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Le autobotti bianche e gialle Le autobotti bianche e gialle Il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, più brevemente COOU, non è un soggetto sconosciuto per i gestori delle stazioni di servizio e per gli autoriparatori. Le sue autobotti bianche e gialle compaiono regolarmente sui piazzali dei punti vendita per un appuntamento non rituale. Il COOU, da sempre, raccomanda alla sua rete di raccolta (oltre 70 imprese in tutta Italia),di instaurare con i gestori un rapporto che non è soltanto di lavoro, ma vuole essere un rapporto tra colleghi, tra piccoli imprenditori interessati a raggiungere le stesse finalità. Il terminale di questo lavoro resta pur sempre l’utente: quell’automobilista sempre frettoloso e spesso non disponibile a comprendere le problematiche del gestore della stazione di servizio. Cortesia ed efficienza nella prestazione del servizio sembrano essere atti dovuti, da saldare in fretta con una carta di credito, ma ai più sfugge la complessità di questo lavoro, che ha connotati di esperienza, capacità, coordinazione corretta do numerosi fattori. Tra questi, il fattore ambientale. L’ambiente non è più soltanto la retorica di pochi predicatori. È sempre più il gesto quotidiano di molti. Il COOU è a disposizione dei suoi amici delle stazioni di servizio proprio per questo. La raccolta dell’olio lubrificante usato è il compito, che una legge ormai da più di 20 anni, gli ha affidato insieme ad una missione imprenditoriale precisa: gestire tutto con il massimo di capacità ed efficienza “privatistica”. Il Consorzio, in sostanza, deve comportarsi come qualsiasi imprenditore privato. Non è un organismo pubblico, anche se non ha scopo di lucro. I suoi soci non vogliono dispersioni e sprechi:il contributo deve essere contenuto in termini ragionevoli a fronte di un servizio efficace, che viene poi sottoposto al controllo di ben 4 Ministeri che, pur non avendo gestione diretta, contribuiscono a indirizzarla, sedendo in Consiglio di Amministrazione. Quando gli amici e gestori dell’api vedono dunque arrivare l’autobotte del COOU, devono sapere che arriva un collega imprenditore che ha anche obiettivi di carattere pubblico rilevanti per lo Stato italiano e per l’Europa. È quest’ultima, infatti, con le sue direttive, ad avere stabilito il principio che “chi inquina paga” e l’olio lubrificante può inquinare molto, perché è un liquido difficile da gestire, come ben sanno i gestori delle stazioni di servizio. L’importante è saperlo gestire; ecco perché due diverse professionalità (quella del raccoglitore e quella del gestore) debbono incontrarsi e collaborare. Il COOU intende ora intensificare la sua azione di supporto ai gestori, che potranno sempre più godere dei vantaggi di una presenza capillare, di una comunicazione efficace (che sarà portata anche sui piazzali) e di un affiancamento vero. Come deve avvenire tra colleghi-amici. NUMERO VERDE 800 863048
Speciale Scuola di Formazione Commerciale Passaggio di consegne In questo numero, segnaliamo il passaggio di consegne tra due esperti. Il primo, l’ideatore e il promotore della Scuola di Formazione Commerciale, lascia lo scettro al secondo, il nuovo responsabile della scuola. Oggi, la direzione della Scuola passa quindi al dott. Salvatore Marigliano, dopo quattro di sana gestione del Dott. Giancarlo Tocchi. Dalla redazione un sentito grazie per il supporto che il dott. Tocchi ha dato ad “api con Voi”.Tuttavia siamo lieti di comunicare che Giancarlo Tocchi non lascia la Scuola completamente. Infatti ha già assunto la veste del “professore”, in qualità di docente esperto di tutti i corsi per gestori. Ci complimentiamo per il suo operato e auguriamo al neo responsabile buona fortuna per un proseguimento di tutto successo! Intervista al nuovo responsabile Salvatore Marigliano Dott. Marigliano, cosa cambia per la SFC? «La scuola non subisce stravolgimenti. C’è una continuità nella formazione, dettata dall’evoluzione del mercato. La Scuola diventa uno spazio dove ciascuno può confluire le proprie idee e misurarle per crescere insieme. «Ritengo che una “best practices” per la gestione della scuola di formazione sia sapere ascoltare anche i segnali deboli che arrivano dalla periferia per migliorare il processo di integrazione tra gestori e struttura operativa». Quindi la Scuola come confronto, come apertura, come voglia di mettere insieme le idee. Noi pensiamo di trasmettere a chi viene ai nostri corsi la voglia e la capacità di raccontare le loro emozioni e i loro sogni, cercheremo con metodo e professionalità di incanalare queste energie, in modo tale da raggiungere gli obiettivi che ci poniamo insieme. Come uomo di campo, credo molto nelle esperienze che ho maturato in tanti anni di periferia e ritengo che una p21
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