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Sul Medico Basile - alphonse doria

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1<br />

Parodia di una Nazione senza Popolo<br />

Recensione del saggio di Mario De Carolis<br />

“GARIBALDI FERITO”<br />

Alphonse Doria – Siculiana, 22 Febbraio 2012<br />

Premetto, quando ero Presidente pro-tempore<br />

della Pro Loco di<br />

Siculiana mi ero promesso fermamente di attivarmi per un convegno<br />

sull’Illustre Siculianese, il nostro medico <strong>Basile</strong>,<br />

tanto da avere preso contatti con i loro discendenti<br />

e anche sul sito web, i tempi e i fatti non me lo<br />

hanno permesso. Comunque ringrazio gli<br />

organizzatori per avermi offerto questa occasione<br />

di partecipazione. Il nostro <strong>Basile</strong> è stato<br />

incaricato dal Comitato Rivoluzionario Siciliano<br />

di “andare a complimentare il Generale<br />

Garibaldi per il generoso soccorso<br />

apportato alla rivoluzione siciliana, sbarcato<br />

già a Marsala, come sappiamo, l’11 Maggio del 1860. Già a Siculiana vi si<br />

preparava all’evento dello sbarco, tanto che il 3 Maggio dello stesso anno<br />

non si festeggiò il SS. Crocifisso e tanto meno l’anno successivo.<br />

L’Arciprete Vincenzo Siracusa, grande rivoluzionario patriota siciliano, e<br />

il comitato del SS. Crocifisso con i soldi raccolti e risparmiati,<br />

realizzarono il reliquario nell’abside dove è posto tutt’oggi il magnifico<br />

simulacro. Nei primi di Luglio Bixio passò da Siculiana dove reclutò<br />

alcuni paesani 1 , diretto per attaccare il 10 dello stesso mese Girgenti.<br />

Dopo la conquista garibaldina della capitale Palermo, l’esercito si divise in tre<br />

colonne per ricongiungersi infine a Messina, tramite degli itinerari stabiliti a seguito<br />

di uno studio delle postazioni borboniche, e così attraversare lo Stretto e lasciare la<br />

Sicilia. Giuseppe Garibaldi guidò la colonna che ha percorso la parte settentrionale. Il<br />

1 Ricordati nella lirica del Poeta Stefano Bissi Ai Garibaldini Siculianesi<br />

Voi correste/ quando la tromba/muta/nella sicula terra/chiamava/gli audaci picciotti./E lo squillo/dal “Semicerchio” del<br />

Capo/arrivò nelle piazze/del nostro Casale./Ora/vivete da ignoti/la gloria d’Italia,/o Figli di Siculiana!/Ma voi,/La<br />

Gambina, Tuzzolino,/Zaccaria, Annibale, Santalucia, Musso, Sciortino, Giuseppe <strong>Basile</strong>,/prode chirurgo dei<br />

“Mille”,/dove siete?/Quale pietra conserva/i vostri nomi?/Invano/Vi si cerca/Fra le infinite croci/del nuovo cimitero./La<br />

nebbia vi avvolge/se i giovani/non scavano nel tempo/Il vostro ricordo. (Fonte http://www.giuseppebasile.info/wp/)


2<br />

Generale Stefano Turr 2 quella verso Catania e Nino Bixio la colonna diretta a<br />

Siracusa attraversando la parte meridionale. La colonna “Bixio” aveva come<br />

Luogotenente e Aiutante di campo Menotti Garibaldi. Venne divisa in due brigate<br />

una guidata direttamente dal Bixio, l’altra invece dal capitano Agnetta 3 , imposto al<br />

Bixio per ordine di Garibaldi 4 . Mentre la brigata comandata dall’Agnetta proseguì per<br />

Prizzi, Bivio di Falanga, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della<br />

Rocca, Cianciana, Raffadali, tramite la trazzera Borsellino sfiorò Girgenti e si diresse<br />

per la Marina 5 . La brigata di Bixio da Corleone si diresse verso Campofiorito,<br />

Bisacquino, Chiusa Sclafani, Sambuca di Sicilia, Portella Misilbesi, Sciacca, Ribera,<br />

Montallegro, Siculiana, Realmonte, la Marina 6 , dove le due brigate si rincontrarono<br />

per attaccare Girgenti. 7<br />

Il Poeta Bissi nella sua lirica storica dedicata ai Garibaldini<br />

Siculianesi si chiede:<br />

“Ma voi<br />

(…)<br />

dove siete?<br />

Quale pietra conserva<br />

i vostri nomi?<br />

Invano<br />

Vi si cerca<br />

Fra le infinite croci<br />

del nuovo cimitero.”<br />

De Carolis scrive a pagina 49 8 :<br />

2 István Türr nato a Baja il 10 agosto 1825 muore a Budapest il 3 maggio 1908, militare e politico ungherese. Partecipò<br />

alla campagna dei Cacciatori delle Alpi e nella Spedizione dei Mille.<br />

3 Carmelo Agnetta nato il 22 agosto 1823 a Caserta dove il genitore Giuseppe, Siciliano, ufficiale di carriera, si trovava<br />

di guarnigione. La madre pure di origini siciliane si chiamava Marianna Petronilla Gerardi. Stdiò a Palermo e partecipò<br />

attivamente in tutti i moti indipendentisti Siciliani, politicamente e militarmente. Iniziò la carriera di funzionario<br />

politico nell’agosto 1862 come Consigliere di 3ª classe presso la prefettura di Palermo. Fu un prefetto rigido e anche<br />

spesso violento, ma ha avuto una visione abbastanza lucida sulla questione dell’ordine pubblico in Sicilia. Morì a Massa<br />

il 4 aprile 1889 assistito dalla moglie, la francese Emilia Sauvet vedova Thouvenel nella casa in frazione Castagnetola,<br />

a causa di un ennesimo attacco di asma bronchiale.<br />

4 Bixio e Agnetta avevano avuto un diverbio per motivi di precedenza nel porgere gli onori militari ai funerali a<br />

Palermo di Tukary. Tanto che arrivarono a sfidarsi in duello e che sospesero per le azioni militari in corso, si<br />

scontrarono dopo due anni e Bixio ebbe la peggio con una storpiatura nella mano destra invalidandolo per tutta la vita<br />

5 Porto Empedocle<br />

6 Porto Empedocle<br />

7 Tratto da: L’ULTIMO UZEDA<br />

8 <strong>Basile</strong> non vedrà Garibaldi sul letto di morte perché lui verrà a mancare quindici anni prima, nel 1867, alla giovane<br />

età di 37 anni. Andrà incontro all'epilogo della sua brevissima vita a Siculiana lasciando Caprera, dove si trovava<br />

presso il Generale per una visita. Intendeva soccorrere quelli del suo paese colpiti da una epidemia colerica ed in<br />

particolare i due fratelli, il primo e l'ultimo della famiglia. Quella epidemia lo porterà via quindici giorni prima del<br />

fratello maggiore. L'altro si salverà.


3<br />

“Il suo corpo fu messo su un carro assieme ad altri e portato nella fossa comune del<br />

vecchio cimitero ora scomparso.”<br />

Posso solo aggiungere che il 18 del mese di Maggio del 1968 9 è stata<br />

deliberata la realizzazione di un macello comunale e quindi la costruzione<br />

di un edificio a tale scopo, il terreno scelto è stato, per l’appunto, senza<br />

aggiungere altro, dove sorgeva il cimitero vecchio. Chiamiamolo pure<br />

“campo santo 10 ”!<br />

Qualcuno ricorda l’orribile spettacolo quando le ruspe iniziarono il<br />

movimento terra; bare che si fracassavano, scheletri che si sbriciolavano,<br />

teschi che rotolavano, tutto caricato con le pale meccaniche sui camion e<br />

via! Per dove non vi so dire. Ho riflettuto su questo episodio pensando che<br />

c’è ben poco, tralasciando la nostra fede, ma almeno della nostra cultura<br />

cristiana. Nemmeno da Siciliani vi è spiegazione di tale fatto, vista la<br />

nostra atavica cultura di conservare i corpi dei nostri defunti. Io non vedo<br />

la sola colpa di chi ha effettivamente operato in tal senso, sia nella<br />

deliberazione che nell’effettiva realizzazione, ma anche delle altre forze o<br />

forme politiche che hanno taciuto acconsentendo tale scempio 11 , forse<br />

perché ognuno è intendo a coltivare il proprio orticello soddisfatto del suo<br />

meschino orizzonte.<br />

A questo punto ci possiamo consolare almeno che la comunità<br />

siculianese abbia avuto il suo macello dando così quella possibilità di<br />

risvegliare la microeconomia del piccolo allevatore, oppure come<br />

tradizione vuole, della famiglia che alleva il proprio maiale o agnello. I<br />

fatti sono stati al quanto amari! Il macello è stato costruito non utilizzato<br />

per diversi decenni solo nel 1993 12 iniziò a funzionare per pochi mesi e poi<br />

è stato richiuso definitivamente. Ci fu una presa di posizione dei macellai<br />

locali richiedendo la riapertura di tale struttura, ma il Sindaco del 1994 13<br />

rispose che al Comune non conveniva economicamente. Così il sociale<br />

lascia il posto al profitto. Oggi è un idea politica che detta legge,<br />

9 Dalla fine del 1965 al 1968 copriva la carica di Sindaco Gerlando, (Dino) TUTTOLOMONDO<br />

10 Il 12 Giugno 1804 l’ Editto di Saint Cloud stabilisce che i cimiteri devono essere esterni al centro abitato.<br />

11 Dal Gennaio 1975 ad Aprile dello stesso anno, rivesti la carica di Sindaco Calogero BRUNO; da Maggio 1975 al<br />

1976 Francesco Paolo IACONO; dall’Ottobre 1976 al 1978 Domenico MIRA.<br />

12 Dal 1991 al 1993 eletto Sindaco Paolo Maria IACONO, impiegato Banco di Sicilia; -dal Settembre 1993 ai primi<br />

mesi del 1994, caduta l’Amministrazione IACONO, s’insediò il Commissario Prefettizio Francesco BERTOROTTA.<br />

13 Da Marzo 1994 ad Ottobre 1997 ritornò eletto alla carica di Sindaco Gerlando (Dino) TUTTOLOMONDO


4<br />

confondendo l’etica del pubblico con quella del privato. Nel 1997 ho<br />

voluto costatare di persona cosa è rimasto del vecchio cimitero. Lo<br />

spettacolo era ancora orripilante e surreale: le ossa umane e le bare<br />

fracassate c’erano ancora, gioia di qualche cane, così ho chiesto al mio<br />

amico Angelo Cumbo di scattare qualche fotografia, eccole di seguito.


6<br />

Nella prima fotografia si nota parte di una bara fracassata e un<br />

femore che spunta per metà dal terriccio, nella seconda una piccola parte<br />

di ossa trovate sparse qua e là, con precisione: un femore, un omero e delle<br />

costole, mentre nella terza si vede un radio e poco distante un perone, la


7<br />

quinta foto serve per localizzare il campo di rilevamento, come si può<br />

accertare nello sfondo il lato delle prigioni del castello Chiaramonte che<br />

guarda verso ovest, infine il paesaggio dell’“ei fu” macello comunale.<br />

Vorrei pregare agli spettabili amministratori comunali di oggi ed<br />

avvenire, a non ripetere gli errori del passato e di considerare nelle loro<br />

decisioni il contesto storico culturale prima delle trasformazioni che<br />

potranno risultare delle menomazioni significative. Dico ciò perché ho<br />

sentito dire che si vuole spostare il Monumento dei Caduti, per concedere<br />

qualche parcheggio in più alle auto. Se ciò risultasse a verità pregherei<br />

vivamente di retrocedere a tale funesta decisione in quanto si<br />

menomerebbe la piazza di un elemento che già l’ha resa location del<br />

grande film Cadaveri eccellenti 14 . Visto che l’Amministrazione Comunale<br />

crede nello sviluppo turistico di Siculiana, si deve impegnare a valorizzare<br />

e non a demolire. Ad esempio adoperarsi di inserire Siculiana<br />

nell’elenco 15 : I LUOGHI DELL’IDENTITA’ MERIDIONALE DELLA<br />

SICILIA NEL RACCONTO CINEMATOGRAFICO. In quanto location<br />

di Sedotta e abbandonata 16 , Cadaveri Eccellenti, Porte aperte 17 , nonché di<br />

Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di<br />

una vedova 18 .<br />

Sono sicuro che l’Amministrazione di Siculiana, che ha già dato<br />

prova di saper operare nel campo culturale, sarà attiva a valorizzare, e non<br />

a cancellare, i segni della memoria collettiva.<br />

14 Cadaveri eccellenti è un film del 1976 diretto da Francesco Rosi, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia Il<br />

contesto del 1971. Il film è stato presentato fuori concorso al 29º Festival di Cannes.<br />

15 Decreto Assessoriale15 della Regione Siciliana n°8410 del 03 Dicembre 2009 dove viene istituita la Carta regionale<br />

dei luoghi dell’identità e della memoria<br />

16 Sedotta e abbandonata del 1964, diretto da Pietro Germi, interpretato da Stefania Sandrelli e Saro Urzì. Presentato in<br />

concorso al 17º Festival di Cannes, valse al protagonista Saro Urzì il premio per la migliore interpretazione maschile.<br />

17 Porte aperte è un film di Gianni Amelio del 1990, ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia pubblicato<br />

nel 1987. è stato nominato per l'Oscar al miglior film straniero nel 1991. Il film è stato presentato nella Quinzaine des<br />

Réalisateurs al 43º Festival di Cannes<br />

18 Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova, si sospettano moventi politici del 1978 di Lina<br />

Wertmüller. Il titolo per esteso del film, che vanta il record nel Guinness dei primati come titolo più lungo di un film<br />

nella storia del cinema, è:Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di una vedova. Si<br />

sospettano moventi politici. Amore-Morte-Shimmy. Lugano belle. Tarantelle. Tarallucci e vino. Negli Stati Uniti il<br />

titolo fu semplicemente Revenge. Non solo Siculiana compare nel titolo, ma lungo quasi la durata del film viene<br />

menzionata, anche se non fu girato a Siculiana risulta come soggetto narrativo. La regista a l’epoca era ospite di<br />

Pasquale Doria nell’Hotel Villa Doria, ora Hitel Sikania, ex trappitu.


8<br />

Ritornando al saggio in questione è giusto premettere che avrei<br />

voluto la realizzazione di una Italia diversa da come lo stesso risorgimento<br />

ha portato a compimento. Malgrado tutto la stessa idea d’Italia sia stata in<br />

origine una confederazione di Stati nel rispetto reciproco dei Popoli, in un<br />

risorgimento nato come primo passo nella Sicilia Indipendentista del 1848.<br />

Malgrado molti giovani eroi hanno dato il loro sangue, iniziando dallo<br />

stesso Mameli, è avvenuta una deviazione storica, per così dire un<br />

tradimento, forse un compromesso per la fattiva realizzazione, ma di<br />

sicuro all’insegna della prepotenza della falsità internazionale con i<br />

Plebisciti e della colonizzazione del Regno delle due Sicilie, compresa la<br />

nostra cara Sicilia, vittima già dei soprusi borbonici e napoletani. Io faccio<br />

parte di quelli che non si rassegnano ancora, che sognano un Italia più<br />

giusta dove si ha rispetto del destino economico, politico, culturale e<br />

storico dei vari Popoli che la compongono, in un’unica realtà politica<br />

italiana. Riparando così quel guasto genetico piemontese che la massoneria<br />

internazionale d’allora ha compiuto in quella nazione senza popolo che fu<br />

l’Italia. Alcuni dicono revisionismo storico, non sono revisionista, la storia<br />

è una e non c’è niente da rivedere, c’è da distinguere tra propaganda e<br />

storia, posso affermare tranquillamente che ha scuola si è fatta studiare<br />

molta propaganda e poco storia, poi basta fare le proprie letture e si viene<br />

facilmente a capo della matassa. Un dato importante da tenere conto è<br />

che la storia dell’Italia, dalla genesi ad oggi, diventa più chiara<br />

considerando il ruolo costante e determinante della massoneria<br />

internazionale. Mi scuso per questa premessa necessaria per mia onestà<br />

nei confronti dei signori presenti. E passo con immediatezza all’oggetto<br />

del convegno.<br />

Il saggio in questione si legge con immediatezza, vi è tutta la<br />

passione della ricerca, pertanto, non mancano colori e immagini nitide di<br />

un racconto scrupoloso nei particolari, ma sono sicuramente l’ultimo tra<br />

coloro che avranno apprezzato l’opera. Quando ho chiuso il libro mi<br />

rimase in mente la scena, come se avessi assistito ad una commedia<br />

teatrale.


9<br />

Parodia dell’Italia di sempre dai toni a volte comici, per non<br />

dire farseschi e altre volte melodrammatici. A maggior ragione quando<br />

ogni esimio professore arrivava e ravanava nella ferita, che al dire dei<br />

testimoni, l’Eroe non urlava ma faceva certe espressioni e mugolii che<br />

esplicitavano abbastanza il tormento subito. Per quanto sia una scena di<br />

dolore il suo ripetersi scaturisce l’effetto comico.<br />

L’ambientazione è una stanza 19 povera d’arredi. Il protagonista<br />

in assoluto: GARIBALDI, “l’Eroe”, il mito fondante di una Nazione senza<br />

Popolo, sistemato nel letto. Il coprotagonista, il giovane medico Giuseppe<br />

<strong>Basile</strong>. Il narratore che interagisce con il pubblico Cavour sotto veste di<br />

fantasma. Personaggi secondari: Professoroni Chirurghi di tutta Europa,<br />

Belgio, Svizzera 20 , Inghilterra 21 , Russia 22 . Della neonata Italia: il milanese<br />

Bertani, poi gli da il cambio l’altro milanese Giambattista Prandina, il<br />

napoletano Ferdinando Palasciano. Il famoso francese Nélaton che per il<br />

resto della sua vita gridò per lungo e largo l’Europa: “Io! Io! Io!”.<br />

Vantandosi di essere stato lui a scoprire che la pallottola c’era. L’altro il<br />

toscano, Zannetti che ogni libro ricorda come chi ha tolto la pallottola,<br />

mentre il nostro <strong>Basile</strong> già dall’Aspromonte asseriva che la pallottola<br />

c’era, salvando Garibaldi dall’amputazione del piede, e dopo mille<br />

insistenze con la spugna in mano, pronto a divaricare la ferita per estrarla<br />

fu fermato ancora mille volte. Tanto che stancatosi, contraddetto e offeso<br />

voleva andare via, nella sua Patria 23 perché i medici curanti come Ripari,<br />

e <strong>Basile</strong> dovevano stare zitti di fronte ai “luminari”. Fu a questo punto che<br />

l’“Eroe” Garibaldi ha promesso solennemente a <strong>Basile</strong>: "state al vostro<br />

posto, c'intenderemo tra me e voi; non voglio più congressi, la palla la<br />

estrarrete voi". Quando <strong>Basile</strong> gli divaricò la ferita porse la pinza a<br />

19 Sistemata in un'ala della palazzina del comandante del carcere, serviva da sola per sé e per familiari e i visitatori. In<br />

un ex-lazzaretto convertito in stabilimento penitenziario, a Varignano, una frazione del comune di Porto<br />

Venere, in provincia della Spezia.<br />

20 Il medico omeopata Zopfy<br />

21 Partridge.<br />

22 Nikolaj Pirogov.<br />

23 Scrive il <strong>Basile</strong>,nella sua “Storia della Ferita del Generale Garibaldi”, alle pagg. 22 e 23: “Offeso nel mio amor<br />

proprio, credetti non dover più altro restare al mio posto e quindi mi presentai al Generale chiedendo a malincuore di<br />

ritornare in Patria, non essendomi concesso trattare la cura al modo che mi pareva unicamente logico. Il Generale,<br />

con quella sua calma abituale e con aspetto benigno mi rispose: state al vostro posto, c’intenderemo tra me e voi; non<br />

voglio più congressi, la palla la estrarrete voi. A simili parole dell’uomo per il quale darei la vita,restai (…)”


10<br />

Zannetti. L’Eroe, se ne stette muto e Zannetti ha estratto “la palla”.<br />

Garibaldi allentò la morsa del fazzoletto fra i denti e baciò ognuno di noi;<br />

nessuno aveva gli occhi asciutti. Sparsasi la notizia per l'albergo, tutti<br />

accorsero nella stanza. La marchesa Pallavicino giunse per prima con<br />

Menotti e Mario. Tutti vollero un pezzo del lenzuolo e dei pannolini<br />

inzuppati nel sangue del Generale per conservarli come reliquie<br />

preziose! 24<br />

Dal mio punto di vista vi è stata una discriminazione del <strong>Basile</strong> in<br />

quanto soprattutto Siciliano, quel “fantolino” non era riferito alla sua età, o<br />

professionalità, vista la sua attività ed esperienza in campo. E l’idea in quel<br />

secolo, sopratutto nel campo medico, era che i Siciliani (e i meridionali<br />

tutti) eravamo una razza inferiore, criminali e mentalmente meno<br />

sviluppati, vedi Lombroso. Un idea che prese piede a livello politico come<br />

alibi per la colonizzazione. Tanto che nel saggio viene riportata a pagina<br />

45 l’espressione di meraviglia dell’abitante di Isola del Liri (provincia di<br />

Frosinone): “Siculiana aveva un personaggio così!", per meglio tradurre:<br />

la Sicilia aveva un medico di questa levatura!?<br />

Il professore De Carolis lo descrive sinteticamente così:<br />

<strong>Basile</strong> Giuseppe (all'epoca dei fatti anni 32). Siculiana 9 giugno 1830, ivi 16 giugno<br />

1867. A 23 anni sì laureò in farmacia; successivamente,<br />

presso l'Università degli Studi di Palermo, all'età di 29 anni,<br />

si laureò in chirurgia e successivamente in medicina. Fu<br />

allievo prediletto di Giovanni Gorgone, docente di Anatomia<br />

Descrittiva e Direttore della Clinica Chirurgica della<br />

Università di Palermo. Nel 1860 entrò a far parte del<br />

Comitato Segreto Rivoluzionario di quella città. Chirurgo<br />

garibaldino, ha operato, tra gli altri, Nino Bixio ed il figlio di<br />

Daniele Manin. Oltre alla campagna di Aspromonte<br />

partecipò anche a quella del 1866 con il grado di Capitano<br />

24 Una delle tante narrazioni biografiche: Giuseppe Garibaldi e i suoi tempi data alle stampe nel 1884 da Jessie White<br />

vedova di ALBERTO MARIO


11<br />

Primo Chirurgo Assistente. Rivestì la carica “33″ di appartenenza alla Massoneria 25 .<br />

Il Generale, dopo la ferita di Aspromonte, gli aveva espressamente chiesto di fare le<br />

medicazioni in quanto gli riconosceva una singolare leggerezza di mano. Giuseppe<br />

<strong>Basile</strong> morirà di malaria, a soli 37 anni. Quando scoppiò l'epidemia si trovava a<br />

Caprera in visita a Garibaldi. Tornò a Siculiana per prestare la sua opera e per<br />

assistere il primo e l'ultimo dei fratelli colpiti dal morbo. Lui morirà quindici giorni<br />

prima del fratello maggiore. L'altro si salverà. 26<br />

Quella palla al piede l’ho vista come una metafora, una parodia di<br />

quella Italia che stava nascendo. Ancora oggi per alcuni politici, da destra<br />

a sinistra e non solo della Lega Padana, il sud viene considerato “la palla al<br />

piede dell’Italia”, una zavorra da togliere per salvare lo sviluppo,<br />

“l’infermo”. Ora ai tanti professori, che dibattevano al capezzale di<br />

Garibaldi, interessava che la palla restasse lì, perché la funzione dell’Eroe<br />

era terminata, finita, Garibaldi eroe costruito e demolito, smontato.<br />

Garibaldi lo comprese molto bene proprio in Aspromonte, non gli<br />

rimaneva altro che scrivere poesie e ritirarsi a Caprera, decantare le sue<br />

gesta come vissute da un altro se stesso, virtuale, il personaggio raccontato<br />

da Dumas. Come scrive De Carolis:<br />

“Ma quelle riportate da Garibaldi sui contrafforti calabri sono soprattutto ferite di<br />

natura politica; il Governo, infatti, era seriamente preoccupato della marcia di<br />

avvicinamento a Roma da parte dei garibaldini perché temeva complicazioni<br />

internazionali.” 27<br />

Il medico capo ambulanza di Garibaldi Ripari 28 così scrive nel suo<br />

libro 29 :<br />

“Il governo che si diceva italiano, fatto briaco di gioia dal tenere ferito e prigioniero<br />

l'uomo che aveva ordinato fosse morto, ordinava il trasporto immediato, affrettato di<br />

gravissimo ferito e per un viaggio di altre dodici ore di tempo nella speranza senza<br />

dubbio che quello che non aveva fatto l'offesa materiale potessero fare i disagi e lo<br />

strapazzo”.<br />

25 Con molta probabilità trattasi di omonimia, ma ho riscontrato quanto segue: dal 14 Aprile al 14 Dicembre del 1865<br />

era scritto alla Loggia “Domenico Rodeo” rivestì la carica di “Architetto Maestro dei brindisi”. Massoneria in<br />

Calabria: personaggi e documenti, 1863-1950 di Ferdinando Cordova – Luigi Pellegrini Editore Pagine 15 e 17.<br />

26 Opera citata, pagina 53<br />

27 Opera citata pagina 16<br />

28 Fu affiliato alla massoneria di rito scozzese nella Loggia "I Rigeneratori del 12 gennaro 1848 al 1860 Garibaldini",<br />

della quale era Maestro Venerabile Emanuele Sartorio.<br />

29 Storia medica della grave ferita toccata in Aspromonte dal Generale Garibaldi di Pietro Ripari – Tipografia di<br />

Gaetano Bozza – Milano - Anno 1863


12<br />

I governi si sono susseguiti uno dopo l’altro in questi cinquantenni<br />

d’Italia e come i professoroni al capezzale di Garibaldi, ognuno ha detto la<br />

sua, ma la palla è ancora lì, la soluzione non è amputare il Sud o la Sicilia<br />

dall’Italia, ma sicuramente nemmeno quella di rimanere in questa<br />

condizione di sofferenza coloniale. In Sicilia questa sofferenza è invisibile<br />

per chi è ben protetto dall’impiego pubblico, ma chi deve sostenersi con il<br />

privato, per la maggiore dei casi, è costretto a sottostare ad una ingiustizia<br />

sociale, allora non solo diventa visibile, ma anche pesante come il piombo.<br />

Concludo, rinnovando l’orgoglio da siculianese per il nostro <strong>Basile</strong>,<br />

che mise il proprio cuore in prima linea in quella che lui considerò una<br />

lotta giusta per se e per gli altri. Il suo destino funesto lo riportò nella<br />

madre patria e non so proprio cosa avrebbe pensato guardando la Sicilia di<br />

ieri e di oggi in quel suo cuore di puro rivoluzionario. Mentre quelle ferite<br />

di natura politica sono ancora infette …


13<br />

Appendice<br />

“La vita è bella”; convegno a Siculiana<br />

Scritto da Redazione | 10 mar 2012 | 18:48 | letto 30 volte |<br />

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Per iniziativa della Comunità ecclesiale di Siculiana e del Comitato provinciale Acsi di Agrigento,<br />

presieduto da Giuseppe Balsano, oggi sabato 10 marzo, alle 18.30, nell’Aula Magna Giovanni<br />

Paolo II della Parrocchia Beata Maria Vergine Immacolata di Siculiana, è in programma un<br />

interessante Convegno-Dibattito sulla pubblicazione di Mario De Carolis “Garibaldi ferito in<br />

Aspromonte”.<br />

Il convegno denominato “La Vita è bella…” vuole affrontare il tema del “Significato di scienza<br />

medica e sue prospettive etiche. Dalla società del dottor Giuseppe <strong>Basile</strong> alla società<br />

contemporanea”.<br />

I lavori saranno introdotti dal Parroco Don Leopoldo Argento. Oltre all’autore interverranno:<br />

Mariella Bruno, Sindaco di Siculiana, Alphonse Doria, Stefano Siracusa, Presidente Associazione<br />

ALT, Giovanni Marsala, specialista in Ortopedia e Traumatologia,<br />

URL breve: http://agrigentoweb.it/?p=102560


14<br />

Siculiana, celebrato il convegno “La vita è bella”<br />

Scritto da Redazione | 11 mar 2012 | 22:12 | letto 57 volte<br />

Con un grande riscontro di partecipazione, si è svolto a Siculiana, nell’Aula Magna Giovanni Paolo<br />

II della Parrocchia della Beata Maria Vergine Immacolata, sabato 10 marzo, il convegno-dibattito<br />

sulla pubblicazione di Mario De Carolis “Garibaldi ferito in Aspromonte” , denominato “La vita è<br />

bella..”.<br />

L’iniziativa ha voluto sollecitare a fare una serie riflessione sul significato della scienza medica e le<br />

sue prospettive etiche, partendo dalla società del dottor Giuseppe <strong>Basile</strong>, che sostenne fermamente<br />

la presenza del proiettile nella ferita di Giuseppe Garibaldi, avverso ai pareri dei più grandi luminari<br />

del tempo, fino ad arrivare alla società contemporanea. L’evento è stato ricco di apporti umani,<br />

culturali e storici, proprio perché Siculiana ha dato i natali al prode chirurgo dei Mille. A<br />

promuovere ed organizzare la manifestazione è stata la Comunità ecclesiale di Siculiana, con la<br />

collaborazione del Comitato provinciale Acsi di Agrigento, presieduto da Giuseppe Balsano.<br />

I lavori sono stati introdotti e coordinati dal parroco don Leopoldo Argento. Oltre all’autore hanno<br />

portato le loro testimonianze: Mariella Bruno, Sindaco di Siculiana, Alphonse Doria, Stefano<br />

Siracusa, presidente Associazione ALT, Giovanni Marsala, specialista in Ortopedia e<br />

Traumatologia. A ricordo della manifestazione Don Leopoldo Argento ha consegnato a Mario De<br />

Carolis una ceramica di Faenza riproducente il Santuario e una immagine raffigurante il Santissimo<br />

Crocifisso di Siculiana.<br />

URL breve: http://agrigentoweb.it/?p=102598


15<br />

INTERVENTO DELL’AUTORE<br />

LA FIGURA DI GIUSEPPE BASILE<br />

La mia attenzione al medico garibaldino Giuseppe <strong>Basile</strong> nasce da circostanze del tutto<br />

casuali.<br />

Mi ha condotto sulla sua strada, infatti, la pianificazione commemorativa del 150°<br />

anniversario dell'Unità Nazionale, una manifestazione vissuta in chiave poetica con le scuole, del<br />

Festival dei Poeti, un evento che organizzo da diciannove anni.<br />

Il taglio monografico della pubblicazione, invece, sebbene desiderassi trattare l'argomento in<br />

altro modo, si deve alla morte di mia moglie, avvenuta nel febbraio del 2005.<br />

Infatti mano a mano che approfondivo l'argomento di Aspromonte, mettevo sempre più in<br />

parallelo le figure di <strong>Basile</strong> e di mia moglie, tanto distanti nel tempo, eppure tanto vicine.<br />

SETTICEMIA<br />

ERA LA PAROLA CHE LE UNIVA.<br />

<strong>Basile</strong>, che ('aveva evitata a Garibaldi,<br />

era diverso dai medici che abbiamo incontrato noi e da molti suoi colleghi che curarono il Generale<br />

assieme a lui. Per questo motivo ho voluto conoscerlo più approfonditamente.<br />

Ma faccio un necessario passo indietro per riportarmi a quel fatale 2005, quando mia<br />

moglie accusa forti dolori addominali. Abbiamo la sventura di capitare, per circostanze contingenti,<br />

nelle mani di un cocainomane che gestisce una struttura sanitaria privata.<br />

Medici accondiscendenti, e che tirano solo allo stipendio, completano un quadro di<br />

desolazione e di miseria morale e sociale. In tale struttura (di cui saremo in grado di capire la<br />

pericolosità solo dopo) l'infezione si sviluppa fino a diventare talmente devastante da condurre mia<br />

moglie la morte.<br />

Successivamente al suo decesso (avvenuto presso altra struttura e dove nel prof. Marino<br />

Murazio ho trovato un medico simile a <strong>Basile</strong> per coscienza, umanità e capacità professionale) ho<br />

organizzato due convegni sulla Sanità.<br />

Il secondo è stato oggetto di attenzione da parte di un politico del nostro territorio che ha<br />

racchiuso in un DDL le proposte elaborate nei nostri lavori.<br />

Risultato: hanno taciuto (compreso l'ultimo) i vari Ministri di quella Giustizia che nella<br />

relazione presentata al Convegno ho definito cronovora ed affetta da bradipismo acuto; hanno<br />

taciuto (e tace finora anche l'ultimo) i vari Ministri della Salute nelle mani dei quali la Malasanità è<br />

letteralmente esplosa.<br />

Tratta dal citato convegno, riporto una frase della relazione nella quale, a distanza di oltre un<br />

lustro, ritrovo pienamente tutto il valore del vostro Giuseppe <strong>Basile</strong>. Scrivevo così:<br />

"Poiché l'esigenza alla salute nasce con l'uomo, e poiché, al pari della vita, dobbiamo ritenerla il<br />

nostro bene più prezioso, va da sé che in una scala di valori professionali, umani e sociali la figura<br />

del medico occupi una posizione di indiscutibile primitas".<br />

"Sanità bene prezioso da difendere" era il tema del Convegno:<br />

Sono convinto che il primo a farlo debba essere proprio il medico difendendola dai cialtroni (e non<br />

sono pochi) con la denuncia. Dentro questa mia convinzione c'era proprio una figura come quella<br />

che ho ritrovato in <strong>Basile</strong>. Lui, infatti, fu capace di denunciare pubblicamente l'insigne e<br />

riconosciuto luminare Luigi Porta il quale ebbe il torto di volere imporre la sua errata diagnosi. Con<br />

lui, naturalmente, <strong>Basile</strong> denunciava il baronato dell'epoca.


16<br />

Si scontrò anche con il Professore Ferdinando Zanetti nelle cui mani, però, non esitò a<br />

rimettere le pinzette con le quali il luminare estrasse la famosa pallottola, ricavandone immeritata<br />

gloria.<br />

Giuseppe <strong>Basile</strong> è stato diverso anche dal palermitano Enrico Albanese il quale, primo a fare<br />

la diagnosi giusta, non seppe però difenderla. Forse perché imbarazzato dalla figura dello stesso Zanetti,<br />

alla scuola del quale si era perfezionato a Firenze.<br />

Albanese, inoltre, sarà uno dei medici che risponderà all'appello del prof. Ferdinando<br />

Palasciano (altro curante di Garibaldi) per la fondazione della Società Italiana Chirurghi.<br />

È la stessa che oggi ha attaccato l'articolo relativo alle riprese audiovisive proposte nel nostro<br />

convegno e che fanno parte del nostro Disegno di Legge.<br />

Alla data di fondazione della Società Italiana di Chirurghi <strong>Basile</strong> era deceduto già da 15 anni.<br />

Vi avrebbe aderito? Per chi come lui aveva il medico nell'uomo, sarebbe stato auspicabile.<br />

Mi auguro che quanti ne coltivano la memoria sappiano diffonderla e consegnarla ai posteri,<br />

lo, nel mio piccolo ci ho provato.<br />

E mi auguro di poter tornare, un giorno, a deporre un fiore in un luogo simbolico che ne<br />

custodisca il ricordo.<br />

Mario De Carolis<br />

Convegno<br />

La Vita è bella …<br />

“Significato di scienza medica e sue prospettive etiche. Dalla società del Dottor Giuseppe <strong>Basile</strong><br />

alla società contemporanea”<br />

Sabato 10 Marzo, ore 18,30<br />

Aula Magna Giovanni Paolo II<br />

Parrocchia BMV Immacolata Siculiana<br />

Allestito dalla Professoressa Patrizia Iacono<br />

Introduzione:<br />

Parroco Don Leopoldo Argento<br />

Interventi:<br />

Dott.ssa Mariella Bruno – Sindaco (Comune di Siculiana)<br />

Alphonse Doria<br />

Stefano Siracusa – Presidente Associazione ALT<br />

Dott. Giovanni Marsala – Specialista in Ortopedia e Traumatologia<br />

Mario De Carolis - Autore


17<br />

Considerazioni personali<br />

Ho voluto striminzire il mio discorso per potere concedere la<br />

godibilità al pubblico degli interventi degli altri relatori, in questa<br />

pubblicazione vi è la recensione integrale per chi ha la pazienza di leggere<br />

il tutto. Comunque ho avuto la possibilità di mostrare le immagini sul<br />

vecchio cimitero, anche se non sono piaciute a qualcuno dei presenti per<br />

ovvie ragioni.<br />

Mi è piaciuta la considerazione del nostro Sindaco la Dottoressa<br />

Mariella Bruno, la quale ha sottolineato come l’Autore ha affrontato la sua<br />

tragica esperienza di malasanità “senza rabbia”.<br />

Ho chiesto al Sindaco se quando si dice sullo spostamento del<br />

Monumento dei Caduti risulta a verità. Mi ha risposto in maniera chiara di<br />

“NO!”. E che fin quando c’è lei come Sindaco non succederà perché ama<br />

le “tradizioni”. Meglio così ora mi sento più tranquillo. Comunque non è<br />

questione di “tradizioni”, come le dissi con altre parole, si tratta di<br />

valorizzazione turistica di beni materiali.<br />

Un plauso giunge all’Associazione ALT “Siculiana” per le<br />

iniziative intraprese e di successo, nonché al suo presidente Stefano<br />

Siracusa, il quale nel suo intervento ha sottolineato la necessità di una<br />

comunità del ricordo sociale contro l’omologazione culturale. Mentre il<br />

dottore Giovanni Marsala è stato splendido nel metterci a conoscenza<br />

scientificamente dei fatti medici della ferita di Garibaldi. Il nostro dottore<br />

Nino Marsala, è intervenuto dal pubblico in maniera accorata e con la<br />

solita passione che lo distingue, mi ha colpito una sua considerazione sulla<br />

gente di Siculiana che sta raggiungendo in alcuni casi stati di povertà<br />

veramente preoccupanti tanto da non potersi pagare il ticket dei<br />

medicinali.<br />

Molto interessante per futura ricerca è stato l’intervento dal<br />

pubblico del Poeta Stefano Bissi su Don Calò Magro, il quale era in<br />

contatto con Francesco Crispi e con altri liberali. Don Calò con i liberali<br />

di Siculiana andava a cospirare nella sua casina di Giallonardo, nel<br />

semicerchio della casina di lu Capu e di l’Acquaviva. Il suo busto è


18<br />

ancora nel cimitero di Siculiana. U provessuri Bissi a questo punto recitò<br />

alcuni versi:<br />

“Se il busto di Don Cola potesse parlare<br />

Chissà quali marmi dovrebbe reclamare …”<br />

Incuriosito sono andato al cimitero a<br />

vedere il busto. La tomba si trova<br />

nell’ingresso principale dopo una cinquantina<br />

di metri a destra. Don Nicola Magro ha<br />

rivestito la carica di Sindaco dal 1840 al<br />

Gennaio 1845.<br />

Mentre i contatti con Crispi e Siculiana<br />

sono stati anche di carattere parentale perché<br />

la nipote Vincenza si è sposata il 5 febbraio<br />

1888 con il nostro concittadino dottore Antonio Manzone. Figlia di<br />

Nicolo’ 30 fratello del Crispi.<br />

Sicuramente il fermento politico nel XIX secolo a Siculiana è stato<br />

significativo, tanto che il grande Pirandello ne fa menzione nel suo<br />

capolavoro storico I VECCHI E I GIOVANI 31 l’uomo di chiesa, Fazello<br />

in quanto scapolo e con un figlio nell’edizione parziale pubblicata nel<br />

1909 nella rivista Rassegna contemporanea, si apprendevano altri<br />

particolari:<br />

“L’arciprete di Siculiana che cos’era? Non era suo figlio? Tutta Girgenti ride da un<br />

mese per il modo come gliene fu annunziata la morte dal sindaco del paese.<br />

L’onorevole Fazello gli domandò: “Che si dice, cavaliere, a Siculiana?” – E lui<br />

ch’era venuto apposta per prepararlo alla sciagura, sospirò compunto: - “Nulla di<br />

nuovo, onorevole. Mortalità d’arcipreti!” – Tu capisci: a Siculiana c’era un<br />

arciprete solo, il figlio naturale di Giacinto Fazello”.<br />

Mentre nell’edizione del Treves abbiamo un riferimento in un<br />

dialogo:<br />

“(…)<br />

-C’era con noi Vincenzo Guarnotta di Siculiana, -seguitò il Sala.” 32<br />

30 Nicolò Crispi si sposò il 6 luglio 1861 con Rosa Quartararo di Antonino e Vincenza Parlapiano.<br />

31 I vecchi e i giovani di Luigi Pirandello– La Biblioteca Ideale Tascabile giugno 1995 Editoriale Opportunity Book<br />

S.r.l. Milano pagina 22<br />

32 Ibidem pagina 146


19<br />

Di sicuro il risorgimento siculianese finì male come in tutta la Sicilia<br />

già alla fine del XIX secolo le associazioni che fecero il successo<br />

garibaldino quando divennero partecipi ai Fasci dei Lavoratori Siciliani i<br />

loro capi vennero accusati di mafia. Dalla testimonianza del presidente del<br />

Fascio di Siculiana, i capi dei Fasci di quella zona erano “gli stessi che<br />

presiedevano le associazioni che esistevano in quei paesi prima del<br />

Fascio”; soltanto che “quando quelle associazioni si chiamavano<br />

Francesco Crispi o della Madonna Addolorata nessuno li perseguitava e<br />

tanto meno cercava di conoscere le carte penali dei presidenti”.<br />

Così proprio a Siculiana il 2 gennaio del 1898 inizia una lunga<br />

stagione di sangue e di repressione dello Stato italiano contro il Popolo<br />

Siciliano. I Siculianesi, ormai allo estenuo delle forze contestava<br />

scioperando lo slogan era: PANE E LAVORO! ma è stato dato l’ordine alla<br />

polizia di reprimere in ogni modo così spararono su i manifestanti vi<br />

furono parecchi feriti e l’uccisione di un giovane contadino 33 .<br />

La ricerca continua, ma per il momento mi fermo qui.<br />

33 Corriere della Sera del 5 Gennaio 1898

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