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matrici acellulari per il trattamento delle ulcere cutanee - Wounds ...

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C O N S E N S U S<br />

INTERNAZIONALE<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL<br />

TRATTAMENTO DELLE ULCERE<br />

CUTANEE<br />

Review dell’Ex<strong>per</strong>t Working Group


REDATTORE:<br />

Suzie Calne<br />

EDITORE:<br />

Kathy Day<br />

CONSULTANT ADVISOR:<br />

Professor Gregory Schultz,<br />

Department of Obstetrics<br />

and Gynecology, Institute for<br />

Wound Research, University of<br />

Florida, Gainesv<strong>il</strong>le, Florida, USA<br />

PRODUCTION:<br />

Alison Pugh<br />

STAMPATO DA:<br />

Printwells, UK<br />

PUBBLICATO DA:<br />

<strong>Wounds</strong> International<br />

Enterprise House<br />

1–2 Hatfields<br />

London SE1 9PG, UK<br />

Tel: + 44 (0)20 7627 1510<br />

Fax: +44 (0)20 7627 1570<br />

info@woundsinternational.com<br />

www.woundsinternational.com<br />

© <strong>Wounds</strong> International 2011<br />

PREFAZIONE<br />

Attualmente non sono disponib<strong>il</strong>i lavori o Linee Guida definitive sull’impiego <strong>delle</strong> <strong>matrici</strong><br />

<strong>acellulari</strong> nelle ferite acute e croniche. Per iniziare ad analizzare la questione, un ex<strong>per</strong>t<br />

working group si è riunito a New York, USA nel Luglio del 2010 <strong>per</strong> fare una revisione <strong>delle</strong><br />

attuali conoscenze sulle <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> e sul razionale <strong>per</strong> <strong>il</strong> loro ut<strong>il</strong>izzo.<br />

Le raccomandazioni raccolte in questo documento si basano sul consenso del gruppo e<br />

sull’evidenza disponib<strong>il</strong>e, allo scopo di rendere più fac<strong>il</strong>e sia al medico di medicina generale<br />

che allo specialista decidere quando ut<strong>il</strong>izzare una matrice acellulare e quale sia la più<br />

appropriata. Questo documento aiuta anche a comprendere come classificare questi<br />

dispositivi nell’ambito dei prodotti di ingegneria tissutale indicati <strong>per</strong> la cicatrizzazione<br />

<strong>delle</strong> ferite, una gamma in continua e rapida crescita.<br />

I prodotti a matrice acellulare possono essere usati in un’ampia gamma di applicazioni,<br />

comprese le ustioni e la chirurgia ricostruttiva, la riparazione dei tessuti molli e della parete<br />

addominale e come impianti interni <strong>per</strong> uso ortopedico nella ricostruzione della su<strong>per</strong>ficie<br />

<strong>delle</strong> articolazioni e nella riparazione dei tendini. Questo documento si focalizza sull’uso<br />

<strong>delle</strong> <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> (o impalcature) nelle ferite diffic<strong>il</strong>i da cicatrizzare, come le <strong>ulcere</strong><br />

del piede diabetico, le <strong>ulcere</strong> venose della gamba e le <strong>ulcere</strong> da pressione.<br />

Dr Gerit Mulder<br />

Con un contributo<br />

incondizionato a scopi educativi<br />

di Synovis Life Technologies.<br />

Le opinioni espresse in questo<br />

documento sono quelle<br />

degli autori e non riflettono<br />

necessariamente quelle di<br />

•<br />

EXPERT WORKING GROUP<br />

Keith Harding, Sub Dean of Innovation and Engagement; Head of Section of Wound<br />

Healing, Department of Dermatology and Wound Healing, School of Medicine, Cardiff<br />

University, Cardiff, UK<br />

Robert Kirsner, Professor and Vice Chair of Dermatology, University of Miami, M<strong>il</strong>ler<br />

School of Medicine, Miami, Florida, USA<br />

Synovis Life Technologies.<br />

Per citare questo articolo:<br />

Consenso internazionale. Matrici<br />

<strong>acellulari</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong><br />

<strong>delle</strong> ferite: Revisione dell’Ex<strong>per</strong>t<br />

Working Group London:<br />

<strong>Wounds</strong> International, 2010.<br />

Daniel Lee, Assistant Clinical Professor of Orthopedic Surgery, Podiatric Foot and Ankle<br />

Surgeon, University of California, San Diego, California, USA<br />

Gerit Mulder, Professor of Surgery and Orthopedics, Director of Wound Treatment and<br />

Research Center, University of California, San Diego, California, USA (Chair)<br />

Thomas Serena, Medical Director, Pennsylvania North Centers for Advanced Wound Care,<br />

Pennsylvania, USA


Matrici <strong>acellulari</strong> e cicatrizzazione<br />

della ferita<br />

La cicatrizzazione della ferita è un processo dinamico che coinvolge le interazioni tra cellule, la matrice<br />

extracellulare (ECM) ed i fattori di crescita, elementi in grado di ripristinare <strong>il</strong> tessuto dopo <strong>il</strong> danno 1 .<br />

Ingegneria tissutale<br />

L’ingegneria tissutale è<br />

una scienza che ut<strong>il</strong>izza<br />

lavorazioni meccaniche<br />

e chimiche di materiali<br />

<strong>per</strong> la realizzazione<br />

di prodotti destinati a<br />

migliorare o sostituire<br />

tessuti funzionali<br />

dell’organismo.<br />

La matrice extracellulare (ECM) ha un ruolo importante nel processo rigenerativo del tessuto<br />

ed è <strong>il</strong> componente principale del derma cutaneo. Nella composizione della ECM entrano a<br />

far parte proteoglicani, acido ialuronico, collagene, fibronectina ed elastina. Oltre a fornire un<br />

supporto strutturale alle cellule, alcune componenti della ECM si legano ai fattori di crescita,<br />

creando un serbatoio di molecole attive che possono essere rapidamente mob<strong>il</strong>izzate dopo un<br />

danno <strong>per</strong> stimolare la proliferazione e la migrazione cellulare 2 . In molte ferite croniche, l’aumento<br />

del numero di cellule infiammatorie provoca l’innalzamento dei livelli di proteasi, che sembrano<br />

essere in grado di disgregare le componenti della ECM, i fattori di crescita, la proteina e i recettori<br />

essenziali <strong>per</strong> la cicatrizzazione 3 .<br />

Il riconoscimento dell’importanza della ECM nel processo di cicatrizzazione della ferita ha<br />

portato allo sv<strong>il</strong>uppo di prodotti destinati a stimolare o a sostituire la ECM. Tra questi prodotti<br />

di ingegneria tissutale c’è una matrice di collagene ricostituita o naturale, che mima le<br />

caratteristiche strutturali e funzionali della ECM nativa 4 . Una volta posta nel letto della ferita, la<br />

matrice tridimensionale fornisce un’impalcatura temporanea o un supporto sul quale le cellule<br />

possono migrare e proliferare in maniera organizzata, portando alla rigenerazione del tessuto e<br />

infine alla chiusura della ferita.<br />

•<br />

E’ importante distinguere fra la ECM naturale, componente fondamentale del derma, e la<br />

matrice collagene che viene applicata sul letto della ferita<br />

I prodotti di ingegneria tissutale possono essere cellulari (contenenti cellule viventi) o <strong>acellulari</strong><br />

(inerti biologicamente) e provenire da:<br />

■■<br />

Tessuti biologici:<br />

¬ ¬ animali (ad esempio, equini/bovini/suini)<br />

¬ ¬ umani (ad esempio, cute da cadavere)<br />

¬ ¬ piante (contenenti ad esempio cellulosa/collagene ossidati e rigenerati)<br />

■■<br />

Materiali sintetici<br />

■■<br />

Materiali compositi (contenenti due o più composti che possono essere di natura biologica<br />

o sintetica).<br />

I termini biologico (cioè sintetizzato dalla natura), sintetico (cioè derivato da materiali fatti dall’uomo)<br />

o composito (cioè derivato da una miscela di materiali di diversa origine) sono da preferire a termini<br />

generici quali ‘naturale’, ‘organico’ o ‘biomatrice’.<br />

Le <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> possono essere di derivazione animale o umana, in cui tutte le cellule vengono<br />

rimosse durante <strong>il</strong> processo produttivo, oppure sintetiche o composite, nelle quali le cellule sono<br />

assenti sin dall’inizio. Queste <strong>matrici</strong> o impalcature tissutali garantiscono la formazione di una<br />

struttura di collagene <strong>per</strong> <strong>il</strong> rimodellamento tissutale, mentre la rimozione <strong>delle</strong> cellule vitali ha lo<br />

scopo di ridurre al minimo o di prevenire risposte infiammatorie o immunostimolanti 5 .<br />

•<br />

Allo stato attuale <strong>delle</strong> conoscenze, la matrice acellulare ideale è quella che si avvicina<br />

maggiormente alla struttura e alla funzione dell’ECM naturale che deve sostituire<br />

Impalcatura e matrice a confronto<br />

Una matrice può essere considerata come un’impalcatura tissutale <strong>per</strong>ché fornisce una struttura di supporto<br />

in cui le cellule possono migrare. Va detto <strong>per</strong>ò che un’impalcatura non deve necessariamente essere una<br />

matrice (cioè non interagisce con le cellule nella stessa misura di una matrice). Ad esempio, la fibronectina<br />

può agire come una matrice, ma non svolge necessariamente la funzione di impalcatura; allo stesso modo, la<br />

poliglactina può avere la funzione di sostegno, ma non è una matrice.<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 1


Sostituti cutanei<br />

Con <strong>il</strong> termine generale di "sostituti cutanei" si intende un gruppo di prodotti. In base alle caratteristiche individuali, essi possono sostituire<br />

o rimpiazzare tutti o alcuni componenti normalmente presenti nella cute umana (ad esempio, epidermide e/o derma, cellula e matrice).<br />

Possono essere a doppio strato, <strong>acellulari</strong> o cellulari, di origine sintetica o biologica, e possono consistere di un’epidermide sintetica e di un<br />

derma a base di collagene <strong>per</strong> favorire la formazione di nuovo tessuto. Nei prodotti che contengono epidermide sintetica, questa può fungere<br />

da co<strong>per</strong>tura temporanea della ferita.<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI<br />

Sono disponib<strong>il</strong>i diversi tipi di prodotti di ingegneria tissutale e c’è confusione sulla terminologia<br />

ut<strong>il</strong>izzata. I prodotti possono essere classificati come sostituti della cute, xenotrapianti,<br />

allotrapianti o medicazioni a base di collagene. In alternativa, questi prodotti possono essere<br />

descritti come medicazioni biologiche, in quanto agiscono come una co<strong>per</strong>tura protettiva della<br />

ferita. Tuttavia, mentre la maggior parte <strong>delle</strong> medicazioni necessitano di un cambio frequente,<br />

le <strong>matrici</strong> sono in grado di produrre un supporto <strong>per</strong> la riparazione del tessuto e quindi devono<br />

rimanere a contatto con la ferita <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo di tempo sufficiente.<br />

La classificazione dei prodotti si basa sul meccanismo d’azione principale del prodotto 6 . In<br />

Europa, la maggior parte dei prodotti a matrice acellulare vengono classificati come dispositivi<br />

medici di Classe III e devono essere identificati con <strong>il</strong> marchio CE. In USA, la normativa FDA li<br />

considera dispositivi medici che necessitano l’autorizzazione mediante <strong>il</strong> processo 510(k) <strong>per</strong><br />

dimostrarne la sicurezza (<strong>per</strong> le definizioni di dispositivo medico in USA ed in Europa, vedi la<br />

tabella 1). I prodotti che derivano dalla cute di donatori vengono classificati come tessuti da<br />

banca degli organi umani (ad esempio, Alloderm®, LifeCell). Molti dei nuovi prodotti tuttavia<br />

non possono essere inseriti nelle categorie già esistenti ed <strong>il</strong> problema è ancora più complesso<br />

quando un prodotto è composto da due o più elementi regolamentati (cioè farmaci, dispositivi o<br />

prodotti biologici). Oggi non esistono controlli univoci <strong>per</strong> i prodotti di associazione 5 .<br />

•<br />

La regolamentazione dei prodotti composti da due o più elementi regolamentati continua ad<br />

essere un campo impegnativo e in evoluzione<br />

Una <strong>delle</strong> funzioni <strong>delle</strong> <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> è la modulazione biologica. Questo termine è stato<br />

introdotto dal gruppo di consenso <strong>per</strong> aiutare a su<strong>per</strong>are la confusione data da prodotti diversi.<br />

Un modulatore biologico è un materiale o una sostanza di origine biologica o sintetica che<br />

influenza processi biologici come la cicatrizzazione <strong>delle</strong> ferite (vedi pagina 5).<br />

Tabella 1 | Definizione di ‘dispositivo medico<br />

US Food and Drug Administration<br />

"Strumento, apparato, attrezzo, macchina, congegno, impianto,<br />

reagente in vitro o altri articoli sim<strong>il</strong>i o correlati, compresi i componenti,<br />

le parti o gli accessori, che:<br />

n ono inseriti nel Formulario Nazionale ufficiale, o nella farmacopea<br />

degli Stati Uniti o in loro supplementi<br />

n devono essere ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> la diagnosi di patologie o di altre<br />

condizioni, o <strong>per</strong> la cura, <strong>il</strong> miglioramento, <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> o la<br />

prevenzione di malattie, nell’uomo o in altri animali, o<br />

n devono avere un impatto sulla struttura o su una qualsiasi funzione<br />

dell’organismo umano o di altri animali, e che non ottengano gli<br />

obiettivi principali desiderati attraverso reazioni chimiche all’interno<br />

o sull’organismo umano o di altri animali e che non dipendano dal<br />

processo di metabolizzazione <strong>per</strong> <strong>il</strong> raggiungimento degli obiettivi<br />

principali desiderati".<br />

"Section 201(h) of the Federal Food, Drug and Cosmetic Act (21 U.S.C. 321(h))"<br />

European Union Legal Framework<br />

"qualsiasi strumento, apparecchio, impianto, sostanza o altro prodotto,<br />

ut<strong>il</strong>izzato da solo o in combinazione, compreso <strong>il</strong> software informatico<br />

impiegato <strong>per</strong> <strong>il</strong> corretto funzionamento e destinato dal fabbricante ad<br />

esser impiegato nell'uomo a scopo di:<br />

n diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una<br />

n malattia<br />

n diagnosi, controllo, terapia, attenuazione o compensazione di una<br />

n ferita o di un handicap<br />

n studio, sostituzione o modifica dell’anatomia o di un processo<br />

fisiologico<br />

n intervento sul concepimento<br />

la cui azione principale voluta nel o sul corpo umano non sia conseguita<br />

con mezzi farmacologici né immunologici né mediante metabolismo,<br />

ma la cui funzione possa essere assistita da questi mezzi".<br />

Excerpt from Directive 2007/47/ec<br />

2 | CONSENSO INTERNAZIONALE


Composizione e lavorazione del<br />

prodotto<br />

Definizioni<br />

Allotrapianto: tessuto<br />

di una specie che<br />

viene trapiantato nella<br />

stessa specie.<br />

Autotrapianto: organo<br />

o tessuto trapiantato<br />

da una parte ad<br />

un’altra dello stesso<br />

paziente (ad esempio,<br />

trapianto cutaneo).<br />

Xenotrapianto:<br />

tessuto di una specie<br />

che viene ut<strong>il</strong>izzato in<br />

una specie diversa.<br />

Nonostante i prodotti di ingegneria tissutale facciano parte di strategie sempre più importanti <strong>per</strong><br />

la gestione <strong>delle</strong> ferite complesse, i potenziali svantaggi sono <strong>il</strong> rischio di trasferimento di agenti<br />

infettivi e di reazione immunitaria 6 . Inoltre, i processi di produzione, trasporto, conservazione, ecc,<br />

di questi prodotti hanno un notevole dispendio di costi, <strong>il</strong> che significa che <strong>il</strong> loro attuale uso clinico<br />

resta limitato 5 . Tuttavia, lo sv<strong>il</strong>uppo e la commercializzazione di prodotti più avanzati e la miglior<br />

comprensione <strong>delle</strong> caratteristiche di ciascun prodotto miglioreranno l’esito clinico, assicurando<br />

un’adeguata scelta del prodotto ed una valutazione più chiara del rapporto costo/efficacia.<br />

Oltre alle considerazioni cliniche, nella selezione di un prodotto a matrice acellulare, <strong>il</strong> medico<br />

dovrebbe considerare i seguenti punti che riguardano <strong>il</strong> dispositivo:<br />

■■<br />

Il prodotto è di origine animale/umana, sintetica o composita?<br />

■■<br />

Come viene prodotto?<br />

■■<br />

Qual è la <strong>per</strong>centuale di degradazione del prodotto?<br />

■■<br />

Il prodotto è ster<strong>il</strong>e o viene preparato in asepsi?<br />

Le apprensioni del medico e del paziente sono:<br />

■■<br />

di una possib<strong>il</strong>e trasmissione/infezione virale, reazione di rigetto/allergica<br />

■■<br />

Problemi di tipo religioso/culturale/sociale (ad esempio, obiezioni sull’uso di prodotti animali)<br />

■■<br />

Impurità dei prodotti (ad esempio, non ster<strong>il</strong>i).<br />

COMPOSIZIONE<br />

I prodotti a matrice acellulare differiscono soprattutto <strong>per</strong> l’origine <strong>delle</strong> cellule e dei tessuti e <strong>per</strong><br />

le metodiche impiegate durate <strong>il</strong> processo di produzione. Sono disponib<strong>il</strong>i numerosi prodotti di<br />

derivazione animale e umana:<br />

I prodotti di origine animale (xenotrapianti) vengono prodotti prelevando tessuti viventi (ad esempio,<br />

derma, sottomucosa del piccolo intestino, <strong>per</strong>icardio, ecc) di diversi animali donatori (suini, equini<br />

o bovini) a stadi differenti di sv<strong>il</strong>uppo. I materiali tissutali vengono successivamente trattati <strong>per</strong><br />

rimuovere le cellule (decellularizzazione), lasciando solo la matrice collagene. I prodotti di origine<br />

animale possono essere composti dal solo tessuto di sostegno (come Unite® BioMatrix Collagen<br />

Wound Dressing, Synovis) o possono essere assemblati con materiali sintetici <strong>per</strong> creare un prodotto<br />

composito (come INTEGRA® B<strong>il</strong>ayer Matrix Wound Dressing, Integra LifeSciences).<br />

I prodotti di origine umana, cioè provenienti dalla cute di un donatore cadavere (allotrapianti),<br />

vengono sottoposti a diversi processi <strong>per</strong> rimuovere le cellule e disattivare o distruggere i patogeni<br />

(AlloDerm®, Lifecell; GraftJacket®, Wright Medical).<br />

•<br />

E’ importante che <strong>il</strong> <strong>per</strong>sonale sanitario sia informato sugli elementi costitutivi del singolo prodotto.<br />

Essi hanno <strong>il</strong> dovere di spiegare al paziente la natura e lo scopo di ogni <strong>trattamento</strong> proposto,<br />

insieme con i rischi associati. Se ritenuto opportuno, è bene ottenere un consenso informato 7<br />

PROCESSO DI PRODUZIONE<br />

Le <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> vengono progettate mediante diversi processi chimici e meccanici. Lo scopo<br />

finale è quello di rimuovere tutte le componenti cellulari ut<strong>il</strong>izzando una procedura non dannosa,<br />

che sia in grado di mantenere la struttura e la funzione del tessuto di origine. Più <strong>il</strong> prodotto finale<br />

è compatib<strong>il</strong>e con l’ECM dell’ospite, meno elevata è la probab<strong>il</strong>ità di innescare una reazione<br />

avversa 8 . Le diverse fasi produttive di ciascun prodotto, comunque, possono degradare la<br />

struttura del tessuto d’origine o eliminare i fattori di crescita legati alle componenti della ECM.<br />

Questo può provocare una rapida degradazione ed un rapido riassorbimento della matrice e la<br />

formazione di tessuto cicatriziale 8 . L’insorgenza di una reazione avversa può essere evidenziata<br />

dalla presenza di infiammazione con accumulo di cellule attorno ai margini della matrice, che<br />

previene l’inf<strong>il</strong>trazione cellulare o vascolare (incapsulazione) 8 . La risposta ideale consiste in una<br />

infiammazione minima e nella graduale degradazione della matrice nel tempo, con integrazione<br />

completa nel tessuto dell’ospite. La modalità con cui viene fabbricato un prodotto può essere<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 3


quindi più importante della sua origine, della specie e della sede da cui è stato prelevato. La<br />

produzione può coinvolgere i seguenti processi.<br />

Effetto del crosslinking<br />

sulla risposta<br />

immunitaria dell’ospite<br />

Uno studio recente<br />

ha confrontato cinque<br />

prodotti <strong>per</strong> valutare la<br />

loro capacità di induzione<br />

di risposta immunitaria<br />

nell’ospite. In assenza di<br />

un crosslinking di tipo<br />

chimico, i prodotti vengono<br />

degradati rapidamente<br />

dopo l’impianto. Il<br />

crosslinking chimico<br />

garantisce un aumento<br />

della forza e l’inibizione<br />

della degradazione.<br />

La degradazione della<br />

matrice contribuisce<br />

<strong>per</strong>ò al rimodellamento<br />

tissutale.<br />

Sono necessari ulteriori<br />

studi <strong>per</strong> valutare questi<br />

processi biologici e le<br />

variab<strong>il</strong>i che influenzano<br />

la risposta immunitaria<br />

dell’ospite 12 .<br />

Processi di ster<strong>il</strong>izzazione<br />

Ster<strong>il</strong>izzazione<br />

terminale: processo<br />

di ster<strong>il</strong>izzazione dei<br />

materiali del prodotto<br />

nella sua forma finale.<br />

Tecnica asettica: i singoli<br />

componenti vengono<br />

ster<strong>il</strong>izzati e ricomposti<br />

in un ambiente ster<strong>il</strong>e.<br />

Crosslinking<br />

Il processo di stab<strong>il</strong>izzazione del collagene (crosslinking) comporta la creazione di legami<br />

tra i singoli f<strong>il</strong>amenti di collagene. Questo processo inibisce la degradazione del collagene da<br />

parte <strong>delle</strong> proteasi (metalloproteinasi di matrice [MMPs]) e prolunga la durata della sua<br />

presenza nella ferita 5 . La natura dei legami di crosslinking varia in base ai processi impiegati.<br />

Alcune metodiche tradizionali che ut<strong>il</strong>izzano processi chimici (aldeidi) o meccanici, <strong>il</strong> calore<br />

o la radiazione possono consentire solo uno scarso controllo sul grado di crosslinking. Questi<br />

processi possono produrre legami molto corti e rigidi che possono inibire la migrazione cellulare<br />

e la rigenerazione vascolare, mentre i residui chimici del prodotto possono indurre una risposta<br />

infiammatoria che causa un rapido riassorbimento della matrice 5 .<br />

I procedimenti più recenti hanno dimostrato di produrre legami di crosslinking elastici più<br />

flessib<strong>il</strong>i e meno proni alla degradazione enzimatica 4 . I dati dei modelli animali suggeriscono<br />

anche che se la matrice è flessib<strong>il</strong>e anzichè rigida, le cellule possono migrare più rapidamente e<br />

proliferare in modo organizzato, sim<strong>il</strong>e al normale tessuto di rigenerazione 9 .<br />

Il tipo di crosslinking può <strong>per</strong>tanto avere un effetto diretto sulla durata del prodotto nella<br />

ferita e sull’esito del <strong>trattamento</strong> 10 . In uno studio di casistica pubblicato, è stato evidenziato<br />

che uno xenotrapianto stab<strong>il</strong>izzato può resistere all’attività enzimatica in un paziente con<br />

un’ulcera cronica, e un alto livello di infezione ed infiammazione 10 . In confronto, i prodotti senza<br />

crosslinking possono essere degradati più velocemente dalle proteasi e rimpiazzati da tessuto<br />

cicatriziale 5 . Tuttavia è stato dimostrato che alcuni prodotti di prossima generazione sono<br />

in grado di indurre, una volta impiantati, una rapida rivascolarizzazione senza formazione di<br />

tessuto cicatriziale ed una bassa risposta infiammatoria o immunologica, pur essendo privi di<br />

crosslinking 11 .<br />

Ster<strong>il</strong>izzazione<br />

La ster<strong>il</strong>izzazione è importante <strong>per</strong> ridurre <strong>il</strong> rischio di trasmissione di malattia ed è richiesta<br />

<strong>per</strong> l’autorizzazione da parte dell’FDA dei prodotti di derivazione animale. Tuttavia i residui dei<br />

composti chimici ut<strong>il</strong>izzati nel corso del processo di ster<strong>il</strong>izzazione (cioè ossido di et<strong>il</strong>ene [EtO]<br />

o gluteraldeide) possono evocare una risposta infiammatoria all’interno del tessuto dell’ospite<br />

e la radiazione può danneggiare la matrice, provocandone la rottura e un assorbimento troppo<br />

rapido 5 . Sono in fase di sv<strong>il</strong>uppo metodiche di ster<strong>il</strong>izzazione più moderne, che usano una<br />

sostanza chimica liquida testata (dicloruro di et<strong>il</strong>ene [EDC]) e conservano la struttura del<br />

collagene nel tessuto eliminando <strong>per</strong>ò <strong>il</strong> rischio di malattia 5 . La maggior parte dei prodotti<br />

<strong>acellulari</strong> di origine umana vengono prodotti in maniera asettica e non vengono sottoposti a<br />

ster<strong>il</strong>izzazione terminale alla fine del recesso.<br />

Modalità e durata di conservazione<br />

Il mezzo o la soluzione di conservazione ut<strong>il</strong>izzati possono influire sulla stab<strong>il</strong>ità del prodotto e<br />

sulla durata complessiva di conservazione. Queste caratteristiche vengono anche interessate<br />

dalle norme regolatorie dei singoli Paesi, così come dalla degradazione chimica nota dei prodotti.<br />

La durata di conservazione varia da 18 mesi a 5 anni. I prodotti che hanno una disponib<strong>il</strong>ità<br />

off-the-shelf, che possono essere conservati a tem<strong>per</strong>atura ambiente e che richiedono una<br />

preparazione minima sono vantaggiosi sia <strong>per</strong> <strong>il</strong> medico che <strong>per</strong> <strong>il</strong> paziente in termini di risparmio<br />

di tempo di preparazione e di minore morb<strong>il</strong>ità del sito donatore 13 .<br />

Un lavaggio con soluzione fisiologica prima dell’uso può aiutare a ridurre al minimo la risposta<br />

•<br />

infiammatoria nel tessuto dell’ospite, poiché rimuove qualsiasi sostanza chimica ut<strong>il</strong>izzata nel<br />

processo di conservazione. Devono essere seguite le raccomandazioni del produttore <strong>per</strong> la<br />

preparazione e l’uso<br />

4| CONSENSO INTERNAZIONALE


Comprendere <strong>il</strong> meccanismo<br />

d’azione<br />

I meccanismi con cui le <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> favoriscono la cicatrizzazione della ferita devono essere<br />

ancora chiariti e c’è ampio spazio <strong>per</strong> ulteriori ricerche.<br />

Dai dati della letteratura emerge che le ferite croniche o diffic<strong>il</strong>i da cicatrizzare sono caratterizzate<br />

da una ECM distrutta o danneggiata, che non è in grado di contribuire al processo di cicatrizzazione<br />

della ferita. Le strategie terapeutiche studiate <strong>per</strong> sostituire la ECM assente o alterata possono<br />

portare un beneficio clinico 3 . Di conseguenza, c’è un rinnovato interesse sui prodotti avanzati a base<br />

di collagene <strong>per</strong> la cura <strong>delle</strong> ferite.<br />

Nelle ferite croniche, è presente un eccesso di MMP ed una ridotta attività dei fattori di crescita.<br />

Queste due circostanze provocano la degradazione della ECM. Per la cicatrizzazione <strong>delle</strong> ferite,<br />

è necessario regolare <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio tra attività proteasica e attività dei fattori di crescita 3 . La ricerca<br />

ha dimostrato che l’applicazione topica di prodotti a base di collagene può favorire <strong>il</strong> processo di<br />

cicatrizzazione della ferita legandosi ed inattivando le proteasi dannose, e stimolando al tempo<br />

stesso l’angiogenesi e la formazione di tessuto di granulazione 14 .<br />

Le attuali informazioni sul meccanismo d’azione <strong>delle</strong> <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> sono in gran parte basate<br />

sui modelli preclinici, soprattutto da ricerche sulla matrice della sottomucosa di piccolo intestino<br />

(SIS) di derivazione suina. Questi dati mostrano che la matrice può:<br />

■■<br />

agire da sostegno e supporto <strong>per</strong> la crescita cellulare e la formazione di tessuto di granulazione 15<br />

■■<br />

avere recettori che consentono l’attacco dei fibroblasti alla struttura di sostegno 16<br />

■■<br />

stimolare l’angiogenesi 17<br />

■■<br />

agire come un chemioattrattore <strong>per</strong> le cellule endoteliali 18<br />

■■<br />

trattenere e proteggere i fattori di crescita 19 .<br />

Modulatore biologico<br />

Materiale o sostanza<br />

di origine biologica o<br />

sintetica che influenza<br />

processi biologici come la<br />

cicatrizzazione della ferita.<br />

Quando è usata come impianto, la matrice acellulare sembra completamente incorporata nella<br />

ferita. Invece, quando è usata in una ferita cronica, la matrice viene alla fine rimossa e non è<br />

pienamente incorporata. Quale sia <strong>il</strong> ruolo <strong>delle</strong> <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> nelle ferite croniche non è<br />

ancora del tutto chiaro. È stato suggerito che esse agiscano come co<strong>per</strong>tura biologica che modula<br />

l’ambiente della ferita <strong>per</strong> favorire la normale cicatrizzazione della ferita 20,21 (Figura 1).<br />

Figura 1 | Meccanismo<br />

d’azione ipotizzato dei<br />

prodotti a matrice acellulare<br />

a base di collagene 20,21 Nota:<br />

la risposta ottimale si otterrà<br />

ut<strong>il</strong>izzando una matrice <strong>il</strong> più<br />

sim<strong>il</strong>e possib<strong>il</strong>e al tessuto<br />

da sostituire.<br />

Le ferite croniche contengono alti livelli di MMP che possono:<br />

■ degradare la ECM ed i fattori di crescita<br />

■ aumentare la risposta infiammatoria<br />

■ ridurre la responsività cellulare nella ferita<br />

■ ritardare la cicatrizzazione della ferita<br />

Trattamento tramite una matrice acellulare che assomigli <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<br />

all’ECM nativa. Questa può agire come sostegno <strong>per</strong>:<br />

■ le MMP, che si legano a degradano <strong>il</strong> collagene presente nel prodotto<br />

■ cellule epiteliali, fibroblasti e cellule endoteliali vascolare, che migrano e<br />

proliferano<br />

■ livelli ridotti di MMP, che vengono r<strong>il</strong>asciate nella ferita man mano che la<br />

matrice di collageno si degrada, riequ<strong>il</strong>ibrando i livelli di proteasi e di<br />

fattori di crescita nella ferita<br />

Miglioramento dell’ambiente di cicatrizzazione della ferita, in cui la<br />

matrice è stata sostituita da nuovo collagene con rimodellamento della<br />

ECM<br />

•<br />

Per essere efficace nelle ferite croniche, un prodotto a matrice acellulare dovrebbe rimanere a<br />

più stretto contatto possib<strong>il</strong>e con la su<strong>per</strong>ficie della ferita<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 5


Razionale d'uso<br />

Preparazione del letto<br />

della ferita: acronimo<br />

TIME (da 23 )<br />

T = gestione del Tessuto<br />

(cioè rimozione del<br />

tessuto non vitale)<br />

I = controllo<br />

dell’Infiammazione e<br />

dell’Infezione<br />

M = b<strong>il</strong>anciamento<br />

dell’umidità<br />

E = avanzamento<br />

Epiteliale (margine).<br />

I prodotti a matrice acellulare <strong>per</strong> ferite attualmente disponib<strong>il</strong>i sono elencati nell’appendice a<br />

pagina 13. Va sottolineato che queste informazioni sono state prese direttamente dal sito web<br />

<strong>delle</strong> aziende produttrici, e prima di ut<strong>il</strong>izzare questi prodotti è buona regola consultare sempre<br />

le istruzioni d’uso specifiche del produttore, tenendo presenti fattori importanti come le allergie e<br />

l’infezione della ferita.<br />

•<br />

Tutti i prodotti dovrebbero essere usati secondo le istruzioni e le raccomandazioni del produttore<br />

L’impiego di <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> dovrebbe essere preso in considerazione quando la ferita non<br />

risponde alle strategie terapeutiche tradizionali o si presenta come una ferita chirurgica complessa.<br />

I fattori da considerare dipendono dal tipo di ferita, dell’eziologia sottostante, dall’idoneità del<br />

paziente e dagli obiettivi del <strong>trattamento</strong>. In una ferita cronica non cicatrizzante (ad esempio,<br />

l’ulcera del piede diabetico), la matrice acellulare può essere scelta <strong>per</strong> sostituire la ECM<br />

danneggiata, colmare <strong>il</strong> difetto e ottimizzare l’ambiente della ferita in vista della cicatrizzazione.<br />

L’uso di prodotti differenti è influenzato da numerosi fattori esterni: disponib<strong>il</strong>ità, somministrazione<br />

singola o multipla, fac<strong>il</strong>ità d’uso e costo/rimborsab<strong>il</strong>ità. Inoltre, è importante considerare <strong>il</strong><br />

setting clinico in cui la matrice deve essere applicata (ad esempio, in ambiente o<strong>per</strong>atorio o in<br />

ambulatorio), così come l’es<strong>per</strong>ienza ed <strong>il</strong> livello di training richiesti.<br />

APPLICAZIONE DELLA MATRICE<br />

Prima dell’applicazione occorre considerare i seguenti punti:<br />

■■<br />

Protocollo <strong>per</strong> la prima applicazione (cioè preparazione del letto della ferita/TIME 22,23 )<br />

■■<br />

Metodi di fissaggio (cioè suture, ster<strong>il</strong>strip o graffette)<br />

■■<br />

Uso di un bendaggio appropriato <strong>per</strong> coprire la matrice.<br />

Tabella 2 | Azioni Suggerimenti professionali s<strong>per</strong>imentati <strong>per</strong> ciascuna fase della procedura<br />

Pre-applicazione Applicazione Post-applicazione (<strong>per</strong>iodo di<br />

mantenimento)<br />

n Valutare l’idoneità del paziente<br />

– Eseguire una valutazione globale<br />

del paziente e della ferita<br />

– Fare la diagnosi<br />

– Risolvere problemi sociali e culturali<br />

n Escludere ischemia/infezioni e cariche<br />

batteriche incontrollate/allergia<br />

n Affrontare l’eziologia sottostante<br />

<strong>per</strong> massimizzare le potenzialità<br />

di cicatrizzazione (ad esempio,<br />

controllare essudato/carica<br />

batterica; assicurare un adeguato<br />

scarico/compressione/ riduzione<br />

della pressione; ridurre steroidi/<br />

infiammazione)<br />

n Eseguire un’adeguata ed<br />

appropriate preparazione del<br />

letto della ferita (ad esempio,<br />

debridement)<br />

n Assicurarsi la collaborazione del<br />

paziente (ad esempio, pazienti con<br />

problemi di piede diabetico, o che<br />

necessitano la compressione)<br />

n Prevenire/minimizzare la contaminazione del prodotto e la<br />

proliferazione dei batteri<br />

– Assicurare la corretta applicazione del prodotto secondo le<br />

istruzioni del produttore<br />

– Evitare la ricontaminazione intrao<strong>per</strong>atoria (ad esempio,<br />

cambiando i guanti tra le procedure)<br />

n Fissare la matrice con graffette; ster<strong>il</strong>strip (nei pazienti con cute<br />

circostante sensib<strong>il</strong>e); suture (occorre cautela <strong>per</strong> non sollevare<br />

o raggrinzire la cute/danneggiare <strong>il</strong> prodotto). Prendere in<br />

considerazione un’anestesia<br />

n Scegliere la dimensione della matrice – la matrice in eccesso<br />

dovrebbe essere asportata usando le forbici (vedi anche “uso in<br />

grandi ferite", pagina 8)<br />

n Scegliere la medicazione adeguata alla ferita<br />

– La matrice dovrebbe essere co<strong>per</strong>ta con una prima medicazione,<br />

sostegno e/o imbottiture non aderenti (ad esempio nelle ferite<br />

con produzione moderata/ abbondante di essudato)<br />

– Usare una fasciatura secondaria <strong>per</strong> mantenere in posizione la<br />

matrice e la medicazione primaria della ferita<br />

– Considerare l’uso di un antibiotico idoneo <strong>per</strong> uso topico<br />

n Considerare un prodotto fenestrato (rete):<br />

– quando la ferita ha un’ampia su<strong>per</strong>ficie o è molto profonda, e<br />

richiede una terapia a pressione negativa (NPWT)<br />

– quando è necessario drenare <strong>il</strong> liquido, soprattuto nelle ferite<br />

con abbondante essudato<br />

n Manipolare <strong>il</strong> meno possib<strong>il</strong>e<br />

– Ridurre al minimo <strong>il</strong> cambio <strong>delle</strong><br />

medicazioni (non dovrebbe essere<br />

fatto <strong>per</strong> almeno una settimana.<br />

L’ispezione precoce aumenta <strong>il</strong><br />

rischio di spostamento)<br />

– Se la matrice si sposta, rimuoverla e<br />

applicarne una nuova<br />

– Le graffette non dovrebbero<br />

essere lasciate in sede <strong>per</strong> più di 1<br />

settimana (7 giorni)<br />

– Le suture possono essere lasciate<br />

<strong>per</strong> un massimo di 14 giorni<br />

– Le ster<strong>il</strong>strip possono essere<br />

lasciate <strong>per</strong> 1 – 2 settimane<br />

– Tagliare <strong>il</strong> contorno del prodotto<br />

che secca e si solleva durante <strong>il</strong><br />

processo di cicatrizzazione<br />

n Ridurre la carica batterica<br />

n Prevenire la recidiva: garantire<br />

un’adeguata compressione/scarico,<br />

l’uso di calzature e la riduzione della<br />

pressione da carico (i pazienti con<br />

<strong>ulcere</strong> da piede diabetico non devono<br />

caricare la zona interessata <strong>per</strong> 1<br />

settimana dopo l’applicazione<br />

6 | CONSENSO INTERNAZIONALE


Figura 2 | Algoritmo <strong>per</strong><br />

l’applicazione <strong>delle</strong> <strong>matrici</strong><br />

<strong>acellulari</strong> su una ferita cronica.<br />

Studi precedenti hanno<br />

mostrato che la riduzione<br />

dell’area della ferita cronica<br />

durante le prime 4 settimane<br />

di <strong>trattamento</strong> è un fattore<br />

predittivo di cicatrizzazione<br />

completa alla 12a settimana 24 .<br />

Se non viene osservato un<br />

miglioramento in questa<br />

occasione, sarebbe opportuno<br />

rivalutare ulteriormente <strong>il</strong><br />

paziente e l’attuale strategia<br />

terapeutica.<br />

Valutazione del paziente e della ferita <strong>per</strong> determinare<br />

diagnosi e idoneità<br />

Soddisfa i criteri (ad esempio,<br />

ferita diabetica, venosa,<br />

vascolare, traumatica)<br />

Risolvere i problemi<br />

intrinseci e controllare<br />

l’infezione<br />

Assicurare un’appropriata<br />

preparazione del letto della<br />

ferita <strong>per</strong> massimizzare le<br />

potenzialità di<br />

cicatrizzazione<br />

Non soddisfa i criteri (ad<br />

esempio, grave malattia<br />

arteriosa). Non applicare la<br />

matrice<br />

Impossib<strong>il</strong>ità di controllare<br />

l’infezione. Non applicare<br />

la matrice<br />

Il letto della ferita non è<br />

vitale. Non applicare la<br />

matrice<br />

Considerare le opzioni di <strong>trattamento</strong><br />

(matrice acellulare/cellulare, fattori di crescita, ecc)<br />

Il letto della ferita è vitale e l’infezione controllata<br />

■ Applicare la matrice acellulare (vedi Figura 3)<br />

■ Considerare terapie aggiuntive, come:<br />

– NPWT <strong>per</strong> controllare gli essudati<br />

– Terapia antibiotica topica <strong>per</strong> controllare l’infezione<br />

– Compressione <strong>per</strong> controllare l’edema<br />

Figura 3 | Applicazione della<br />

matrice. E’ importante applicare<br />

attentamente l’innesto<br />

seguendo i contorni della<br />

parte lesa ed essere sicuri che<br />

aderisca al letto della ferita.<br />

Nota: quando vengono<br />

raccomandate<br />

applicazioni multiple,<br />

applicare una nuova<br />

matrice se appropriato<br />

fino alla riepitelizzazione<br />

Valutazione a 7 giorni<br />

■ Affrontare ogni complicanza, ad<br />

esempio applicare una nuova<br />

matrice in caso di spostamento<br />

■ Continuare a risolvere i problemi<br />

intrinseci ed <strong>il</strong> controllo<br />

dell’infezione<br />

■ Sostituire la medicazione<br />

secondaria<br />

Continuare<br />

l’osservazione<br />

Riepitelizzazione e cicatrizzazione della ferita<br />

Figura 4 | Tre settimane dopo<br />

l’applicazione. Il prodotto si stacca<br />

lentamente con <strong>il</strong> progredire<br />

verso la chiusura della su<strong>per</strong>ficie<br />

della ferita sottostante. Notare<br />

<strong>il</strong> cambiamento di colore tipico<br />

dell’uso di medicazioni con argento.<br />

Figura 5 | Tre settimane dopo<br />

l’applicazione. La matrice<br />

sembra macerata ed si sta<br />

staccando dalla ferita. Anche<br />

l’odore della ferita indica la<br />

presenza di infezione.<br />

Le tappe principali verso l’ottenimento del successo clinico comprendono:<br />

■■<br />

Nessun segno clinico di infezione o carico biologico, cioè purulenza, viscosità, cattivo odore<br />

inatteso. (Nota: alcuni prodotti a base di cheratina producono odore quando sono umidi)<br />

■■<br />

Formazione di tessuto di granulazione, riduzione <strong>delle</strong> dimensioni della ferita e riepitelizzazione<br />

■■<br />

Rimozione del sistema di fissaggio (ad esempio, graffette, suture o ster<strong>il</strong>strip).<br />

Quando la matrice è ancora presente nel letto della ferita, può causare un aspetto diverso dalla<br />

normale granulazione (<strong>il</strong> tessuto può non avere <strong>il</strong> colore tipico rosso intenso; se vengono ut<strong>il</strong>izzate<br />

medicazioni all’argento, può sembrare secco, di colore grigio/nero senza segni di infezione).<br />

E’ importante sa<strong>per</strong>e che aspetto dovrebbe avere la ferita quando viene riesaminata dopo<br />

l’applicazione ed essere in grado di distinguere se la ferita sta progredendo normalmente (Figura<br />

4) o se occorre un ulteriore intervento (Figura 5).<br />

Complicanze<br />

In caso di insorgenza di complicanze, vengono raccomandate le seguenti procedure:<br />

■■<br />

Infezione: rimuovere la matrice acellulare, controllare l’infezione e applicare una nuova matrice dopo<br />

adeguata preparazione del letto della ferita<br />

■■<br />

Distacco o spostamento della matrice: rimuovere la matrice e cercare di identificare le cause del<br />

fallimento. Eseguire un’adeguata preparazione del letto della ferita prima di applicare una nuova matrice<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 7


■■<br />

Eccessiva infiammazione/reazione allergica: rimuovere la matrice e non applicarne una nuova<br />

■■<br />

Mancata cicatrizzazione/efficacia: rivalutare la ferita ed <strong>il</strong> paziente. Se la ferita non sta cicatrizzando,<br />

la matrice potrebbe essersi spostata o le dimensioni della ferita potrebbero essere aumentate.<br />

•<br />

Un aumento significativo del dolore dopo l’applicazione potrebbe indicare una reazione al prodotto<br />

o la comparsa di un’infezione<br />

Uso nelle ferite di grandi dimensioni/essudanti<br />

Quando la ferita è molto ampia, possono essere necessarie diverse <strong>matrici</strong> <strong>per</strong> ricoprire<br />

l’intero letto della ferita. Sarebbe opportuno sovrapporre leggermente le <strong>matrici</strong> ai bordi<br />

della ferita, fissandole <strong>per</strong> ridurre <strong>il</strong> rischio di spostamento. Molte ferite croniche sono<br />

spesso infette e con grandi quantità di essudato: questo rende difficoltoso <strong>il</strong> fissaggio<br />

della matrice 25 . Una matrice acellulare fenestrata (a rete) può essere ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere<br />

<strong>il</strong> drenaggio del liquido dalla ferita. La quantità di essudato condizionerà la scelta della<br />

medicazione secondaria <strong>per</strong> mantenere un ambiente umido ottimale della ferita 26 . Se è<br />

presente un eccesso di umidità, come nel caso di macerazione dei bordi della ferita, la<br />

matrice non dovrebbe essere applicata finchè <strong>il</strong> livello di essudato non sia stato posto<br />

sotto controllo.<br />

Uso con terapie aggiuntive<br />

L’ut<strong>il</strong>izzo della matrice acellulare in associazione ad altri <strong>trattamento</strong> può favorire la progressione<br />

della ferita agli stadi successivi. Ad esempio, la terapia a pressione negativa della ferita (NPWT)<br />

può contribuire al controllo dell’essudazione eccessiva e mantenere in situ la matrice <strong>per</strong><br />

massimizzare <strong>il</strong> contatto con <strong>il</strong> letto della ferita 27 . Quando viene ut<strong>il</strong>izzata la NPWT, sarebbe<br />

opportuno associare una matrice fenestrata (a rete) e posizionare uno strato di contatto non<br />

adesivo tra la matrice e la fasciatura di gomma.<br />

•<br />

E’ importante sa<strong>per</strong>e se si possono ut<strong>il</strong>izzare altri prodotti con buone probab<strong>il</strong>ità di successo in<br />

associazione alla matrice<br />

Raggiungimento dell’esito ottimale<br />

Una scelta appropriata ed attenta del prodotto è essenziale <strong>per</strong> raggiungere l’esito ottimale <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

paziente. La decisione di usare un prodotto particolare si basa su diversi fattori di carattere strutturale,<br />

biologico e clinico (Tabella 3).<br />

Tabella 3 | Proprietà ideali di una matrice acellulare <strong>per</strong> le ferite diffic<strong>il</strong>i da cicatrizzare<br />

Strutturali Biologiche Cliniche<br />

n Struttura dell’ECM<br />

molto vicina a quella<br />

naturale (es, mantiene<br />

l’architettura naturale ed i<br />

principali elementi <strong>per</strong> la<br />

cicatrizzazione della ferita)<br />

n Necessità minime<br />

di conservazione/<br />

preparazione e lunga<br />

durata di conservazione<br />

n Terminalmente ster<strong>il</strong>izzato<br />

(cioè non può trasmettere<br />

virus o altri microrganismi)<br />

n Garantisce una barriera<br />

all’infezione (cioè<br />

immunità innata)<br />

n Resistente alla<br />

degradazione enzimatica<br />

proteolitica<br />

n Favorisce un’attività<br />

cellulare ottimale<br />

in termini di rapida<br />

rivascolarizzazione e<br />

rigenerazione tissutale<br />

Processo<br />

n Applicazione singola o non<br />

frequente<br />

n Fac<strong>il</strong>ità di ut<strong>il</strong>izzo/<br />

applicazione e sicurezza<br />

n Costo-efficacia/<br />

rimborsab<strong>il</strong>tà<br />

n Conforme allo standard of<br />

care<br />

n Minima necessità di<br />

formazione e training <strong>per</strong><br />

l’uso<br />

n Disponib<strong>il</strong>ità di<br />

diversi metodi di<br />

somministrazione<br />

Esito<br />

n Nessuna reazione<br />

immunitaria dell’ospite<br />

n Migliora la compliance del<br />

paziente/riduce <strong>il</strong> dolore<br />

n Riduzione della dimensione<br />

della ferita/chiusura<br />

completa<br />

n Formazione di cicatrici<br />

ridotta o assente e buona<br />

durata della cute<br />

n Bassa <strong>per</strong>centuale di<br />

complicanze<br />

8 |CONSENSO INTERNAZIONALE


Valutare l’evidenza clinica <strong>per</strong> l’uso<br />

Riquadro 1: Livelli di<br />

evidenza della Wound<br />

Healing Society<br />

Livello I: Metanalisi<br />

di diversi studi clinici<br />

randomizzati (RCT)<br />

o almeno 2 RCT che<br />

supportano la procedura.<br />

Un’altra possib<strong>il</strong>ità<br />

è rappresentata da<br />

es<strong>per</strong>imenti di laboratorio<br />

o sull’animale con<br />

almeno 2 casistiche<br />

cliniche significative che<br />

supportano i risultati di<br />

laboratorio.<br />

Livello II: Ameno un RCT<br />

e almeno uno studio<br />

clinico significativo e una<br />

pubblicazione di ex<strong>per</strong>t<br />

opinion con rassegna della<br />

letteratura che supportano<br />

la procedura. E’ inclusa<br />

l’evidenza s<strong>per</strong>imentale,<br />

che è abbastanza<br />

convincente ma non ancora<br />

supportata da un’adeguata<br />

es<strong>per</strong>ienza sull’uomo.<br />

Livello III: Dati indicativi<br />

di evidenza del principio,<br />

ma scarsità di prove<br />

scientifiche sufficienti<br />

come metanalisi, RCT o<br />

casistiche cliniche.<br />

Le Linee Guida della<br />

Wound Healing Society<br />

sono disponib<strong>il</strong>i sul sito:<br />

http://www.woundheal.org<br />

Le <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> sono state ampiamente ut<strong>il</strong>izzate nella gestione <strong>delle</strong> ustioni, in cui lo scopo<br />

principale del <strong>trattamento</strong> è quello di ripristinare la funzionalità 28 , e hanno un ruolo crescente nel<br />

<strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> ferite croniche 21 . E’ anche disponib<strong>il</strong>e un numero sempre maggiore di prodotti<br />

<strong>acellulari</strong> <strong>per</strong> gli impianti chirurgici in chirurgia addominale 29 , plastica e ricostruttiva.<br />

La comprensione dei vantaggi clinici e dei limiti di ciascun prodotto è essenziale <strong>per</strong> usarlo in modo<br />

efficace e <strong>per</strong> ottenere un beneficio clinico <strong>per</strong> <strong>il</strong> paziente. Tuttavia attualmente sono disponib<strong>il</strong>i pochi<br />

dati pubblicati che forniscono un sufficiente livello di evidenza (vedi Riquadro 1: Linee Guida della<br />

Wound Healing Society <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> ferite croniche) e pochi studi di confronto tra i prodotti in<br />

indicazioni diverse, in particolare sulle ferite croniche e problematiche che sono diffic<strong>il</strong>i da cicatrizzare.<br />

FERITE DIFFICILI DA CICATRIZZARE<br />

I tipi più comuni di ferita che possono essere inserite in queste categorie sono:<br />

■■<br />

Ulcere del piede diabetico<br />

■■<br />

Ulcere venose degli arti inferiori<br />

■■<br />

Ulcere di eziologia mista<br />

■■<br />

Ulcere da pressione.<br />

Un appropriato <strong>trattamento</strong> con una matrice acellulare <strong>per</strong>mette di ottenere una guarigione più<br />

veloce o più completa <strong>delle</strong> ferite diffic<strong>il</strong>i da cicatrizzare rispetto al <strong>trattamento</strong> standard 30 . Ciò<br />

è stato ulteriormente confermato da una valutazione retrospettiva dell’ut<strong>il</strong>izzo di un prodotto<br />

acellulare a base di collagene derivato dal <strong>per</strong>icardio equino nel <strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> ferite croniche<br />

di pieno spessore e di varia eziologia. Anche se non hanno risposto ai precedenti approcci<br />

terapeutici, in tutte le ferite è stata ottenuta la completa chiusura senza complicanze 21 .<br />

La bassa <strong>per</strong>centuale di complicanze supporta la teoria che le con <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> ci sia una minore<br />

probab<strong>il</strong>ità di indurre una risposta immunitaria rispetto a prodotti a base di cellule, che contengono<br />

componenti cellulari interspecie. Sia gli xenotrapianti che gli allotrapianti <strong>acellulari</strong> sembrano modulare<br />

l’ambiente della ferita riducendo l’attività infiammatoria e stimolando la rigenerazione tissutale 21 .<br />

Tuttavia sono necessari studi clinici controllati di maggiori dimensioni <strong>per</strong> aiutare a comprendere<br />

meglio <strong>il</strong> loro meccanismo d’azione ed <strong>il</strong> loro ruolo nel <strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> ferite diffic<strong>il</strong>i da cicatrizzare.<br />

Ulcere del piede diabetico (DFU)<br />

Sono stati eseguiti numerosi studi in pazienti con <strong>ulcere</strong> diabetiche e degli arti inferiori (piede, caviglia<br />

o gamba) ut<strong>il</strong>izzando collagene suino derivato dalla sottomucosa del piccolo intestino (SIS) ed una<br />

matrice dermica di derivazione umana (Tabella 4). Una casistica prospettica più recente ha valutato<br />

l’uso del <strong>per</strong>icardio equino nelle <strong>ulcere</strong> neuropatiche del piede diabetico (DFU) 31 . Questi studi sembrano<br />

indicare che le <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> possono favorire <strong>il</strong> processo di cicatrizzazione della ferita rispetto<br />

ai trattamenti tradizionali. Non sono disponib<strong>il</strong>i tuttavia studi di ampie dimensioni ed è diffic<strong>il</strong>e fare<br />

confronti diretti fra questi risultati. Tutti gli studi hanno mostrato che questi prodotti sono sicuri ed in<br />

grado di ottenere la chiusura completa della ferita, sia nelle ferite parziali che in quelle a tutto spessore,<br />

comprese quelle con esposizione di ossa e/o di tendini (Tabella 4). Inoltre, possono essere impiegati<br />

con innesti cutanei a spessore parziale, che <strong>per</strong>mettono la chiusura completa <strong>delle</strong> ferite profonde 32 .<br />

Sono necessari studi a lungo termine <strong>per</strong> valutare la qualità del tessuto rigenerato e la <strong>per</strong>centuale di<br />

ri-ulcerazione in tutti i tipi di ferita 33 .<br />

Prima dell’applicazione, la rimozione chirurgica appropriata del tessuto non vitale di fondamentale<br />

importanza <strong>per</strong> la cicatrizzazione ottimale della ferita. Nel caso di ferite profonde, irregolari o che<br />

presentano tunnellizzazioni o sottominature ,in queste ultime può essere applicata una matrice<br />

tissutale fluida (micronizzata) mediante una siringa 34 . Ut<strong>il</strong>izzando una matrice laminare, questa<br />

deve essere tagliata nelle esatte dimensioni, in modo tale che possa sovrapporsi ai margini della<br />

ferita. Inoltre, la NPWT può essere usata in associazione ad una matrice acellulare <strong>per</strong> favorire la<br />

cicatrizzazione nella gestione <strong>delle</strong> <strong>ulcere</strong> del piede diabetico non cicatrizzanti 27 . E’anche necessario un<br />

appropriato scarico della sede interessata <strong>per</strong> ottenere la cicatrizzazione della ferita 30 .<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 9


Tabella 4 | Sintesi <strong>delle</strong> evidenze scientifiche sulle ferite del piede diabetico<br />

Prodotto usato Tipo di ferita Pubblicazione Tipo di studio Esiti clinici<br />

Allotrapianto di derivazione<br />

umana (GraftJacket®) vs.<br />

medicazione con idrogel<br />

(Curasol®)<br />

Xenotrapianto con<br />

sottomucosa di piccolo<br />

intestino di suino (Oasis®)<br />

vs. becaplermin gel<br />

(Regranex®)<br />

Allotrapianto di derivazione<br />

umana (GraftJacket®)<br />

+ terapia della ferita in<br />

ambiente umido<br />

Membrana di s<strong>il</strong>icone/matrice<br />

di collagene bovino ricostituito<br />

(INTEGRA B<strong>il</strong>ayer Matrix)<br />

e innesto cutaneo a spessore<br />

parziale (STSG) <strong>per</strong> sostituire<br />

lo strato di s<strong>il</strong>icone<br />

Allotrapianto di derivazione<br />

umana (GraftJacket®) vs.<br />

medicazione con idrogel<br />

(Curasol®)<br />

Allotrapianto di derivazione<br />

umana (GraftJacket®) +<br />

bendaggio di compressione<br />

imbevuto di olio minerale<br />

Allotrapianto di derivazione<br />

umana (micronizzato)<br />

(GraftJacket® Xpress Scaffold)<br />

Allotrapianto di derivazione<br />

umana (GraftJacket®) +<br />

bendaggio non aderente<br />

con argento vs. standard<br />

of care<br />

Membrana di s<strong>il</strong>icone/<br />

matrice in collagene<br />

bovino ricostituito<br />

(INTEGRAB<strong>il</strong>ayer Matrix)<br />

Xenotrapianto di <strong>per</strong>icardio<br />

equino (Unite®)<br />

Xenotrapianto di origine<br />

bovina (MATRIDERM®)<br />

Membrana di s<strong>il</strong>icone/<br />

matrice in collagene bovino<br />

ricostituito (INTEGRA<br />

B<strong>il</strong>ayer Matrix)<br />

Ferite diabetiche<br />

degli arti<br />

inferiori<br />

DFU (croniche, a<br />

tutto spessore))<br />

DFU<br />

(neuropatiche)<br />

DFU (con<br />

esposizione di<br />

ossa e tendini)<br />

Ferite diabetiche<br />

degli arti<br />

inferiori<br />

Ferite diabetiche<br />

degli arti<br />

inferiori<br />

(comprese le<br />

ferite penetranti<br />

alle ossa o alle<br />

articolazioni)<br />

DFU con fistola<br />

DFU<br />

DFU infette con<br />

esposizione di<br />

ossa e tendini<br />

DFU<br />

(neuropatica)<br />

DFU<br />

DFU<br />

(salvataggio<br />

dell’arto<br />

inferiore)<br />

Brigido SA et<br />

al Orthopedics<br />

2004; 27 (1<br />

Suppl): s145-49<br />

Niezgoda et al.<br />

Adv Skin Wound<br />

Care 2005; 18(5):<br />

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Martin BR et<br />

al. Int Wound<br />

J 2005; 2(2):<br />

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S<strong>il</strong>verstein G. J<br />

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2006; 45(1):28-<br />

33<br />

Brigido SA. Int<br />

Wound J 2006;<br />

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Winters CL et al.<br />

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Care 2008: 21(8):<br />

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Foot Ankle Spec<br />

2009; 2(2):67-72<br />

Reyzelman et<br />

al. Int Wound<br />

J 2009; 6(3):<br />

196-208<br />

Clerici et al. Int<br />

J Lower Extrem<br />

<strong>Wounds</strong> 2009;<br />

8(4)209-12<br />

Fleisch<strong>il</strong>l et al.<br />

J Am Pod Med<br />

2009; 99(4):<br />

301-05<br />

Cervelli et al. Int<br />

Wound J 2010;<br />

7(4):291-96<br />

Iorio M et al. Plast<br />

Reconstr Surg<br />

2010; 8 [Epub<br />

ahead of print]<br />

Prospettico,<br />

randomizzato<br />

in singolo<br />

cieco, p<strong>il</strong>ota<br />

(n = 40)<br />

Prospettico,<br />

randomizzato,<br />

controllato,<br />

multicentrico<br />

(n = 73)<br />

Casistica<br />

prospettica<br />

(n = 17)<br />

Revisione<br />

retrospettiva di<br />

casistica<br />

(n = 5)<br />

Prospettico,<br />

randomizzato,<br />

controllato,<br />

(n = 28)<br />

Retrospettivo<br />

multicentrico<br />

(n = 75)<br />

Casi<br />

retrospettivi<br />

(n = 12)<br />

Prospettico,<br />

randomizzato,<br />

controllato,<br />

multicentrico<br />

(n = 86)<br />

Case report<br />

Studio p<strong>il</strong>ota<br />

prospettico<br />

Case report<br />

prospettico<br />

Rassegna<br />

retrospettiva<br />

(n = 105<br />

pazienti con<br />

121 ferite)<br />

In tutti i pazienti è stata eseguito un debridement chirurgico della ferita. A 20<br />

pazienti è stata applicato l’allotrapianto. Dopo 4 settimane è stata osservata<br />

una riduzione statisticamente significativa <strong>delle</strong> dimensioni dell’ulcera<br />

nel gruppo trattato con l’allotrapianto rispetto a quello trattato con <strong>il</strong> solo<br />

debridement (controlli); la chiusura della ferita è stata ottenuta nel 73%<br />

dei casi vs. <strong>il</strong> 34%. Dopo 12 settimane, la ferita era cicatrizzata nell’85% dei<br />

pazienti del gruppo con l’allotrapianto rispetto al solo 5% dei controlli.<br />

Dopo 12 settimane, <strong>il</strong> 49% (18/37) dei pazienti sottoposti a xenotrapianto SIS<br />

ha raggiunto la cicatrizzazione vs. <strong>il</strong> 28% (10/36) di quelli trattati giornalmente<br />

con <strong>il</strong> gel (p = 0.055). Le analisi di sottogruppo hanno mostrato che nei<br />

pazienti con ferite sulla su<strong>per</strong>ficie plantare, la cicatrizzazione è stata raggiunta<br />

dal 53% di quelli con xenotrapianto SIS rispetto al 14% di quelli trattati con<br />

<strong>il</strong> gel. Non è stata osservata alcuna differenza in termini di tempo medio di<br />

cicatrizzazione tra i due gruppi (p = 0.245).<br />

L’82,4% (14) <strong>delle</strong> ferite, che misuravano in media 8,9 ± 3,2 cm 2 , sono<br />

guarite nel <strong>per</strong>iodo di valutazione di 20 settimane.<br />

Tutti i 5 pazienti diabetici avevano una notevole <strong>per</strong>dita di tessuto molle.<br />

Dopo <strong>il</strong> debridement chirurgico è stata applicata una versione non fenestrata.<br />

La sostituzione della medicazione è stata eseguita ogni settimana fino al<br />

momento appropriato <strong>per</strong> l’esecuzione della STSG (di solito 4 – 6 settimane).<br />

Nonostante due fallimenti di trapianto, tutte le ferite sono cicatrizzate<br />

completamente ed i pazienti hanno mantenuto la deambulazione.<br />

In tutti i pazienti è stato eseguito un debridement chirurgico della ferita.<br />

Dopo 16 settimane: 12/14 del gruppo con allotrapianto hanno mostrato<br />

la cicatrizzazione vs. 4/14 del gruppo di controllo. L’area, la profondità<br />

ed <strong>il</strong> volume dell’ulcera ed <strong>il</strong> numero di <strong>ulcere</strong> cicatrizzate ha raggiunto<br />

la significatività statistica a favore del braccio trattato con l’allotrapianto<br />

(p ≤ 0.001).<br />

100 ferite in totale, di cui 91 (91%) cicatrizzate in 67 pazienti.<br />

Pazienti trattati con modalità multiple <strong>per</strong> ottenere la chiusura della<br />

ferita. Non sono state osservate differenze significative <strong>per</strong> quanto<br />

riguarda l’incorporamento della matrice, <strong>il</strong> 100% di granulazione e la<br />

cicatrizzazione completa. Il tempo medio alla cicatrizzazione completa<br />

era 13,8 settimane.<br />

Dopo 12 settimane, in 10 pazienti su 12 è stata osservata la cicatrizzazione<br />

completa. Il tempo medio alla cicatrizzazione era di 8,5 settimane.<br />

Studio di 12 settimane in cui i pazienti sono stati randomizzati in due gruppi:<br />

allotrapianto (n = 47) e controllo (n = 39). La cicatrizzazione completa<br />

è stata raggiunta nel 69,6% dei casi (p = 0.0289) ed <strong>il</strong> tempo medio alla<br />

cicatrizzazione era di 5,7 settimane nel gruppo trattato con l’allotrapianto, vs.<br />

rispettivamente <strong>il</strong> 46,2% dei casi e 6,8 settimane nel gruppo di controllo.<br />

Paziente di sesso femmin<strong>il</strong>e di 62 anni con infezione acuta di ferita<br />

profonda del piede. Dopo debridement chirurgico, NPWT e amputazione<br />

del metatarso distale, è stata applicata una matrice di collagene a doppio<br />

strato. Dopo 8 settimane è stata osservata la cicatrizzazione completa. Il<br />

follow-up a 3 mesi non ha evidenziato complicanze del moncone, con la<br />

conservazione della lunghezza massima del piede.<br />

23 pazienti consecutivi con 34 ferite del piede. Debridement chirurgico prima<br />

dell’applicazione dello xenotrapianto. Al momento della rimozione dello<br />

xenotrapianto (media di 2,9 settimane), 30 ferite (94%) erano migliorate. 15<br />

ferite (47%) hanno raggiunto la cicatrizzazione dopo 12 settimane.<br />

Paziente di sesso masch<strong>il</strong>e di 65 anni con DFU. Dopo terapia antibiotica<br />

e debridement chirurgico, è stato applicato lo xenotrapianto. E’ stata<br />

osservata l’immediata scomparsa del dolore; è stata ottenuta la<br />

cicatrizzazione completa della ferita con un eccellente risultato estetico.<br />

E’ stato dimostrato che la matrice di collagene a doppio strato è<br />

un’opzione fattib<strong>il</strong>e quando è ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> la ricostruzione e la chiusura<br />

stab<strong>il</strong>e della ferita in pazienti con basso rischio di amputazione. Nei<br />

pazienti ad alto rischio di amputazione, la <strong>per</strong>centuale di salvataggio può<br />

non essere migliorata dall’uso della matrice di collagene a doppio strato.<br />

10 | CONSENSO INTERNAZIONALE


Ulcere venose della gamba<br />

È stata eseguita una rassegna sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) condotti su diversi<br />

tipi di medicazioni <strong>per</strong> <strong>ulcere</strong> venose croniche 35 <strong>per</strong> stab<strong>il</strong>ire se l’impiego di medicazioni avanzate più<br />

moderne possa migliorare ancora la cicatrizzazione <strong>delle</strong> <strong>ulcere</strong> venose rispetto a medicazioni semplici.<br />

I risultati hanno evidenziato che cinque dei 20 RCT esaminati hanno mostrato di avere r<strong>il</strong>evanza <strong>per</strong> la<br />

cicatrizzazione dell’ulcera, fra cui lo studio di Mostow et al. 36 che ha ut<strong>il</strong>izzato una matrice di collagene<br />

suina derivata dalla sottomucosa del piccolo intestino (SIS) (Tabella 5).<br />

Ulcere miste arteriose/venose e vasculitiche<br />

Le <strong>ulcere</strong> correlate a eziologie sottostanti diverse possono rappresentare una situazione diffic<strong>il</strong>e <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

medico e sono costose da trattare. Queste ferite hanno spesso una lenta cicatrizzazione e sono associate<br />

a dolore di grave intensità, ad infiammazione e a necrosi tessutale 10 . L’impiego di una matrice acellulare si<br />

è dimostrato efficace nel gruppo di pazienti con <strong>ulcere</strong> degli arti inferiori e può aiutare a ridurre l’intensità<br />

del dolore e ad aumentare la qualità di vita 10,37 (Tabella 6).<br />

Ulcere da pressione<br />

Al momento attuale le evidenze scientifiche sull’ut<strong>il</strong>izzo <strong>delle</strong> <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong> nei pazienti con <strong>ulcere</strong> da<br />

pressione sono limitate. Tipicamente, le <strong>ulcere</strong> da pressione che non cicatrizzano possono presentarsi<br />

come ferite parziali o a tutto spessore con o senza esposizione ossea o dei tendini. Nelle ferite con<br />

aree sottominate, una matrice acellulare iniettab<strong>il</strong>e micronizzata può rappresentare un’alternativa al<br />

<strong>trattamento</strong> chirurgico <strong>delle</strong> <strong>ulcere</strong> da pressione 38 .<br />

Tabella 5 | Sintesi <strong>delle</strong> evidenze scientifiche sulle <strong>ulcere</strong> venose della gamba (VLU)<br />

Prodotto usato Tipo di ferita Pubblicazione Tipo di studio Esiti clinici<br />

Xenotrapianto di sottomucosa suina<br />

del piccolo intestino (SIS) (Oasis®) +<br />

terapia compressiva vs. sola terapia<br />

compressiva (standard of care)<br />

Xenotrapianto di sottomucosa suina<br />

del piccolo intestino (SIS) (Oasis®) +<br />

terapia compressiva vs. sola terapia<br />

compressiva<br />

VLU<br />

VLU (durata > 1<br />

mese)<br />

Demling et al.<br />

<strong>Wounds</strong> 2004;<br />

16(1): 18-22<br />

Mostow et al. J<br />

Vasc Surg 2005;<br />

41(5): 837-43<br />

Analisi<br />

intermedia.<br />

Prospettico,<br />

randomizzato,<br />

controllato,<br />

multicentrico<br />

(n = 84)<br />

Prospettico,<br />

randomizzato,<br />

controllato,<br />

multicentrico<br />

(n = 120 con<br />

almeno 1 VLU)<br />

Tabella 6 | Sintesi <strong>delle</strong> evidenze scientifiche sulle <strong>ulcere</strong> miste arteriose/venose e di atre eziologie<br />

Prodotto usato Tipo di ferita Pubblicazione Tipo di studio Esiti clinici<br />

Xenotrapianto di sottomucosa suina<br />

del piccolo intestino (SIS) (Oasis®) vs.<br />

biomateriale a base di acido ialuronico<br />

(HA) (Hyaloskin)<br />

Xenotrapianto di <strong>per</strong>icardio equino<br />

(Unite®) vs. matrice acellulare dermica<br />

di tipo umano (GraftJacket®)<br />

Xenotrapianto di <strong>per</strong>icardio equino<br />

(Unite®) più matrice iniettab<strong>il</strong>e<br />

di collagene glicosaminoglicano<br />

(INTEGRA Flowable Matrix) <strong>per</strong><br />

le aree più grandi e un prodotto di<br />

collagene glicosaminoglicano senza<br />

s<strong>il</strong>icone (INTEGRA Wound Dressing)<br />

<strong>per</strong> le aree con esposizione tendinea<br />

Ulcere miste<br />

arteriose/venose<br />

Ulcera vasculitica<br />

Ulcere degli arti<br />

inferiori associate<br />

a sclerodermia<br />

e malattia di<br />

Raynaud<br />

Romanelli et<br />

al. Int Wound J<br />

2007; 4(1): 3-7<br />

Mulder G, Lee<br />

D. Int J Lower<br />

Extremity <strong>Wounds</strong><br />

2009; 8(3):<br />

157-61<br />

Mulder G, Lee D.<br />

<strong>Wounds</strong> 2009;<br />

21(11):297-301<br />

Randomizzato,<br />

prospettico,<br />

monocentrico<br />

(n = 54)<br />

Case report<br />

Case report<br />

Dopo 12 settimane, <strong>il</strong> 71% <strong>delle</strong> <strong>ulcere</strong> è cicatrizzato con xenotrapianto<br />

SIS (applicato settimanalmente) rispetto al 46% ottenuto nel gruppo<br />

trattato con la sola terapia compressiva (p = 0.018).<br />

Dopo 12 settimane, <strong>il</strong> 55% <strong>delle</strong> ferite trattate con xenotrapianto SIS era<br />

cicatrizzato rispetto al 34% di quelle trattate con lo standard of care (p<br />

= 0.0196). Non sono state osservate recidive nel follow-up di 6 mesi nel<br />

gruppo trattato con la SIS.<br />

50 pazienti hanno completato lo studio. Dopo 16 settimane, la chiusura<br />

completa della ferita è stata osservata in 21 pazienti (82,6%) trattati con<br />

xenotrapianto SIS rispetto al gruppo trattato con HA. I pazienti trattati<br />

con xenotrapianto SIS hanno riferito un beneficio significativamente<br />

su<strong>per</strong>iore (p < 0.01), meno dolore (p < 0.05) e sostituzioni meno<br />

frequenti <strong>delle</strong> medicazioni (p < 0.05) rispetto al gruppo trattato con HA.<br />

Paziente di sesso masch<strong>il</strong>e di 56 anni con <strong>ulcere</strong> b<strong>il</strong>aterali del piede<br />

associate a grave crioglobulinemia e vasculite. Debridement chirurgico<br />

e applicazione di xenotrapianto su tutte le ferite laterali e mediali destre;<br />

la metà della lesione mediale sinistra è stata co<strong>per</strong>ta con allotrapianto.<br />

Riduzione del dolore dopo 1 settimana. Dopo 4 settimane, tutti i siti con<br />

xenotrapianti sono migliorati. Tutte le ferite trattate con xenotrapianto<br />

sono cicatrizzate entro la settimana 7. Ulteriori 3 mesi <strong>per</strong> cicatrizzare la<br />

ferita mediale.<br />

Paziente di sesso masch<strong>il</strong>e di 39 anni con <strong>ulcere</strong> b<strong>il</strong>aterali a tutto<br />

spessore associate a sclerodermia. Debridement chirurgico e<br />

applicazione dello xenotrapianto (con terapia di associazione ove<br />

possib<strong>il</strong>e). Le medicazioni sono state mantenute intatte <strong>per</strong> 1 settimana. I<br />

pazienti hanno riferito un’intensità del dolore significativamente inferiore.<br />

Dopo 12 giorni, tutte le ferite erano in progressione verso la chiusura.<br />

Otto settimane dopo la chirurgia, tutte le ferite, tranne quelle più ampie,<br />

erano completamente chiuse senza complicanze.<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 11


RICERCHE FUTURE<br />

Esiste la necessità di un confronto dell’efficacia clinica e dei costi <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere l’ut<strong>il</strong>izzo<br />

appropriato dei prodotti e mettere in discussione gli attuali trattamenti gold standard.<br />

Le ferite che non cicatrizzano possono avere un impatto negativo sulla qualità di vita del<br />

paziente ed importanti aggravi di costi <strong>per</strong> <strong>il</strong> Sistema Sanitario. Quando le ferite hanno una<br />

minor probab<strong>il</strong>ità di cicatrizzare con la terapia standard of care di routine, ci può essere un<br />

ruolo <strong>per</strong> le terapie avanzate <strong>delle</strong> ferite come le <strong>matrici</strong> <strong>acellulari</strong>. I potenziali benefici clinici e<br />

le basse <strong>per</strong>centuali di complicanze di questi prodotti, abbinati ai vantaggi in termini di costo di<br />

applicazioni singole o infrequenti, alla minima preparazione/conservazione e alla lunga durata<br />

di conservazione, rendono questi prodotti una valida opzione di <strong>trattamento</strong> <strong>per</strong> i pazienti con<br />

<strong>ulcere</strong> croniche.<br />

Ottenere <strong>il</strong> livello appropriato di evidenza<br />

Ulteriori dati ottenib<strong>il</strong>i da:<br />

●●studi prospettici, multicentrici, randomizzati controllati<br />

●●studi comparativi tra 2 o più prodotti<br />

●●studi di follow up a lungo termine<br />

●●studi di farmacoeconomia<br />

●●studi di efficacia (pratica clinica reale).<br />

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12 | CONSENSO INTERNAZIONALE


APPENDICE | Prodotti a base di matrice acellulare disponib<strong>il</strong>i in USA e/o in Europa<br />

Azienda/produttore Prodotto Origine Indicato <strong>per</strong> Durata/<br />

Conservazione<br />

Crosslinking<br />

Processo di<br />

ster<strong>il</strong>izzazione<br />

Ferite acute Ferite croniche<br />

Xenotrapianto di collagene<br />

Acell Inc/Medline MatriStem Wound Care Matrice da vescica urinaria + + 2 anni<br />

No<br />

Irradiazione a fascio di<br />

Matrix<br />

suina<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

elettroni<br />

AM Scientifics/Brennen<br />

Medical<br />

EZ-DERM Derma suino + + Tem<strong>per</strong>atura ambiente Aldeide Ster<strong>il</strong>e (metodica non<br />

documentata)<br />

Cook Medical<br />

Biodesign® (Surgisis®) Sottomucosa suina del + – 18 mesi<br />

No<br />

Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

Hernia Graft<br />

piccolo intestino (SIS)<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Covidien Permacol Derma suino + – Tem<strong>per</strong>atura ambiente HDMI Raggi gamma<br />

Davol Inc/Bard CollaMend* Implant Derma suino + – Tem<strong>per</strong>atura ambiente EDC Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

Davol Inc/Bard<br />

XenMatrix Surgical<br />

Graft<br />

Derma suino + – Tem<strong>per</strong>atura ambiente No Irradiazione a fascio<br />

di elettroni<br />

Dr. Suwelack Skin & Health MATRIDERM® Derma bovino + + 5 anni<br />

No<br />

Raggi gamma<br />

Care AG/Eurosurgical<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Dr. Suwelack Skin &<br />

Health Care AG/Medline<br />

Euroresearch<br />

Healthpoint Ltd/<br />

Cook Biotech, Inc<br />

Integra LifeSciences<br />

LifeCell<br />

Mesynthes<br />

Synovis Orthopedic and<br />

Woundcare, Inc.<br />

Synovis Orthopedic and<br />

Woundcare, Inc.<br />

TEI Biosciences<br />

TEI Biosciences<br />

Allografts<br />

ADI Medical/HANS<br />

Biomed<br />

Puracol® Plus<br />

Microscaffold Collagen<br />

(Puracol® Plus Ag)<br />

BIOPAD® Collagen<br />

Wound Dressing<br />

Note: disponib<strong>il</strong>e anche<br />

biospray <strong>per</strong> ustioni minori e<br />

ferite su<strong>per</strong>ficiali<br />

Collagene bovino<br />

(più Ag antimicrobico)<br />

+ + 3 anni<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Tendine flessore equino + + Conservare in luogo<br />

secco e lontano da<br />

fonti di calore<br />

No<br />

No<br />

Fornito ster<strong>il</strong>e<br />

(metodica non<br />

documentata)<br />

Raggi gamma<br />

OASIS® Wound Matrix Sottomucosa suina del<br />

piccolo intestino (SIS)<br />

+ + 2 anni<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

No<br />

Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

INTEGRA Matrix Collagene e<br />

+ + 2 anni<br />

Glutaraldeide Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

Wound Dressing glicosaminoglicano da<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

tendine di bovino<br />

Strattice Reconstructive Derma suino + – Tem<strong>per</strong>atura ambiente No Irradiazione a fascio di<br />

Tissue Matrix<br />

elettroni<br />

Endoform Dermal Strati della lamina + + Tem<strong>per</strong>atura ambiente No Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

Template<br />

propria-sottomucosa di<br />

prestomaco di ovino<br />

Unite® Biomatrix Collagen Pericardio equino + + 3 anni<br />

EDC<br />

EDC<br />

Wound Dressing<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Veritas® Collagen Matrix Pericardio bovino + – Tem<strong>per</strong>atura ambiente No<br />

Idrossido di sodio<br />

controllata<br />

PriMatrix Dermal Repair Derma fetale bovino + + 3 anni<br />

No<br />

Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

Scaffold<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

SurgiMend®/SurgiMend®<br />

Inguinal Hernia Repair<br />

Matrix<br />

SureDerm Acellular<br />

Dermal Graft<br />

Derma fetale bovino + – 3 anni<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Derma umano + – 2 anni<br />

Refrigerazione<br />

necessaria<br />

Davol Inc/Bard AlloMax Surgical Graft Derma umano + – Non richiesta la<br />

refrigerazione<br />

LifeCell<br />

AlloDerm® Regenerative<br />

Tissue Matrix<br />

Disponib<strong>il</strong>e anche in versione<br />

micronizzata (Cymetra®)<br />

Derma umano + – 2 anni<br />

Liof<strong>il</strong>izzazo, refrigerare<br />

dopo <strong>il</strong> ricevimento<br />

Mentor NeoForm Derma umano + – 5 anni<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Musculoskeletal<br />

Transplant Foundation/<br />

Ethicon<br />

Musculoskeletal<br />

Transplant Foundation/<br />

Synthes CMF<br />

Wright Medical<br />

Technology, Inc<br />

FlexHD® Acellular<br />

Hydrated Dermis<br />

Sostituti dermici sintetici <strong>acellulari</strong><br />

Integra LifeSciences<br />

Integra LifeSciences<br />

DermaMatrix Acellular<br />

Dermis<br />

Derma umano + – Pronto <strong>per</strong> l’uso<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

Derma umano + – 3 anni<br />

Liof<strong>il</strong>izzato<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

GraftJacket® Regenerative<br />

Tissue Matrix Ulcer Repair<br />

Disponib<strong>il</strong>e anche in versione<br />

micronizzata (GraftJacket®<br />

Xpress® Flowable Soft-Tissue<br />

Scaffold)<br />

Derma umano + + 2 anni<br />

Liof<strong>il</strong>izzato, refrigerare<br />

dopo <strong>il</strong> ricevimento<br />

INTEGRA B<strong>il</strong>ayer Matrix<br />

Wound Dressing<br />

INTEGRA Dermal<br />

Regeneration Template<br />

Doppio strato: collagene<br />

e glicosaminoglicano di<br />

tendine bovino con una<br />

membrana di polis<strong>il</strong>oxano<br />

(s<strong>il</strong>icone)<br />

Doppio strato: collagene<br />

e glicosaminoglicano di<br />

tendine bovino con una<br />

membrana di polis<strong>il</strong>oxano<br />

+ + 2 anni<br />

Tem<strong>per</strong>atura ambiente<br />

+ – 2 anni<br />

Conservare sdraiato e<br />

refrigerato<br />

No<br />

No<br />

No<br />

No<br />

No<br />

No<br />

No<br />

No<br />

Glutaraldeide<br />

acquosa<br />

Glutaraldeide<br />

Tutte le informazioni sono state controllate sul sito web del produttore. Consultare le informazioni <strong>per</strong> l’uso del singolo prodotto. *La durata di conservazione è citata quando nota<br />

Ossido di et<strong>il</strong>ene<br />

Fornito ster<strong>il</strong>e<br />

Processo Tutoplast® e<br />

raggi gamma a bassa<br />

dose<br />

Prodotto in modo<br />

asettico<br />

Processo Tutoplast® e<br />

raggi gamma a bassa<br />

dose<br />

Prodotto in asepsi<br />

(in conformità allo<br />

Standard 71 della<br />

farmacopea USA<strong>per</strong><br />

la ster<strong>il</strong>ità)<br />

Prodotto in asepsi<br />

(in conformità allo<br />

Standard 71 della<br />

farmacopea USA<strong>per</strong> la<br />

ster<strong>il</strong>ità)<br />

Prodotto in asepsi<br />

Irradiazione<br />

Raggi Gamma<br />

MATRICI ACELLULARI PER IL TRATTAMENTO DELLE FERITE | 13


Biotecnologia.<br />

Flessib<strong>il</strong>e.<br />

Modulare.<br />

Nasce Teva Biotech, la nuova divisione specialistica di TEVA dedicata allo sv<strong>il</strong>uppo<br />

ed all’offerta di soluzioni biotecnologiche avanzate, flessib<strong>il</strong>i e modulari <strong>per</strong> i<br />

professionisti del Wound Care.<br />

TEVA Italia s.r.l. - Distributore esclusivo <strong>per</strong> l’Italia<br />

dei marchi Graftygen e Unite® Biomatrix.

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