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la vita stessa. Secondo quest’ottica<br />
e secondo i disegni di Dio, il Male<br />
quindi, in se stesso, non esiste: esso<br />
non è però una pura allucinazione<br />
dell’uomo comune, che è portato a<br />
scorgerlo nelle realtà contingenti e<br />
transitorie del mondo. È invece l’uomo<br />
stesso che, con la libertà che gli è<br />
stata data, con il suo libero arbitrio,<br />
con la possibilità di decidere del proprio<br />
futuro e attraverso le sue scelte,<br />
decide di servirsene e di praticarlo.<br />
L’essere umano lo fa sostanzialmente<br />
per due motivi: per un desiderio di<br />
“autodeterminazione assoluta”, ossia<br />
per un’incondizionata autonomia di<br />
scelta con l’emancipazione totale da<br />
Dio, e per il “falso oggetto” del suo<br />
amore, che non è più rivolto a Dio<br />
ma al mondo materiale.<br />
S. Agostino distinse il male in tre<br />
categorie:<br />
• male ontologico - la creaturalità<br />
- l’essere ed il bene sono proporzionali;<br />
quindi tanto più perfetto<br />
è ontologicamente un ente, tanto<br />
“più bene” si troverà in esso: ora,<br />
per quanto perfetto sia un ente,<br />
in quanto creato non potrà mai<br />
coincidere con “il bene”, perché<br />
sarà comunque ontologicamente<br />
più povero del Creatore. Di questa<br />
povertà ontologica Dio non è<br />
responsabile e quindi lo<br />
stesso male non è qualcosa,<br />
ma solo “privatio<br />
boni”, privazione di bene;<br />
• male morale - il peccato<br />
- anche questo non dipende<br />
da Dio, in quanto<br />
è una conseguenza della<br />
libertà di scelta dell’uomo;<br />
• male fisico - il dolore e<br />
la morte - anche di questo<br />
Dio non è responsabile,<br />
in quanto non è<br />
null’altro che la conseguenza<br />
del peccato.<br />
Dal punto di vista morale<br />
(dal latino mos, genit. moris),<br />
ma anche etico-religioso,<br />
dal punto di vista delle<br />
abitudini comportamentali<br />
dell’uomo e delle sue relazioni<br />
all’interno della società<br />
e del mondo, il Male si<br />
identifica con il peccato,<br />
che va inteso come rifiuto,<br />
il più delle volte consapevole,<br />
di attuare il bene proprio e altrui,<br />
ma anche di raggiungere il Bene<br />
stesso; il che si esplica nel commettere<br />
il Male e quindi nel non accettare la<br />
subordinazione ad un Essere superiore<br />
che, in questo caso, è Dio.<br />
Questo tipo di Male ‘morale’ è dunque<br />
strettamente connesso con il concetto<br />
di libero arbitrio, della libera scelta<br />
data all’uomo, il quale può decidere<br />
in modo autonomo di sé stesso e<br />
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