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Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole

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<strong>Il</strong> risparmio gestito in Italia<br />

GINO GANDOLFI &<br />

GIACOMO NERI<br />

ETF/ETC che, per i minori costi di gestione e per la<br />

maggior trasparenza, risultano essere dei forti<br />

concorrenti “interni” ai fondi tradizionali così come i<br />

conti di deposito online che, pur presentando una<br />

redditività modesta, hanno il pregio di essere liquidi,<br />

trasparenti e di essere percepiti come sicuri dalla<br />

clientela.<br />

La minaccia di prodotti sostitutivi ha un impatto molto<br />

negativo sull’attrattività del settore. Per il distributore,<br />

infatti, i prodotti bancari (obbligazioni proprie, etc.)<br />

garantiscono una redditività maggiore e, di conseguenza,<br />

possono costituire un pericolo per la redditività<br />

attuale e futura del settore.<br />

I fornitori<br />

Nel panorama <strong>italiano</strong> dell’Investment Management si<br />

ritiene che i fornitori (broker, technology provider,<br />

outsourcer, gestori terzi, head hunter ecc.) non siano<br />

in grado di esercitare una forza tale da avere impatti<br />

sulla redditività dei players del settore e ciò in ragione<br />

soprattutto della numerosità/concorrenzialità degli<br />

stessi rispetto agli acquirenti (società di gestione del<br />

risparmio).<br />

I bassi costi di intermediazione e la forte concorrenzialità<br />

dei brokers, la bassa propensione negli investimenti IT,<br />

la quota resi<strong>du</strong>ale gestita in delega da gestori esteri e,<br />

per ultimo, il ricorso resi<strong>du</strong>ale a servizi di outsourcing<br />

depongono tutti a favore della tesi di cui sopra.<br />

Clienti e canali distributivi<br />

Nel contesto <strong>italiano</strong>, ma non solo, il potere contrattuale<br />

dei clienti aumenta all’aumentare della loro fascia di ricchezza/capacità<br />

di investimento. L’attuale target di<br />

clientela del settore vede la clientela retail prevalere su<br />

quella istituzionale e private, sia in termini di numerosità<br />

e di AuM (la quota media del retail, per operatore in<br />

Italia, si aggira intorno all’80%) sia in termini di redditività.<br />

La clientela retail ha un basso potere contrattuale e, di<br />

conseguenza, subisce le politiche di pricing e di<br />

prodotto delle banche distributrici, mentre la clientela<br />

private ed istituzionale, grazie ad un maggior potere<br />

contrattuale, riesce talvolta ad incidere sulle politiche di<br />

prodotto e di prezzo degli operatori.<br />

Ad onor del vero, però, il vero cliente dell’asset manager<br />

<strong>italiano</strong> è la distribuzione. Molto forte risulta il potere<br />

contrattuale del distributore con cui il cliente finale si<br />

interfaccia. La rete distributiva ha una forza contrattuale<br />

altissima nei confronti degli operatori del settore, cui praticamente<br />

drena tutti gli utili sotto forma di retrocessioni<br />

e dividendi.<br />

L’impatto andrebbe quindi considerato nell’ottica di<br />

una strategia comune “fabbrica-distributore” che la<br />

struttura proprietaria di gruppo pone in essere, strategia<br />

che pone la redditività del canale distributivo ad un livello<br />

di importanza superiore rispetto alla redditività della<br />

singola fabbrica prodotto.<br />

Incumbents<br />

I players presenti nel contesto <strong>italiano</strong> dell’Investment<br />

Management sono caratterizzati da entità legali differenti:<br />

SGR, Sicav, Gestori Esteri, SIM, Banche, Società<br />

Assicurative.<br />

Nonostante la numerosità e l’eterogeneità del gruppo<br />

indivi<strong>du</strong>ato, che dovrebbe far pensare ad un mercato<br />

aperto e concorrenziale, la tipicità del contesto <strong>italiano</strong>,<br />

che vede i diversi operatori identificati in precedenza non<br />

operare in modo indipendente ma, al contrario, nel<br />

contesto di un gruppo Bancario/Assicurativo “conglomerato”,<br />

fa sì che il mercato diventi chiuso, molto<br />

concentrato e di conseguenza poco concorrenziale.<br />

La concentrazione 5 e la chiusura del mercato associata<br />

alla bassa concorrenzialità hanno un impatto sulla redditività<br />

degli operatori.<br />

La valutazione complessiva evidenzia una situazione<br />

reddituale del settore poco attrattiva in ragione della<br />

forza espressa dai canali distributivi e della minaccia<br />

esercitata dai prodotti sostitutivi.<br />

Infatti, nonostante il settore sia in grado di pro<strong>du</strong>rre nel<br />

2009 circa 13 mld. € di ricavi 6 , gli stessi – al netto dei<br />

costi, pari a circa 2,9 mld. € – sono “drenati” dalla rete<br />

distributiva bancaria sotto forma di commissioni di<br />

retrocessione (7,7 mld. €) e dividendi.<br />

<br />

5. I primi 10 player gestiscono circa l’80% del patrimonio promosso complessivo, fonte dati societari aggiornati a ottobre 2009. Elaborazione ORFEO - Osservatorio<br />

sui risparmi delle famiglie – <strong>Il</strong> settore del risparmio gestito in Italia, 2009.<br />

6. Fonte: elaborazione PwC Advisory su dati societari.<br />

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