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adulterio - paulo coelho

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Perché non riesco a controllarmi e a smettere di pensare a Jacob? In definitiva, lui non ha mai<br />

lasciato intendere di desiderare altro che una persona con la quale parlare di Saturno e<br />

delle frustrazioni che, prima o poi, tutti gli adulti sono costretti a fronteggiare.<br />

Non mi sopporto più. La mia esistenza sembra un film in cui la medesima scena si ripete<br />

all’infinito.<br />

Quando frequentavo la facoltà di giornalismo, ho seguito alcune lezioni di psicologia. In una di<br />

esse, il professore – un uomo piuttosto interessante, tanto in aula quanto a letto – disse che<br />

durante un’intervista un qualsiasi soggetto passerà invariabilmente attraverso cinque fasi: difesa,<br />

esaltazione di sé, autostima, confessione e… tentativo di accomodare la situazione.<br />

Nella mia vita, senza bisogno di essere intervistata, sono passata subito dall’autostima alla<br />

confessione. Comincio a dire a me stessa cose che sarebbe meglio che rimanessero nascoste.<br />

Per esempio: il mondo si è fermato.<br />

Non solo il mio, ma quello di tutti coloro che mi circondano. Quando ci incontriamo con gli amici,<br />

parliamo sempre dei soliti argomenti e delle stesse persone. Sembrano conversazioni nuove, ma<br />

costituiscono soltanto uno spreco di tempo ed energia. Ci sforziamo di dimostrare che la vita<br />

continua a essere interessante.<br />

Tutti si adoperano per controllare la propria infelicità. Non solo Jacob e io ma, con ogni<br />

probabilità, anche mio marito: la differenza consiste nel fatto che non lo manifesta.<br />

Nella pericolosa fase di confessione in cui mi trovo, queste cose cominciano ad apparire evidenti.<br />

Non mi sento sola, no. Sono circondata di persone che vivono i miei stessi problemi, e tutte<br />

fingono che la loro vita scorra pacifica e serena. Proprio come me. Come il mio<br />

vicino. E, probabilmente, come il mio direttore e l’uomo che dorme al mio fianco.<br />

Dopo una certa età, si inizia a indossare una maschera fatta di sicurezze e buonsenso. Con il<br />

tempo, essa si appiccica al viso, ed è impossibile rimuoverla.<br />

Da bambini, impariamo che se piangiamo, riceviamo affetto, e se mostriamo di essere tristi,<br />

otteniamo consolazione. Se non riusciamo a convincere con il sorriso, di sicuro ciò accadrà con le<br />

lacrime.<br />

Ma ormai non piangiamo più – tranne in bagno, dove nessuno ci vede o ci ascolta – né sorridiamo,<br />

se non ai nostri figli. Non manifestiamo i nostri sentimenti perché gli altri potrebbero giudicarci<br />

vulnerabili e approfittarsene.<br />

Dormire è il miglior rimedio.<br />

* * *<br />

Il giorno stabilito, mi incontro con Jacob. Stavolta sono io a scegliere il posto, e ci ritroviamo nel<br />

bellissimo, ma poco curato, Parc des Eaux-Vives, dove un altro pessimo ristorante beneficia delle<br />

sovvenzioni dell’amministrazione municipale.<br />

Mi è capitato di pranzare lì con un corrispondente del “Financial Times”. Come aperitivo,<br />

ordinammo due Martini, ma il cameriere ci servì del vermouth Cinzano.<br />

Nessun pranzo, per il mio incontro con Jacob – solo panini a un tavolo sul prato. Lui può fumare<br />

tranquillamente, giacché abbiamo una visione privilegiata di quello che ci circonda. Possiamo<br />

vedere chi viene e chi va. Ho deciso di mostrarmi immediata e sincera: dopo<br />

le frasi di circostanza (il tempo, il lavoro, “Com’è andata in discoteca?”, “Ci vado stasera”), gli<br />

domando subito se lo stanno ricattando per via di… Di una relazione extraconiugale.<br />

Non appare sorpreso. Vuole soltanto sapere se sta parlando con la giornalista o con l’amica.<br />

Con la giornalista, per ora. Se mi conferma la faccenda, posso assicurargli che il giornale lo<br />

sosterrà. Non pubblicheremo alcunché riguardo alla sua vita privata, ma ci scateneremo contro i<br />

ricattatori.

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