Febbraio2015 Orizzonte Magazine
Mensile di attualità e cultura Anno 2 N. 2 Febbraio 2015 C’ERA UNA VOLTA IN ADELFIA UNA VILLA ROMANA... IL FILOSOFO E IL FANTASMA Metafisica e paranormale nella storia. ASPIRANTI MODELLE Come accostarsi a intimo, trasparenze e nudo. STRADELLA La città della fisarmonica. INTERNET HA CAMBIATO IL NOSTRO MODO DI VIAGGIARE ORIZZONTE FOOD La focaccia di Recco con formaggio Tradizioni di Carnevale: il Migliaccio I GRANDI DELLA FOTOGRAFIA: IRVING PENN
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Mensile di<br />
attualità e cultura<br />
Anno 2 N. 2<br />
Febbraio 2015<br />
C’ERA UNA VOLTA IN ADELFIA<br />
UNA VILLA ROMANA...<br />
IL FILOSOFO E IL FANTASMA<br />
Metafisica e paranormale nella storia.<br />
ASPIRANTI MODELLE<br />
Come accostarsi a intimo,<br />
trasparenze e nudo.<br />
STRADELLA<br />
La città della fisarmonica.<br />
INTERNET HA CAMBIATO<br />
IL NOSTRO MODO DI VIAGGIARE<br />
ORIZZONTE FOOD<br />
La focaccia di Recco con formaggio<br />
Tradizioni di Carnevale: il Migliaccio<br />
I GRANDI DELLA FOTOGRAFIA: IRVING PENN
2 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 3
IN PRIMO PIANO<br />
6 C’era una volta in Adelfia<br />
una villa romana...<br />
40 Aspiranti modelle<br />
Come accostarsi a intimo,<br />
trasparenze e nudo.<br />
48 Nuovi Volti all’<strong>Orizzonte</strong><br />
Sono partite le selezioni 2015.<br />
CULTURA<br />
14 Il filosofo e il fantasma.<br />
20 Stradella:<br />
la città della fisarmonica.<br />
50 Da Ouroboros<br />
Il seme.<br />
56 I grandi della fotografia:<br />
Irving Penn.<br />
NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />
32 Internet ha cambiato<br />
il nostro modo di viaggiare<br />
36 BIT: a Rho FieraMilano<br />
tre giorni dedicati al turismo.<br />
54 Forza dei Consumatori verso<br />
il riconoscimento nazionale.<br />
RUBRICHE<br />
59 Fotografando<br />
63 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />
Tradizioni di Carnevale:<br />
il Migliaccio.<br />
68 Risotto con pasta di salame<br />
e Bonarda dell’Oltrepò pavese.<br />
72 Lo sapevate che<br />
Silene vulgaris<br />
75 Oroscopo del mese.<br />
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />
parte della pubblicazione può essere<br />
riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />
espressa autorizzazione. della Direzione.<br />
Le opinioni espresse negli articoli<br />
impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />
né rappresentano il pensiero<br />
della Direzione.<br />
4 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
EDITORIALE<br />
La vicenda in primo piano di questo mese riguarda<br />
un bene culturale importante, di quelli che potrebbero<br />
rappresentare una miniera d’oro per il nostro<br />
paese e invece giacciono dimenticati, nascosti, prede<br />
del degrado del tempo e dell’incuria degli uomini.<br />
La villa romana di Adelfia è un reperto archeologico<br />
di circa 2000 anni fa: una costruzione sfarzosa, con<br />
terme private, mosaici, rivestimenti in marmo, probabilmente<br />
appartenuta ad un ricco proprietario terriero,<br />
probabilmente a suo tempo punto di riferimento<br />
eonomico di una importante comunità.<br />
Venuta alla luce casualmente, se ne sono iniziati gli<br />
scavi che, interrotti poco tempo dopo per mancanza<br />
di fondi, sono stati rapidamente ricoperti. Sul posto<br />
non un cartello nè alcuna indicazione; a testimoniarne<br />
la presenza resta solo un vincolo della Soprintendenza,<br />
la memoria dei cittadini di Adelfia, destinata ad affievolirsi<br />
col tempo, e l’attività dei tombaroli che, loro<br />
sì, non dimenticano mai un buon sito archeologico e<br />
ben conoscono i vantaggi che, dal loro punto di vista,<br />
se ne possono ricavare.<br />
Accade così che il mancato stanziamento di qualche<br />
decina di migliaia di euro ha sepolto sine die una potenziale<br />
occasione di sviluppo culturale ed economico<br />
di un territorio, che avrebbe potuto portare ricchezza<br />
e notorietà, sollecitare l’attenzione della comunità<br />
scientifica, attivare flussi turistici.<br />
Un’ulteriore occasione perduta, nell’indifferenza di<br />
tutti, o quasi.<br />
Franco Ardito<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
Mensile di attualità e cultura<br />
Anno 2 n. 2 - Febbraio 2015<br />
Reg. trib. di Bari n° 19/2014<br />
Franco Ardito<br />
Direttore Responsabile<br />
Angelo Ferri<br />
Direttore Editoriale<br />
Redazione<br />
via dei Mille, 50/A - 70126 Bari (BA)<br />
tel.: 080 4591214<br />
e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />
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La collaborazione avviene su invito.<br />
Articoli e materiali non si restituiscono.<br />
La Direzione si riserva di adattare<br />
testi, illustrazioni e fotografie alle<br />
esigenze della pubblicazione.<br />
Articoli e immagini vanno inviati per e-<br />
mail a: orizzonte-magazine@libero.it<br />
Gli articoli dovranno pervenire in<br />
formato doc o docx e le immagini in<br />
formato jpeg, con una risoluzione<br />
non inferiore a 300 ppi.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 5
Zona archeologica di contrada<br />
“Tesoro”; la zona vincolata dalla<br />
Soprintendenza ai Beni Archeologici<br />
della Puglia è indicata in rosso,<br />
in nero è invece l’area annessa al<br />
vincolo.<br />
di Maurizio Chionno<br />
C’ERA UNA VOLTA IN ADELFIA<br />
UNA VILLA ROMANA...<br />
di Franco Ardito<br />
R<br />
accontiamo oggi una vicenda<br />
che, se non fosse<br />
assurdamente vera,<br />
sembrerebbe solo una<br />
storia, di quelle che si raccontano<br />
fra amici per sorprendere e meravigliare,<br />
o che nelle lunghe sere<br />
d’inverno i nostri vecchi raccontavano<br />
intorno al fuoco, riferite<br />
ad un imprecisato ed improbabile<br />
6 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
periodo senza tempo di cui si è<br />
persa memoria.<br />
In un certo senso questa vicenda<br />
riguarda proprio la memoria, il<br />
ricordo che qualunque comunità<br />
dovrebbe avere di se stessa, per<br />
mantenere viva la propria storia<br />
e le proprie radici, per analizzare<br />
il passato, imparare dai propri<br />
errori, per restare vivi attraverso<br />
il tempo.<br />
Purtroppo oggi questi concetti<br />
valgono sempre meno: ci si lascia<br />
il passato alle spalle come se non<br />
fosse mai esistito, per guardare<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 7
Una villa sontuosa,<br />
con terme private,<br />
pavimenti<br />
a mosaico e<br />
decorazioni in<br />
marmo policromo,<br />
probabilmente<br />
appartenuta ad<br />
un personaggio di<br />
elevata condizione<br />
sociale ed<br />
economica.”<br />
avanti, in nome di un malinteso<br />
progresso che non tiene conto<br />
di quello che eravamo, e di come<br />
abbiamo fatto a diventare quello<br />
che siamo. Questi interessi si<br />
lasciano a pochi isolati appassionati,<br />
spesso inascoltati, talvolta<br />
considerati fuori dal mondo solo<br />
perché non credono che il benessere<br />
di una comunità passi esclusivamente<br />
attraverso l’impresa, a<br />
scapito della cultura e dei beni ad<br />
essa connessi, a detrimento del<br />
territorio e della sua storia.<br />
Questa è la vicenda.<br />
La contrada “Tesoro” di Adelfia<br />
è da sempre conosciuta per i reperti<br />
archeologici venuti alla luce<br />
nel corso degli anni, fin dalla metà<br />
dell’ottocento, quanto un certo<br />
avv. Giuseppe Rubini aveva rinvenuto<br />
in un suo terreno diverse<br />
tombe peucete riferibili al V-IV<br />
sec. a.C., che contenevano vasi,<br />
oggetti di bronzo e suppellettili.<br />
Naturalmente si tratta di un’oasi<br />
felice per i tombaroli, che spesso<br />
e volentieri vi recuperano interessanti<br />
reperti avviandoli verso<br />
le più diverse destinazioni.<br />
I saccheggi in quell’area hanno<br />
anche precedenti illustri: tra<br />
il 1821 e il 1826 il barone Franz<br />
von Koller, Intendente generale<br />
dell’esercito austriaco di presidio<br />
a Napoli, svolse una campagna<br />
di scavi nell’area dell’antica Caelia,<br />
al cui territorio apparteneva<br />
la contrada “Tesoro”. Ne trasse<br />
una serie di magnifici vasi risalenti<br />
ad un’epoca compresa fra il 375<br />
e il 310 a.C., che fece restaurare<br />
presso il Reale Museo Borbonico<br />
8 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 9
I vasi recuperati dal barone von<br />
Koller nel territorio dell’antica Caelia,<br />
attualmente di proprietà dello<br />
Staatliche Museen di Berlino.<br />
di Napoli.<br />
Alla morte del barone i vasi furono<br />
venduti al museo di Berlino,<br />
l’attuale Staatliche Museen, che ne<br />
è tuttora in possesso. Per la cronaca,<br />
dallo scorso novembre sono<br />
in mostra presso la Villa Getty a<br />
Pacific Palisades, in California, dove<br />
rimarranno fino a maggio 2015.<br />
Quando, durante lavori agricoli<br />
in un terreno della contrada “Tesoro”,<br />
emergono i resti di una<br />
costruzione romana, nessuno si<br />
sorprende più di tanto. E’ il 1996;<br />
della scoperta viene informata la<br />
Sovrintendenza per i Beni Archeologici<br />
della Puglia e si iniziano i<br />
lavori di scavo.<br />
La sorpresa nasce quando gli scavi<br />
portano alla luce i resti di una<br />
serie di costruzioni, fra le quali<br />
un vero e proprio edificio termale,<br />
composto da una piscina, con<br />
relative canalizzazioni di deflusso,<br />
accanto alla quale sono disposti<br />
tre ambienti affiancati; due di<br />
questi probabilmente corrispondono<br />
al calidarium e al tepidarium,<br />
caratterizzati dalle suspensure, caratteristici<br />
pilastrini che ne rialzavano<br />
il pavimento. Il ritrovamento<br />
di alcune tessere di mosaico dimostra<br />
inequivocabilmente che la<br />
pavimentazione di questi ambienti<br />
era musiva, mentre le strutture<br />
murarie erano rivestite di marmo<br />
policromo, frammenti del quale si<br />
rinvengono negli strati superficiali<br />
dello scavo.<br />
Attigui alla piscina (la natatio), tre<br />
ambienti di piccole dimensioni<br />
appartengono alla pars rustica del<br />
10 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
complesso; vi si<br />
rinvengono, infatti,<br />
un piccolo<br />
focolare e alcune<br />
strutture annerite<br />
dal fuoco, che<br />
fanno pensare a<br />
vani adibiti ad attività<br />
produttive.<br />
Non ci sono<br />
dubbi: la presenza<br />
di un edificio<br />
termale, per di<br />
più decorato con<br />
mosaici e ricco di<br />
marmi policromi,<br />
fa pensare<br />
ad una sontuosa<br />
villa romana il<br />
cui proprietario<br />
apparteneva sicuramente<br />
ad<br />
una elevata condizione economica<br />
e sociale. Il rinvenimento negli<br />
scavi di un denario d’argento<br />
con l’effige di Vibia Sabina, moglie<br />
dell’imperatore Traiano, coniato<br />
fra il 128 e il 136 d.C., fa risalire<br />
la villa a un periodo compreso fra<br />
l’epoca tardo-repubblicana e il II<br />
secolo d.C..<br />
La scoperta è clamorosa: non<br />
solo una costruzione del genere<br />
non ha uguali in tutta la Puglia, ma<br />
contribuisce a delineare un pezzo<br />
di storia del territorio di cui si<br />
conosce molto poco e che investe<br />
il periodo della colonizzazione<br />
romana, quando una potente<br />
colonia appartenente alla gens<br />
Claudia si insediò nel territorio di<br />
Caelia, a cui apparteneva la contrada<br />
“Tesoro”.<br />
La villa verosimilmente costituiva<br />
l’epicentro economico di un<br />
grande insediamento abitativo; lo<br />
dimostrerebbe la presenza di una<br />
necropoli rurale, testimoniata dal<br />
rinvenimento di un’iscrizione funeraria<br />
della seconda metà del II<br />
secolo d.C., e un colombario di età<br />
romana rinvenuto nel 1966 nell’abitato<br />
di Adelfia, in via Conella,<br />
a circa 1300 metri in linea d’aria<br />
La copertura degli scavi e (sotto)<br />
un punto di collasso,<br />
non sappiamo se spontaneo o<br />
provocato dai cercatori abusivi.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 11
dalla villa.<br />
I lavori di scavo proseguono per<br />
un po’ di tempo, poi all’improvviso<br />
accade l’inverosimile: finiscono<br />
i soldi e le indagini s’interrompono,<br />
nonostante il corpo vero e<br />
proprio della villa sia ancora tutto<br />
da scoprire e nonostante il terreno<br />
di contrada “Tesoro” riservi<br />
ancora chissà quali e quante sorprese.<br />
Per non lasciarli in preda<br />
dell’attività dei tombaroli, dato<br />
che la mancanza di fondi non permette<br />
neanche la spesa per la vigilanza,<br />
gli scavi vengono occultati<br />
con una copertura di mattoni e<br />
cemento, piuttosto approssimativa,<br />
visto che col tempo addirittura<br />
collassa in alcuni punti.<br />
Sostanzialmente ci si mette una<br />
pietra sopra e della villa romana,<br />
pur definita “di eccezionale interesse”<br />
dalla Soprintendenza per i Beni<br />
Archeologici della Puglia, si perde<br />
memoria. Ci si dimentica perfino<br />
del colombario di via Conella: attualmente<br />
non è più visibile, se ne<br />
sono perse le tracce, forse inghiottite<br />
dalla foga edilizia o dall’incuria<br />
e dalla memoria labile dei cittadini.<br />
Se non ne esistessero le foto<br />
potrebbe anch’esso entrare a far<br />
parte delle storie raccontate dai<br />
nostri vecchi intorno al fuoco nelle<br />
lunghe sere d’inverno.<br />
Nel frattempo, nel 1998, il Comune<br />
di Adelfia adotta il suo Piano<br />
Regolatore, che prevede nella zona<br />
un’area di espansione edilizia.<br />
Certo la villa di contrada “Tesoro”<br />
è sotto vincolo della Soprintendenza,<br />
ma ora come ora la<br />
villa è interrata, non la si vede più,<br />
e siccome lontano dagli occhi lontano<br />
dal cuore, la memoria labile<br />
può sempre agevolare appetiti e<br />
suggerire scorciatoie.<br />
Ma a pensar male si fa peccato e<br />
noi all’anima nostra ci teniamo; ci<br />
piace perciò sottolineare che non<br />
sempre la memoria degli uomini<br />
si affievolisce. E così, per la pervicace<br />
volontà dell’avvocato adelfiese<br />
Vito Nicassio, appassionato<br />
studioso della sua città e delle sue<br />
radici storiche, nasce il Comitato<br />
Villa Romana di contrada “Tesoro”,<br />
con lo scopo di riportare alla luce<br />
la villa “affinché venga fruita come<br />
patrimonio della nostra storia e della<br />
nostra memoria”.<br />
L’iniziativa è stata salutata con<br />
molto entusiasmo da parte dei<br />
cittadini di Adelfia e non solo. Il<br />
Comitato ha anche costituito un<br />
12 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
proprio gruppo su FaceBook, al<br />
quale aderiscono numerosi personaggi<br />
della politica e della cultura,<br />
compreso l’avv. Vito Antonacci,<br />
Sindaco di Adelfia.<br />
Una volta esumata la villa, magari<br />
utilizzando fondi comunitari, potrebbe<br />
realizzarsi nella zona un<br />
itinerario archeologico in grado<br />
di sollecitare l’attenzione sul territorio,<br />
di attirare interessi imprenditoriali<br />
turistico-culturali e<br />
di costituire un centro di sviluppo<br />
economico per la comunità adelfiese.<br />
“Purtroppo - dice l’avv. Nicassio<br />
- la logica soccombe quando<br />
la storia e l’archeologia ostacolano<br />
l’espansione edilizia e gli interessi<br />
che gravitano intorno ad essa”; si<br />
tratta ora di dimostrare che questo<br />
teorema non è necessariamente<br />
vero.<br />
Corrispondenza intercorsa fra<br />
il Circolo Legambiente “Adelfia<br />
2012” e la Sporintendenza per<br />
i Beni Archeologici della Puglia a<br />
proposito della villa romana di<br />
contrada “Tesoro”.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13
IL FILOSOFO<br />
E IL FANTASMA<br />
di Giuseppe Giandomenico Liuzzi<br />
N<br />
ell’ultimo articolo,<br />
scritto con Donato<br />
Raspatelli, concludevamo<br />
con<br />
una citazione di Aristotele, che<br />
a proposito della conoscenzasapienza<br />
affermava che all’origine<br />
di essa vi è la curiosità destata<br />
dalla meraviglia. “Gli uomini hanno<br />
cominciato a filosofare, ora come in<br />
14 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
origine, a causa della meraviglia[…]<br />
Ora, chi prova un senso di dubbio<br />
e di meraviglia riconosce di non<br />
sapere […] Cosicché, se gli uomini<br />
hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza,<br />
è evidente che ricercano<br />
il conoscere solo al fine di sapere e<br />
non per conseguire qualche utilità<br />
pratica […] e, anzi, è evidente che,<br />
come diciamo uomo libero colui che<br />
è fine a se stesso e non è asservito<br />
ad altri, così questa sola, tra tutte le<br />
altre scienze, la diciamo libera: essa<br />
sola, infatti, è fine a se stessa.”<br />
(Aristotele, Metafisica I,2,982b).<br />
Potrebbe, infatti, a prima vista risultare<br />
singolare e alquanto bizzarro<br />
che chi, come lo scrivente,<br />
provenga da esperienze di studi<br />
filosofici possa interessarsi al<br />
mondo del paranormale; ma a<br />
ben guardare il filosofo non tradisce<br />
il suo ruolo, perché è proprio<br />
del “fare filosofico” indagare quei<br />
fenomeni che destano “senso di<br />
dubbio o meraviglia”. Il proposito<br />
di questo contributo - diviso<br />
per motivi spazio in più parti - è<br />
quello di fare un breve excursus<br />
di natura storica che giustifichi, al<br />
di là dei luoghi comuni, l’interesse<br />
per questo specifico ambito di<br />
ricerca. Tralascerò volutamente<br />
l’approccio psicologico ed antropologico,<br />
dei quali tratterò nei<br />
prossimi articoli.<br />
È Plinio il Giovane a fornirci alcune<br />
testimonianze che sembrerebbero<br />
provare l’esistenza dei<br />
fantasmi. La lettera qui riportata,<br />
che ha come protagonista del<br />
racconto un filosofo, è scritta<br />
all’amico Lucio Sura, un influente<br />
personaggio che sostenne la candidatura<br />
di Traiano all’Impero e<br />
che svolse accanto all’Imperatore<br />
un’attività politica simile a quella<br />
che Mecenate svolse presso Augusto.<br />
Scopo di Plinio con questa<br />
lettera è proprio quello di appurare,<br />
facendo appello alle conoscenze<br />
scientifiche dell’amico, se<br />
i fantasmi esistano davvero o se<br />
invece siano frutto della nostra<br />
fantasia dominata dalla paura.<br />
Ecco quello che Plinio racconta:<br />
“Il tempo libero offre a me la possibilità<br />
di imparare e a te (quella)<br />
di insegnare. Pertanto vor rei proprio<br />
sapere se tu pensi che i fantasmi<br />
esistano e abbiano una forma propria<br />
e un qualche potere divino o<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15
ene la visione se ne fosse andata,<br />
il ricordo di quell’immagine vagava<br />
negli occhi e la paura durava più<br />
a lungo della cause della paura. La<br />
se, inconsistenti<br />
e vani, prendano<br />
forma dalla<br />
nostra paura.<br />
Io sono indotto<br />
a credere che<br />
esistano […]<br />
C’era ad Atene<br />
una casa ampia<br />
e spaziosa,<br />
ma maledetta<br />
e mortifera. Nel<br />
silenzio della<br />
notte si sentiva<br />
un suono<br />
di ferraglia e,<br />
se si ascoltava<br />
con maggior<br />
attenzione, uno<br />
strepito di catene<br />
dapprima<br />
più lontano,<br />
poi vicinissimo:<br />
quindi appariva<br />
un fantasma,<br />
un vecchio<br />
malconcio per<br />
la magrezza<br />
e per l’aspetto<br />
trasandato, con<br />
la barba lunga<br />
e i capelli ispidi;<br />
portava ceppi<br />
ai piedi e catene<br />
alle mani<br />
e le scuoteva.<br />
Perciò gli abitanti<br />
trascorrevano<br />
nella veglia,<br />
per la paura, notti spaventose<br />
e terribili; all’insonnia seguiva la malattia<br />
e, col crescere della paura, la<br />
morte. Infatti anche di giorno, sebcasa<br />
rimase dunque<br />
abbandonata e condannata<br />
alla solitudine<br />
e lasciata tutta a quella<br />
creatura mostr uosa;<br />
tuttavia veniva offerta<br />
al pubblico, sia che<br />
qualcuno, ignaro di un<br />
problema così grave,<br />
volesse comprarla, sia<br />
che volesse affittarla.<br />
Ar riva ad Atene il filosofo<br />
Atenodoro, legge<br />
l’annuncio e, sentito il<br />
prezzo, poiché lo insospettiva<br />
il fatto che<br />
fosse così basso, chieste<br />
informazioni, viene<br />
informato di tutto,<br />
e nonostante questo,<br />
anzi proprio per questo,<br />
la prende in affitto.<br />
Quando cominciò a<br />
far sera, ordinò che gli<br />
fosse preparato il letto<br />
nella parte della casa<br />
più vicina all’ingresso,<br />
chiese le tavolette, lo<br />
stilo, un lume, fece ritirare<br />
tutti i suoi nelle<br />
parti più interne della<br />
casa; egli stesso concentrò<br />
nello scrivere il<br />
pensiero, gli occhi, la<br />
mano, per evitare che<br />
la mente libera si immaginasse<br />
i fantasmi<br />
di cui aveva sentito<br />
parlare e vane paure.<br />
All’inizio, come dappertutto, il silenzio<br />
della notte; poi ecco uno scuotere<br />
di ferro, un muovere di catene.<br />
Egli non sollevava gli occhi, non<br />
16 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
posava la penna, ma rafforzava il<br />
suo animo e non dava peso a ciò<br />
che sentiva. Allora il fragore incominciò<br />
a crescere, ad avvicinarsi e<br />
a sentirsi ormai come sulla soglia,<br />
ormai come dentro la soglia. Egli si<br />
volta, vede e riconosce la figura di<br />
cui gli avevano parlato.<br />
Era in piedi e faceva segno<br />
con il dito come se<br />
lo chiamasse. Costui (=<br />
Atenodoro) di rimando<br />
le fa cenno con la mano<br />
di aspettare un po’ e di<br />
nuovo si mette a scrivere<br />
sulle tavolette cerate.<br />
Quella intanto, mentre<br />
egli scriveva, gli faceva<br />
risuonare le catene sulla<br />
testa. Atenodoro si volta<br />
di nuovo e vede che gli<br />
faceva lo stesso cenno di<br />
prima, e senza perdere<br />
tempo prende il lume<br />
e la segue. Quella procedeva<br />
a passo lento,<br />
come se fosse appesantita<br />
dalle catene. Dopo<br />
che ebbe deviato verso il<br />
cortile della casa, svanita<br />
all’improvviso, abbandonò<br />
il compagno. Rimasto solo,<br />
raccolte delle erbe e delle foglie, le<br />
pone su quel luogo come segno. Il<br />
giorno seguente si reca dai magistrati<br />
e li invita ad ordinare di scavare<br />
in quel luogo. Si trovano delle<br />
ossa strettamente intrecciate alle<br />
catene, che il corpo consumato dal<br />
tempo e dalla terra aveva lasciato<br />
nude e corrose dai vincoli; raccolte,<br />
vengono seppellite a spese pubbliche.<br />
La casa da quel momento, sepolti<br />
secondo il rito quei resti mortali,<br />
fu liberata dal fantasma.<br />
Certo, io credo a queste vicende<br />
sulla base di coloro che le dichiarano;<br />
questo fatto invece posso dichiararlo<br />
io agli altri. […] Perciò ti<br />
prego che tu metta in campo tutte<br />
le tue conoscenze. La questione<br />
merita che tu la consideri a lungo e<br />
in modo approfondito e neppure io<br />
sono immeritevole di avere la possibilità<br />
di giovarmi della tua scienza.<br />
Anche se, come sei solito fare,<br />
discuterai avanzando gli argomenti<br />
che ognuna delle due tesi possiede,<br />
tuttavia trai da una delle due<br />
una conclusione più valida, per non<br />
lasciarmi titubante e incerto, dal<br />
momento che il motivo che mi ha<br />
spinto a consultarti è stato quello di<br />
poter smettere di dubitare. Stammi<br />
bene.” (Plinio il Giovane, Epist ulae<br />
VII, 27, 5-11)<br />
La storia appena raccontata mette<br />
in evidenza dei particolari importanti<br />
e cioè l’atteggiamento<br />
di Atenodoro, che non<br />
lasciandosi coinvolgere<br />
dalle emozioni e dalle suggestioni<br />
affronta il “mistero”<br />
e con altrettanta razionalità<br />
prende nota degli<br />
indizi, che gli serviranno a<br />
“risolvere” il caso.<br />
Ciò significa che scienza<br />
e metafisica (intendendo<br />
in questo contesto la metafisica<br />
come lo studio di<br />
ciò che è va oltre l’esperienza<br />
scientificamente<br />
dimostrata) non sono<br />
completamente estranee<br />
l’una all’altra. Osteggiata<br />
per decenni dalle concezioni<br />
positiviste e neopositiviste,<br />
la metafisica<br />
è stata in parte rivalutata<br />
dalla filosofia della scienza<br />
più recente. Già Karl<br />
Popper (K.R. Popper, Logica della<br />
scoperta scientifica, Einaudi, Torino<br />
1970 e Congetture e confutazioni,<br />
Il Mulino, Bologna 1972)<br />
individua nelle concezioni metafisiche<br />
un utile serbatoio d’idee,<br />
da sottoporre successivamente<br />
al controllo empirico. Inoltre altri<br />
epistemologi - si veda, ad esempio,<br />
E. Agazzi, “Considerazioni<br />
epistemologiche su scienza e metafisica”<br />
in Teorie e metodo del-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 17
Siamo tutti<br />
portati a dirigere<br />
la nostra ricerca<br />
non in relazione<br />
all’argomento in<br />
sè, ma piuttosto<br />
in relazione alle<br />
opinioni dei nostri<br />
antagonisti; e<br />
anche quando<br />
interroghiamo noi<br />
stessi portiamo<br />
l’indagine solo fino<br />
al punto in cui non<br />
intravediamo più<br />
obiezioni. ”<br />
le Scienze (a cura di C. Huber),<br />
Università Gregoriana, Roma<br />
1981, pp. 311-340 - hanno fatto<br />
osservare una cosa interessante:<br />
negare la metafisica equivale a<br />
sostenere che non esiste nulla al<br />
di fuori di ciò che è empiricamente<br />
accertabile (posizione tipica di<br />
quella concezione filosofica nota<br />
con il nome di “scientismo”).<br />
Tuttavia una tale affermazione<br />
è essa stessa metafisica. Infatti,<br />
fornisce un giudizio (sia pure di<br />
non esistenza) su ciò che non è<br />
empiricamente rilevabile.<br />
Tralasciando sillogismi stucchevoli,<br />
mi piace affermare che l’approccio<br />
filosofico, che nasce dalla<br />
necessità continua di interrogarsi<br />
su ciò che non si conosce e dall’uso<br />
della ragione per cercare di<br />
“illuminare” il mistero, sia il giusto<br />
atteggiamento del ricercatore del<br />
paranormale.<br />
18 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 19
STRADELLA: LA CITTA’<br />
DELLA FISARMONICA<br />
di Fabrizio Capra<br />
“C<br />
os’è la pianura<br />
padana dalle sei<br />
in avanti, una<br />
nebbia che sembra<br />
di essere dentro a un bicchiere<br />
di acqua e anice eh già…” così<br />
canta Paolo Conte in una sua celebre<br />
canzone in cui si cita la città<br />
di Stradella, in provincia di Pavia,<br />
che abbiamo visitato per i lettori<br />
di <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> accompagnati<br />
dalla collega giornalista<br />
Cinzia Montagna, referente per<br />
l’animazione dell’Infopoint e del<br />
<strong>Magazine</strong> “Oltrepò Mondo”.<br />
Stradella è adagiata, in quella parte<br />
della pianura Padana cantata<br />
da Paolo Conte, esattamente<br />
20 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
nell’Oltrepò Pavese, alla fine della<br />
Val Versa, parte sulle ultime<br />
propaggini collinari e parte in pianura,<br />
dove gli appennini toccano<br />
l’estremo limite settentrionale<br />
avvicinandosi al grande fiume, e<br />
dove la pianura Padana si restringe<br />
in un corridoio detto “stretta<br />
di Stradella”.<br />
Il Comune di Stradella fa parte<br />
dell’Associazione Nazionale Città<br />
del Vino e dell’Associazione Città<br />
del Pane mentre la sua Festa Patronale<br />
cade il 12 luglio.<br />
Storia<br />
Il nome di Stradella pare abbia<br />
origine dall’antico “strictavia”<br />
(stretta via) che evidenzia la presenza<br />
romana nella zona, data anche<br />
la sua collocazione sul tracciato<br />
della via Postumia. La zona, sia<br />
per posizione strategica che per<br />
fertilità dei terreni, fu sicuramente<br />
abitata precedentemente ai<br />
romani da tribù Liguri e Celtiche.<br />
Nel medioevo la storia di Stradella<br />
si confonde con quella dell’antica<br />
località di Montalino, situata<br />
sull’altura alla periferia meridionale<br />
della città attuale, la cui Rocca<br />
è citata in un documento del Barbarossa<br />
nell’XI secolo.<br />
Entrambe le località appartenevano<br />
alla signoria temporale del<br />
Vescovo di Pavia. Nel 943 i Re<br />
d’Italia Ugo e Lotario avevano<br />
donato al vescovo Litifredo II diverse<br />
località nell’Oltrepò, fra cui<br />
anche Montalino; successivamente<br />
il marchese obertengo Ugo legò<br />
in eredità Montalino al vescovo<br />
di Pavia. Sta di fatto che dalla<br />
metà dell’XI secolo Montalino e<br />
Stradella (citata come Stratella nel<br />
1029) risultano appartenere alla<br />
mensa vescovile pavese..<br />
Nel 1164 passano sotto la giurisdizione<br />
di Pavia, anche se il diploma<br />
imperiale nomina solo Montalino<br />
ma non Stradella.<br />
Nei secoli successivi il rapporto<br />
di importanza tra i due centri<br />
s’inverte: intorno al 1300 il vescovo<br />
Guido di Langosco fa cingere<br />
Stradella da grandi mura di<br />
mattoni lunghe un miglio entro<br />
le quali, nel 1390, il vescovo Centuario<br />
e Gian Galeazzo Visconti<br />
fanno erigere la Rocca inferiore.<br />
In quel periodo Montalino come<br />
località abitata decade, mantenendo<br />
però grande importanza<br />
strategica grazie alla Rocca che<br />
sorge sull’alto colle, e che costituisce<br />
un importante baluardo contro<br />
gli attacchi portati dai comuni,<br />
in particolare da Piacenza in lotta<br />
con Pavia. Furono particolarmente<br />
gravi le distruzioni del 1214,<br />
1216 e 1373, quest’ultima a opera<br />
di Giovanni Acuto (condottiero e<br />
cavaliere inglese il cui vero nome<br />
era John Hawkwood, italianizzato<br />
in Acuto da Niccolò Machiavelli).<br />
La signoria vescovile fu benefica<br />
nei confronti di Stradella: fin dal<br />
1220 fu concesso il mercato settimanale<br />
del martedì e nel 1419 il<br />
vescovo Pietro Grassi diede alla<br />
città gli statuti comunali.<br />
Dopo i Visconti e gli Sforza, Stradella<br />
subì la dominazione francese,<br />
spagnola e austriaca. Nel 1797,<br />
con l’abolizione del feudalesimo,<br />
la signoria del vescovo cessò definitivamente.<br />
Attorno all’800 fu possedimento<br />
della casa di Savoia che, dopo la<br />
definitiva sconfitta di Napoleone,<br />
nel 1815 riprese ad amministrare<br />
il borgo.<br />
A Stradella la proprietà terriera<br />
era frazionata fra numerosi<br />
proprietari, in particolar modo<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 21
Interno museo della fisarmonica<br />
borghesi, e questo indica la prosperità<br />
del borgo, che andò in<br />
crescendo anche nei secoli successivi<br />
la fine del medioevo. Nel<br />
XIX secolo Stradella era divenuto<br />
il secondo comune dell’Oltrepò<br />
per popolazione, ottenendo nel<br />
1865 il titolo di città.<br />
Alla fine del XIX secolo fu avviata<br />
una profonda revisione urbanistica,<br />
con la demolizione delle due<br />
porte, con il tracciato della Strada<br />
Nuova parallelo alla vecchia Romera,<br />
con la costruzione del Teatro<br />
e, poco dopo, dell’ospedale<br />
Gazzaniga. La costruzione della<br />
prima linea ferroviaria Tortona-<br />
Stradella nel 1854 fu un fattore<br />
decisivo per il progresso. Stradella<br />
fu anche capolinea di due linee<br />
tranviarie: quella per Voghera in<br />
funzione dal 1883 al 1931 e quella<br />
per Santa Maria della Versa in<br />
funzione dal 1929 al 1956.<br />
Visitiamo Stradella<br />
Il ritrovo è presso l’Infopoint, situato<br />
nei locali della Stazione Ferroviaria<br />
(ma parleremo di questa<br />
esperienza stradellina al termine<br />
del racconto della nostra visita).<br />
Percorriamo via Martiri Partigiani,<br />
la strada che dalla Stazione porta<br />
al centro storico, dove al numero<br />
civico 5 c’è Palazzo Dalloglio: uno<br />
splendido edificio della seconda<br />
metà dell’ottocento progettato<br />
dall’architetto Casanova in stile<br />
lombardo, modificato quindi<br />
nel 1930 con notevoli interventi<br />
in stile liberty, stucchi, affreschi,<br />
graffiti e un bellissimo giardino.<br />
Ci spostiamo quindi in piazza Vittorio<br />
Veneto: qui sorgeva l’antica<br />
Rocca inferiore che venne abbattuta<br />
a fine ‘800 per aprire la<br />
piazza del mercato. Sulla piazza<br />
svetta ancora l’antico simbolo di<br />
Stradella: la Torre Civica, di origine<br />
tardo medievale, unica testimonianza<br />
rimasta della città fortezza.<br />
La pianta è quadrata e nella<br />
parte superiore vi è collocato un<br />
ornamento con caditoie e merli<br />
ghibellini, aggiunto probabilmente<br />
nel XV secolo, mentre la cella<br />
campanaria fu innalzata nel 1835.<br />
Sempre nella piazza possiamo vedere<br />
il monumento ad Agostino<br />
Depretis, il più illustre personaggio<br />
stradellino, politico e uomo di<br />
governo: si tratta di un’opera in<br />
bronzo risalente al 1894, realizzata<br />
dallo scultore fiorentino Antonio<br />
Bortone; interessanti i bassorilievi<br />
che rappresentano alcuni<br />
episodi della vita dello statista.<br />
Nella stessa piazza, sul lato sud,<br />
si affaccia Palazzo Guarini, realizzato<br />
nel 1650, poi rinominato<br />
Palazzo Dozza: bello il portale e<br />
la facciata con balconcini in ferro<br />
battuto; all’interno si trovano un<br />
ampio scalone, pregevoli soffitti<br />
e affreschi a carattere mitologico,<br />
purtroppo non visitabili.<br />
Nella vicina via Marconi si può<br />
ammirare Palazzo Isimbardi, sede<br />
del Comune, fatto costruire nel<br />
1656 dal marchese Pietro Isimbardi<br />
Mendoza. Si tratta di un<br />
fabbricato di notevole ampiezza il<br />
cui nucleo principale, a forma di<br />
U, presenta una facciata semplice,<br />
22 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
un piccolo giardino con vasca e<br />
un cortile interno con porticolo<br />
e colonne. Vi si conservano affreschi<br />
barocchi, scene di caccia e<br />
paesaggi cinesi; di grande fascino<br />
lo scalone, la sala Depretis e la<br />
cappella, oggi Sala della Cultura;<br />
nel palazzo soggiornò per un breve<br />
periodo il Parini.<br />
Nella piazzetta antistante c’è<br />
la cinquecentesca Fontana dei<br />
Quattro Cannoni da dove, già<br />
in epoca medioevale, sgorgava<br />
l’acqua proveniente dal colle di<br />
Montalino. Il nome deriva dalla<br />
dizione dialettale delle quattro<br />
cannule dalle quali sgorga l’acqua<br />
che, convogliata dalla collina attraverso<br />
appositi canali sotterranei,<br />
si immette nelle due sottostanti<br />
vasche di granito.Quest’acqua,<br />
freschissima fu bevuta nel 1706<br />
alla mensa del principe Eugenio<br />
di Savoia, di passaggio a Stradella.<br />
Proseguendo incontriamo la<br />
Chiesa della Misericordia (Oratorio)<br />
che risale alla fine del Seicento,<br />
al cui interno si conservano le<br />
spoglie di San Deodato. Vi troviamo<br />
mobili originali dell’epoca,<br />
il coro, l’altare di San Giuseppe,<br />
con la tela del santo ad opera<br />
del pittore Araldi che la dipinse<br />
nel 1721, e una statua in legno<br />
dell’Addolorata. Ai lati due affreschi<br />
che rappresentano i cicli della<br />
vita di Gesù Cristo.<br />
Subito dopo, al numero civico<br />
68, Palazzo Longhi, edificato nel<br />
XVIII secolo.<br />
Ritorniamo sui nostri passi percorrendo<br />
la parallela via Cavour,<br />
dove si possono ancora osserva-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 23
Laboratorio per la riparazione<br />
di fisarmorniche<br />
re gli antichi palazzi edificati sulle<br />
mura del 1300 in quella che si<br />
può definire una “passeggiata architettonica”.<br />
Al numero civico<br />
33 (nei pressi di vicolo Pozzobonello)<br />
troviamo una testimonianza<br />
del passaggio di Napoleone<br />
Bonaparte a Stradella: lo storico<br />
Palazzo Locatelli, dove l’Imperatore<br />
firmò vari editti, organizzò<br />
l’occupazione delle zone circostanti,<br />
ricevette le autorità locali<br />
e pianificò la famosa battaglia di<br />
Marengo.<br />
Torniamo in piazza Vittorio Veneto<br />
per visitare la Chiesa Parrochiale<br />
dedicata a Maria Assunta e<br />
ai Santi Nabore e Felice. Aperta<br />
al culto il 21 aprile 1491, della<br />
struttura originaria rimangono<br />
solo il presbiterio e il transetto. Il<br />
resto dell’edificio fu realizzato e<br />
decorato in stile neoclassico nel<br />
1837. Nell’interno a tre navate, si<br />
conserva un bell’altare in marmo<br />
e pietre preziose, opera della famiglia<br />
Sacchi di Pavia (1696). Tra<br />
le opere d’arte ricordiamo una<br />
pala d’altare di Pacifico Sidoli, il<br />
settecentesco coro in legno di<br />
noce e lo stupendo organo Serassi<br />
di Bergamo (1797) che vanta<br />
ben 24 canne. Gli affreschi dei<br />
pennacchi della cupola risalgono<br />
al 1845.<br />
A metà della navata destra una<br />
porta conduce nella chiesa inferiore,<br />
la cripta detta “Scurolo”,<br />
in stile barocco, risalente al 1671:<br />
sulla parete del pianerottolo una<br />
lapide ormai erosa reca la data<br />
del 1471. I tre altari in marmo policromo<br />
risalgono al XVIII secolo<br />
e sono decorati con tele di pregio<br />
del pittore vogherese tardo settecentesco<br />
Paolo Borroni; si può<br />
ammirare anche un crocefisso ligneo<br />
del 1750.<br />
Sempre sulla piazza Vittorio Veneto<br />
si affaccia Palazzo Boschetti,<br />
tipico esempio di barocco piemontese,<br />
con le sue colonne che<br />
creano un suggestivo porticato e<br />
i suoi balconcini .<br />
24 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Foto di Alessia Bottaccio<br />
Poco distante dalla piazza, in via<br />
Ammiraglio Faravelli, si può ammirare<br />
il Teatro Sociale, di particolare<br />
interesse storico. Costruito<br />
tra il 1846 e il 1849 dall’architetto<br />
Giovanbattista Chiappa, fu inaugurato<br />
nel 1850 e dal 1949 è monumento<br />
nazionale. La facciata è<br />
neoclassica e presenta sul portale<br />
d’ingresso un bassorilievo con<br />
un’allegoria del Teatro.<br />
La struttura è stata concepita con<br />
tre ordini di palchi e una platea<br />
a forma di ferro di cavallo. Il palcoscenico<br />
presenta uno splendido<br />
sipario fatto a mano nel 1844,<br />
attualmente in restauro, che<br />
raffigura una scena dei Promessi<br />
Sposi di Alessandro Manzoni.<br />
Nei progetti originali la platea<br />
era chiusa da una cupola, che nel<br />
1910 venne demolita per costruire<br />
il terzo ordine dei palchi e il<br />
loggione. Recuperato e riaperto<br />
nel 2006, ospita una ricca stagione<br />
teatrale.<br />
In via Cesare Battisti, di fronte ai<br />
giardini pubblici, sorge la Chiesa<br />
della Versa, un antico oratorio<br />
dedicato a San Fermo e ora alla<br />
Madonna di Lourdes: a tre navate,<br />
nell’abside centrale possiamo<br />
vedere un affresco del pittore<br />
Pietro Delfitto raffigurante “L’ultima<br />
cena”. Sul retro (giardino<br />
Volontari del Sangue) si può ammirare<br />
la struttura originaria della<br />
Chiesa con il campanile.<br />
Ritorniamo nuovamente in piazza<br />
Vittorio Veneto e imbocchiamo<br />
via Montebello. “Nel cuor, nel cuor<br />
di Stradella che è quella città dove<br />
tutte le armoniche di questa pianura<br />
sono nate e qualcuno le suona<br />
così… al dolce suono della fisar monica<br />
di Stradella…” cantava Paolo<br />
Conte. Al civico 2, presso l’ex<br />
Asilo Infantile Garibaldi troviamo<br />
il Museo della Fisarmonica “Mariano<br />
Dallapè”. Non si tratta di un<br />
semplice luogo di esposizione ma<br />
una vera e propria testimonianza<br />
d’arte legata a una produzione<br />
che ha portato in tutto il mondo<br />
il nome di Stradella.<br />
Il Museo è articolato in tre sezioni:<br />
la prima documentaristica e<br />
fotografica, che conserva il pezzo<br />
più antico e pregiato: il prototipo<br />
di fisarmonica moderna realizzato<br />
da Mariano Dallapè nel 1871;<br />
la seconda dove sono esposti<br />
attrezzi da lavoro dell’incisore e<br />
dell’accordatore e preziosi fregi<br />
che adornavano gli strumenti,<br />
oltre alla suggestiva ricostruzione<br />
di un vecchio laboratorio artigiano;<br />
la terza espositiva, dove sono<br />
esposti i primi esemplari prodotti<br />
da varie fabbriche stradelline, tra<br />
cui la fisar monica “lit urgica”, adatta<br />
all’esecuzione di musica classica<br />
e dal suono simile a quello di un<br />
organo.<br />
Sempre all’interno di Palazzo<br />
Garibaldi possiamo visitare anche<br />
il Civico Museo Naturalistico<br />
“Ferruccio Lombardi”: nato come<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 25
“Museo del Po” si è ampliato fino<br />
a rappresentare e testimoniare<br />
l’intero Oltrepò Pavese. È composto<br />
da vari settori: geologico,<br />
antropologico, paleontologico; c’è<br />
una sezione dedicata ad animali e<br />
piante dell’Oltrepò, un’altra dedicata<br />
agli insetti e alla loro interazione<br />
con l’uomo (bachi da seta e<br />
api) e un’altra ancora relativa ad<br />
Ecologia e Ambiente.<br />
(Visita di un museo euro 3,50; entrambi<br />
5,50; agevolazioni per gruppi<br />
e scolaresche - Orari: lunedì,<br />
venerdì, domenica e festivi 15-18;<br />
martedì, giovedì e sabato 9-12; sabato,<br />
mercoledì 9-12/15-17,30. L’inizio<br />
della visita è consentito sino a<br />
mezz’ora prima dell’orario di chiusura.<br />
Per infor mazioni e prenotazioni:<br />
Centro Culturale - Tel. 038542069<br />
- Biblioteca Civica 038544870).<br />
Il quartiere dove sono i musei<br />
conserva alcune belle costruzioni<br />
del settecento, come l’austero<br />
Palazzo Gavina o l’armonioso Palazzo<br />
Olevano; al termine di via<br />
Montebello troviamo poi l’Ospedale<br />
Civile Sola-Forni-Gazzaniga,<br />
datato 1852, ora destinato ad altri<br />
usi dopo l’entrata in funzione<br />
di quello nuovo.<br />
Imboccando Via De Petris, al numero<br />
25 troviamo la casa dove<br />
nacque, lavorò e visse lo statista<br />
Agostino De Petris, che fu anche<br />
Presidente del Consiglio dei Ministri.<br />
Partendo dall’antico Ospedale<br />
si sale per la visita alla Basilica di<br />
Montalino, le cui origini sono incerte<br />
e comunque remote (per<br />
alcuni intorno al 773, per altri al<br />
934 e per altri ancora all’XII secolo).<br />
L’edificio, sicuramente realizzato<br />
nel luogo di una chiesa<br />
preesistente, è una costruzione<br />
in mattoni e blocchi di arenaria di<br />
stile romanico lombardo. La facciata<br />
a capanna presenta due monofore<br />
laterali, mentre l’interno,<br />
in parte restaurato, è strutturato<br />
in tre navate con pilastri in cotto,<br />
soffitto semplice e armonico<br />
a travi e abside ad archi. Si possono<br />
ammirare resti di affreschi<br />
del 1300, parzialmente rovinati:<br />
presso l’abside di sinistra vi è una<br />
Madonna benedicente, nell’abside<br />
maggiore una Madonna policroma<br />
è circondata da figure di santi,<br />
mentre nella navata sono ancora<br />
visibili i resti di una<br />
Madonna col bambino<br />
(per la visita ci si<br />
può rivolgere presso gli<br />
uffici del Comune).<br />
La Rocca Superiore,<br />
domina la città ed è<br />
posta sull’ultimo colle<br />
dell’Appennino proteso<br />
verso il Po. Oggi<br />
è proprietà privata<br />
e presenta finestre<br />
differenti per foggia e struttura<br />
nonchè un loggiato cinquecentesco,<br />
chiuso in seguito a veranda.<br />
Interessante la strada panoramica<br />
che passa sotto la Basilica di Montalino<br />
e che permette di avere<br />
una completa visione su Stradella<br />
e la sua pianura.<br />
26 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Studio Vangi<br />
commercialisti in Modugno<br />
via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />
www.studiovangi.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 27
STRADELLA<br />
LOMBARDI: UN’OFFERTA CULTURALE<br />
ARTICOLATA E ATTENTA ALLE RISORSE<br />
P<br />
ierangelo Lombardi,<br />
sino a maggio 2014<br />
era il Sindaco di Stradella,<br />
ora è consigliere<br />
comunale e si occupa di Teatro,<br />
Circuiti Culturali, Infopoint:<br />
con il suo intervento tracciamo<br />
quella che è la “visione culturale<br />
stradellina”.<br />
“Il Comune di Stradella da tempo<br />
persegue una visione strategica<br />
e ad ampio respiro della cultura,<br />
capace di coniugare tradizioni e<br />
specificità locali e territoriali con i<br />
più vasti orizzonti dell’intelligenza<br />
universale.<br />
In tal modo si è posto, in questi<br />
anni, l’ambizioso obiettivo di progettare<br />
e realizzare un sistema<br />
culturale stabile, partecipato e<br />
condiviso, con un raggio d’azione<br />
aperto a un bacino territoriale<br />
ricco di associazioni e istituzioni<br />
culturali e capace di intercettare<br />
precise valenze di un territorio,<br />
attivando risorse disponibili, idee<br />
e competenze, ridefinendo spazi<br />
e strutture dedicate e sapendosi<br />
tradurre in un fattore economico<br />
importante che, mentre accresce<br />
la qualità della vita, può anche migliorare<br />
le condizioni materiali del<br />
vivere civile.<br />
La presenza di un’offerta culturale<br />
articolata e l’attenta valorizzazione<br />
delle risorse culturali, materiali<br />
e immateriali, non possono non<br />
assurgere tra gli obiettivi espliciti,<br />
laddove la valorizzazione di un<br />
territorio passa attraverso la elaborazione<br />
e la diffusione del racconto<br />
che lo avvolge nel tempo<br />
e che consente a chi lo abita o a<br />
chi vi giunge di percepire il tutto<br />
- memorie e luoghi, sapori e culture<br />
- come frutto di una visione<br />
più ricca e matura.<br />
Una visione strategica per il futuro<br />
richiama, in primo luogo, l’intensa<br />
esperienza delle politiche di<br />
sviluppo cult urale attivate negli ultimi<br />
anni dal Comune di Stradella.<br />
Si è voluto proiettare, in questa<br />
visione, l’immagine di un territorio<br />
ben più ampia di quella limitata<br />
alla tranquillizzante ombra<br />
del proprio campanile. Un’idea<br />
di sviluppo legata alla capacità di<br />
attrazione che questo territorio<br />
può sicuramente esercitare.<br />
In un’epoca in cui spazi culturali<br />
venivano chiusi e dismessi, il<br />
Comune di Stradella, in palese<br />
controtendenza, non ha cessato<br />
di considerare la spesa per la cultura<br />
come investimento, proponendosi<br />
quale polo di attrazione<br />
culturale per l’Oltrepò orientale.<br />
In poco più di un decennio è andato<br />
consolidandosi un patrimonio<br />
culturale di primo piano, prima con<br />
la trasformazione dell’ottocentesco<br />
Asilo Infantile “G.Garibaldi”<br />
in Centro Culturale Polifunziona-<br />
Pierangelo<br />
le, destinato ad ospitare la Civica<br />
Biblioteca, il Museo naturalistico<br />
dell’Oltrepò pavese e il Museo<br />
della Fisarmonica “M.Dallapé”;<br />
poi, ridando vita al Teatro Sociale<br />
e proponendone la centralità nella<br />
vita culturale del territorio; infine<br />
con la realizzazione dell’Infopoint<br />
multimediale, nell’ambito del pro-<br />
28 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
getto Stazioni in comune.<br />
L’inaugurazione del Civico Museo<br />
della Fisarmonica all’interno del<br />
Centro Culturale Polivalente di<br />
Via Montebello ha rappresentato<br />
un’occasione significativa per<br />
Lombardi<br />
riflettere sulle grandi scelte di<br />
politica culturale del Comune di<br />
Stradella.<br />
Se è vero che il Museo Naturalistico<br />
dell’Oltrepò e il Museo della<br />
Fisarmonica, riconosciuti dalla<br />
Regione Lombardia e inseriti a<br />
pieno titolo nel Sistema Museale<br />
e Bibliotecario dell’Oltrepò pavese,<br />
sottolineano la forte identificazione<br />
della città e del territorio<br />
con lo strumento, invitando<br />
a cogliere ogni occasione per<br />
recuperare la memoria ed il valore<br />
culturale di una tradizione e<br />
di un segmento produttivo che,<br />
nato nelle botteghe artigiane di<br />
Stradella, é divenuto, nel tempo,<br />
una realtà tale da far conoscere<br />
il nome della città nel mondo, il<br />
restauro e la riapertura del Teatro<br />
Sociale (avvenuto nel 2006)<br />
hanno rappresentato un autentico<br />
laboratorio-cantiere di idee,<br />
stimolo e fermento di molteplici<br />
attività culturali, strumento produttore<br />
e propositore di cultura<br />
per il territorio di riferimento.<br />
Va da sé che il restauro del teatro<br />
storico, legato al cuore, al volto,<br />
alla storia della città ha restituito<br />
alla collettività non solo un ‘bene<br />
culturale’ di prestigio, ma insieme,<br />
uno spazio naturalmente deputato<br />
alla promozione delle attività<br />
dello spettacolo.<br />
Un’occasione, dunque, di grande<br />
portata per riconoscere nel Teatro<br />
Sociale un grande e nuovo<br />
baricentro per tutto il territorio,<br />
per le sue strutture di cultura (a<br />
partire dalla rete museale e bibliotecaria),<br />
per le sue molteplici<br />
manifestazioni culturali, per un<br />
patrimonio etnografico e di tradizioni<br />
che abbraccia un’intera<br />
area che dal Po sale alle cime del<br />
nostro Appennino (e basti dire,<br />
ancora una volta, del patrimonio<br />
culturale legato alla fisarmonica,<br />
di cui non può sfuggire anche il<br />
forte richiamo a valenza turistica).<br />
Non solo, quindi, teatro come<br />
spazio di consumo, più o meno<br />
tradizionale, ma come luogo dinamico,<br />
aperto alle diversità delle<br />
arti e alle culture del mondo.<br />
Da ultimo, il sistema culturale locale<br />
può contare sull’innovativo<br />
Infopoint multimediale. Uno strumento<br />
assolutamente originale -<br />
anche per la location (i locali della<br />
Stazione ferroviaria), capace di<br />
raccontare un territorio non solo<br />
attraverso i suoi beni tangibili, ma<br />
anche quelli immateriali. Un luogo<br />
e un dinamico motore di coordinamento<br />
dell’offerta turistica locale,<br />
dunque. Uno strumento capace<br />
di stimolare la consapevolezza sui<br />
valori della cultura, dell’ambiente,<br />
dell’accoglienza, dei saperi e dei<br />
sapori, come risorse fondamentali<br />
per un territorio e la qualità della<br />
vita delle persone che lo abitano,<br />
lo percorrono o sono intenzionati<br />
a percorrerlo, fino a farne emergere<br />
e a sottolinearne lo specifico<br />
profilo identitario.<br />
La promozione della cultura e<br />
dell’arte; la valorizzazione dei beni<br />
di interesse artistico, storico e<br />
paesaggistico; l’organizzazione e<br />
il sostegno a progetti culturali nel<br />
campo dello spettacolo dal vivo,<br />
dell’arte, della letteratura, della<br />
scienza; l’impegno, infine, nel valorizzare<br />
il patrimonio culturale attraverso<br />
una gestione integrata dei<br />
beni, materiali e immateriali, sono<br />
soltanto alcune delle forme attraverso<br />
le quali sarà possibile continuare<br />
a declinare questa visione<br />
della cultura come valore e forza<br />
rigeneratrice di un territorio”.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 29
STRADELLA<br />
INFOPOINT MULTIMEDIALE:<br />
UN FIORE ALL’OCCHIELLO DI STRADELLA<br />
C<br />
inzia Montagna, giornalista<br />
professionista,<br />
referente dell’animazione<br />
dell’Infopoint e<br />
del <strong>Magazine</strong> “Oltrepò Mondo” ci<br />
racconta che cos’è l’Infopoint<br />
Multimediale di Stradella,<br />
un’importante realtà<br />
del territorio.<br />
“L’Infopoint Multimediale di<br />
Stradella è un luogo di comunicazione.<br />
E non soltanto<br />
perché da qui si comunicano<br />
i patrimoni culturali<br />
del territorio Oltrepò e i<br />
suoi eventi attraverso il sito<br />
www.infopointstradella.it e<br />
il magazine virtuale “Oltrepò<br />
Mondo” ad esso collegato.<br />
L’Infopoint è, strutturalmente,<br />
l’esempio tangibile<br />
di come un luogo dismesso<br />
possa essere riqualificato<br />
in senso culturale e aggregativo.<br />
La stazione di Stradella è funzionante<br />
ed è snodo importante da<br />
e verso Milano, Voghera, Torino,<br />
Piacenza. L’edificio della stazione,<br />
però, non era fruito da anni nella<br />
sua completezza, sino al 2013.<br />
Nel settembre 2013 fu inaugurato<br />
l’Infopoint, che ha sede in alcuni<br />
locali da tempo non utilizzati.<br />
L’operazione ha più valenze. La<br />
prima è quella di riconoscere nella<br />
stazione di Stradella un edifi-<br />
cio inserito nel tessuto urbano e<br />
sociale, vissuto quotidianamente,<br />
carico di un valore storico: la linea<br />
ferroviaria e la sua stazione furono<br />
voluti da Agostino Depretis,<br />
lo stradellino più illustre, statista<br />
in una fase del Risorgimento, che<br />
destinò risorse ed energie all’unità<br />
d’Italia. Tale unità fu messa in<br />
pratica a partire dal suo elemento<br />
di base: strade e ferrovie. In<br />
altre parole: collegamenti. E’ l’obiettivo<br />
dell’Infopoint oggi: collegare<br />
l’Oltrepò al mondo - da qui<br />
il nome del <strong>Magazine</strong> - utilizzando<br />
le strade di oggi, che sono quelle<br />
della comunicazione attraverso i<br />
media, Internet, i Social Network.<br />
Niente di nuovo, quindi, sotto il<br />
sole di Stradella a livello concettuale.<br />
Nuovo, invece, il concetto di<br />
Infopoint rispetto all’esperenziale:<br />
questo non è soltanto un luogo<br />
dove è possibile trovare<br />
dépliants, brochures e<br />
cartine, che pur ci sono.<br />
Qui si trovano progetti.<br />
Un progetto s’intitola, ad<br />
esempio, “DoveVivo” ed è<br />
un workshop già attuato<br />
con le scuole e che racconta<br />
il territorio anche a<br />
chi vive sul territorio. Lo<br />
scopo: fornire strumenti<br />
di trasmissione, rendere il<br />
territorio ambasciatore di<br />
se stesso verso i visitatori,<br />
i turisti, chi arriva. Prima<br />
del workshop sta la ricerca<br />
sul territorio, il suo<br />
studio, la sua traduzione<br />
in testi, immagini, filmati.<br />
Lo scorso dicembre, in collaborazione<br />
con l’Assessorato alla Cultura<br />
del Comune di Stradella, è<br />
stato realizzato l’evento ‘Signori,<br />
in lettura!’ dedicato agli editori<br />
dell’Oltrepò. Per due giorni, gli<br />
editori hanno animato la stazione<br />
di Stradella con i loro libri e<br />
i loro autori, che parlano di Oltrepò.<br />
Tema: Il viaggio, con i libri,<br />
partendo da una stazione. Nella<br />
sede dell’Infopoint si va via via ar-<br />
30 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
icchendo una biblioteca su argomenti<br />
territoriali: guide, ma anche<br />
saggi e testi di approfondimento<br />
tematico. L’Infopoint non è fermo:<br />
è, a sua volta, un progetto<br />
dinamico che modula le proprie<br />
azioni in base alla domanda, anzi<br />
ponendo la domanda come prioritaria<br />
rispetto all’offerta. Captando,<br />
cioè, non soltanto le esigenze<br />
del territorio ma anche le aspettative<br />
di chi può essere stimolato<br />
a conoscere l’Oltrepò e i suoi<br />
valori di cultura, enogastronomia,<br />
monumenti, paesaggi, tradizioni”.<br />
Le risorse che hanno consentito<br />
la realizzazione dell’Infopoint<br />
Multimediale di Stradella sono il<br />
“Fondo Europeo Agricolo per lo<br />
Sviluppo Rurale: l’Europa investe<br />
nelle zone rurali. PSR 2007 - 2013<br />
Direzione Generale Agricoltura”<br />
Asse 4 Leader - PSL Gal Alto<br />
Oltrepò Misura 313 “Incentivazione<br />
delle attività turistiche” con<br />
il cofinanziamento del Comune<br />
di Stradella. L’azione è inserita<br />
nel progetto “Stazioni in comune”<br />
con Rete Ferroviaria Italiana,<br />
Regione Lombardia (D.d.s.<br />
n° 1784/11) e ANCI Lombardia,<br />
mirato alla riqualificazione delle<br />
stazioni ferroviarie.<br />
Infopoint Multimediale di Stradella<br />
(PV) - Piazzale Matteotti c/o Stazione<br />
Ferroviaria - Tel. 3458886033<br />
- www.infopointstradella.it - info@<br />
infopointstradella.it<br />
Facebook - Skype - Twitter - Flickr -<br />
Youtube - Vimeo: Infopoint Stradella<br />
Tempo e preziosi a portata di un click.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 31
INTERNET HA CAMBIATO IL<br />
NOSTRO MODO DI VIAGGIARE...<br />
di Elisa Stanchi<br />
C<br />
he il web abbia<br />
profondamente<br />
cambiato negli ultimi<br />
anni il nostro<br />
modo di viaggiare e di fare vacanze<br />
è evidente: ora il mondo intero<br />
è alla portata di un nostro click.<br />
Analizziamo questo fenomeno da<br />
più punti di vista.<br />
Qualche dato<br />
Secondo Unioncamere, nel 2013<br />
il 32,6% delle vacanze è stato<br />
prenotato via Internet, dati Doxa<br />
stimano che il 62% dei turisti usa<br />
internet per informarsi e scegliere<br />
32 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
la propria vacanza, e sempre nel<br />
2013 Ryan Air ha praticamente<br />
raggiunto Alitalia come numero<br />
di passeggeri trasportati (23 milioni<br />
contro 23 e 990 mila).<br />
Qualche nome<br />
Tutti conosciamo e abbiamo probabilmente<br />
volato con Ryan Air e<br />
Easy Jet, che hanno rivoluzionato<br />
il mondo dei viaggi aprendo a milioni<br />
di persone l’opportunità di<br />
spostarsi a basso costo, facendo<br />
inoltre scoprire molte destinazioni<br />
un tempo marginali e orientando<br />
i flussi turistici. Con un po’ di<br />
attenzione ai dettagli e alle specifiche<br />
(peso, orari, bagagli) in fase<br />
di prenotazione, il risparmio è assicurato.<br />
Expedia.com e Booking.com sono<br />
agenzie viaggi web-based, in<br />
pratica dei portali online dove<br />
prenotare hotel, soggiorni, voli,<br />
crociere, auto a noleggio, ecc, con<br />
un vastissimo numero di strutture<br />
e servizi disponibili in numerosi<br />
paesi del mondo, dove è possibile<br />
confrontare opzioni e spuntare<br />
prezzi interessanti.<br />
Per informarsi e scegliere prima<br />
di partire, si va su Trip Advisor,<br />
portale che pubblica recensioni<br />
degli utenti registrati su hotel,<br />
ristoranti e attrazioni tutistiche:<br />
comprende oltre 200 mila strutture<br />
e 30 mila destinazioni, ha 35<br />
milioni di recensioni e 29 milioni<br />
di visitatori al mese, è stato definito<br />
“il più grande sito di viaggi<br />
sul web”.<br />
Trivago è un portale europeo di<br />
ricerca hotel gratuito, dove trovare<br />
disponibilità, recensioni, confronti<br />
di tariffe per oltre 700 mila<br />
hotel in tutto il mondo, affiliato a<br />
siti di prenotazione esterni.<br />
E che dire delle formule del CouchSurfing<br />
(letteralmente ‘navigazione<br />
sui divani’), servizio di scambio<br />
ospitalità tra privati, gratuito,<br />
una sorta di rete sociale, disponibile<br />
in tutto il mondo, che mette in<br />
comunicazione persone disponibili<br />
a scambiarsi ospitalità, molto diffuso<br />
tra i giovani?<br />
L’ultimo in ordine di apparizione<br />
è il fenomeno Airbnb, un portale<br />
online che mette in contatto persone<br />
alla ricerca di un alloggio o di<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 33
una camera per brevi periodi con<br />
persone che dispongono di uno<br />
spazio extra da affittare, generalmente<br />
privati; non solo stanze ma<br />
interi appartamenti, ville, castelli,<br />
barche, ecc. Aperto nel 2007, il<br />
sito oggi mette in contatto persone<br />
in oltre 34000 città e 190<br />
paesi. “Destinazioni locali per una<br />
community globale”, recita il loro<br />
sito. Il successo è stato tale che si<br />
pensa ora di esportare il modello<br />
anche per le esigenze dei viaggi<br />
d’affari.<br />
Chi ha pagato le conseguenze<br />
del cambiamento<br />
Fin qui tutto bene: il web ci offre<br />
molte opportunità che, se scelte<br />
e valutate con attenzione, ci consentono<br />
di continuare ad andare<br />
in vacanza anche in tempi di<br />
crisi, semplificando le procedure<br />
d’acquisto e risparmiando su voli,<br />
soggiorni, servizi. Ma come la<br />
vedono gli operatori turistici tradizionali,<br />
gli hotel, le agenzie di<br />
viaggio? La rivoluzione del web li<br />
ha colpiti, eccome, e ci sono state<br />
proteste e anche guerre a volte<br />
finite in tribunale.<br />
Ma la rivoluzione non si può fermare<br />
e gli stessi operatori turistici<br />
riconoscono che il fenomeno del<br />
low cost ha avvicinato al mercato<br />
turistico persone un tempo<br />
escluse.<br />
Inoltre, le stesse agenzie di viaggio<br />
hanno ridefinito il loro ruolo,<br />
riqualificandosi nella fornitura di<br />
servizi ad hoc che il web non può<br />
offrire, come ad esempio i pacchetti<br />
di viaggio personalizzati.<br />
Proprio in questo<br />
segmento il<br />
settore segnala<br />
una tenuta e anzi<br />
spesso anche una<br />
ripresa, come nel<br />
caso degli USA,<br />
dove l’impatto di<br />
Internet è arrivato<br />
molto prima<br />
che da noi ed è<br />
stato quindi già<br />
affrontato e “metabolizzato”.<br />
Ieri e oggi cosa<br />
e’ cambiato?<br />
Uno dei più grandi<br />
cambiamenti<br />
riguardo ai viaggi<br />
è stata la perdita<br />
dell’innocenza.<br />
Molti di noi ricorderanno<br />
ancora l’epoca in cui se<br />
eri un bambino simpatico potevi<br />
affacciarti nella cabina di pilotaggio<br />
di un jet senza essere scambiato<br />
per un terrorista in erba.<br />
Ciò che abbiamo perso in termini<br />
di innocenza, però, l’abbiamo guadagnato<br />
in comodità e informazione:<br />
prenotazioni online facilissime<br />
e recensioni dettagliate fino alle<br />
molle del letto o al tipo di cuscino.<br />
La prossima volta che ci metterermo<br />
a cercare su Google consigli<br />
sui migliore hotel, divertiamoci a<br />
fare un salto indietro con i ricordi.<br />
Gli spunti che seguono potrebbero<br />
esserci d’aiuto.<br />
Decidere dove andare<br />
Ieri avremmo sfogliato brochure<br />
e cataloghi in un’agenzia di<br />
viaggi o spulciato tra le pagine<br />
di una guida in libreria. Oppure,<br />
ci saremmo lasciati ispirare dalle<br />
fotografie di un amico e dai suoi<br />
affascinanti racconti.<br />
Oggi l’accesso immediato a blog,<br />
video e social network ha ampliato<br />
gli orizzonti. Possiamo leggere<br />
qualcosa sul cibo preferito dai<br />
camionisti di Portland e, quasi<br />
senza accorgertene, trovarci al<br />
volante sulle strade della Pacific<br />
Northwest.<br />
Come arrivare a destinazione<br />
Ieri c’erano voli meno frequenti,<br />
meno compagnie aeree e, soprattutto,<br />
meno low cost. Viaggiare<br />
era una questione niente affatto<br />
34 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
istintiva, richiedeva maggiore programmazione,<br />
più pazienza e più<br />
tempo. E l’unica soluzione possibile<br />
per organizzare una vacanza<br />
era andare in un’agenzia di viaggi.<br />
Oggi navighiamo in cerca dell’offerta<br />
migliore, inseriamo i dati<br />
della carta di credito e... siamo<br />
già partiti. Possiamo fare il check<br />
in online, stampare il biglietto: l’agenzia<br />
di viaggi siamo noi!<br />
Scegliere e prenotare un hotel<br />
Ieri: cataloghi, guide, passaparola<br />
e poi l’immancabile telefonata di<br />
prenotazione. Oggi: scateniamo<br />
gli strumenti di informazione<br />
online, dai motori di ricerca alle<br />
recensioni sul web di altri viaggiatori.<br />
E poi prenotiamo ovviamente<br />
sempre<br />
online.<br />
Quanto mi<br />
costi?<br />
Spesso i giovani<br />
hanno<br />
la percezione<br />
che ai tempi<br />
dei loro genitori<br />
per viaggiare<br />
si spendesse<br />
meno.<br />
In realtà è l’esatto<br />
contrario.<br />
Se un volo<br />
solo andata<br />
Roma-Londra<br />
negli anni 70<br />
costava anche<br />
350 mila lire<br />
oggi si spende<br />
appena<br />
40-50 euro massimo! Insomma<br />
grazie alla tecnologia e alla tanta<br />
concorrenza viaggiare oggi è diventato<br />
assai conveniente! Oggi il<br />
pensiero un tempo inconcepibile<br />
di muoversi tra Londra e il Belgio<br />
spendendo poco più del prezzo<br />
di un biglietto del cinema, è realtà.<br />
Come restare in contatto<br />
Ieri scrivevamo lettere, spedivamo<br />
le belle cartoline e a volte<br />
ci si lanciava in una telefonata intercontinentale.<br />
Se i propri amici<br />
erano in viaggio, era normale<br />
non sentirli per lungo tempo, per<br />
il semplice fatto che erano via! E<br />
certamente li avremmo rivisti prima<br />
di persona che su You Tube.<br />
Oggi e-mail, Skype, Twitter, Facebook.<br />
Il volume di fuoco dell’informazione<br />
è impressionante.<br />
Trovare una bella cartolina, invece,<br />
è diventata la vera impresa.<br />
Che cosa succede sul posto?<br />
Ieri: gli Uffici Turistici erano il<br />
riferimento principale. Oggi,<br />
purtroppo, alcuni hanno chiuso<br />
perché le persone cercano<br />
informazioni sul web. Con Googlemaps<br />
e il GPS, poi, è diventato<br />
(quasi) superfluo anche chiedere<br />
indicazioni stradali.<br />
Oggi vuoi sapere dove mangiare<br />
vegano a Ulaanbaatar? Tranquillo,<br />
qualcuno avrà un blog su questo!<br />
E allora si prepariamoci a partire<br />
senza dimenticarci lo smartphone,<br />
per condividere con tutti via<br />
social network le nostre foto di<br />
viaggio... ma soprattutto ricordiamo<br />
che la tecnologia serve a<br />
migliorarci la vita e non a renderci<br />
schiavi di essa! Usiamola per<br />
poterci permettere la più bella<br />
vacanza possibile ma una volta a<br />
destinazione godiamoci il luogo<br />
che abbiamo scelto e prendiamoci<br />
una bella pausa da tutto: stress,<br />
problemi, lavoro e perchè no<br />
smartphone, Ipad e pc!<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 35
BIT: A RHO FIERAMILANO<br />
TRE GIORNI DEDICATI AL TUR<br />
di Fabrizio Capra<br />
G<br />
iovedì 12, venerdì<br />
13 e sabato 14<br />
febbraio si terrà<br />
presso i padiglioni<br />
di Rho Fiera Milano l’edizione<br />
2015 della Bit, la Borsa Internazionale<br />
del Turismo, giunta alla<br />
sua trentacinquesima edizione.<br />
La Bit, promossa da Fiera Milano,<br />
è una manifestazione di respiro<br />
internazionale che raccoglie intorno<br />
a se gli operatori turistici<br />
di tutto il mondo, un numeroso<br />
pubblico di visitatori, appassionati<br />
di viaggi, televisioni e stampa<br />
e favorisce l’incontro tra decision<br />
maker, esperti del settore e<br />
buyer accuratamente selezionati<br />
e profilati, provenienti da varie<br />
aree geografiche e settori merceologici.<br />
La Bit rappresenta l’unico appuntamento<br />
italiano in grado di far<br />
incontrare in un unico luogo la<br />
domanda e l’offerta di tutti settori<br />
di business del turismo.<br />
Con oltre millecinquecento<br />
Hosted Buyer internazionali e<br />
36 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ISMO<br />
italiani, più di duemila aziende<br />
partecipanti e 70mila visitatori<br />
professionali attesi, l’edizione<br />
2015 segna un taglio netto rispetto<br />
agli anni precedenti introducendo<br />
importanti novità.<br />
Prima di tutto la suddivisione in<br />
tre segmenti: MICE, LEISURE e<br />
LUXURY.<br />
L’area Leisure è un’arena di business<br />
internazionale dove si incontreranno<br />
domanda e offerta turistica<br />
dell’Italia e dell’Estero.<br />
Il Padiglione Italia rappresenterà il<br />
meglio dell’offerta turistica rivolta<br />
all’incoming con un focus nuovissimo:<br />
il segmento “enogastronomia,<br />
arte e cultura”, con l’obiettivo<br />
di valorizzare le eccellenze<br />
italiane nel mondo.<br />
La Borsa supporta il business<br />
puntando a creare un sistema<br />
di offerta per la promozione del<br />
Brand Italia Turismo che possa<br />
essere esportato all’estero con<br />
diversi format.<br />
L’area MICE è uno spazio internazionale<br />
che verrà dedicato al business<br />
puro e ritagliato su misura<br />
per gli organizzatori di convegni,<br />
meeting, incentive, congressi ed<br />
exhibition. Un momento di confronto<br />
commerciale che si svolge<br />
in un ambito altamente professionale,<br />
garantendo la qualità dei<br />
contatti e riservando la possibilità<br />
di avviare trattative concrete.<br />
Invece LUXURY sarà una nuova<br />
area espositiva esclusiva, raffinata<br />
e riservata, che accoglierà gli operatori<br />
italiani e stranieri del segmento<br />
del turismo di lusso.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 37
Infine grande spazio<br />
alle OLTA (On Line<br />
Travel Agency) attraverso<br />
Digital World<br />
con una parte espositiva<br />
che affiancherà player<br />
primari e start -up.<br />
Attraverso questo<br />
nuovo concept,<br />
Bit2015 supera per<br />
prima la vecchia logica<br />
geografica che caratterizza<br />
le manifestazioni<br />
del turismo, per definire<br />
un nuovo standard<br />
basato sulla trasversalità<br />
tra categorie merceologiche.<br />
A Bit2015,<br />
sotto un unico tetto, si<br />
ritroveranno fianco a<br />
fianco momenti espositivi<br />
verticali in grado<br />
di offrire la profondità<br />
degli eventi più di nicchia,<br />
con in più il valore aggiunto<br />
unico in Italia di una produttiva<br />
contaminazione tra filiere diverse<br />
ma affini, immerse in una panoramica<br />
completa sul settore come<br />
solo una grande fiera come Bit<br />
può presentare.<br />
Proponendo il progetto Bit in the<br />
World, si darà l’avvio alla strategia<br />
di internazionalizzazione approdando<br />
per questo 2015 in una<br />
delle aree di maggiore sviluppo<br />
dell’ultimo decennio: la Cina.<br />
Aperto solo il sabato il nuovo<br />
spazio denominato Destination<br />
Sport e realizzato in collaborazione<br />
con Decathlon: quest’area<br />
ospiterà i piccoli operatori che<br />
offrono pacchetti sportivi relativi<br />
alle diverse discipline e rivolti al<br />
target, sempre più in crescita, del<br />
viaggiatore sportivo.<br />
Altra importante novità di<br />
Bit2015 il Congresso Annuale del<br />
Turismo che si terrà il 13 febbraio<br />
e dove ricercatori, professionisti<br />
internazionali del settore,<br />
responsabili delle più importanti<br />
aziende, buyers provenienti da<br />
tutto il mondo e influencers si incontreranno<br />
per definire insieme<br />
il futuro del turismo. Tra i punti<br />
del denso programma del Congresso,<br />
vi saranno testimonianze<br />
chiave dei key players del settore,<br />
case study e il confronto su<br />
modelli di business vincenti. Moderatore<br />
del Congresso Gianni<br />
Riotta, editorialista<br />
de La Stampa, mentre<br />
il panel internazionale<br />
da William<br />
Ridgers, editorialista<br />
e responsabile delle<br />
pagine sul turismo<br />
di The Economist.<br />
Ecco le principali informazioni<br />
per accedere<br />
alla Bit2015.<br />
Espositori: tutti i giorni<br />
dal 12 al 14 febbraio<br />
dalle 8.30 alle 18.30<br />
Visitatori operatori<br />
professionale e press:<br />
tutti i giorni dal 12<br />
al 14 febbraio dalle<br />
9.30 alle 18.00<br />
Ingresso gratuito per<br />
chi si pre-registra entro<br />
l’11 febbraio, ore<br />
12.00 - il sabato l’accesso<br />
sarà a pagamento.<br />
Pubblico: il pubblico dei viaggiatori<br />
può accedere solo sabato 14 febbraio<br />
dalle 9.30 alle 18.00.<br />
Acquisto tessera d’ingresso online 5<br />
Euro - Acquisto tessera d’ingresso in<br />
Fiera 6 Euro.<br />
L’accesso all’area Luxury è su invito.<br />
Non sarà possibile pre-registrarsi.<br />
Per maggiori informazioni: www.bit.<br />
fieramilano.it<br />
38 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
“Oltre l’orizzonte”, di Vito Favia, è un romanzo autobiografico che racconta di un giovane del sud che,<br />
superando la timidezza e le incertezze proprie di tutti gli adolescenti, riesce con coraggio e tenacia a<br />
realizzare il sogno della sua vita: diventare Carabiniere. Quel primo periodo vissuto nell’Arma accanto a<br />
persone speciali, segnerà tutto il resto della sua vita.<br />
Il libro nasce con finalità benefiche, dato che il ricavato delle vendite sarà devoluto a tre Associazioni ONLUS:<br />
“A casa di Giacinto”, che ha lo scopo di promuovere sul territorio l’essere umano e il valore della cultura<br />
in tutte le sue forme.<br />
La “Lega del filo d’oro”, che si occupa di soggetti con gravi disabilità uditive e visive, fornendo loro assistenza<br />
e aiutandoli ad affrontare la vita nel modo più confortevole e soddisfacente.<br />
La “Fondazione onlus Gino Bartali” che, in nome della solidarietà promossa da Bartali, mira a sanare le ferite<br />
delle comunità colpite dal terremoto.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 39
modella: Elly Model<br />
fotografo: Max Nardi<br />
ASPIRANTI MODELLE<br />
COME ACCOSTARSI A INTIMO,<br />
TRASPARENZE E NUDO<br />
di Fabrizio Capra<br />
T<br />
ema delicato quello<br />
che trattiamo in questo<br />
numero: come<br />
avvicinarsi ai generi<br />
“intimo”, “trasparenze” e “nudo”.<br />
Introduciamo l’argomento identificando<br />
quanto possiamo far<br />
rientrare in questi generi.<br />
L’intimo va considerato in tutte<br />
le sue variabili, in base alla trasparenza<br />
del capo indossato e<br />
al tipo di “mutandina” utilizzata:<br />
slip, culotte, brasiliana, tanga,<br />
perizoma, ecc.<br />
Le trasparenze vanno intese<br />
con o senza intimo sotto.<br />
Per il nudo, invece, ci sono<br />
varie interpretazioni.<br />
Una di queste, molto<br />
semplicistica e in parte<br />
condivisibile, suddivide<br />
il nudo in cinque<br />
generi: beauty,<br />
nudo d’arte, glamour,<br />
erotismo e pornografia.<br />
Personalmente preferisco<br />
invece distinguere<br />
due grandi categorie:<br />
il nudo soft e il<br />
nudo hard.<br />
Nel “nudo soft” rientra tutto ciò<br />
che è riconducibile al nudo artistico,<br />
dove il corpo non è fine<br />
a se stesso e la nudità non è<br />
esplicita.<br />
Nel “nudo hard” il nudo è esplicito<br />
in tutti i suoi stili.<br />
Facciamo ulteriore chiarezza<br />
anche su un termine diffuso e<br />
abusato, spesso utilizzato in<br />
40 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
model: Valentina Mecca<br />
modella: Grace<br />
fotografo: Guido Pettinati<br />
modo improprio: la Met Art.<br />
Con questo termine si tende<br />
a individuare un genere<br />
decisamente esplicito e hard;<br />
è un significato errato: “met-art”<br />
significa “most erotic teens” ed è<br />
la sigla di un sito web softcore<br />
di successo, che ha avuto anni fa<br />
l’idea di fotografare le ragazze<br />
disinibite “della porta accanto”,<br />
dando inizio ad un filone fotografico<br />
di nudo esplicito con<br />
foto piuttosto curate. Si tratta<br />
perciò di un genere che<br />
rientra a pieno titolo nel nudo<br />
hard.<br />
A parte l’hardcore, sul quale<br />
non è il caso di soffermarci,<br />
ci restano da considerare il<br />
fashion, in cui lo stile è particolarmente<br />
legato alla foto<br />
di moda, e il glamour, in cui<br />
si tende particolarmente ad<br />
evidenziare il fascino e la sensualità<br />
della modella.<br />
L’aspirante fotomodella che<br />
intende dedicarsi a questi generi<br />
fotografici deve innanzi<br />
tutto essere pienamente<br />
convinta di quello che va a<br />
fare. Al nudo non ci si accosta<br />
per “provare”, ma<br />
sapendo di mettere in mostra<br />
il proprio corpo e con<br />
la consapevolezza di tutto<br />
quello che gira intorno a<br />
questi generi.<br />
Come già si diceva in un<br />
numero precedente, infatti,<br />
le foto pubblicate sul<br />
web possono diffondersi<br />
in modo indiscriminato e<br />
restare visibili per molto<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 41
modella: Erika Da Silva<br />
fotografo: Angelo Ferri Ph<br />
art director: Franco Ardito<br />
tempo per cui, se si sottoscrive<br />
una liberatoria per l’utilizzo delle<br />
immagini, non se ne potrà più<br />
chiedere la rimozione.<br />
Posare in intimo o<br />
con trasparenze<br />
o nuda non è<br />
una “moda” né<br />
un “gioco”. Se si<br />
intende davvero<br />
provare è necessario<br />
rivolgersi<br />
a un fotografo<br />
di fiducia, serio<br />
e professionale,<br />
che mantenga<br />
la parola<br />
se promette di<br />
non pubblicare<br />
le foto, ricordandosi<br />
comunque di<br />
escludere questo<br />
genere di foto dalla<br />
liberatoria.<br />
Con lui è opportuno<br />
dedicare un po’ di ore sul set, in<br />
modo da abituarsi gradualmente<br />
a stare svestita sotto le luci<br />
e i flash. Fare pratica in questo<br />
modo aiuterà a vivere serenamente<br />
e con disinvoltura questa<br />
nuova situazione.<br />
Bisogna poi valutare se le proprie<br />
caratteristiche siano veramente<br />
adatte a questo genere;<br />
bisogna essere disinvolte,<br />
espressive e avere un corpo<br />
armonico ma, soprattutto, bisogna<br />
sentirsi a proprio agio con<br />
la proprio corporeità e, anche,<br />
con la propria sessualità.<br />
Per fare la fotomodella di intimo,<br />
trasparenze e, soprattutto,<br />
42 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 43
di nudo, bisogna essere in grado<br />
di posare senza arrossire, senza<br />
la necessità di coprirsi, di conoscere<br />
e saper mostrare sempre<br />
il lato migliore del proprio corpo<br />
e di essere sempre espressive.<br />
Di fronte a insistenti richieste<br />
di foto di nudo, l’aspirante fotomodella<br />
si può porre la domanda:<br />
“è proprio necessario essere<br />
disposta a posare in intimo<br />
o nuda?”<br />
La risposta chiaramente è no,<br />
si tratta di una libera scelta<br />
della ragazza; bisogna tuttavia<br />
considerare che, se il lavoro di<br />
fotomodella viene scelto come<br />
propria attività, scegliere di non<br />
posare nuda porta a escludere<br />
tutta una serie di lavori, riducendo<br />
di molto le possibilità<br />
professionali.<br />
Per esempio non si prenderanno<br />
in considerazione le campagne<br />
pubblicitarie per bagnoschiuma,<br />
creme abbronzanti,<br />
docce e vasche da bagno oppure,<br />
ancora, i cataloghi di<br />
intimo e lingerie.<br />
Se poi vogliamo<br />
analizzare<br />
più<br />
a fondo il discorso, spostiamo<br />
l’attenzione non tanto sul risultato<br />
finale, dove grazie a effetti<br />
di luce o ritocchi al computer<br />
nulla delle parti intime è<br />
mostrato al pubblico, ma sulla<br />
realizzazione stessa del lavoro.<br />
Sovente una fotomodella deve<br />
restare a lungo completamente<br />
nuda sul set per realizzare<br />
le immagini necessarie. Quindi<br />
il problema si sposta, per la<br />
ragazza, al fatto di stare sul set<br />
senza imbarazzi e pudori, attorniata<br />
da persone che lavorano:<br />
una situazione non proprio<br />
semplice, specialmente le prime<br />
volte, che va comunque messa<br />
in conto se s’intende affrontare<br />
questo genere di foto. Infatti<br />
accettare certi generi di lavoro<br />
e poi non essere disposta a<br />
condurli a termine può causare<br />
molte complicazioni.<br />
La fotomodella professionista<br />
si distingue da una qualunque<br />
ragazza che posa proprio<br />
per il fatto che per lei queste situazioni<br />
sono naturali, in quanto<br />
fanno parte del suo lavoro.<br />
Infine dissipiamo un ultimo dubbio:<br />
la fotomodella che decide<br />
di fare nudo non deve necessariamente<br />
fare tutti i generi; fare<br />
nudo, così come fare intimo o<br />
trasparenze, è una scelta che<br />
deve essere ponderata: si farà<br />
solo il genere che si ritiene più<br />
adatto e per il quale si ha maggiore<br />
propensione. La scelta del<br />
genere è importante perché<br />
poi può condizionare le proprie<br />
scelte future. Ad esempio se si<br />
decide di lavorare nel settore<br />
della fotog rafia hard dif ficil mente<br />
si riuscirà poi a passare a generi<br />
più soft.<br />
Chiudiamo<br />
questo articolo<br />
con<br />
alcune te-<br />
44 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
stimonianze di fotomodelle che<br />
già posano per questi generi.<br />
Iniziamo con Grace, fotomodella<br />
emergente: “Mi sono avvicinata<br />
da poco tempo all’intimo<br />
perché la ritenevo un’evoluzione<br />
naturale verso la mia espressività<br />
in fotografia. Ho cercato di farlo<br />
senza esagerare, perché ritengo<br />
che in tutte le cose ci vuole buon<br />
gusto. Devo dire che, superato il<br />
naturale imbarazzo iniziale, mi sono<br />
trovata sempre<br />
a mio agio<br />
perché,<br />
forse, ho incontrato persone che<br />
si sono dimost rate sempre cor rette<br />
e professionali. Mi ha aiutato<br />
anche la sicurezza che mi ha trasmesso<br />
la persona con cui collaboro<br />
e che mi fa da consulente e<br />
assistente”.<br />
Elly Model, fotomodella professionista<br />
con sei anni di esperienza<br />
alle spalle: “Ho sempre vissuto<br />
il mio corpo con naturalezza,<br />
quindi mi sono subito sentita a<br />
mio agio a posare per scatti di nudo<br />
artistico. Con l’esperienza ho<br />
imparato a valorizzare ogni<br />
aspetto del mio corpo con<br />
l’eleganza e la sensualità<br />
necessarie affinchè<br />
uno scatto<br />
di nude art<br />
possa trasmettere<br />
emozioni ma non volgarità”.<br />
Lily, fotomodella torinese: “La<br />
fotografia è arte in tutte le sue<br />
espressioni e, pertanto, lo è anche<br />
la foto di nudo artistico. Ho sempre<br />
pensato che il nudo fatto con<br />
garbo e senza volgarità è arte al<br />
par i di un’opera pit tor ica. Mi t rovo<br />
bene con me stessa quando poso<br />
senza abiti e penso solo a dare<br />
il massimo affinché l’espressività<br />
del mio corpo e quella del mio viso<br />
rendano al massimo nello scatto<br />
finale. Chiaramente quello che<br />
conta molto è la professionalità<br />
delle persone che stanno dietro<br />
la macchina fotografica, quindi<br />
valuto sempre molto bene per chi<br />
posare”.<br />
Concludiamo gli interventi con<br />
quello di una presenza fissa di<br />
questa rubrica, Stefania Merello,<br />
fotomodella genovese<br />
e curatrice del blog “Diventare<br />
Fotomodelle” (http://<br />
smerello72.123homepage.it/):<br />
“La mia personale esperienza<br />
in campo fotografico<br />
nasce per gestire e<br />
vincere le mie varie<br />
insicurezmodella:<br />
Erika Da Silva<br />
fotografo: Angelo Ferri Ph<br />
art director: Franco Ardito<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 45
ze. Personalmente ho maturato la<br />
convinzione che nudo artistico e<br />
trasparenze non facciano per me:<br />
caratterialmente non mi sentirei<br />
a mio agio. Per questo ho scelto<br />
di fare scatti Fashion, Intimo e<br />
Glamour. Ho avuto la fortuna di<br />
trovare fotografi seri, che hanno<br />
sempre creato un set sereno e<br />
professionale, l’atmosfera giusta<br />
per interpretare liberamente tali<br />
generi. Credo sia fondamentale<br />
la giusta sinergia emotiva e<br />
mentale per esprimere al meglio<br />
un capo di lingerie: basta un<br />
eccesso per r isultate in nat urali o,<br />
peggio, volgar i. R itengo che saper<br />
dosare la sensualità e la<br />
posa sia decisivo per dare un<br />
risultato equilibrato e di stile”.<br />
modella: Persefora Mas<br />
fotografo: Angelo Ferri Ph<br />
art director: Franco Ardito<br />
46 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 47
NUOVI VOLTI A<br />
SONO PARTITE LE<br />
<strong>Orizzonte</strong> Fashion, struttura professionale<br />
rivolta al mondo della<br />
moda, riparte con le selezioni<br />
per arricchire il proprio catalogo<br />
professionale e coprire le diverse<br />
esigenze del settore.<br />
Dopo l’ottimo risultato riscontrato<br />
lo scorso anno, promuove<br />
nuovamente il suo progetto<br />
NUOVI VOLTI ALL’O-<br />
RIZZONTE, nato<br />
nei primi mesi<br />
del 2014 e rivolto<br />
a ragazze e ragazzi<br />
che vogliono affacciarsi<br />
al mondo della<br />
moda come indossatrici,<br />
fotomodelle/i,<br />
ragazze/i immagine per<br />
pubblicità, cataloghi e<br />
progetti fotografici.<br />
Nella prima edizione<br />
del 2014 sono stati<br />
selezionati otto<br />
nuovi volti, (Erika<br />
da Silva, Miriana<br />
Giustolisi,<br />
Hugo Ferreira,<br />
Valentina Mecca,<br />
Eleonora<br />
Marziello, Lorenzo<br />
Laraspata,<br />
Maria Colucci e<br />
Gema Bercelò)<br />
che, prima<br />
di essere proposti ad aziende e<br />
case di moda, parteciperanno<br />
gratuitamente a un Corso di Portamento<br />
da noi organizzato presso<br />
la nostra sede.<br />
Il Corso, che per i non selezionati<br />
48 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
LL’ORIZZONTE<br />
SELEZIONI 2015<br />
o per altri partecipanti è a pagamento,<br />
ha lo scopo di completare<br />
la formazione dei partecipanti<br />
per metterli in grado di presentarsi<br />
alle aziende col massimo<br />
della qualità e professionalità.<br />
La seconda edizione di NUOVI<br />
VOLTI ALL’ORIZZONTE seguirà<br />
le stesse procedure del precedente:<br />
tutti coloro che vorranno<br />
partecipare alle selezioni dovranno<br />
registrarsi sul sito www.orizzontemagazine.it/partecipa,<br />
compilando tutti i campi<br />
obbligatori. Verranno<br />
quindi contattati per<br />
un incontro conoscitivo<br />
e per gli<br />
scatti di prova<br />
in sede o in<br />
esterna.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49
ARTICOLO TRATTO<br />
DALLA RIVISTA “OUROBOROS”<br />
Nella foto:<br />
"Alchimistica Foresta",<br />
illustrazione digitale di<br />
Elena Frasca Odorizzi.<br />
IL SEME<br />
di Aldo Tavolaro<br />
I<br />
l seme originario<br />
Il seme originario è la<br />
parola. Il Vangelo di Giovanni<br />
recita: “Nel principio<br />
era la parola, ogni cosa è stata<br />
fatta per mezzo di essa e senza di<br />
lei neppure una delle cose fatte è<br />
stata fatta.”<br />
Questo ribadisce semplicemente<br />
ciò che leggiamo nella Genesi.<br />
Nei giorni della creazione Dio<br />
creò le cose chiamandole per<br />
nome; si sgrana così un rosario<br />
di “Dio disse…” e ancora “Dio<br />
disse…” e poi “Dio disse…”, e a<br />
mano a mano che l’Eterno chiamava<br />
le cose esse apparivano.<br />
Soltanto per l’uomo, e poi per<br />
la donna, al proposito espresso<br />
con la parola seguì l’opera della<br />
mano, che impastò la polvere e<br />
staccò la costola. Tuttavia<br />
anche in questo caso<br />
l’Eterno soffiò, senza<br />
emettere suono, il suo alito<br />
vitale nelle narici dell’uomo.<br />
Qui s’innesta a proposito<br />
quanto riporta il Vangelo gnostico<br />
di Filippo: “Il Signore amava<br />
Maria Maddalena più di tutti i discepoli,<br />
e spesso la baciava sulla<br />
bocca”. Lo stesso Vangelo di Filippo<br />
ha già parlato in precedenza<br />
del bacio e del suo significato (59,<br />
5): “Colui che si nutre dalla bocca,<br />
se di lì proviene il Logos verbo di<br />
verità, dovrà essere nutrito dalla<br />
bocca, e diventare Perfetto. Perché<br />
il Perfetto diventa fecondo per<br />
mezzo di un bacio, e genera. Per<br />
questo motivo anche noi ci baciamo<br />
l’un l’alt ro, e concepiamo l’uno<br />
dall’altro,<br />
per<br />
opera della<br />
grazia che è in<br />
noi.”<br />
Che la parola sia seme lo riconferma<br />
S. Tommaso, e con lui<br />
alcuni vangeli apocrifi, quando vi<br />
si legge che la Vergine Maria fu fecondata<br />
dallo Spirito Santo, o dal<br />
Verbo, attraverso l’orecchio: Con-<br />
50 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
cept io<br />
per aurem.<br />
Si conferma quindi<br />
che la parola è seme, ma questo<br />
non significa che debba essere<br />
necessariamente un “buon<br />
seme”, poiché nelle cose create<br />
il bene e il male sono due facce<br />
della medesima medaglia.<br />
D’altronde l’Eterno stesso,<br />
alla fine di ogni giorno<br />
della Creazione,<br />
considerava la sua<br />
opera; il Libro<br />
della Genesi riporta<br />
infatti,<br />
giorno dopo<br />
giorno, “E<br />
Dio vide<br />
che questo<br />
era buono”.<br />
Ma<br />
c’è un<br />
g ior n o,<br />
il secondo,<br />
il cui<br />
questo<br />
consenso<br />
manca: è<br />
il giorno<br />
in cui Dio<br />
separò le acque<br />
superiori<br />
da quelle inferiori,<br />
e chiamò<br />
“Cielo” la distesa<br />
intermedia. In quel<br />
giorno l’Eterno aveva<br />
operato una separazione,<br />
una disunione, una<br />
dualità antagonista che, sia pur<br />
feconda, non ritenne di riconoscere<br />
come “buona”.<br />
Il seme cosmico<br />
C’è poi un seme cosmico, inteso<br />
come energia vitale e vitalizzante,<br />
che gli antichi individuavano nel<br />
Sole, dando origine alle tante religioni<br />
solari presenti in numerosi<br />
luoghi e in ogni epoca.<br />
C’è stata una costante identificazione<br />
tra il Sole, inteso come il<br />
Seminatore (il grande “Sator”) e<br />
il seme, rappresentato dall’energia<br />
da esso emanata, fatta di luce<br />
e calore, che tutto vivifica. Gli<br />
antichi, in ogni tempo e in ogni<br />
luogo, di questo erano convinti<br />
e spesso rappresentavano materialmente<br />
il connubio Sole - Terra<br />
(la Grande Madre) alla stregua<br />
di un coito.<br />
In Gran Bretagna il complesso<br />
megalitico di Stonehenge racchiude<br />
nel ventre del suo cromlech<br />
(cerchio di pietre) due serie<br />
di pietre concentriche a forma<br />
di U, con l’apertura rivolta verso<br />
il punto dell’orizzonte in cui<br />
sorge il Sole al Solstizio d’Estate.<br />
Tra questo simbolico utero<br />
di pietre (che simboleggia l’utero<br />
della Terra) e il lontano punto<br />
dell’orizzonte c’è un menhir alto<br />
sei metri, la Heel-stone. Quando<br />
sorge il Sole del 21 giugno, il più<br />
alto dell’anno, nel pieno della<br />
sua potenza quindi, la sua sfera<br />
di fuoco appare sulla punta del<br />
menhir e l’ombra di quest’ultimo<br />
penetra nelle pietre azzurre e di<br />
sarsen disposte in forma di utero:<br />
la Terra Madre è fecondata<br />
dal suo Sposo celeste.<br />
In Irlanda, a Newgrange, c’è la<br />
cosiddetta Tomba megalitica<br />
(che tomba non è): un lungo<br />
corridoio coperto lungo circa 12<br />
metri, con l’ingresso rivolto verso<br />
il sorgere del Sole al Solstizio<br />
d’Inverno e, dal lato opposto, un<br />
vano absidato con due camere<br />
laterali.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 51
Nella foto:<br />
Newgrange, interno<br />
della Tomba<br />
megalitica Nella al Solstizio<br />
d'Estate. interno della<br />
foto:<br />
Newgrange,<br />
Tomba megalitica<br />
al Solstizio d’Estate.<br />
Il primo raggio di Sole del Solstizio<br />
penetra nel corridoio<br />
raggiungendo il vano absidato<br />
(l’utero) e il chiarore si diffonde<br />
nei due vani laterali (le ovaie):<br />
ancora un’allegoria della fecondazione,<br />
dell’energia vitale proveniente<br />
dal sole che penetra<br />
nella Terra.<br />
Più a sud, in Egitto, lungo le sponde<br />
del Nilo s’incontra una gran<br />
quantità di obelischi; raggi di<br />
Sole pietrificati, secondo Plinio,<br />
ma anche simboli fallici. Il Sole<br />
ne proietta l’ombra sul terreno<br />
al Solstizio d’Estate, quando è<br />
più alto e gagliardo; allora il Nilo<br />
straripa e come il seme si spande<br />
sulla terra, fecondandola e rendendola<br />
fertile. E’ sempre il Sole<br />
il grande seminatore, e la Terra la<br />
sua sposa.<br />
Questa teatralizzazione del coito<br />
cosmico si riscontra anche nel<br />
Medio Evo, e perfino nelle chiese<br />
cristiane.<br />
A San Leonardo di Siponto, vicino<br />
a Manfredonia, in Puglia, nella volta<br />
della chiesa è realizzato un foro<br />
attraverso il quale, a mezzogiorno<br />
52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
del Solstizio d’Estate, e solo allora,<br />
passa un raggio di sole. Sempre il<br />
Sole più gagliardo e questa volta al<br />
massimo della culminazione, sempre<br />
un’apertura, analoga al grembo<br />
femminile, sempre un ventre<br />
accogliente<br />
(la navata<br />
della chiesa)<br />
e infine<br />
l’utero, simboleggiato<br />
dall’arco<br />
sorretto da<br />
due pilastri<br />
al centro del<br />
quale termina<br />
il raggio<br />
di sole.<br />
Ma innumerevoli<br />
sono le allegorie<br />
del<br />
Sole fecondatore, presenti oltre<br />
che nell’architettura - da quella<br />
megalitica alla medievale - anche<br />
nei riti e nei misteri di numerose<br />
religioni per celebrare il ruolo di<br />
questo seme cosmico che accende<br />
la scintilla della vita nel grembo<br />
della Terra Madre.<br />
Il seme dell’uomo<br />
E’ questa la grande delega conferita<br />
da Dio, creatore dell’uomo,<br />
alla sua creatura perché continui<br />
a creare altri uomini. In questo<br />
supremo privilegio di ripetere<br />
l’opera di un Dio è il senso stesso<br />
della sua sacralità e drammaticità.<br />
L’uomo, che nel seno della sua<br />
compagna ritrova il seno materno,<br />
che nel suo grembo ritrova il<br />
grembo da cui proviene, scopre<br />
nella sposa il simulacro della madre,<br />
che a sua volta lo riconduce<br />
alla Grande Madre, quella Terra<br />
dal cui fango, manipolato da Dio,<br />
egli fu tratto. Nell’istante in cui<br />
l’uomo penetra nel ventre della<br />
sua sposa, torna nel ventre della<br />
Terra.<br />
Quel grembo schiuso innanzi a<br />
sé, per poter essere per nove<br />
mesi culla dovrà prima essere<br />
tomba, in quanto nel momento<br />
magico in cui deporrà il suo<br />
seme verranno assorbite le sue<br />
forze vitali; non a caso i francesi<br />
chiamano quel momento “La<br />
pétite mort” mentre poeti e trovatori<br />
medievali lo definivano<br />
“Morte d’amore”.<br />
Non può esserci una nascita senza<br />
una preventiva morte, come<br />
per il chicco di grano, che prima<br />
di germogliare deve marcire nel<br />
buio della terra. Non c’è prima<br />
una nascita e poi la morte, ma<br />
esattamente il contrario: dalla<br />
morte si origina una nascita, da<br />
cui discende la necessità di morire<br />
per poter rinascere più luminosi<br />
di prima. Se un chicco di grano<br />
dà una spiga, se da una ghianda<br />
nasce<br />
una<br />
quercia,<br />
ogni<br />
m o r t e<br />
presuppone<br />
una<br />
rinascita<br />
più splendente.<br />
G e s ù<br />
muore<br />
martoriato,<br />
ma<br />
quando il<br />
sepolcro<br />
si schiude<br />
il Cristo risorge nella luce gloriosa<br />
del Padre celeste. E’ così che<br />
la vita dello spirito rinasce incessantemente.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 53
VERSO IL<br />
RICONOSCIMENTO<br />
NAZIONALE<br />
di Leopoldo Di Nanna<br />
A<br />
quasi un anno dalla<br />
fondazione, e dopo<br />
essersi strutturata<br />
sull’intero territorio<br />
nazionale, Forza dei Consumatori<br />
ha nel mirino la vera sfida:<br />
raggiungere i requisiti richiesti<br />
per ottenere il Riconoscimento<br />
Nazionale e la conseguente iscrizione<br />
al Consiglio Nazionale dei<br />
Consumatori e Utenti.<br />
Dalla normativa di riferimento (Articolo<br />
137 Codice del Consumo, Decreto<br />
Ministero Sviluppo Economico<br />
n. 260 del 2012 e Circolare prot.<br />
n. 0038226 del 5 Marzo 2013) si<br />
evince che, oltre all’attuale tessera<br />
ordinaria da 35 euro (estendibile<br />
sino a 4 persone sottoscriventi,<br />
come da modulo presente nell’area<br />
download del sito ufficiale<br />
www.forzadeiconsumatori.it),saranno<br />
valide per il raggiungimento<br />
dello storico traguardo anche le<br />
tessere promozionali da 2 euro,<br />
personali, della durata di un anno<br />
dalla sottoscrizione (sarà utilizzabile<br />
lo stesso modulo con indicazione<br />
del differente importo).<br />
Riguardo a queste ultime, la circolare<br />
sopra richiamata, al paragrafo<br />
“Quota associativa di importo non<br />
meramente simbolico”, prevede che<br />
le Sedi Delegate dovranno versare<br />
alla Sede Nazionale l’importo di 1<br />
euro. Per la quota ordinaria da 35<br />
euro rimane fermo il versamento<br />
in favore della Sede Nazionale del<br />
25%, pari ad € 8,75.<br />
A tutti i Referenti delle Sedi Delegate<br />
di Forza dei Consumatori<br />
facciamo presente quindi che a<br />
partire dal giorno 5 Marzo 2015,<br />
e per il primo biennio utile 5 Marzo<br />
2015 - 5 Marzo 2017, tanto la<br />
Sede Nazionale quanto le Sedi<br />
Delegate sono chiamate a fornire<br />
il massimo apporto possibile<br />
in termini di Tesseramento, al fine<br />
del raggiungimento delle circa<br />
30.000 iscrizioni su tutto il Territorio<br />
Nazionale. Questo trauardo,<br />
insieme agli altri requisiti richiesti<br />
dalla richiamata normativa,<br />
consentirà all’Associazione di ottenere<br />
l’importantissima iscrizione<br />
nell’elenco delle Associazioni<br />
54 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
dei Consumatori e degli Utenti<br />
Rappresentative a livello Nazionale,<br />
con tutti i benefici e poteri<br />
che ne conseguono, a vantaggio<br />
di tutte le sedi.<br />
L’elenco delle Sedi Ufficiali Delegate<br />
e delle strutture convenzionate<br />
sarà sistematicamente<br />
aggiornato sulla apposita area del<br />
nostro sito internet, e invitiamo<br />
chiunque voglia diventare nostro<br />
referente a contattarci.<br />
Il nostro obiettivo consiste nell’aumentare<br />
sempre di più le Sedi, per<br />
fornire ai nostri associati una presenza<br />
capillare su tutto il territorio,<br />
e di offrire la più ampia gamma<br />
di servizi in grado di soddisfare la<br />
domanda da parte dei Consumatori<br />
e Utenti, anche in sinergia con<br />
altre realtà associative.<br />
Forza dei Consumatori si distingue,<br />
e ancor più si distinguerà una<br />
volta ottenuto il riconoscimento<br />
nazionale, per il grande attivismo<br />
sul territorio e per la partecipazione<br />
in ogni vicenda che lede i<br />
diritti dei consumatori fra cui, per<br />
esempio, la corretta gestione dei<br />
beni confiscati alla criminalità organizzata<br />
e la tutela dell’ambiente.<br />
L’Associazione ha lo scopo precipuo<br />
di assistere gli ap-<br />
partenenti alle fasce deboli della<br />
popolazione dai soprusi e da lesioni<br />
dei principi sanciti dalla Carta<br />
Costituzionale, posti in essere<br />
dalle grandi società, da enti pubblici<br />
e privati.<br />
Saremo in prima linea in ogni vicenda<br />
nazionale, parteciperemo<br />
ai tavoli di concertazione governativi,<br />
dimostreremo cosa può<br />
essere una vera Associazione dei<br />
Consumatori, a tutela dei diritti<br />
di tutti i cittadini.<br />
Una Delegazione Nazionale sarà<br />
anche disponibile, come già è avvenuto<br />
in questo primo anno, ad<br />
incontri con le Sedi Delegate, finalizzati<br />
alla coesione interna e alla<br />
apertura di nuove sedi, nonché<br />
ad affrontare Convegni ed eventi<br />
divulgativi della nostra attività associativa.<br />
Chiunque vorrà associarsi potrà<br />
farlo raggiungendo una delle<br />
nostre sedi oppure direttamente<br />
online, compilando il form<br />
sul nostro sito internet ed effettuando<br />
il bonifico di 2 euro<br />
per la tessera promozionale, o<br />
di 35 euro per la tessera ordinaria,<br />
sul C/C postale intestato<br />
a Forza dei Consumatori, IBAN::<br />
T59C0760104000001018787059,<br />
indicando nella causale “tesseramento<br />
annuale Forza dei Consumatori”.<br />
Per qualsiasi delucidazione e per<br />
conoscere tutti i servizi e le agevolazioni<br />
riservate agli associati<br />
non esitate a contattarci.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 55
I GRANDI<br />
DELLA FOTOGRAFIA<br />
IRVING PENN<br />
di Angelo Ferri<br />
56 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
I<br />
rving Penn nasce il 16<br />
giugno 1917 a Plainfield.<br />
Dopo la scuola pubblica,<br />
all’età di diciotto anni,<br />
si iscrive al corso quadriennale<br />
di disegno pubblicitario tenuto da<br />
Alexey Brodovitch presso la School<br />
of Industrial Art di Philadelphia.<br />
Per perfezionale la sua formazione<br />
di art director, nell’estate degli ultimi<br />
due anni lavora come fattorino<br />
e come apprendista art per la<br />
rivista Harper Bazaar, realizzando<br />
bozzetti per scarpe. Fino a questo<br />
momento non ha ancora pensato<br />
di diventare fotografo.<br />
Nel 1938, subito dopo la laurea,<br />
ottiene il suo primo lavoro da art<br />
director della rivista Junior League;<br />
in seguito passa all’Avenue<br />
<strong>Magazine</strong> con lo stesso incarico.<br />
All’età di 25 anni lascia il suo lavoro<br />
e utilizza i suoi risparmi per<br />
andare in Messico, dove comincia<br />
a dipingere; ben presto però<br />
si convince di essere un pittore<br />
appena mediocre e torna a New<br />
York. Qui, nel 1943, incontra Alexander<br />
Liberman, art director<br />
della rivista Vogue, che lo assume<br />
come suo assistente, I fotografi<br />
dello staff non credono molto<br />
nelle sue idee ma Penn, utilizzando<br />
una macchina fotografica presa<br />
in prestito, crea una “natura<br />
morta” realizzata con una serie di<br />
accessori di moda, utilizzata come<br />
copertina di Vogue.<br />
Nel 1948, sempre per Vogue,<br />
realizza alcuni servizi in Perù e<br />
diverse campagne fotografiche<br />
legate al mondo della moda, che<br />
lo fanno conoscere a livello internazionale.<br />
Penn dimostrò la sua straordinaria<br />
capacità di lavoro, la versatilità,<br />
l’inventiva e la fantasia in una<br />
serie di settori tra cui l’illustrazione<br />
editoriale, la pubblicità, il<br />
fotogiornalismo, e inoltre ritratti,<br />
nature morte, viaggi e televisione.<br />
Due serie di ritratti sono particolarmente<br />
memorabili: la prima è<br />
stata realizzata nel 1948 in studio,<br />
fra Londra, Parigi e New York,<br />
l’altra durante il periodo natalizio<br />
a Cuzco, in Perù, dove era andato<br />
per svolgere un servizio di moda.<br />
In questa occasione Penn convinse<br />
il fotografo locale ad affittargli<br />
il suo studio, che aveva un<br />
pavimento di pietra, un dipinto<br />
di sfondo, un piccolo tappeto, e<br />
una sedia imbottita simile a uno<br />
sgabello da pianoforte. In questo<br />
ambiente Penn realizzò circa 200<br />
ritratti a colori e in bianco e nero.<br />
Famosa è la serie di immagini del<br />
progetto “Piccoli Mestieri,” sui<br />
mestieri destinati a scomparire, in<br />
cui Penn riprende un gran numero<br />
di lavoratori nei loro abiti da<br />
lavoro, caratterizzati dagli attrezzi<br />
del mestiere. Ciascuno è stato<br />
posto su uno sfondo chiaro e illuminato<br />
dal lato, la caratteristica illuminazione<br />
che identifica la gran<br />
parte della ritrattistica di Penn.<br />
Nel 1950, Penn apre il proprio<br />
studio a New York continuando<br />
per il resto della sua vita a lavorare<br />
nel settore della moda, ma anche<br />
a condurre la propria ricerca<br />
personale.<br />
Penn muore nel 2009 nella sua<br />
casa di Manhattan. I suoi lavori<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 57
sono esposti in importanti gallerie di tutto il mondo,<br />
tra cui l’Art Institute di Chicago, il J. Paul Getty Museum<br />
di Los Angeles, il National Portrait Gallery, di<br />
Londra, il National Gallery of Art di Washington e il<br />
Metropolitan Museum of Art di New York. Nel 2013<br />
la Fondazione Irving Penn ha donato 100 immagini<br />
allo Smithsonian American Art Museum di Washington,<br />
portando a 161 il numero di opere presenti in<br />
quella collezione.<br />
58 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Foto di Antonello Diana<br />
1 a Classificata Gennaio 2015<br />
Ogni mese la Redazione selezionerà una serie di immagini che saranno pubblicate su<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>, sul sito web e sulla pagina Facebook della rivista.<br />
Le foto dovranno essere in formato jpeg e senza watermark o scritte;<br />
vanno inviate alla casella e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />
corredate di nome e cognome dell’autore e di una breve didascalia.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 59
DAVIDE BELLAGGI<br />
1°<br />
60 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />
MARCO LAU<br />
GIACOMO JACK OSSO<br />
2° 6°
YVONNE VIONNET<br />
3°<br />
PATRICK O’NEILL<br />
5°<br />
ANTONELLO DIANA<br />
4°<br />
FILIPPO LATELLA<br />
7°<br />
RITA BASTONI<br />
8°<br />
ANTONELLA SCALISI<br />
10°<br />
GABRIELE ASTUTO<br />
9°<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 61
62 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />
OUROBOROS<br />
Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />
E’ possibile abbonarsi gratuitamente all’indirizzo:<br />
www.orizzontemagazine.it/ouroboros1
TRADIZIONI DI CARNEVALE:<br />
IL MIGLIACCIO<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 63
TRADIZIONI DI CARNEVALE:<br />
IL MIGLIACCIO<br />
di Ornella Mirelli<br />
N<br />
elle antiche civiltà<br />
l’anno iniziava a marzo<br />
(fu Giulio Cesare<br />
nel 46 a.C. ad anticiparlo<br />
a gennaio per legarlo al ciclo<br />
delle stagioni) e il periodo di<br />
Carnevale corrispondeva alla fine<br />
del ciclo annuale; un momento in<br />
cui il caos prendeva il sopravvento<br />
sull’ordine costituito, che poi tornava<br />
a ristabilirsi con l’inizio del<br />
nuovo anno, segnando il rinnovamento<br />
che apriva il nuovo ciclo.<br />
Il concetto di caos veniva sottolineato<br />
dal sovvertimento delle<br />
classi sociali e delle regole: lo<br />
schiavo era promosso padrone, il<br />
padrone serviva gli schiavi, tutti i<br />
divieti venivano violati ed ogni licenza<br />
era concessa, in un parossismo<br />
di libertà sfrenata in cui il<br />
tempo si annullava, i defunti tornavano<br />
ad essere contemporanei<br />
dei vivi, mescolandosi con essi, e si<br />
restaurava il disordine primordiale,<br />
necessario presupposto della<br />
rigenerazione del Cosmo.<br />
Questa concezione si è tramandata<br />
nei secoli, trasformandosi e<br />
adattandosi a situazioni e circostanze.<br />
Nel Medio Evo al potere<br />
costituito e alle classi nobili faceva<br />
comodo che il popolo, almeno<br />
una volta all’anno, disponesse<br />
di un momento liberatorio in cui,<br />
sbeffeggiando i potenti, potesse<br />
dimenticare la grama vita quotidiana<br />
e il peso delle gabelle. E se il<br />
contadino si mascherava da signore,<br />
il signore si fingeva contadino,<br />
assecondando la finzione e stemperandola<br />
a livello di gioco.<br />
Per sottolineare il magro della<br />
Quaresima che stava per giungere<br />
nacque il termine “Carnevale”<br />
(Carnem levare) che definiva il periodo<br />
della tavola grassa, in cui il<br />
maiale la faceva da principe, consumato<br />
in tutte le sue parti da<br />
un’economia contadina che non<br />
buttava via nulla.<br />
Non si buttavano neanche le budella,<br />
in cui s’insaccavano, tritate, le<br />
parti meno pregiate dell’animale, e<br />
il sangue, col quale si preparava il<br />
Sanguinaccio e il suo parente stretto,<br />
il Migliaccio, in cui il sangue si<br />
mescolava alla farina di miglio per<br />
farne una focaccia che avesse più<br />
sapore e sostanza.<br />
Ma poiché chi mangia budella e<br />
sangue è capace di mangiare di<br />
tutto e di compiere qualunque<br />
azione, la Chiesa osteggiò questi<br />
cibi che, insieme agli eccessi carnascialeschi,<br />
bollò come manifestazioni<br />
di empietà. Nelle cucine<br />
dei monasteri, ma anche in quelle<br />
della nobiltà e della borghesia, si<br />
stemperarono quindi questi cibi,<br />
mescolando al sangue prima lo<br />
zucchero, quindi la più aristocra-<br />
64 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
tica cioccolata. Nel Migliaccio la<br />
farina di miglio fu sostituita dalla<br />
semola, la bianca ricotta prese il<br />
posto del più truculento sangue<br />
di maiale e l’acqua di fiori d’arancio<br />
inzuppò l’insieme, diffondendo<br />
profumi angelici.<br />
L’uva passa, la vaniglia e i canditi<br />
hanno infine cancellato anche<br />
l’ultima connotazione “cafona” di<br />
questo dolce, presente con sostanziali<br />
differenze in diverse re-<br />
gioni italiane. Nell’Italia meridionale<br />
il più conosciuto è quello della<br />
tradizione napoletana, preparato<br />
in maniera molto simile alla farcia<br />
delle sfogliatelle.<br />
Come spesso avviene per i piatti<br />
della tradizione, ogni famiglia ha<br />
la sua ricetta; quella che vi proponiamo<br />
è la ricetta di famiglia<br />
di “Rimmel” ed è stata ripresa<br />
da www.appuntidicucinadirimmel.<br />
com/2013/01/il-migliaccio.html<br />
Continua la collaborazione<br />
di <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> con<br />
Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />
blog di cucina del web.<br />
Ammodomio è all’indirizzo<br />
www.ammodomio.blogspot.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 65
Il Migliaccio<br />
Ingredienti<br />
dosi per una teglia da 26 cm di diametro<br />
125 g di semola di grano duro non<br />
rimacinata<br />
500 g di ricotta di fuscella o la più<br />
morbida che trovate<br />
½ lt di latte intero<br />
350 g di zucchero<br />
4 uova<br />
30 g di burro<br />
la buccia di un limone e di un’arancia<br />
non trattati<br />
1/2 tazzina di limoncello,<br />
1 fialetta di aroma di fior d’arancia,<br />
cedro candito a cubetti q.b.<br />
un pizzico di sale<br />
Mettete sul fuoco il latte col il burro,<br />
la buccia di limone e un pizzico<br />
di sale; quando bolle togliete<br />
la buccia di limone, aggiungete<br />
a pioggia la semola e mescolate<br />
fino ad ottenere un composto<br />
uniforme. Togliete<br />
dal fuoco e unite<br />
lo zucchero, mescolando<br />
continuamente<br />
finché<br />
non si scioglie. Lasciate<br />
raffreddare,<br />
quindi aggiungete<br />
la ricotta, mischiate<br />
e passate<br />
tutto al passaverdure.<br />
Aggiungete<br />
le uova, uno alla<br />
volta, e tutti gli<br />
aromi, compresa<br />
la buccia d’arancia<br />
grattugiata. Imburrate<br />
e infarinate<br />
la teglia (o gli<br />
stampini se volete<br />
ottenere i piccoli<br />
Migliacci proposti<br />
in fotografia), riempite<br />
e cuocete<br />
in forno a 180°<br />
per 40-50 minuti,<br />
fino a doratura.<br />
Alla fine dovrà<br />
risultare umido e<br />
granuloso. Lasciate<br />
raffreddare nel forno aperto<br />
e cospargete di zucchero a velo.<br />
Lasciate riposare per circa 12 ore,<br />
quindi servite insieme a bicchierini<br />
di budino al cioccolato.<br />
66 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Nata nel 2013 da un gruppo di cinque amici amanti di questo piatto importante della tradizione culinaria<br />
barese, oggi conta più di 300 associati. il Presidente Massimo Dell’Erba è affiancato dai suoi più stretti<br />
amici con i quali condivide questa esperienza tra i quali si annoverano i nomi di Nicola Pintucci, Gianvito<br />
Spizzico, Mimmo Magistro, Mimmo Trizio, Ettore Bucciero, Vincenzo Izzo, Bartolo Centrone, Nicola Di<br />
Candia, Angelo Michele Nardelli, Carlo Sinisi, Mimmo Mallardi, Vito Insalata, Rino Desiante, Oscar Clemente,<br />
Vito Maffei, Eligio Mayer, Leonardo Cisaria, Nino Frezza, Roberto Cantarone, ai quali ultimamente<br />
si sono aggiunti anche Nicola Lerario, Alberto Melica e altri.<br />
L’Accademia dell’Assassina non ha una sede propria; è itinerante attraverso i ristoranti di bari e provincia<br />
ed ha come scopo unico la degustazione degli spaghetti all’assassina che nella tradizione della cucina barese<br />
era solita prepararsi il lunedì usando il ragù avanzato la domenica precedente, sempre accompagnato da vino<br />
prodotto da cantine pugliesi quali Polvanera, Agricole Vallone, Cantine Due Palme, Taurino e altre.<br />
Le vicende dell’Accademia dell’Assassina possono essere seguite entrando a far parte dell’omonimo<br />
gruppo facebook e....buoni spaghetti a tutti!!!!!<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 67
RISOTTO<br />
CON PASTA DI SALAME<br />
E BONARDA<br />
DELL’OLTREPO’ PAVESE<br />
di Fabrizio Capra<br />
L<br />
a ricetta che vi proponiamo<br />
in questo<br />
numero per lo spazio<br />
<strong>Orizzonte</strong> Food è<br />
una specialità dell’Oltrepò Pavese,<br />
in particolare di Stradella, che<br />
unisce prevalentemente sapori<br />
e profumi del territorio: il Risotto<br />
con Pasta di Salame e Bonarda<br />
dell’Oltrepò Pavese.<br />
Le principali componenti di questa<br />
ricetta trovano riscontro nella<br />
tradizione agricola e culturale del<br />
territorio: il riso proveniente dalla<br />
vicina Lomellina, luogo di storica<br />
coltivazione di questo cereale, il<br />
Bonarda, testimonial principe della<br />
vitivinicoltura locale, e il maiale<br />
allevato in zona per una impor-<br />
tante e radicata tradizione norcina<br />
che fa del salume un prodotto<br />
di eccellenza; tutti prodotti che<br />
rendono questo risotto particolarmente<br />
gustoso.<br />
Il Carnaroli è un riso a chicco<br />
medio coltivato nelle provincie<br />
di Pavia, Novara e Vercelli; tradizionalmente<br />
viene usato per<br />
preparare il risotto e si differenzia<br />
dagli altri tipi di riso per un<br />
maggiore contenuto di amido,<br />
una consistenza più soda e un<br />
chicco più lungo. Tiene maggiormente<br />
la cottura lenta richiesta<br />
per il risotto, perché presenta<br />
maggiori quantità di amilosio<br />
(zucchero polisaccaride componente<br />
dell’amido). Appartiene<br />
68 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
alla classe dei “superfino” e viene<br />
chiamato il “re dei risi”.<br />
La Pasta di Salame è quella utilizzata<br />
per preparare gli omonimi<br />
insaccati a base di carne di maiale<br />
con l’aggiunta di spezie che variano<br />
in base ai singoli segreti di produzione<br />
dei produttori o dei cuochi.<br />
Il Bonarda dell’Oltrepò Pavese,<br />
da non confondere con il vitigno<br />
Bonarda che entra a far parte di<br />
diverse DOC piemontesi, è prodotto<br />
dal vitigno Croatina.<br />
Circa l’origine del nome “croatina”<br />
ci sono due ipotesi: una decisamente<br />
popolare, per la quale<br />
il nome deriverebbe dal termine<br />
dialettale “croatta” (cravatta), ad<br />
indicare il fatto che si tratta di un<br />
vino bevuto nei giorni di festa,<br />
quando si indossava la cravatta.<br />
Secondo l’altra versione, più tecnica,<br />
il vitigno avrebbe origine nei<br />
paesi dell’Europa dell’Est (Croazia-croatina).<br />
Il termine “Bonarda”, invece, secondo<br />
alcuni autori, deriverebbe<br />
dal patronimico longobardo “Bono”<br />
con l’aggiunta di “hard”, che<br />
in longobardo significava “coraggioso<br />
e forte”. La ricostruzione<br />
si basa sul fatto che i Longobardi<br />
ebbero come capitale Pavia, con<br />
estensione del loro dominio anche<br />
in Oltrepò. I “tecnici” invece<br />
fanno derivare il nome Bonarda<br />
dalla “Val d’Arda”, dove questo<br />
vino avrebbe avuto origine..<br />
Per raccontarvi questo piatto siamo<br />
andati all’Osteria del Giuse,<br />
presso l’Hotel Italia, dove abbiamo<br />
assaggiato e “scoperto” la ricetta<br />
di Giuseppe Achilli.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 69
Risotto con Pasta di Salame e<br />
Bonarda dell’Oltrepò Pavese.<br />
Ingredienti per 4 persone:<br />
320 gr. di riso Carnaroli;<br />
1 bicchiere di Bonarda dell’Oltrepò<br />
vivace,<br />
300 gr. di pasta di salame fresca;<br />
70 gr. di Grana Padano;<br />
70 gr. di burro;<br />
scalogno;<br />
brodo di carne q.b.<br />
Si inizia con il preparare il brodo<br />
di carne che richiede almeno due<br />
ore di cottura.<br />
Sciogliere il burro con l’aggiunta<br />
dello scalogno e portare a una<br />
leggera doratura; aggiungere la<br />
pasta di salame e rosolare per<br />
pochi minuti; aggiungere il riso<br />
e tostarlo; versare il Bonarda e<br />
farlo assorbire; versare il brodo<br />
durante la cottura sino al punto<br />
desiderato di preparazione del riso;<br />
mantecare con burro e Grana<br />
Padano.<br />
Servire impiattando con foglia di<br />
alloro e abbinando il piatto con<br />
Bonarda dell’Oltrepò Pavese.<br />
Tempo di preparazione (esclusa<br />
la preparazione del brodo di carne)<br />
circa 20 minuti.<br />
Sul sito dell’Infopoint Stradella è<br />
disponibile la videoricetta: http://<br />
infopointstradella.it/videoricette/<br />
risotto-con-pasta-di-salame.<br />
Alcune ricette prevedono l’utilizzo<br />
della cipolla rossa (80 gr.) in<br />
alternativa allo scalogno, oppure<br />
un utilizzo quantitativo inferiore<br />
di burro e Grana Padano; altre<br />
indicano la possibilità di utilizzare<br />
prezzemolo tritato e due cucchiai<br />
di Olio di Oliva extravergine.<br />
La pasta di salame, non sempre<br />
reperibile, può essere sostituita<br />
con salsiccia fresca tipica della<br />
propria regione.<br />
Il piatto presenta un sapore intenso,<br />
che soddisfa il palato, e un<br />
gusto armonico, in cui le varie<br />
componenti vanno bene ad amalgamarsi<br />
tra loro.<br />
Questo risotto può essere conservato<br />
per un paio di giorni in<br />
frigorifero, utilizzando un contenitore<br />
ermeticamente chiuso. E’<br />
sconsigliata la congelazione.<br />
70 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
VICO SANTA MARGHERITA<br />
C.A.P. : 09124<br />
CAGLIARI (CAGLIARI)<br />
TELEFONO: 070666714<br />
CELLULARE: 3384044382<br />
sito internet: http://www.sapiolaristorante.it<br />
Ambiente informale, tavola raffinata, nella cucina di “Sa Piola” si utilizzano esclusivamente materie prime di<br />
altissimo livello e prodotti legati alla tradizione sarda.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 71
LO<br />
SAPEVATE<br />
CHE<br />
SILENE VULGARIS<br />
(Moench) Garcke<br />
PIANTA SPONTANEA<br />
NOME SCENTIFICO:<br />
SILENE VULGARIS<br />
PIANTA COMUNE IN TUTTA<br />
L’EUROPA CENTRO MERIDIONALE<br />
di Angelo Ferri<br />
È conosciuta in ogni territorio con<br />
1.<br />
un nome diverso proprio per la<br />
sua grande diffusione e per l’ampio<br />
utilizzo che se ne fa. Spesso i<br />
nomi dialettali fanno riferimento al<br />
gioco infantile di un tempo consistente nel provocare<br />
un piccolo scoppiettio con i fiori, o sul dorso della<br />
mano o comprimendoli tra pollice e indice, dallo<br />
stridore delle foglie sfregate, ecc. La pianta cresce<br />
ovunque, per lo più a colonie, ma soprattutto nei<br />
luoghi erbosi e nei campi, non disdegnando di farsi<br />
trovare a ridosso dei muri, lungo le strade e anche in<br />
ambienti un po’ aridi e prediligendo terreni calcarei<br />
e azotati. Originaria delle regioni mediterranee. La<br />
silene è pianta erbacea perenne, a base lignificata e<br />
robusto apparato radicale. È di altezza variabile fino<br />
ai 50 cm, ha colore glauco e fusti glabri. Le foglie sono<br />
lanceolate, opposte ai nodi, quasi sessili e, come<br />
molte caryophyllaceae, carno sette. I fiori sono quelli<br />
caratteristici che tutti abbiamo presenti, dal bianco al<br />
bianco-rosato riuniti in infiorescenze pendule.<br />
72 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
La specie ha caratteri a volte<br />
molto variabili, così che esistono<br />
parecchie sottospecie, alcune<br />
molto simili fra loro. Le differenze<br />
possono riguardare il portamento<br />
e le foglie, che possono anche essere dentellate<br />
o cigliate, glabre o pelose. Specie molto simile è la<br />
S. angustifolia, con foglie evidentemente più strette.<br />
La pianta fiorisce in genere da maggio a luglio, ma a<br />
seconda delle zone e dell’altitudine essa è anticipata<br />
o prolungata, a volte anche fino all’autunno.<br />
La piante contiene saponine, soprattutto nella radice,<br />
e comunque in quantità tali da essere pressoché<br />
innocue.<br />
2. 5.<br />
La pianta è citata da tempo in letteratura<br />
per i suoi usi. Essa veniva<br />
3.<br />
utilizzata in passato<br />
anche in funzione terapeutica<br />
(come diuretico, rimedio contro<br />
la gotta e il fuoco di S.Antonio o l’anemia o altro ancora),<br />
ma questo uso non è tradizionale, tant’è che<br />
essa non è inserita nell’elenco ufficiale delle piante<br />
officinali italiane.<br />
È segnalato l’utilizzo come emolliente e nei trattamenti<br />
oftalmici. L’utilizzo migliore è però anche<br />
quello più noto: si può dire che essa appartiene alla<br />
tradizione alimentare di tutte le regioni italiane, ma<br />
esso si ritrova anche in molti altri paesi dell’area mediterranea<br />
e non solo.<br />
La pianta è ritenuta buona mellifera. Alcune industrie<br />
ne ricavano saponi e da qualche tempo, oltre<br />
al commercio dei semi, sono allo studio progetti<br />
per favorire la sua coltivazione e commercializzazione<br />
La silene è fra le erbe più ricercate<br />
ed usate in cucina, ed è senz’altro<br />
fra quelle più apprezzate dagli<br />
amanti della buona tavola. In<br />
tutta Italia si utilizzano i giovani<br />
germogli e i nuovi getti oltre alle le foglie più tenere,<br />
raccolti prima dell’antesi. Si tratta di una verdura<br />
tenera e dal sapore delicato e particolare, utilizzata<br />
sia fresca che, più frequentemente, previa cottura,<br />
anche se alcune zone mostrano un utilizzo più vario<br />
e altre limitato solo ad alcune preparazioni. Fresca<br />
si consuma in insalata, aggiungendola ad altre erbe. I<br />
germogli si possono lessare, sempre con altre erbe,<br />
per preparare torte salate o minestre o per essere<br />
ripassate in padella.<br />
Pasta con le Silene<br />
Ingredienti<br />
1000 gr. di Pasta Tipo Sedanini All uovo Freschi<br />
1000 gr. di Cime Di Silene (silene Inflata)<br />
6 Spicchi di Aglio<br />
Abbondante di Olio Extra-vergine D’oliva<br />
Sale<br />
Preparazione<br />
Le quantità sono da intendersi per 4 persone.<br />
Lessare per circa 3 minuti la silene in acqua bollente<br />
salata. Scolarla. Far rosolare gli spicchi d’aglio in<br />
abbondante olio, toglierli e fare saltare per pochi<br />
minuti la silene. Cuocere la pasta, scolarla e condire<br />
con la silene.<br />
Sinonimi: la pianta e anche il genere<br />
è stata variamente classifi-<br />
4.<br />
cata nel tempo; anche da qui i<br />
numerosi sinonimi: Silene campanulata<br />
Saut, Silene venosa<br />
Asch., Silene cucubalus Wibel subsp. Cucubalus,<br />
Silene venosa Asch. subsp. Venosa, Silene cucubalus<br />
Wibel, Silene inflata Sm., Silene latifolia (Mill.)<br />
Britten & Rendle, non Poir.<br />
Etimologia: il nome del genere si fa discendere variamente<br />
o dal greco sialon, saliva, con riferimento<br />
alla sostanza vischiosa di alcune specie o da Sileno,<br />
mitologico compagno di Dioniso, caratterizzato nella<br />
tradizionale iconografia dal ventre rigonfio come il<br />
calice della pianta.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 73
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74 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
OROSCOPO<br />
FEBBRAIO 2015<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 75
ARIETE TORO GEMELLI<br />
Venere entra nel vostro segno<br />
nei primi giorni di questo mese,<br />
per cui avete di che stare allegri,<br />
in quanto tutto può accadere. Se<br />
siete pronti alle sorprese, questo<br />
è il momento buono per sfruttare<br />
tutte le conoscenze che avete<br />
e mettervi su piazza se siete single,<br />
mentre se siete in coppia, un<br />
pizzico di pepe alla relazione non<br />
potrebbe che fare del bene!<br />
I reduci da relazioni concluse<br />
drasticamente o con rimpianti o<br />
con rimorsi, finalmente avranno<br />
uno spiraglio, una speranza sulla<br />
quale potersi affacciare ed alla<br />
quale potersi aggrappare.<br />
In quanto il cielo non ha nulla<br />
da dirvi di particolare, se non<br />
che la passione forse non è più<br />
quella di un tempo per le coppie<br />
consolidate e per quelle appena<br />
formate non è quella che ci<br />
si aspetterebbe! Ma per un mese<br />
come questo non è che potete<br />
aspettarvi di più anzi, per voi che<br />
considerate la serenità come il<br />
raggiungimento di un traguardo<br />
importante, dovreste essere<br />
felici e godervi il momento che<br />
tanto avevate atteso. Forse è un<br />
po’ meno eccitante di ciò che<br />
credevate, ma abbiate pazienza!<br />
Questo mese sarà splendente<br />
in tutti i sensi e per tutti i gemellini<br />
nell’ambito sentimentale.<br />
Soprattutto i single verranno<br />
avvantaggiati dalla favorevole posizione<br />
dei pianeti, in quanto ci<br />
saranno molte più opportunità<br />
per loro, per conoscere persone<br />
interessanti e, perché no, tra<br />
queste potrebbe anche esserci<br />
il vero amore. Non vi manca la<br />
razionalità e la lucidità per saper<br />
affrontare e valutare con cura<br />
tutte le situazioni che si verranno<br />
a creare con queste nuove<br />
persone, quindi non sarete colti<br />
da paranoie o paure inutili.<br />
CANCRO LEONE VERGINE<br />
Le vostre esigenze e le vostre sensazioni,<br />
mettendo in secondo piano<br />
la sensibilità altrui. Soprattutto<br />
se siete in coppia, questo sarà un<br />
errore che vi penalizzerà molto,<br />
perché l’altra parte avvertirà questa<br />
sorta di egoismo come una<br />
noncuranza da parte vostra nei<br />
loro confronti e il passo è breve<br />
verso le discussioni! Anche i single<br />
non troveranno grandi opportunità<br />
di confronto , forse a causa<br />
del loro modo di comportarsi, un<br />
tantino poco socievole, oppure<br />
perché non frequenteranno i locali<br />
giusti, dove non riuscirete a<br />
trovare gente con le stesse idee.<br />
I vostri rapporti sentimentali in<br />
questo mese vi saranno molto<br />
utili, soprattutto per superare i<br />
vostri problemi nel campo professionale.<br />
Vi potrebbero insomma<br />
distrarre in modo positivo.<br />
Il transito di Venere infatti, porterà<br />
delle buone novità fino alla<br />
stagione calda, per cui approfittatene<br />
e cercate di presenziare a<br />
quanti più eventi mondani possibili,<br />
gli incontri speciali sono dietro<br />
l’angolo!<br />
Il sorriso sarà una delle vostre<br />
armi migliori, soprattutto nella<br />
coppia, in quanto riuscirete a distendere<br />
i nervi del partner.<br />
Venere finalmente non sarà più<br />
in opposizione in questo mese,<br />
per cui sarà possibile una lenta<br />
ripresa, anche se i vostri problemi,<br />
soprattutto quelli di coppia,<br />
risalgono già all’anno scorso.<br />
Molte coppie da allora si saranno<br />
divise, mentre per quelle che<br />
hanno resistito si prospetta un<br />
nuovo periodo di tranquillità, in<br />
cui riscoprirsi e riscoprire il piacere<br />
di stare insieme!<br />
Cercate di privilegiare quindi il<br />
partner, di passare con questo il<br />
maggior tempo possibile, per ricostruire<br />
ciò che avevate disfatto<br />
in poco tempo.<br />
76 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />
Venere non sarà certo vostra<br />
complice in questi primi mesi<br />
dell’anno, per cui dovrete rassegnarvi<br />
a farcela con le vostre<br />
forze! Sta a voi scegliere per l’ottimismo<br />
o il pessimismo.<br />
Se siete in coppia, ci potrebbero<br />
essere delle tensioni che non<br />
vi renderanno il recupero degli<br />
affetti molto facile, tuttavia avete<br />
Marte con voi, quindi potreste<br />
sfruttare le vostre abilità nella<br />
seduzione e ovviare alle discussioni<br />
più frivole con momenti di<br />
passione che non verranno mai<br />
disdegnate dal partner.<br />
Periodo ancora molto altalenante<br />
per l’amore, in quanto vi trovate<br />
ancora nel centro di un subbuglio<br />
sentimentale che riguarda più il vostro<br />
inconscio che il vostro cuore.<br />
Letteralmente, non sapete cosa volete,<br />
per cui sono gli altri a rimetterci!<br />
Se vi siete separati da poco,<br />
sicuramente non avete ancora superato<br />
questa specie di fallimento,<br />
per cui rifiutate anche solo il pensiero<br />
di poter conoscere qualcun<br />
altro. Insomma siete nel pieno di<br />
una fase di transizione, solo che<br />
sarà più lunga del previsto se non<br />
vi sforzerete almeno ad uscire dal<br />
guscio in cui vi siete rinchiusi!<br />
Febbraio, dal punto di vista sentimentale,<br />
avrete il vostro bel da fare,<br />
poiché potreste essere combattuti<br />
tra più di una persona che ruberà<br />
la vostra attenzione! Sarà molto divertente<br />
per i single, anche se la coscienza<br />
avrà comunque dei rimorsi,<br />
mentre più complicato potrebbe<br />
essere per le coppie, che ovviamente<br />
avranno qualche problema<br />
in più a gestire una doppia vita!<br />
I single oltretutto sono molto irrequieti<br />
in questo periodo e difficilmente<br />
si accontenteranno,<br />
cercano la perfezione, per questo<br />
motivo cercano di trovarlo in più<br />
di una persona!<br />
CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />
Il passato, il dolore e la delusione<br />
hanno molta presa su di voi, ed è<br />
per questo che se avete sofferto<br />
recentemente per amore, non<br />
sarà semplice mettere una pietra<br />
sopra a tutto ed andare avanti<br />
come se nulla fosse. Sicuramente<br />
sarete più timorosi in qualsiasi<br />
tipo di relazione che intraprenderete<br />
e questo potrebbe essere<br />
una nota negativa in questo Febbraio!<br />
Cercate di prendervi cura di voi<br />
stessi a trecentosessanta gradi,<br />
poiché siete esposti ai malanni<br />
stagionali, anche se non è detto<br />
che vi colpiranno.<br />
Uno dei mesi più positivi per voi<br />
dell’Acquario e che andrà vissuto<br />
in pieno, cogliendo ogni più piccola<br />
sfumatura e soprattutto da ricordare!<br />
Marte sarà un ottimo alleato<br />
per le coppie più resistenti e longeve,<br />
poiché riporterà all’interno del<br />
rapporto quel brio e quella passione<br />
che forse era stata un pochino<br />
messa alla prova dalle difficoltà che<br />
la vita comporta: figli, famiglia, bollette,<br />
lavoro. La tensione potrebbe<br />
magicamente sparire o comunque<br />
affievolirsi, in quanto capaci di superare<br />
tutto con una bella risata o<br />
semplicemente con un po’ più di<br />
comprensione!<br />
In amore la situazione durante<br />
questo periodo, dovrebbe essere<br />
piuttosto stabile, per cui non<br />
ci saranno grandi scossoni né<br />
per quello che riguarda le coppie,<br />
ne per quanto riguarda le<br />
persone sole, che continueranno<br />
a restare tali!<br />
Lasciare le cose così come stanno,<br />
senza pretendere eccessivi<br />
cambiamenti, rifugiandosi chi<br />
può, nel proprio amore, tra le<br />
braccia sicure del partner, sarà<br />
il modo migliore per affrontare<br />
questo Febbraio senza infamia e<br />
senza lode!<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 77
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