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44<br />

I lavori prevedono ora gli interventi dei due rappresentanti IMO, molto importanti per la<br />

posizione in cui si trovano rispetto all’evento al quale abbiamo partecipato oggi. Darei<br />

quin<strong>di</strong> la parola al dottor Librando.


GAETANO<br />

LIBRANDO (1)<br />

Vice<strong>di</strong>rettore Caposezione Trattati e Regole<br />

Divisione Affari Giuri<strong>di</strong>ci e Relazioni Esterne<br />

International Maritime Organisation (IMO)<br />

Signor Prefetto, Signor Sindaco,<br />

Presidenti dell’European Boatmen’s<br />

Association, della Pacific Coast<br />

Linesmen’s Coalition, dell’Associazione<br />

Nazionale Gruppi Ormeggiatori<br />

e Barcaioli Porti Italiani, Ammiraglio<br />

Dassatti, Comandante della Guar<strong>di</strong>a costiera<br />

italiana, Professor Carbone, Autorità,<br />

egregi partecipanti, Signore e Signori<br />

E’ davvero un onore e un privilegio per me<br />

rivolgermi a quest’Assemblea/tavola rotonda<br />

in un’occasione così importante e, in nome<br />

dell’Ammiraglio Mitropoulos, Segretario generale<br />

dell’International Maritime Organization, vi<br />

porgo sincere congratulazioni e auguri per la creazione dell’International<br />

Boatmen’s Linesmen’s Association (IBLA).<br />

Sono certo che tutti conosciate l’International Maritime Organization<br />

(IMO). Ciononostante, consentitemi una breve sintesi. L’IMO è l’United<br />

Nations Specialized Agency (Agenzia specializzata delle Nazioni Unite)<br />

cui compete la regolamentazione <strong>di</strong> questioni riguardanti la sicurezza e la<br />

security della navigazione, la prevenzione dell’inquinamento marittimo da<br />

parte delle navi e relative questioni giuri<strong>di</strong>che.<br />

La Convenzione con cui fu fondata venne adottata a Ginevra <strong>nel</strong> 1948 e<br />

l’Organizzazione vera e propria nacque 10 anni più tar<strong>di</strong>, dopo la ratifica<br />

della Convenzione da parte <strong>di</strong> un numero Governi sufficiente a sod<strong>di</strong>sfare<br />

i criteri della sua entrata in vigore. Oggi, l’IMO ha 166 Stati membri, tre<br />

Membri associati e, ai suoi lavori, partecipano attivamente anche molte<br />

organizzazioni intergovernative e non governative.<br />

45


46<br />

La nostra <strong>di</strong>chiarazione d’intenti è “Navigazione sicura ed efficiente su<br />

oceani puliti” e, come tutte le buone <strong>di</strong>chiarazioni d’intenti, rispecchia un<br />

sentimento abbastanza semplice, <strong>di</strong>etro cui si trova una struttura complessa,<br />

progettata allo scopo <strong>di</strong> ottenere quei risultati.<br />

Generalmente parlando, le misure dell’IMO rientrano in tre categorie.<br />

In primo luogo, vi sono quelle tese ad evitare incidenti, infortuni e danni<br />

ambientali dovuti alle navi. In questo gruppo troverete convenzioni d’impostazione<br />

standard per la progettazione, la costruzione, l’attrezzatura, la<br />

conduzione e l’equipaggiamento navale. Vi è quin<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> misure che<br />

tengono conto dell’eventualità <strong>di</strong> incidenti, malgrado i massimi sforzi <strong>di</strong><br />

tutti gli interessati, e che pertanto cercano <strong>di</strong> alleviare i loro effetti negativi.<br />

Regole riguardanti le comunicazioni su pericoli e sicurezza, la fornitura<br />

<strong>di</strong> strutture per la ricerca e il soccorso e meccanismi <strong>di</strong> pronto intervento<br />

contro fuoriuscite <strong>di</strong> petrolio, rientrano tutte in questa categoria. L’ultimo<br />

gruppo riguarda le conseguenze degli incidenti e, in particolare, la creazione<br />

<strong>di</strong> meccanismi per garantire che coloro che subiscono le conseguenze <strong>di</strong> un<br />

incidente – per esempio, i passeggeri, o le vittime <strong>di</strong> incidenti d’inquinamento<br />

– possano essere risarciti adeguatamente e, si auspica, in tempi brevi.<br />

Quasi 50 trattati sono stati adottati sotto gli auspici dell’IMO, la grande<br />

maggioranza dei quali sono in vigore. Parecchi <strong>di</strong> questi trattati sono universalmente<br />

accettati e coprono percentuali vicine alla totalità della stazza<br />

<strong>di</strong> flotta mon<strong>di</strong>ale cui vengono applicati.<br />

Rispetto a molte altre agenzie ONU, l’IMO è compatta. Abbiamo un personale<br />

<strong>di</strong> circa 300 persone <strong>nel</strong>la Sede centrale <strong>di</strong> Londra, <strong>di</strong> oltre 65 <strong>di</strong>verse<br />

nazionalità, e piccoli uffici regionali in Costa d’Avorio, Ghana, Kenya e<br />

Filippine.<br />

Fino a poco tempo fa, gran parte delle procedure normative all’interno dell’IMO,<br />

era focalizzata sullo sviluppo <strong>di</strong> misure che cercavano <strong>di</strong> migliorare<br />

ciò che poteva essere definito l’hardware della navigazione – le navi stesse, il<br />

modo in cui sono costruite ed attrezzate, nonché il sistema <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Ma considerando come in questo nuovo secolo potessero essere ottenuti<br />

miglioramenti che riguardano la navigazione, l’IMO ha preso la decisione<br />

cosciente <strong>di</strong> concentrare i suoi sforzi sull’elemento umano e sugli standard<br />

<strong>di</strong> formazione. Questo “spostamento dell’enfasi sulle persone” è considerato<br />

il principio guida dell’Organizzazione per l’IMO <strong>nel</strong> nuovo Millennio.<br />

Siccome mi occupo <strong>di</strong> questioni legali, consentitemi <strong>di</strong> ricordare che, attualmente,<br />

per esempio, l’IMO e l’ILO hanno due Gruppi <strong>di</strong> lavoro congiunti<br />

<strong>nel</strong>l’ambito giuri<strong>di</strong>co, che riguardano i marinai: il primo sulla responsabilità<br />

e il risarcimento riguardante le richieste d’indennizzo per morte, lesioni<br />

personali, e abbandono <strong>di</strong> marinai, in breve, Richieste d’indennizzo per<br />

l’equipaggio; l’altro sul Trattamento equo <strong>di</strong> marinai in caso d’incidente<br />

marittimo, in breve, Trattamento equo.<br />

Il risultato maggiore ottenuto finora dal Gruppo richieste d’indennizzo<br />

equipaggio è stato lo sviluppo <strong>di</strong> due risoluzioni e relative linee guida, una<br />

sulla garanzia <strong>di</strong> sicurezza finanziaria in caso <strong>di</strong> abbandono <strong>di</strong> marinai, l’altra<br />

sulle responsabilità degli Armatori riguardo alle richieste d’indennizzo contrattuali<br />

per lesioni personali o decesso <strong>di</strong> marinai. Esse sono state adottate<br />

dall’Assemblea dell’IMO e dall’Organo <strong>di</strong> controllo dell’ILO <strong>nel</strong> novembre<br />

2001 (risoluzioni A.930 e A.931). Entrambe le risoluzioni e le Linee guida<br />

associate, il cui scopo è fornire ai marinai e alle loro famiglie un livello <strong>di</strong><br />

protezione che, finora, è mancato riguardo a due ambiti fondamentali dell’


assistenza sociale ai marinai, sono entrate in vigore il 1° gennaio 2002.<br />

Benché sia probabile che la nuova ILO Maritime Labour Convention<br />

(Convenzione ILO sulla manodopera marittima) vada, in qualche modo,<br />

verso la fornitura <strong>di</strong> una soluzione a molte delle questioni in esame al<br />

Gruppo <strong>di</strong> lavoro congiunto, quest’ultimo, conformemente ai suoi termini<br />

<strong>di</strong> riferimento rivisti, continuerà ad esaminare tutte le questioni <strong>di</strong> sicurezza<br />

finanziaria per i marinai e i loro familiari riguardo al risarcimento nei casi <strong>di</strong><br />

lesioni personali, morte e abbandono, prendendo in considerazione i relativi<br />

strumenti IMO e ILO, e a monitorare l’implementazione delle Linee guida<br />

adottate dalle due risoluzioni che ho menzionato prima.<br />

Inoltre, il Gruppo considererà lo sviluppo <strong>di</strong> soluzioni sostenibili a più lungo<br />

termine per affrontare il problema della sicurezza finanziaria riguardo al<br />

risarcimento nei casi <strong>di</strong> morte o lesioni personali e abbandono, e fornire<br />

adeguate raccomandazioni al Comitato giuri<strong>di</strong>co IMO e all’Organo <strong>di</strong><br />

controllo ILO.<br />

Dall’altro lato, il Gruppo <strong>di</strong> lavoro congiunto sul Trattamento equo è stato<br />

costituito per lavorare allo sviluppo d’adeguate linee guida per l’approvazione<br />

da parte d’entrambe le Organizzazioni. Una risoluzione preparata<br />

dal Gruppo è stata adottata dall’Assemblea dell’IMO lo scorso <strong>di</strong>cembre<br />

riprendendo la seria questione della necessità <strong>di</strong> garantire la tutela dei<br />

<strong>di</strong>ritti dei marinai in caso <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>menti penali iniziati contro <strong>di</strong> essi, in<br />

particolare la loro prolungata detenzione in seguito ad incidente marittimo.<br />

Il Gruppo ha completato il suo compito <strong>nel</strong> marzo <strong>di</strong> quest’anno e l’adozione<br />

delle Linee guida sul trattamento equo <strong>di</strong> marinai in caso d’incidente<br />

marittimo da parte del Comitato giuri<strong>di</strong>co dell’IMO, alla sua 91 a sessione<br />

dello scorso aprile, ha effettivamente rappresentato il massimo risultato <strong>di</strong><br />

quella sessione.<br />

Le Linee guida prevedono <strong>di</strong> essere osservate in tutti casi in cui i marinai<br />

possano essere detenuti da pubbliche autorità in caso d’incidente marittimo.<br />

L’obiettivo delle Linee guida è garantire che i marinai siano trattati in modo<br />

equo in seguito ad un incidente marittimo e durante qualsiasi indagine e<br />

detenzione da parte <strong>di</strong> pubbliche autorità, e che la detenzione non sia più<br />

lunga del necessario.<br />

Le Linee guida forniscono consigli sulle azioni da effettuare da parte <strong>di</strong><br />

tutti coloro che possano essere coinvolti in un incidente: lo Stato del porto<br />

o costiero, lo Stato <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>era, lo Stato del marinaio, l’armatore e i marinai<br />

stessi. L’enfasi è sulla collaborazione e comunicazione tra le persone coinvolte<br />

e <strong>nel</strong> garantire che nessuna misura <strong>di</strong>scriminatoria o <strong>di</strong> ritorsione sia<br />

presa, contro i marinai, a causa del loro coinvolgimento <strong>nel</strong>le indagini.<br />

Le Linee guida saranno inoltre sottoposte per l’adozione all’Organo <strong>di</strong><br />

controllo ILO, che si riunisce la settimana successiva. La risoluzione invita<br />

i Governi membri e tutte le parti interessate ad implementare le Linee guida<br />

dal 1° luglio <strong>di</strong> quest’anno.<br />

Egregi partecipanti, l’IMO ha sempre riconosciuto il ruolo centrale dei<br />

marinai, così come quello <strong>di</strong> tutte le altre persone impegnate, che contribuiscono<br />

a rendere l’industria navale com’è oggi. Il Memorial ai Marinai,<br />

un monumento all’ingresso della Sede dell’IMO, è un ricordo costante del<br />

nostro impegno verso <strong>di</strong> loro e riflette l’importanza che noi attribuiamo<br />

all’elemento umano per la sicurezza della navigazione, la security marittima<br />

e la prevenzione dell’inquinamento marino<br />

Passando alla formazione, posso ricordare che il Comitato <strong>di</strong> facilitazione, 47


alla sua 32 a sessione (4-8 luglio 2005), riconoscendo l’importanza della<br />

fornitura d’adeguati servizi d’ormeggio nei porti, per garantire la sicurezza<br />

marittima e portuale, e la necessità della fornitura <strong>di</strong> una guida per requisiti<br />

minimi <strong>di</strong> formazione e istruzione <strong>di</strong> personale d’ormeggio a terra, al fine <strong>di</strong><br />

garantire che tale personale sia in grado <strong>di</strong> prestare tali servizi, ha adottato<br />

Linee guida su requisiti minimi <strong>di</strong> formazione e istruzione per il personale<br />

d’ormeggio. (FAL.6/Circ.11).<br />

Le Linee guida forniscono ai Governi membri, alle autorità portuali e<br />

all’industria portuale un orientamento sulla formazione e l’istruzione<br />

raccomandate per il personale d’ormeggio, la cui applicazione tende a<br />

garantire all’industria marittima e al pubblico in generale, che vi sia un<br />

adeguato livello <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong>sponibile nei porti, consentendo alle<br />

navi l’ingresso, la permanenza e la partenza da un porto in sicurezza ed<br />

efficienza. Le linee guida sono state elaborate per i non marinai che cercano<br />

<strong>di</strong> accedere alla professione per la prima volta. Tuttavia, possono essere<br />

utilizzate, come guida, da coloro che intendono sviluppare programmi<br />

per migliorare la conoscenza e il livello d’istruzione o formazione del<br />

personale d’ormeggio esistente.<br />

I Governi membri sono stati invitati a portare le suddette Linee guida all’attenzione<br />

delle Amministrazioni, responsabili <strong>di</strong> garantire la sicurezza<br />

nei loro porti, e alle relative organizzazioni industriali portuali.<br />

Il Comitato ha, inoltre, costituito un Gruppo <strong>di</strong> Corrispondenza sullo<br />

Sviluppo <strong>di</strong> un Modello <strong>di</strong> corso riguardo alla formazione del personale<br />

d’ormeggio per elaborare un modello <strong>di</strong> corso adeguato.<br />

Infine, sembra che l’International Boatmen’s Linesmen’s Association,<br />

appena costituita, intenda chiedere all’IMO lo status consultivo. La<br />

concessione dello status consultivo è decisa dagli Organi <strong>di</strong> controllo<br />

IMO, soggetta ad una positiva raccomandazione da parte dei Comitati<br />

competenti. Questo processo è <strong>di</strong>sciplinato da specifiche regole e linee<br />

guida. Posso affermare, con piacere, <strong>di</strong> avere l’impressione che la nuova<br />

Associazione internazionale potrebbe sod<strong>di</strong>sfare i requisiti per lo status<br />

consultivo, e rimango a vostra <strong>di</strong>sposizione per qualsiasi chiarimento<br />

possiate richiedere su tale questione.<br />

Grazie<br />

(1) Le opinioni espresse in questo documento sono dell’autore e non rappresentano<br />

necessariamente quelle dell’Organizzazione.<br />

48<br />

Ringrazio a nome <strong>di</strong> tutti il dottor Librando per l’intervento che ha svolto, in cui emerge<br />

l’importanza che l’IMO ha già dato alla professionalità dei servizi <strong>di</strong> ormeggio <strong>di</strong> cui ci<br />

stiamo occupando e l’importanza <strong>di</strong> stabilire delle regole uniformi minime <strong>nel</strong>l’ambito<br />

dei vari porti, proprio per impe<strong>di</strong>re che vi sia concorrenza sleale fra essi e, al tempo<br />

stesso, per garantire che vi siano standard adeguati <strong>di</strong> sicurezza <strong>nel</strong>l’ambito delle acque<br />

portuali. Confermando così la natura marittima <strong>di</strong> questo servizio che nulla ha a che<br />

fare con i servizi portuali relativi alla movimentazione delle merci.<br />

Grazie quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo contributo che in qualche modo già introduce l’intervento<br />

successivo, che sarà altrettanto importante e significativo rispetto anche al senso e alla<br />

portata <strong>di</strong> questa nostra giornata. Inviterei quin<strong>di</strong> l’ammiraglio Giancarlo Olimbo a<br />

prendere la parola per sviluppare ulteriormente questo tema.


GIANCARLO<br />

OLIMBO<br />

Rappresentante italiano presso<br />

International Maritime Organisation (IMO)<br />

P<br />

rendo la parola in maniera inaspettata,<br />

non essendo stato preventivamente<br />

avvisato <strong>di</strong> ciò e pertanto, non<br />

avendo avuto modo <strong>di</strong> elaborare alcun<br />

<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> rito, parlerò a braccio.<br />

Partecipo comunque a questo primo<br />

Convegno dell’IBLA con vivo piacere,<br />

a conferma del particolare rapporto <strong>di</strong><br />

amicizia che mi lega ai vari Gruppi ormeggiatori<br />

d’Italia, tanto in relazione al<br />

mio originario ‘status’ <strong>di</strong> Ufficiale delle<br />

Capitanerie <strong>di</strong> Porto che mi induce alla<br />

trattazione <strong>di</strong> tematiche <strong>di</strong> comune interesse,<br />

quanto in considerazione del ricordo del primo<br />

contatto che tra<strong>di</strong>zionalmente un giovane Ufficiale ha <strong>nel</strong> momento in<br />

cui si accinge ad addentrare <strong>nel</strong> mondo della portualità, ove uno dei<br />

primi interfaccia è con gli operatori dei servizi tecnico - nautici, in<br />

particolare gli ormeggiatori.<br />

È quin<strong>di</strong> con particolare interesse che <strong>nel</strong> corso del tempo ho seguito la<br />

vostra crescita e la costante evoluzione della vostra professionalità.<br />

Tutto ciò mi porta a considerare come, da piccole entità locali quali eravate<br />

sino a <strong>di</strong>eci anni fa, abbiate raggiunto mete <strong>di</strong> elevata eccellenza, che<br />

rappresentano un buon viatico anche per il futuro.<br />

Tale continua evoluzione della Categoria <strong>di</strong>mostra come <strong>nel</strong> tempo siano<br />

stati posti in essere modelli organizzativi <strong>di</strong> qualità, fondati essenzialmente<br />

su parametri <strong>di</strong> laboriosità e produttività, ma anche <strong>di</strong> eloquente silenzio<br />

in un sistema portuale che spesso dà ragione a chi ha la voce più elevata,<br />

laddove il portare avanti il proprio lavoro con <strong>di</strong>gnità, capacità e personale<br />

49


50<br />

sod<strong>di</strong>sfazione, costituisce un elemento <strong>di</strong> grande rilievo e come tale meritevole<br />

<strong>di</strong> considerazione.<br />

In relazione alla mia attuale permanenza a Londra, quale rappresentante<br />

italiano presso l’International Maritime Organisation, non posso che integrare<br />

brevemente gli elementi <strong>di</strong> conoscenza e le informazioni già fornitevi<br />

dal dottor Librando, che mi ha preceduto.<br />

Intanto, ritengo <strong>di</strong> chiarire che <strong>nel</strong>l’ambito internazionale l’attività dell’IMO<br />

procede a ritmi abbastanza spe<strong>di</strong>ti: ogni settimana, dal lunedì al venerdì e<br />

con ferreo orario dalle 9 del mattino alle 17,30 del pomeriggio, si riuniscono<br />

vari Comitati che devono produrre valutazioni e <strong>di</strong>sposizioni <strong>nel</strong>l’ambito<br />

<strong>di</strong> quesiti posti alla loro attenzione, analizzando argomenti che incidono<br />

sulla sicurezza dell’ambito portuale e degli operatori. In tali se<strong>di</strong> si cerca <strong>di</strong><br />

bilanciare adeguatamente parametri <strong>di</strong> sicurezza globale, ovvero <strong>di</strong> safety,<br />

security, e ovviamente <strong>di</strong> protezione dell’eco-sistema marino, con la contestuale<br />

esigenza <strong>di</strong> non arrecare eccessivo pregiu<strong>di</strong>zio al fenomeno della<br />

navigazione e del commercio marittimo internazionale.<br />

Con cadenza perio<strong>di</strong>ca, quin<strong>di</strong>, si trattano tematiche <strong>di</strong> tale natura e portata,<br />

in aggiunta ad argomenti più tecnici e relativi a quello che potrebbe definirsi<br />

“hardware” navale, ossia i continui perfezionamenti per migliorare le<br />

modalità costruttive delle navi, il loro design, le procedure da attivare in<br />

caso <strong>di</strong> emergenza, ecc.<br />

Peraltro, nonostante i temi siano analizzati ciclicamente, l’attività in seno<br />

all’IMO è rivolta alla ricerca <strong>di</strong> nuove soluzioni finalizzate alla continua<br />

ottimizzazione dell’intero complesso <strong>di</strong> norme che regolano il fenomeno<br />

della navigazione e l’assetto operativo dei compen<strong>di</strong> portuali.<br />

In tale contesto, particolare attenzione viene devoluta agli incidenti sul<br />

lavoro: da un’ attenta analisi delle possibili cause provocatrici dei sinistri<br />

trattati, emerge l’incidenza del “fattore umano” quale elemento determinante<br />

e la necessità <strong>di</strong> accelerare al massimo il processo <strong>di</strong> qualificazione del<br />

personale che in vario modo è coinvolto lungo tutta la “filiera” del trasporto<br />

marittimo, dal momento in cui la nave acquisisce la merce a bordo a quello<br />

in cui arriva in porto per ormeggiare e scaricare il suo carico.<br />

In tale processo esistono ampi margini <strong>di</strong> miglioramento per le attività<br />

ed i servizi tecnico-nautici svolti, ma il raggiungimento degli obiettivi <strong>di</strong><br />

eccellenza cui mirare non può che avvenire attraverso perfezionamenti<br />

continuativi ed adeguatamente metabolizzati dal personale marittimo, tali da<br />

creare <strong>nel</strong>lo stesso un ambito mentale <strong>di</strong> accettazione pressoché automatica<br />

dei parametri <strong>di</strong> sicurezza coinvolti in tale processo.<br />

Nel corso dei precedenti interventi sono state citate le Linee Guida <strong>di</strong> recente<br />

elaborate dall’IMO, relative al ‘Trattamento del personale in caso d’incidente<br />

marittimo’ e che, unitamente ad una piú specifica Circolare adottata<br />

<strong>nel</strong>l’ambito del Comitato FAL, saranno poste all’attenzione dell’Assemblea<br />

Generale per la definitiva e formale approvazione.<br />

Tali ultime <strong>di</strong>rettive consentono <strong>di</strong> facilitare ed armonizzare le procedure<br />

seguite dai vari Stati <strong>nel</strong>l’applicazione delle norme <strong>di</strong> sicurezza ambientale<br />

dell’IMO, allo scopo <strong>di</strong> assicurare al personale, <strong>nel</strong>la fattispecie <strong>di</strong> vostro<br />

interesse il personale addetto ai servizio portuali, uno standard piú elevato<br />

<strong>di</strong> professionalità e <strong>di</strong> qualificazione per lo svolgimento in sicurezza del<br />

servizio prestato.<br />

Aggiungo che per tali finalità, acquisita una maggiore consapevolezza<br />

dell’importanza della formazione professionale marittima, si è ritenuto <strong>di</strong>


attivare un Correspondence Group congiunto IMO/ILO, che sta analizzando<br />

tali tematiche sviluppando dei modelli <strong>di</strong> corsi da seguire per conseguire<br />

un’armonizzazione delle procedure atte a qualificare al meglio il personale<br />

marittimo.<br />

In tale contesto, l’IMO attende una partecipazione attiva in termini <strong>di</strong> contributo<br />

<strong>di</strong> idee e <strong>di</strong> apporto qualificato da parte degli ormeggiatori, soggetti<br />

che <strong>nel</strong>la loro attuale veste internazionale non possono che portare ulteriori<br />

elementi <strong>di</strong> arricchimento professionale al <strong>di</strong>battito in corso.<br />

Per quanto riguarda la neonata IBLA, occorre tuttavia seguire un percorso<br />

amministrativo che vi consenta <strong>di</strong> essere presenti nei vari ‘phora’ dove tali<br />

argomenti vengono <strong>di</strong>scussi.<br />

A tal fine sono lieto <strong>di</strong> informarvi <strong>di</strong> essere stato <strong>di</strong> recente nominato Chairman<br />

<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> Stati il cui compito all’interno del Consiglio dell’IMO<br />

consiste <strong>nel</strong> valutare lo ‘status’ degli Organismi non governativi (ONG) e<br />

che chiedono <strong>di</strong> accedere alle riunioni IMO in veste consultiva.<br />

Nel merito non ho dubbi che l’IBLA, oggi costituitasi ed a cui rivolgo il<br />

piú vivo auspicio <strong>di</strong> lunga e produttiva attività, possa avere in termini <strong>di</strong><br />

competenze tali requisiti.<br />

Saremo quin<strong>di</strong> ben lieti <strong>di</strong> poter accogliere <strong>nel</strong>l’ambito della “famiglia”<br />

IMO anche il nuovo soggetto formato dal Gruppo Internazionale degli<br />

ormeggiatori.<br />

Certamente, la vostra riconosciuta professionalità, l’elevata produttività,<br />

la consolidata tra<strong>di</strong>zione e qualificazione, costituiscono parametri <strong>di</strong> eccellenza<br />

in grado <strong>di</strong> fornire ciò che si definisce added value al tema trattato<br />

ed alle sue possibili soluzioni.<br />

Grazie per l’invito e per l’auspicio che <strong>nel</strong> suo autorevole intervento il dottor Olimbo ci<br />

ha voluto consegnare anche <strong>nel</strong>la sua specifica qualità e posizione, della quale sicuramente<br />

ci avvarremo. Grazie infinite.<br />

E veniamo adesso a …casa nostra; a questo Parlamento che è stato appena inse<strong>di</strong>ato e<br />

che certamente – dalle in<strong>di</strong>cazioni che sono emerse risulta chiaro – dovrà riprendere ad<br />

occuparsi del problema dei porti. Abbiamo il privilegio <strong>di</strong> avere qua con noi un rappresentante<br />

del Senato, Vidmer Mercatali, un rappresentante della Camera dei Deputati,<br />

Gabriele Albonetti e infine, per chiudere i lavori, un rappresentante <strong>di</strong> tutti noi e delle<br />

istituzioni che è Francesco Nerli.<br />

Darei quin<strong>di</strong> la parola al senatore Mercatali.<br />

51


VIDMER<br />

MERCATALI<br />

Senatore della Repubblica Italiana<br />

Voglio esprimere la mia sod<strong>di</strong>sfazione<br />

e i miei complimenti a<br />

Cesare Gui<strong>di</strong> per avere contribuito, da<br />

presidente nazionale degli ormeggiatori<br />

e da ravennate, alla nascita dell’IBLA,<br />

che ha tenuto il suo battesimo qui a Ravenna.<br />

Sod<strong>di</strong>sfazione e complimenti che così<br />

spiego: <strong>nel</strong> momento in cui si affacciano<br />

sui mercati mon<strong>di</strong>ali oltre due miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

produttori e consumatori e raddoppiano i<br />

traffici <strong>nel</strong> mondo il fatto che i porti si <strong>di</strong>ano<br />

un proprio coor<strong>di</strong>namento, una propria associazione<br />

e delle proprie associazioni a livello<br />

mon<strong>di</strong>ale è fondamentale; fondamentale per la<br />

loro competitività, per la qualità dei loro servizi, per la sicurezza dei lavoratori<br />

e via <strong>di</strong> seguito. Quin<strong>di</strong>, l’avvenimento <strong>di</strong> oggi è molto importante per<br />

tutti, oltre che solenne. Pertanto voglio <strong>di</strong>re alcune cose <strong>nel</strong> merito, anche<br />

se molto è stato già detto e sviscerato, perché è giusto avere ed esprimere<br />

alcuni punti <strong>di</strong> riferimento molto precisi.<br />

Comincio subito con i no; poi <strong>di</strong>rò anche i si. Io sono contrario alla liberalizzazione<br />

<strong>di</strong> questo servizio. Lo <strong>di</strong>co in maniera molto netta e anche molto<br />

forte, e per ciò che mi compete porterò avanti questa mia posizione <strong>nel</strong> mio<br />

lavoro, ovviamente motivandone le ragioni. Sono contrario alla concorrenza;<br />

lo sono in generale, ma se guardo all’Italia, ai porti italiani, non mi<br />

convince pensare che questi servizi possano essere messi in concorrenza;<br />

mi crea perplessità pensare che <strong>nel</strong> porto <strong>di</strong> Ravenna si possa creare un<br />

elemento <strong>di</strong> concorrenza tra gli ormeggiatori… non so nemmeno <strong>di</strong> cosa<br />

si stia parlando!, da un certo punto <strong>di</strong> vista mi sembra una <strong>di</strong>scussione un<br />

53


54<br />

kafkiana. A meno che non si voglia parlare della concorrenza in ingresso,<br />

per cui si fa una gara per decidere. Ma questa non è la liberalizzazione della<br />

concorrenza, questa è un’altra cosa: liberalizzare il meccanismo d’ingresso<br />

è un altro ragionamento.<br />

Questa ragione già da sola basterebbe. Se penso a due o tre società che si<br />

fanno concorrenza <strong>nel</strong> porto <strong>di</strong> Ravenna voglio poi vedere il livello <strong>di</strong> qualità<br />

dei mezzi tecnici, dei lavoratori, della formazione professionale, degli<br />

investimenti da fare… Stiamo forse facendo delle <strong>di</strong>scussioni per il gusto<br />

<strong>di</strong> farle? Quin<strong>di</strong>, da questo punto <strong>di</strong> vista, in generale sono personalmente<br />

convinto che sui servizi tecnici come questi noi dobbiamo guardare alla<br />

qualità. E qui vengo alle proposte che sono state avanzate anche da Gui<strong>di</strong><br />

e comincio a <strong>di</strong>re i si, ossia le cose che ritengo sia giusto, giustissimo fare.<br />

Pertanto, creare degli standard - e a maggior ragione standard con<strong>di</strong>visi a<br />

livello mon<strong>di</strong>ale - è una cosa giusta, che deve essere fatta e con<strong>di</strong>visa dagli<br />

Stati che hanno dei porti che movimentano merci: quin<strong>di</strong> standard <strong>di</strong> qualità<br />

vincolanti. Creare delle linee guida per l’impostazione, l’erogazione e il funzionamento<br />

<strong>di</strong> questi servizi alle quali tutti si attengano è fondamentale.<br />

Ma <strong>di</strong>co <strong>di</strong> più; <strong>di</strong>co <strong>di</strong> si anche a controlli e a verifiche sull’erogazione dei<br />

servizi stessi, sulla formazione del personale, sulla qualità, i mezzi tecnici e<br />

via <strong>di</strong> seguito. Proprio per i no che ho detto prima ritengo che queste cose<br />

vengano fatte in maniera rigorosa. E che ci siano dei meccanismi seri <strong>di</strong><br />

certificazione per questi servizi, proprio perché sono servizi <strong>di</strong> interesse<br />

pubblico generale e proprio perché, ancor prima degli uomini che lo fanno,<br />

mettono in ballo le svariate centinaia <strong>di</strong> milioni che valgono le navi che<br />

arrivano, che debbono attraccare ed essere sistemate con sicurezza e professionalità.<br />

Insomma, per mettere mano la sicurezza <strong>di</strong> mezzi importanti<br />

ci deve essere anche un meccanismo che annualmente certifica la qualità,<br />

verifica gli standard, fa tutto il necessario per garantire che i nostri porti<br />

funzionino in maniera qualitativa molto alta.<br />

Una seconda cosa voglio <strong>di</strong>re. Ogni volta che si <strong>di</strong>scute della concorrenza<br />

e della liberalizzazione emerge la questione del costo, che anche un tema<br />

che il Parlamento e le Commissioni preposte, in particolare quelle dei Trasporti<br />

e del Lavoro, dovranno fare quando si ragionerà dei costi, perché<br />

questo argomento emergerà anche da noi. Comunque, quando si parla <strong>di</strong><br />

costi vorrei fare presente che l’Italia ogni anno subisce circa un milione<br />

<strong>di</strong> incidenti sul lavoro. Pertanto, quando facciamo l’analisi del costo <strong>di</strong> u<br />

n servizio dobbiamo anche tenere conto <strong>di</strong> quanto gravano sul Servizio<br />

Pubblico Sanitario gli incidenti, che potrebbero giungere da situazioni <strong>di</strong><br />

concorrenza spregiu<strong>di</strong>cata, come quella che potrebbe formarsi nei porti.<br />

Allora, quel tipo <strong>di</strong> costi non li conteggiamo in quello complessivo della<br />

comunità? E se una nave, proprio perché c’è poca professionalità, subisce<br />

un incidente e rimane ferma dei giorni per fare lavori <strong>di</strong> riparazione non ne<br />

conteggiamo le spese che vanno <strong>nel</strong> costo complessivo della competitività<br />

dei porti, dei mezzi e via <strong>di</strong> seguito?<br />

Allora, io credo che noi dobbiamo affrontare questo tema in maniera molto<br />

seria (e con i si che ho detto prima è una maniera molto seria <strong>di</strong> affrontarlo)<br />

quando ci troveremo a fare la <strong>di</strong>scussione sull’analisi dei costi, sulla<br />

competitività, le convenienze eccetera, dobbiamo fare una valutazione<br />

complessiva. E proprio <strong>nel</strong> momento in cui dovremo chiedere <strong>di</strong> andare a<br />

certificare questi servizi occorrerà valutare quanti incidenti sono avvenuti<br />

nei singoli luoghi. E lì stilare davvero una pagella sulla qualità e sulla


competitività <strong>di</strong> quei servizi, giu<strong>di</strong>candoli in maniera omogenea su tutto il<br />

territorio nazionale, su quello europeo e ancor più a livello globale. A mio<br />

parere, questo è un modo molto serio e responsabile per affrontare un tema<br />

dove – lo riba<strong>di</strong>sco – la sicurezza dei lavoratori è un parametro dal quale<br />

non si può prescindere. Grazie dell’attenzione e buon lavoro!<br />

Sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni che ci ha dato il senatore Mercatali, <strong>di</strong>co a lui buon lavoro!,<br />

perché io credo che nessuna in<strong>di</strong>cazione programmatica poteva risultare più gra<strong>di</strong>ta<br />

a questo u<strong>di</strong>torio <strong>di</strong> quella che ci è stata appena fatta. Quin<strong>di</strong>, devo <strong>di</strong>re che siamo a<br />

<strong>di</strong>sposizione e non farei alcun altro commento. Salvo uno, che mi sembra importante<br />

riguardo la valutazione dei costi, che sicuramente deve tenere conto <strong>di</strong> tutte le considerazioni<br />

dei costi globali, valutati nei termini che ci sono stati ora in<strong>di</strong>cati. E cioè, che<br />

anche la più spregiu<strong>di</strong>cata valutazione <strong>di</strong>mostrerebbe che in realtà il costo del servizio<br />

– se liberalizzato – a parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni operative sarebbe comunque maggiore rispetto<br />

a quello che è, attraverso il modello organizzativo che è stato adottato. E su questo, io<br />

vorrei davvero che ci fosse un confronto <strong>di</strong> analisi economica oggettiva da parte <strong>di</strong> coloro<br />

che sostengono essere più conveniente o economico il sistema liberalizzato.<br />

Quin<strong>di</strong>, grazie e buon lavoro, che contemporaneamente auguro al rappresentante della<br />

Camera dei Deputali, onorevole Gabriele Albonetti, al quale dò volentieri la parola<br />

55


GABRIELE<br />

ALBONETTI<br />

Onorevole (già membro della IX Commissione<br />

Camera dei Deputati - XIV Legislatura)<br />

56<br />

Voglio innanzi tutto ringraziare,<br />

per l’invito che mi è stato rivolto,<br />

le organizzazioni che hanno promosso<br />

questo incontro e in particolare Cesare<br />

Gui<strong>di</strong> che conosco ormai da tanti anni e<br />

che ho avuto ancora una volta occasione<br />

<strong>di</strong> apprezzare, non solo perché svolge con<br />

passione la rappresentanza degli ormeggiatori<br />

italiani, ma perché alla passione aggiunge<br />

una professionalità <strong>nel</strong>l’organizzazione dell’Associazione<br />

che raramente si trova in altre<br />

occasioni. Voglio anche ringraziare il nostro<br />

conduttore, professor Sergio Maria Carbone: interlocutore<br />

del legislatore da molto tempo, anche<br />

in momenti più <strong>di</strong>fficili e controversi <strong>di</strong> questo, abbiamo avuto in passato<br />

occasione <strong>di</strong> confrontarci sulle opinioni in merito allo sviluppo dei servizi<br />

tecnico - nautici, dei servizi portuali; e abbiamo avuto anche occasione <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>videre alcune opinioni.<br />

Io ritengo che ciò che si è prodotto questa mattina con la nascita dell’IBLA,<br />

organizzazione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento internazionale degli ormeggiatori portuali,<br />

sia uno <strong>di</strong> quegli eventi che forse non fanno molto rumore <strong>nel</strong>la stampa, perché<br />

è abbastanza settoriale. Ma è un evento che comincia a dare una risposta<br />

all’interrogativo che tra noi ci si è posto negli anni passati, chiedendoci se la<br />

globalizzazione dei mercati, dei traffici, dei servizi andasse esclusivamente<br />

verso una <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> abbassamento delle tutele della qualità del lavoro, dei<br />

servizi e della vita umana in generale. O se, al contrario, esistevano possibili<br />

elementi che, introdotti in un processo <strong>di</strong> globalizzazione, consentissero<br />

<strong>di</strong> arginare, orientare <strong>di</strong>versamente tale processo senza doversi consegnare


per forza – cosa che io vorrei che si evitasse - ad un atteggiamento velleitario,<br />

semplicemente ostile ai processi <strong>di</strong> mon<strong>di</strong>alizzazione.<br />

Credo che sarebbe come fermare una grande, impetuosa corrente se volessimo<br />

pensare <strong>di</strong> arginare un processo che ritengo inevitabile semplicemente<br />

alzando delle barriere, dei confini, delle cortine <strong>di</strong> ferro. Dobbiamo, invece,<br />

lavorare per introdurre regole; la prima delle quali, o comunque il primo<br />

processo che va favorito è appunto il nascere <strong>di</strong> organizzazioni anch’esse<br />

globali, che si preoccupino, che si facciano carico della tutela e della negoziazione<br />

delle regole con gli organismi internazionali che sono pre<strong>di</strong>sposti a<br />

questo. Ecco, l’evento <strong>di</strong> questa mattina, solennemente sancito con il taglio<br />

del nastro dall’ammiraglio Dassatti è un piccolo evento che va in questa<br />

<strong>di</strong>rezione, che potrebbe essere <strong>di</strong> esempio anche per altri settori.<br />

Noi veniamo da una legislatura, quella scorsa, <strong>nel</strong>la quale ci siamo a lungo<br />

tormentati intorno ad un mutamento delle norme per quanto riguarda la vita<br />

della portualità italiana, come ci siamo a lungo tormentati anche intorno al fatto<br />

che sembrava incombere una <strong>di</strong>rettiva comunitaria che preoccupava molto<br />

alcune categorie <strong>di</strong> operatori portuali, in particolare, appunto, gli operatori<br />

dei servizi tecnico – nautici. Credo che oggi possiamo <strong>di</strong>re che la minaccia <strong>di</strong><br />

un intervento invasivo è scongiurato; si apre una nuova legislatura, e si apre<br />

parimenti una nuova fase a livello europeo molto delicata, densa anche d’incognite:<br />

lo stesso processo <strong>di</strong> unificazione dell’Europa sta subendo contraccolpi.<br />

Quin<strong>di</strong>, siamo in una fase complessa, però la cosa che possiamo <strong>di</strong>re è che<br />

certamente noi continueremo anche in questa legislatura il <strong>di</strong>battito intorno<br />

alle necessarie riforme da introdurre nei sistemi della nostra portualità; ma<br />

che lo faremo senza l’ossessione e l’angoscia <strong>di</strong> dover per forza intervenire<br />

con un eccesso <strong>di</strong> urgenza, perché tutto sommato le cose funzionano. I porti<br />

hanno altri problemi, casomai: hanno problemi <strong>di</strong> risorse, <strong>di</strong> investimenti, <strong>di</strong><br />

finanziamenti; e da questo <strong>di</strong> vista bisognerà che chi <strong>nel</strong>le settimane scorse<br />

ha assunto impegni <strong>di</strong> governo, a partire dal prossimo Documento <strong>di</strong> programmazione<br />

economica e finanziaria, <strong>di</strong>ca con chiarezza cosa intende fare<br />

rispetto all’impasse che si è determinata negli ultimi anni.<br />

Noi sappiamo bene che bisogna tenere un equilibrio tra le risorse <strong>di</strong>sponibili<br />

e le scelte da fare. Però - anche per le cose citate in un intervento<br />

<strong>di</strong> questa mattina, riguardo a quanto detto dal professor Pro<strong>di</strong> durante la<br />

sua introduzione alla presentazione del Governo per la fiducia al Senato e<br />

alla Camera - io ritengo che <strong>nel</strong> momento in cui si devono delineare delle<br />

priorità i porti italiani - per forza, per natura, vorrei <strong>di</strong>re - ne siano una a cui<br />

non si possa rinunciare. Perché sono uno dei pochi elementi che possono<br />

consentirci <strong>di</strong> fare ripartire la competitività <strong>di</strong> questo Paese, che – se vuole<br />

- ha a <strong>di</strong>sposizione davvero un grande destino <strong>di</strong> piattaforma logistica. Non<br />

si è il molo d’Europa semplicemente perché la geografia ce lo ha consentito;<br />

ma lo si è se ci si investe, se si fanno delle politiche, se si introducono<br />

delle scelte che ci consentano davvero <strong>di</strong> fare <strong>di</strong>ventare nei prossimi anni il<br />

sistema della nostra portualità uno dei fattori della crescita e dello sviluppo<br />

del Paese. E la crescita, insieme con i temi del risanamento, è in questo<br />

momento uno dei problemi fondamentali <strong>di</strong> questo Paese.<br />

Si è molto <strong>di</strong>scusso negli anni scorsi e si <strong>di</strong>scute ancora anche sulle cosiddette<br />

liberalizzazioni. Molti autorevoli commentatori e anche autorevoli<br />

personaggi della politica, del Governo ritengono che le liberalizzazioni<br />

possano essere fatte anche forzando, perché sono scelte che non costano.<br />

Io credo che ci siano molte politiche <strong>di</strong> liberalizzazione ed introduzione <strong>di</strong> 57


concorrenza che non costano. Per esempio, penso che intervenire su alcuni<br />

Or<strong>di</strong>ni professionali sia necessario, penso che introdurre forme <strong>di</strong> maggiore<br />

liberalizzazione nei settori dell’energia, nei settori dell’economia sia necessario.<br />

Ci sono altri settori nei quali – come <strong>di</strong>ceva poco fa il mio amico<br />

e collega Mercatali – i processi <strong>di</strong> liberalizzazione non governati e non<br />

controllati possono costare molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quanto costi l’attuale situazione.<br />

Possono costare non solo in termini monetari, ma anche in termini <strong>di</strong> minor<br />

sicurezza, <strong>di</strong> maggiore impatto ambientale, <strong>di</strong> dequalificazione, <strong>di</strong> minore<br />

professionalità. E questi sono costi che quando si vanno a conteggiare sono<br />

molto superiori a quelli ai quali si rinuncia.<br />

Io penso quin<strong>di</strong> che quando nei prossimi mesi affronteremo questi temi noi<br />

dovremo fare <strong>di</strong> tutto per salvaguardare la professionalità, la sicurezza, le<br />

capacità organizzative che in un settore come questo sono oggi garantite<br />

dagli ormeggiatori: per tutelare la loro funzione e, se possibile, per favorire<br />

l’introduzione <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> uniformità <strong>nel</strong> Me<strong>di</strong>terraneo, in Europa e, possibilmente,<br />

progressivamente <strong>nel</strong> mondo. Perché la globalizzazione può essere<br />

un processo <strong>nel</strong> quale tutti si adeguano verso il basso, e questo è il rischio<br />

che corriamo; ma può <strong>di</strong>ventare, invece, un mondo che si adegua verso l’alto,<br />

se opportunamente governata, se vi si inseriscono elementi <strong>di</strong> iniziativa e <strong>di</strong><br />

mobilitazione come quelli a cui abbiamo assistito questa mattina.<br />

Quin<strong>di</strong>, favorire il fatto che anche chi oggi rinuncia alla sicurezza, rinuncia<br />

alla qualità, rinuncia alla professionalità per tenere bassi i costi sia costretto,<br />

invece, ad alzare il suo livello qualitativo. Per questo, ciò che questa mattina è<br />

accaduto e la vita che avrà IBLA sarà importante perché può <strong>di</strong>ventare l’interlocutore<br />

del legislatore e delle gran<strong>di</strong> organizzazioni marittime internazionali<br />

per negoziare in Europa e <strong>nel</strong> mondo nuove regole che, senza rinunciare agli<br />

elementi del mercato, consentono tuttavia a far si che non ci sia dumping al<br />

ribasso, che non ci sia dumping <strong>nel</strong>la concorrenza. Per questa ragione e per<br />

questo scopo io - parlamentare ravennate, rappresentante <strong>di</strong> questa comunità,<br />

legato a questo porto e a chi ci lavora - continuo ad essere anche in questa<br />

legislatura <strong>nel</strong>la Commissione trasporti. Mi occuperò quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente<br />

anche <strong>di</strong> questi argomenti e mi batterò <strong>nel</strong>la misura del possibile finché potrò<br />

perché non accadano e non intervengano degli elementi che guastino questa<br />

grande opportunità che abbiamo nei nostri porti italiani. Grazie!<br />

58<br />

Ringrazio davvero anche per questo intervento che mi sembra abbia mostrato una assoluta<br />

coerenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni programmatiche rispetto a quello che ci è stato detto da<br />

parte del rappresentante del Senato.<br />

Ovviamente io sono convinto che l’Angopi, l’Eba, l’Ibla faranno quello che è necessario<br />

per andare <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>rezione che è stata auspicata e che davvero riteniamo possa essere<br />

con<strong>di</strong>visa e soprattutto compresa da parte <strong>di</strong> alcuni soggetti o <strong>di</strong> alcune organizzazioni<br />

che hanno una <strong>di</strong>ffidenza riguardo all’accettazione <strong>di</strong> determinati modelli organizzativi,<br />

<strong>di</strong> determinati criteri <strong>di</strong> erogazione dei servizi rispetto alla loro necessità <strong>di</strong> presenza<br />

<strong>nel</strong>l’ambito dei porti per la sicurezza della navigazione <strong>nel</strong>le acque portuali. Io credo<br />

che in questo senso gli interventi <strong>di</strong> oggi siano stati tutti molto chiari e molto precisi <strong>nel</strong><br />

dare un in<strong>di</strong>rizzo inequivoco.<br />

Rimangono adesso da trarre le conclusioni e le considerazioni <strong>di</strong> questa nostra giornata<br />

<strong>di</strong> lavoro. Ed è per questo che affi<strong>di</strong>amo il compito a Francesco Nerli, che ringrazio <strong>di</strong><br />

essere intervenuto.


FRANCESCO<br />

NERLI<br />

Presidente<br />

Assoporti<br />

Ringrazio l’Angopi per l’invito<br />

e farò alcune considerazioni<br />

conclusive. Anch’io ritengo<br />

importante non solo il fatto in sé della<br />

nascita dell’Ibla, ma <strong>di</strong> tutto il lavoro<br />

che c’è stato prima <strong>di</strong> arrivare a questo<br />

appuntamento; del suo significato dal<br />

punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> una visione strategica<br />

<strong>di</strong> queste associazioni rispetto - in senso<br />

lato - a tutte le problematiche del mare,<br />

del settore marittimo e della navigazione,<br />

a partire dallo scenario <strong>di</strong> tipo commerciale<br />

e industriale dei traffici proposto dal punto<br />

<strong>di</strong> vista delle professioni quale in<strong>di</strong>spensabile<br />

presenza affinché il servizio possa essere svolto.<br />

Ovvero, una filiera composta da svariate componenti; verrebbe da <strong>di</strong>re:<br />

un esempio felice <strong>di</strong> corporazione confederale, cioè una <strong>di</strong>fesa del proprio<br />

essere, soggetto in<strong>di</strong>spensabile per il funzionamento dell’attività marittima<br />

e portuale, ma mai solamente chiusa <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>fesa del proprio status.<br />

Questo è a mio parere l’elemento che ha reso ricca nei decenni una storia<br />

professionale, una storia <strong>di</strong> gestione dei Gruppi degli ormeggiatori sui temi<br />

della sicurezza per tutti, nei vari momenti in cui questa si manifesta, non<br />

solo come precon<strong>di</strong>zione per l’attracco <strong>di</strong> una nave, ma <strong>di</strong> fronte anche ad<br />

eventi non preve<strong>di</strong>bili.<br />

Questo lo <strong>di</strong>co perché secondo me c’è un elemento che non sfugge, che si<br />

è presentato anche in alcuni interventi che abbiamo sentito, e che assume<br />

un valore sempre nuovo per i piloti, per i rimorchiatori e in primo luogo per<br />

gli ormeggiatori perché lavorano a mani nude: ed è il rapporto fra quegli<br />

esercizi <strong>di</strong> messa in sicurezza e dell’attracco rispetto alle problematiche<br />

59


60<br />

generali della security. Noi tutti sappiamo che se in un porto c’è un pericolo<br />

esso prevalentemente arriva dal mare; e l’ormeggiatore è lì, soggetto passivo<br />

<strong>di</strong> questa eventuale minaccia. Io credo allora che la riflessione sul valore,<br />

sul significato, sull’organizzazione dei servizi tecnico – nautici, partendo<br />

dall’ormeggio debba tenere presente anche <strong>di</strong> questo nuovo scenario, <strong>di</strong><br />

questa nuova situazione. Le normative Imo, della Solas, eccetera il nostro<br />

Paese le ha recepite, comprese le linee europee: ma probabilmente c’è<br />

bisogno <strong>di</strong> una ulteriore capacità nostra <strong>di</strong> arricchire, se possibile, quelli<br />

che sono gli elementi preventivi <strong>di</strong> formazione, per non lasciare niente al<br />

caso. E perché - e mi sposto su un terreno per me più semplice – si capisca<br />

meglio e <strong>di</strong> più quanto astratta sia la <strong>di</strong>scussione sulla liberalizzazione <strong>di</strong><br />

questi servizi.<br />

Non lo <strong>di</strong>co <strong>nel</strong>la veste <strong>di</strong> presidente <strong>di</strong> Autorità portuale né in quella <strong>di</strong><br />

Assoporti, ma è chiaro che c’è un aspetto anche commerciale del problema,<br />

che è il costo della nave. Ed è evidente che questo costo commerciale<br />

è componibile dal punto <strong>di</strong> vista della sua definizione, determinazione,<br />

della questione degli accosti, e altro ancora. Nel merito, sul piano nazionale<br />

non credo ci sia bisogno <strong>di</strong> fare gran<strong>di</strong> riforme. L‘ho detto più volte:<br />

sull’attracco, dove prevale il problema della sicurezza della navigazione<br />

deciderà la Capitaneria, mentre laddove è preminente l’aspetto commerciale,<br />

perché tutto il resto è a posto, prevarrà la scelta <strong>di</strong> chi ha la responsabilità<br />

amministrativa e commerciale <strong>di</strong> un porto. Io non credo che ci si debba<br />

trascinare nuovamente in una <strong>di</strong>scussione che è astratta, ma la questione<br />

della liberalizzazione, così come spesso viene affrontata, non tiene conto<br />

<strong>di</strong> come davvero si compone il costo della filiera.<br />

Qui c’è però un problema e credo che noi si debba dare una mano a chi si<br />

appresta a svolgere un’azione <strong>di</strong> Governo, ma anche sul piano del Parlamento,<br />

per capire meglio come si sono ridefiniti negli ultimi anni i costi<br />

delle varie singole operazioni. Perché un nolo che costa uno <strong>nel</strong>l’operazione<br />

complessiva ha un determinato valore rispetto al costo del servizio<br />

tecnico - nautico che è <strong>di</strong>verso da un nolo che costa <strong>di</strong>eci. Osservando i<br />

dati economici capita <strong>di</strong> leggere i risultati dei bilanci annuali delle compagnie<br />

amatoriali; e anche a chi non è economista salta agli occhi che non<br />

esiste il problema <strong>di</strong> andare a risparmiare su questi costi. Come non esiste<br />

il problema <strong>di</strong> risparmiare sul rizzaggio e sul derizzaggio, perché - specie<br />

se si parla <strong>di</strong> armamento <strong>di</strong> linea - se il problema è il gasolio, mi si spieghi<br />

cosa centra l’autoproduzione del rizzaggio e derizzaggio: se il problema è<br />

il gasolio, affrontiamo questo specifico problema!<br />

Affermo questo perché ho la sensazione che in questi ultimi anni - anche<br />

perché è mancata la regia <strong>di</strong> un Governo su queste cose – si sia un pò persa<br />

la capacità <strong>di</strong> osservare cos’è che incide su un fatto o su un altro; e quin<strong>di</strong><br />

si va con la legge del taglione. Questo è il Paese che ha liberalizzato prima<br />

<strong>di</strong> tutti il servizio portuale con la legge <strong>di</strong> riforma del 1994. Non intende<br />

tornare in<strong>di</strong>etro, ma non intende stravolgerla. La liberalizzazione in un<br />

mercato regolato non è il liberismo in economia. È un’altra cosa. Naturalmente,<br />

le cose si evolvono, cambiano, l’accesso ai servizi portuali in<br />

Europa e <strong>nel</strong> Me<strong>di</strong>terraneo è avvenuto <strong>nel</strong> momento in cui <strong>nel</strong> frattempo<br />

si <strong>di</strong>scuteva della De Palacio 1 e della De Palacio 2. Si tratta allora <strong>di</strong> affrontare<br />

la nuova situazione che si è determinata, anche perché da parte del<br />

Commissario Barrot ora si parla <strong>di</strong> linee guida e non <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettiva. Comunque,<br />

sulla questione della concorrenza, non possiamo non porci il problema che


questi servizi bisogna riuscire ad avere alcune definizioni uguali, almeno<br />

a livello europeo. Il rappresentante del capitano del porto <strong>di</strong> Rotterdam<br />

<strong>di</strong>ceva prima: “Abbiamo demonopolizzato il servizio”. Non è esatto, perché<br />

passare dalla corporazione a vita a una concessione <strong>di</strong> trent’anni, ma con<br />

unico soggetto, non significa demonopolizzare.<br />

Spesso, anche in sede comunitaria, ho la sensazione che si usino termini<br />

che hanno significati <strong>di</strong>versi. E siccome la situazione dei porti è <strong>di</strong>versa<br />

almeno per due ragioni fondamentali (la prima delle quali è il regime <strong>di</strong><br />

proprietà: noi abbiamo il demanio, altri no; l’altra è il modello <strong>di</strong> gestione<br />

dei porti) le stesse parole non hanno lo stesso significato, a seconda se applicate<br />

ad un modello o ad un altro. Da questo punto <strong>di</strong> vista c’è <strong>di</strong> nuovo<br />

tutto un lavoro da fare, perché poi le linee guida, attraverso la sussi<strong>di</strong>arietà<br />

dei Paesi membri, consentono <strong>di</strong> rispettare la concorrenza, mentre per il<br />

mercato occorre che risponda alla realtà, costruitasi anche <strong>nel</strong>la storia del<br />

confronto economico e sociale <strong>di</strong> quel porto e <strong>di</strong> quel Paese. In questo senso<br />

trovo convincente l’affermazione: ‘facciamo attenzione alla realtà materiale<br />

che si è costituita anche sui termini degli standard <strong>di</strong> sicurezza, delle<br />

professionalità’, che poi precedono sempre le norme che debbono essere<br />

applicate e riorganizzate; e questo vale appunto anche per l’ormeggio.<br />

Io credo che noi dovremo avere un approccio <strong>di</strong> questo tipo specie guardando<br />

a una <strong>di</strong>scussione che non sarà facile. Ho sentito alcuni autorevoli<br />

commentatori, importanti esponenti istituzionali <strong>di</strong> alcune Regioni affermare:<br />

“Ma il problema non è investire nei porti, bensì la qualità dei servizi,<br />

l’efficienza, l’efficacia, i costi…”. No! Ci sono porti che hanno bisogno<br />

<strong>di</strong> essere ultimati <strong>nel</strong>le loro infrastrutture e porti i cui ‘affreschi’ vanno da<br />

qui a vent’anni, per cui è <strong>di</strong>fficile pensare che domattina <strong>di</strong>ano risultati,<br />

ed è quin<strong>di</strong> bene porsi l’altro problema. Bisognerebbe perciò selezionare<br />

le priorità: le risorse non sono infinite, ma si possono trovare. Non c’è bisogno<br />

<strong>di</strong> risorse ingentissime per rilanciare il Piano dei porti, ma occorre<br />

subito sminare il blocco degli investimenti alle Autorità portuali; bisogna<br />

rapidamente rispondere ai problemi <strong>di</strong> copertura, specie per i porti minori<br />

per quanto riguarda la Cassa integrazione all’avviamento al lavoro, perché<br />

queste due cose possano consentirci <strong>di</strong> avere davanti i mesi sufficienti per<br />

interventi infrastrutturali più forti.<br />

Credo che ci sia bisogno, fra l’altro, <strong>di</strong> una riflessione molto attenta su un<br />

aspetto. La scorsa legislatura si sono persi cinque anni <strong>di</strong> tempo perché<br />

qualcuno si era incaponito sulla necessità <strong>di</strong> fare la riforma della riforma<br />

dei servizi portuali attraverso un testo globale, complessivo, omnicomprensivo,<br />

palingenetico: non si è fatta, naturalmente, perché quando si avvia un<br />

proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> quel tipo ognuno vuole metterci del suo, ognuno vuole<br />

dare un morso al polpaccio dell’altro, si creano più tentativi <strong>di</strong> revanche<br />

che non <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> guardare in avanti.<br />

Allora, io credo che il nuovo Governo debba tenere presente che quello che<br />

occorre fare subito è che il Ministro e il Viceministro riaprano il tavolo <strong>di</strong><br />

concertazione che funzionava <strong>nel</strong>la precedente legislatura (non l’ultima,<br />

ma quella ancora prima) e lì con le varie associazioni si in<strong>di</strong>viduino le due,<br />

tre, quattro cose necessarie a innovare la Legge 84/94 senza bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni<br />

legge che impegnino a <strong>di</strong>smisura, poiché il Governo e il Parlamento<br />

posseggono gli strumenti per fare rapidamente questi interventi.<br />

Semmai, il problema è cosa vogliamo fare, perché altrimenti la produzione<br />

<strong>di</strong> proposte <strong>di</strong> legge è piena l’Italia… Noi abbiamo, invece, bisogno <strong>di</strong> 61


dare rapidamente un segnale agli operatori, ai mercati. Dal 2002 il circuito<br />

virtuoso avviato con la legge <strong>di</strong> riforma si è fermato. I porti italiani<br />

non recuperano più rispetto al Nord Europa e crescono meno <strong>di</strong> Spagna e<br />

Francia: il contrario <strong>di</strong> quello che era avvenuto tra il 1996 e il 2002.<br />

Io credo che una delle principali cause sia il fatto che si è esaurito un ciclo,<br />

un’aspettativa degli investimenti, per cui gli operatori vanno da altre parti.<br />

Ed è del tutto evidente, specie per le rotte intercontinentali in tran<strong>sito</strong> <strong>nel</strong><br />

Me<strong>di</strong>terraneo, dal Far Est al Nord Atlantico, eccetera, che si stia a Gioia<br />

Tauro o che si stia in Marocco non cambia assolutamente niente: fare transhipment<br />

<strong>nel</strong>la <strong>di</strong>rettrice Suez - Gibilterra stare sopra o sotto è la stessa<br />

cosa; per cui se è più facile, più veloce, meno costoso fare un terminal a<br />

Tangeri gli operatori vanno lì. Noi dobbiamo capire che per quei mercati<br />

c’è questo problema; e allora bisogna <strong>di</strong>re come rapidamente si potenziano<br />

in nostri porti <strong>di</strong> transhipment.<br />

Al tempo stesso dobbiamo sapere, e <strong>di</strong>re a chi Governa, che non c’è solo la<br />

Cina; che i nostri porti non servono solo quel mercato. Ma che metà delle<br />

merci che girano nei nostri porti, <strong>di</strong> quell’ottanta per cento dell’import e<br />

dell’export delle merci movimentate in questo Paese, non sono containerizzate;<br />

e che c’è un’economia del Me<strong>di</strong>terraneo, la quale, più <strong>di</strong> quella<br />

proveniente dalla Cina, per noi significa il mantenimento della struttura<br />

produttiva che posse<strong>di</strong>amo e la possibilità <strong>di</strong> incrementarla.<br />

E allora c’è questo mercato che è pieno, intero, che è il 2010…, rispetto al<br />

quale c’è bisogno <strong>di</strong> politiche d’investimenti <strong>di</strong>verse da quelle che servono<br />

per intercettare i traffici provenienti dalla Cina, dei quali solo una minima<br />

parte servono alla nostra economia e ai nostri mercati. Intercettazioni che<br />

vanno fatte, naturalmente: non vorrei essere frainteso. Ma ricordando che<br />

i mercati sono più <strong>di</strong> uno, della necesità che i porti facciano sistema, a<br />

maggior ragione specie noi che abbiamo piccoli porti, rispetto al Nord<br />

Europa.<br />

Ed ecco perché, più che altrove, da noi la liberalizzazione ha bisogno <strong>di</strong><br />

essere regolata, con un sistema <strong>di</strong> regole e non <strong>di</strong> libero arbitrio; e c’è<br />

bisogno <strong>di</strong> capire che i costi vanno messi sotto controllo. Gli elementi <strong>di</strong><br />

regolazione ci sono; bisogna allora dare forza e copertura politica ai regolatori<br />

perché tutti rispettino la parte che loro compete nei singoli porti. Così<br />

come si può <strong>di</strong>re – e non perché siamo in questa sede – la fanno da sempre<br />

gli ormeggiatori, spesso insegnandola anche agli altri.<br />

62<br />

Ringrazio Francesco Nerli per il suo intervento che, a mio avviso e come d’altronde<br />

preannunciato, rappresenta in modo molto significativo il contenuto sintetico e conclusivo<br />

della nostra giornata <strong>di</strong> lavori, particolarmente felice e gioiosa sotto ogni profilo.<br />

Grazie a tutti dell’attenzione.

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