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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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§ 96. 14. a. H.<br />

[SIRIA -<br />

14. a. H.<br />

La battaglia<br />

di Marg al-<br />

Suffar; e trasformazione<br />

della<br />

razzia araba in<br />

conquista definitiva.]<br />

lo.sse le nostre tónti non danno alcuna informazione diretta e precisa,<br />

perchè, come già si disse, esse ci presentano un quadro molto travisato<br />

degli eventi, anticipando il disegno di vera conquista ai primordi stessi<br />

della campagna, alla partenza dei distaccamenti da Madinah, e quindi<br />

attribuendo tutto ad abù Bakr. Noi riteniamo invece che non solo abù<br />

Bakr non ordinò mai una conquista, ma che egli mori prima forse che la<br />

stessa comunità musulmana fosse consapevole di averla intrapresa.<br />

Difatti la tradizione più antica, gli scarsi resti della quale sono conservati<br />

nelle memorie della scuola madinese. si tradisce in alcuni passi:<br />

essa ignora la diretta dipendenza dei comandanti in Siria dal Califfo di<br />

Madinah, ed in qualche passo allude perfino ai fatti d'arme come episodi di<br />

razzia pura e semplice. Nelle tradizioni della scuala iraqense, che ha conservato<br />

memoria di tendenze storiche popolari di data più recente, vediamo<br />

già chiaramente delineata la tesi preconcetta di conquista fin dai primordi,<br />

e presentarcisi tutta la campagna come l'esecuzione magistrale d'un grande<br />

piano di guerra, ideato da abù Bakr, e poi puntualmente eseguito, fino ai<br />

più minuti particolari, dai suoi luogotenenti oltre i confini. Nelle tradizioni<br />

ancora più recenti della scuola romantica, rappresentata per noi dai due<br />

romanzi, il Futùh al-Sàm e loPseudo-Wàqidi, — questi caratteri<br />

tendenziosi si rivelano in maniera tanto spiccata da trasmodare in evidenti<br />

esagerazioni: i capitani non muovon passo, non danno un ordine, senza<br />

consultarsi prima con Madinah, pur lontana ben più di mille chilometri<br />

dai luoghi dove i guerrieri <strong>dell'Islam</strong> si battevano contro gl'infedeli. Siffatte<br />

tradizioni sembrano dimenticare le distanze per supei-are le quali i<br />

corrieri, usando la massima sollecitudine, avrebbero consumato, volta per<br />

volta, più d'un mese fra l'andare e il tornare. Bisogna rammentare che<br />

allora non esisteva ancora quel mirabile sistema postale, organizzato dagli<br />

Umay^adi, con stazioni di cambio per i corrieri, sistema che ridusse forse<br />

di un terzo il tempo del viaggio per i dispacci govei'nativi. Durante le conquiste<br />

i corrieri degli eserciti in Siria, nel maggior numero dei casi, dovevano<br />

giungere a Madinah soltanto con mezzi propri, traversando territori<br />

di tribù che non si ritenevano in verun modo obbligate a dare assistenza<br />

o mute di cavalcature ai messi del Califfo o dei suoi luogotenenti.<br />

Orbene, tale esame comparativo del carattere tendenzioso delle tre<br />

predette scuole tradizionistiche ci è sommamente utile, perchè ci permette<br />

di stabilire in che cosa precisamente consista questo carattere tendenzioso,<br />

onde possiamo così sopprimerlo là dove esso si riveli. Difatti, risalendo in<br />

senso inverso la tendenza poc'anzi descritta, dobbiamo per necessità logica<br />

inferire che un tempo non esistesse affatto quanto le tradizioni ci vo-<br />

312.

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