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adulterio - paulo coelho

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“Pensa davvero che la chirurgia plastica possa aiutare?”<br />

La chirurgia plastica? Ah, sì. Mi ricordo dei piccoli cerotti sotto le lenti scure.<br />

“La maggior parte dei nostri pazienti si è sottoposto a un’operazione di quel tipo. Se fossi in lei,<br />

cercherei di evitarla, in futuro: determina uno squilibrio fra il corpo e la mente.”<br />

Non ho chiesto la sua opinione, ma sembra che si senta investita di un dovere umanitario, e<br />

prosegue: “La vecchiaia è più traumatizzante per coloro che pensano di poter controllare il passare<br />

degli anni.”<br />

Le domando la sua nazionalità.<br />

“Ungherese,” risponde.<br />

Ah, ecco. Gli svizzeri non esprimerebbero mai un’opinione senza essere interpellati.<br />

La ringrazio di nuovo ed esco, togliendomi gli occhiali e i cerotti. Il trucco ha funzionato, ma il<br />

piano no. Il campus è di nuovo deserto. Ora sono tutti occupati a imparare come si pensa, come ci<br />

si preoccupa, come si condiziona il pensiero altrui.<br />

Dopo una lunga camminata, ritorno al parcheggio dove ho lasciato l’auto. Da lontano posso vedere<br />

il reparto psichiatrico dell’Ospedale Universitario: dovrei stare là dentro?<br />

* * *<br />

“Siamo tutti così?” domando a mio marito, dopo che i bambini si sono addormentati e noi ci<br />

apprestiamo a coricarci.<br />

“Così come?”<br />

“Come me. Che prima mi sento benissimo e, un momento dopo, sto malissimo.”<br />

“Penso di sì. Nella vita, ci sforziamo di controllare ogni gesto e ogni emozione, per evitare che il<br />

mostro esca dal suo nascondiglio.”<br />

“È vero.”<br />

“Non siamo chi desidereremmo essere. Siamo ciò che la società richiede, gli individui che i nostri<br />

genitori hanno deciso che fossimo. Ci adoperiamo per non deludere nessuno, abbiamo un<br />

immenso bisogno di essere amati. E, di conseguenza, soffochiamo la parte migliore di noi. A poco a<br />

poco, la luce dei nostri sogni si trasforma nel mostro dei nostri incubi. E diventiamo schiavi delle<br />

cose non realizzate, delle possibilità non vissute.”<br />

“Per quanto ne so, in passato la psichiatria definiva quest’atteggiamento un disturbo<br />

maniacodepressivo, ma ora – forse per mostrarsi politicamente corretta – preferisce indicarlo con<br />

il termine ‘depressione bipolare’. Chissà dove avranno pescato una simile definizione. Il Polo Nord<br />

e il Polo Sud hanno caratteristiche tanto diverse? Comunque, deve riguardare una minoranza…”<br />

“Sì, certo, è una minoranza a esprimere una doppia personalità. Ma penso che il mostro viva in<br />

quasi tutte le persone.”<br />

Da un lato, la pazza che si intrufola in un’università per far incriminare un’innocente, senza saper<br />

spiegare il motivo del suo odio; dall’altro, la donna che si occupa amorevolmente della famiglia e si<br />

adopera per la felicità dei suoi cari, senza neppure chiedersi se ciò che prova confligge con la<br />

complessa realtà che vive.<br />

“Hai presente il Dr. Jekyll e Mr. Hyde?”<br />

A quanto pare, Frankenstein non è l’unico libro sempre ristampato da quando fu esaurita la prima<br />

edizione: Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, che Robert Louis Stevenson scrisse in tre giorni,<br />

ha beneficiato del medesimo destino – e di un numero altrettanto cospicuo di trasposizioni<br />

cinematografiche. La vicenda si svolge a Londra, nel XIX secolo. Il medico e ricercatore Henry Jekyll<br />

è convinto che il Bene e il Male esistano in ogni essere umano. È deciso a dimostrare la sua teoria,<br />

derisa da quasi tutti i suoi conoscenti. Lavorando instancabilmente nel suo laboratorio, riesce a<br />

elaborare una formula. Ma per non mettere a rischio la vita di altre persone, beve egli stesso la<br />

pozione.

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