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adulterio - paulo coelho

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Faccio un bagno e poi mi distendo al suo fianco; gli sfilo il tablet dalle mani e lo poso sul comodino.<br />

Comincio ad accarezzarlo sul petto, e subito si eccita. Era molto tempo che non facevamo sesso<br />

così. Quando i miei gemiti aumentano d’intensità, mi chiede di controllarmi per non svegliare i<br />

bambini: gli rispondo che sono stufa di controllarmi, che voglio poter esprimere ciò che sento.<br />

Ho una serie di orgasmi multipli. Mio Dio, amo da morire l’uomo che sta al mio fianco! Alla fine,<br />

siamo esausti e sudati. Decido di fare un altro bagno. Lui mi accompagna e inizia a scherzare,<br />

dirigendo il getto<br />

d’acqua della doccia sul mio sesso. Gli chiedo di smetterla perché è tardi e sono davvero stanca:<br />

dobbiamo dormire e, se continuerà, finirà per eccitarmi di nuovo.<br />

Mentre ci asciughiamo a vicenda, gli chiedo di portarmi in discoteca: quella richiesta è il tentativo<br />

di cambiare a ogni costo il mio modo di affrontare le giornate. Forse in quel momento mio marito<br />

incomincia a sospettare che nascondo qualcosa.<br />

“Domani?”<br />

“Domani non posso. Ho la lezione di yoga.”<br />

“Ah! A proposito, posso farti una domanda diretta?”<br />

Il mio cuore si ferma. Lui prosegue:<br />

“Per quale motivo prendi lezioni di yoga? Sei una donna così calma, in armonia con te stessa, e sai<br />

perfettamente che cosa vuoi. Non ti pare di perdere tempo?”<br />

Il mio cuore ricomincia a battere. Non rispondo. Mi limito a sorridere; poi gli accarezzo il viso.<br />

* * *<br />

Mi butto sul letto, chiudo gli occhi e, prima di addormentarmi, penso: ‘Forse sto attraversando la<br />

tipica crisi della persona sposata da molto tempo. Passerà.<br />

‘Nessuno può essere sempre felice: è pressoché impossibile. Nella vita si deve imparare ad<br />

affrontare la realtà.<br />

‘Cara depressione, non ti avvicinare. Non infastidirmi. Trova qualcuno che abbia più motivi di me<br />

per guardarsi allo specchio e dire: »Che vita inutile.« Che<br />

tu lo voglia o no, io conosco un modo infallibile per sconfiggerti.<br />

‘Depressione cara, con me stai perdendo il tuo tempo.’<br />

* * *<br />

L’incontro con Jacob König si svolge esattamente come immaginavo. Andiamo alla Perle du Lac, un<br />

ristorante costoso in riva al lago – un tempo era un locale ottimo, ma oggi gode delle sovvenzioni<br />

dell’amministrazione municipale, e… E, nonostante la cucina di bassissimo livello, continua a<br />

essere caro. Avrei potuto stupirlo con il ristorante giapponese appena scoperto, ma so che mi<br />

avrebbe giudicata una donna con gusti pessimi: per talune persone l’ambiente è più importante<br />

del cibo.<br />

Quasi subito mi rendo conto di aver preso la decisione giusta. Jacob si adopera per dimostrarmi<br />

che è un profondo conoscitore di vini, valutando il “bouquet”, la “tessitura”, la “lacrima”, cioè<br />

quella traccia dall’aspetto oleoso che scivola sulla parete del bicchiere. In altre parole, mi vuole<br />

comunicare che è cresciuto, non è più il ragazzino dei tempi della scuola: ha imparato molto, si è<br />

fatto strada nella vita e adesso conosce il mondo, i vini, la politica, le donne e… le sue ex<br />

fidanzatine.<br />

Quante stupidaggini! Nasciamo e moriamo con un brindisi, bevendo vino. Sappiamo distinguerne<br />

uno buono da uno cattivo – ma questo è tutto!<br />

Ma fino a quando conobbi mio marito, tutti gli uomini che avevo incontrato – e che si ritenevano<br />

affascinanti ed educati – consideravano la scelta del vino il<br />

loro momento di gloria solitaria. Si comportavano in modo identico: con un’espressione<br />

meditabonda, annusavano il tappo, leggevano l’etichetta, chiedevano al cameriere di versarne un

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