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Il sistema bancario italiano - Etudes économiques du Crédit Agricole

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<strong>Il</strong> consolidamento del mercato <strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong>: evoluzioni e prospettive<br />

ILARIA ROMAGNOLI<br />

pre smentite dal management di Banca Intesa, anche<br />

se è possibile che il tentativo di aggregazione sia stato<br />

in effetti frenato dalla mossa “difensiva” (acquisto del 2%<br />

di Banca Intesa) voluta dall’allora amministratore delegato<br />

di Capitalia. Nella primavera 2007 sono quindi<br />

iniziati i colloqui tra Capitalia e Unicredit che sono culminati<br />

con l’approvazione in data 20 maggio 2007<br />

della fusione per incorporazione di Capitalia in Unicredito.<br />

Tra le grandi banche italiane l’unico istituto che, nonostante<br />

varie speculazioni di mercato su possibili aggregazioni,<br />

fino al novembre 2007 non fu toccato dal risiko<br />

<strong>bancario</strong> era il Monte dei Paschi di Siena (“MPS”).<br />

Tuttavia in uno scenario in cui le principali banche italiane<br />

si rafforzavano significativamente sul territorio<br />

generando importanti economie di scala e le banche<br />

estere cominciavano a radicarsi in Italia, al fine di poter<br />

continuare ad avere un ruolo primario nel mercato<br />

domestico, MPS annunciò l’acquisizione di Banca<br />

Antonveneta da Santander (che ne aveva acquisito il<br />

controllo nell’ambito delle vicissitudini che portarono allo<br />

smembramento di ABN Amro), potendo in questo<br />

modo contare su una rete distributiva del gruppo di oltre<br />

3.000 sportelli.<br />

L’onda lunga dell’estate 2005 ha poi toccato anche il<br />

settore delle banche popolari coinvolgendo in operazioni<br />

(o tentativi) di aggregazione i principali istituti<br />

popolari italiani.<br />

BPI, uscita malconcia dalla vicenda Antonveneta e<br />

dai suoi strascichi giudiziari, avviò la ricerca di un partner<br />

per un’aggregazione, ricerca che culminò ad inizio<br />

2007 con la fusione tra Banca Popolare di Verona e<br />

Novara e BPI e la creazione del gruppo <strong>bancario</strong><br />

Banco Popolare.<br />

Più o meno nello stesso periodo ebbe luogo anche l’altra<br />

grande aggregazione che riguardò il mondo delle banche<br />

popolari; BPU e Banca Lombarda si fusero creando<br />

il nuovo gruppo UBI Banca. L’operazione rappresentò<br />

il primo caso di fusione tra una banca popolare e una<br />

banca SpA (Banca Lombarda) con mantenimento dello<br />

status di popolare da parte dell’entità risultante: tale<br />

transazione fu possibile data l’elevata frammentazione<br />

dell’azionariato di Banca Lombarda che in qualche<br />

modo la avvicinava al mondo delle popolari.<br />

<strong>Il</strong> primo semestre 2007 vide inoltre intense discussioni<br />

per una fusione tra Banca Popolare dell’Emilia<br />

Romagna (“BPER”) e Banca Popolare di Milano<br />

(“BPM”), rispettivamente la terza e la quarta banca<br />

popolare in Italia per dimensioni. L’aggregazione non<br />

andò poi a buon fine prevalentemente per l’opposizione<br />

dei sindacati interni a BPM.<br />

La tavola 3 riporta una sintesi degli elementi chiave delle<br />

principali fusioni che hanno interessato il mercato <strong>italiano</strong><br />

nel periodo 2006 – 2007 (dati all’annuncio dell’operazione).<br />

Attese di sviluppo per i prossimi anni<br />

<strong>Il</strong> <strong>sistema</strong> <strong>bancario</strong> <strong>italiano</strong> attuale si presenta <strong>du</strong>nque<br />

molto più concentrato rispetto a alcuni anni fa. Nel<br />

mercato <strong>italiano</strong> esistono ad oggi circa 90 gruppi bancari/banche<br />

indipendenti (escludendo il credito cooperativo)<br />

attive nel retail banking di cui 36 di matrice<br />

“popolare”. Le casse di risparmio in cui la fondazione<br />

detiene ancora il controllo sono circa 19.<br />

La tavola 4 riporta i principali gruppi bancari italiani per<br />

sportelli in Italia e il relativo azionariato.<br />

Le banche presenti oggi in Italia possono essere suddivise<br />

da un punto di vista operativo nelle seguenti<br />

categorie:<br />

• Grandi banche Spa con copertura capillare di tutto<br />

il territorio nazionale (UniCredit, Intesa Sanpaolo e<br />

MPS) e in taluni casi forte vocazione europea.<br />

• Banche popolari “nazionali”, fortemente radicate nelle<br />

aree territoriali storiche, ma con una buona copertura<br />

di quasi tutte le regioni italiane: Banco Popolare e UBI.<br />

• Banche estere che vedono nell’Italia un mercato di<br />

riferimento: BNP Paribas (tramite BNL), Crédit <strong>Agricole</strong><br />

(tramite Cariparma/Fruladria), Barclays (presente direttamente<br />

tramite sportelli bancari) e Deutsche Bank.<br />

Altre Banche SpA con forte presenza nel territorio di riferimento<br />

ed, in alcuni casi, buona copertura di altre<br />

regioni italiane: tra queste Carige e Credem rappresentano<br />

gli istituti principali.<br />

• Banche popolari di dimensione media, con forte<br />

presenza nel territorio di riferimento ed, in alcuni casi,<br />

buona copertura di altre regioni italiane: tra queste le<br />

principali sono BPER, BPM, BP Vicenza, Veneto<br />

Banca, Credito Valtellinese e BP Sondrio, a cui si <br />

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