Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
La distribuzione bancaria in italia: trend in atto, scenari evolutivi e possibili strategie competitive<br />
VITTORIO RATTO & ALESSANDRO GERALDI<br />
mere più di un operatore di livello europeo, che ha retto<br />
la crisi mondiale senza necessità di salvataggi strutturali<br />
e che, su molti assi, è in grado di esprimere delle<br />
punte di eccellenza a livello europeo.<br />
Dal punto di vista della struttura distributiva i cambiamenti<br />
che hanno accompagnato questo percorso<br />
sono stati profondi e tuttora in corso. E’ possibile indivi<strong>du</strong>are<br />
alcuni trend legati sia ai cambiamenti strutturali<br />
dal lato dell’offerta che della domanda, che influenzano<br />
le scelte di assetto e di presidio della clientela degli<br />
operatori bancari. L’attuale crisi finanziaria ed economica<br />
e la conseguente ri<strong>du</strong>zione dei margini e della<br />
redditività complessiva ha dato una ulteriore spinta di<br />
accelerazione ai processi di revisione degli attuali<br />
assetti distributivi.<br />
Razionalizzazione ed apertura<br />
del mercato <strong>bancario</strong><br />
<strong>Il</strong> processo di razionalizzazione e di aggregazione, che<br />
ha coinvolto i principali gruppi bancari italiani, ha avuto<br />
come conseguenza una redistribuzione e concentrazione<br />
delle quote di mercato per sportello: i primi dieci<br />
gruppi hanno conseguito una quota di mercato crescente,<br />
passando dal 34% del 1995 al 64% del 2009.<br />
In parallelo al processo di concentrazione e di creazione<br />
di campioni nazionali, il mercato <strong>italiano</strong> si è anche<br />
aperto ai grandi istituti stranieri (Crédit <strong>Agricole</strong>, BNPP,<br />
Barclays, Deutsche Bank) che rappresentano ad oggi<br />
oltre il 6% del mercato complessivo, rispetto ad una<br />
posizione di fatto marginale solo 5-10 anni fa. Questo<br />
fenomeno è di sicuro beneficio per il mercato nel suo<br />
complesso in quanto consente alle famiglie e alle<br />
imprese di poter accedere a piattaforme di prodotto /<br />
servizio di scala europea.<br />
Crescita del numero di filiali:<br />
la “corsa allo sportello”<br />
La filiale bancaria è il perno della struttura distributiva:<br />
il numero complessivo negli ultimi anni è cresciuto evidenziando<br />
di fatti una sorta di “corsa allo sportello” da<br />
parte delle banche. Al crescere della concentrazione<br />
delle quote distributive, non ha seguito una razionalizzazione<br />
delle reti ma, al contrario, un’ulteriore attività di<br />
espansione dei network distributivi, perseguita con<br />
l’obiettivo di rinforzare i presidi territoriali attraverso un<br />
modello a maglie strette.<br />
Si è passati da c.a 23.000 filiali nel 1994 a oltre 34.000<br />
nel 2008, con un incremento del 48% rispetto ad una<br />
crescita del PIL in termini reali nel corso dello stesso<br />
periodo di c.a il 20% (nello stesso periodo raccolta<br />
diretta +28% e impieghi +104%). L’incremento del<br />
numero di filiali per abitante ha registrato un allineamento<br />
con i valori degli altri paesi europei comparabili,<br />
soprattutto se si considera anche la penetrazione<br />
degli sportelli BancoPosta.<br />
<strong>Il</strong> modello di presenza territoriale capillare è stato, di<br />
fatto, anche la scelta che più ha premiato gli operatori<br />
esteri che l’hanno perseguita come strategia d’ingresso<br />
sul mercato <strong>italiano</strong>.<br />
Omogeneità dei modelli distributivi<br />
Dal punto di vista delle dinamiche competitive, si è assistito<br />
allo sviluppo di modelli distributivi con un ridotto<br />
livello di differenziazione, soprattutto in termini di modelli<br />
gestionali (modello di servizio, segmentazione e portafogliazione)<br />
e di mo<strong>du</strong>li di filiale Retail.<br />
<strong>Il</strong> maggior focus di fatto è stato sull’integrazione delle<br />
nuove entità e sull’implementazione di modelli replicabili<br />
in modo da massimizzare le sinergie di costo legate ai<br />
processi d’integrazione.<br />
Le maggiori banche hanno sostanzialmente adottato<br />
una segmentazione omogenea guidata dall’ottimizzazione<br />
del cost to serve, più che da una lettura<br />
sofisticata dei bisogni dei clienti 1 . A ogni segmento<br />
è associata una modalità di gestione mediante<br />
la costituzione di portafogli assegnati a gestori<br />
commerciali dedicati, con dimensione del numero di<br />
clienti per portafoglio 2 definita in funzione della capacità<br />
di ripagare i costi del servizio. In considerazione dei<br />
numeri in gioco si è assistito spesso ad una gestione<br />
reattiva del rapporto. Si è di fatto confuso il canale con<br />
il segmento.<br />
<br />
1. Per quanto riguarda il mercato retail, la tipica classificazione prevede: Mass market fino a 50-100K euro di patrimonio presso la banca; Affuent fino a 500-1000K<br />
euro di patrimonio e Private per soglie superiori; Small Business clienti imprese con fatturato fino a 1,5-5 mln di fatturato.<br />
2. c.a 200-300 clienti per i gestori Affluent / Small Business e c.a 1000-2000 clienti Mass Market per addetto commerciale.<br />
63