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adulterio - paulo coelho

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Lascio l’auto in un parcheggio – “Usate i mezzi pubblici per andare in centro! Non inquinate<br />

l’ambiente!” –, prendo il solito autobus e, lungo il percorso fino al lavoro, mi ritrovo a osservare<br />

cose che ho già visto migliaia di volte. Ginevra non sembra affatto cambiata da quando ero una<br />

bambina: le vecchie case padronali resistono a stento, soffocate dai palazzi costruiti con<br />

l’autorizzazione di qualche sindaco folle che aveva scoperto la “nuova architettura” negli anni<br />

cinquanta.<br />

Ogni volta che mi trovo all’estero, avverto la mancanza di tutto ciò. Di questo scenario privo di alte<br />

torri di vetro e acciaio e di superstrade, ma segnato dalle radici degli alberi che crepano il cemento<br />

dei marciapiedi e fanno inciampare i passanti; dai giardini pubblici con misteriose aiuole delimitate<br />

da assi di legno nelle quali germogliano mille varietà di erbe spontanee, perché “la natura è così”…<br />

Insomma, Ginevra è una città molto diversa da tutte le altre che si sono modernizzate e hanno<br />

perduto il loro fascino.<br />

Qui si dice ancora “Buongiorno” quando si incrocia uno sconosciuto lungo la strada, e<br />

“Arrivederci” quando si esce da un negozio dopo aver acquistato una bottiglia di acqua minerale,<br />

pur non avendo la minima intenzione di tornarci. Sull’autobus si chiacchiera amichevolmente con<br />

gli altri viaggiatori, anche se il resto del mondo immagina che gli svizzeri siano un popolo taciturno<br />

e riservato.<br />

Che grande equivoco! Ma, in fondo, è un fatto positivo che il mondo ci veda così, perché in tal<br />

modo riusciremo a preservare il nostro stile di vita almeno per altri cinque o sei secoli, prima che i<br />

nuovi barbari valichino ancora le Alpi con i loro meravigliosi equipaggiamenti elettronici, con gli<br />

appartamenti dalle stanze minuscole e dai salotti enormi per far colpo sugli invitati, con le donne<br />

sempre truccate in maniera pesante, con gli uomini che parlano a voce altissima, disturbando i<br />

vicini, e con gli adolescenti che si vestono da ribelli, ma tremano di paura per i commenti e i giudizi<br />

dei genitori.<br />

Lasciamo tranquillamente che il mondo pensi che produciamo solo formaggio, cioccolato e<br />

orologi. Che creda che a Ginevra sorga una banca a ogni angolo di strada. Non siamo affatto<br />

interessati a cambiare questa percezione. Viviamo felicemente senza l’invasione dei nuovi barbari.<br />

Siamo armati fino ai denti – poiché il servizio militare è obbligatorio, in tutte le case svizzere c’è un<br />

fucile –, eppure è piuttosto raro che qualcuno spari a un altro. Viviamo felici senza cambiare nulla<br />

da secoli. Rivendichiamo l’orgoglio di esserci mantenuti neutrali quando l’Europa intera ha<br />

mandato a morire i propri figli in guerre senza senso. Non dover giustificare a nessuno l’aspetto<br />

assai poco attraente di Ginevra, con i suoi caffè di fine Ottocento e le anziane signore che<br />

passeggiano nelle vie cittadine, ci procura una sorta di piacere particolare.<br />

“Viviamo felicemente” forse è un’affermazione falsa. Tutti sono felici, tranne me, che in questo<br />

momento mi sto recando al lavoro e mi domando che cosa ci sia di sbagliato nella mia persona.<br />

* * *<br />

Un altro giorno e, come sempre, al giornale ci si adopera per reperire notizie interessanti, qualcosa<br />

che vada al di là del solito incidente automobilistico, della rapina (non a mano armata) e<br />

dell’incendio (sul luogo si stanno dirigendo decine di mezzi con personale altamente qualificato,<br />

operatori preparatissimi che entrano nel vecchio appartamento dove il fumo di un arrosto<br />

dimenticato nel forno ha messo in allarme un intero isolato).<br />

Poi, di nuovo un ritorno a casa, il piacere di cucinare, la tavola apparecchiata e la famiglia riunita<br />

intorno a essa, a ringraziare Dio per il cibo che riceve. E un’altra sera nella quale, dopo cena, prima<br />

di andare a coricarsi, ciascuno ha un compito preciso: il padre aiuta i figli a fare i compiti, la madre<br />

pulisce la cucina, rassetta la casa e prepara la busta con i soldi per la domestica che arriverà<br />

domattina presto.<br />

Durante questi mesi, in alcuni momenti mi sono sentita molto bene. Rifletto, e mi dico che la mia<br />

vita non è priva di un senso, che quelli sono davvero i ruoli degli esseri umani sulla Terra. I bambini

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