Fenomeni da osservare su Marte - Danielegasparri.com
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addirittura globali, e la conseguente alterazione dei dettagli <strong>su</strong>perficiali visibili: <strong>Marte</strong> è un pianeta<br />
“vivo”, in continua evoluzione e <strong>da</strong> tenere sempre sotto stretta osservazione.<br />
Il pianeta rosso ruota <strong>su</strong> se stesso in 24 ore e 40 minuti, un periodo simile a quello terrestre. Questa<br />
coincidenza fa si che, osservato alla stessa ora, il pianeta sembra ruotare, nel corso dei giorni, in<br />
senso retrogrado. Per <strong>osservare</strong> una rotazione <strong>com</strong>pleta sono necessari circa 30 giorni.<br />
Consigli per l’osservazione<br />
<strong>Marte</strong> non è un pianeta facile <strong>da</strong> <strong>osservare</strong> per i principianti, ma con un po’ di allenamento e pazienza<br />
vi mostrerà dettagli unici.<br />
L’osservazione proficua del pianeta può essere condotta anche con strumenti di 80-90 mm, meglio<br />
se rifrattori a lungo fuoco. Questi strumenti, grazie al ridotto cromatismo residuo e all’ottimo contrasto,<br />
sono ottimi per effettuare un monitoraggio serio e prolungato del pianeta, senza preoccuparsi<br />
più di tanto della turbolenza atmosferica. Ricordo visioni <strong>da</strong>vvero bellissime durante l’opposizione<br />
del 1999 con il mio rifrattore acromatico <strong>da</strong> 90 mm e 910 mm di focale, nel quale <strong>Marte</strong> appariva<br />
sempre stabile e con dettagli che emergevano giorno dopo giorno, osservazione dopo osservazione.<br />
In quell’opposizione ottenni una trentina di disegni in altrettante serate osservative, registrando tutti<br />
i maggiori fenomeni che coinvolgevano il pianeta, <strong>com</strong>presa l’evoluzione della calotta polare, delle<br />
nubi e delle tempeste di sabbia.<br />
Secondo la mia esperienza, l’ostacolo principale all’osservazione dei dettagli marziani, per gli osservatori<br />
non esperti, è la forte luminosità <strong>su</strong>perficiale del pianeta, rispetto a quella del fondo cielo.<br />
In queste circostanze, un occhio non particolarmente allenato restituisce una visione troppo luminosa,<br />
sovraesposta, con il ri<strong>su</strong>ltato che i contrasti e i dettagli sembrano annegare in un mare di luce.<br />
Per ovviare a questo inganno, possiamo inserire nell’oculare del telescopio un filtro che attenui la<br />
luce del pianeta. Se vogliamo mantenere inalterati i colori, un filtro grigio neutro è l’ideale: provateci<br />
e vedrete che l’immagine, sebbene meno luminosa, vi apparirà più facile <strong>da</strong> <strong>osservare</strong>.<br />
L’utilizzo di filtri colorati è particolarmente<br />
vantaggioso per enfatizzare dettagli atmosferici<br />
o <strong>su</strong>perficiali. Quando analizzeremo i<br />
fenomeni osservabili vedremo quali sono le<br />
migliori <strong>com</strong>binazioni.<br />
L’ingrandimento consigliato è il massimo<br />
permesso <strong>da</strong>l vostro strumento e <strong>da</strong>lle condizioni<br />
atmosferiche, orientativamente attorno<br />
a 2-2,5 volte il diametro dell’obiettivo<br />
espresso in millimetri.<br />
Il diametro angolare massimo sarà di 14”,<br />
piccolo, ma non quanto si possa credere.<br />
Già a 130 ingrandimenti <strong>Marte</strong> vi apparirà<br />
L’osservazione con filtri colorati accentua il contrasto di alcuni<br />
dettagli. Un filtro blu fa emergere tutti i fenomeni atmosferici<br />
(nubi, nebbie), mentre un rosso accentua le macchie <strong>su</strong>perficiali.<br />
Questa immagine ritrae il pianeta rosso l’11 Novembre<br />
2009.<br />
grande <strong>com</strong>e la Luna piena vista ad occhio nudo, mentre a 250 volte sarà di dimensioni doppie,<br />
quindi osservabile con relativa facilità anche con strumenti di 100 mm. Non lasciatevi ingannare <strong>da</strong>l<br />
vostro occhio, il quale tenderà a mostrarvi un’immagine sempre piuttosto piccola: si tratta di una<br />
mera illusione ottica.<br />
Consigli per la ripresa<br />
La ripresa di <strong>Marte</strong> è più facile dell’osservazione, se non altro perché possiamo ammirare con calma,<br />
e in migliori condizioni, il pianeta <strong>su</strong>l monitor del <strong>com</strong>puter, sebbene i dettagli visibili <strong>da</strong> un<br />
occhio ben allenato e quelli catturati <strong>da</strong> una camera planetaria, attraverso uno stesso strumento, siano<br />
<strong>com</strong>parabili. Nei casi di seeing non buono, addirittura, l’osservazione vi<strong>su</strong>ale si rivela essere più<br />
proficua della ripresa, perché il nostro cervello tende ad attenuare i <strong>da</strong>nni della turbolenza atmosferica<br />
e a restituire un’immagine con dettagli più nitidi.