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Non è giusto.<br />
Non ho il minimo controllo su ciò che mi sta accadendo. Sull’assurda passione per un individuo<br />
che, a questo punto, penserà che lo stia assediando. Sul matrimonio con un uomo che si prodiga<br />
per starmi vicino, ma che mi nasconde le sue debolezze e le sue vulnerabilità. Sull’insano desiderio<br />
di distruggere una donna incontrata una sola volta, con l’illusione che questo annichilirà i miei<br />
fantasmi interiori.<br />
Molti affermano che il tempo cancella ogni male: è assolutamente falso.<br />
In realtà, il tempo cancella soltanto le cose belle che vorremmo serbare per sempre. E ci dice:<br />
“Non illuderti, la realtà è questa.” Ecco perché dimentico presto ciò che leggo per risollevarmi il<br />
morale. Nella mia anima c’è un buco che drena tutta l’energia positiva, lasciando<br />
solo il vuoto. Conosco l’esistenza di quella voragine – sono mesi che convivo con essa –, ma ignoro<br />
il modo di sfuggire alla trappola.<br />
Jacob pensa che io abbia bisogno di una terapia di coppia. Il mio direttore mi considera una<br />
giornalista eccellente. I miei figli si sono accorti delle modificazioni del mio comportamento, ma<br />
non mi hanno detto niente. Mio marito ha capito il mio disagio solo quando, in quel ristorante, mi<br />
sono confidata con lui.<br />
Prendo l’iPad sul comodino. Moltiplico 365 per 70. Il risultato è 25.350: è la media dei giorni di vita<br />
di un individuo normale. Quanti ne ho sprecati ormai?<br />
Le persone che mi circondano non fanno che lamentarsi: “Lavoro otto ore al giorno e, se otterrò<br />
una promozione, dovrò lavorarne dodici”, “Da quando mi sono sposato, non ho più tempo per<br />
me”, “Ho cercato Dio, e mi ritrovo costretto ad andare a messe e cerimonie religiose.”<br />
Quello che si persegue con entusiasmo nell’adolescenza – amore, lavoro, fede – finisce per<br />
trasformarsi in un fardello estremamente pesante non appena si raggiunge l’età adulta.<br />
Esiste una sola maniera per sfuggire a questo sortilegio: attraverso l’Amore. Amare significa<br />
trasformare la schiavitù in libertà.<br />
Ma io, per ora, non sono capace di amare. Provo soltanto odio.<br />
E, per quanto assurdo possa sembrare, questo non dà alcun senso ai miei giorni.<br />
* * *<br />
Raggiungo il luogo dove Marianne tiene le lezioni di filosofia: un edificio che, con mia grande<br />
sorpresa, è situato all’interno dell’Ospedale Universitario di Ginevra. Mi domando se il corso<br />
pomposamente indicato nella sua biografia non sia un seminario extracurricolare, senza alcun<br />
valore accademico.<br />
Ho posteggiato l’auto davanti a un supermercato e, per arrivare fin qui, ho camminato per circa un<br />
chilometro: entrando, ho visto un complesso di edifici bassi al centro di un prato ancora verde,<br />
ingentilito dalla presenza di un laghetto, e un gran numero di frecce segnaletiche. In quell’area<br />
sorgono le sedi di vari dipartimenti che, sebbene sembrino avulsi l’uno dall’altro, possono<br />
tranquillamente essere definiti complementari: per esempio, la struttura per il ricovero<br />
ospedaliero degli anziani e la clinica che ospita gli individui affetti da turbe mentali. Il reparto<br />
psichiatrico è ospitato in una splendida costruzione dell’inizio del Novecento, e costituisce un<br />
centro di formazione d’eccellenza per neurologi, psicologi, psichiatri, psicoterapeuti e assistenti<br />
specializzati che arrivano da tutta l’Europa.<br />
Passo davanti a una struttura stranissima, che mi ricorda i tableaux dei riflettori installati al<br />
termine delle piste di atterraggio negli aeroporti. Per conoscere la sua utilità, devo leggere una<br />
targa posta accanto alla base. È una scultura intitolata Passaggio 2000, un’installazione di “musica<br />
visiva” costituita da dieci barriere di passaggi a livello equipaggiate con luci rosse. Mi domando se<br />
l’autore sia uno dei degenti del reparto psichiatrico ma, continuando nella lettura, scopro che si<br />
tratta dell’opera di una famosa scultrice.<br />
Rispettiamo l’arte, d’accordo. Ma nessuno mi dica che tutti gli artisti sono normali.