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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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a 127<br />

125* £l« 11*<br />

13. a. H.<br />

);, prima volta nel tempio quale capo" <strong>dell'Islam</strong> e quale vicario deH'lii-<br />

^'Ba^:"i'*uomo'*e<br />

^ ''it'i (U Dio (Saad, ili, 1, Vò'à, Un. 2 e 7). In due tradizioni (Saad, III,<br />

il sovrano.] [_ 121, lin. 9 e 11) abù Bakr viene descritto, dopo la citazione di un versetto<br />

su Abramo (Qur-àn, XI, 77), come « uno che spesso sospirava e si<br />

addolorava, perchè era tanto tenero di animo e compassionevole, e il cuore<br />

del quale sempre e poi sempre ritornava a Dio ». Le parole che aveva<br />

più sovente sulle labbra erano: «Non v'è alti'O Dio tranne Allah» (Mubarrad,<br />

338, lin. 12).<br />

In questi particolari abbiamo senza dubbio un forte colorito tendenzioso:<br />

quando l'Islam s'imbevette di concetti cristiani, questi ispirarono e<br />

plasmarono una parte ingente del hadìth; tra siffatti concetti assai importante<br />

era quello cristiano medioevale, essere il<br />

pianto una grazia divina,<br />

manifestazione d'una natura profondamente religiosa (cfr. Becker, Christentum<br />

und Islam, Tiibingen, 1907, pag. 29-30). I predetti particolari possono<br />

quindi non essere fatti storici, ma ciò non diminuisce per noi il loro<br />

valore: essi sono la forma più recente, diciamo pure cristianizzata, d'una<br />

memoria sicura, la mitezza d'animo e la religiosità di abù Bakr.<br />

Pari alla mitezza di carattere era la sua nobiltà e la generosità sconfinata.<br />

Egli sacrificò tutta la sua fortuna per la causa <strong>dell'Islam</strong> (cfr. § 120)<br />

comperando da crudeli padroni gli schiavi convertiti sottoposti a tormenti<br />

(cfr. Intr., § 252), e mettendo in ripetute circostanze tutti i suoi beni a<br />

disposizione del Profeta. I danari di abù Bakr provvidero alle spese della<br />

Fuga (cfr. 1. a. H., §§ 20, 21 e nota 3), e comperarono il terreno per la<br />

moschea in Madìnah (cfr. 1. a. H., § 31 nota 2); si dice altresì che egli<br />

cedesse tutta la sua fortuna per far fi'onte alle spese di Tabùk (cfr. 9. a. II.,<br />

§ 26). Privo di ogni ambizione, obbediente ad ogni volere dell'amato Maestro,<br />

egli non pretese mai a veruna preminenza, accettando di servile come<br />

semplice gregario sotto altri Compagni assai più giovani di lui. Così egli<br />

partecipò sotto 'Amr b. al-'As alla spedizione di Dzàt al-Salàsil e si condusse<br />

assai meglio di altri Compagni, come abù 'Uba3'dah b. al-Oarràh,<br />

i quali si risentirono contro la preferenza mostrata verso uno, che aveva<br />

tardato venti anni ad abbracciare l'Islam (cfr. 8. a. H., § 30).<br />

Ciò nondimeno non si<br />

deve credere che egli fosse un debole piagnone:<br />

in lui si univano alla grande mitezza d'animo una fermezza ed un coraggio<br />

a tutta prova. A Uhud fu lui uno di quei pochi che rimasero a<br />

difesa del Profeta ferito (cfr*. 3. a. H., § 40) ; a Hunayn il suo nome è pure<br />

menzionato fra quelli che, rimasti di pie fermo presso Maometto, arrestarono<br />

il panico creato dalla sorpresa dell'avanguardia (cfr. 8. a. H., § 123);<br />

per ultimo la sua condotta come Califfo<br />

rivela una tenacia incrollabile.<br />

108.

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