Le discariche nel Veneto - Università degli Studi di Padova
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Fig. 12<br />
– Esempio <strong>di</strong> risultato ottenuto con la tomografia.<br />
Fig. 11 – Aggiornamento sui siti potenzialmente contaminati.<br />
5. Aggiornamenti dei siti potenzialmente<br />
contaminati con l’uso dei dati IKONOS del<br />
2004<br />
Dopo<br />
queste indagini,<br />
è stata avviato<br />
l’aggiornamento del database, e analizzati i dati<br />
ottenuti con le classificazioni sulle immagine del 2004<br />
in due tappe:<br />
5.1. Aggiornamento dell’in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei siti<br />
potenzialmente contaminati con i dati dell’IKONOS<br />
2004<br />
Per poter aggiornare<br />
i dati relativi ai siti<br />
potenzialmente inquinati,<br />
sono state effettuate delle<br />
classificazioni “supervised”, usando come per i dati del<br />
2001, l’algoritmo della “maximum likelihood”. Queste<br />
prime analisi ci hanno permesso <strong>di</strong> considerare in un<br />
primo tempo che <strong>nel</strong>l’arco <strong>di</strong> tre anni, il territorio era<br />
considerevolmente cambiato. In effetti, per esempio,<br />
per procedere alle classificazioni, bisognava usare dati<br />
a terra, le ROIs, sulle <strong><strong>di</strong>scariche</strong> abusive note. Tuttaviaa<br />
tante <strong><strong>di</strong>scariche</strong><br />
abusive utilizzate <strong>nel</strong> 2001 erano state<br />
costruite <strong>nel</strong> 2004, il che ha reso la faccenda un po’ più<br />
<strong>di</strong>fficile visto la scarsa <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> dati a<br />
<strong>di</strong>sposizione.<br />
Il risultato <strong>di</strong> questo primo aggiornamento ha<br />
portato alla conclusione che<br />
<strong>nel</strong>l’arco <strong>di</strong><br />
tre anni, un<br />
terzo dei siti precedentemente identificati non erano più<br />
da<br />
considerare contaminati. In effetti, l’aggiornamentoo<br />
dei siti ha permesso <strong>di</strong> ridurre considerevolmente il<br />
numero <strong>di</strong> sitii da indagare. Questo è senza dubbio<br />
correlato alla constante evoluzione del territorioo<br />
veneto. In effetti, numerosi siti, allora potenzialmentee<br />
contaminati, si trovano oggi<br />
sotto aree costruite (Fig.<br />
11) e sono dunque stati e<strong>di</strong>ficati. Inoltre<br />
una grande<br />
parte (due terzi)<br />
rimangono da indagare.<br />
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