25.02.2015 Views

Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole

Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole

Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

HORIZONS BANCAIRES<br />

NUMERO 340 – NOVEMBRE 2010<br />

tra la necessità che gli intermediari mantengano profili<br />

di liquidità sufficientemente prudenti e quella di garantire<br />

adeguati flussi di credito verso la clientela. In questo<br />

senso, Banca d’Italia ritiene condivisibili le proposte<br />

avanzate dalle banche nel corso della consultazione<br />

volte, al fine di tener conto delle specificità dei mercati<br />

europei e italiani, a considerare nella definizione del<br />

buffer di liquidità anche i corporate e covered bonds di<br />

migliore qualità senza particolari restrizioni. Inoltre, in tale<br />

contesto operativo, secondo Banca d’Italia è importante<br />

che alle banche sia consentito di utilizzare nei momenti<br />

di maggiore difficoltà le risorse liquide accumulate: la<br />

soluzione proposta dalla Commissione europea, che<br />

ammette il temporaneo allontanamento dai requisiti<br />

imposti dai <strong>du</strong>e nuovi indicatori in condizioni di mercato<br />

sfavorevoli, intro<strong>du</strong>ce elementi di flessibilità nella gestione<br />

dei buffer.<br />

Infine, si noti che Banca d’Italia ha recentemente emanato<br />

<strong>du</strong>e disposizioni in consultazione che già recepiscono<br />

alcune delle nuove proposte del Comitato di<br />

Basilea per quanto concerne la disciplina del Patrimonio<br />

di Vigilanza e la gestione del rischio di liquidità 11 .<br />

La posizione dell’Associazione<br />

Bancaria Italiana<br />

L’Associazione Bancaria Italiana – ABI ritiene che sia<br />

necessaria un’attenta valutazione dell’impatto delle<br />

nuove proposte non solo sulla stabilità e redditività<br />

dei singoli intermediari, ma anche sul quadro macroeconomico<br />

nazionale e internazionale. Particolare attenzione<br />

dovrà essere prestata al trade-off tra la volontà<br />

di omogeneizzare la normativa e l’esigenza di tenere in<br />

adeguata considerazione, in fase di definizione della<br />

regolamentazione internazionale, le peculiarità nazionali.<br />

Di seguito si riporta una sintesi dei punti di attenzione<br />

rilevati dall’ABI in considerazione delle peculiarità del<br />

mercato <strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong>, con focus sugli aspetti<br />

riguardanti il capitale e la liquidità 12 :<br />

• Appare necessario che le nuove proposte portino ad<br />

una migliore qualità del capitale senza necessariamente<br />

imporre penalizzazioni su strumenti che nella<br />

realtà italiana sono sostanzialmente equiparabili agli elementi<br />

indicati come computabili (es. azioni di risparmio,<br />

azioni privilegiate e azioni delle banche di credito cooperativo).<br />

• Appare necessaria la modifica di alcuni criteri considerati<br />

nel documento di consultazione per gli strumenti<br />

finanziari che rientrano nel Tier 1 (additional<br />

going concern capital) al fine di mantenere l’appetibilità<br />

degli strumenti per gli investitori “fixed income”.<br />

Infatti il profilo tipico degli investitori in strumenti di<br />

Tier 1 è generalmente rappresentato da investitori in<br />

strumenti di debito.<br />

• Per quanto riguarda la de<strong>du</strong>zione delle DTA nette, si<br />

propone lo stralcio integrale di tale previsione, anche in<br />

considerazione del fatto che le attività per imposte<br />

anticipate sono sottoposte periodicamente ad un specifico<br />

test (probability test) volto a verificarne la sostenibilità<br />

in relazione alla capacità della banca di pro<strong>du</strong>rre<br />

redditi imponibili nel futuro e che la normativa civilistica<br />

considera le DTA componenti del patrimonio disponibile<br />

e non prevede alcun vincolo di distribuzione per<br />

gli utili ad esse riferiti.<br />

• La de<strong>du</strong>zione dal Common Equity degli interessi di<br />

minoranza e delle partecipazioni in banche, finanziarie<br />

e assicurazioni appare particolarmente penalizzante<br />

e comporterebbe, altresì, effetti distorsivi sulla<br />

concorrenza tra conglomerati finanziari e, all’interno dei<br />

gruppi bancari, possibili inefficienze nell’allocazione<br />

del capitale.<br />

• <strong>Il</strong> nuovo framework sulla gestione della liquidità porterà<br />

ad una accresciuta domanda per quegli asset, in<br />

particolare titoli di debito pubblico, idonei a costituire<br />

i buffer di liquidità. Ciò verosimilmente ri<strong>du</strong>rrà in modo<br />

sensibile la domanda per strumenti emessi dal settore<br />

privato, perché saranno rimossi gli incentivi alla loro<br />

detenzione. <strong>Il</strong> funding, pertanto, potrebbe risultare fortemente<br />

influenzato dall’intro<strong>du</strong>zione di nuovi vincoli<br />

sugli strumenti di raccolta con riverberi sul pricing dei<br />

finanziamenti. In tale quadro, pur ritenendo corretta<br />

11. Banca d’Italia, Documento per la consultazione: “Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le Banche. Recepimento delle modifiche alle Direttive 2006/48/CE e<br />

2006/49/CE (cd CRD II)”, Giugno 2010 e Banca d’Italia, Documento per la consultazione “Disposizioni in materia di governo e gestione del rischio di liquidità delle<br />

banche e dei gruppi bancari e degli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale”, Giugno 2010.<br />

12. Rif. ABI Comments on consultative documents issued by Basel Committee on Banking Supervision “Strengthening the resilience of the banking sector” and<br />

“International framework for liquidity risk measurement, standards and monitoring”, 19 Aprile 2010.<br />

30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!