Comune di Casole d'Elsa - Unione dei Comuni del Pratomagno

le singole modalità di intervento.
Il Capo III definisce invece gli interventi sulle case rurali e sulle case sparse, attraverso l’esposizione di una serie di criteri
generali (art.117) e attraverso le 265 “schede norma”, relative ai singoli poderi, nelle quali sono riportati i tipi di intervento
previsti e consentiti per ciascun edificio, le prescrizioni particolari, le modalità d’attuazione e la fattibilità geologica.
Il Titolo X - Interventi strategici di recupero e/o trasformazione raccoglie le “schede norma” relative agli interventi
programmati di conservazione, riqualificazione o trasformazione previsti dal Piano Strutturale.
Le “schede norma” relative alle Unità minime di Intervento sono organizzate in funzione dell’unitarietà tematica dei
singoli interventi e sono riferite ai cinque Schemi Direttori (SD) già individuati dal Piano Strutturale. L’attuazione degli
interventi è subordinata al loro inserimento nel Programma Integrato degli Interventi, secondo quanto previsto dalle
nuove normative regionali (L.R. 5/99). Nelle schede sono riportati disegni, testi e tabelle che rappresentano indirizzi
normativi il cui livello prescrittivo sarà definito e precisato in sede di elaborazione del Programma Integrato degli
Interventi.
Il Titolo XI - Interventi diffusi di trasformazione riporta infine le regole per la quantificazione degli interventi di trasformazione
diffusi sul territorio ed individuati nelle tavv. “Usi del suolo e modalità d’Intervento” con la sigla AT.
Parte 5° - Attuazione del Piano
Al Titolo XII - Modalità d’attuazione del Piano fanno riferimento l’insieme di norme che regolano le procedure necessarie
alla realizzazione di tutte le operazioni previste e consentite dal Regolamento Urbanistico e gli eventuali, quando
necessari, strumenti urbanistici attuativi prioritari.
Il Titolo XIII - La pericolosità geologica riporta le norme relative ai diversi gradi di fattibilità, nei quali sono stati classificati
i vari interventi previsti dal Regolamento Urbanistico, riferiti in particolare a tutte le aree di trasformazione, agli interventi
sul patrimonio edilizio esistente ed a tutti gli interventi strategici di recupero e/o trasformazione appartenenti agli Schemi
Direttori (SD).
La valutazione della fattibilità geologica in merito ai singoli interventi previsti dal Regolamento Urbanistico si basa sulla
“Carta della pericolosità” redatta per l’intero territorio comunale a supporto del Piano Strutturale. La sovrapposizione
fra destinazioni d’uso e pericolosità geologica indica il grado di fattibilità: ad esempio se in un’area classificata a
pericolosità media (classe 3) ricadono interventi edilizi di una certa consistenza, sarà attribuita la classe 3 di fattibilità che
condiziona la realizzazione della previsione urbanistica alla esecuzione di approfondite verifiche geologiche; mentre se
nella stessa area vengono previsti interventi di sistemazione a verde, il rischio diminuisce e all’intervento potrà essere
assegnata la classe 1 di fattibilità senza particolari limitazioni.