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“ALBERTO SPADOLINI<br />
ALLA CORTE DI JOSEPHINE BAKER”<br />
Museo <strong>virtuale</strong> Château de Brignac <strong>2015</strong><br />
Château de Brignac (Seiches-sur-le-Loir)<br />
“Il Presidente della Repubblica Francese François Hollande<br />
ringrazia sinceramente per aver riscoperto Alberto <strong>Spadolini</strong>,<br />
artista ricco di molteplici talenti, danzatore d'avanguardia,<br />
coreografo, pittore e cantante, che ha illustrato in particolare le<br />
scene e il cinema francese.”<br />
Le Chef de Cabinet du Président de la République
PRIMO PIANO<br />
<strong>Spadolini</strong> fra i suoi decori nel Castello di Brignac, anni ’50 (coll. P. Oger)<br />
Visione meravigliosa:<br />
<strong>Spadolini</strong> & Joséphine Baker<br />
“Parigi si ricorda ancora di quella notte in cui ha scoperto <strong>Spadolini</strong>. Era in<br />
un Music-Hall di Joséphine Baker. Sulla musica del ‘Matrimonio segreto’<br />
di Cimarosa, nella scenografia in stile cinese uscì, sembrò da una tela del<br />
XVIII° secolo, <strong>Spadolini</strong> con Joséphine Baker vestita da marchesa creola.<br />
Visione meravigliosa che provocò l’entusiasmo di Parigi …”<br />
Frammento articolo, Parigi anni ‘40
Studio Piaz : « Joséphine e <strong>Spadolini</strong> », 1932 (coll. Mei)
Federico Fellini: “Joséphine Baker”<br />
(autorizzazione di Vincenzo Mollica)<br />
“Originaria di un povero sobborgo del Missouri, Joséphine Baker sbarca a<br />
Parigi alla metà degli anni ’20. Trionfa con la ‘Revue Négre, e diventa la<br />
‘stella’ del Folies Bergère e del Casinò de Paris.<br />
Donna straordinariamente generosa, nel corso della 2° Guerra Mondiale<br />
entra nella Resistenza anti-nazista, decorata alla Liberazione dal Generale<br />
De Gaulle. Si batte contro la segregazione razziale ed adotta una nidiata di<br />
bambini di ogni razza e religione dando esempio di fraternità universale.<br />
Ma nell’immaginario collettivo sarà ricordata per quelle piume …”
Joséphine Baker : « Theater des Westens – Nachtkabarett », anni ‘20
Joséphine Baker, anni ‘ 20<br />
“Tra me e Joséphine Baker ci sono sempre state delle piume bianche che<br />
le coprivano una parte significativa del corpo.<br />
Da ragazzo ho sempre sperato che cadessero quelle piume, tant’è vero che<br />
ci sono stati dei pensieri notturni su di lei.”<br />
Tonino Guerra<br />
Il brano è tratto da “Chez Joséphine” (omaggio a Joséphine Baker) a cura di Vincenzo Mollica,<br />
Editore del Grifo 1987.
Federico Fellini: “Joséphine Baker” (autorizzazione di Vincenzo Mollica)
« <strong>Spadolini</strong> & Joséphine », disegno di Pierre Payen, Casinò de Paris 1933<br />
“Perché ad un certo punto della mia vita ho deciso di affrontare il mito<br />
della Baker? Perché quella della ‘Venere Nera’ è una delle avventure<br />
artistiche più ammalianti che mi sia capitata di incontrare. Raccontare<br />
Joséphine, in fondo, ci consente di seguire la scia di una frase di Vinicius<br />
de Moraes: ‘La vita amico è l’arte dell’incontro’…”<br />
Vincenzo Mollica<br />
Il brano è tratto da “Chez Joséphine” (omaggio a J. Baker) a cura di V. Mollica, Editore del<br />
Grifo 1987.
Paul Colin : «Litografia Joséphine - La Revue Nègre », 1927
Secondo la rivista “Sourire” (aprile 1933) all’interno del Casinò de Paris è presente<br />
il dipinto “<strong>Spadolini</strong> in rosso pompeiano” della pittrice milanese Clérici-Trémi<br />
“Ogni sera <strong>Spadolini</strong> ottiene al Casinò de Paris un successo significativo.<br />
Si chiama Alberto <strong>Spadolini</strong>, che ne ‘Le Carnet de la Semaine’ io ho<br />
qualificato il ‘Rodin vivente’ ... La gloria di Joséphine Baker non<br />
l’offusca affatto, come la sua non potrebbe essere offuscata …”<br />
Legrand-Chabrier ‘L’Intransigeant’, 1933
Jean-Gabriel Domergue: “Litografia Joséphine Baker” , 1936
<strong>Spadolini</strong>, dicembre 1933<br />
“Per molti fu una rivelazione quando, come nuovo partner di Joséphine<br />
Baker apparve <strong>Spadolini</strong>.<br />
Partner? La parola non è esatta. E questo ancor più perché le sue danze, le<br />
migliori, sono quelle dove, ebbro di questa specie di genio che possiede,<br />
danza da solo…”<br />
« Il fallait un danseur a Joséphine Baker, ce fut un peintre qu’elle choisit »,<br />
J. Barois, Paris Midi 1933
Condé Nast : « Joséphine Baker », anni ‘30
<strong>Spadolini</strong> e Joséphine Baker: “Les Folies du Music-Hall”, Jacques Damase 1960<br />
“Una notte a casa di Joséphine Baker: a tavola, davanti a bicchieri di<br />
cristallo colmi di champagne si parla ancora di lavoro, questa volta con<br />
gravità, quasi con rispetto; una risata riparte subito. Joséphine ha<br />
immaginato qualche scherzo. Nella polvere d’oro luminoso che sfugge dal<br />
giardino d’inverno, da un boschetto di palme è apparso un uomo: egli<br />
danza, atletico, sportivo. E i suoi muscoli disegnano, prolungandoli, dei<br />
movimenti che fanno evocare la vita degli stadi, i giochi degli antichi.<br />
‘Era un pittore – decoratore’ lei dice. ‘Abitava a Nizza. I tempi sono<br />
difficili e lui si è dato alla danza. Debutterà al Casino …’ E Joséphine lo<br />
applaude con frenesia. ‘Bravo <strong>Spadolini</strong>! Bis!’…”<br />
“Une nuit chez Joséphine Baker” di André Rivollet,<br />
L’Intransigeant , 1932
Joe Pazen: « <strong>Spadolini</strong> al Palais de Chaillot », Parigi 1946
Studio Piaz : « <strong>Spadolini</strong> », Parigi 1933<br />
“La Vigilia di Natale, fui invitato nel Vésinet, per il Cenone …Tutto era<br />
bianco a casa di Joséphine. Un tappeto d’ovatta ai piedi di un abete<br />
imbiancato mi accolse all’ingresso. Sotto i rami ricoperti di fili d’argento,<br />
un grammofono riversava l’ultimo ritornello del film ‘Zouzou’. C’era un<br />
gruppo di amici: i compagni del Casinò de Paris, il danzatore nudo<br />
<strong>Spadolini</strong>, per la circostanza vestito!”<br />
“Une vie de toutes les couleurs : mémoire di J. Baker<br />
raccolte da A. Rivollet”, Ed. Arthaud, 1935
<strong>Spadolini</strong> e Tatiana Riabouchinska dei Balletti Russi, anni ‘30
Studio Piaz : « <strong>Spadolini</strong> », Paris 1932<br />
“<strong>Spadolini</strong> che combina un corpo eccezionale con una<br />
straordinaria capacità di ballare”.<br />
Variety (New York)
Studio Roger Carlet: “<strong>Spadolini</strong> in una danza indiana”, Parigi anni ‘30
Photo Cayeb : « <strong>Spadolini</strong> », Bruxelles anni ‘30<br />
“Nella danza internazionale <strong>Spadolini</strong> primeggia con<br />
grande prestigio”.<br />
The Era (Londra)
« Manifesto <strong>Spadolini</strong> », Papeteries de Gerval, Belgio anni ‘30
Condé Nast : « <strong>Spadolini</strong> », Casinò de Paris 1933<br />
« Mitologico, mistico, faunesco! Visione di <strong>Spadolini</strong>.»<br />
Paul Valéry
<strong>Spadolini</strong> : « Casanova », anni ‘30 (coll. Pierre Barlatier De Mas)
Harry Meerson : « Bolero-Spadò », Parigi anni ‘30<br />
“La vostra coreografia è in armonia con la partizione del Bolero.”<br />
Maurice Ravel
Maurice Seymour : « Hermes - <strong>Spadolini</strong> », Chicago 1935
Maurice Seymour : «<strong>Spadolini</strong> », Chicago 1935<br />
“<strong>Spadolini</strong> concretizza la visione del poeta.”<br />
Max Jacob
Studio Piaz: « <strong>Spadolini</strong> », Parigi 1932
Photo Cayeb : « <strong>Spadolini</strong> », Bruxelles anni ‘30<br />
“<strong>Spadolini</strong> ha una tecnica brillante e una grande bellezza di<br />
movimenti e di atteggiamenti.”<br />
"Vogue" 1934
Studio Roger Carlet : « <strong>Spadolini</strong> », Parigi anni ‘30
<strong>Spadolini</strong>, anni ‘30 (coll. Pierre Barlatier De Mas)<br />
“I miei amici mi considerano pazzo perché preferisco ai contratti<br />
più remunerativi quelli che mi permettono di viaggiare, di<br />
sperimentare tutte le arti. I soldi non mi sono mai interessati! ”<br />
Alberto <strong>Spadolini</strong>
Studio Piaz: “<strong>Spadolini</strong> nel Bolero di Ravel”, anni ‘30
Condé Nast : « <strong>Spadolini</strong> », Casinò de Paris 1933<br />
“La danza per <strong>Spadolini</strong> è stata, nell’arco della sua carriera artistica, un<br />
punto di riferimento costante, fatto di molteplici aspetti che comprendono<br />
la sua formazione romana degli anni ’20, il successo come danzatore degli<br />
anni ’30 e ’40 e la sua attività di pittore soprattutto dagli anni ’50 in poi.<br />
Costituisce una specie di ‘fil rouge’, una chiave di lettura per<br />
comprenderne la complessità.”<br />
Rosella Simonari, “Alberto <strong>Spadolini</strong> e la danza”,<br />
Bolero-Spadò 2007
Photo Cayeb : « <strong>Spadolini</strong> », Bruxelles anni ‘30
SECONDO PIANO<br />
La contessa Yvette de Marguerie nel Castello di Brignac, anni ’50 (coll. P. Oger)<br />
<strong>Spadolini</strong> pittore, decoratore, scultore, illustratore,<br />
restauratore, attore, regista, cantante<br />
“Un tempo di proprietà della contessa Yvette de Marguerie, il Castello di<br />
Brignac è stato affrescato da Alberto <strong>Spadolini</strong>. Era questo il luogo<br />
d’incontro privilegiato della principessa russa Irina ed del consorte principe<br />
Felix Yussupov; del duca di Windsor e della duchessa Wallis Simpson; del<br />
ministro André Malraux, ‘braccio destro’ di De Gaulle; del giornalista e<br />
futuro Presidente del Consiglio Giovanni <strong>Spadolini</strong> …”<br />
Bolero-Spadò 2007
<strong>Spadolini</strong>: “Autoritratto”, anni ‘40 (coll. Ghassoul)
<strong>Spadolini</strong> : “Étoiles de l’Opéra n.1”, anni ‘50<br />
“La ricerca pittorica di <strong>Spadolini</strong> è la trasfigurazione dell’anima della<br />
danza. Questa testimonianza psicologica ci trasmette la profonda vibrazione<br />
dei suoi personaggi, ma essenzialmente con la sua emotiva ispirazione di<br />
corpi in movimento. Perché: veramente questo artista lavora sopra questa<br />
materia essendo ispirato dall’universo sensitivo e lo traspone con il suo<br />
genio che sprizza dal suo cuore e dalla sua anima” .<br />
Jean Cocteau<br />
Brochure pittore <strong>Spadolini</strong> anni ‘50
<strong>Spadolini</strong> : “Le Jongleur”, anni ‘40
<strong>Spadolini</strong>: “Pas de deux”, 1966 (coll. Minnucci)<br />
“<strong>Spadolini</strong> danza i suoi sogni. I suoi sogni di pittore … La sua<br />
concezione dell’Arte è legata per mezzo della sua anima e dei suoi<br />
muscoli a nostra sorella la Danza e alla Pittura. Le sue tele ci<br />
rivelano dei visi che avremmo amato.<br />
La natura assomiglia al sogno di un mondo quasi Santo.<br />
Ecco questo <strong>Spadolini</strong>, sportivo infaticabile, che prende la vita<br />
come una corsa e coglie al volo dei fiori. Dei fiori tra gli allori.”<br />
Max Jacob<br />
Brochure pittore <strong>Spadolini</strong> anni ‘50
<strong>Spadolini</strong> : « Il volto dell’amore », anni ‘40
<strong>Spadolini</strong> : « Variation romantique », 1960<br />
“Non essendo più sulla scena, nell’esprimermi con figure e colori<br />
ho sempre avuto in me l’inesauribile desiderio di raffigurare ciò che<br />
potevo immaginarvi, ciò che avrei voluto fosse esistito …<br />
L’immagine reale dell’oggetto, in quel momento, in quel solo<br />
momento, perché basta un soffio, il volgersi di una testa,<br />
l’inclinazione più accentuata del corpo, uno scatto … per cambiare<br />
tutto. La bellezza è nel momento in cui si coglie. Un attimo e<br />
l’immagine si disfa, non ‘trasmette’ più quella emotività-bellezza<br />
che hanno prima colpito la sensibilità dello spettatore ...”<br />
Intervista <strong>Spadolini</strong>, “ Il Messaggero”, Roma 1967
<strong>Spadolini</strong> : « Duilio, la première leçon de danse », 1947 (coll. P. Oger)
<strong>Spadolini</strong> : « Sérénade de Schubert », 1960 (coll. Mario Spadellini)<br />
“… l’amicizia con Anton Giulio Bragaglia, che lo conobbe e sostenne nei<br />
primi anni romani, si manifesta nel cinetismo delle figure che discende da<br />
una personale revisione del dinamismo caro ai futuristi. Negli anni della<br />
gioventù di <strong>Spadolini</strong>, le Marche avevano vissuto infatti una stagione<br />
artistica caratterizzata dal diffondersi fra gli artisti più giovani di un<br />
esasperato desiderio di rinnovamento: a Macerata, in particolare, pittori<br />
come Monachesi, Tulli e Pannaggi avevano raccolto il testimone di<br />
Boccioni dando vita ad una tarda stagione futurista in seno alla quale può<br />
iscriversi anche l’esordio di <strong>Spadolini</strong>.”<br />
prof. Stefano Papetti, direttore Pinacoteca di Ascoli Piceno<br />
“Rassegna Bolero-Spadò”, Riccione 2005
<strong>Spadolini</strong>: “Coreografia per Charlotte Bara”, 1972 (coll. Conti)
<strong>Spadolini</strong> : « Gruppo danzante », anni ‘50 (coll. Mario Spadellini)<br />
“La pittura di <strong>Spadolini</strong>, singolare per taglio compositivo e<br />
soluzione luministica, si attesta come esigenza espressiva di un<br />
racconto autobiografico, in cui ogni forma creativa rappresenta un<br />
elemento dell’infinito universo esistenziale. Intrisi di istintività e di<br />
poesia, di cromie dense e oniriche, i dipinti ubbidiscono a una<br />
ricerca estetica fondata, come sottolineava Cocteau, sulla<br />
trasfigurazione dell’anima nella danza”.<br />
prof. Enzo Dall’Ara, critico d’arte, Bolero-Spadò 2007
<strong>Spadolini</strong>: “Ballet Russe de Monte Carlo”, anni ‘50
<strong>Spadolini</strong>: “Lungo la Senna, in lontananza Notre-Dame”, 1965<br />
“Nei suoi dipinti <strong>Spadolini</strong> racconta la bellezza architettonica di<br />
Parigi, i suoi monumenti, le chiese, i giardini, le luci, i colori degli<br />
alberi che si affacciano sulla Senna …<br />
Bolero-Spadò, 2007
<strong>Spadolini</strong> : « Notre-Dame de Paris », anni ‘40
<strong>Spadolini</strong>: “Place Vendôme” Parigi 1950 (coll. Andrée Lotey)
<strong>Spadolini</strong>: “Sacré-Cœur”, Parigi 1949 (coll. Andrée Lotey)
<strong>Spadolini</strong>: “Splendore del mare”, anni ‘50<br />
“I paesaggi marchigiani sono la nota più intima di <strong>Spadolini</strong>.<br />
‘Splendore del mare’, il dipinto con la veduta del Conero<br />
recentemente riportato alla luce è davvero delicato nei toni. Questo<br />
è il vero volto di <strong>Spadolini</strong>!”<br />
prof. Riccardo Gresta, storico dell’arte,<br />
“Bolero-Spadò” 2007
<strong>Spadolini</strong> : « Mamma Ida Romagnoli », anni ‘60
<strong>Spadolini</strong>: « Campagna marchigiana », 1954<br />
“Vita curiosa quella di <strong>Spadolini</strong> … Debutta a 12 anni nell’atelier<br />
di Gian Battista Conti che all’epoca era già il pittore del Vaticano;<br />
lo ritroviamo presso Bragaglia a Roma con De Chirico, Prampolini<br />
e Marinetti che rappresentano il movimento italiano d’avanguardia.<br />
Là egli espone già e dipinge le sue scenografie…”<br />
Jacopo della Serra, Accademico d’<strong>Italia</strong>,<br />
Brochure <strong>Spadolini</strong> 1947
<strong>Spadolini</strong>: “Fleurs n. 2”, anni ‘50
<strong>Spadolini</strong> : « Fermo», anni ‘50 (coll. Stefano Travaglini)<br />
“La natura imita l’arte diceva Oscar Wilde. <strong>Spadolini</strong> dipingendo<br />
è il giocoliere che sa eccitare la nostra curiosità e sensibilità,<br />
rivelandoci quello che ci sfugge invitandoci nel suo universo.”<br />
Principe Felix Feliksovic Yussupov<br />
Brochure ‘La Dorica’, Roma marzo 1967
<strong>Spadolini</strong>: “Venezia”, anni ‘40
<strong>Spadolini</strong>: “Satyricon”, anni ‘60<br />
“Francesco mi ha insegnato a dare per la gioia di dare, a sentirmi felice di<br />
quanto possiedo, a considerare i ricchi come i veri poveri perché spesso<br />
sono poveri nello spirito e nell’anima. A credere che il dolore è un dono<br />
perché con il dolore si acquista la felicità e la comprensione della felicità;<br />
a capire che la felicità non può scaturire che da noi stessi, dal profondo del<br />
nostro essere e che il mondo esterno non può turbare l’equilibrio e la<br />
serenità della nostra anima …”<br />
“<strong>Spadolini</strong> francescano e ballerino”,<br />
intervista di Mila Contini a <strong>Spadolini</strong>, 1946
<strong>Spadolini</strong> esoterico: “Tau, l’ultima colonna del Tempio”, anni ’60 (coll. Ghassoul)<br />
“… L’altro aspetto piuttosto persistente nei dipinti di <strong>Spadolini</strong> è<br />
rappresentato dall’immagine del tempio. Dal punto di vista simbolico, il<br />
Tempio è una variante del Temenos, il recinto sacro, e a volte rituale, che<br />
delimita il territorio dell’interiorità e entro il quale avvengono le<br />
trasformazioni dell’anima nonché l’unione della personalità, ovvero la<br />
meta finale del Sé alla quale allude il simbolo della sfera in alcuni<br />
dipinti…”<br />
“<strong>Spadolini</strong> ricercatore d’oro” di Antoine Fratini,<br />
Vice Président de l'Association des Psychanalystes Européens
<strong>Spadolini</strong> : « Fontana della Vita – decori Château de Brignac » (coll. E. Duval)<br />
“L’attuale proprietario, il signor Emmanuel Duval, mi ha fatto<br />
pervenire alcune riproduzioni degli interni del Castello di Brignac,<br />
completamente affrescato da Alberto <strong>Spadolini</strong> negli anni ’50”.<br />
Bolero-Spadò, 2007
<strong>Spadolini</strong> scultore : « Le mani », anni ‘50
<strong>Spadolini</strong> illustratore: “Libre arbitre”, tratto da<br />
“Le coeur … et ma raison” di André – Marie Klénovski, 1957<br />
“Un uomo in equilibrio instabile su di una bilancia tiene sollevato l’intero<br />
pianeta. Riuscirà il pianeta Terra a sopravvivere? La risposta non può che<br />
essere: dipende solo dall’equilibrio interiore raggiunto da ogni singolo<br />
uomo.”<br />
Bolero-Spadò, 2007
<strong>Spadolini</strong> illustratore: "Les Sources de l’Orgueil",<br />
tratto da « Récital » di André – Marie Klénovski, 1952
“Particolare del dipinto Maria Maddalena”, del ‘600<br />
restaurato da <strong>Spadolini</strong> negli anni ‘40<br />
“<strong>Spadolini</strong> collabora a restaurare antichi dipinti nello studio di Jules<br />
Boucher (1902 – 1955), apprezzato autore di volumi sulla simbologia e<br />
discepolo del celebre alchimista Fulcanelli…”<br />
Bolero-Spadò, 2007
Scuola di Bartolomé Esteban Murillo: “Sant’Antonio da Padova e il Bambino Gesù”,<br />
dipinto restaurato da <strong>Spadolini</strong> negli anni ‘40
<strong>Spadolini</strong> attore: “Le jour se léve”, 1939<br />
“<strong>Spadolini</strong> ha fatto parte del cast di ‘Le jour se léve’, distribuito in <strong>Italia</strong><br />
con il titolo ‘Alba tragica’, scritto da Jacques Prévert, con Jean Gabin,<br />
regia di Marcel Carné.”<br />
Bolero-Spadò, 2007
<strong>Spadolini</strong> (a petto nudo) e Jean Marais (in giacca bianca) debuttano nel film “L’épervier”.<br />
In primo piano Charles Boyer e la principessa Natalie Paley (1933)
<strong>Spadolini</strong>: “Marinella”, 1936<br />
“Il cantante ed attore di origine corsa Tino Rossi, dalla voce ‘magica’ e<br />
dal fisico mediterraneo, vuole una danza di <strong>Spadolini</strong> nel film<br />
‘Marinella’, una commedia sentimentale diretta da Pierre Caron.”<br />
Bolero-Spadò, 2007
<strong>Spadolini</strong> danza con Mila Parely nel film « Le Monsieur de 5 heures », di Pierre Caron, 1938
<strong>Spadolini</strong> : « Nous les Gitans », 1951 (coll. Cinémathèque Française)<br />
<strong>Spadolini</strong> è stato regista di alcuni documentari prodotti dalla Société<br />
Courts Métrages di Yvette de Marguerie fra cui “Rivage de Paris” (1950)<br />
con Suzy Solidor e le musiche di Django Reinhardt (Archives Français du<br />
Film); “Souvenirs d’Espagne” (1952) con Carmen Amaya (Cinémathèque<br />
Française); “Nous les gitans” (1951) sulle origini della musica gitana vede<br />
la partecipazione di <strong>Spadolini</strong> nelle vesti di scenografo, realizzatore dei<br />
testi, regista e danzatore (Cinémathèque Française).<br />
Bolero-Spadò, 2007
<strong>Spadolini</strong> : « Nous les Gitans », 1951
Léonide Massine: “Tales of Hoffmann”, London Film 1951<br />
“Alberto <strong>Spadolini</strong> è assunto personalmente da Sir Alexander Korda,<br />
fondatore della London Film, come adattatore dei dialoghi per le versioni<br />
francesi di alcuni film fra i quali “I racconti di Hoffman”, Premio Miglior<br />
Produzione al Festival di Cannes (1951) e “Outcast of the Island” regia di<br />
Carol Reed (1951).”<br />
Bolero-Spadò, 2007
Photo Hartcourt : « Le chanteur <strong>Spadolini</strong> »<br />
“<strong>Spadolini</strong> canta con una voce gradevole e intonata e possiede la diversità<br />
di doni richiesti per il Music-Hall.”<br />
Petit Parisien, anni ’30
TERZO PIANO<br />
« <strong>Spadolini</strong> », anni ‘30<br />
Il fantastico mondo di <strong>Spadolini</strong><br />
“… nel 1978 venne scoperto, in una soffitta di una casa di Fermo, un<br />
vecchio scatolone, che all’apertura presenta non poche sorprese.<br />
All’interno, infatti, sono conservate un centinaio di fotografie artistiche<br />
degli anni ’30, manifesti, libri, articoli, spartiti musicali, dépliant degli<br />
spettacoli di danza e delle esposizioni di pittura, insomma in quello<br />
scatolone, dimenticato e impolverato è contenuto l’Archivio di Alberto<br />
<strong>Spadolini</strong>…”<br />
“A tavola con <strong>Spadolini</strong>, le grand danseur”<br />
a cura di Fabio Filippetti e Franco Copparo, Fortino Napoleonico di Portonovo, 2007
<strong>Spadolini</strong>: “Yvette de Marguerie”, decori Château di Brignac, anni ‘50
Paris, 14 juillet 1937<br />
<strong>Spadolini</strong> con Suzy Solidor, Marianne Oswald e Raoul Guérin (Canard Enchainé)
Notre Cœur : « Il Principe Azzurro», Paris 1941
“Illustrated”, Londra 1947
Vedettes, Parigi 1941
Corbellini : «Il danzatore <strong>Spadolini</strong> », 1940 (coll. Corbellini)
Henri Matisse: “Brochure Ballet Russe de Monte Carlo”, 1938
Jean Cocteau: “Brochure La danse à travers les âges », 1945<br />
Nel lungometraggio “La danse à travers les âges”, <strong>Spadolini</strong> presenta una<br />
serie di danze antiche e moderne. La regia è di Christian Bérard, il<br />
commento ed i costumi sono di Jean Cocteau. Del filmato resta una esile<br />
traccia in un articolo di giornale del 1946.<br />
Bolero-Spadò, 2007
Enrique Juvet: « Spartito musicale Bolero-Spado », Parigi 1933
Mistinguett inaugura nel 1946 la prima mostra pittorica di <strong>Spadolini</strong><br />
“Durante una danza ‘carioca’ la celebre Mistinguett sta per cadere,<br />
ma fortunatamente viene ‘presa al volo’ dal suo partner Spadò.”<br />
“Le Gala Martinez” , Ecoutez-moi, settembre 1934
Il pittore Alberto <strong>Spadolini</strong> e Liane Daydé, prima ballerina dell’Opera di Parigi,<br />
nell’atelier del Maestro Volinin, anni ‘50
Picasso : « Minotaur with Dora Maar », litografia n. 83, Suite Vollard, 1956<br />
“La bellissima immagine fotografica che appare sulla brochure dello<br />
spettacolo teatrale ‘Catherine empereur’ di Maurice Rostand (1937),<br />
opera dell’artista Dora Maar, compagna di Pablo Picasso, ritrae<br />
<strong>Spadolini</strong> nudo, bello come un dio, con una sfera in mano.<br />
Questo servizio fotografico, secondo il nobile russo Alex Wolfson,<br />
avrebbe provocato una terribile scenata di gelosia da parte del<br />
pittore spagnolo, inducendo Dora ad abbandonare la fotografia per<br />
darsi alla pittura.”<br />
Bolero-Spadò, 2007
Dora Maar: “<strong>Spadolini</strong> con una sfera in mano”, Parigi 1935<br />
La foto è utilizzata per la brochure della commedia ‘Catherine empereur’ del 1937
Pubblicità del cabaret “Chez <strong>Spadolini</strong> – l’Amiral”, 1948 (coll. P. Oger)<br />
“<strong>Spadolini</strong> s’è insediato a l’Amiral. In otto giorni ha rinnovato<br />
l’arredamento di questo vascello sotterraneo, mettendo lui stesso<br />
mano al pennello. Perché egli è pittore e non sa neppure lui, che<br />
cosa è per lui il primo mestiere: la danza o la pittura?<br />
In modo che, in otto giorni, gli oblò de l’Amiral aprono su una<br />
piccola scena dove suona un’eccellente orchestra del genere sudamericano<br />
…”<br />
Articolo dello scrittore e giornalista Christian Megret,<br />
Parigi 1948
Walter Chiari debutta accanto a <strong>Spadolini</strong> nella Compagnia di Marisa Maresca (1946)
Cartolina inviata dal regista Anton Giulio Bragaglia a <strong>Spadolini</strong> (1951)<br />
“Negli anni ’20 <strong>Spadolini</strong> è aiuto – scenografo e pittore al<br />
Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia. In qualità<br />
di attore debutta nella commedia ‘Scalari e Vettori’ di Umberto<br />
Barbaro (1928).”
Marlène Dietrich, cartolina anni ‘30<br />
“<strong>Spadolini</strong>, se ero una ballerina, è voi che avrei scelto come<br />
partner! ”<br />
Marlène Dietrich
Gabriele d’Annunzio, maestro di Alberto <strong>Spadolini</strong>, cartolina del 1922<br />
“Nel 1924 lavorava al Vittoriale l’anconetano Alberto <strong>Spadolini</strong>, figura<br />
eclettica del Novecento italiano, da poco riscoperto. Pittore, danzatore,<br />
scenografo e attore, aveva diciassette anni e conobbe d’Annunzio come<br />
addetto alle decorazioni di scena del primo spettacolo all’aperto<br />
organizzato dal Poeta. Nel corso di una passeggiata nel parco con Gabriele,<br />
che lo intratteneva descrivendogli lo splendore delle statue greche,<br />
<strong>Spadolini</strong> avrebbe ricevuto l’ordine di spogliarsi. Alla replica: “Ma … i<br />
giardinieri…”, Gabriele avrebbe risposto: “I giardinieri non vedranno<br />
quello che io vedo, io solo conto. Guardami in faccia. Il peccato è guardare<br />
se ci guardano, poiché in questo caso tu ti associ alla bassezza degli altri.<br />
Alza le braccia … che bellezza!!!”<br />
Giordano Bruno Guerri:<br />
“La mia vita carnale. Amori e passioni di Gabriele d’Annunzio”,<br />
Mondadori 2013
<strong>Spadolini</strong>: “Il Martirio di San Sebastiano” di Gabriele d’Annunzio, 1932
Radice di mandragora a forma di cornucopia, Amuleto ‘zampa di coniglio’ ,<br />
amuleto apotropaico e talismano<br />
simbolo di prosperità e di successo, con topazio<br />
“Gli uomini di spettacolo sono particolarmente superstiziosi: nel<br />
1929, allorché <strong>Spadolini</strong> emigra in Francia, riceve in dono da<br />
Gabriele D’Annunzio una mandragora portafortuna.<br />
La sera del suo debutto al Casinò de Paris nel dicembre 1932, la<br />
‘Venere Nera’ Joséphine Baker gli regala un prezioso amuleto con<br />
zampa di coniglio.<br />
“Superstizioni degli uomini di spettacolo”,<br />
a cura di Antonio Bortolotti
<strong>Spadolini</strong>: “Migliori Auguri in tutte le lingue del mondo”, inviato agli amici, anni ’50 (coll. N. Mei)
Joe Pazen : « <strong>Spadolini</strong> danseur et peintre », Parigi 1946 (coll. Buades)<br />
“Nel 2007 il signor Jean-François Crance rivela il coinvolgimento di<br />
<strong>Spadolini</strong> nella Resistenza antinazista e in un articolo racconta: “… la sua<br />
guerra generosa, pericolosa, incosciente!”<br />
Dopo essersi esibito nella Germania nazista fra l’autunno del 1940 e<br />
l’inverno del 1941 (ad ammirarlo Adolf Hitler e i principali gerarchi),<br />
Spadò si reca in Svezia dove entra in possesso di documenti segreti che fa<br />
pervenire alla Resistenza francese.”<br />
« Spadò il danzatore nudo » A. Livi Editore 2012
Joe Pazen : « <strong>Spadolini</strong> danseur et peintre », Parigi 1946 (coll. Pierre Barlatier De Mas)
Ultima immagine fotografica di Alberto <strong>Spadolini</strong>, autunno 1972 (coll. C. Petix)<br />
“La spia con licenza di danzare: non è un libro di Fleming, né<br />
tantomeno protagonista è l’agente segreto più amato dal cinema. Il<br />
James Bond di cui parliamo è l’italiano Alberto <strong>Spadolini</strong>:<br />
intrepido e sexy come 007, circondato da donne affascinanti e<br />
personaggi del jet set internazionale, in perenne movimento tra<br />
mondo dello spettacolo e della politica, ambienti raffinati e scenari<br />
di guerra ...”<br />
“La spia che ballava” di Erminia Pellecchia,<br />
‘Succede Oggi’, 2014
<strong>Spadolini</strong>, in partenza dal Castello di Brignac, anni ’50 (coll. P. Oger)
NEL PARCO DEL CASTELLO<br />
CONCERTO ‘LA JOIE DE PARIS’<br />
del “Nicoletta Fabbri Quintet”<br />
<strong>Spadolini</strong> : « Château de Brignac », anni ‘50 (coll. P. Oger)
Nicoletta Fabbri: “Sous le ciel de Paris”, 2014<br />
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZzIyB2baNvM<br />
NICOLETTA FABBRI voce<br />
STEFANO TRAVAGLINI basso e contrabbasso<br />
ROBERTO STEFANELLI pianoforte<br />
GABRIELE ZANCHINI fisarmonica<br />
ROBERTO MONTI chitarra<br />
www.albertospadolini.it<br />
A cura dell’ATELIER “ALBERTO SPADOLINI” - RICCIONE