12.03.2015 Views

Adattamento a fumetti di Pagliaro - Ascari - Teatro Comunale di ...

Adattamento a fumetti di Pagliaro - Ascari - Teatro Comunale di ...

Adattamento a fumetti di Pagliaro - Ascari - Teatro Comunale di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

aida<br />

<strong>Adattamento</strong> a <strong>fumetti</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Pagliaro</strong> - <strong>Ascari</strong>


Giuseppe Ver<strong>di</strong><br />

aida<br />

aida<br />

personaggi<br />

AMNERIS<br />

radames<br />

re d'egitto<br />

ramfis<br />

AMONASRO


Menfi, capitale del basso egitto.<br />

“Corre voce che l’Etiope ar<strong>di</strong>sca<br />

Sfidarci ancora, e del Nilo la valle...”<br />

1


fremito Ebben: t’assal, qual nuovo<br />

Aida? I tuoi segreti gentil<br />

svelami, t’affida. all’amor mio<br />

pugnarono Tra i forti della che<br />

patria a danno. Qualcuno... tua<br />

un dolce a te in affanno cor destò? forse...<br />

Che parli?<br />

non A tutti si mostrò barbara<br />

sorte se in campo la<br />

duce impavido cadde il<br />

trafitto a morte...<br />

Che mai <strong>di</strong>cesti! Misera!<br />

Sì... Radamès da’ tuoi Fu spento...<br />

Misera!<br />

E pianger puoi?<br />

Per sempre io piangerò!<br />

11


Empia su voi! razza! La vendetta Anatema<br />

del Anatema ciel scenderà! su voi!<br />

Morir! e bella! Sì pura<br />

Morir d’amore... per me<br />

Degli fuggir anni la tuoi vita! nel T’avea fiore<br />

il cielo creata... per l’amor<br />

... t’uccido ed io<br />

per amata! averti<br />

a<br />

Ve<strong>di</strong>?...<br />

noi s’appressa.<br />

<strong>di</strong> morte l’angelo<br />

Già veggo<br />

ra<strong>di</strong>ante<br />

<strong>di</strong>schiudersi, ivi ogni affanno cessa,<br />

il ciel<br />

comincia l’estasi d’un immortale amor.<br />

ivi<br />

31


adattamento<br />

Aida è un’Opera sontuosa. L’elemento scenografico e l’esotismo delle ambientazioni sovrastano<br />

la scena schiacciando i personaggi e comprimendone gli spazi d’azione. Ogni cosa è grande,<br />

dorata, maestosa. Questa la chiave <strong>di</strong> lettura principale che ha ispirato la narrazione <strong>di</strong> questo<br />

adattamento. Le tavole <strong>di</strong> Alberto <strong>Pagliaro</strong> hanno acquisito il respiro gran<strong>di</strong>oso delle gran<strong>di</strong><br />

ambientazioni, inondando <strong>di</strong> colori cal<strong>di</strong> e <strong>di</strong> luce la scena per creare un accecante contrasto con<br />

il mondo notturno e buio delle ultime sequenze. La narrazione si è frammentata e decompressa<br />

per lasciare spazio a momenti <strong>di</strong> silenzio, brevi stacchi dove templi e paesaggi rubano la scena<br />

ai personaggi, metafora dell’ineluttabilità del destino dei protagonisti, vinti dalle logiche <strong>di</strong><br />

poteri tanto antichi quanto spietati e inarrestabili. Lo sfortunato triangolo amoroso tra Aida,<br />

Radamés e Amneris non sfugge all’ossessione militare dei due sovrani contrapposti: figure<br />

quasi <strong>di</strong>sumane nella loro determinazione. Per questo la narrazione si fa vicina ai drammi<br />

personali dei tre amanti sopprimendo parti del testo originale de<strong>di</strong>cate a rappresentazioni corali.<br />

Lo spazio lasciato agli ‘a solo’ dei personaggi principali, costruisce anche visivamente un momento<br />

<strong>di</strong> forte unità tra le storie dei tre giovani: tre vicende che si rincorrono in parallelo (come sottolinea<br />

la struttura delle ultime tavole) fino ad incontrarsi e annullarsi nell’inevitabile finale drammatico.<br />

Giuseppe Ver<strong>di</strong><br />

(Roncole 1813 - Milano 1901)<br />

Figlio <strong>di</strong> Carlo e <strong>di</strong> Luigia Uttini, gestori <strong>di</strong> un’osteria, sin da bambino manifestò una grande<br />

attrazione verso la musica, trascorrendo le giornate a suonare l’organo della chiesa. Fece i primi<br />

passi nella musica grazie al parroco <strong>di</strong> Roncole, Don Pietro Baistrocchi e a Monsignor Paolo Costa.<br />

Alla morte dei suoi insegnanti, venne inviato a Busseto per approfon<strong>di</strong>re la sua educazione musicale.<br />

Qui conobbe Antonio Barezzi, presidente dei Filarmonici <strong>di</strong> Busseto, e il <strong>di</strong>rettore della banda,<br />

Fer<strong>di</strong>nando Provesi, che <strong>di</strong>venne il suo primo vero maestro. Non ammesso al Conservatorio <strong>di</strong> Milano<br />

per aver superato i limiti <strong>di</strong> età, Ver<strong>di</strong>, perfezionò privatamente la sua cultura musicale, grazie ad<br />

una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, con il Maestro Vincenzo Lavigna. La prima opera <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>, Oberto conte <strong>di</strong> San<br />

Bonifacio, risale al 1837, ma fu rappresentata alla Scala solo nel 1839, dove fu accolta con favore<br />

dal pubblico. Seguirono l’opera comica “Un giorno <strong>di</strong> regno” o “Il finto Stanislao” rappresentato<br />

con scarso successo nel 1840. Tornato a Busseto, dopo molte insistenze, acconsentì a musicare<br />

un’opera che segnerà la sua fortuna: Nabucco, rappresentato a Milano nel 1842. Il grande successo<br />

riscosso dall’opera consentì a ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> frequentare l’alta società milanese e il salotto della contessa<br />

Clarina Maffei che <strong>di</strong>venne sua preziosa amica. Con “I Lombar<strong>di</strong> alla prima crociata” (1843) Ver<strong>di</strong><br />

entrò nella storia <strong>di</strong> quegli anni del Risorgimento. L’accostamento della sua musica agli ideali<br />

patriottici continuò con l’Ernani (1844). Successivamente compose I Due Foscari (1844), Giovanna<br />

d’Arco (1845) e Alzira (1845), Attila (1846) e il Macbeth (1847). Inoltre da segnalare I Masna<strong>di</strong>eri<br />

e Jerusalem, che venne eseguito all’Operà <strong>di</strong> Parigi. Punta massima <strong>di</strong> fervore musicale e patriottico<br />

è rappresentata da La Battaglia <strong>di</strong> Legnano (1849). Nello stesso anno, Ver<strong>di</strong> ricostruì la propria vita<br />

familiare, trasferendosi a Busseto con il soprano Giuseppena Strepponi, protagonista <strong>di</strong> Nabucco.<br />

Nella sua villa <strong>di</strong> Santa Agata, Ver<strong>di</strong> compose Luisa Miller (1849) lo sfortunato Stiffelio (1850). Seguì<br />

la triade <strong>di</strong> capolavori: Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), La Traviata (1853) . La portata europea<br />

<strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> fu suggellata a Parigi nel 1855 con I Vespri Siciliani, cui seguirono il Simon Boccanegra<br />

(1857) e Un ballo in maschera, nel 1859, anno in cui Ver<strong>di</strong> sposò Giuseppina Strepponi. Nello<br />

stesso 1859, Ver<strong>di</strong> fu eletto deputato al Parlamento. Ricompose il Macbeth nel 1865, e nel 1869<br />

realizzò una nuova e<strong>di</strong>zione della Forza del destino La nuova stagione ver<strong>di</strong>ana, è espressa nel Don<br />

Carlos (1867), Aida (1871) e Simon Boccanegra (rappresentato in rifacimento nel 1881), Vengono<br />

poi l’Otello (1887) e il Falstaff (1893), e Messa <strong>di</strong> requiem (1874) de<strong>di</strong>cata alla memoria <strong>di</strong> Manzoni.<br />

Completano l’attività <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> alcuni pezzi sacri, un Quartetto (1873) per strumenti ad arco.<br />

Giuseppe Ver<strong>di</strong> fondò anche a Milano una casa <strong>di</strong> riposo per artisti.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!