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Comune di Casole d'Elsa - Unione dei Comuni del Pratomagno

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samente fanno riferimento, sono definite al Titolo IV - Destinazioni d’uso esclusive, mentre al Titolo V - Sistemi, sottosistemi<br />

ed ambiti, vengono dettagliate le previsioni già contenute nel Piano Strutturale, precisando gli usi caratterizzanti, previsti<br />

ed esclusi e fornendo criteri sugli usi <strong>del</strong> territorio e sulle prestazioni minime cui riferirsi.<br />

Parte 4° - Modalità d’intervento<br />

Il Titolo VI - In<strong>di</strong>cazioni per il trattamento <strong>del</strong> suolo contiene le prescrizioni e le in<strong>di</strong>cazioni riferite agli elementi semplici e<br />

complessi, vegetazionali e artificiali, che caratterizzano il suolo d’uso pubblico o privato. Tali norme forniscono la chiave<br />

interpretativa <strong>del</strong> “progetto <strong>di</strong> suolo” così come riportato sulle tavole “Usi <strong>del</strong> suolo e modalità d’Intervento”; allo stesso<br />

tempo il Titolo VII - In<strong>di</strong>cazioni per l’e<strong>di</strong>ficazione fornisce la chiave interpretativa <strong>dei</strong> segni riportati nelle stesse tavole<br />

ed aventi valore <strong>di</strong> riferimento per l’assetto morfologico <strong>del</strong>le nuove volumetrie. In particolare in questo caso si tratta <strong>di</strong><br />

segni che alludono all’allineamento ed all’orientamento planimetrico degli e<strong>di</strong>fici.<br />

Il Titolo VIII - Zone territoriali omogenee definisce i parametri necessari alla definizione planivolumetrica degli interventi<br />

<strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazione. Tali parametri sono riferiti alla superficie fon<strong>di</strong>aria, attraverso la sud<strong>di</strong>visione <strong>del</strong> territorio in zone<br />

omogenee, secondo le definizioni che <strong>di</strong> esse stabilisce il D.M. 1444 <strong>del</strong> 1968. La riproposizione <strong>del</strong>le zone omogenee<br />

nel Regolamento Urbanistico <strong>di</strong> <strong>Casole</strong> d’Elsa, non presuppone il ritorno a logiche funzionaliste, negate dal principio<br />

fondante <strong>del</strong> Piano e rappresentato dai Sistemi, piuttosto <strong>di</strong>viene utile elemento <strong>di</strong> riferimento per tutte quelle normative<br />

nazionali o locali, ancora numerose, che si richiamano a tale classificazione.<br />

Il Titolo IX - Interventi sul patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente contiene l’insieme <strong>di</strong> prescrizioni ed in<strong>di</strong>cazioni riferite agli e<strong>di</strong>fici<br />

esistenti, sia in ambito urbano (Capo II - aree urbane) che in ambito extraurbano (Capo III - E<strong>di</strong>fici rurali e case sparse).<br />

Raggruppati all’interno <strong>del</strong> Capo I, quattro articoli costruiscono il quadro <strong>di</strong> riferimento necessario alla comprensione<br />

<strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni successive. Si specificano cioè alcune regole generali, valide per tutti gli interventi sugli e<strong>di</strong>fici esistenti<br />

(art. 109); si chiariscono il significato <strong>dei</strong> principali termini utilizzati nella definizione <strong>dei</strong> tipi <strong>di</strong> intervento, attraverso<br />

un glossario degli interventi (art. 110); si definiscono i singoli elementi costitutivi degli e<strong>di</strong>fici ai quali viene fatto<br />

successivamente costante riferimento (art.111); infine si riportano, per esteso, le definizioni generali degli interventi, così<br />

come stabiliti dalle recenti <strong>di</strong>rettive urbanistiche regionali e riportate all’art. 4 <strong>del</strong>la Legge Regionale n. 52 <strong>del</strong> 1999, alla<br />

quale gli strumenti urbanistici devono necessariamente riferirsi (art. 112).<br />

Le <strong>di</strong>sposizioni contenute nel Capo II fissano, nello specifico, i singoli interventi ammessi per ciascun e<strong>di</strong>ficio, complesso<br />

o spazio aperto, così come riportato nelle tavv. “Usi <strong>del</strong> suolo e modalità d’intervento”. Gli interventi riguardano<br />

operazioni <strong>di</strong> restauro (re), conservazione (cs), riqualificazione (rq) e trasformazione (tr), così come già in<strong>di</strong>viduati dal<br />

Piano Strutturale. Il Regolamento Urbanistico, con gli artt. 113, 114, 115 e 116, attraverso eventuali articolazioni, precisa

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