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Fino a quando Jacob non riesce a trovare le parole giuste:<br />
“Come avrai notato, ti ho chiesto se eri felice perché mi sono riconosciuto in te. I simili si<br />
attraggono. È possibile che non sia stato lo stesso per te, ma non importa. Forse sei mentalmente<br />
esaurita e vivi nel convincimento che i tuoi problemi – inesistenti: sì, lo sai perfettamente che non<br />
esistono – ti stanno prosciugando ogni energia.”<br />
Ricordo di aver avuto il medesimo pensiero durante il nostro pranzo: le anime in pena si<br />
riconoscono e si attraggono per spaventare i vivi.<br />
“Provo la stessa sensazione,” continua. “Con la differenza che i miei problemi sono forse più<br />
concreti. Comunque, mi sorprendo a odiarmi per non essere riuscito a risolvere questa o quella<br />
faccenda, giacché dipendo dall’approvazione di molte altre persone. E questo mi fa sentire inutile.<br />
Ho pensato di ricorrere all’aiuto di un medico, di uno specialista, ma mia moglie si è detta<br />
contraria. Ha affermato che, se qualcuno lo scoprisse, la mia carriera potrebbe esserne rovinata.<br />
Le ho dato ragione.”<br />
E così, parla di queste cose con la moglie. Forse stasera lo farò anch’io con mio marito. Anziché<br />
andare in discoteca, potrei sedermi di fronte a lui e raccontargli tutto. Come reagirebbe?<br />
“Naturalmente ho compiuto molti errori. Adesso mi sto sforzando di guardare il mondo con occhi<br />
diversi, ma non funziona. Quando trovo qualcuno come te – credimi, ho incontrato tantissime<br />
persone che vivono in una condizione analoga –, cerco di avvicinarmi e studiare il modo in cui sta<br />
affrontando il problema. Ho bisogno di aiuto, e questa è l’unica maniera per ottenerlo. Capisci?”<br />
Ecco di che cosa si tratta veramente, allora. Non è sesso, né una grande avventura romantica che<br />
rischiari i grigi pomeriggi di Ginevra. È soltanto una terapia di sostegno, pressoché identica a quella<br />
riservata agli alcolisti e ai tossicodipendenti.<br />
Mi alzo.<br />
Guardandolo negli occhi, gli dico che, in realtà, sono molto felice e gli consiglio di rivolgersi a uno<br />
psichiatra. La moglie non può controllare ogni scelta della sua vita. Inoltre, nessuno lo verrebbe a<br />
sapere – esiste il segreto<br />
professionale. Gli racconto della mia amica che, dopo aver seguito una cura a base di<br />
psicofarmaci, è guarita. Vuole davvero passare il resto della vita scontrandosi con il fantasma della<br />
depressione solo per essere rieletto? È questo che desidera per il suo futuro?<br />
Jacob si guarda intorno, alla ricerca di qualcuno in ascolto. Qualche momento prima, l’ho fatto<br />
anch’io, pur sapendo che eravamo soli – a parte qualche spacciatore nella zona nord del parco,<br />
dietro il ristorante: gente che non ha alcun interesse ad avvicinarci.<br />
Non riesco a fermare il flusso delle mie parole. Ascoltando me stessa, frase dopo frase, mi rendo<br />
conto che mi sto aiutando. Gli dico che la negatività si autoalimenta. Che deve cercare un’attività<br />
che gli dia una qualche gioia – andare in barca a vela o al cinema, oppure leggere.<br />
“Non si tratta di questo. Non mi hai capito.” Sembra disorientato dalla mia reazione.<br />
“E invece ti ho capito, sì. Quotidianamente recepiamo migliaia di informazioni: manifesti in cui<br />
adolescenti truccate si fingono donne mature e offrono prodotti miracolosi per una bellezza<br />
eterna; storie strabilianti, come quella di una coppia di anziani che ha scalato l’Everest per<br />
festeggiare l’anniversario di matrimonio; pubblicità di nuovi e rivoluzionari attrezzi per il<br />
massaggio; espositori stipati di prodotti per dimagrire all’interno delle farmacie; film che<br />
diffondono un’idea falsa dell’esistenza; libri che promettono risultati fantastici in svariati campi;<br />
programmi di sedicenti esperti che consigliano i modi migliori per fare carriera o raggiungere la<br />
pace interiore. E tutto questo ci fa sentire vecchi, sfiancati da una vita ovvia e insulsa, mentre la<br />
pelle diventa flaccida, i chili si accumulano, e noi siamo costretti a reprimere le emozioni e i<br />
desideri, perché non rientrano in quella che viene definita ‘maturità’.<br />
“Devi selezionare le informazioni che ti arrivano. Metterti uno schermo sugli occhi e un filtro sulle<br />
orecchie, e far entrare soltanto ciò che non ti affligge – a buttarti giù, basta la quotidianità. Credi