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vuoi dirci. È in una metropoli che devi cercare un parcheggio per la tua automobile: là hanno<br />
creato innumerevoli spazi proprio per questo.”<br />
Viviamo talmente isolati dal resto del mondo che crediamo ancora alla minaccia di una guerra<br />
nucleare. Nella Confederazione, ogni cittadino deve disporre di un posto in un rifugio antiatomico.<br />
Di recente, un deputato ha proposto di abrogare questa legge, ma il parlamento si è espresso in<br />
senso contrario: sì, probabilmente non ci sarà mai una guerra nucleare, ma esiste la minaccia delle<br />
armi chimiche, e il dovere dello stato è quello di proteggere tutti gli svizzeri. E così, si continuano a<br />
costruire costosissimi rifugi antiatomici ma, fintantoché l’Apocalisse resta soltanto un’ipotesi<br />
lontana, quei locali si trasformano in cantine e magazzini.<br />
Nonostante i nostri sforzi per continuare a essere un’isola di pace, quasi inviolabile per talune<br />
nefandezze<br />
del mondo, alcuni elementi maligni riescono a varcare la frontiera.<br />
Le droghe, per esempio.<br />
I vari governi si adoperano per reprimerne la vendita, ma spesso si disinteressano di chi compra.<br />
Pur vivendo in un paese ordinato e tranquillo, anche gli svizzeri sono stressati dal traffico, dalle<br />
responsabilità, dalle scadenze e dalle routine. Le droghe incentivano la produttività (la cocaina) e<br />
allentano la tensione (l’hashish). Per non dare un cattivo esempio al mondo con la loro<br />
liberalizzazione, ci adeguiamo, proibendo e tollerando nel contempo.<br />
Eppure, ogniqualvolta il problema della droga comincia ad assumere proporzioni importanti,<br />
“casualmente” qualche personaggio pubblico viene fermato per possesso di “sostanze<br />
stupefacenti”, per usare una definizione giornalistica. La notizia ha ampio risalto sui media, e<br />
quell’arresto dovrebbe fungere da esempio, scoraggiando i giovani dall’imboccare una simile<br />
strada e rassicurando la popolazione sul fatto che le autorità vigilano attentamente – e che chi<br />
infrange la legge, alla fine, paga sempre!<br />
Comunque, è qualcosa che capita al massimo una volta all’anno. Io, però, non credo che qualche<br />
personaggio importante decida di evadere dalla propria routine solo una volta ogni dodici mesi,<br />
recandosi nel sottopasso all’altezza del Ponte Mont-Blanc per fare acquisti da uno degli spacciatori<br />
che stazionano lì a qualsiasi ora del giorno e della notte. Se fosse così, i pusher sarebbero già<br />
spariti per mancanza di clienti.<br />
Arrivo sul posto. Ci sono numerose famigliole che passeggiano, ignorate dagli spacciatori. Quegli<br />
individui<br />
non creano fastidi, non si avvicinano a nessuno, tranne quando passa una coppietta di giovani che<br />
chiacchiera in una lingua straniera, o quando un distinto signore in giacca e cravatta percorre il<br />
sottopassaggio e torna indietro subito dopo, fissando negli occhi uno di loro.<br />
Gli passo davanti con andatura calma, sbuco di fronte a un chiosco, prendo un’acqua minerale e<br />
mi lamento per il freddo con un tizio che non ho mai visto, il quale non mi degna di una parola,<br />
immerso nel suo mondo. Decido di ritornare sui miei passi: gli spacciatori sono sempre lì. Cerco di<br />
stabilire un contatto visivo, ma c’è troppa gente – qualcosa di piuttosto raro. È ora di pranzo, e le<br />
persone dovrebbero essere sedute ai tavoli dei costosissimi ristoranti della zona, impegnate a<br />
concludere un affare o a sedurre la fanciulla arrivata in città alla ricerca di un impiego.<br />
Aspetto qualche minuto e ripasso per la terza volta. Di nuovo, mi sforzo per stabilire un contatto<br />
visivo: a un certo punto, un losco figuro mi fa un cenno con il capo, invitandomi a seguirlo. Non<br />
avrei mai immaginato di vivere una situazione simile, ma quest’anno è stato talmente diverso e<br />
assurdo che non mi stupisco più dei miei comportamenti.<br />
Fingo un’aria disinvolta e lo seguo.<br />
Camminiamo per due o tre minuti, fino al Giardino Inglese. Passiamo accanto a turisti che scattano<br />
foto davanti all’Orologio Fiorito, una delle attrattive della città. Superiamo la piccola stazione del