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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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§s i'i, '..p. 14. a. H.<br />

[SIRIA -<br />

14. a. H.<br />

La batlaglia<br />

di Marg al-<br />

Suffar; e trasformazione<br />

della<br />

razzia araba In<br />

conquista definitiva.!<br />

lòrsf a farci meglio intendere come, nell' enumerare al paragrafo precedente<br />

le possibili ragioni del mutamento di piano tra gli Arabi in Siria,<br />

noi non intendevamo di sceglierne una piuttosto che un'altra, ma includerle<br />

tutte nelle cause determinanti, ed allo stesso tempo inferire che ve<br />

ne debbano essere anche molte altre, le quali omettiamo per timore di<br />

prolissità, ed altre ancora che forse ignoreremo sempre.<br />

§ 98. — Dunque molti fattori assieme contribuirono, in maniera che<br />

potremmo dir fatale ed inevitabile, a siffatto mutamento di piano. Durante<br />

la razzia, per il fatto d'essersi uniti in un esercito solo e d'aver seguito<br />

i consigli del loro più grande condottiero, gli Arabi avevano annientato<br />

due eserciti greci rimanendo padroni d'una ricca provincia e venendo in<br />

possesso d'un prodigioso bottino. Ma due volte, per la mancanza di coesione<br />

tra le parti, e per l'infelice idea di voler sempre e soltanto predare,<br />

le forze musulmane erano state altresì gravemente minacciate dal radunarsi<br />

di temibili schiere nemiche : due<br />

volte una grande vittoria era rimasta<br />

relativamente povera di risultati, perchè ai vinti si era lasciato tutto<br />

l'agio di riaversi dalle perdite e di ritentare il cimento. In spiriti avveduti<br />

come Khàlid b. al-Walid, il massimo stratega d'Arabia, 'Amr b. al-'As,<br />

noto di poi come uno degli uomini di stato più accorti del tempo suo,<br />

valente generale e saggio governatore di provincie, e forse anche Yazkl<br />

b. abi Sufyàn, membro della grande ed intelligente aristocrazia di Makkah,<br />

deve essere nata e maturata la convinzione che occorreva prontamente<br />

rimediare agli errori passati, profittare dell'esperienza avuta, incalzare<br />

senza posa i Greci, ridurli all'impotenza e così rimanere, alfine, padroni<br />

non molestati della ricca preda di uomini, di cose e di terre.<br />

A [tale convinzione deve aver potentemente contribuito V ebbrezza<br />

delle grandi vittorie ottenute, ebbrezza che doveva ispirare in un popolo<br />

di guerrieri come gii Arabi dell'Isiàm primitivo, un presentimento, direi<br />

quasi una sicurezza, di continue vittorie future, mentre d'altra parte le<br />

legioni famose di Bisanzio, le quali avevano debellato i pur temuti Sassanidi,<br />

nessun timore ispiravano ormai in quelli che ben tre volte le avevano<br />

fugate e pressoché di,strutte in tre battaglie campali.<br />

Un altro fattore potente furono pur le condizioni morali e materiali<br />

degli abitanti delle regioni invase. Gli Arabi avevano scoperta la intrinseca<br />

debolezza militare del nemico: avevano appurato come le città non<br />

avessero altra difesa tranne le mura merlate, dietro le quali non vi era<br />

resistenza. Nonostante il terrore incusso dalla guerriglia barbara di predoni,<br />

gli abitanti mostravansi in molti luoghi più disposti a trattare all'amichevole<br />

con gl'invasori, che non a rimanere fedeli ad un governo odiato<br />

314.

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