Leishmaniosi canina in Triveneto: quali novità ?
Leishmaniosi canina in Triveneto: quali novità ?
Leishmaniosi canina in Triveneto: quali novità ?
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<strong>Leishmaniosi</strong> <strong>can<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong><br />
<strong>Triveneto</strong>: <strong>quali</strong> novità?<br />
Contributi pratici<br />
R. Cass<strong>in</strong>i<br />
M. Pietrobelli<br />
Università<br />
di Padova<br />
F. Montarsi<br />
A. Natale<br />
G. Capelli<br />
I.Z.S. delle Venezie<br />
Legnaro (PD)<br />
P. Beraldo<br />
Università di Ud<strong>in</strong>e<br />
A. S<strong>in</strong>igaglia<br />
Azienda U.S.S.L 17<br />
Regione Veneto<br />
G. Moresco<br />
A.S.S. 6, Regione<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Introduzione<br />
La leishmaniosi è una zoonosi protozoaria<br />
presente con diverse forme cl<strong>in</strong>iche e<br />
altrettanto differenti caratteristiche epidemiologiche<br />
<strong>in</strong> molte aree dell’Europa, dell’Asia,<br />
dell’Africa e del centro e sud America.<br />
In Italia l’unica specie di Leishmania<br />
segnalata è L. <strong>in</strong>fantum, agente responsabile<br />
della della leishmaniosi <strong>can<strong>in</strong>a</strong> e della<br />
leishmaniosi viscerale e di quella cutanea<br />
nell’uomo, oltre che della leishmaniosi<br />
<strong>can<strong>in</strong>a</strong>. L’unico serbatoio riconosciuto<br />
della malattia è il cane e i vettori responsabili<br />
della trasmissione sono alcune specie<br />
di <strong>in</strong>setti ematofagi del genere Phlebotomus,<br />
chiamati comunemente pappataci.<br />
In alcune Regioni del centro e del<br />
sud Italia la malattia è conosciuta da tempo,<br />
sia nel cane che nell’uomo, mentre le<br />
prime segnalazioni di focolai autoctoni<br />
per quanto riguarda il nord Italia risalgono<br />
alla metà degli anni ’90; negli ultimi dieci<br />
anni anche <strong>in</strong> questa parte d’Italia la malattia<br />
sta assumendo sempre maggiore<br />
importanza.<br />
Il <strong>Triveneto</strong> non è rimasto <strong>in</strong>denne da questa<br />
tendenza e negli ultimi anni si sono<br />
susseguite varie segnalazioni nel cane, che,<br />
grazie ad <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i appositamente predisposte,<br />
hanno portato alla luce l’esistenza<br />
di veri e propri focolai autoctoni della malattia<br />
con circolazione del protozoo all’<strong>in</strong>terno<br />
della popolazione <strong>can<strong>in</strong>a</strong> locale,<br />
compresa quella che non aveva mai effettuato<br />
viaggi verso aree a rischio.<br />
A partire dal primo focolaio segnalato<br />
nella zona della Valpolicella a Verona nel<br />
1994, una sorveglianza sierologica ed entomologica<br />
delle aree limitrofe compiuta<br />
negli anni seguenti e f<strong>in</strong>o al 2002 ha dimostrato<br />
che il focolaio orig<strong>in</strong>ale era ancora<br />
attivo e che l’<strong>in</strong>fezione si stava espandendo<br />
a nord-ovest, verso il lago di Garda.<br />
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Contributi pratici<br />
Inoltre sono stati <strong>in</strong>dividuati focolai nell’area<br />
a nord-est di Verona), nella zona di<br />
Arco di Trento e nella zona di Vittorio<br />
Veneto Considerando la tendenza al diffondersi<br />
dei focolai e il rischio di una loro<br />
stabilizzazione, negli ultimi due anni<br />
(2005-2006) si è cercato, compatibilmente<br />
con le risorse disponibili, di monitorare<br />
l’evolversi dell’<strong>in</strong>fezione nel <strong>Triveneto</strong><br />
attraverso <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sierologiche ed entomologiche<br />
realizzate <strong>in</strong> alcune aree appositamente<br />
selezionate opportunamente<br />
<strong>in</strong>dividuate.<br />
Basandosi sulla segnalazione di sospetti<br />
casi autoctoni di leishmaniosi <strong>can<strong>in</strong>a</strong>, nell’arco<br />
dei due anni, sono state prese <strong>in</strong><br />
considerazione 3 aree, una <strong>in</strong> Veneto<br />
(Colli Euganei) e due <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia<br />
(Comuni di Majano e Caneva).<br />
Per quanto riguarda l’area dei Colli Euganei,<br />
erano già state condotte <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i entomologiche<br />
negli anni 2002 e 2003 nella<br />
zona settentrionale.<br />
Forse anche a causa delle condizioni climatiche<br />
avverse, erano stati trovati solo 4<br />
flebotomi (3 P. perniciosus e 1 Sergentomya<br />
m<strong>in</strong>uta) nel 2002 e nessuno nel<br />
2003. Questa presenza, anche se m<strong>in</strong>ima,<br />
confermava il sospetto che l’area dei<br />
Colli Euganei fosse idonea dal punto di<br />
vista climatico e ambientale allo sviluppo<br />
di questi <strong>in</strong>setti, possibili vettori di<br />
leishmaniosi. Per quanto riguarda <strong>in</strong>vece<br />
il Friuli Venezia Giulia, non risultava essere<br />
mai stato segnalato alcun focolaio autoctono<br />
di leishmaniosi.<br />
Nella fig. 1 viene visualizzata la distribuzione<br />
geografica dei focolai già precedentemente<br />
descritti e quella delle aree<br />
considerate nel presente studio.<br />
Materiali e metodi<br />
Fig. 1 - Focolai di leishmaniosi descritti nel <strong>Triveneto</strong> (1=Verona-Valpolicella, 2=Verona-nordovest,<br />
3=Arco di Trento, 4=Verona-nordest, 5=Vittorio Veneto) e aree prese <strong>in</strong> considerazione<br />
nel presente studio (A=Majano, B=Colli Euganei, C=Caneva)<br />
Anno 2005<br />
Le metodiche utilizzate sono quelle già<br />
ampiamente descritte <strong>in</strong> precedenti.<br />
Per le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i entomologiche sono state<br />
utilizzate trappole adesive (sticky trap) e<br />
trappole a luce (CDC light trap), mentre<br />
le analisi sierologiche sono state eseguite<br />
secondo la tecnica dell’immunoflourescenza<br />
<strong>in</strong>diretta (IFI), considerando il<br />
valore di 1:40 come cut-off (citare cosa?),<br />
<strong>in</strong>dicativo non tanto di <strong>in</strong>fezione <strong>in</strong><br />
atto, ma di un avvenuto “contatto” con un<br />
flebotomo <strong>in</strong>fetto, <strong>in</strong>formazione preziosa<br />
per la def<strong>in</strong>izione della circolazione<br />
del protozoo <strong>in</strong> una determ<strong>in</strong>ata area.<br />
Nel 2005, sulla base della segnalazione<br />
di un probabile caso autoctono è stata<br />
organizzata una giornata di campionamento<br />
gratuito aperta a tutti i proprietari<br />
di cani del Comune di Majano (UD) ed<br />
eventuali proprietari <strong>in</strong>teressati dei Comuni<br />
limitrofi. In tutto sono stati raccolti<br />
e analizzati 193 campioni.<br />
In questa area non è stato possibile procedere<br />
alla ricerca entomologica.<br />
Sempre nel 2005, <strong>in</strong> seguito alla segnalazione<br />
di 2 casi positivi autoctoni, uno <strong>in</strong><br />
località Calaone - Comune di Baone (PD)<br />
ed uno <strong>in</strong> località Stevenà - Comune di<br />
Caneva (PN), si è proceduto ad effettuare<br />
una ricerca entomologica presso la<br />
residenza dei proprietari dei cani positivi<br />
e presso luoghi idonei nelle vic<strong>in</strong>anze.<br />
In tutto sono stati <strong>in</strong>dividuati 2 siti a Baone<br />
e 3 siti a Caneva.<br />
Nel caso di Baone sono state effettuate<br />
<strong>in</strong> tutto 27 catture mediante sticky trap,<br />
durante il periodo giugno-settembre.<br />
In parallelo sono stati <strong>in</strong>dividuati altri due<br />
siti di cattura sempre all’<strong>in</strong>terno del territorio<br />
dei Colli Euganei.<br />
Un primo sito <strong>in</strong> località Ponte della Torre<br />
- Comune di Este (PD) - ed un secondo<br />
<strong>in</strong> località Teolo alto - Comune di Teolo<br />
(PD). Presso questi due siti sono state effettuate<br />
rispettivamente 4 e 7 catture, mediante<br />
CDC light trap.<br />
Nel caso di Caneva, <strong>in</strong>vece, sono state<br />
effettuate <strong>in</strong> tutto 36 catture mediante<br />
sticky trap e 4 catture mediante CDC light<br />
trap nel periodo giugno-ottobre.<br />
Le catture sono state effettuate, quando<br />
possibile, con cadenza settimanale.<br />
Per tutti i flebotomi raccolti si è proceduto<br />
ad una diagnosi di specie mediante<br />
chiarificazione <strong>in</strong> clorallattofenolo e osservazione<br />
al microscopio ottico dopo<br />
montaggio su vetr<strong>in</strong>o di preparati permanenti<br />
a base di fenolo-balsamo.<br />
Anno 2006<br />
Durante l’anno 2006 è stato deciso di<br />
concentrarsi nelle due aree di Baone e<br />
Caneva dove, oltre ad essere stati segnalati<br />
i casi positivi autoctoni, era stata verificata<br />
la presenza del vettore grazie alle<br />
ricerche entomologiche.<br />
Per quanto riguarda Baone è stata organizzata<br />
una giornata di prelievi gratuiti sui<br />
cani per i residenti del Comune stesso e<br />
dei Comuni limitrofi nel mese di maggio<br />
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(fig. 2), durante la quale sono stati raccolti 201 campioni. Sui<br />
campioni risultati positivi al test sierologico è stato prelevato, a<br />
distanza di circa un mese, un secondo campione di siero per<br />
la conferma della positività ed è stato effettuata, quando possibile,<br />
la ricerca diretta mediante puntato l<strong>in</strong>fonodale (colorazione<br />
Hemacolor ® ) e tramite analisi PCR.<br />
Sempre durante il mese di maggio, veter<strong>in</strong>ari liberi professionisti<br />
del territorio hanno raccolto 40 campioni di siero provenienti<br />
da cani residenti <strong>in</strong> diversi Comuni della zona sud dei<br />
Colli Euganei. Durante i mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre<br />
si è poi proceduto al monitoraggio entomologico.<br />
In tutto sono stati <strong>in</strong>dividuati 7 siti per un totale di 60 catture,<br />
sia mediante sticky trap che CDC light trap (fig. 3).<br />
Il sito di Teolo alto è stato nuovamente monitorato per un totale<br />
di 4 catture mediante CDC light trap. Nel caso di Caneva è<br />
stata organizzata una analoga giornata di prelievi nel mese di<br />
giugno durante la quale sono stati prelevati 365 soggetti.<br />
Anche <strong>in</strong> questo caso i positivi sono stati prelevati una seconda<br />
volta, dopo circa un mese, per la conferma della positività<br />
sierologica e per la ricerca diretta del parassita tramite PCR.<br />
La ricerca entomologica ha <strong>in</strong>teressato 8 siti per un totale di 83<br />
catture, dal mese di giugno f<strong>in</strong>o al mese di ottobre.<br />
Anche <strong>in</strong> questo caso tutti i flebotomi raccolti sono stati identificati<br />
secondo quanto precedentemente descritto.<br />
Fig. 2<br />
Giornata di campionamento<br />
Fig. 3<br />
CDC light trap posizionata<br />
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Contributi pratici<br />
Tabella 1 - Risultati delle analisi sierologiche nelle 4 aree di campionamento<br />
Tabella 2 - Dati anamnestici e risultati delle analisi per i 20 cani positivi del comune di Baone<br />
Tabella 3 - Numero e densità dei flebotomi catturati <strong>in</strong> zona Colli Euganei<br />
Risultati<br />
Indag<strong>in</strong>e sierologica<br />
Nella tabella 1 vengono riportati i risultati<br />
delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sierologiche.<br />
Sul totale dei 193 campioni raccolti a<br />
Majano nel 2005, sono risultati positivi 2<br />
soggetti (1,0%), entrambi al limite della<br />
soglia (1:40). I due cani positivi, che dai<br />
dati anamnestici risultavano non essere<br />
mai stati <strong>in</strong> aree a rischio, sono stati <strong>in</strong><br />
seguito prelevati nuovamente a distanza<br />
di circa 1 mese. Solo un soggetto è risultato<br />
nuovamente positivo al titolo soglia<br />
di 1:40. Per quanto concerne i 20 cani<br />
positivi di Baone, ben 18 non riportavano<br />
esperienze di viaggio <strong>in</strong> aree a rischio.<br />
Sul totale dei positivi, <strong>in</strong>oltre, 15 soggetti<br />
vivevano <strong>in</strong> località Calaone <strong>in</strong> una area<br />
coll<strong>in</strong>are situata tra i 175 m e i 250 m sul<br />
livello del mare. Gli altri 5 soggetti risiedevano<br />
tutti <strong>in</strong> Comune di Baone, ma <strong>in</strong><br />
altre località generalmente <strong>in</strong> zona pedecoll<strong>in</strong>are,<br />
e per la maggior parte sono risultati<br />
positivi al limite della soglia (2 soggetti<br />
si sono negativizzati al secondo<br />
prelievo). Il dettaglio degli accertamenti<br />
<strong>in</strong>diretti tramite test sierologico IFI (con<br />
rispettivo titolo) e gli accertamenti diretti<br />
tramite puntato l<strong>in</strong>fonodale per i soggetti<br />
di Baone risultati positivi vengono<br />
presentati nella tabella 2.<br />
Solo per 11 soggetti è stato possibile e-<br />
seguire l’esame PCR, che è risultato positivo<br />
per 2 campioni. Sul totale dei 40 cani<br />
prelevati dalla zona di Monselice da<br />
veter<strong>in</strong>ari liberi professionisti, 2 soggetti<br />
sono risultati positivi al limite della soglia,<br />
ma non sono stati confermati al secondo<br />
prelievo. I 3 soggetti positivi di Caneva<br />
sono risultati essere 2 cani conviventi <strong>in</strong><br />
località Stevenà – Comune di Caneva<br />
(entrambi 1:2560 al primo prelievo e<br />
1:640 al secondo) ed un cane residente<br />
<strong>in</strong> Comune di Polcenigo (1:40 ad entrambi<br />
i prelievi). Per tutti non risultava dalla<br />
anamnesi alcun viaggio <strong>in</strong> zone a rischio.<br />
Due campioni su 3 sono risultati positivi<br />
all’analisi PCR.<br />
Indag<strong>in</strong>e entomologica<br />
Nelle tabelle che seguono vengono riportati<br />
i risultati delle ricerche entomologiche.<br />
Nelle tab. 3 - 4 e - 5 sono riporta-<br />
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ti il numero di flebotomi trovati per ogni<br />
sito di cattura e la densità stimata sulla<br />
base del numero di sticky traps posizionate,<br />
rispettivamente per la zona dei<br />
Colli Euganei e per la zona di Caneva.<br />
Nella tabella 5 è riportata la divisione per<br />
specie. Le specie riscontrate sono 3 (P.<br />
perniciosus, P. neglectus e Sergentomya<br />
m<strong>in</strong>uta) ma per alcune femm<strong>in</strong>e non è<br />
stato possibile arrivare ad una identificazione<br />
di specie.<br />
A parte alcuni rari esemplari di S. m<strong>in</strong>uta,<br />
flebotomo erpetofilo privo di significato<br />
vettoriale, le due specie con importanza<br />
epidemiologica (P. perniciosus e<br />
P. neglectus) rappresentavano la quasi la<br />
totalità degli identificati per i siti dei Colli<br />
Euganei (il 94,4% sia nel 2005 che nel<br />
2006) e la totalità per i siti di Caneva.<br />
Nelle due figure che seguono sono riportati<br />
gli andamenti della densità dei<br />
flebotomi durante la stagione di cattura<br />
2006. Nella figura 4 sono evidenziati gli<br />
andamenti dei due siti più produttivi e<br />
quello totale della zona del Comune di<br />
Baone, mentre nella figura 5 l’andamento<br />
del sito più produttivo e quello totale<br />
della zona del Comune di Caneva.<br />
Tabella 4 - Numero e densità dei flebotomi catturati <strong>in</strong> zona di Caneva<br />
Tabella 5 - Divisione per specie dei flebotomi catturati<br />
Discussione<br />
Fig. 4 - Andamento della densità dei flebotomi nella zona di Baone (Colli Euganei)<br />
Le attività di monitoraggio effettuate <strong>in</strong><br />
questi ultimi due anni hanno confermato<br />
il trend di diffusione dei focolai di leishmaniosi<br />
<strong>in</strong> Italia nord-orientale, segnalando<br />
<strong>in</strong>dividuando, per la prima volta, casi<br />
autoctoni <strong>in</strong> Friuli Venezia Giulia.<br />
In particolare, per quanto riguarda l’area<br />
dei Colli Euganei, il riscontro di sieroprevalenze<br />
decisamente alte per un’area f<strong>in</strong>o<br />
ad oggi considerata <strong>in</strong>denne e la presenza<br />
dei vettori dell’<strong>in</strong>fezione con una<br />
densità che nel mese di agosto 2006 ha<br />
superato il valore di 8 soggetti/m 2 ), fa<br />
presupporre che si sia stabilito <strong>in</strong> località<br />
di Calaone un focolaio autoctono e che<br />
l’<strong>in</strong>fezione possa diffondersi anche ad<br />
altre aree dei Ccolli Euganei.<br />
La circolazione del patogeno è stata confermata<br />
anche dalle positività riscontrate<br />
sia all’esame del puntato l<strong>in</strong>fonodale che<br />
alla PCR. Non è stato possibile però condurre<br />
questi esami <strong>in</strong> maniera metodica<br />
su tutti gli animali sospetti. Si vuole comunque<br />
ribadire che, per <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di tipo<br />
epidemiologico, l’esame sierologico<br />
rimane l’esame di riferimento, <strong>in</strong> quanto<br />
consente di stimare, con adeguata accuratezza<br />
e costi limitati, la percentuale di<br />
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cani che è entrata <strong>in</strong> contatto con il patogeno<br />
all’<strong>in</strong>terno di una specifica popolazione<br />
e di trarre importanti considerazioni<br />
a riguardo. L’approccio da seguire<br />
<strong>in</strong> questa situazione, come <strong>in</strong> altri nuovi<br />
focolai che si sono manifestati recente-
Contributi pratici<br />
Fig. 5 - Andamento della densità dei flebotomi nella zona di Caneva<br />
mente e che si possono manifestare <strong>in</strong><br />
futuro nelle aree del nord Italia f<strong>in</strong>o ad<br />
ora considerate <strong>in</strong>denni, è tecnicamente<br />
teoricamente semplice, ma complicato<br />
dal punto di vista operativo, perché necessita<br />
il co<strong>in</strong>volgimento di più attori <strong>in</strong><br />
grado di agire <strong>in</strong> modo coord<strong>in</strong>ato.<br />
Da un lato <strong>in</strong>fatti deve muoversi l’autorità<br />
sanitaria (ASL e Comune), ma al tempo<br />
stesso alcune attività (terapia, profilassi,<br />
controllo sierologico) possono o devono<br />
essere fatte dai veter<strong>in</strong>ari liberi professionisti<br />
del territorio o garantite dalla<br />
disponibilità di adeguati presidi sanitari<br />
a livello locale. La popolazione, ed <strong>in</strong><br />
particolare i proprietari di cani, devono<br />
essere <strong>in</strong>formati correttamente sulla malattia<br />
e sulle possibili attività di profilassi<br />
da mettere <strong>in</strong> atto, ma resta a discrezione<br />
del s<strong>in</strong>golo realizzare quanto consigliato.<br />
Dal momento però che attuare o<br />
meno determ<strong>in</strong>ate azioni profilattiche (registrazione<br />
all’anagrafe della popolazione<br />
<strong>can<strong>in</strong>a</strong>, monitoraggio sierologico dei<br />
cani e trattamento tempestivo dei positivi,<br />
uso di presidi anti-parassitari durante<br />
il periodo di rischio) hanno conseguenze<br />
di <strong>in</strong>teresse generale, il Comune può<br />
potrebbe decidere di rendere obbligatori<br />
alcuni di questi <strong>in</strong>terventi. Nel caso<br />
del Comune di Baone sono stati realizzati<br />
degli <strong>in</strong>contri di sensibilizzazione rivolti<br />
alla popolazione e si è cercato di<br />
promuovere un uso diffuso di mezzi di<br />
profilassi, <strong>in</strong> particolare i presidi antiparassitari<br />
attivi nei confronti dei flebotomi.<br />
Molti autori concordano nel sostenere<br />
che l’uso da parte di molti proprietari <strong>in</strong><br />
contemporanea di presidi antiparassitari<br />
(<strong>in</strong> particolare i collari) siano un mezzo<br />
che <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate situazioni può ridurre<br />
notevolmente il rischio di trasmissione<br />
del parassita. Altro punto card<strong>in</strong>e rimane<br />
il trattamento tempestivo dei cani positivi.<br />
A questo risultato ci si può arrivare solo<br />
mantenendo regolarmente monitorati<br />
i cani che vivono <strong>in</strong> zone potenzialmente<br />
a rischio. Sarebbe consigliabile proporre<br />
ai proprietari un controllo sierologico<br />
annuale dei cani da effettuarsi nel<br />
periodo primaverile, <strong>in</strong> modo da poter<br />
<strong>in</strong>dividuare anche quei soggetti <strong>in</strong>fetti<br />
che però non hanno ancora manifestato<br />
alcun s<strong>in</strong>tomo.<br />
Ricordiamo che anche i cani as<strong>in</strong>tomatici<br />
sono <strong>in</strong> grado di trasmettere il protozoo<br />
ai vettori, anche se con efficienza m<strong>in</strong>ore<br />
rispetto ad un cane s<strong>in</strong>tomatico.<br />
Chiaramente dal punto di vista della sanità<br />
pubblica il cane <strong>in</strong>fetto rimane il rischio<br />
da evitare e, se non è possibile la<br />
sterilizzazione tramite trattamento, da associarsi<br />
all’uso di presidi antiparassitari<br />
protettivi nei confronti dei flebotomi, o il<br />
trasferimento del cane <strong>in</strong> zone dove non<br />
siano presenti i vettori della leishmaniosi,<br />
l’ultima possibilità è quella della soppressione<br />
del cane, da applicare soprattutto<br />
<strong>in</strong> caso di soggetti gravemente malati,<br />
per i <strong>quali</strong> assume anche un significato<br />
eutanasico.<br />
Nella zona di Caneva, al contrario di<br />
quella di Baone, non sembra che <strong>in</strong> questo<br />
momento si stia sviluppando un vero<br />
e proprio focolaio autoctono, ma il riscontro<br />
di anche solo due soggetti positivi<br />
ad alto titolo e senza storie di viaggio<br />
<strong>in</strong> zone a rischio rappresenta comunque<br />
un campanello d’allarme.<br />
Il patogeno, <strong>in</strong>fatti, probabilmente sta<br />
circolando anche se con una velocità ed<br />
una diffusione m<strong>in</strong>ore rispetto ai Colli Euganei.<br />
Questa ipotesi è supportata anche<br />
dal riscontro, <strong>in</strong> questa area, di densità<br />
di flebotomi più basse.<br />
In def<strong>in</strong>itiva la situazione somiglia è simile<br />
a quanto riportato per la può essere<br />
paragonata a quella osservata nella limitrofa<br />
area di Vittorio Veneto e sarebbe<br />
opportuno valutare con maggiore attenzione<br />
se la bassa sieroprevalenza non<br />
sia dovuta ad un effetto diluizione.<br />
Stante la classica distribuzione della leishmaniosi<br />
a macchia di leopardo, potrebbero<br />
esistere <strong>in</strong>fatti delle piccole<br />
aree con valori di sieroprevalenza decisamente<br />
maggiori allo 0,8% riportato<br />
per l’<strong>in</strong>sieme dei 365 soggetti testati.<br />
Conclusioni<br />
L’approccio mantenuto <strong>in</strong> questi anni è<br />
sempre stato similare, basandosi si è<br />
sempre basato su ricerche entomologiche<br />
e su <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sierologiche mirate a<br />
specifiche aree, scelte sulla base di segnalazioni<br />
di casi positivi autoctoni.<br />
Si vuole perciò rammentare quanto sia<br />
importante la segnalazione da parte dei<br />
liberi professionisti dei casi di leishmaniosi,<br />
ed <strong>in</strong> particolare di quei casi di leishmaniosi<br />
<strong>in</strong> cui non risulti dalla anamnesi<br />
uno spostamento <strong>in</strong> area a rischio. Tale<br />
segnalazione è peraltro prevista dal Regolamento<br />
di Polizia Veter<strong>in</strong>aria (D.P.R.<br />
320/1954) e rappresenta il primo fondamentale<br />
passo per poter <strong>in</strong>iziare un<br />
monitoraggio attivo del territorio e di<br />
conseguenza una efficace attività di controllo.<br />
Le attività di monitoraggio <strong>in</strong> futuro<br />
potrebbero trarre vantaggio da un<br />
approccio maggiormente <strong>in</strong>tegrato e<br />
basato sull’utilizzo di moderni sistemi di<br />
visualizzazione geografica ed analisi<br />
spaziale dei dati. Tale approccio è già<br />
stato suggerito per altre zone d’Italia<br />
dove il problema leishmaniosi è sicuramente<br />
più sentito perché endemico.<br />
La bibliografia è disponibile sul sito<br />
www.ilprogressoveter<strong>in</strong>ario.it<br />
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