Comune di Casole d'Elsa - Unione dei Comuni del Pratomagno
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sia la loro destinazione d’uso.<br />
7bis. Nel caso <strong>di</strong> “ruderi” o comunque in presenza <strong>di</strong> interventi che comportino la ricostruzione <strong>di</strong> parti consistenti<br />
<strong>del</strong> fabbricato, si dovrà necessariamente procedere all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>la presunta conformazione<br />
originaria, attraverso una accurata ricerca storico documentale.<br />
Il progetto <strong>di</strong> “ricostruzione” dovrà comunque caratterizzarsi come operazione sostanziale <strong>di</strong> recupero <strong>dei</strong><br />
caratteri, oltre che <strong>del</strong>la conformazione originaria <strong>del</strong> complesso dal punto <strong>di</strong> vista volumetrico architettonico.<br />
In assenza <strong>di</strong> dati certi riferiti alle originarie quantità volumetriche e/o alla struttura morfologica, anche<br />
se non esplicitamente in<strong>di</strong>cato, l’attuazione <strong>del</strong>l’intervento dovrà avvenire previo piano <strong>di</strong> recupero nell’ambito<br />
<strong>del</strong> quale saranno valutati e stabiliti e precisati tutti i parametri quantitativi, quelli qualitativi e le<br />
con<strong>di</strong>zioni generali per il completo recupero e ricostruzione <strong>del</strong> manufatto. Tali in<strong>di</strong>cazioni valgono anche<br />
nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per i quali non sia stato in<strong>di</strong>cato il tipo <strong>di</strong> intervento nelle tavv. “Usi <strong>del</strong> suolo e modalità<br />
d’intervento” o nelle schede normative <strong>di</strong> riferimento per gli interventi sugli e<strong>di</strong>fici rurali e le case sparse <strong>di</strong><br />
cui all’ art. 118.<br />
7ter. Nel caso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici per i quali siano in<strong>di</strong>cati interventi <strong>di</strong> restauro o risanamento conservativo e venga<br />
dettagliatamente <strong>di</strong>mostrato che l’e<strong>di</strong>ficio si trova, al momento <strong>del</strong>l’intervento, in stato <strong>di</strong> “rudere”e quin<strong>di</strong><br />
si <strong>di</strong>mostra l’impossibilità <strong>di</strong> sottoporlo ad interventi <strong>di</strong> restauro, si applica quanto previsto al precedente<br />
comma 7 bis.<br />
8. Negli interventi sugli e<strong>di</strong>fici esistenti è sempre vietato:<br />
- l’impiego <strong>di</strong> elementi e materiali per i quali non sia nota la compatibilità chimica, fisica e meccanica con<br />
gli elementi e materiali originari;<br />
- l’aumento consistente <strong>del</strong> peso proprio degli elementi strutturali o <strong>dei</strong> sovraccarichi, con pregiu<strong>di</strong>zio <strong>del</strong>la<br />
resistenza <strong>di</strong> alcune parti o <strong>del</strong>l’intero fabbricato;<br />
- l’inserimento <strong>di</strong> elementi la cui rigidezza, superiore a quella <strong>del</strong>le parti a<strong>di</strong>acenti, possa indurre effetti nocivi<br />
sulla stabilità <strong>del</strong>l’intero e<strong>di</strong>ficio o <strong>di</strong> sue parti.<br />
8bis. Nel Sistema ambientale e nei relativi Sottosistemi e Ambiti considerati zone a prevalente o esclusiva<br />
funzione agricola, non è ammessa la nuova e<strong>di</strong>ficazione a destinazione residenziale. Per gli e<strong>di</strong>fici ricadenti<br />
in tale Sistema e nei relativi Sottosistemi ed Ambiti <strong>di</strong> cui agli artt. 60, 61, 62, 63,64, 65, 66, 67 <strong>del</strong>le presenti<br />
N.T.A. la funzione residenziale è esclusivamente legata ad interventi sul patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente.<br />
9. Per gli e<strong>di</strong>fici ricadenti in aree da sottoporre ad interventi <strong>di</strong> conservazione e/o <strong>di</strong> riqualificazione, al<br />
solo scopo <strong>di</strong> agevolare il mantenimento <strong>del</strong>le funzioni residenziali in atto o l’eventuale recupero <strong>del</strong>le<br />
stesse nel rispetto <strong>del</strong>le caratteristiche, sono ammesse deroghe alle vigenti <strong>di</strong>sposizioni in materia <strong>di</strong> altezze<br />
minime interpiano e <strong>di</strong> standard tecnologici e igienico sanitari, in riferimento ai <strong>di</strong>sposti <strong>del</strong>l’art.4 <strong>del</strong>la L.R. 21<br />
maggio 1980 n.59.<br />
10. Negli interventi sugli spazi aperti è sempre vietato:<br />
- l’impiego <strong>di</strong>ffuso <strong>di</strong> specie vegetazionali non autoctone né consolidate rispetto agli spazi aperti in oggetto;<br />
- l’impiego <strong>di</strong> elementi e materiali per i quali non sia nota la compatibilità chimica, fisica e meccanica con<br />
gli elementi e materiali originari.<br />
10bis. Negli spazi aperti, all’interno <strong>del</strong>le aree urbane appartenenti ai Sottosistemi R2 e R3 e sottoposte ad<br />
interventi <strong>di</strong> riqualificazione rq4, rq5, è ammessa, una tantum, la realizzazione <strong>di</strong> piccole strutture <strong>di</strong> supporto<br />
alla residenza a<strong>di</strong>bite a ricovero attrezzi e materiali per la manutenzione e gestione degli spazi aperti <strong>di</strong> pertinenza<br />
a con<strong>di</strong>zione che:<br />
- non siano già presenti manufatti a<strong>di</strong>biti a tale scopo;<br />
- la superficie complessiva non superi i mq. 15 e l’altezza max i ml. 2,40. Tale superficie complessiva massima<br />
dovrà, comunque, essere valutata anche sulla base <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione e <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong> lotto;<br />
- tali manufatti siano posizionati in modo da ridurre al minimo l’impatto visivo e comunque nella parte tergale<br />
<strong>del</strong> lotto e non prospicienti pubbliche vie;<br />
- vengano realizzati con caratteri coerenti con il contesto.