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Formia: Torre di Castellone<br />
IL COMITATO<br />
ORGANIZZATORE<br />
IL DIRIGENTE SCOLASTICO<br />
Prof.re Pasquale Gionta<br />
I DOCENTI:<br />
Prof.ssa Dorotea Forte<br />
Prof.ssa Ada Filosa<br />
Prof.ssa Eleonora Merolla<br />
Prof.ssa Alessandra Pimpinella<br />
Veduta di Mola e della rada di Gaeta (1790 - F. Hackert)<br />
Formia: Tomba di Cicerone<br />
Si ringraziano per il contributo<br />
e la collaborazione:<br />
-Provincia di Latina<br />
-Comune di Formia<br />
-Banca Popolare di Fondi<br />
-Rotary Club di Formia e Gaeta<br />
-Associazione ex studenti del Liceo<br />
-Associazione Inner Wheel di Formia<br />
-Casa Editrice Zanichelli
“Talis hominibus fuit oratio qualis vita”<br />
(Seneca, Epist. ad Lucilium 114,1)<br />
Presentazione del Dirigente scolastico<br />
VII edizione del Certamen Vitruvianum<br />
«Labor omnia vicit improbus»: così Virgilio nel primo libro delle<br />
Georgiche, a sottolineare come l’applicazione costante e tenace abbia<br />
quale esito, persino ovvio, il superamento di qualsivoglia cimento<br />
l’uomo si trovi ad affrontare. Con questa ispirazione si apre la VII<br />
edizione del Certamen Vitruvianum Formianum del Liceo classico del<br />
nostro Istituto, e c’è da credere che l’antica simbologia del numero<br />
sette possa essere di buon auspicio per il suo svolgimento.<br />
L’elenco dei ringraziamenti non è, in questo caso, un rituale<br />
esercizio retorico, bensì la consapevolezza che, senza l’intervento<br />
attivo e il contributo fattivo di enti locali (Provincia e Comune), istituto<br />
di credito, casa editrice, associazioni amiche, e senza il prodigarsi<br />
appassionato dei docenti del Liceo che curano l’iniziativa fin dagli<br />
esordi, questa edizione del Certamen (come, del resto, quelle<br />
precedenti) non avrebbe visto la nascita.<br />
Alla fine degli anni ’30 del secolo scorso, lo storico olandese Johan<br />
Huizinga, in un suo pregevole studio, Homo ludens, ci ha insegnato che<br />
«la cultura sorge in forma ludica» e, ancora, che «la relazione fra<br />
cultura e gioco è da ricercarsi soprattutto nelle forme superiori del<br />
gioco sociale», giacché il solo gioco collettivo è fertile per la cultura,<br />
anzi ne è funzione creatrice. Per cui, l’augurio che ci viene naturale<br />
formulare ai giovani che gareggeranno sulla prosa scientifica di<br />
Vitruvio <strong>Pollione</strong>, eponimo del Liceo che li ospita, è che sappiano<br />
felicemente coniugare il ludus huizinghiano (qui nella sua variante di<br />
competizione “sub specie certaminis”) con il labor virgiliano.<br />
Perché anche in una gara che ha come suo strumento di eccellenza<br />
una lingua, il latino, che, con la società e la letteratura di cui è indizio<br />
sintetico, costituisce il fondamento della nostra identità, nazionale ed<br />
europea, è forse possibile cogliere un frammento della vita, aprire uno<br />
sguardo sul mondo.<br />
Il Dirigente scolastico<br />
Prof. Pasquale Gionta<br />
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4<br />
Liceo Classico “Vitruvio <strong>Pollione</strong>” - Formia<br />
INTERVENTO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO, PROF. PASQUALE<br />
GIONTA, IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DI PREMIAZIONE<br />
DELLA VII EDIZIONE DEL CERTAMEN VITRUVIANUM.<br />
A chiusura di questi tre giorni e in occasione della cerimonia di premiazione dei vincitori<br />
del VII Certamen Vitruvianum, sento il bisogno di fare una premessa e, nel contempo,<br />
tentare un primo provvisorio bilancio e offrire alcune brevi riflessioni sul possibile<br />
futuro di questa iniziativa del nostro Liceo giunta alla sua settima edizione. La<br />
premessa può forse apparire superflua, ma io la avverto come doverosa. A fronte del<br />
proliferare, sul territorio nazionale, di certamina (e di agònes), durante i quali giovani<br />
contendenti si affrontano utilizzando come armi incruente della disputa le antiche<br />
lingue di Roma e di Atene, c’è da parte di taluno (e c’è stato anche in questa occasione)<br />
l’interrogativo – posto in termini a volte spocchiosi – sulla validità di una simile<br />
performance ritenuta inutile e anacronistica, altre essendo le esigenze di un confronto<br />
formativo per studenti del terzo millennio.<br />
A parte l’ovvia considerazione che dovrebbe rientrare tra i compiti precipui di un<br />
Liceo classico costruire occasioni di incontro, anche (per non dire, soprattutto) “ludico”,<br />
sulle discipline che costituiscono l’ossatura principale del proprio cursus studiorum,<br />
è appena il caso di ricordare come, per secoli, dopo l’Umanesimo, il latino è<br />
stato la materia più importante del curricolo e la sua supremazia è continuata per moltissimo<br />
tempo. Sul latino – la lingua e la letteratura e, più in generale, la cultura di cui<br />
la lingua è tramite essenziale – sono state e sono tuttora forse più frequenti le controversie<br />
per una ragione banale, ma importante, da rammentare: la cultura che si esprimeva<br />
in latino è l’asse portante della storia europea occidentale in tutte le sue manifestazioni<br />
principali: filosofia, religione, diritto, letteratura, scienze; e di conseguenza<br />
delle istituzioni deputate a trasmettere questa cultura: università e scuole; e di altre<br />
ancora: chiese, tribunali, editoria. Se mai un canone c’è stato nella cultura occidentale,<br />
il latino era al suo centro. Le altre discipline dovevano argomentare il loro ruolo,<br />
all’interno di questo canone, ergo nei programmi scolastici.
Nella seconda metà del Novecento il canone culturale è apparso sempre meno scontato:<br />
con l’avvento e il successo delle scienze naturali, delle tecnologie, delle scienze<br />
economiche e umane, con il confronto tra la cultura europea e nordamericana, figlia<br />
di quella europea ma divenuta autonoma, e in virtù anche dell’affermazione delle culture<br />
non occidentali, la stessa lingua internazionale dei dotti è diventata l’inglese. Si<br />
è così sviluppato nel tempo, anche in Italia, un dibattito pro e contro il latino in cui le<br />
parti si sono rovesciate: se è difficile contestare l’opportunità di insegnare più lingue<br />
straniere o più matematica o qualche abilità pratica (e non si può che essere concordi<br />
su questa tesi), è sembrato, invece, più facile decretare l’obsolescenza del latino e,<br />
più in generale, delle lingue e delle culture che fanno riferimento all’antichità cosiddetta<br />
“classica”.<br />
Una serie di argomentazioni – ben note ai cultori della materia e delle quali mi rendo<br />
qui, personalmente, modesto copista e latore – inducono a considerare un’opportunità<br />
vantaggiosa offrire agli studenti e alle future generazioni dei paesi europei, il nostro<br />
in particolare, almeno qualche strumento, linguistico e culturale, per accedere alle<br />
radici lontane della loro cultura e averne una conoscenza diretta.<br />
Non si tratta di una difesa identitaria e/o fondamentalista dell’occidente o<br />
dell’Europa, perché proprio questo passato che parlava e scriveva in latino, se ben<br />
conosciuto, contiene forti anticorpi in tal senso (ignorati e distorti dalla manipolazione<br />
ideologica che ne fece il fascismo) e consente un confronto identitario tra oggi e<br />
ieri che fa capire l’altro e se stessi, promuovendo la multiculturalità. La principale<br />
risorsa, in questa prospettiva, è la complessità e la polifonia della cultura classica,<br />
come punto di convergenza nel mondo antico di istanze diverse provenienti, in fasi<br />
successive, dalle varie zone del bacino del Mediterraneo, ben lungi dall’immutabile<br />
esemplarità attribuitale per secoli dalla tradizione; e anche come codice oggi ancora<br />
non esaurito, dei cui frammenti è disseminata fittamente la cultura contemporanea,<br />
dalle arti espressive al pensiero politico e scientifico, persino in realtà e contesti insospettabili.<br />
A questo proposito, ho letto di recente, su una rivista americana, un articolo sul sistema<br />
scolastico negli Stati Uniti nel quale viene descritta una situazione a dir poco paradossale,<br />
per cui, a fronte di una richiesta sempre crescente, da parte degli studenti,<br />
dello studio di materie classiche (latino e greco) – sì, persino nella “pragmatica”<br />
America! – a fronte di tale richiesta, dicevo, si denuncia l’impossibilità di soddisfarla<br />
per la mancanza di un numero adeguato di docenti. Ed è proprio dai più sensibili e<br />
avvertiti studiosi americani che ci arrivano suggestioni stimolanti in questa direzione.<br />
È uscita lo scorso anno, per i tipi di Neri Pozza, l’edizione italiana di una raccolta di<br />
saggi, dal titolo: Bellezza e fragilità, in cui l’autore, Daniel Mendelsohn (nato a Long<br />
Island nel 1960 e con studi classici compiuti alla University of Virginia e a Princeton<br />
[qualcuno ricorderà il suo romanzo sulla Shoah, Gli scomparsi, che è stato un bestseller<br />
anche in Italia]), nel presentare l’ampio spettro dei suoi interessi eterocliti (letteratura,<br />
cinema, teatro), così puntualizza: «Le coniugazioni, le declinazioni e i metri<br />
delle lingue classiche sono anche un’occasione per saggiare quella che si potrebbe<br />
definire l’infinita interpretabilità delle cose – non solo dei singoli testi, con la loro<br />
coerenza interna, le loro strutture frasali, l’eleganza della dizione poetica che, armati<br />
dei nostri paradigmi e dizionari, impariamo a decifrare, ma di intere culture. E queste<br />
culture, a loro volta, possono essere ridotte alle proprie componenti essenziali –<br />
alla loro grammatica e al loro vocabolario, per così dire: anche le civiltà possono<br />
essere “lette”. (E giudicate)».<br />
Senza dimenticare – mi permetto di aggiungere – che gli autori, i poeti classici conoscevano,<br />
anch’essi, l’inquietudine, lo spleen (diremmo, con un termine della moder-<br />
5
6<br />
nità, a partire da Baudelaire), ma erano decisi a non cedere al fascino del vuoto. Con<br />
il Romanticismo, la poesia si è proclamata assoluta e la dimensione estetica è straripata<br />
sulla vita. Mentre il pensiero classico sapeva che solo dentro uno spazio tracciato<br />
con precisione ed esattezza, con scrupolo, la vita si manifesta, entra, persiste.<br />
Insomma, non c’è poesia senza mondo, e mundus per i poeti classici significava<br />
“ordine, firmamento, umanità, genere umano”. In una parola: civiltà. Ecco perché<br />
non c’è vera poesia che non sia “civile”, se si intende “civile” nel senso che abbiamo<br />
fin qui indicato (e si tratta di un’idea condivisibile, credo).<br />
A questo punto, il passaggio alla seconda parte della mia riflessione diventa quasi<br />
automatico. Se un primo bilancio su questa edizione del Certamen Vitruvianum è<br />
senza dubbio positivo, grazie innanzitutto all’apporto generoso e disinteressato di<br />
tutti quelli che hanno contribuito alla sua riuscita, il numero ordinale che contrassegna<br />
questa edizione, la settima, appunto, suggerisce forse l’opportunità di un ripensamento.<br />
Dopo i proverbiali sette anni, è necessario operare un cambiamento in un<br />
ménage. E la direzione mi sembra essere quella che ci viene indicata dal titolo della<br />
relazione, “Prosa scientifica e parole di poeti”, che fra poco ascolteremo dalla voce<br />
del prof. Arturo De Vivo, con il magistero e la dottrina che gli competono.<br />
Del resto, il nostro Istituto ha già sperimentato questo genere di percorso, con la realizzazione<br />
di un’esperienza progettuale, dal titolo “La memoria del territorio”, che ha<br />
visto interagire, in una combinazione sinergica, le professionalità e le competenze dei<br />
docenti della sezione tecnica, l’Istituto per Geometri “Tallini”, con quelle dei docenti<br />
della sezione classica, il Liceo Ginnasio “Vitruvio”.<br />
Non oso addentrarmi in territori di cui non ho cognizione specialistica, ma segnalo<br />
appena come Lucrezio sia, con Dante, il “poeta della scienza”. Perché nel suo De<br />
rerum natura riesce a raccontare, come farà Dante nella sua Commedia, tutta la scienza<br />
e tutto il dibattito scientifico del suo tempo. Usando il linguaggio della poesia, dell’alta<br />
poesia. E ricordo ancora come, nell’ambito della letteratura italiana, sia stato<br />
Italo Calvino a individuare un rapporto tra cosmologia e letteratura che permette di<br />
ricostruire – cito le sue parole – «una ininterrotta linea galileiana», che si estende da<br />
Dante ad Ariosto, Galileo, Leopardi e a Calvino stesso, tutti scrittori cosmici e “lunari”.<br />
Abbiamo bisogno di nuove mitografie, per comprendere meglio qual è il nostro<br />
posto nella natura e per superare il mito di una scienza esente dal mito.<br />
Al “nostro” Vitruvio <strong>Pollione</strong> potremmo quindi affiancare altri autori della latinità<br />
(penso, ad es., a Plinio il Vecchio, a Columella, a Celso, ma anche agli stessi<br />
Cicerone, Cesare, Seneca, Tacito, ecc.), autori che, come Lucrezio, hanno testimoniato<br />
quanto le costanti mitiche alimentano la conoscenza e la scienza, in che modo l’immaginario<br />
viene sempre rinnovato e rimodellato dai nuovi spazi aperti dalla “filosofia<br />
naturale”, per usare un’espressione che è stata, per molto tempo, sinonimo di<br />
“scienza”.<br />
E qui, di nuovo, confidiamo nelle preziose e sapienti, nonché gradite, indicazioni che<br />
potranno venirci dal prof. De Vivo e dai suoi validi collaboratori, le dott.sse Chiara<br />
Renda e Arianna Sacerdoti. I quali mi sia consentito di ringraziare per primi, per il<br />
lavoro impareggiabile (e non poteva essere altrimenti) che hanno svolto come giuria<br />
del Certamen. Mentre un ringraziamento non di circostanza va all’Amministrazione<br />
provinciale e a quella comunale, sindaco e assessore alla cultura in primis, e all’istituto<br />
di credito, la Banca Popolare di Fondi, che hanno concretamente contribuito alla<br />
realizzazione di questa iniziativa che è ormai iscritta negli appuntamenti canonici<br />
della nostra città.
Altresì mi è d’obbligo ringraziare, in via non formale, il comitato organizzatore, diretto<br />
dalla prof.ssa Forte che, coadiuvata dalle prof.sse Pimpinella, Merolla e Filosa e,<br />
più in generale da tutto il personale dell’istituto, si è prodigata, senza risparmio di<br />
energie, affinché questa manifestazione raggiungesse il buon fine che è oggi qui<br />
dinanzi ai nostri occhi. Né dimentico che questo felice risultato non sarebbe stato possibile,<br />
senza la partecipazione delle associazioni amiche che hanno munificamente<br />
offerto i premi che stiamo per consegnare ai vincitori di questo Certamen, il Rotary<br />
Club di Formia e Gaeta, l’Associazione Inner Wheel di Formia e l’Associazione exalunni<br />
del Liceo, alacremente presieduta dall’avv. Matteis, la cui collaborazione al<br />
miglior esito del tutto va, oggi come ieri, ben al di là dei compiti di un sodalizio di<br />
volontari animati da un legame antico con il nostro Istituto. Un vivo ringraziamento<br />
anche alla casa editrice Zanichelli, che ci ha fatto dono di pubblicazioni che saranno<br />
utili per i nostri giovani, e un grazie sincero agli amici di Radio Formia, di Lazio TV,<br />
ai corrispondenti locali della stampa e all’arch. Salvatore Ciccone che è stato, cela va<br />
sans dire, impagabile Cicerone in terra di Cicerone.<br />
Da ultimo, ma non ultimo, concedetemi di rivolgere un saluto particolare a tutti i<br />
nostri giovani contendenti, vincitori e non, e ai loro accompagnatori. Come sanno<br />
bene i colleghi dirigenti scolastici che mi hanno preceduto, oggi qui presenti, questi<br />
studenti sono i migliori rappresentanti degli istituti da cui provengono, appartengono<br />
cioè a quella area di eccellenza che è concretamente testimoniata dal loro impegno<br />
e dalla loro intelligenza, nonché dai traguardi che hanno finora raggiunto e da<br />
quelli che sicuramente li attendono.<br />
Cari giovani, il mio augurio è che questa esperienza nel nostro Liceo e il breve e<br />
intenso soggiorno nella città di Formia restino nella vostra memoria e si sedimentino<br />
come un piccolo, incancellabile patrimonio personale. E per rimanere nel tema di un<br />
Certamen, mi piace congedarmi da voi, con i versi che il poeta Marziale dedica, nel<br />
libro decimo della sua raccolta epigrammatica, alla nostra città, il cui incipit forse<br />
ricorderete: «O temperatæ dulce Formiæ litus». In questo epigramma, Marziale,<br />
rivolgendosi all’indaffarato Apollinare, ricco di ville ma povero di tempo per goderne,<br />
si chiede: «Quod Formianus inputat dies annus/ negotiosis rebus urbis haerenti?»,<br />
vale a dire: “Quanti giorni all’anno può dedicare a Formia chi è trattenuto dagli affari<br />
cittadini?”.<br />
Ecco, io vi auguro che – diversamente da Apollinare – possiate godere, in futuro, di<br />
altri momenti come questi, occasioni in cui dimensione ludica e sapere si fondano e<br />
si confondano dentro di voi, per divenire spazio, auspicio di spazio interiore…<br />
Non è forse vero che dovremmo ognuno essere accanto a qualcuno e, mormorando,<br />
ascoltarci reciprocamente? Sì, perché la conoscenza dell’altro e la scoperta dell’ignoto<br />
sono le uniche esperienze per cui valga la pena spendersi, le sole che possono<br />
arricchirci e renderci vivi...<br />
Grazie e saluti affettuosi a tutti voi.<br />
Formia, 30 aprile 2010<br />
7
L<br />
“Homines, dum docent, discunt.”<br />
(Seneca, Epist. ad Lucilium 5,7)<br />
a città di Formia è inserita in un territorio con importanti presenze<br />
archeologiche che testimoniano antiche radici, ma che sono anche vettori di<br />
sviluppo turistico.<br />
Il Liceo Classico “Vitruvio <strong>Pollione</strong>”, in collaborazione con enti, associazioni<br />
e privati, ha voluto contribuire alla diffusione della conoscenza del patrimonio<br />
artistico del territorio con un concorso intitolato “Certamen<br />
Vitruvianum Formianum”.<br />
La manifestazione, nata nell’anno 2003 con carattere regionale, è diventata<br />
nazionale dal 2004, con la partecipazione di studenti e docenti provenienti dai<br />
Licei Classici e Scientifici di tutte le regioni italiane. Il Certamen consiste in<br />
una prova di traduzione, seguita da un breve commento storico, linguistico e<br />
stilistico, di un brano tratto dal “De Architectura”, la monumentale opera di<br />
Vitruvio <strong>Pollione</strong>, noto architetto dell’età augustea, di probabili origini formiane,<br />
a cui è intitolato il Liceo Classico.<br />
Il Certamen si prefigge lo scopo di contribuire a rivitalizzare l’insegnamento<br />
del latino,“lingua in sé conclusa, ma non esaurita” e in particolare intende<br />
valorizzare la prosa scientifica latina, troppo spesso trascurata a favore della<br />
codificazione alta della lingua di Roma, espressa nella lirica, nel teatro, nell’oratoria,<br />
nella storiografia.<br />
La giuria, composta da professori universitari e da illustri docenti, ha sempre<br />
assicurato alla manifestazione il prestigio scientifico e la necessaria imparzialità.<br />
Sostanziosi premi in denaro e attestati di merito sono destinati ai vincitori;<br />
i premi sono offerti dal Rotary Club di Formia-Gaeta, dalla Banca Popolare<br />
di Fondi, dall'Associazione ex alunni del Liceo Classico, dall'Associazione<br />
Inner Wheel. Un premio speciale è offerto dal Rotary Club al primo classificato<br />
tra gli studenti dele scuole del Golfo.Tutti i partecipanti sono ospitati<br />
nelle strutture alberghiere della città.<br />
La manifestazione si inserisce in un ampio itinerario culturale dell’istituto<br />
che, in collaborazione con il Comune di Formia, organizza conferenze di<br />
autorevoli relatori nel campo letterario e scientifico, visite nei siti archeologici<br />
della città, giro del Golfo per gli studenti ed i loro accompagnatori sulla<br />
nave Giorgio Cini della Guardia di Finanza, rappresentazioni<br />
teatrali e concerti musicali.<br />
L’esperienza del Progetto è molto positiva sia sul piano<br />
culturale che su quello umano; ci si augura, perciò,<br />
un’ulteriore crescita della manifestazione anche per le<br />
indubbie implicazioni di carattere promozionale degli<br />
scenari di incomparabile bellezza e di attestazioni antiche<br />
della parte meridionale della nostra Provincia.<br />
Il Comitato organizzatore 9
10<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVIANUM<br />
FORMIANUM<br />
I Edizione<br />
16-17 Maggio 2003<br />
Il Testo<br />
“Elogio degli uomini di cultura”<br />
(Praefatio, l. IX, 15-17)<br />
Ergo eorum virorum cogitata non solum ad mores<br />
corrigendos sed etiam ad omnium utilitatem perpetuo<br />
sunt preparata. Athletarum autem nobilitates<br />
brevi spatio cum suis corporibus senescunt.<br />
Itaque neque cum maxime sunt florentes neque<br />
posteritati hi, quemadmodum sapientium cogitata,<br />
hominum vitae prodesse possunt. Cum vero neque<br />
moribus neque institutis scriptorum praestantibus<br />
tribuantur honoris, ipsae per se mentes aeris<br />
altiora prospicientes memoriarum gradibus ad<br />
caelum elatae, aevo immortali non modo sententias<br />
sed etiam figuras eorum posteris cogunt esse<br />
notas. Itaque qui litterarum iucunditatibus instinctas<br />
habent mentes non possunt non in suis pectoribus<br />
dedicatum habere sicuti deorum sic Ennii<br />
poetae simulacrum. Accii autem carminibus qui<br />
studiose delectantur non modo verborum virtutes<br />
sed etiam figuram eius videntur secum habere<br />
praesentem. Item plures post nostram memoriam<br />
nascentem cum Lucretio videbuntur velut coram<br />
de rerum natura disputare, de arte vero retorica<br />
cum Cicerone, multi posterorum cum Varrone conferent<br />
sermonem de lingua latina, non minus etiam<br />
plures philologi cum Graecorum sapientibus<br />
multa deliberantes secretos cum his videbuntur<br />
habere sermones, et ad summam sapientium scriptorum<br />
sententiae corporibus absentibus vetustate<br />
florentes cum insunt inter consilia et disputationes,<br />
maiores habent quam praesentium sunt auctoritates<br />
omnes.
In conclusione, le teorie di questi uomini costituiscono<br />
un patrimonio per l’eternità, tanto per il<br />
perfezionamento morale, quanto per l’utile collettivo.<br />
Al contrario, la fama degli atleti declina in<br />
breve tempo assieme al loro fisico: pertanto essi<br />
non possono portare giovamento alla vita degli<br />
uomini, né all’epoca del loro massimo splendore<br />
né, successivamente, ai posteri, come invece le<br />
riflessioni degli uomini di scienza.<br />
Ma poiché non vengono tributati onori né allo<br />
stile di vita né agli insegnamenti degli studiosi,<br />
l’uno e gli altri eccezionali, l’altezza stessa della<br />
loro mente, che guarda avanti verso sfere più elevate,<br />
innalzata al cielo lungo i gradini delle generazioni<br />
successive, fa sì che per l’eternità non solo<br />
i loro pensieri, ma anche le loro immagini siano<br />
inevitabilmente note ai posteri. E così quanti sono<br />
animati dal piacere della letteratura non possono<br />
non avere, consacrata nel loro cuore, una statua<br />
del poeta Ennio, come quelle degli dei. Ai lettori<br />
appassionati della poesia di Accio sembra di avere<br />
davanti a sé, oltre alla forza della sua parola,<br />
anche la sua immagine.<br />
Così anche a tanti delle generazioni successive<br />
alle nostre sembrerà di discutere con Lucrezio,<br />
come se fosse davanti a loro, sulla natura, e con<br />
Cicerone sull’arte retorica; molti tra i nostri posteri<br />
terranno con Varrone una conversazione sulla<br />
lingua latina, e così pure tanti uomini di cultura,<br />
riflettendo su molte questioni con i filosofi greci,<br />
crederanno di avere con loro conversazioni segrete.<br />
In breve, i pensieri degli uomini di cultura,<br />
malgrado l’assenza fisica, fioriscono col passare<br />
del tempo e quando intervengono nei dibattiti e<br />
nelle deliberazioni godono di una autorità maggiore<br />
di quella di tutti i presenti.<br />
Traduzione di ELISA ROMANO, tratta dall’opera<br />
“Vitruvio, De Architectura”<br />
a cura di Pierre Gros, Einaudi Editore<br />
TRADUZIONE<br />
11
12<br />
LA GIURIA<br />
Prof. Massimo Di Marco PRESIDENTE<br />
Univ. “La Sapienza” Roma<br />
Prof . Lidio Gasperini<br />
Terza Università Roma<br />
Prof. Filippo Signore<br />
già docente del Liceo “Vitruvio” Formia<br />
Prof.ssa Antonietta Filosa<br />
già docente del Liceo “Vitruvio” Formia<br />
Prof.ssa Daniela Di Somma<br />
docente Liceo “Vitruvio” Formia<br />
Primo premio:<br />
ILARIA TIROTTA<br />
Liceo “Orazio” Roma<br />
Secondo premio:<br />
LUIGI IANNUZZI<br />
Liceo “Meucci” Aprilia (LT)<br />
Terzo premio:<br />
DONATO POMPEO DE CESARE<br />
Liceo “Vitruvio” Formia (LT)<br />
Premio Speciale del Golfo:<br />
DONATO POMPEO DE CESARE<br />
Liceo “Vitruvio” Formia (LT)
IL TESTO<br />
Sulla costruzione di città in zone paludose<br />
(L. I, Cap. 4 11-12 ):<br />
Item si in paludibus moenia constituta erunt, quae<br />
paludes secundum mare fuerint, spectabuntque ad<br />
septentrionem aut inter septentrionem et orientem,<br />
eaque paludes excelsiores fuerint quam litus marinum,<br />
ratione videbuntur esse constituta. Fossis<br />
enim ductis fit aquae exitus ad litus, et mari tempestatibus<br />
aucto in paludes redudantia motionibus<br />
concitatur amarique mixtionibus non patitur<br />
bestiarum palustrium genera ibi nasci, quaeque de<br />
superioribus locis natando proxime litus perveniunt,<br />
inconsueta salsitudine necantur. Exemplar<br />
autem huius rei Gallicae paludes possunt esse<br />
quae circum Altinum Ravennam Aquileiam aliaque<br />
quae in eiusmodi locis municipia sunt proxima<br />
paludibus, quod his rationibus habent incredibilem<br />
salubritatem. Quibus autem insidentes sunt<br />
paludes et non habent exitus profluentes neque per<br />
flumina neque per fossas, uti Pomptinae, stando<br />
putescunt et umores graves et pestilentes in his<br />
locis emittunt. Item in Apulia oppidum Salpia<br />
vetus, quod Diomedes ab Troia rediens constituit<br />
sive quemadmodum nonnulli scripserunt Elpias<br />
Rhodius, in eiusmodi locis fuerat conlocatum, ex<br />
quo incolae quotannis aegrotando laborantes aliquando<br />
pervenerunt ad M. Hostilium ab eoque<br />
publice petentes impetraverunt ut is idoneum<br />
locum ad moenia transferenda conquireret eligeretque.<br />
Tunc is moratus non est, sed statim rationibus<br />
doctissime quaesitis secundum mare mercatus<br />
est possessionem loco salubri ab senatuque<br />
populoque Romano petiit ut liceret transferre<br />
oppidum, constituitque moenia et areas divisit<br />
nummoque sestertio singulis municipibus mancipio<br />
dedit. His confectis lacum aperuit in mare et<br />
portum e lacu municipio perfecit. Itaque nunc<br />
Salpini quattuor milia passuum progressi ab oppido<br />
veteri habitant in salubri loco.<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVINUM<br />
FORMIANUM<br />
II Edizione<br />
6-7 aprile 2004<br />
13
14<br />
TRADUZIONE<br />
E ancora, se le mura di una città saranno innalzate<br />
in zone paludose, purchè tali paludi siano lungo il<br />
mare, con una esposizione verso nord o verso<br />
nord-rest, e se le paludi in questione si trovano<br />
sopra il livello del mare, questa collocazione si<br />
rivelerà ragionevole. Si scavano infatti dei canali<br />
attraverso i quali l’acqua viene fatta defluire verso<br />
la riva, e quando il mare si ingrossa a causa delle<br />
tempeste l’acqua debordante viene spinta dalle<br />
onde agitate nelle paludi e, mescolandovi acqua<br />
salata, impedisce che vi nascano gli animali tipici<br />
delle paludi, mentre quelli che scendendo a nuoto<br />
dai luoghi più elevati giungono in prossimità della<br />
riva vengono uccisi dalla salsedine cui non sono<br />
abituati. Come esempio di tale situazione possono<br />
essere indicate le paludi galliche che circondano<br />
Altino, Ravenna, Aquileia e altre città che sorgono<br />
in luoghi di tale natura, in prossimità di zone paludose,<br />
poiché per le ragioni esposte sono incredibilmente<br />
salubri.<br />
Nei luoghi invece in cui le paludi sono stagnanti e<br />
non hanno correnti di deflusso né attraverso corsi<br />
d’acqua né attraverso canali, come per esempio le<br />
paludi Pontine, ristagnando esse vanno in putrefazione<br />
ed esalano vapori maleodoranti e malsani.<br />
Così in Apulia era stata costruita in un territorio di<br />
questo tipo l’antica città di Salpia, fondata da<br />
Diomede nel suo viaggio di ritorno da Troia o,<br />
secondo un’altra tradizione, da Elpia di Rodi. Per<br />
cui i suoi abitanti, che anno dopo anno soffrivano<br />
di rare malattie, un giorno infine si recarono da<br />
Marco Ostilio e in seguito a una richiesta ufficiale<br />
ottennero che egli cercasse e scegliesse per loro un<br />
luogo adatto per trasferirvi le mura. Egli allora<br />
non ebbe indugi, ma immediatamente, dopo una<br />
ricerca molto approfondita, acquistò un fondo in<br />
un luogo salubre lungo il mare e chiese al senato e<br />
al popolo romano l’autorizzazione al trasferimento<br />
della città, poi fece innalzare le mura, ripartì le<br />
aree edificabili e le vendette a ciascun cittadino al
prezzo di un sesterzio. Dopo aver fatto ciò, fece<br />
praticare a un lago un’apertura verso il mare e dal<br />
lago ricavò un porto per la città. E’ così che gli<br />
abitanti di Salpia, spostatisi di quattro miglia<br />
rispetto alla vecchia città, oggi risiedono in una<br />
zona salubre.<br />
Traduzione di ELISA ROMANO, tratta dall’opera<br />
“Vitruvio, De Architectura”<br />
a cura di Pierre Gros, Einaudi Editore<br />
Primo Classificato:<br />
AUGUSTO DELLA VALLE<br />
del Liceo Classico G.Piazzi di Sondrio<br />
Secondo Classificato:<br />
NADIA VITI<br />
del Liceo Classico E.S. Piccolomini di Siena<br />
Terzo Classificato:<br />
MARIKA BATTISTI<br />
del Liceo Classico P.Giannone di Caserta<br />
Premio Speciale del Golfo a<br />
SERGIO DI CARLO<br />
del Liceo Classico Vitruvio di Formia<br />
I VINCITORI<br />
Tavole del<br />
"De Architectura”<br />
di Ferdinando<br />
Galiani 1758<br />
15
16<br />
LA GIURIA<br />
Frontespizio del<br />
"De Architectura" di<br />
Ferdinando Galiani<br />
Napoli 1758<br />
Prof. Massimo Di Marco PRESIDENTE<br />
Univ. “La Sapienza” Roma<br />
Prof. Filippo Signore<br />
già docente del Liceo “Vitruvio” Formia<br />
Prof.ssa Antonietta Filosa<br />
già docente del Liceo “Vitruvio” Formia<br />
Prof.ssa Anna Maria La Starza<br />
docente Liceo Classico di Cassino (Fr)<br />
Prof. Fernando Sparagna<br />
già docente del Liceo “Vitruvio” Formia<br />
Prof. Luigi Di Pinto<br />
docente Liceo Scientifico-Classico di<br />
Terracina (LT)<br />
Prof.ssa Daniela Di Somma<br />
docente Liceo “Vitruvio” Formia
Il Testo:<br />
Dal «De Architectura» di Vitruvio,<br />
L. VII, Cap.5 p.3-4<br />
Sed haec quae ex veris rebus exempla sumebantur,<br />
nunc iniquis moribus improbantur. Nam pinguntur<br />
tectoriis monstra potius quam ex rebus finitis<br />
imagines certae. Pro columnis enim struuntur<br />
calami, pro fastigiis appagineculi cum crispis<br />
foliis et volutis, item candelabra aedicularum<br />
sustinentia figuras, supra fastigia earum surgentes<br />
ex radicibus cum volutis teneri flores habentes in<br />
se sine ratione sedentia sigilla, non minus coliculi<br />
dimidiata habentes sigilla alia humanis alia<br />
bestiarum capitibus. Haec autem nec sunt nec<br />
fieri possunt nec fuerunt. Quemadmodum enim<br />
potest calamus vere sustinere tectum aut candelabrum<br />
ornamenta fastigii seu coliculus tam tenuis<br />
et mollis sustinere sedens sigillum aut de radicibus<br />
et coliculis ex parte flores dimidiataque sigilla<br />
procreari ? At haec falsa videntes homines non<br />
reprehendunt sed delectantur, neque animadvertunt<br />
si quid eorum fieri potest nec ne. Ergo ita<br />
novi mores coegerunt uti inertiae mali iudices<br />
convincerent artium virtutes.<br />
Iudiciis autem infirmis obscuratae mentes non<br />
valent provare quod potest esse cum auctoritate et<br />
ratione decoris. Neque enim picturae probari<br />
debent quae non sunt similes veritati, nec si factae<br />
sunt elegantes ab arte, ideo de his statim debet «<br />
recte » iudicari, nisi argumentationes certas rationes<br />
habuerint sine offensionibus explicatas.<br />
Ma questi soggetti figurativi, che erano desunti<br />
come copie a partire da elementi reali, ai nostri<br />
giorni meritano disapprovazione per colpa del diffondersi<br />
di una moda depravata. Sugli intonaci si<br />
dipingono infatti mostruosità piuttosto che immagini<br />
precise conformi a oggetti definiti: al posto<br />
delle colonne, cioè, si dispongono calami, al<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVIANUM<br />
FORMIANUM<br />
III EDIZIONE<br />
15/16 Aprile 2005<br />
TRADUZIONE<br />
17
18<br />
posto dei frontoni motivi ornamentali con foglie<br />
arricciate e volute, e poi candelabri che reggono<br />
immagini di tempietti, con teneri fiori che spuntano<br />
sopra i frontoni di questi ultimi come da radici<br />
in mezzo alle volute, con all’interno, senza una<br />
spiegazione razionale, figurine sedute, ed ancora<br />
piccoli steli che recano figurine divise in due<br />
metà, una a testa umana, l’altra a testa animale.<br />
Ma queste figure non esistono, non possono esistere,<br />
non sono mai esistite. Come può infatti un<br />
calamo sostenere davvero un tetto o un candelabro<br />
gli ornamenti di un frontone o un piccolo stelo<br />
tanto gracile e flessibile reggere una figurina seduta,<br />
o come è possibile che dalle radici e dai piccoli<br />
steli nascano ora fiori ora figurine divise in due?<br />
Eppure la gente vede queste finzioni e lungi dal<br />
criticarle ne trae diletto, senza riflettere se qualcuna<br />
di esse sia possibile nella realtà o no. Insomma,<br />
le nuove mode si sono imposte a tal punto che cattivi<br />
giudici pretendono di convincere di incompetenza<br />
artistica quella che è eccellenza nell’arte, e<br />
gli spiriti ottenebrati da questi giudizi inconsistenti<br />
non hanno la forza di apprezzare ciò che può esistere<br />
con autorevolezza e secondo i principi della<br />
convenienza. Non si dovrebbe infatti mostrare<br />
apprezzamento per i dipinti privi di verosimiglianza,<br />
e se anche sono di squisita fattura dal punto di<br />
vista tecnico non per questo si dovrebbe immediatamente<br />
esprimere su di essi un giudizio positivo,<br />
se le rappresentazioni non si ispirano a precisi criteri<br />
razionali sviluppati senza incongruenze.<br />
Traduzione di ELISA ROMANO, tratta dall’opera<br />
“Vitruvio, De Architectura”<br />
a cura di Pierre Gros, Einaudi Editore
Prof.ssa ELISA ROMANO PRESIDENTE<br />
Ordinario di Filologia Classica<br />
Dipartimento di Scienze dell’Antichità<br />
Università di Pavia<br />
Prof.ssa CHIARA PISONI<br />
Dottore di ricerca<br />
Università di Pavia<br />
Prof. GIORGIO PIRAS<br />
Ricercatore di Filologia Classica<br />
Università di Roma “La Sapienza”<br />
1 PREMIO AUGUSTA PEDACCHIA<br />
Liceo Ginnasio Statale « D.Alighieri » Latina<br />
2 PREMIO ROSSELLA ANTONIELLO<br />
Liceo Ginnasio Statale “T.Tasso” Salerno<br />
3 PREMIO FERNANDO MESCHINO<br />
Liceo Ginnasio Statale “Vitruvio” Formia<br />
PREMIO DEL GOLFO<br />
FERNANDO MESCHINO<br />
Liceo Ginnasio Statale “Vitruvio” Formia<br />
LA GIURIA<br />
I VINCITORI<br />
19
20<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVIANUM<br />
FORMIANUM<br />
IV EDIZIONE<br />
21/22 Aprile 2006<br />
Il progresso umano: dalla necessità alla<br />
raffinatezza (L. II, Cap. 1, p. 6-7)<br />
(Homines) cum autem cotidie faciendo tritiores<br />
manus ad aedificandum perfecissent et sollertia<br />
ingenia exercendo per consuetudinem ad artes<br />
pervenissent, tum etiam industria in animis eorum<br />
adiecta perfecit, ut, qui fuerunt in his studiosiores,<br />
fabros esse se profiterentur. Cum ergo haec ita<br />
fuerint primo costituta et natura non solum sensibus<br />
ornavisset gentesquemadmodum reliquia animalia,<br />
sed etiam cogitationibus et consiliis armavisset<br />
mentes et subiecisset cetera animalia sub<br />
protestate, tunc vero e fabricationibus aedificiorum<br />
gradatim progressi ad ceteras arte set disciplinas,<br />
e fera agrestique vita ad mansuetam perduxerunt<br />
humanitatem. Tum autem instruentes<br />
animo se et prospicientes maioribus cogitationibus<br />
ex variegate artium natis, non casas sed etiam<br />
domos fundatas et latericiis parietibus aut e lapide<br />
structas materiaque et tegola tectas perficere<br />
coeperunt, deinde observationibus studiorum e<br />
vagantibus iudiciiis et incertis ad certas symmetriarum<br />
perduxerunt rationes. Posteaquam animadverterunt<br />
profusos esse partus ab natura et<br />
abundantem materiae copiam ad aedificationes ab<br />
ea comparatam, tractando nutrierunt et auctam<br />
per artes ornaverunt voluptatibus elegantiam<br />
vitae.<br />
Strutturate il commento al passo in modo che vengano<br />
affrontate le seguenti questioni:<br />
• A quale fase della storia umana si riferisce il<br />
brano? Conoscete altre narrazioni nella letteratura<br />
antica o moderna che trattino lo stesso tema?<br />
• Quale idea di progresso (e quindi di svolgimento<br />
storico) emerge dal passo? Conoscete altri filoni di<br />
pensiero che attribuiscano un ruolo importante<br />
all’attività manuale? Quale idea del rapporto tra<br />
natura e tecnica (ars) si delinea?<br />
• Rilevate la presenza di alcune parole-chiave;
esaminatele inserendole nel contesto del brano e,<br />
più in generale, dell’opera di Vitruvio.<br />
• Individuate le coppie sinonimiche o antitetiche,<br />
cercando di spiegare quale senso abbiano nel<br />
passo<br />
• Riconoscete metafore, figure etimologiche, figure<br />
retoriche e peculiarità dello stile.<br />
Quando poi gli uomini, con l’applicazione quotidiana,<br />
resero le mani più abili nell’edificare ed<br />
esercitando gli ingegni valenti grazie all’esercizio<br />
pervennero alle arti, allora anche l’intraprendenza<br />
aggiunta all’animo di costoro fece sì che i più<br />
zelanti in essa si dichiarassero pubblicamente<br />
artefici. Dopo che dunque queste arti furono dapprima<br />
in tal modo costituite e dal momento che la<br />
natura non solo insignì le stirpi umane dei sensi<br />
alla stregua di altri esseri viventi, ma anche ne<br />
armò le menti di pensieri e del senno e pose gli<br />
altri esseri viventi sotto il loro potere, allora certo<br />
avendo gli uomini anche gradualmente fatto progressi<br />
nelle costruzioni di edifici fino alle rimanenti<br />
arti e discipline, queste li condussero dalla<br />
vita belluina e selvatica alla mite socievolezza. E<br />
allora dotandosi di fiducia e guardando a maggiori<br />
risoluzioni sorte dalla varietà delle arti, gli uomini<br />
cominciarono a realizzare non capanne ma case<br />
con fondamenta e pareti laterizie o costruite con<br />
pietra e coperte con legno e tegole, quindi grazie a<br />
osservazioni frutto di studi da criteri vaghi e incerti<br />
condussero a stabili principi di relazione modulare.<br />
E dopo che si accorsero che erano state prodotte<br />
copiose risorse di legname spontaneamente e<br />
che dalla natura ne era stata fornita una grande<br />
quantità per le costruzioni, con l’esercizio promossero<br />
e, aumentandola grazie alle arti, dotarono di<br />
piacevolezze la raffinatezza della vita.<br />
Traduzione di ELISA ROMANO, tratta dall’opera<br />
“Vitruvio, De Architectura”<br />
a cura di Pierre Gros, Einaudi Editore<br />
TRADUZIONE<br />
21
22<br />
LA GIURIA<br />
Componenti<br />
della Giuria<br />
del IV Certamen<br />
Prof.ssa ELISA ROMANO PRESIDENTE<br />
Ordinario di Filologia Classica<br />
Dipartimento di Scienze dell’Antichità<br />
Università di Pavia<br />
Prof.ssa CHIARA PISONI<br />
Dottore di ricerca<br />
Università di Pavia<br />
Prof. GIORGIO PIRAS<br />
Ricercatore di Filologia Classica<br />
Università di Roma “La Sapienza”
1 PREMIO MARIANNA POULLAIN<br />
Liceo Ginnasio Statale "T.Tasso", Roma<br />
2 PREMIO GIOVANNA STANZIONE<br />
Liceo Ginnasio statale "T.Tasso" Salerno<br />
3 PREMIO LORENZO VENDEMIALE<br />
Liceo Ginnasio Statale "Socrate" Bari<br />
4 PREMIO GIACOMO RUSSO<br />
Liceo Scientifico Statale "De Giorgi" Lecce<br />
PREMIO DEL GOLFO<br />
ZEFFERINO ROSSINI<br />
Liceo Ginnasio Statale "Vitruvio" Formia<br />
MENZIONE D’ONORE a<br />
MARIA ELENA LAINO<br />
Liceo Scientifico Statale di Cetraro<br />
1<br />
2<br />
3<br />
I VINCITORI<br />
I Premiati della IV<br />
edizione del Certamen<br />
4<br />
5<br />
6<br />
23
24<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVIANUM<br />
FORMIANUM<br />
V EDIZIONE<br />
17/18 Aprile 2007<br />
Geografia e carattere dei popoli<br />
(Dal «De Architectura» di Vitruvio - libro VI, cap. I, p.9-11)<br />
Item propter tenuitatem caeli meridianae nationes<br />
ex acuta fervore mente expeditius celeriusque<br />
moventur ad consiliorum cogitationes;<br />
septentrionales autem gentes infusae crassitudine<br />
caeli, propter obstantiam aeris umore refrigeratae<br />
stupentes habent mentes. (…) Cum sint autem<br />
meridianae nationes animis acutissimis infinitaque<br />
sollertia consiliorum, simul ad fortitudinem<br />
ingrediuntur, ibi succumbunt, quod habent<br />
exsuctas ab sole animorum virtutes. Qui vero<br />
refrigeratis nascuntur regionibus, ad armorum<br />
vehementiam paratiores sunt, magnis virtutibus<br />
sunt sine timore, sed tarditate animi sine<br />
considerantia inruentes sine sollertia suis consiliis<br />
refragantur. Cum ergo haec ita sint ab natura<br />
rerum in mundo conlocata et omnes nationes<br />
inmoderatis mixtionibus disparatae, veros inter<br />
spatium totius orbis terrarum regionesque medio<br />
mundi populus Romanus possidet fines. Namque<br />
temperatissimae ad utramque partem et corporum<br />
membris animorumque vigoribus pro fortitudine<br />
sunt in Italia gentes. (…) Italia inter<br />
septentrionalem meridianamque ab utraque parte<br />
mixtionibus temperatas et invictas habet laudes.<br />
Itaque consiliis refringit barbarorum virtutes, forti<br />
manu meridianorum cogitationes. Ita divina mens<br />
civitatem populi Romani egregiam temperatamque<br />
regionem conlocavit, uti orbis terrarum imperii<br />
potiretur.<br />
Strutturate il commento al passo in modo che vengano<br />
affrontate le seguenti questioni:<br />
• Quale dottrina e quale ideologia trovano sostegno<br />
nella descrizione geografica ed etnografica<br />
rappresentata in questo brano?<br />
• Riconoscete antitesi, coppie sinonimiche, metafore,<br />
figure retoriche e peculiarità dello stile.
• Conoscete altri passi della letteratura antica o<br />
moderna che trattino il tema dell’influsso operato<br />
dal clima sul carattere dei popoli? E quali testi vi<br />
sono noti che abbiano al centro l’elogio di una<br />
popolazione o di un paese o di una città?<br />
• Rileva la presenza di alcune parole-chiave: esaminale<br />
inserendole nel contesto del brano e, più in<br />
generale, dell’opera di Vitruvio<br />
Analogamente per la leggerezza del cielo i popoli<br />
meridionali, per il calore di mente acuta, sono portati<br />
più facilmente e celermente ad escogitare risoluzioni.<br />
Invece i popoli settentrionali, compenetrati dalla<br />
pesantezza del cielo, a causa dell’impedimento costituito<br />
dall’aria resa fredda per l’umidità, hanno menti<br />
intontite…. I popoli meridionali, però, pur avendo<br />
menti molto acute e un’inesauribile versatilità di<br />
idee, non appena debbono affrontare atti di coraggio,<br />
allora soccombono, in quanto hanno i valori degli<br />
animi succhiati dal sole. I popoli che invece crescono<br />
in regioni fredde sono più preparati alla forza delle<br />
armi, presentano grande coraggio senza timore, ma<br />
essendo per ottusità della mente senza prudenza,<br />
irruenti senza accortezza, vanificano le loro risoluzioni.<br />
Dal momento che pertanto queste branche<br />
sono state disposte nel mondo in tal modo dalla natura<br />
delle cose e tutti i popoli sono stati distinti con<br />
smodate mescolanze, il popolo romano per certo possiede<br />
i suoi territori al centro del mondo nell’ambito<br />
di tutta quanta la terra e delle regioni. E infatti i<br />
popoli in Italia sono i più equilibrati in rapporto ad<br />
ambedue gli ambiti sia alle membra dei corpi sia ai<br />
vigori degli animi. L’Italia con mistioni tra il settore<br />
del mondo settentrionale e il meridionale da ambedue<br />
le parti, presenta i pregi dell’essere temperata e<br />
invincibile. Pertanto con riflessioni spezza il coraggio<br />
dei barbari, con risoluzioni d’uso della forza le<br />
astuzie dei meridionali. Così la mente divina pose<br />
come sede dell’entità statale del popolo romano una<br />
regione eccellente e moderata, affinché si impadronisse<br />
del dominio della terra.<br />
TRADUZIONE<br />
25
26<br />
LA GIURIA<br />
Prof.ssa ELISA ROMANO PRESIDENTE<br />
Ordinario di Filologia Classica<br />
Dipartimento di Scienze dell’Antichità<br />
Università di Pavia<br />
Prof.ssa CHIARA PISONI<br />
Dottore di ricerca<br />
Università di Pavia<br />
Prof. GIORGIO PIRAS<br />
Ricercatore di Filologia Classica<br />
Università di Roma “La Sapienza”
1 PREMIO GIORDANA AQUILEA<br />
Liceo Classico Statale “Tasso” Roma<br />
2 PREMIO STEFANO SUZZI<br />
Liceo Classico Statale “Vitruvio” Formia<br />
3 PREMIO ALESSANDRO PICCOLO<br />
Liceo Classico Statale “Giannone” Caserta<br />
4 PREMIO CLARA DELLA VALLE<br />
Liceo Classico Statale “C. Nevio”<br />
S. Maria Capua Vetere<br />
PREMIO DEL GOLFO<br />
GIORGIO OLIVO<br />
Liceo Classico Statale “Vitruvio” Formia<br />
1<br />
3<br />
2<br />
4<br />
I VINCITORI<br />
I Premiati della V<br />
edizione del Certamen<br />
Premio del Golfo 27
28<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVIANUM<br />
FORMIANUM<br />
VI EDIZIONE<br />
16/18 Aprile 2009<br />
Esigenze differenti nella costruzione delle<br />
case private<br />
(Dal «De Architectura» di Vitruvio - (libro VI, 5, 1-2)<br />
Cum ad regiones caeli ita ea fuerint disposta, tunc<br />
etiam animadvertendum est quibus rationibus privatis<br />
aedificiis propria loca patribus familiarum et quemadmodum<br />
communia cum extraneis aedificari debeant.<br />
Nacque ex his quae propria sunt, in ea non est potestas<br />
omnibus intro eundi nisi invitatis, quemadmodum sunt<br />
cubicula, triclinia, balneare ceteraque quae easdem<br />
habent usus rationes. Communia autem sunt quibus<br />
etiam invocati suo iure de populo possunt venire, id est<br />
vestibula, cava aedium, peristylia quaeque eundem<br />
habere possunt usum. Igitur his qui communi sunt fortuna,<br />
non necessaria magnifica vestibula nec tabulino<br />
neque atria, quod in aliis officia praestant ambiundo<br />
neque ab aliis ambiuntur.<br />
Qui autem fructibus rusticis serviunt, in eorum<br />
vestibulis tabula, tabernae, in aedibus cryptae, correa,<br />
apothecae ceteraque, quae ad fructus servandos magis<br />
quam ad elegantiae decorem possunt esse, ita sunt<br />
facienda.<br />
Item feneratoribus et publicanis commodiora et<br />
speciosiora et ab insidiis tuta, forensibus autem et<br />
disertis elegantiora et spatiosiora ad conventus excipiundos,<br />
nobilibus vero, qui honores magistratusque<br />
gerundo prestare debent officia civibus, faciunda sunt<br />
vestibula regalia, alta atria et peristylia amplissima,<br />
silvae ambulationesque laxiores ad decorem maiestatis<br />
perfectae; praeterea bybliothecas, pinacothecas, basilicas<br />
non dissimili modo quam publicorum operum<br />
magnificentia comparatas, quod in domibus eorum saepius<br />
et publica consilia et privata iudicia arbitriaque<br />
conficiuntur.<br />
Strutturate il commento al passo in modo che vengano<br />
affrontate le seguenti questioni:<br />
- quale diversa destinazione dei locali che compongono<br />
gli edifici privati è prefigurata per tutte le costruzioni<br />
e tutti gli strati sociali?<br />
- quale diversità di uso sociale degli ambienti delle abitazioni<br />
private si configura a seconda della professione
e della condizione socio-economica dei proprietari?<br />
- come viene denotata la natura pubblica di particolari<br />
professioni e ruoli sociali sulla base della differente<br />
esigenza di fruizione degli spazi ? (con eventuali paragoni<br />
tratti da altre testimonianze antiche)<br />
- presenza di alcune parole-chiave da esaminare nel<br />
contesto del brano e, più in generale, dell’opera di<br />
Vitruvio.<br />
- presenza di figure retoriche, antitesi e peculiarità stilistiche<br />
del brano.<br />
Quando tali impianti saranno stati disposti in tal modo<br />
secondo gli orientamenti del cielo, allora anche si deve<br />
fare attenzione con quali metodi negli edifici privati si<br />
debbono costruire le sedi riservate ai padri di famiglia e<br />
come quelle che si condividono con gli estranei. E<br />
infatti in quelle che sono riservate, in esse non tutti<br />
hanno la facoltà di introdursi se non invitati, come è il<br />
caso delle camere, dei triclini, dei bagni e degli altri<br />
ambienti che hanno le stesse modalità d’uso. Invece<br />
sono comuni quegli ambienti nei quali si può venire<br />
anche se non invitati per proprio diritto di popolo, cioè<br />
i vestiboli, i cortili, i peristili e quelli che possono avere<br />
il medesimo utilizzo. Pertanto i detentori d’una fortuna<br />
media non necessitano di magnifici vestiboli, tablini e<br />
atri, in quanto rendono i propri doveri agli altri per sollecitare<br />
favori e tali doveri sono richiesti da altri.<br />
Invece quelli che si occupano dei prodotti dei campi,<br />
nei loro vestiboli si debbono fare analogamente stalle e<br />
negozi, nelle case cantine, magazzini, depositi e gli altri<br />
ambienti che possono prestarsi alla conservazione dei<br />
prodotti piuttosto che alla convenienza dell’eleganza.<br />
Così pure per i prestatori di denaro e per i pubblicani<br />
debbono essere fatti ambienti più adeguati, raffinati e<br />
protetti dalle insidie, per gli avvocati e per i retori invece<br />
ambienti più eleganti e spaziosi per ricevere adunanze,<br />
per i notabili che ricoprendo onori e magistrature<br />
debbono porsi al servizio della cittadinanza, elevati<br />
vestiboli regali, atri e peristili assai ampi, boschetti e<br />
passeggiate alquanto confortevoli realizzati per la convenienza<br />
della loro maestà; inoltre debbono avere<br />
biblioteche, pinacoteche e basiliche apprestate in modo<br />
non dissimile dalla magnificenza delle opere pubbliche,<br />
in quanto nelle loro abitazioni molto spesso si effettuano<br />
sia deliberazioni pubbliche sia giudizi e arbitraggi<br />
privati.<br />
TRADUZIONE<br />
29
30<br />
LA GIURIA<br />
Prof.ssa ELISA ROMANO PRESIDENTE<br />
Ordinario di Filologia Classica<br />
Dipartimento di Scienze dell’Antichità<br />
Università di Pavia<br />
Prof. ANGELO LUCERI<br />
Assegnista di Ricerca<br />
Letteratura latina<br />
Università di Catania<br />
Prof. GIORGIO PIRAS<br />
Ricercatore di Filologia Classica<br />
Università di Roma “La Sapienza”
1 PREMIO SALTARELLI SALVATORE<br />
Liceo Classico “Vitruvio <strong>Pollione</strong>” Formia<br />
2 PREMIO CAPRIO ALESSIA<br />
Liceo Classico “Turriziani” Frosinone<br />
3 PREMIO FERRARA VALENTINA<br />
Liceo Classico “Carducci” Cassino<br />
4 PREMIO MARCOCCI FLAVIA<br />
Liceo Classico “D.Alighieri” Latina<br />
PREMIO<br />
DEL GOLFO CENTOLA CHIARA<br />
Liceo Classico “Vitruvio <strong>Pollione</strong>” Formia<br />
1<br />
3<br />
Premio del Golfo<br />
2<br />
4<br />
I VINCITORI<br />
I Premiati della VI<br />
edizione del Certamen<br />
31
32<br />
CERTAMEN<br />
VITRUVIANUM<br />
FORMIANUM<br />
VII EDIZIONE<br />
28/30 Aprile 2010<br />
Cultura e professionalità dell’architetto<br />
Dal “De Architectura” di VITRUVIO (libro VI, pref. 4-5)<br />
Itaque ego maximas infinitasque parentibus ago atque<br />
habeo gratias, quod Atheniensium legem probantes me<br />
arte erudiendum curaverunt, et ea, quae non potest<br />
esse probata sine litteraturae encyclioque doctrinarum<br />
omnium disciplina. Cum ergo et parentium cura et<br />
praeceptorum doctrinis auctas haberem copias disciplinarum,<br />
philologis et philotechnis rebus commentariorumque<br />
scripturis me delectans eas possessiones animo<br />
paravi, e quibus haec est fructuum summa: nullas plus<br />
habendi esse necessitates eamque esse proprietatem<br />
divitiarum maxime, nihil desiderare. Sed forte nonnulli<br />
haec levia iudicantes putant eo esse sapientes, qui<br />
pecunia sunt copiosi.<br />
Itaque plerique ad id propositum contendentes audacia<br />
adhibita cum divinis etiam notitiam sunt consecuti.<br />
Ego, autem, Caesar, non ad pecuniam parandam ex<br />
arte dedi studium, sed potius tenuitatem cum bona<br />
fama quam abundantiam cum infamia sequendam probavi.<br />
Ideo notities parum est adsecuta. Sed tamen his voluminibus<br />
editis, ut spero, etiam posteris ero notus. Neque<br />
est mirandum, quid ita pluribus sim ignotus. Ceteri<br />
architecti rogant et ambigunt, ut architectent; mihi<br />
autem a praeceptoribus est traditum: rogatum, non<br />
rogantem oportere suscipere curam, quod ingenius<br />
color movetur pudore petendo rem suspiciosam. Nam<br />
beneficium dantes, non accipientes ambiuntur.<br />
Commento<br />
Il candidato commenti il brano evidenziandone i temi<br />
principali, le argomentazioni, gli aspetti retorici,<br />
linguistici e stilistici. Si soffermi, in particolare,<br />
sul tema della formazione degli intellettuali e del loro<br />
rapporto con il principato.
Io intanto rendo e sento la più grande e infinita gratitudine<br />
per i genitori, perché approvando la legge degli<br />
Ateniesi si dettero cura di istruirmi in un’arte, e in<br />
quella che non può essere approvata senza la disciplina<br />
della letteratura e quella enciclopedica di tutte le dottrine.<br />
Avendo dunque accresciuto sia per la sollecitudine<br />
dei genitori sia per gli ammaestramenti dei precettori le<br />
cognizioni nelle discipline, dilettandomi di argomenti<br />
filologici e inerenti le arti e di scritti di commentari,<br />
preparai nell’animo tali possessi, e di tali frutti questa è<br />
la somma: il non aver alcun bisogno di possedere di più<br />
e che soprattutto questa è la spremitura della ricchezza,<br />
il non desiderare nulla. Ma vi sono forse diverse persone<br />
che giudicando queste opinioni di poco conto<br />
ritengono perciò che siano sapienti coloro che sono ricchi<br />
di denaro. Pertanto i più tendendo a questo fine<br />
avvalendosi di audacia conseguirono con le ricchezze<br />
anche la notorietà.<br />
Io, invece, o Cesare, non mi detti pensiero di procurarmi<br />
denaro con l’arte, ma ritenni di seguire la povertà<br />
con la buona fama piuttosto che la ricchezza con l’infamia.<br />
Perciò conseguii poca notorietà, ma tuttavia pubblicati<br />
questi volumi, come spero, sarò noto anche ai<br />
posteri. E non ci si deve meravigliare perché sia così<br />
ignoto alla maggioranza. Gli altri architetti chiedono e<br />
contendono per professare l’architettura, a me invece<br />
da parte dei precettori è stato insegnato che è opportuno<br />
prendersi cura d’esser pregato non di pregare, perché il<br />
colore naturale è cambiato dal pudore col chiedere una<br />
cosa sospettosa. Infatti sono desiderati coloro che<br />
danno un beneficio, non quelli che l’accettano.<br />
TRADUZIONE<br />
33
34<br />
LA GIURIA<br />
Prof. ARTURO DE VIVO PRESIDENTE<br />
Ordinario di Letteratura Latina.<br />
Facoltà di Lettere e Filosofia<br />
Università Federico II di Napoli<br />
Dott.ssa CHIARA RENDA<br />
Ricercatrice.<br />
Università Federico II di Napoli<br />
Dott.ssa ARIANNA SACERDOTI<br />
Ricercatrice.<br />
II Università degli Studi di Napoli<br />
Il Preside, la Giuria e l’Assessore alla cultura<br />
La Giuria
1 PREMIO FEDERICA CASTAGLIOLA<br />
I.S. “Pitagora” Pozzuoli<br />
2 PREMIO MARCELLO CASCIO<br />
Liceo Ginnasio Statale “V. <strong>Pollione</strong>” Formia<br />
3 PREMIO NICOLA ERRICO<br />
I.I.S. “Enrico Fermi” Gaeta<br />
4 PREMIO DAVIDE SCIPIONE<br />
Liceo Ginnasio Statale “P. Gobetti” Fondi<br />
PREMIO<br />
DEL GOLFO EMANUELA VALERIO<br />
Liceo Ginnasio Statale “V. <strong>Pollione</strong>” Formia<br />
MENZIONE<br />
D’ONORE CHIARA D’AGOSTINO<br />
Liceo Classico “L. Da Vinci” Terracina<br />
1<br />
3<br />
Premio del Golfo<br />
2<br />
4<br />
Menzione D’Onore<br />
I VINCITORI<br />
I Premiati della VII<br />
edizione del Certamen<br />
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