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Non ha importanza. Nei ristoranti, il cibo è sempre uguale: tanto burro, pietanze molto decorate e,<br />
visto che viviamo in una delle città più care del mondo, un prezzo esorbitante che non vale<br />
assolutamente il menù servito.<br />
Ma cenare fuori è un rito. Siamo accolti dal maître, che ci accompagna al “nostro” tavolo (lo<br />
sottolinea, anche se è da tempo che non mettiamo piede nel locale), ci domanda se desideriamo il<br />
solito vino (certo che sì) e ci porge il menù. Lo scorro dall’inizio alla fine,<br />
prima di scegliere il piatto di sempre. Anche mio marito opta per il tradizionale “Agnello arrosto<br />
con lenticchie”. Il maître torna per illustrarci le specialità del giorno: ascoltiamo educatamente,<br />
commentiamo con un paio di parole gentili e ordiniamo le nostre pietanze abituali.<br />
* * *<br />
Il primo bicchiere di vino – nessun esame meticoloso né assaggio rituale, visto che siamo sposati<br />
da dieci anni – finisce rapidamente, fra discorsi di lavoro e lamentele riguardo alla mancata visita<br />
dell’artigiano incaricato del controllo dell’impianto di riscaldamento di casa.<br />
“Come vanno gli articoli sulle elezioni di domenica prossima?” domanda mio marito.<br />
“Mi hanno assegnato un argomento che reputo particolarmente interessante: ‘La vita privata di un<br />
politico può essere giudicata dagli elettori?’ Il pezzo costituisce un approfondimento dell’articolo<br />
che era in prima pagina stamane, quello in cui si parlava del deputato ricattato dai nigeriani.<br />
L’opinione generale degli intervistati è: ‘Non ci riguarda. Non siamo come gli Stati Uniti, e questo è<br />
un motivo d’orgoglio.’”<br />
Chiacchieriamo di altri argomenti d’attualità: la percentuale di votanti è salita del 38% rispetto<br />
all’ultima elezione per il Consiglio Nazionale; gli autisti del TPG (Transports Publics Genevois) si<br />
lamentano per i turni pesanti, ma sono contenti del loro lavoro; una donna è stata investita<br />
mentre attraversava sulle strisce pedonali; un treno ha deragliato, bloccando la circolazione<br />
ferroviaria per oltre due ore, e altre futilità del genere.<br />
Mi verso un secondo bicchiere di vino, senza aspettare l’antipasto offerto dalla casa e senza<br />
domandare a mio marito com’è andata la sua giornata. Lui ha ascoltato con espressione<br />
interessata tutti i miei racconti. A questo punto, si starà domandando perché siamo qui.<br />
“Oggi mi sembri allegra,” dice, dopo che il cameriere ci ha servito la portata principale.<br />
All’improvviso, mi rendo conto che sto parlando ininterrottamente da venti minuti. “È successo<br />
qualcosa di speciale?”<br />
Se mi avesse fatto questa domanda il giorno in cui sono stata al Parc des Eaux-Vives, sarei arrossita<br />
e avrei elencato la lista di scuse che mi ero preparata. E invece non ho niente da nascondere: la<br />
giornata è trascorsa nel solito tran tran, nonostante io mi sia sforzata di convincermi che sono<br />
molto importante per il mondo.<br />
“Allora, di che cosa volevi parlarmi?”<br />
Mi preparo a confessare tutto, e porto alle labbra il terzo bicchiere di vino. A quel punto si avvicina<br />
il maître, cogliendomi di sorpresa mentre sto per saltare nell’abisso. Scambiamo qualche parola<br />
senza importanza: preziosi momenti della mia vita vengono sprecati fra gentilezze reciproche.<br />
Mio marito ordina un’altra bottiglia di vino. Dopo averci augurato buon appetito, l’uomo si<br />
allontana per andare a prenderla. È allora che comincio:<br />
“Mi dirai che ho bisogno di un medico. Be’, non è così. Rispetto tutti gli impegni e non mi sottraggo<br />
alle varie incombenze, in casa e al lavoro. Ma da alcuni mesi sono triste…”<br />
“Be’, francamente ne sono stupito. Ti ho appena detto che mi sembri più allegra.”<br />
“Certo. La mia tristezza è ormai diventata una routine: non la nota più nessuno. Sono felice di<br />
avere qualcuno con cui parlarne. Comunque, ciò che voglio dirti non riguarda affatto la mia<br />
apparente allegria. Non riesco più a dormire bene. Mi sento egoista. Cerco di far colpo sugli altri,<br />
come se fossi ancora una bambina. Mi rifugio in bagno a piangere, senza alcun motivo. Negli ultimi<br />
mesi, ho fatto l’amore con trasporto soltanto una volta – e tu sai perfettamente quando è