in realtà a ben poca cosa, vale a dire a quella parte dell'edifizio strettamente<br />

connessa con il rito ed il culto cristiano (altari, cori, pulpiti, immagini,<br />

ecc.) e che non erano compatibili in un tempio musulmano. L'edifizio<br />

stesso, nelle sue parti essenziali, mura e colonnati, rimase tale qual era<br />

prima, ossia rimasero intatte le tre navate della basilica cristiana. Le ingentissime<br />

somme spese da al-Walìd furono impiegate in primo luogo nella<br />

costruzione della grande cupola che si erge in mezzo alla navata centrale,<br />

in secondo luogo nella costruzione della vasta corte, ed in terzo luogo<br />

nell'adobbare con marmi preziosi, mosaici, e via discorrendo tutto l'interno<br />

del tempio. Le parti schiettamente musulmane del tempio si riducono<br />

perciò a due: la cupola centrale e la grande corte attigua alla basilica,<br />

corte che potè essere costruita soltanto con la demolizione di molti fabbricati<br />

vicini, tra cui la chiesa che ha dato origine agli errori dei tradizionisti.<br />

§ 1 32. — (Comandante supremo dell'esercito assediato re).<br />

Il Miednikoff fa molto caso delle divergenze sui nomi dei comandanti<br />

arabi che assediarono la città, ma trascura appunto la questione più importante.<br />

Egli ricorda come al-BalAdzuri dia cinque nomi: abù Mikhnaf<br />

352.

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