Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
HORIZONS BANCAIRES<br />
NUMERO 340 – NOVEMBRE 2010<br />
<strong>Il</strong> rapporto tra banche e territori dopo<br />
la Grande Crisi del 2007-2009<br />
Grazie al suo ancoraggio forte al<br />
territorio ed anche al ruolo importante<br />
delle banche cooperative, il <strong>sistema</strong><br />
<strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong> ha resistito<br />
particolarmente bene alla crisi finanziaria<br />
tra il 2007 e il 2009. Questa crisi ha<br />
posto le basi per un ripensamento<br />
dell’impostazione, precedentemente<br />
negativa, adottata nei confronti delle<br />
banche stakeholder value.<br />
GIOVANNI FERRI<br />
Professore ordinario, Università di Bari (1)<br />
Intro<strong>du</strong>zione<br />
Nei decenni precedenti la Grande Crisi del 2007-2009<br />
il <strong>sistema</strong> <strong>bancario</strong> si era profondamente trasformato distaccandosi<br />
progressivamente da un tipo di banking<br />
imperniato sul rapporto personale per incardinarsi su<br />
rapporti più standardizzati e impersonali. Tale trasformazione,<br />
permessa dagli sviluppi della ICT, rispondeva<br />
al desiderio, da parte delle banche, di cogliere le opportunità<br />
loro offerte dalla liberalizzazione finanziaria e dalla<br />
necessità di ri<strong>du</strong>rre i costi di gestione, contribuendo così<br />
a innalzare i rendimenti del capitale verso i livelli, un<br />
tempo impensabili per le banche, loro richiesti da investitori<br />
sempre più esigenti. Così, il <strong>sistema</strong> <strong>bancario</strong><br />
dall’essere il settore più regolato e tradizionale era<br />
diventato uno dei più attraenti. E il mestiere del banchiere,<br />
che una volta veniva etichettato come quello sicuro<br />
ma noioso dei tre tre – il tasso sui mutui è al 3%, lo<br />
spread tra tassi attivi e passivi è al 3% e alle 3 del<br />
pomeriggio il banchiere va a giocare a golf (o a bowling<br />
se preferite) – si era convertito in uno dei più dinamici<br />
con banchieri remunerati sempre di più ma con sempre<br />
meno tempo libero. <strong>Il</strong> mutamento che doveva portare<br />
le istituzioni finanziarie nell’empireo degli alti rendimenti,<br />
teorizzato dalle grandi agenzie di consulenza americane,<br />
prescriveva di innervare le banche nei mercati<br />
finanziari modificandone il modello di business.<br />
Anche il rapporto delle banche con i territori serviti<br />
era perciò cambiato. La liberalizzazione, il desiderio di<br />
grandezza dei manager, la percezione (poi rivelatasi in<br />
gran parte infondata) di grandi vantaggi dalle economie<br />
di scala e forse anche la moda avevano prodotto un<br />
processo molto intenso di consolidamento <strong>bancario</strong>.<br />
<br />
L’autore è membro fondatore del Think Tank per lo studio del credito cooperativo creato nel 2008 presso la European Association of Co-operative Banks.<br />
37