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Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole

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<strong>Il</strong> mercato immobiliare in Italia<br />

DANIELA PERCOCO &<br />

LUCA DONDI & GUALTIERO TAMBURINI<br />

aumentato il debito, ma è sempre inferiore al livello di<br />

indebitamento delle famiglie nel resto d’Europa). Pertanto<br />

le “frugali” famiglie italiane non hanno avuto bisogno di<br />

vendere/svendere l’abitazione in tempi brevi per poter<br />

ripagare rate del mutuo come, al contrario, è avvenuto<br />

ad esempio negli Stati Uniti o nel Regno Unito.<br />

Inoltre i prezzi in Italia non erano cresciuti così tanto<br />

come era avvenuto altrove e così il ribasso nei valori non<br />

è stato così violento.<br />

Infine, in Italia non si è avuta una massiccia costruzione<br />

di immobili così come all’estero (ad esempio in<br />

Spagna ogni anno si costruivano case pari a circa tre<br />

volte il numero delle nuove famiglie) complici un atteggiamento<br />

piuttosto restrittivo delle nostre amministrazioni<br />

locali nel rilascio dei permessi da costruire oltre ad<br />

una erogazione del credito <strong>bancario</strong> più restrittivo<br />

rispetto all’estero.<br />

In ogni caso, seppure, con i distinguo sopra enunciati,<br />

la percezione di rischiosità degli impieghi interbancari<br />

ha enormemente accresciuto l’onerosità dei finanziamenti,<br />

imponendo politiche di razionamento del<br />

credito, che non potevano non avere pesanti riflessi sul<br />

mercato immobiliare (cfr. figura 1).<br />

Se dal punto di vista dei livelli di attività le conseguenze<br />

sono risultate da subito eclatanti, da quello dei<br />

prezzi la rigidità dell’offerta e la modesta diffusione di<br />

eccessi hanno rallentato l’avvio delle spirali recessive<br />

che hanno, invece, interessato molti Paesi occidentali<br />

(Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Spagna e, in misura<br />

minore, Francia e Danimarca). La progressiva attenuazione<br />

di tale rigidità ha portato a flessioni importanti<br />

sul fronte dei prezzi residenziali superiori talora al 20-<br />

25% negli ultimi <strong>du</strong>e anni.<br />

Dopo la recente crisi il<br />

mercato immobiliare mostra<br />

segnali di ripresa in Europa<br />

Nella prima parte del 2010 l’economia mondiale è<br />

cresciuta ad un tasso annualizzato superiore al 5%,<br />

migliorando le aspettative soprattutto in ragione di una<br />

più rapida ascesa delle economie asiatiche. Anche in<br />

corrispondenza delle realtà più avanzate si sono<br />

comunque evidenziati incoraggianti segnali sul fronte<br />

della domanda privata, con indicatori robusti relativamente<br />

all’attività economica reale (pro<strong>du</strong>zione in<strong>du</strong>striale,<br />

scambi commerciali, fi<strong>du</strong>cia dei consumatori,<br />

tasso di occupazione). Nella prima parte dell’anno,<br />

l’evoluzione delle grandezze macroeconomiche globali<br />

ha, ovunque, evidenziato una modesta, ma salda,<br />

ripresa delle economie più avanzate ed una forte<br />

crescita di quelle emergenti.<br />

Le recenti turbolenze sui mercati finanziari – riflesso di<br />

una flessione brusca della fi<strong>du</strong>cia su sostenibilità fiscale,<br />

indirizzi di politica economica e prospettive generali<br />

di crescita – hanno, tuttavia, contribuito ad acuire<br />

l’incertezza sulle previsioni future.<br />

<br />

FIGURA 1. Prezzi delle abitazioni <strong>du</strong>rante la crisi in alcuni mercati internazionali (numeri indice, IV Trimestre 2007 = 100)<br />

105<br />

100<br />

95<br />

90<br />

85<br />

80<br />

75<br />

70<br />

IV 07<br />

I 08 II 08 III 08 IV 08 I 09 II 09 III 09 IV 09 I 10 II 10<br />

Italia<br />

Francia<br />

Spagna<br />

Irlanda<br />

Stati Uniti (Case Shiller)<br />

Gran Bretagna<br />

Fonte: The Economist<br />

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