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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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13. a. H.<br />

§ 149.<br />

turin-i e di uomini di ogni specie, racimolati assieme da chissà quante<br />

tribìx, e senza vera coesione organica ('), come si sarebbe avuto, se tutta una<br />

tribù fosse partita assieme sotto i suoi capi naturali. Solo più tardi abbiamo<br />

notizia d' intiere tribù migrate nell' 'Iraq, facenti parte di spedizioni militari;<br />

alludo, per esempio, ai Bagilah, sulle prodezze dei quali, comandati<br />

dal loro capo G-arIr b. Abdallah, avremo a discon-ere tra breve. La natura<br />

13. a. H.<br />

[PERSIA.-! precedenti<br />

della campagna<br />

persiana<br />

del 13. a. H.]<br />

mista di siffatte milizie può aver contribuito in larga misura al disastro<br />

del<br />

Ponte.<br />

In conclusione dunque par lecito arguire che anche la seconda campagna<br />

persiana, quella del 18. a. H., fu ideata ed eseguita incirca allo<br />

stesso modo della prima, quella del 12. a. H. sotto Khàlid; vale a dire<br />

si pensò soltanto a fare una razzia, estendendola però questa volta anche<br />

all'altra riva dell' Eufi-ate, perchè sulla riva occidentale oramai nulla v'ei'a<br />

più che arrestasse le armi musulmane. Non è affatto esclusa la possibilità<br />

che il Califfo, prima d'impegnare le forze migliori del suo Stato in un<br />

grave conflitto mortale con l' impero sassanida, pensasse accortamente a<br />

mettere innanzi questa spedizione di prova, composta di elementi incerti,<br />

la scomparsa dei quali, nella peggiore ipotesi, non avrebbe fiaccato fatalmente<br />

il suo Stato. La campagna d'altra parte era un opportuno sfogo<br />

alle passioni ii'ose, a stento contenute, delle tribù dell'Arabia centrale e<br />

orientale domate nell' 11. e -nel 12. a. H. Anche un disastro avrebbe avuto<br />

perciò effetti non del tutto nocivi, facendo scomparù-e elementi pericolosi<br />

alla<br />

pace intema deUo Stato.<br />

E il disastro non mancò: la piccola schiera nel traversare la penisola<br />

da Madìnah all' Eufrate attirò a sé un certo numero di Arabi irrequieti da<br />

alcune tribù lungo il percorso ;<br />

questi volontari accrebbero il numero, ma<br />

forse aumentarono anche la poca coesione delle singole unità combattenti :<br />

tutti poco disciplinati, avidi solo di violenze e di bottino, militi che dell'<br />

Isiàm conoscevano forse soltanto il nome, e che erano ancoi'a schiettamente<br />

pagani<br />

;<br />

uomini, cioè, che per le ragioni che li movevano, e per il<br />

modo come erano radunati, dovevano mostrarsi di ben poca efficacia nel<br />

grande cimento.<br />

abù 'Ubayd giunse con forze cresciute in numero in al-'Udzayb, si unì<br />

ai Bakr b. Wà'il sotto al-Muthanna e con l'assistenza degli abitanti di<br />

liàniqv'à (o forse meglio del proprietario di terre, ibn Salùbà), ora soggetti<br />

a Madìnah, si accinse a varcare l' Eufrate e ad entrare nel Sawàd.<br />

Nota 1. — Dagli indizi indiretti fornitici dalle tradizioni ai §§ 15.5, 158, 184, 190, n. 2.5, pare<br />

evidente che il nucleo delle forze partite dal Higàz fosse composto di uomini di Tà'if (300 ne perirono<br />

nella battaglia; cfr. § 190, n. 25), consanguinei del comandante, molti dei quali furono uccisi difendendo<br />

lo stendardo; la parte principale dei volontari unitisi ad abù TTbayd venne dalla tribù di Tayy, tra cui<br />

persino alcuni cristiani : il resto furono Arabi dei Bakr b. Wà-il.<br />

148.

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