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due o tre volte, il mese scorso – se, a letto, lui mi posasse una mano sulla coscia, la facesse<br />
scivolare lentamente verso l’alto e cominciasse a toccarmi. Sono in grado di fingere un orgasmo –<br />
l’ho già fatto in passato –, ma non posso impormi di eccitarmi.<br />
Dovrei dirgli che mi sento stanchissima e lui, senza lasciar trasparire la sua irritazione e il suo<br />
fastidio, mi darebbe un bacio; quindi si volterebbe dall’altra parte, scorrerebbe le ultime notizie<br />
sul tablet e rinvierebbe gli approcci al giorno dopo. E, a quel punto, sarei io a dover sperare che<br />
fosse stanco, troppo stanco.<br />
Ma non può essere sempre così. Di tanto in tanto, bisogna che sia io a prendere l’iniziativa. Non<br />
posso respingerlo per due sere di seguito, altrimenti finirà per cercarsi un’amante, e io non voglio<br />
che ciò accada: non voglio assolutamente perderlo. Masturbandomi qualche momento prima del<br />
suo arrivo, riesco a eccitarmi – e questo mi permette di cedere alle sue avances senza dover<br />
fingere. Tutto torna alla normalità.<br />
“Tutto torna alla normalità” significa che niente sarà più come prima, come all’epoca in cui<br />
rappresentavamo ancora un mistero l’uno per l’altra.<br />
Penso che mostrare il medesimo ardore degli inizi dopo dieci anni di matrimonio sia<br />
un’aberrazione. E ogni volta che fingo un orgasmo, nel mio intimo mi sento un po’ morire. Un po’?<br />
Credo che mi stia svuotando più rapidamente di quanto reputassi possibile.<br />
Le mie amiche dicono che sono una donna fortunata quando racconto loro, mentendo, che mio<br />
marito e io facciamo l’amore piuttosto spesso: d’altronde, anch’esse non sono sincere quando<br />
affermano di non sapere come i loro compagni riescano a conservare un grande interesse per i<br />
rapporti intimi. Sostengono che, nel matrimonio, il sesso è interessante solo nei primi cinque anni<br />
e che, dopo, ci vuole un po’ di “fantasia”. Chiudere gli occhi e immaginare che sia il tuo vicino a<br />
cavalcarti, facendo cose che tuo marito non oserebbe neppure pensare. Oppure sognare di essere<br />
posseduta contemporaneamente da entrambi, oggetto di ogni perversione possibile e di mille<br />
giochi proibiti.<br />
* * *<br />
Oggi, quando sono uscita per accompagnare i bambini a scuola, mi sono fermata a guardare il<br />
vicino. Non ho mai immaginato di fare l’amore con lui – preferisco fantasticare su un giovane<br />
cronista che lavora nella mia redazione e ha l’aria di vivere in uno stato di perenne sofferenza e<br />
solitudine. Non l’ho mai visto corteggiare una ragazza: forse il suo fascino risiede proprio in<br />
questo. Tutte le mie colleghe hanno affermato che gli piacerebbe “occuparsi di quel povero<br />
ragazzo”. Io credo che lui ne sia perfettamente consapevole, ma si accontenti di essere soltanto un<br />
oggetto del desiderio, niente di più. Forse prova il mio stesso timore: la paura terribile di fare un<br />
passo in avanti e rovinare tutto – il suo lavoro, la sua famiglia, la sua vita passata e quella futura.<br />
Ma, insomma… Stamattina, guardando il mio vicino, ho avvertito una tremenda voglia di piangere.<br />
Stava lavando la macchina e io ho pensato: ‘Ecco un’altra persona simile a mio marito e a me. Un<br />
giorno, ci ritroveremo a fare questo genere di cose. I figli saranno cresciuti e avranno deciso di<br />
trasferirsi in un’altra città o, magari, in un altro paese; noi saremo in pensione e ci occuperemo del<br />
lavaggio dell’automobile, pur potendo pagare qualcuno per farlo al posto nostro. Eppure, dopo<br />
una certa età, è importante passare il tempo impegnandosi in attività semplici, per dimostrare al<br />
prossimo l’ottimo funzionamento del proprio corpo, la lucidità riguardo alla nozione del denaro e<br />
l’umiltà indispensabile per svolgere determinati lavori.’<br />
Non penso che una macchina pulita possa cambiare la visione del mondo, eppure… Eppure<br />
stamane sembrava che quell’attività fosse l’unica cosa importante per il mio vicino. Il quale mi ha<br />
rivolto un caloroso “Buongiorno”, ha sorriso e si è rituffato nel lavoro, come se si stesse<br />
occupando di una scultura di Rodin.<br />
* * *