Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole
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<strong>Il</strong> mercato <strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong> e l’evoluzione normativa di Basilea 3<br />
ANDREA FERRETTI &<br />
GIUSEPPE QUAGLIA<br />
l’intro<strong>du</strong>zione dei <strong>du</strong>e indicatori, si ritiene opportuno<br />
rivederne le modalità di costruzione rilasciando alcuni<br />
vincoli per mitigare la restrizione degli assets costitutivi<br />
del buffer di liquidità.<br />
• Al fine di agevolare l’efficacia e l’efficienza nella<br />
gestione del rischio di liquidità si dovrà permettere<br />
l’applicazione dei nuovi buffer unicamente a livello<br />
consolidato.<br />
L’ABI, al fine di rivedere l’impostazione normativa, considerata<br />
troppo penalizzante e non adeguata a valutare<br />
le peculiarità della struttura del mercato <strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong>,<br />
propone il seguente approccio, da un punto di<br />
vista di metodo, nella definizione della nuova regolamentazione<br />
13 :<br />
• Valutazione di impatto (risultati QIS).<br />
• Seconda consultazione.<br />
• Implementazione generalizzata del nuovo framework<br />
secondo un calendario armonizzato e condiviso.<br />
• Level playing field tra soggetti (intermediari finanziari)<br />
e tra giurisdizioni.<br />
• Allineamento alla normativa contabile.<br />
Le analisi di impatto<br />
Si riportano di seguito alcuni commenti degli operatori<br />
del settore circa i possibili impatti delle nuove regole<br />
sul mercato <strong>italiano</strong>: sebbene non ancora definite in<br />
modo completo e dettagliato, le proposte appaiono,<br />
avere implicazioni di rilievo per le banche ed il <strong>sistema</strong><br />
economico.<br />
L’impatto a livello di <strong>sistema</strong> <strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong>, secondo<br />
una recente ricerca presentata ad un convegno<br />
ABI 14 , si aggirerebbe sui 20-25 miliardi di euro (pari al<br />
1,3%-1,6% del PIL nominale 2009). Tale impatto<br />
sulle banche italiane risulta prevalentemente legato agli<br />
effetti derivanti dalle de<strong>du</strong>zioni delle DTA, degli interessi<br />
di minoranza e delle partecipazioni. Se questi parametri<br />
verranno ricalibrati al ribasso (ovvero non dedotti<br />
integralmente) l’effetto di Basilea 3 sul <strong>sistema</strong><br />
<strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong> potrebbe ri<strong>du</strong>rsi a soli 6-10 miliardi<br />
di euro.<br />
In via generale, se confrontato con il resto d’Europa,<br />
l’impatto sul <strong>sistema</strong> <strong>italiano</strong> appare comunque minore:<br />
gli istituti di credito spagnoli potrebbero avere una<br />
incidenza simile in valori assoluti, 20-25 miliardi, ma<br />
maggiore sul PIL (1,9%-2,4%); ben più elevati, invece,<br />
sono stimati i costi a cui si andrà incontro in Germania<br />
(30-50 miliardi, l’1,2-2,1% del PIL) e soprattutto in<br />
Gran Bretagna e Francia, dove l’ammontare potrà<br />
sfiorare e forse anche superare i 100 miliardi di euro,<br />
pari a oltre il 5% del PIL.<br />
Tra i motivi dell’impatto relativamente più limitato della<br />
nuova regolamentazione nei confronti delle banche<br />
italiane figurano senz’altro elementi strutturali, come l’utilizzo<br />
più limitato della leva finanziaria e l’elevata liquidità<br />
dell’intero <strong>sistema</strong>.<br />
In un recente intervento, il prof. Sironi 15 della SDA<br />
Bocconi ha rilevato come non saranno trascurabili i<br />
potenziali impatti sulla redditività del capitale delle banche<br />
che un significativo rafforzamento, seppure ancora<br />
non precisamente quantificato, del requisito minimo<br />
associato alla componente core (Upper TIER 1) inevitabilmente<br />
comporta. Tali conseguenze andranno<br />
attentamente considerate, specie nell’attuale contesto<br />
di bassi tassi di interesse e di elevati tassi di sofferenza,<br />
che già influenza negativamente la redditività delle<br />
imprese bancarie. Esiste infatti il rischio che questa<br />
restrizione sul fronte dei requisiti patrimoniali venga<br />
dalle banche traslata sul mercato del credito mediante<br />
un innalzamento degli spread creditizi o una<br />
restrizione dell’offerta di credito. Per quanto concerne<br />
la liquidità, inoltre, si fa notare come i nuovi requisiti rappresentino<br />
strumenti efficaci per garantire che le banche<br />
conservino un’adeguata liquidità e siano <strong>du</strong>nque<br />
capaci di affrontare eventuali situazioni simili a quella<br />
verificatasi nel corso della crisi finanziaria recente.<br />
Entrambi gli indicatori proposti influiscono però in misura<br />
significativa sulla gestione di una banca e, in particolare,<br />
sulla relativa capacità di trasformazione delle<br />
scadenze, ed avranno <strong>du</strong>nque un impatto rilevante<br />
sulla redditività.<br />
Sulla stessa linea appare la posizione di Confin<strong>du</strong>stria<br />
che, attraverso il suo Direttore Generale 16 , denuncia<br />
<br />
13. Rif. Giovanni Sabatini, Direttore Generale ABI: “<strong>Il</strong> dibattito sulle nuove architetture di regolamentazione e vigilanza in Europ”», 14 maggio 2010.<br />
14. Studio Oliver & Wyman presentato al Convegno ABI “Markets & Investment Banking Conference”, Milano, 7 giugno 2010.<br />
15. Rif. Andrea Sironi: “Crisi finanziaria e riforma delle regole: quali implicazioni per le Banche e il Sistema Economico?”, Economia & Management, n.3 2010.<br />
16. Rif. <strong>Il</strong> Sole 24 Ore del 13.04.10.<br />
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