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Questo sarebbe l’incubo finale! Dover conversare, intrattenere gli ospiti, avere sempre un sorriso<br />
(forzato) sulle labbra, ascoltare disamine e opinioni sulla lirica e sul traffico e, alla fine, essere<br />
obbligata a rassettare la casa.<br />
“Durante il weekend, potremmo andare al parco dell’Haut Jura. È molto tempo che non facciamo<br />
una gita da quelle parti.”<br />
“Questo fine settimana ci sono le elezioni. E io sarò di turno al giornale.”<br />
Restiamo in silenzio. Per due volte, il cameriere è venuto a vedere se avevamo terminato di<br />
mangiare, ma le<br />
nostre pietanze erano intoccate. La seconda bottiglia di vino finisce presto. Immagino che ora mio<br />
marito stia pensando a un modo per aiutarmi: ‘Come devo comportarmi? Cosa posso fare per<br />
renderla felice?’ Niente. Niente, oltre a quello che fa già. Qualsiasi altra cosa – presentarsi con una<br />
scatola di cioccolatini o un mazzo di fiori ecc. – la considererei un eccesso di affetto, e ne sarei<br />
profondamente disturbata.<br />
Riprendiamo a parlare e giungiamo alla conclusione che nessuno dei due è in condizione di guidare<br />
per tornare a casa: dovremo lasciare l’auto nel parcheggio del ristorante e venire a riprenderla<br />
domani. Telefono a mia suocera, le chiedo di ospitare i bambini per la notte. Domattina presto, li<br />
andrò a prendere per accompagnarli a scuola.<br />
“Ma che cosa ti manca esattamente nella vita?”<br />
“Ti prego, non chiedermelo. Perché la risposta sarebbe: ‘Niente.’”<br />
Niente! Magari avessi dei problemi seri da risolvere. Non conosco nessuno che si trovi nella mia<br />
stessa situazione. Persino una mia amica, che per anni è stata depressa, si sta curando con<br />
successo. Io non penso di averne bisogno, perché non ho tutti i sintomi che mi ha descritto. In<br />
qualsiasi caso, mi rifiuto di affidarmi agli psicofarmaci, di entrare nel pericoloso mondo delle<br />
droghe legali. Quanto agli altri, possono essere irritabili, stressati, afflitti per una pena amorosa –<br />
e, in quest’ultimo caso, immaginare di essere depressi e di aver bisogno di medici e farmaci. Ma<br />
per me non è affatto così: penso che sia soltanto un cuore spezzato, qualcosa che accade dall’alba<br />
del mondo, da quando l’uomo ha scoperto quell’entità misteriosa che si chiama “Amore”.<br />
“Se non vuoi andare da un medico, perché non cerchi di documentarti sull’argomento?”<br />
“Ovviamente, l’ho già fatto. Ho speso moltissime ore consultando siti che si occupano di<br />
psicologia. Mi sono dedicata più assiduamente allo yoga. Non hai notato che i miei ultimi libri<br />
acquistati rivelano un cambiamento di gusti letterari? Hai forse pensato che i miei interessi si<br />
fossero indirizzati verso il lato spirituale delle cose?”<br />
No! Sto cercando una risposta che non trovo. Dopo aver letto una decina di libri intrisi di principi di<br />
saggezza, ho capito che non mi portavano da nessuna parte. Avevano un effetto immediato ma,<br />
appena li chiudevo, quelle regole non funzionavano più. Erano parole, frasi che descrivono un<br />
mondo ideale che probabilmente non esiste neppure per chi le ha concepite.<br />
“Ma adesso, qui, a cena, ti senti meglio?”<br />
“Sicuro. Ma non si tratta di questo. Io voglio sapere in chi mi sono trasformata. Ora sono così nel<br />
mio intimo, e ho un assoluto bisogno di comprendere.”<br />
Capisco che sta tentando disperatamente di aiutarmi, ma è smarrito quanto me. Insiste sui<br />
sintomi, e io gli ripeto che non è questo il problema, che ogni cosa può dirsi un sintomo. “Hai<br />
presente l’idea di un buco nero spugnoso?”<br />
“Vagamente.”<br />
“Ecco, è così.”<br />
Mi rassicura sul fatto che uscirò da questa situazione. Non devo giudicarmi. Non devo incolparmi<br />
per niente di ciò che mi sta accadendo. Lui è accanto a me.<br />
“Alla fine del tunnel c’è la luce.”