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Ulisse_mar

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Il primo obiettivo della CNMI è rilanciare la città di Milano, il<br />

secondo?<br />

Sono i giovani stilisti, io metterei questo obiettivo addirittura al primo<br />

posto. Abbiamo avuto una stagione clamorosa con i fondatori del<br />

prêt-à-porter, molti di questi sono ancora in vita, altri come Versace<br />

e Ferrè scomparsi da tempo. L’Italia è alla ricerca dei suoi legittimi<br />

successori. La CNMI ha dato negli ultimi anni una grande visibilità<br />

ai giovani stilisti permettendogli di sfilare durante le Fashion Week<br />

non più l’ultimo giorno, che vede la maggior parte dei giornalisti<br />

e buyer internazionali già partiti per Parigi, ma spalmando le loro<br />

sfilate all’interno del calendario, tra i nomi più importanti dando loro<br />

la giusta visibilità. Creare i calendari della moda non è la cosa più<br />

facile che si possa immaginare, gli equilibri sono davvero delicati,<br />

far contenti tutti non è proprio possibile. Io sostengo il sistema alla<br />

francese, il quale prevede che una volta messo a punto un calendario<br />

lo si tenga fisso e per cambiare uno slot lo si faccia a due condizioni:<br />

che l’altra azienda, o brand, con la quale si vuole scambiare<br />

la posizione nel programma sia d’accordo e con il benestare della<br />

Fédération Française de la Couture, du Prêt-à-Porter des Couturiers<br />

et des Créateurs de Mode (l’equivalente della CNMI). Nell’ultimo<br />

calendario Uomo sono riuscito a ottenere il meglio ma ho dovuto<br />

dire un sacco di no. Ancor di più per il calendario della Donna di febbraio,<br />

i miei no sono sempre stati motivati, con rispetto. Una buona<br />

amministrazione è fatta da tanti no e pochi sì, ma l’importante è che<br />

i no vengano sempre motivati.<br />

Com’è il rapporto tra la CNMI e le istituzioni?<br />

Oggi abbiamo una fortuna, avere come Assessore alla Moda e agli<br />

Eventi del Commercio, Cristina Taiani e con lei le cose vanno benissimo.<br />

È una persona di grande intelligenza, una donna seria e preparata,<br />

un interlocutore che ascolta e quello che può fare lo fa.<br />

Quanto è difficile il rapporto tra CNMI e le altre istituzioni internazionali<br />

rappresentative delle loro Fashion Week?<br />

Le istituzioni camminano sulle gambe degli uomini. Quando io sono<br />

stato eletto presidente della CNMI alla Fédération Française de la<br />

Couture, du Prêt-à-Porter des Couturiers et des Créateurs de Mode,<br />

c’era già il presidente Didier Grumbach, con lui ho stretto un patto<br />

di grande alleanza, avendo un’interlocuzione chiara e trasparente. Il<br />

26 giugno del 2000 ero Presidente da poco più di 6 mesi e a Parigi<br />

presente il Ministro dell’Industria, Enrico Letta, poi diventato Premier,<br />

e il ministro François Huwart, abbiamo firmato un accordo che<br />

prevedeva 9 punti. 150 bandiere francesi e italiane hanno fatto da<br />

cornice a questo evento. La scelta di diventare alleati è stata presa<br />

per difenderci nei confronti di editori americani che, con la ‘spalla’<br />

anglosassone, stavano creando alcuni problemi alle Fashion Week di<br />

Milano e Parigi. Aver creato un blocco consecutivo di 15 giorni per le<br />

sfilate di Milano e Parigi ci ha permesso di formulare calendari ogni<br />

tre anni precisi e perfetti, abbiamo risolto insieme anche la questione<br />

della sfilata Uomo A/I, perché troppo vicina all’Epifania e quindi rischiava<br />

di schiacciare Pitti Immagine Uomo e Londra.<br />

Come vede la moda italiana tra 20 anni?<br />

La vedo ancor più affermata a livello internazionale, con i Fashion<br />

Incubator molti dei nostri giovani stilisti stanno avendo successo arrivando<br />

anche a concedere licenze. La Francia ha due grandi gruppi,<br />

LVMH e Kering, più due grandi campioni, Chanel e Hermès. L’Italia<br />

invece è diversa, ha almeno una decina di ‘big name’, in più un bel<br />

numero di aziende piccole/medie/grandi che continueranno a crescere<br />

contaminando l’intero sistema mondiale. La mia speranza è che<br />

alcune griffe italiane non passino in mano a grossi gruppi stranieri.<br />

Cosa si aspetta dal suo nuovo ruolo di Presidente onorario con<br />

delega?<br />

È una carica importantissima a cui tengo particolarmente, mi permette<br />

di essere il portabandiera di un’eccellenza unica nel panorama<br />

mondiale e di poter interloquire a livello istituzionale per permettere<br />

all’Italia di continuare a essere leader nel mondo.<br />

bach was already the president. I made a pact of great alliance<br />

with him, having a clear and transparent dialogue. On 26 June<br />

2000 I had been president for just over six months. In Paris, the<br />

Minister of Industry, Enrico Letta, later Premier, and Minister<br />

François Huwart were present. We signed a nine-point agreement.<br />

150 French and Italian flags were the backdrop to this<br />

event. We chose to become allies to defend ourselves against<br />

American publishers that, with U.S. and U.K. backing, were<br />

creating some problems at Fashion Weeks in Milan and Paris.<br />

The two-week shutdown of fashion shows in Milan and Paris<br />

allowed us to formulate calendars every three years precisely<br />

and perfectly. Together we solved the question of the Men’s A/I<br />

show that was too close to Epiphany and threatened to make<br />

Pitti Immagine Uomo and London too close together.<br />

How do you see Italian fashion in 20 years?<br />

I envision it even better established internationally. With<br />

Fashion Incubators, many of our young designers are having<br />

success, even granting licenses. France has two large groups,<br />

LVMH and Kering, plus two great champions, Chanel and<br />

Hermès. But Italy is different. It has at least a dozen “big names”,<br />

plus a good number of small/medium/large companies<br />

that continue to grow and influence the entire world system. My<br />

hope is that some Italian brands will not pass into the hands of<br />

large foreign groups.<br />

What do you foresee in your new role as Honorary President<br />

with responsibility?<br />

It’s an important charge that I care about particularly. It allows<br />

me to be the standard bearer of unique excellence and to speak<br />

institutionally to allow Italy to continue to be a world leader.<br />

ULISSE MARZO 2015 39<br />

Giorgio Armani sfilata donna P/E 15 Giorgio Armani sfilata uomo A/I 15-16

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