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adulterio - paulo coelho

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struttura alberghiera ha scalato le classifiche di coloro che possono permettersi di pagare 600<br />

franchi per l’affitto pomeridiano di una stanza. Ebbene, è proprio lì che mi sto dirigendo.<br />

Dopo mezz’ora di traffico stressante, lascio la macchina al posteggiatore e salgo in camera. Grazie<br />

ai servizi telematici dell’hotel, so esattamente dove andare senza dover chiedere alla reception.<br />

Dal piccolo bar sul confine francese fino a qui non sono stati necessari né giuramenti né<br />

spiegazioni – e neppure un altro incontro – perché Jacob e io avessimo<br />

la certezza che volevamo proprio questo. Probabilmente entrambi avevamo paura di ripensarci e,<br />

magari, di rinunciare – abbiamo finito per decidere senza troppi dubbi e domande.<br />

* * *<br />

Non è più autunno. È di nuovo primavera, e io sono tornata ai miei sedici anni – Jacob ne ha<br />

quindici. Misteriosamente, ho recuperato la verginità dell’anima – visto che quella del corpo è<br />

ormai perduta per sempre. Ci baciamo. Mi ritrovo a pensare: ‘Mio Dio, avevo dimenticato le<br />

sensazioni dell’amore. Vivevo nella costante preoccupazione di cercarlo – in che modo? Dove?<br />

Quando? –, e mi consegnavo passiva alle spiegazioni e ai comportamenti di mio marito. Era tutto<br />

sbagliato. Ormai non ci concedevamo più totalmente l’uno all’altra.’<br />

Forse Jacob ora si fermerà. Non ci siamo mai spinti oltre i baci: lunghi e deliziosi baci, scambiati in<br />

qualche angolo riparato della scuola. Ma io già desideravo che tutti ci vedessero, che mi<br />

invidiassero.<br />

Adesso, però, lui non si ferma. La sua lingua ha un gusto amaro, una mistura di sigaretta e vodka.<br />

Provo vergogna, mi sento tesa. ‘Forse dovrei fumare una sigaretta e bere un goccio di vodka<br />

anch’io, per raggiungere una condizione di parità!’ penso. Lo allontano con delicatezza, mi avvicino<br />

al minibar e, d’un fiato, tracanno una mignon di gin. L’alcol mi brucia la gola. Gli chiedo una<br />

sigaretta.<br />

Jacob me la porge, dopo avermi ricordato che, anche se non ci sono rilevatori d’incendio, in<br />

camera è vietato<br />

fumare. Un’altra stupida regola – e un’altra trasgressione che mi regala un piacere proibito.<br />

Aspiro una boccata, e mi sembra di star male: non riesco a capire se l’origine del malessere sia la<br />

vodka o la sigaretta. Nel dubbio, vado in bagno e la getto nella tazza del water. Lui mi ha seguito, e<br />

adesso mi afferra da dietro, mi bacia la nuca e le orecchie, e mi stringe forte. Sento il suo corpo<br />

aderire al mio, e la sua erezione scivolare tra le natiche.<br />

Dove sono finiti i miei principi morali? Quali pensieri occuperanno la mia mente quando uscirò da<br />

questa stanza e riprenderò la vita normale?<br />

Mi riporta in camera. Di colpo, mi volto e lo bacio: ancora un gusto di tabacco, saliva e vodka. Gli<br />

mordicchio le labbra, mentre lui mi accarezza il seno: è la prima volta che accade. Mi sfila il vestito<br />

e lo getta in un angolo. Per qualche attimo, mi vergogno del mio corpo – ormai non sono più<br />

un’adolescente, e la nostra primavera a scuola è molto lontana. Siamo immobili, in piedi, uno di<br />

fronte all’altra. Oltre le tende aperte, il lago è una sorta di barriera naturale fra noi e le persone<br />

che abitano i palazzi della riva opposta.<br />

Nella mia immaginazione, voglio credere che qualcuno ci stia osservando: è qualcosa che mi eccita<br />

ancor più dei suoi baci sul seno. Sono una donna di facili costumi, una puttana pagata da un uomo<br />

per scopare in un albergo, una prostituta pronta a soddisfare qualsiasi desiderio.<br />

Questa sensazione svanisce presto. Ancora una volta, mi sento come se avessi sedici anni, quando<br />

mi masturbavo pensando a lui. Gli stringo la testa contro il mio petto e gli chiedo di mordicchiarmi<br />

i capezzoli: gemo di dolore e di piacere.<br />

Jacob è ancora vestito, mentre io sono nuda. Spingo la sua testa verso il basso e lo imploro di<br />

leccarmi il sesso. Lui però mi getta sul letto, si toglie in fretta gli indumenti e si sdraia su di me. Le<br />

sue mani cercano freneticamente qualcosa sul comodino: perdiamo l’equilibrio e ruzzoliamo sul

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