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adulterio - paulo coelho

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assaggio, facevano roteare piano il calice, ne osservavano il contenuto in controluce, lo<br />

annusavano, lo assaporavano, lo deglutivano e, alla fine, approvavano con un cenno del capo.<br />

Dopo avere assistito a questa scena un’infinità di volte, decisi di cambiare ambiente e cominciai a<br />

frequentare i nerds, quelli socialmente esclusi dalle comitive universitarie. Al contrario dei<br />

degustatori di vino prevedibili e superficiali, i nerds erano autentici e non si impegnavano<br />

minimamente per far colpo su di me. Parlavano di argomenti che io non potevo comprendere.<br />

Pensavano, per esempio, che fosse obbligatorio conoscere almeno il termine “Intel”, “visto che è<br />

scritto su tutti i computer”. Io non ci avevo mai prestato attenzione.<br />

I nerds mi facevano sentire un’ignorante totale, una ragazza senza attrattiva, e si interessavano più<br />

alla pirateria in internet che al mio seno e alle mie gambe. Così finii per tornare alla sicurezza dei<br />

degustatori di vino. Fino a quando incontrai un giovane che non tentava di impressionarmi con il<br />

suo gusto sofisticato né mi faceva sentire una scema con discorsi su pianeti misteriosi, hobbit e<br />

software che cancellano le tracce delle pagine web visitate. Dopo alcuni mesi di frequentazione,<br />

durante i quali visitammo più di cento paesini intorno al lago di Ginevra, mi chiese di sposarlo.<br />

Accettai all’istante.<br />

Domando a Jacob se conosce qualche discoteca, perché sono anni che ho abbandonato la vita<br />

notturna di Ginevra – “vita notturna”, si fa per dire – e ho voglia<br />

di andare a ballare e a bere qualcosa. Gli brillano gli occhi.<br />

“Non ho tempo per queste cose. Sono onorato dell’invito ma, come sai, oltre a essere sposato,<br />

non posso mostrarmi in giro con una giornalista. Direbbero che le sue notizie sono…”<br />

“… Tendenziose?”<br />

“Esatto: tendenziose.”<br />

Decido di proseguire in quel piccolo gioco di seduzione che mi ha sempre divertito. Cos’ho da<br />

perdere? Ormai conosco tutte le strade, le scappatoie, le trappole e gli obiettivi.<br />

Gli chiedo di raccontarmi qualcos’altro di lui e della sua vita privata. In fin dei conti, gli spiego, non<br />

sono qui come giornalista, ma come donna ed ex fidanzatina dell’adolescenza.<br />

Carico d’enfasi la parola “donna”.<br />

“Io non ho una vita privata,” dice. “Purtroppo non posso averne una. Ho scelto una carriera che mi<br />

ha trasformato in un automa. Tutto ciò che dico è monitorato, vagliato, discusso, pubblicato.”<br />

Non è proprio così, ma la sua sincerità è disarmante. Sta mostrandosi disponibile: vuole scoprire in<br />

quale campo si sta avventurando e fin dove si può spingere con me. Accenna al fatto che è<br />

“infelice nel matrimonio”: è ciò che fanno tutti gli uomini, dopo aver saggiato il vino ed essersi<br />

profusi in spiegazioni sul loro potere.<br />

“Negli ultimi due anni ho vissuto alcuni mesi di gioia e altri di sfide ma, per la maggior parte del<br />

tempo, ho dovuto occuparmi della mia carica, sforzandomi di compiacere i vari postulanti per<br />

essere rieletto. Sono<br />

stato costretto ad abbandonare tutti gli svaghi e le attività piacevoli – come andare a ballare con<br />

te, per esempio. Ormai mi è negato persino trascorrere qualche ora ascoltando musica, fumare o<br />

fare qualsiasi altra cosa che possa venire giudicata inopportuna.”<br />

“Stai esagerando! Nessuno è interessato in un modo così morboso alla tua vita privata.”<br />

“Mah, tutto è dovuto al ritorno di Saturno. Ogni ventinove anni, il pianeta torna nel punto in cui si<br />

trovava quando siamo nati.”<br />

“Il ritorno di Saturno?”<br />

Jacob si rende conto di aver parlato troppo e dice che forse sarebbe meglio se tornassimo al<br />

lavoro.<br />

No. Il mio ritorno di Saturno si è già verificato, e adesso ho bisogno di sapere esattamente che<br />

cosa significa. Allora lui improvvisa una lezione di astrologia: Saturno impiega ventinove anni per<br />

tornare nel punto in cui si trovava il giorno della nostra nascita. Fino a quel momento, pensiamo

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