a tutti voi che siete in missione Buon Natale… - Sezione Vicenza

Notiziario della sezione di Vicenza
ANNO 2008 - NUMERO 5 - DICEMBRE - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB Vicenza
Buon Natale…
IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.
Base di Sarajevo, 10 dicembre 2008
…a tutti voi che siete in missione

2 - La feritoia del Torrione
Capire l’ora di rientrare nei ranghi
Caro Presidente,
ogni parola è debito. Ho accettato di assumere
la direzione editoriale di Alpin
fa grado fino al 31 dicembre 2008 e
così, con quest’ultimo numero, ritengo
soddisfatto il mio mandato.
Da un lato scrivo queste poche righe
dispiaciuto di concludere un’esperienza
che sotto il profilo umano
non solo mi ha arricchito, ma che mi ha anche
permesso di lavorare in un ambiente
congeniale ai miei valori, il tutto
da quella finestra privilegiata che è
appunto Alpin fa grado. Dall’altro
lato sono convinto che nessuno sia
così indispensabile da essere insostituibile.
Tanto più ciò è veritiero
trattandosi dell’ANA, in cui una vera
maturazione è possibile solo garantendo
un periodico cambiamento dei
quadri, dando spazio ai giovani
ed a diversi modi di pensare
e nello stesso tempo rispettando
i “veci”. Ciò
non sempre succede e
si rischia così di mummificare
lo spirito stesso
della nostra Associazione.
Ringrazio il Consiglio
Direttivo Sezionale e te,
Presidente, per la fiducia
accordatami e, nello
stesso modo, ringrazio
tutta la redazione di
Alpin fa grado, in particolare
Federico Murzio,
con la quale ho instaurato
col tempo un rapporto di
stima e collaborazione come solo
tra gli alpini può accadere. Con
questi pensieri metto lo zaino a terra,
sicuro che chi mi succederà lo saprà
raccogliere, portare con uguale passione e, mi auguro, con
maggiore efficacia.
Quando ho raccolto la Tua sfida di guidare Alpin fa grado
l’ho fatto con l’entusiasmo di chi è digiuno del mondo editoriale
e con l’umiltà di chi è comandato a dar voce a tutti gli
alpini della Sezione di Vicenza. In questo modo ho dettato le
linee guida del giornale, sia privilegiando gli aspetti distintivi
dell’Associazione, sia impostando queste pagine come
strumento di stimolo alla coscienza critica . Proprio perché
il giornale è un veicolo straordinario di condivisione di idee
ed esperienze, esso non può limitarsi ad incensare il microcosmo
dell’ANA. È infatti impensabile che anche gli alpini
non risentano di quello che accade oggigiorno all’interno
della nostra società. Ecco quindi che tutto ciò che influisce,
positivamente o negativamente, nel patrimonio di valori,
tradizioni, alpinità deve essere argomento di discussione,
tanto più che è, di fatto, in pericolo di estinzione. E per fare
questo, quale migliore mezzo del giornale
sezionale
Mi riferisco per esempio
all’infor mazione,
altrimenti passata
sotto silenzio anche
tra gli alpini, su
Bocchetta Campiglia
e sul Pasubio, ma anche
all’osservazione
sui comportamenti che
in alcune zone legano
alpini a partiti politici
o a interessi economici
che nulla hanno a
che spartire con loro.
Intendiamoci, non ho
mai voluto coinvolgere
né il giornale né la redazione
in alcuna crociata,
ma solo attenermi
allo statuto ANA e
al regolamento sezionale.
E così è stato.
Oggi l’Associazione
necessita di una continua
ricerca di quella
che tra di noi chiamiamo
“alpinità”, un
carattere che va conservato
e diffuso. È
inutile nasconderci che
i tempi sono cambiati e
che le file stesse dell’ANA sono destinate ad un
progressivo ridimensionamento. Continuiamo però a coinvolgere
i giovani, affinché proseguano sulla strada segnata
dai loro padri e dai loro nonni.
Il mio ringraziamento va a tutti quegli alpini che con osservazioni
e critiche mi hanno aiutato a rendere migliore questo
giornale nella forma e nella sostanza.
Faccio un passo indietro, caro Presidente Galvanin, e rientro
quindi nei ranghi, passando il testimone.
Gianni Periz

Base di Sarajevo, 10 dicembre 2008
08-0781 Alpin fa Grado_5.indd 1 17-12-2008 10:07:38
3
NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA
ANNO 2008 - NUMERO 5 - DICEMBRE - Poste Italiane S.p.A. - Spediz in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB Vicenza
IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.
SOMMARIO
Buon Natale…
…a tutti voi che siete in missione
Pag.
• La “feritoia” del torrione 2
• Nello zaino 4
• Nello zaino dei giovani 11
• Protezione civile 12
• Gli Alpini e lo Sport 14
• Le nostre storie 16
• Incontri 19
• La vita dei Gruppi 20
• Rinnovo direttivi 24
• Alpini che si fanno onore 25
• Appuntamenti 26
• Notizie familiari 28
• “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…” 30
Anno 2008 - n. 5 - Dicembre
Spediz. in abbonamento postale
Aut. Tr. Vicenza 26-4-53 n. 67
Gratis ai soci
Abbonamento annuo Euro 13
Tiratura 21.000 copie
Direzione redazione:
Torrione degli Alpini
36100 Vicenza - Viale B. D’Alviano, 6
Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353
Web Site: www.anavicenza.it
E-mail: vicenza@ana.it
C.C.P. 13008362
Direttore responsabile:
Dino Biesuz
Comitato redazione:
Presidente: Giuseppe Galvanin
Direttore Respondabile: Dino Biesuz - 347 4145567
Direttore Editoriale:
Gianni Periz - 348 2469163 - Uff. 0445 362206
Redattori:
Beltramello Luigi - 333 5807866 - 0444 560881
Brazzale Marco - 328 8183998 - 0445 314409
Gollin G. Pietro - 349 4436050 - 0444 585902
Murzio Federico - 3407624323
Pieropan Alberto - 329 2254773
Zanon Giuseppe Ottavio - 0444543382
Impaginazione e stampa:
Tipografia RUMOR s.r.l.
36100 Vicenza - Italy
Via dell’Economia, 127
Tel. 0444.961566 - Fax 0444.963311
Nella prima di copertina: Natale 2008, militari della base
italiana a Sarajevo.
Nell’ultima di copertina: Novembre 2008, il presidente
Galvanin parla in Consiglio Comunale di Vicenza a seguito
del conferimento della cittadinanza onoraria al 2° Rgt
“Vicenza”.
Tanti auguri Alpini
Cari Alpini, cari Amici degli Alpini,
ci ritroviamo anche quest’anno a scambiarci
gli auguri natalizi. Un rito, questo, che può
sembrare scontato ma che sottintende da parte
mia un sincero senso di gratitudine verso
tutti voi che contribuite ogni giorno, con il
vostro lavoro e la vostra passione, nel rinnovare lo spirito alpino
nelle nostre comunità.
Mi è impossibile non ricordare in questi momenti di gioia e riflessione
i nostri alpini in armi, quelli in Italia come quelli in missione
all’estero. Un pensiero di gratitudine e solidarietà va quindi a loro e
alle loro famiglie. Un caro augurio anche al Comando e agli ufficiali
comandanti delle Truppe Alpine. A questi alpini in armi va un “grazie”
per la disponibilità e l’amicizia che non mancano mai di dimostrare
nei confronti dell’ANA e in particolare alla nostra sezione.
In questi giorni di festa ricordo con affetto tutti gli alpini vicentini
(e non) delle sezioni estere che, nonostante la lontananza fisica,
non gli impedisce di essere almeno idealmente sempre vicini
a noi. Così come il pensiero va a tutti i familiari degli alpini che
li vedono impegnati in importanti iniziative di solidarietà e di
lavoro che gli alpini stessi compiano magari trascurando un po’
la famiglia. Per questo, mogli, figli e morose degli alpini non
smetterò mai di ringraziarvi.
Non è sempre facile ricercare un modo nuovo per dire “Buon
Natale”. Soprattutto quando intorno a noi e, spiace dirlo, dentro
di noi non sempre siamo i migliori alfieri dei valori che sbandieriamo.
Tanto più che il mondo esterno, lo stesso che aiutiamo con
le nostre molteplici attività, ci osserva e ci giudica con la stessa
facilità e superficialità con cui ci chiede aiuto. E non sempre
queste sentenze sono benevole. Per questo, cari alpini, in questo
Natale 2008 invito voi tutti ad una maggiore coerenza nelle intenzione
come nei fatti.
A tutti voi, un caloroso augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Giuseppe Galvanin
Presidente della Sezione ANA di Vicenza

4 - Nello zaino
Arsiero: 1918-2008,
un incontro tutto speciale
L’adunata sezionale si è svolta nel ricordo dell’anniversario della Vittoria
Arsiero ha accolto gli alpini e gli alpini
hanno adottato Arsiero.
Questo è il sunto dell’adunata della sezione di Vicenza 2008.
Sono state sufficienti poche ore perché una domenica mattina
le strette vie del paese che 90 anni fa fu l’ultimo baluardo
ai piedi dell’Ortigara, si riempissero di penne nere. E se
qualcuno avesse dei dubbi sul fatto che tutte le penne nere
sono uguali, qui basti ricordare che si sono uniti nel ricordo
dei caduti, in un abbraccio ideale, sia quelli in congedo sia
quelli in armi. Era infatti presente una compagnia del 7°Rgt
Alp, reggimento comandato dal col. Fabio Majoli anche lui
peraltro presente alla manifestazione.
In realtà la sfilata di domenica, preceduta dall’alzabandiera
Un momento della cerimonia
Il vessillo sezionale scortato dal col. Majoli
e dalla messa al Sacrario del Cimone, è stata anticipata da
molte manifestazioni a carattere storico-culturali in ricordo
degli eventi bellici della prima guerra mondiale che hanno
investito direttamente quelle zone.
Quale luogo migliore di Arsiero, quindi, per celebrare la sezione:
88 anni di vita, 136 gruppi, 17.300 soci e 2900 soci
aggregati; e ancora: 550 volontari di protezione civile inquadrati
in 20 squadre e una squadra sanitaria di tutto rispetto.
La parola d’ordine di questo raduno, al di là dei numeri che
confermano la vitalità della sezione, è stata comunque una
sola: la memoria verso tutti quei soldati, alpini e non alpini,
che hanno perso la vita in quella che da più parti è stata pomposamente
ribattezzata l’ultima guerra risorgimentale. In
queste occasioni, si sa, è facile abbandonarsi alla retorica e
ai buoni sentimenti. Invece, in tutti gli interventi che si sono
susseguiti sul palco si è notata sia la solennità del ricordo, sia
una composta dignità che alla fine ha offerto sinceri momenti
di riflessione.
Alla fine della sfilata due eventi hanno reso la giornata ancora
più memorabile. Il primo è stato il conferimento della
cittadinanza al 7°Rgt Alp da parte del Comune di Arsiero. Il
secondo è stata la consegna di una gavetta ritrovata lo scorso
agosto durante il pellegrinaggio sezionale a Selenj Yar.
La gavetta apparteneva all’alpino Domenico Piceni, uno di
quelli che a casa non è più tornato. Ad Arsiero la gavetta è
stata riconsegnata ai due figli.
Federico Murzio
I figli di Domenico Piceni con Dimitri Ozino (al centro)

Nello zaino - 5
21° Pellegrinaggio
alla “Madonna delle Grazie”
Domenica 12 Ottobre è stato celebrato il 21° pellegrinaggio
Alpino alla “Madonna delle grazie”, località situata nel comune
di Costabissara e che si incontra percorrendo la dorsale
dei colli da Monteviale a Torreselle.
È dal 1985 infatti, anno del restauro della chiesetta, che gli
Alpini della zona Castellari-Alto Bacchiglione si danno appuntamento,
la 2ª domenica di Ottobre, per trascorre qualche
ora insieme nel luogo in cui i superstiti della prima Guerra
Mondiale, negli anni venti, vollero erigerla dedicandola alla
Beata Vergine.
È una continuità storica e morale che ha come valenza la memoria
dei fatti avvenuti 90 anni or sono, ricordati dall’Ana
con significative cerimonie durante tutto il corrente anno e
che troveranno solenne conclusione la sera del 3 Novembre
in tutti i paesi, in Italia e all’estero, dove trovano sede dei
Gruppi Alpini.
La manifestazione ha goduto quest’anno della presenza di
Alpini e dei loro familiari come non avveniva da tanti anni,
favorita anche da una luminosa e tiepida giornata di sole autunnale
che risaltava vieppiù la splendida natura circostante.
La Messa, celebrata dal nuovo parroco di Costabissara don
Marco Ferretto, accompagnata dal coro Alpino di Creazzo e
collocata in questo pittorico paesaggio collinare, ha accentuato
la sacralità del Rito.
La presenza del vessillo Sezionale e di molti gagliardetti,
della Zona e di Gruppi contermini, l’intervento sobrio del
capo Zona, Rino Filippi hanno creato per davvero quella che
noi alpini chiamiamo “Alpinità”, un concetto carico di valori
civili, morali e patriottici autenticamente condivisi.
Un plauso va, alla fine, al capo gruppo, Giampietro Pace e
agli alpini tutti di Costabissara che si prodigano ogni anno
ad organizzare al meglio la cerimonia e il ricco buffet che
chiude, come sempre, la mattinata.
Lucio Rigoni
Ha raggiunto il paradiso di Cantore
Silvio Adrogna è andato avanti all’età di 87 anni
Mentre andiamo in stampa ci giunge la notizia della scomparsa di Silvio Adrogna. Già consigliere
sezionale, presidente sezionale a metà degli anni ‘90 e membro attivo del comitato di
redazione di Alpin fa grado fino a pochi mesi fa, l’alpino che noi tutti conoscevamo si è spento
nella sua casa di Vicenza all’età di 87 anni.
è impossibile ricordare in poche righe la biografia di Adrogna, come nello stesso modo è impensabile
ricordarne il lavoro svolto con passione e spirito di sacrificio a favore dell’Associazione
Nazionale Alpini. Qui basti accennare che era nato nel capoluogo berico nel 1921 e, come
tanti della sua generazione, ha conosciuto le miserie della seconda guerra mondiale. L’8 settembre
1943 lo colse improvviso negandogli al corso allievi ufficiali la nomina vera e propria.
“Partecipai al 5° corso AUC col LXII Battaglione d’Istruzione che ebbe inizio i primi di febbraio
del 1943 a Merano – ha ricordato Adrogna in tempi recenti – Altrimenti sarei andato con
quelli della mia classe in Russia nell’estate del 1942, e, forse, sarei rimasto laggiù, per sempre,
come molti dei miei amici”. Grazie anche a lui, battutosi per tanti anni per il riconoscimento del
grado, solo pochi anni fa quello stesso grado è stato riconosciuto, in maniera onorifica.
Ecco, anche questo era Silvio Adrogna. Un uomo che sapeva coniugare generosità e fierezza in tutti quegli aspetti della
vita che noi alpini chiamiamo alpinità. Affidiamo quindi alle sue stesse parole scritte in un articolo di fondo di Alpin fa
grado, quando, appena insediatosi presidente di sezione porse il suo saluto a tutti gli alpini: “Gli alpini sono abituati a
non dimenticare. E sarà questo un incoraggiamento ed uno sprone a continuare sulla strada tracciata”. Nello stesso
modo, caro Adrogna, noi non ti dimenticheremo.
La Redazione

6 - Nello zaino
Assemblea dei capigruppo: di tutto un po’
Dalle Stelle Alpine ai capigruppo “fai da te”, la sezione a 360°
Si è svolta il 30 novembre scorso l’annuale assemblea dei
capigruppo. Quest’anno la sede d’eccezione è stato l’auditorium
di Piovene Rocchette. Dei 136 gruppi che formano
la sezione, a Piovene ne erano rappresentati 127. I gruppi
assenti erano: Alonte, Arsiero, Bagnolo, Gambugliano,
Lastebasse, Liseira, Ponte di Barbarano, Selva di
Montebello, Sovizzo.
Le relazioni del presidente sezionale Giuseppe Galvanin e
dei responsabili delle varie commissioni (Roberto Toffoletto
per la P.C.; Luciano Cherobin per la Cultura; Nicola Stoppa
per i Giovani; Gianni Periz per Alpin fa grado; Francesco
Rando per il GSA; Silvano Spiller come delegato nazionale)
sono state precedute dalla consegna di un crest a Emanuele
Sbabo, alpino vicentino in armi e vincitore della Coppa del
Mondo di Skiroll; e di un assegno al dottor Dagli Orti, denaro
raccolto con la vendita delle Stelle Alpine.
Le direttive vanno eseguite
L’intervento di Bepi Galvanin ha avuto come perno il ruolo
del capogruppo nell’organigramma sezionale. Fatto salvo
che il capogruppo è colui che deve stimolare e organizzare
la vita dei gruppi – un ruolo decisivo e fondamentale
nell’ANA – è da stigmatizzare e condannare il comportamento
di certi capogruppo che si credono, spiega Galvanin,
“I padroni del gruppo stesso”. A distanza di quasi 90 anni
della fondazione dell’ANA, infatti, non tutti hanno ancora
capito che l’Associazione è prima di tutto un’associazione
d’arma e come tale si rifà in qualsiasi sua azione allo statuto
Il presidente Galvanin consegna il crest a Sbabo
nazionale e al regolamento sezionale. La
libertà d’iniziativa dei capigruppo (così
come quella dei capizona e dei presidenti
sezionali) si può muovere tranquillamente
entro questi paletti. Parole, ci sembra,
pienamente condivisibili.
In quest’ottica Galvanin ha parlato
dell’iniziativa Stelle Alpine. Come il presidente
perda ancora tempo a inculcare
nella testa dei pochi che non l’hanno ancora
capita il valore dell’unica iniziativa
sezionale, ci sembra strano. Ma, come è
emerso nel successivo dibattito, quello
che sembra strano ad “Alpin fa grado”
sembra perfettamente logico a più di
qualcuno. La supponenza dei quali sulle
questioni veramente importanti è ancora
piuttosto infantile, almeno a giudicare
dalla qualità di certi interventi.
“Come associazione d’arma, le direttive

Nello zaino - 7
devono essere intanto eseguite,
poi, eventualmente si possono
discutere insieme”, ha detto
Bepi Galvanin. “E se alla fine
del mandato gli alpini non sono
soddisfatti dell’operato dei loro
quadri dirigenti –ha continuato
il presidente- ci sono le elezioni
per cambiarli”. Più chiaro di
così.
Come fare l’alpino
I capogruppo riuniti in assemblea
Parole importanti sono state
spese dal delegato nazionale
Silvano Spiller. Dopo aver
spiegato alcuni dettagli tecnici,
Spiller si è dilungato su un’iniziativa
dell’ANA suggerita anche
da alcuni alti ufficiali delle
Truppe Alpine. Si tratta di fornire un aiuto ai candidati delle
regioni settentrionali al concorso per entrare nelle forze
armate, in particolare tra gli alpini. Bontà loro, qualcuno a
Milano si è accorto che molti candidati settentrionali venivano
sistematicamente scartati alla prova psico-attitudinale
perché “troppo duri”, qualsiasi cosa questo voglia dire. Per
porre fine a questo stillicidio, i candidati verranno aiutati a
superare proprio la prova psicologica.
Per dire come vanno le cose in certi ambienti, chi vi scrive
può portare la sua esperienza diretta. Nel 1999 ho sostenuto
le prove per entrare all’Accademia Militare di Modena.
Dopo aver svolto e superato le prime prove a Foligno ed essere
entrato in graduatoria, ho affrontato il colloquio psicoattitudinale
ancora a Foligno. L’esaminatore era un tenentecolonnello
medico che dopo mezzora di domande mi chiese:
“Ma come mai un settentrionale vuole entrare nelle forze
armate Non siete pieni di fabbriche e di lavoro lassù”. Io
risposi che volevo dimostrare che i settentrionali sapevano
fare qualcos’altro oltre a costruire fabbriche per far lavorare
i meridionali. Il ten. col. mi congedò, il risultato fu negativo
e io non feci ricorso perché avevo perso interesse ad appartenere
ad un Esercito del genere.
Detto questo era ora che a Milano si togliessero le fette di
salame dagli occhi sulle modalità di selezione che investano
direttamente le Truppe Alpine. Tanto più che anche su questi
argomenti si gioca la partita sul futuro dell’ANA e dei suoi
iscritti.
F.M.
La Vita ci ha uniti tanti anni fa e ora ci ricorda l’importanza
della Storia!
Voi tutti ricorderete quella tragica notte del 9 ottobre 1963, in
cui si staccò una frana alle ore 22,39 dalla pendice settentrionale
del monte Toc. Era il disastro del VAJONT. Morirono
quasi duemila persone, un disastro che stabili un nefasto primato
nella storia italiana.
Si era consumata una tragedia tra le più grandi nel nostro
Paese. Il 9 ottobre 2008, in occasione del 45 anniversario del
disastro, gli Alpini, primi soccorritori quel 10 ottobre 1963,
si sono ritrovati a Longarone luogo del fatto; il nostro Socio
Ferraro Giuseppe di Lonigo (VI) ha ritrovato i suoi comilitoni,
Maran Igino Alonte (VI), Batistello Floriano Thiene
(VI), Rovelli Enrico Mergozzo (VB).Un ringraziamento per
il loro impegno nel portare dopo tanti anni quel capello con
tanta fierezza.
Il gruppo di Lonigo
In ricordo del Vajont

8 - Nello zaino
L’Adunata del Triveneto degli alpini vicentini
Applausi a Trento per la fanfara storica sezionale
Folta presenza di alpini vicentini
a Trento l’Adunata
del Triveneto. Domenica 9
novembre si sono riversate
tra le strade della città
migliaia di penne nere
provenienti da ogni parte
del Trentino Alto-Adige,
dal Veneto e dal Friuli
Venezia-Giulia.
Come era prevedibile si
è registrata la numerosa
presenza degli alpini
della sezione di Vicenza.
I quali non hanno perso
l’occasione di ricordare a
tutti, compresa alla città
di Trento, la marcata tradizione
alpina del loro territorio
di provenienza.
Un grande successo, almeno
a sentire i complimenti
ricevuti al nostro presidente
Galvanin dal collega della sezione di Trento e dalle
autorità politiche e militari, è stato attribuito alla Fanfara
Storica vicentina. Ennesimo tributo all’iniziativa e alla
passione degli alpini della sezione di Vicenza.
Un significato particolare
L’Adunata non a caso si è svolta a Trento nel 90 anniversario
della fine della Grande Guerra. Questo è successo
perché la città rappresenta ancora dopo tanto tempo un
punto di riferimento storico e umano della storia degli alpini
e della storia d’Italia. E, anche stavolta, con una massiccia
presenza di alpini e di pubblico è stato tacitato quel
fastidioso chiacchiericcio che da varie parte della stampa
nazionale (in realtà sempre le stesse) dileggiava a gran
voce il significato del ricordo e della Vittoria.
Nello stesso modo ci sono sembrate fuori luogo quelle
proposte, forse sorte sull’onda dell’emozione, che proponevano
di ripristinare il 4 Novembre come giorno festivo.
L’idea di per sé va benissimo, ma se ciò dovesse tradursi
in una sarabanda di sfilate e cottilions meglio sarebbe
risparmiare i soldi a beneficio dell’Esercito. Almeno
quel tanto che basta per dotare i soldati degli strumenti e
delle tecnologie idonee almeno per la manutenzione dei
mezzi. Infatti, in questo momenti in cui si ricordano le
Forze Armate non possiamo dimenticarci del capitano
pilota Stefano Bazzo, vicentino, morto cadendo col suo
elicottero in Francia durante un’esercitazione interalleata.
Incidente, ricordiamolo, avvenuto a causa di un guasto
meccanico su un apparecchio vecchio di trent’anni.
Il labaro del Consiglio Direttivo Sezionale
F.M.

Nello zaino - 9
Vita della Sezione
Dal Presidente della Provincia di Vicenza Attilio Sneck…
Due foto della
recente visita di
Bepi Galvanin
al presidente
della Provincia,
l’alpino Attilio
Sneck. Qui sopra
Sneck riceve
una statua
ricordo; a fianco
il presidente
provinciale appunta
sul muro
dello studio un
guidoncino della
Sezione di
Vicenza.
… e dal Sindaco di Vicenza Achille Variati
La visita di Bepi Galvanin al sindaco Variati e al consiglio
comunale di Vicenza, dove è stata conferita della cittadinanza
onoraria al 2°Rgt Art. Mont. “Vicenza”.
Oggetto XLIX
COMUNE DI VICENZA
P.G.N. 65434
Delib. n.65
AMMINISTRAZIONE - Proposta di conferimento di cittadinanza onoraria al 2º Reggimento “VICENZA”
“””IL CONSIGLIO COMUNALE,
[…]
D E L I B E R A
di conferire la cittadinanza onoraria al 2º Reggimento “Vicenza” di stanza nella città di Trento o, quando si dovesse
verificare, nella diversa sede ove lo stesso gruppo alpino si dovesse trasferire conservando la medesima titolazione
“VICENZA”. […]
Auguri di Buone Feste
Carissimi alpini in armi vogliamo inviarvi i più amichevoli auguri di Buon Natale e di Buon Anno Nuovo. In questo difficile
anno vogliamo essere particolarmente vicini a voi che tenete alta la nostra bandiera e confermate i valori dello spirito
alpino. Allarghiamo i nostri auguri agli oltre 9.800 soldati italiani distribuiti nelle varie missioni all’estero. Il vostro impegno
gratifica l’Italia e noi tutti.
Sarajevo, 10 dicembre 2008.
Il ten col. dei carabinieri Fausto Vignola, già vicecomandate
della caserma Chinotto di Vicenza, attualmente vice
comandante della missione EUFOR IPU (Integrated Police
Unit) assieme al ten. Gianluca Anzellotti, cl. Cristina Paletti,
cl. Jessica Cusimano, I° cl. Simone Ciarrocchi, Giuseppe
Romano, Marco Cirritto, cl. Simone Lombardozzi, cl. Davide
Ciuffetelli, Leonardo Corrias

10 - Nello zaino
Dalla Zona di Vicenza un piatto di solidarietà alpina
La decima Festa del baccalà in piazza aiuta tutta la comunità
Un momento della festa
E così i Gruppi della Zona di Vicenza sono arrivati alla decima
edizione della Festa del Baccalà in Piazza.
Tutto iniziò, appunto dieci anni fa, su invito dell’Amministrazione
Comunale che intendeva vivacizzare il centro cittadino
con una festa dedicata al famoso piatto: “el bacalà a
la visentina”. Partito tra mille titubanze, tale esperienza era
nuova per molti degli alpini, ha poi preso a funzionare con
regolarità.
Ricordo nei primi anni il timore per l’aspetto economico. I
Gruppi della Zona di Vicenza partivano assumendosi l’onere
delle spese fisse senza sapere se mai sarebbero riusciti a coprirle.
Come ogni manifestazione all’aperto, l’esito dipende
essenzialmente dai fattori meteorologici. Come non dimenticare
ad esempio la pioggia scrosciante di certe edizioni, tutti
sotto il capannone impegnati ad aprire i tombini di Piazza
Biade che non riuscivano a smaltire l’acqua che la carena
della Basilica scaricava sulla piazza stessa.
Comunque, fin dalla sua prima edizione gli alpini organizzatori
avevano deciso che, pagati i fornitori, il ricavato sarebbe
stato assegnato ad Associazioni operanti nel sociale.
E così nel corso degli anni contributi sono stati assegnati a
Frontiere Nuove (Santorso), Coop. Sociale Il Nuovo Ponte,
Associazione Gruppo Volontari per Vicenza, alla Protezione
Civile dell’ANA per gli interventi nello Sri Lanka dopo
il famoso tsunami, Associazione La Nostra Famiglia,
Associazione A.GEN.DO; Parrocchia di San Giuseppe in
Maddalene, Ass. Autismo Triveneto onlus, Pia Società San
Gaetano, contributi sempre di un certo rilievo e strettamente
legati ai risultati economici della manifestazione.
Quella del 2008 è stata una edizione baciata dal tempo favorevole
e quindi con risultati incoraggianti, anche se il proliferare
delle manifestazioni porta: oltre sei quintali di baccalà,
oltre a mille chili di polenta; il tutto si traduce in qualche
cosa come 3.000 piatti di baccalà oltre a polenta e sopressa
ed a polenta e formaggio Asiago il tutto in un clima festoso
mai chiassoso. La soddisfazione più grande, oltre ovviamente
alle donazioni alle varie associazioni, è stato il riscontro
della cittadinanza ed il sentirsi dire: “l’ho mangiato ieri ed
oggi sono qui a riassaporalo, perché veramente buono…”.
Il merito degli alpini è stato quello di aver sempre cercato
la qualità dei prodotti e quindi aver scelto, come fornitore
ufficiale la ditta Di Martino di Altavilla.
Ma oltre ad episodi legati alle bizze di Giove pluvio, ci sono
stati anche numerosi simpatici episodi: uno fra tutti quello di
un giapponese che prelevato il vassoio con la polenta ed il baccalà
prima di mangiare, estratta una prestigiosa macchina fotografica
digitale, ha fotografato il piatto, tra le risate contenute
dei presenti che azzardavano ipotesi del tipo: l’ha fotografato
per copiarlo in patria oppure l’ha fotografato per far sapere, in
caso di morte, che strana diavoleria aveva mangiato.
Francesco Martini

Nello zaino dei giovani - 11
Importante esperienza sull’Ortigara
Anche i giovani impegnati nel ripristino delle opere belliche
Nel terzo fine settimana di luglio – precisamente dal giorno
18 al giorno 20 – i giovani della sezione di Vicenza sono
saliti sull’Ortigara per partecipare, per il secondo anno
consecutivo, al programma di recupero dei manufatti della
grande guerra. Quest’anno la zona di lavoro era situata nelle
vicinanze della Madonnina del Lozze. Attrezzati di picconi,
badili e soprattutto di tanto entusiasmo abbiamo ripulito diversi
metri cubi di trincea dalle macerie accumulatosi in tutti
questi anni.Mentre si scavava e si spostava il materiale è tornato
alla luce uno scalpello della lunghezza di circa 1metro
ci hanno fatto dono di interessanti pubblicazioni sulla storia
della nostra bandiera tricolore, e di Felino della sezione di
Parma che,con l’occasione, ci hanno fatto assaporare il meglio
della produzione di insaccati dei loro paesi. Il supporto
logistico e tecnico era affidato alla sezione di Marostica e,
nello specifico, per la durata del nostro turno,al gruppo di
Crosara. Alla fine di questa esperienza ci è rimasta la consapevolezza
di avere mantenuto fede alla incisione posta ai
piedi della colonna mozza “PER NON DIMENTICARE”.
I gruppi della nostra Sezione rappresentati dai ragazzi erano:
Savegnago S.Bortolo, Brendola, Schio, Malo, Camisano
Vicentino e San Vito di Brendola.
Per chi volesse partecipare al prossimo turno contattateci alla
mail anagiovanivi@libero.it
Massimo Cedrazzi
che serviva per preparare il foro dove piazzare le cariche per
far esplodere la roccia. Così ci si è resi conto della fatica che
hanno provato i nostri soldati nella costruzione di quei camminamenti,
gallerie e ricoveri.Dovevano fare tutti lavori di
fatica facendo sempre attenzione a non “alzare troppo la testa”,
accontentandosi della poca, o nulla, acqua che il luogo
gli offriva e adeguarsi a condizioni climatiche difficili, dato
che in questi luoghi, anche d’estate, la temperatura notturna
rasenta lo zero. A condividere con noi gioia e sudore gli amici
del gruppo di Piove di Sacco della sezione di Padova che
L’Ortigara

12 - Protezione civile
A.N.A. PROTEZIONE CIVILE GRUPPO di CALDOGNO
Recupero delle trincee di Monte Cimone
Ricordi di una delle tante squadre di lavoro
Mattinata fredda e grigia quella del 27 settembre, è cosi che
il Cimone accoglie il nostro sparuto drappello di volontari,
lanciati nel titanico tentativo di recupero delle trincee austriache,
presenti in sito.
Dopo la presa di visione del cantiere e i contatti con l’architetto
Vittorio Corà, ci siamo contati ed abbiamo deciso la
composizione delle squadre d’attacco al fronte assegnatoci.
Forti di ben quindici volontari, armati di picconi, badili, pale,
carriole, guanti e tanta buona volontà siamo partiti in modo
determinato “all’attacco” delle difese austriache.
Il grigiore ed il freddo pungenti delle prime ore del mattino,
sembrava volessero entrare in noi fino a bagnarti le ossa, con
quella particolare caratteristica che ti mette i brividi addosso, e
ti fa sentire più che mai in un luogo così sacro “fuori posto”.
La presenza di un soccorritore, a vegliare sulla nostra incolumità,
due guardie ai mezzi lasciati nel piazzale, considerato
che in questo posto di dovuto rispetto, gli atti di sciacallaggio
perpetrati, nei confronti di automezzi li parcheggiati, erano
ben visibili sul terreno ed erano li ad offendere l’onestà e il
rispetto per i caduti, che molti pellegrini in visita al luogo
portano con loro.
La mattinata è stata dedicata al completamento e alla rifinitura
di parte delle opere recuperate dalla squadra intervenuta
precedentemente sul luogo.
Intervenendo sulle opere precedenti, abbiamo creato dei gradini
adeguati per accedere agevolmente alla grotta rifugio
scoperta nel primo intervento, si è provveduto ad abbassare
parte dell’ingresso per consentire una più agevole sbirciatina
interna, costruito dei muretti a secco, un graticcio in legno,di
contenimento del terreno, e ripristinato dei gradini e un muretto
a secco franato.
Si è anche eseguito un muretto a secco traccia linea, per dare
l’idea della continuità del percorso della trincea e nella parte
superiore, recuperata dall’intervento della forestale, si è posizionato
un muretto in pietrame che raccorda in tondo questa
trincea con l’altro camminamento.
Evitiamo di commentare la pausa pranzo e della difficoltà
di abbinare i panini a base di “soppressa e mortadella “, con
l’acqua, in ogni caso ligi al dovere così tanto pericolosamente
svolto ci siamo dovuti adeguare.
Dopo il frugale pasto, armati di carriole caricate con il materiale
necessario, ci siamo trasferiti nel secondo settore di
intervento.
Il grigiore del tempo non ci abbandonava mai.
Fra ilari battute e volontà di riprendere il lavoro, abbiamo
raggiunto le postazioni, a circa quattrocento metri dalla piazzola
di parcheggio.
Ripreso l’assetto iniziale delle squadre ci siamo posizionati
per il nuovo attacco frontale.
La prima squadra ha aggredito il primo cantiere di lavoro,
con la volontà di andare fino in fondo (a grattare cioè il vero
fondo della postazione coinvolta), la seconda squadra in offensiva
aperta con la continuazione della trincea, che dalla
postazione porta ad una grotta usata come osservatoro e posto
di difesa e di ricovero.
Buon lavoro a tutti
Avanzando di buona lena, facendo attenzione ad intervenire nel
modo più corretto e ben fatto possibile, si sono asportati metri
cubi di foglie, radici, sassi e massi di grosse pietre, accumulati
dal tempo e dalle intemperie, nei percorsi delle trincee.
In novant’anni, sembra che il tempo abbia voluto coprire con
una soffice coltre tutti i dolori e le sofferenze patite da ogni
soldato che è stato li presente e lasciate in questi luoghi assieme
alla giovinezza, in sacrificio di supremo ideale di Patria.
Confortati dalle bottigliette d’acqua da mezzo litro, e dai resti
del pranzo di mezzogiorno, abbiamo sgobbato fino alle
ore diciassette, poi la tromba del rientro ci ha dato lo stop.
Di comune accordo abbiamo deciso di lasciare le attrezzature
in sito, sistemandole alla bene meglio in parte della postazione
già scavata, vi confessiamo con la segreta speranza
che durante la notte, gli “Gnomi o i Folletti” del bosco, quelli
delle leggende che popolano i nostri monti, mossi a compassione
per noi si fossero prestati in un aiuto beneaccetto.
Il rientro e l’arrivo al nostro campo base di riferimento per il
meritato ristoro e riposo, ci ha visti accalcati con le valigie in
mano, nel dormitorio comune, unica via di accesso consentitaci
ai locali, come tanti turisti in attesa dell’assegnazione
delle camere. Chiave uguale per tutti e unica camerata.
Questa situazione ci ha di fatto riportati ai tempi della “naja” e
al cameratismo, unico nel suo genere, che in essa si ritrovava.
Docce calde per tutti, un saporito pasto caldo.
Ospitalità e servizio degni di un quattro stelle superiore, ri-

Protezione civile - 13
servataci da un responsabile del gruppo alpini di Tonezza,
dalle signore degli alpini che hanno curato il servizio mensa
e dagli occhi azzurri e sinceri di Giulia, figlia di sei anni del
responsabile che ha saputo conquistare l’animo dei rudi e
vecchi alpini presenti.
La sortita in libera uscita per Tonezza è stata di breve durata,
pochi gli svaghi che ci si poteva concedere, pertanto si è
ritenuto opportuno partecipare al corso speciale di “Russo”
che il responsabile delle operazioni aveva proposto alla fine
della cena.
Buona notte (se ci riuscite).
Al mattino tutto il cielo era coperto, e l’aria fredda ti accerchiava
completamente, solo una piccola fascia di cielo ad est,
colorata di arancione ci faceva capire che il sole tentava di
alzare la sua persiana sul mondo.
Il corso di “Russo” è andato benissimo, e circa l’ottanta percento
dei partecipanti è stato promosso.
Colazione da “Tiffany” a base di caffelatte e pane, poi tutti a caricare
le proprie valigie sui mezzi e via per un’altra avventura.
Gli amici di Tonezza li avevamo salutati amichevolmente e
con nostalgia la sera precedente.
Timbrato il cartellino alle ore otto nel piazzale del parcheggio
di monte Cimone, già occupato dai soliti “fungaioli” della
domenica, una allegra e alacre brigata seguendo il tortuoso
sentiero montano si portava sul posto del giorno precedente.
Il nostro arrivo non ci ha riservato sorprese di sorta, nessun
“Gnomo”, nessun “Folletto”, che durante la notte avessero
avuto compassione di noi, tutto ci aspettava dormiente sul
posto come l’avevamo lasciato la sera precedente, era il momento
di rimboccarci le maniche.
Ripresa con accanimento dei lavori, unico obbiettivo, ottenere
un buon risultato.
Non c’è stato nessun Piave a bloccare la lena e la volontà dei
magnifici dieci rimasti.
Dopo la pausa per il panino alle ore dieci e trenta, annunciataci
dal nostro piantone di servizio al parco macchine, con
voce concitata per l’emozione di usare la radio per la prima
volta, ci ha colti di sorpresa.
Lasciati gli attrezzi sul posto ci siamo portati sul piazzale
per onorare dovutamente i panini magistralmente preparati
dalle signore cuoche del ristorante della sera precedente, e
consegnatici direttamente sul posto.
Poi avanti ancora a testa bassa fino alle tredici e trenta, spalando,
costruendo muri a secco, lottando con blocchi di calcestruzzo,
pietrame, legname di varia pezzatura ma soprattutto
foglie, foglie amalgamate da una fitta ragnatela di radici
sottili come una folta criniera di capelli.
La consistenza dello strato ti faceva sentire l’attaccamento
del tempo alla sacralità del luogo e la sua reticenza a rivelare
i segreti di cui si sente depositario.
Questo intricato reticolo sembrava esortarti e dirti di lasciare
tutto com’era, perché i ricordi che andavi cercando, anche se
lontani nel tempo, fanno ancora male, perciò lascia a noi il
compito di lenirli e di coccolarli.
La stanchezza si faceva sentire con il passare delle ore, ma la
Al lavoro su Monte Cimone
caparbietà di alcuni, risoluti a non mollare nemmeno per un
secondo, ha avuto ragione del terreno destinato ad essere ancora
una volta ricombinato, fino al punto da far rivivere la postazione
e rendere ripercorribile con agio e facilità la trincea.
Alle ore sedici a tutti “ALT”, zaini a terra, controllo di armi e
bagagli, rivista tecnica delle opere eseguite, e dopo aver considerato
il collaudo positivo, prodotto dall’entità delle forze
in campo, l’ok per il rientro.
Una doverosa escursione al Sacello del Cimone, chiude definitivamente
il nostro fine settima in montagna, è l’ora di tornare
nelle retrovie per il meritato riposo, tanto da domani mattina
riprenderà la battaglia del quotidiano per la sopravvivenza.
Non lo so cosa possano aver riportato a casa gli altri miei
compagni di avventura, non certo cimeli storici, ma senz’altro,
una grande nostalgia per quello che non si è potuto recuperare
appieno e da regalare ai nostri antenati, per ricordarne
le glorie di cui furono degni protagonisti.
Il sole al nostro ritorno al piano ci ha regalato uno spiraglio
di luce, la persiana sul mondo, durante il giorno però, non era
mai riuscito a sollevarla.
Al rientro una veloce sistemata ai mezzi e alle attrezzature
e poi una buona cena a casa, pronti a raccontare con gioia,
magari fiorita da qualche aneddoto mai accaduto, la nostra
piccola avventura, a mogli, figli nipoti e agli amici del bar il
giorno dopo, ma per questa notte lasciamoci con un:
“Onore a voi caduti del Cimone”
Radames Saccozza
Avviso Importante a tutti i Soci
La Sezione ha deciso quest’anno di risparmiare i
soldi dei biglietti degli auguri natalizi per devolvere
l’importo in beneficenza.
Si ricorda pertanto che la messa per l’Epifania si
svolgerà come ogni anno il 6 gennaio 2009 alle ore
11 al Patronato Leone XVI.

14 - Gli Alpini e lo Sport
Rossi campione nazionale di tiro a segno
Un momento della premiazione
Eccellente il risultato per i nostri alpini tiratori impegnati a
Cagliari l’8 e 9 novembre per il 39° Campionato Nazionale
ANA di Carabina Libera e il 25° di Pistola Standard.
L’importante manifestazione, curata ottimamente dalla
Sezione ANA Sardegna, ha avuto un prologo nella giornata
di sabato con la S.Messa celebrata nel cimitero di S.Michele
a Cagliari dove successivamente sono stati resi gli Onori al
Monumento all’Alpino. La domenica, dopo la cerimonia
dell’alzabandiera nel bellissimo poligono del Tiro a Segno
Nazionale di Cagliari, il via alle gare, che hanno visto la squadra
della nostra Sezione distinguersi tra tutte: infatti il titolo
di Campione Italiano ANA assoluto è stato conquistato da
Giovanni Rossi (Gr. ANA Thiene) che con 283 punti su 300
ha sopravanzato Vigilio Fait (Sez. Trento), in gara alle ultime
Olimpiadi di Pechino; e Fabrizio Frigerio (Sez. di Bergamo).
Il 6° posto di Zanon Nereo (Gr. ANA Monteviale) e il 14°
di Lapo Dario (Gr. ANA S.Vito di Leguzzano) consentivano
alla squadra dell’ANA Vicenza di conquistare un ottimo 2°
posto nella classifica per Sezioni, preceduta per un solo punto
dalla squadra di Bergamo.
Abbastanza buona anche la prova dei nostri tiratori di carabina,
che hanno realizzato dei punteggi onorevoli, ma che
nulla hanno potuto in una gara in cui la competizione è ad
altissimo livello, con ben 5 tiratori che hanno superato i 290
punti. Comunque la squadra, capitanata da Massimo Grotto
(Gr. Malo) e formata da Crosara Simone (Gr. Malo) e da
Pignolo Davide (Gr. Ferrovieri/Vicenza) ha concluso con un
onorevole 8° posto su un lotto di 14 sezioni.
Diamo comunque i risultati complessivi dei tiratori della
Sezione:
Pistola Standard
Rossi Giovanni
Gr. Thiene
Zanon Nereo
Gr. Monteviale
Lapo Dario
Gr. S.Vito di L.
Picardi Antonio
Gr. Torri-Lerino
Impalmi Franco
Gr. Torri-Lerino
Munaretto Giuseppe
Gr. Thiene
Squadra di pistola
(Lapo, Rossi, Zanon)
Carabina Libera
Grotto Massimo
Gr. Malo
Corsara Simone
Gr. Malo
Pignolo Davide
Gr. Ferrovieri
1° assoluto e 1° di categoria
6° assoluto e 5° di categoria
14° assoluto e 8° di categoria
27° assoluto e 11°di categoria
44° assoluto e 18°di categoria
53° assoluto e 30°di categoria
2° assoluta
23° assoluto e 12° di categoria
27° assoluto e 15° di categoria
35° assoluto e 18° di categoria
Franco Impalmi

Gli Alpini e lo Sport - 15
Tiro a segno
I nostri atleti brillano
in campo nazionale
Grandi soddisfazioni per i nostri atleti tiratori, che si stanno
ben comportando anche in gare ufficiali nazionali. Massimo
Grotto (Gruppo ANA di Malo) si è recentemente aggiudicato
la 9° prova, valida per il campionato italiano, della gara di
tiro con fucili “ex ordinanze” categoria mire metalliche. Si
tratta di armi un tempo in dotazione ai militari, il cui utilizzo
è ora consentito per uso caccia o sportivo; il nostro Grotto,
armato di un Carl Gustav cal. 6,5 con la vittoria nella gara
di Revere, si è conquistato il diritto a disputare le finali che
assegneranno il titolo di “Campione italiano 2008 ex ordinanze”.
Non è da meno il bravo Giovanni Rossi (Gruppo di Thiene),
che si è recentemente aggiudicato il 25° Trofeo “Città di
Bressanone” nella specialità di pistola a 10 metri, ed ottenendo
anche un lusinghiero 2° posto nella specialità di pistola
libera,
Giovanni Rossi, tra l’altro è reduce dalle finali per il
Campionato Italiano di Tiro a Segno, svoltisi in settembre a
Bologna, dove è salito sul 2° gradino del podio, sempre nella
gara di pistola libera.
Da sottolineare anche la buona prova di Eddy Rocchetto
(Gruppo Torri-Lerino) anche lui presente alla finale per il
Campionato Italiano, classificatosi al terzo posto di categoria
nella pistola a 10 metri e ottimo 5° nella gara di pistola
libera.
Un “bravo” ai nostri tiratori con l’augurio di ulteriori prestigiosi
traguardi.
F.I.
Gara di marcia di regolarità
Trofeo Vincenzo Periz
Gara di corsa in montagna
Questa gara, intitolata all’indimenticata figura del Presidente
della sezione ANA di Vicenza, è stata disputata la prima volta
nel 1989 proprio a Malo, per iniziativa del locale Gruppo
Alpini per onorarne la memoria.
In occasione della ventesima edizione abbiamo voluto riportarla
sui nostri colli, su quello sperimentato percorso che si
snoda arrampicandosi verso la Croce di Monte Pian e che
offre un magnifico panorama della pianura, gremita di paesi
e contrade, circondata dai nostri storici monti: Pasubio,
Novegno, Summano, Altopiano di Asiago.
Una veduta spettacolare che però i concorrenti, in rappresentanza
di ben 32 Gruppi, penso non abbiano avuto il tempo
di ammirare, impegnati com’erano a correre per guadagnare
l’ambito “Trofeo”.
Alla premiazione, cui ha partecipato la Famiglia Periz, il trofeo
era stato assegnato al gruppo di Malo, senonchè, in un
controllo successivo, si scopriva che un concorrente si era
iscritto dando il nome del paese di residenza anziché il nome
del Gruppo a cui apparteneva.
Grazie a questi punti in più il primo classificato diventava
meritatamente il Gruppo di Chiuppano.
Diamo di seguito la classifica finale:
1.soci fino a 39 anni:
I.Grasselli Denis, Santorso - II.Sella Romeo, Schio -
III.Perin Pietro, San Quirico
2.soci da 40 a 49 anni:
I.Chincarini Carlo, Villagredo - I.Battistella Maurizio, Settecà -
III.Mozzo Lucio, Grumolo
3.soci da 50 a 59 anni:
I.Savio Ennio, Settecà - II.Dal Pra Riccardo, Chiuppano -
III.Valente Raffaele, Chiuppano
4.soci dai 60 anni in poi:
I.Marchesano Giorgio, Malo - II.Canale Pietro, Chiuppano -
III.Pillan Ampelio, Tosato
Classifica Gruppi: 1° Chiuppano, 2°Malo, 3°Settecà
Anche quest’anno il G. S. A. Vicenza ha partecipato al
Campionato Nazionale A. N. A. di marcia di regolarità che
si è svolta a Predore (BG) il 12/10/08, con 2 pattuglie.
La pattuglia composta da Carlo Cecchetto, Fabio Nardi e
Severino Comberlato, che da diversi anni
partecipa al campionato, si è classificata al 4° posto per categoria
su 90 pattuglie partecipanti.
La pattuglia composta da Roberto Marchesini, Luciano
Lunari e Giorgio Ferrari, al suo esordio, ha ben figurato.La
sezione di Vicenza, nella classifica per trofeo A. N. A., si è
classificata al 10° posto
su 27 sezioni.
Carlo Cecchetto
La partenza

16 - Le nostre storie
1940 – 1943 caserme degli alpini a Vicenza
Al fronte con i vecchi ‘91, nei depisiti i nuovissimi mitra Beretta
Sono passati oramai 65 anni da quel ‘43
che tanta tristezza ha portato all’Italia e,
in particolare, a tutti quegli italiani che
si trovavano nei vari fronti di guerra.
Anche chi non era al fronte si trovò, da un momento all’altro,
ad essere in prima linea: Il nemico era “in casa”. Difficile
capire come e perché il momento è stato traumatico e nello
stesso tempo drammatico.
Per alcuni nulla mutava per altri, invece, l’amico o almeno
l’alleato fino a quel momento, cambiava faccia: diventava il
nemico.
Il nemico di un attimo prima era, se non l’amico, il cobelligerante,
l’alleato.
Momenti tristi e difficili per tutti.
Portone della caserma in contrà San Silvestro
La tristezza invadeva un po’ tutti; anche i civili e, particolarmente,
quei ragazzi che, pur non avendo l’età per essere mobilitati,
vedevano lo sfascio di quell’“impero” che la cultura dominante
aveva inculcato in gran parte della gioventù di allora.
Si ricordava con nostalgia l’entusiasmo che aveva accompagnato
le partenze per il fronte dei militari ospiti delle
Caserme della città, in particolare degli alpini del “Vicenza”
che aveva sede alla “Durando” in contrà San Silvestro con
un distaccamento in contrà della Misericordia, già sede del
collegio femminile.
Eravamo di casa in quelle caserme perché anche noi, in quel
clima di euforia, volevamo partecipare alla guerra.
Gli studenti, nonché gli scolari delle classi quinte, ad ogni
partenza, erano comandati presso la stazione ferroviaria per
dare l’ultimo saluto della città. In un primo tempo gli alpini
partivano con carrozze ferroviarie; poi con carri- bestiame.
Partivano con l’armamento tradizionale: vecchi 91, fucili
mitragliatori e vecchie mitragliatrici fiat.
Per noi, giovani di allora, erano bene armati. Dovevano fronteggiare
un nemico che, a parte gli albanesi, si era già rivelato
armato ben diversamente.
I primi a tornare dal fronte
erano i feriti e noi, comandati
in stazione per dare
assistenza al passaggio
dei treni – ospedale, venivamo
a conoscenza della
differenza degli armamenti
rispetto al nemico
nonché di una sostanziale
differenza nel vestiario,
non sempre adatto al luogo
di operazione.
L’8 settembre del 43, col fuggi fuggi generale, le caserme
rimasero per qualche tempo vuote e incustodite nonché aperte.
In un primo tempo, per curiosità e anche per necessità di
trovare materiale da poter utilizzare anche nelle famiglie, la
gente entrava e si portava a casa tutto ciò che poteva servire.
Che sorpresa, al distaccamento alpini di contrà della
Misericordia: molte stanze erano piene di materiale bellico
in particolare di mitra “berretta”.
Gli alpini, però, erano partiti con i 91’, vecchi e superati fucili
del 1918. I mitra erano nei depositi.
Stanze e stanze erano piene di “fantastici” scarponi con suole
tipo “vibram”. Al fronte, però, non c’era alcuna possibilità
di sostituire gli scarponi già logori e malandati. I “Vibram”
erano nei depositi. La tristezza ci invase anche per questo.
Perdite di vite umane nei vari fronti di guerra, perdite di vite
umane nei bombardamenti e un armistizio che aveva messo
in ginocchio l’Italia.
Quali pensieri potevamo
fare noi giovani
di quell’epoca per
quello che vedevamo
all’interno delle
caserme
Distaccamento in contrà della Misericordia
Targa che ricorda i battaglioni alpini
partiti per la guerra
Pensavamo che
quella poteva essere
la foto di ciò che accadeva
anche in altre
caserme, in altri siti
militari e con altro
materiale bellico (
cannoni, mezzi corazzati
ecc.).
E se quei materiali
fossero stati a disposizione
di chi era al
fronte
Ottavio Zanon

Le nostre storie - 17
Monteviale. Un simpatico ricordo di un reduce
Quando un articolo fa riemergere i ricordi di guerra
Cipriano Guglielmi
Si è riconosciuto in
un articolo apparso
ne L’Alpino del maggio
2008, Cipriano
Guglielmi, cl. 1914,
reduce della campagna
greco-albanese.
L’articolo trattava di un
diario di un reduce del
Monte Cervino. In uno dei capitoli del libro di un certo Rizzi,
si descrive Vorrei Volare un agile aereo greco che quotidianamente
mitragliava le linee italiane. Il
soprannome è stato un’idea di Cipriano
Guglielmi che nella drammaticità della
guerra è riuscito a trovare una nota di
umorismo attribuendo all’aereo il titolo
del famoso film di Amedeo Nazzari
(Vorrei Volare, appunto) che aveva
potuto vedere in un cinematografo di
Bolzano prima di partire per la guerra.
a destra: Cipriano in guerra
Un ricordo della medaglia d’argento a don Antonio Segalla
Un prete alpino e cappellano militare in Russia
A 65 anni dalla morte gli alpini
di Chiuppano ricordano
il cappellano militare tenente
don Antonio Segalla, caduto
nell’adempimento del proprio
dovere il 23 gennaio 1943 a
Warwarovka sul fronte russo
nella storica ritirata; medaglia
d’argento al valor militare, come
prete e come soldato è una luminosa
figura di cui il suo paese
natale a buon diritto può andare
fiero. Don Antonio Segalla, quando fu ordinato sacerdote a
Padova il 3 luglio 1932 certo non immaginava che la sua
vita sarebbe stata spezzata in terra di Russia, nella morsa
del gelo incessante, durante un ripiegamento, che è passato
alla storia come una delle pagine militari più crudeli di ogni
tempo e nello stesso tempo più gloriose soprattutto per gli
alpini. Ecco dunque in sintesi la storia della vita di un prete
con le stellette: nato a Chiuppano da Giuseppe Segalla e da
Lucia Dal Pra il 14 agosto 1907, dopo gli studi in seminario
e l’ordinazione, fu cooperatore in varie parrocchie da una
parte all’altra della diocesi di Padova, passando da Legnaro
a Merlara, a Enego, Curtarolo, Conselve e Casale Scodosia.
Dopo un decennio di attività pastorale come cappellano, poteva
pensare ormai alla reggenza di una parrocchia, ma nel
frattempo era sopraggiunta la guerra e molti dei suoi giovani
erano mobilitati per il fronte e in particolare tanti alpini dalle
nostre terre sarebbero presto partiti per la linea del Don. A
questo punto don Antonio pensò che qualcuno doveva prendersi
cura di questi ragazzi, stare loro vicino per un conforto
umano e religioso e farli sentire meno lontani da casa. Il 4
febbraio 1941 per lui iniziò dunque una nuova vita “Assunto
in temporaneo servizio” come recita il suo foglio matricolare”
per esigenze di carattere eccezionale e per l’assistenza
spirituale presso il R. Esercito quale cappellano militare
di mobilitazione con assimilazione al grado di tenente”. Il
documento prosegue poi con il suo curriculum “Assegnato
al IX B. Sottosettore di Copertura G. a F. Trasferito all’825
ospedale da campo, partito per la Russia facente parte
del C.S.I.R. l’11 dicembre 1941. Giunto all’825 ospedale
da campo, trasferito all’ospedale di riserva n. 2, trasferito
all’8° Btg. Misto del Genio collegamenti del 3° Rgt.
Genio, trasferito al Battaglione Alpini “Morbegno” del
5° Rgt. Alpini della Div. Alpina “Tridentina”, deceduto in
combattimento nel fatto d’armi di Warwarowka (fronte
russo) il 23 gennaio 1943.” Le circostanze della sua morte
sul campo sono raccontate da un testimone d’eccezione in
un toccante libro di memorie dal titolo “Calvario Bianco”,
autore don Carlo Caneva, lui stesso cappellano militare in
Russia e, al rientro in patria, ideatore e fondatore del tempio
di Cargnacco (Udine), ora considerato monumento nazionale
a ricordo dei Caduti e Dispersi di Russia. Grazie a questa
circostanziata testimonianza sappiamo che Don Antonio incontrò
morte istantanea, mentre, sotto l’infuriare dello scontro
armato, stava amministrando, con consapevole e palese
rischio della vita, gli estremi conforti religiosi a un ufficiale
agonizzante su una slitta; nell’atto di impartire l’assoluzione
fu infatti colpito alla testa da una micidiale scheggia di granata.
Per l’eroica abnegazione dimostrata in battaglia, per la
sua abnegazione e per la costante opera di assistenza prestata
senza risparmio fino all’estremo sacrificio a Don Antonio
Segalla fu assegnata la medaglia d’argento alla memoria.
Giustamente l’Amministrazione comunale ebbe a intitolare
una via di Chiuppano al valoroso sacerdote; un tale esempio
di fedeltà ai valori religiosi, umani e patriottici non poteva e
non può essere dimenticato.
Enzo Segalla

18 - Le nostre storie
I cento anni dell’alpino
Antonio “Toni” Marana
Saranno 100, il mese prossimo, le candeline che Antonio
Marana spegnerà attorniato dai familiari e dagli amici alpini
del gruppo di Brendola.
Nato il 9 gennaio del 1909 all’ombra dei Colli Berici, Toni
è vissuto a Brendola fino a quando nel 1929 ricevette la cartolina
di precetto e partì alla volta di Tolmeno dove, licenze
a parte, vi rimase per tutta la durata del servizio militare. I
ricordi di quel periodo si perdono comprensibilmente nella
memoria dell’alpino Toni. “Il tempo magna tutto” ammette
Toni con un vivace sorriso di candida rassegnazione.
Nel 1940, allo scoppio della guerra, Antonio Marana è sposato
con figli. Nella seconda metà del 1943 è richiamato alle
armi e inviato prima a Indussina, vicino a Gorizia, poi vicino
al confine francese. L’8 settembre lo coglie mentre si trova
a casa in licenza. Da lì, in seguito, la storia militare di Toni
assomiglia alle moltissime che accomunano molti di quei
giovani travolti dagli eventi della Storia.
Dal secondo dopoguerra ad oggi, Toni è stato sempre iscritto
al gruppo alpini di Brendola dove ha offerto un importante
contributo umano e di lavoro. A lui, in questi giorni di festa
che precedono il suo importante traguardo, tutti gli alpini e
amici che lo conoscono si uniscono in un abbraccio ideale.
F.M.
Addio al bersagliere
Delfino Borroni
è morto l’ultimo reduce
della Grande Guerra
Soltanto poche settimane fa la comunità di Castano Primo
(Milano) aveva festeggiato i 110 anni di Delfino Borroni, cavaliere
di Vittorio Veneto e ultimo reduce italiano ancora in vita
della Grande Guerra. Per quell’occasione erano arrivati gli auguri
degli alti ufficiali dell’Esercito e di autorità politiche, oltre a
un intero plotone di Bersaglieri che si era mobilitato per lui.
Domenica, invece, le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente
fino alla morte. Duemila persone hanno partecipato
alle sue esequie. Non può sfuggire la triste coincidenza della
morte di Borroni nel 90° anniversario della fine della Grande
Guerra. Con lui scompare l’ultima viva testimonianza degli
eventi bellici che hanno visto la nostra terra e le nostre popolazioni
impegnate in prima linea. Il ministro della Difesa Ignazio
La Russa ha consegnato l’onoreficenza di Commendatore della
Repubblica Italiana, il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha inviato una corona di fiori.
Toni Marana circondato dagli alpini di Brendola…
Cerimonia commemorativa dei bersaglieri
La nostra Sezione è stata ammessa al beneficio del 5 per
mille come da elenco pubblicato in internet dall’Agenzia
delle Entrate. Vi invitiamo a pubblicizzare il nostro codice
fiscale:
80027060245
indicando il quale sotto la propria firma nel primo dei quattro
riquadri dell’apposita scheda dei modelli Unico PF, 730, o
CUD del 2006 si potrà destinare la quota del 5 per mille
della propria imposta sul reddito alla nostra Sezione ANA
di Vicenza.
…e nel 1943 durante la guerra (Toni è il primo da destra)

Le nostre storie - 19
Il sogno amaro di un Alpino
Schierate nelle anguste profonde trincee delle Tofane –cuore
delle Dolomiti – gli Alpini si passano di mano il noto caro
cappello e increduli ne toccano quel maledetto strappo centrale.
Una, mille carezze, con la morte nel cuore. È il cappello
del comandante, generale Cantore, caduto in piedi tra loro,
colpito in piena fronte. Nasce in quel momento la leggenda
del Paradiso di Cantore: il luogo di ritrovo di tutte le Penne
Mozze, degli Alpini caduti nei vari fronti di guerra.
Una fluttuante immensa schiera di Penne Nere, radunate in
un vallone del cielo. Una “canta” di montagna eseguita a
“coro muto” richiama i sentimenti e gli ultimi aneliti degli
Alpini caduti in ogni tempo e luogo.
Cerco con ansiosa commozione tra i mille e mille volti qualcuno
che mi ricordi almeno uno tra gli amici perduti. Le orbite
vuote, dove prima brillava il lampo della giovinezza con
le caratteristiche di ogni singolo, rendono vano ogni tentativo
della mia ricerca. Sono tutti uguali i Morti in guerra. Non più
età, né gradi militari o distinzioni di sorta. Questo è quanto
rimane dei “momenti di gloria” e del rimpianto per le troppe
giovinezze stroncate dall’umana follia.
Qui il sogno s’interrompe. Rimane l’amaro sapore di una realtà
che vuole a tutti a costi ignorare le lezioni della Storia e
che considera ancora brutalmente la guerra come una delle
opzioni per lo sterminio dell’umanità.
Se un famoso pensatore rivoluzionario definiva le religioni
“oppio del popoli” e un ben noto condottiero di armate
considerava gli uomini “carne da cannone” – due dei tanti
esempi della dannata mania di grandezza di certi campioni
del genere umano – ebbene, la nostra diuturna battaglia per il
superamento delle guerre diventa un preciso dovere.
Oggi gli Alpini sono soprattutto uomini di Pace. La loro missione
è quella di dare un concreto apporto a tutte le iniziative
della società civile per la difesa ad oltranza dei grandi Valori
dello spirito, irrinunciabile condizione per arrivare alla buona
intesa tra i popoli e, quindi, alla vera Pace.
I nostri Caduti finalmente assumeranno il ruolo di un triste
ricordo nel cammino lungo e difficile della nostra Storia.
Vito Mantia
A Bassano del Grappa
A 35 anni dal congedo
si sono ritrovati
all’Adunata Nazionale
di Bassano l’artigliere
Dino Avogaro del
gruppo di Meledo e
Pierluigi Primon del
gruppo di Marostica.
Tra il 1973 e il 1974
Dino Avogaro e Pierluigi Primon erano insieme a
Belluno al 6° Rgt Art.
Mont., Gruppo Lanzo, Reparto Comando. Per eventuali prossimi
incontri pregasi contattare Dino Avogaro al 0444.820669.
Il largo delle brigate e divisioni alpine
Un rappresentanza della sezione di Vicenza ha partecipato con il
vessillo all’annuale cerimonia in commemorazione delle Brigate
Alpine a Cerretto, Reggio Emilia. La manifestazione è organizzata
dalla sezione alpini emiliana, e ogni anno coinvolge un pubblico
alpino e non sempre maggiore.
Il “percorso” monumentale che a Cerreto Lago ricorda le Truppe
Alpine nella sua semplicità vuole idealmente ripercorrere la storia
degli Alpini significando alcuni dei momenti più eroici della loro
lunga storia. Come il masso di arenaria, affiorato proprio al Passo
del Cerreto durante alcuni lavori di scavo, con le insegne delle sei
Divisioni Alpine che hanno combattuto in vari modi e su diversi
fronti durante il 2º conflitto Mondiale: Taurinense, Tridentina,
Julia, Cuneense, Pusteria E Alpi Graie. Così in dettaglio:
BRIGATA ALPINA JULIA masso in arenaria delle prealpi giulie;
BRIGATA ALPINI CADORE masso in calcare dolomitico;
BRIGATA ALPINA OROBICA masso in formazione
calcarea in onice; SCUOLA MILITARE ALPINA DI AOSTA
masso in granito del Monte Bianco; BRIGATA ALPINA
TAURINENSE masso in gneiss granitoide; BRIGATA
ALPINA TRIDENTINA masso in dolomia proveniente proprio
dall’Adamello.
La Zona Alta Val Liona
ha un sito internet
Incontri
“È nato!!” Finalmente è arrivato il sito internet degli alpini della
Zona Alta Val Liona. Lo sforzo più grande è stato quello di preparare
questo contenitore, connesso e funzionante.
Adesso tocca a tutti noi riempirlo, ciascuno con i propri contenuti,
con la storia del Gruppo, con notizie sulle manifestazioni passate
e future, notizie storiche, immagini, canti e chi più ne ha, più ne
metta. Il sito può crescere solo con l’impegno di tutti gli alpini
della Zona.
Un ringraziamento particolare al giovane Matteo Fridosio, che ha
lavorato molto attivamente alla risoluzione della connessione e
all’inserimento dei primi dati.
Per visitare il sito digitare: www.alpinialtavalliona.it
Chissà quante notizie, da vedere, da leggere, da scaricare...
tra qualche mese!
Mirco Bisognin

20 - La vita dei Gruppi
Arzignano
Un ponte per Herat
Anche Arzignano, grazie all’intervento degli alpini del
Gruppo “Mario Pagani” e dell’Amministrazione comunale,
contribuirà a portare solidarietà alla popolazione dell’Afghanistan.
Nei giorni scorsi, la Giunta ha concesso il patrocinio
del Comune al progetto “Un ponte per Herat” promosso
dalla Sezione Ana di Cividale in accordo col comando dell’8°
Reggimento Alpini che è di stanza nella cittadina friulana ma
dallo scorso settembre è impegnato in Afghanistan.
Il progetto prevede una serie di iniziative per raccogliere
fondi a favore della popolazione locale, martoriata da una
guerra che sembra senza fine.
L’8° Reggimento della “Julia”, ricordiamo che è “cittadino
onorario” di Arzignano, è dislocato proprio nella provincia di
Herat e sta svolgendo una missione militare ma anche umanitaria,
con varie iniziative a favore della gente che vive in
quella provincia a responsabilità italiana.
“Ad Arzignano” spiega il capogruppo delle penne nere Paolo
Marchetti “coinvolgeremo le scuole primarie per raccogliere
materiale scolastico e poi organizzeremo incontri e spettacoli
destinati alla raccolta fondi. Fra l’altro, stiamo organizzando
una serata condotta da Toni Capuozzo, uno dei più apprezzati
giornalisti inviati sui teatri di guerra, ed un concerto della
fanfara della Julia”. Il sindaco di Cividale, Attilio Vuga, ha
annunciato che quanto raccolto sarà portato a destinazione
da una delegazione friulana.
Ed Arzignano, in quella circostanza, sarà presente con i loghi
del Comune e del Gruppo “Mario Pagani”.
Brendola
Studenti & Alpini, insieme sul Pasubio
Proseguendo un percorso che da qualche anno concretizza
la collaborazione tra il gruppo e le scuole in iniziative di
varia natura, gli alpini di Brendola hanno proposto ed organizzato
una gita didattica sul Pasubio. Protagonisti, questa
volta, sono stati 60 alunni delle terze medie dell’Istituto
comprensivo Galileo Galilei di Brendola che proprio sul
Pasubio si sono recati il 26 e il 27 settembre scorsi. L’uscita
si è articolata in due giorni con pernottamento al Rifugio
Papa, novità questa per molti dei ragazzi che per la prima
volta dormivano in un rifugio di montagna. Accompagnati
da sei insegnanti e otto alpini, gli studenti hanno usufruito
una guida d’eccezione: il professor Claudio Gattera, alpino,
appassionato di storia della prima guerra mondiale ed autore
di numerose pubblicazioni proprio sul monte Pasubio.
L’escursione si è sviluppata lungo la Strada delle Gallerie
e, dopo un breve riposo al Rifugio Papa, è proseguita per
la zona di Sette Croci passando per l’Arco Romano e la
Chiesetta di s. Maria del Pasubio. Al rientro in rifugio, ecco
l’ennesima novità: la preparazione del “posto branda”.
Dopo un’abbondante cena e qualche canto, alpini e insegnanti
hanno tentato (senza troppo successo in verità) di
far riposare gli scatenati ragazzi che nel frattempo avevano
recuperato le energie spese nella giornata. Il giorno successivo
l’escursione è ripresa sul “sentiero tricolore” con
salita a cima Palon, al dente italiano e al dente austriaco
fino al ritorno al rifugio per il pranzo. Il rientro a Pian delle
Fugazze è avvenuto sulla Strada degli Eroi e attraverso la
Val di Fieno.
Il prof. Gattera tra gli alunni
Per gli alpini e gli insegnanti che hanno partecipato è stata
un’esperienza entusiasmante. Lo è stata anche per i ragazzi.
Per la maggioranza dei quali, quella svolta è stata la prima
vera escursione in montagna. Un esperienza, vien da dire,
non fine a se stessa. I luoghi visitati, infatti, e le spiegazioni
del professor Gattera hanno fatto riflettere queste nuove generazioni
su quel tragico periodo ricordato come la Grande
Guerra. Guerra, quella del 1915-1918, che tanto ha segnato
la storia della nostra terra e le storie degli uomini che in quel
conflitto hanno combattuto e sono morti soprattutto perché
noi oggi avessimo un futuro migliore.

La vita dei Gruppi - 21
Camisano Vicentino
Trasferta a Briancon
Alpini italiani assieme agli alpini francesi
autorità varie e il sindaco di Torrebelvicino ci hanno onorato
della loro presenza. Alzabandiera, deposizione della corona
ai caduti, poi la S.Messa cantata dal coro dei nostri amici de
gruppo di San Massimo in quel di Verona: i cappelli baciati
ad uno a uno dall’officiante, alpino anche lui, il taglio del
nastro da parte dei 3 più anziani del gruppo, le belle parole
del sindaco, la nostra storia fin dalla nascita raccontata brevemente
dal nostro capogruppo, la consegna delle targhe ricordo,
infine la visita per tutti alla sede e il rinfresco d’obbligo.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti, e sono tanti, che a
vario titolo hanno collaborato a questa festa, le nostre mogli,
i soci e amici lavoranti, i Comuni di Torrebelvicino e Schio,
la Cassa Rurale di Rovereto, la Comunità Montana Leogra
e Timonchio e anche quei bimbi che guardavano sorridendo
tutta quella gente con quello strano cappello in testa.
Marchioro Guido
Gambellara
Alpini & Scuola
Tra il 13 e 14 settembre il gruppo ha partecipato del 1°
Raggruppamento a Briancon, in Francia. L’idea è venuta
al presidenza della sezione francese, Zuliani, che una volta
arrivati a Vauban ci ha accolto fraternamente. Molto toccante
è stata la traduzione della Preghiera dell’Alpino in
francese, davanti a numerosi partecipanti. Un ringraziamento
particolare per la bellissima esperienza va a Zuliani
e Petermann, quest’ultimo presidente nazionale dei chasseurs
des alpes.
Al termine del recente anno scolastico 2007/2008 il “Gruppo
Alpini di Gambellara “, in collaborazione con la Sezione di
Vicenza, ha fatto visita agli studenti delle scuole medie del
comune. Attraverso la documentazione visiva di alcune diapositive
come pure della relativa documentazione cartacea,
messe gentilmente a disposizione da parte del Sig. Giuseppe
Rossi, si sono potute rappresentare le due Guerre mondiali
dello scorso secolo. Grande partecipazione ed interesse sono
stati notati tra gli alunni che in tal modo si sono sensibilizzati
sulle atrocita’ avvenute durante le Guerre stesse. L’obiettivo
era infatti di rendere visibile a tutti i giovani quanto devastante
sia stato il periodo in cui le nostre popolazioni hanno
sofferto immani sacrifici in termini di vite umane e di restrizioni.
L’auspicio quindi è che i giovani intendano proseguire
sulla strada della Pace e della pacifica convivenza tra i popoli.
Nella foto un momento dell’incontro all’esterno della
Scuola media di Gambellara.
Enna S. Caterina
Una nuova sede
Domenica 15 giugno 2008 si è inaugurata la nuova sede del
gruppo. Grazie alla disponibilità della parrocchia e del parroco
pro tempore, Don Efrem Gobbo, si sono recuperati dei vani
nella canonica del paese, da tempo inutilizzati. Pensiamo sia
il sogno di tutti gli alpini avere una casa, sia pur piccola, dove
poter custodire gelosamente i propri ricordi: oltre ai consueti
consigli, da lì partiranno le iniziative che via via metteremo
in cantiere e che giacciono nel famoso cassetto. Grande festa
quindi: vessillo sezionale in testa, gagliardetti alpini e di altre
armi della Val Leogra e non solo, la banda della città di Schio,
Giuriolo
Celebrato il 5° anniversario
Importante l’appuntamento al quale quest’anno era chiamato
il nostro Gruppo.
Ricorre infatti il 5° Anniversario dalla fondazione. Per l’occasione,
in accordo con il Capo Zona e con la Sezione,è stata
indetta l’Adunata di Zona Vicenza-Città e il gemellaggio con
il Gruppo ANA di Lizzano in Belvedere (BO) della Sezione
Bolognese Romagnola.
Gli eventi programmati per i giorni 11 e 12 ottobre 2008 hanno
anche tenuto conto del 90° anniversario della fine della
Grande Guerra.

22 - La vita dei Gruppi
Cerimonia
La sera di sabato presso il Teatro Parrocchiale di S.Antonio
ai Ferrovieri si è svolto un incontro con Galliano Rosset,
Alpino, artista, conoscitore delle vicende storiche della nostra
terra. Rosset ha commentato ed illustrato il suo lavoro
per l’almanacco “Poina 2008” incentrato sulla Grande
Guerra e il fronte vicentino. Una grande lezione di storia. Al
prof. Rosset il Gruppo Giuriolo ha fatto omaggio di una scultura
in ferro, a tema alpino, realizzata dallo scultore Carlo
Decembrini. Domenica 12 sfilata per le vie del quartiere
dei Ferrovieri con in testa la Fanfara Storica della Sezione,
rappresentanze delle Associazioni d’arma, i Vessilli della
Sezione di Vicenza e della Sezione Bolognese Romagnola
con il Presidente Gianfranco Cenni, i Gagliardetti della città
e di altri Gruppi Alpini, il Gruppo di Lizzano in Belvedere, i
reduci a bordo di una AR74, la PC ANA. Con noi ha sfilato
il Sindaco di Lizzano, dott. Sergio Polmonari e in rappresentanza
del Comune di Arzignano l’Assessore Giacomello. A
dar man forte nel sostenere il passo di marcia era presente il
Corpo Bandistico “Note in allegria” di Dueville.
La sfilata si è conclusa all’interno degli spazi parrocchiali
di S.Antonio ai Ferrovieri dove si è proseguito con l’alzabandiera
e l’onore ai caduti, è seguita la celebrazione della
S.Messa al campo celebrata da Mons. Gianni Dal Lago al
quale va il nostro sentito ringraziamento.
Si è quindi svolta la breve ma significativa cerimonia di
gemellaggio. I due capigruppo, affiancati dai rispettivi
Gagliardetti, si sono incontrati difronte ai Gruppi schierati
e ai Vessilli sezionali, per uno scambio di doni. Il Gruppo di
Lizzano ci ha consegnato un pregevole quadro che riproduce
la chiesetta sul Monte Pizzo da loro restaurata, il nostro
Gruppo ha consegnato nelle mani del Capogruppo Remo
Fioresi una scultura del maestro Carlo Decembrini, al quale
va tutto il nostro affetto e ringraziamento.
Sono seguiti gli interventi del Capogruppo del Giuriolo,
Alessandro Addeo, dei rappresentanti delle Sezioni, e dei
rappresentanti dei Comuni di Lizzano e Arzignano. Anche
il nostro Sindaco, Achille Variati, ha voluto onorarci della
sua presenza, portando il saluto della Città, dell’Amministrazione
cittadina, rinnovando l’affetto e la considerazione che
la Città ha per gli Alpini. Parole di grande elogio al nostro
Gruppo sono venute dal Gen. Domenico Innecco, Presidente
della Sezione vicentina della Lega lotta ai tumori (LILT) alla
quale il nostro Gruppo da una modesta collaborazione.
Maddalene
Restaurato il monumento a Caduti
Il 26 ottobre 2008, il Gruppo alpini “Penne mozze” di
Maddalene (VI) ha festeggiato il 40° anniversario di fondazione,
consegnando alla comunità di Maddalene il monumento
ai Caduti restaurato con l’aggiunta a lato dell’asta per
alzabandiera mancante.
Nella stessa giornata si festeggiava anche il 60° anniversario
della Scuola materna “ex asilo” e così le due manifestazioni
sono state unificate. Il tutto si è svolto nel piazzale della
Chiesa parrocchiale davanti al monumento. Per l’occasione
gli alpini di Maddalene hanno donato una bandiera e con il
Gruppo della zona di Vicenza è stato consegnato un contributo
di euro 2000.
I bambini in segno di ringraziamento e muniti di bandierine
hanno intonato la canzone Sul Cappello e offerto una tovaglia
confezionata dalle istitutrici con impresse le impronte
delle loro manine in vari colori.
è stata una grande festa come testimoniano le foto che vi
inviamo e che lasciamo a voi la scelta della pubblicazione
della più rappresentativa.
Cordiali saluti
Il Capogruppo Roberto Campagnolo

La vita dei Gruppi - 23
Mosson
Una sede come nuova
Il gruppo ha di recente tagliato un grande traguardo. Da
poco tempo, infatti, si sono conclusi i lavori di ristrutturazione
della sede. Grazie al generoso aiuto e alla collaborazione
del Comune di Caltrano e di quello di Cogollo del Cengio,
siamo intervenuti in modo incisivo sia all’esterno della sede
(coperto e pavimentazione esterna), sia all’interno (murature,
sistema di riscaldamento, pavimenti). L’impegno è quantificabile
in circa duemila ore di lavoro e ha visto alternarsi
nell’opera un po’ tutti i quaranta alpini iscritti al gruppo, in
particolare i più giovani. E forse, questo è stato il successo
più grande. In effetti, la speranza è quella che la sede possa
pian piano divenire un punto di riferimento per la comunità
di Mosson, e che gli alpini con il loro lavoro possano continuare
ad essere da esempio anche per gli altri.
Zona Alta Val Liona
La cerimonia di san Maurizio a Perarolo
Lunedì 22 settembre ’08 alle ore 20.00, presso la Chiesa di
Perarolo, gli Alpini della zona Alta Val Liona hanno ricordato
San Maurizio d’Agaune, guerriero cristiano e martire
del terzo secolo che, con decreto papale venne proclamato
nel 1941 da Pio XII° martire celeste e patrono delle truppe
alpine. La cerimonia, ottimamente organizzata dal gruppo
alpini di Perarolo ha visto la partecipazione, oltre degli alpini,
anche della gente dei paesi che fanno parte della zona
Alta Val Liona.
Don Ligi Fontana ha celebrato la S. Messa e ha ricordato
il sacrificio e la sofferenza di San Maurizio. Nell’omelia ha
rivolto un doveroso pensiero ai Caduti di tutte le guerre e ai
soci alpini non più tra noi.
Dopo il rito religioso la cerimonia è continuata con una suggestiva
fiaccolata fino a raggiungere il Monumento dove
sono stati resi gli Onori ai Caduti per la Patria. La Banda di
Sovizzo ha allietato la suggestiva serata.
Quindi si sono succeduti i vari interventi. Il Capo Gruppo
Guglielmo Bedin ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno
sostenuto il Gruppo, nel predisporre al meglio questo appuntamento.
Il Sindaco di Arcugnano ha elogiato gli alpini
di Perarolo per l’impegno e ha quindi esaltato i valori e la
dignità degli alpini.
Il segretario Sezionale Enzo Simonelli ha ringraziato gli
alpini di Perarolo per la splendida serata, ha invitato tutti
i presenti ha riflettere sulla necessità di difendere la pace,
ricordando chi ha dato la vita per la Patria con altruismo,
pagando un prezzo altissimo. A conclusione della serata si è
proceduto all’ammainabandiera.
Lo spirito della nostra fiaccolata è stato un simbolo, seppur
umile, ma un simbolo di luce, di speranza e di pace. La
fiaccolata ha voluto essere anche un’espressione di duraturo
rapporto di sincera amicizia, profonda collaborazione e di
coesione tra i Gruppi Alpini della zona.
Al termine gli organizzatori hanno preparato nei locali parrocchiali
un ricco buffet per tutti gli intervenuti.
Giornate da ricordare
Un momento della cerimonia
Mirco Bisognin
È una lodevole iniziativa che si sta consolidando, già da diversi
anni, tra le attività sociali dei Gruppi della zona Alta Val
Liona. Nei giorni 24 e 30 maggio 2008 gli alpini dei Gruppi
della Zona Alta Val Liona hanno organizzato la “giornata
del Tricolore”, gli alpini si sono incontrati con insegnanti,
alunni e genitori delle Scuole dell’Istituto Comprensivo della
Val Liona donando la BANDIERA ad ogni alunno delle
classi quinte, oltre a una pergamena nella quale è stampato il
significato del Tricolore.
L’idea parte dalla necessità di diffondere il sentimento
dell’amor patrio, di far conoscere ai bambini la Storia arrivando
a loro in modo semplice e diretto. L’iniziativa ha trovato
immediato entusiasmo tra gli alpini, condivisione da parte
della Direzione dell’Istituto Comprensivo e degli insegnanti,
successo che ha oltrepassato persino le nostre aspettative.
Il fattore di maggior rilevanza e che ci induce a ben sperare

24 - La vita dei Gruppi
nell’affrontare iniziative analoghe in futuro è stato proprio
l’atteggiamento dei bambini i quali hanno dimostrato di aver
apprezzato e capito il significato del gesto partecipando con
canti, poesie e riflessioni, ben preparati dalle loro insegnanti
alle quali vanno i ringraziamenti dei Gruppi. Durante la cerimonia
è stato eseguito in coro, da tutti i presenti, il canto
del nostro Inno Nazionale, momento che ha suscitato una
intensa commozione.
L’idea di donare il Tricolore nelle Scuole è stata pregevole,
metterla in pratica entusiasmante, ha creato emozioni in entrambe
le parti e riempito tutti di soddisfazione.
Mirco Bisognin
Mario Sasso, nostro indimenticato segretario tra i fondatori
del gruppo.
La cerimonia di inaugurazione ha visto la partecipazione di
molti alpini e famigliari del gruppo, oltre ad una significata
presenza delle autorità sezionali, civili e militari. Tra questi
ultimi ricordiamo per l’affettuosa partecipazione del col.
Edoardo Maggian, del col. Gordon Davis del Ten. Col. Venir
e del nostro Gen. Domenico Innecco.
Thiene
Gita sociale a Caporetto
S. Lazzaro “O. Salviati”
Inaugurata la nuova sede
è stata inaugurata la nuova sede del gruppo. La palazzina
è stata messa a disposizione dal Comune di Vicenza, molto
ampio. La sala convegni, ad esempio, è stata intitolata a
Il gruppo a Redipuglia
A settembre, in occasione del 90° anniversario della fine della
prima guerra mondiale, il gruppo si è recato in gita sociale
a Caporetto. Prima di Caporetto, però, i nostri alpini hanno
fatto una doverosa visita al sacrario di Redipuglia, dove è
stata deposta una doverosa corona d’alloro in memoria dei
100mila che lì riposano.
A Caporetto abbiamo visitato il museo storico (con il direttore
come guida d’eccezione) dove sono esposti reparti, armi,
materiali bellici, cartine geografiche e divise. Particolarmente
interessante abbiamo trovato il luogo dopo Edwin Rommel,
la futura Volpe del Deserto, da giovane ufficiale dell’esercito
Imperiale Tedesco, condusse l’azione che lo rese famoso.
Rinnovo direttivi
Gruppo di Arzignano
Capo Gruppo Paola Merletti
Consiglieri: Flavio Bertinato, Mauro Concato, Sergio Concato
, Vittorino Dalla Barba , Roberto Dalla Valeria, Luca Dal
Molin, Faccio Giovanni , Antonio Frizzo , Sergio Galliotto
, Francesco Gentilin , Dario Giordani, Guerrino Lorenzi,
Luciano Lunari, Roberto Marana, Giovanni Marcheluzzo,
Roberto Marchesini, Francesco Pizzolato, Giovanni Reginato,
Giulio Rosa, Tito Sartore, Donato Zanvettore.
Gruppo Olinto Salviati Vicenza
Capo Gruppo: Gianfranco Zanpieri
Consiglieri, Livio Fabris, Vasco Milani, Marco Zocca,
Giuliano Giaretta, Silvano Matteazzi, Angelo Gobbi,
Editeo Bau’, Giovanni Vedovato, Gianfranco Pittoni, Paolo
Cortese, Marco Fasolo, Renzo Giorio, Mario Negretto, Dario
Veronese, Gianni Cemolani, Antonio Battaglia.

Alpini che si fanno onore- 25
Alpini che si fanno onore
Giobatta Danda festeggiato a Vestone
Il Comune di Vestone (BS) ha un cittadino in più: è il vicentino
Giobatta Danda, Tenente Colonnello degli alpini. Durante un consiglio
comunale, riunitosi in seduta straordinaria lo scorso 22 novembre,
gli è stata attribuita la cittadinanza onoraria per i sacrifici patiti
durante la Campagna di Russia, tra le file del battaglione Vestone in
qualità di ufficiale, assieme ai moltissimi giovani colleghi bresciani.
In una sala comunale gremita di pubblico, la giunta al gran completo
e lo svettare dei labari e gagliardetti delle sezioni alpine di Brescia
e Salò, oltre che dei gruppi di Vestone, Nozza, Castenedolo e Idro,
è stato il sindaco a prendere per primo la parola. Il primo cittadino
Emanuele Corli ha sottolineato, emozionato, come la cittadinanza
onoraria sia «un riconoscimento a quanti rimarranno per sempre legati
al paese di Vestone per aver combattuto nel battaglione che ne porta il nome, diventando protagonisti della sua storia. Ed anche
per rendere un doveroso omaggio, alla memoria dei tantissimi giovani che non tornarono più dalle steppe russe, sacrificando quanto
avevano di più prezioso per la patria». Giobatta Danda è il quinto reduce di Russia a ricevere questo significativo riconoscimento.
Prima di lui, dall’immediato dopoguerra ad oggi, sono diventati cittadini onorari di Vestone Enrico Bracchi, comandante del
battaglione in Russia, Mario Pamato, tenente medico del Val Chiese, Mario Rigoni Stern (nel 1977) e Nelson Cenci (nel 2007),
rispettivamente sottoufficiale e ufficiale del Vestone.
Il sindaco ha poi lasciato la parola a Luigi Bianchi, già primo cittadino vestonese, il quale ha voluto ricordare il sincero legame
di Danda con Vestone e la gente valsabbina, che portarono alla stesura delle sue memorie nel libro “Vistù”, uscito nel 1992 con il
sostegno del Comune e poi ripubblicato quest’anno, in una seconda edizione riveduta ed ampliata. Un libro che, assieme a tutte le
precedenti pubblicazioni degli amici Rigoni Stern e Cenci, è stato distribuito agli alunni delle scuole vestonesi, andando ad arricchire
le molte testimonianze su uno degli eventi bellici che più ha segnato la storia moderna. Il Prof. Bianchi, inoltre, ci ha tenuto a
sottolineare il segno indelebile della militanza nel Vestone dell’allora giovane Tenente Danda che, dopo l’8 settembre 1943, diventò
comandante partigiano nella brigata Rosselli, attiva sui monti Lessini, scegliendo proprio come nome di battaglia “Vestone”.
Alla cerimonia erano presenti altri reduci di Russia, fra cui Nelson Cenci e due alpini che erano nella 54ma compagnia comandata
da Danda: Paolo Vezzola e Giuseppe Briarava. Con loro, poi, i vestonesi Aldo Pizzoni, Alberto Albertini, Giacomo Leali e Primo
Zambelli. Un inedito ritrovo di anziani combattenti, tra gli ultimi rimasti in vita del Vestone, che con inaspettata grinta hanno a turno
preso la parola, conferendo ancora maggior significato all’occasione.
Danda, ringraziando sentitamente per il riconoscimento, ha espresso l’orgoglio di portare sul petto le sue medaglie d’argento e di
bronzo al valor militare e le tre croci di guerra, ricordando come tali riconoscimenti siano merito anche dei suoi soldati che non
fecero più ritorno a casa. Ogni attestazione di valore ricevuta, compresa la cittadinanza, va per lui simbolicamente estesa a tutti gli
amici rimasti in terra di Russia.
Dopo il conferimento ufficiale della cittadinanza, presso la
sede degli alpini di Vestone si è tenuta una breve cerimonia con
l’alzabandiera e la deposizione di una corona, cui sono seguiti
i discorsi del capogruppo vestonese Emiliano Piadena e del
presidente della “Monte Suello” Fabio Pasini, patrocinatori del
riconoscimento presso il Comune. Una comunità alpina, quella
bresciana, da sempre legata al “suo” Tenente Danda, e che prima
di lasciarlo tornare a Vicenza ha voluto fargli un ulteriore
regalo. Una ricevuta postale di ben 2 mila 600 euro, raccolti in
pochi mesi attraverso la vendita dell’ultima edizione del suo
libro e versati, secondo il suo desiderio, alla Fondazione Scuola
Nikolajewka di Brescia, costruita dagli alpini per accogliere e
aiutare molti ragazzi disabili. Non solo parole, insomma, ma
soprattutto fatti, come si confà allo spirito di solidarietà alpino.
Francesca Danda

26 - Appuntamenti
Calendario manifestazioni a
06 gennaio - VICENZA
Santa Messa dell’Epifania in suffragio degli Alpini andati avanti
17 gennaio - LONIGO
0re 10,00: Incontro con i Giovani della Zona al Teatro Comunale. Titolo: “Essere
Alpini Oggi”.
0re 20,30: Rassegna corale del coro alpino di Lumignano e della fanfara storica
sezionale.
21 gennaio - POJANA MAGGIORE
0re 18,00: Commemorazione Sezionale di Nikolajewka
1 marzo - VICENZA
Assemblea annuale dei delegati in Patronato
07-8 marzo - PASSO VEZZENA/MALGA RIVETTA
Campionati Sezionali di Sci Fondo e Slalom Gigante
14-15 marzo - VILLAGANZERLA
Adunata Interzonale e 50° Anniversario fondazione Gruppo
29 marzo - TAVERNELLE
Inaugurazione nuova sede del Gruppo
19 Aprile - MONTEGALDA
Tradizionale Festa del Gruppo
26 Aprile - MALO
Adunata Zona Val Leogra Bassa
Inaugurazione Monumento agli Alpini

Appuntamenti- 27
carattere sezionale anno 2009
9-10 maggio - LATINA
82° Adunata Nazionale Alpini
24 maggio - MONTEVIALE
50° Anniversario fondazione Gruppo
07 giugno - TUTTI I GRUPPI
3^ Giornata della Stella Alpina
Solidarietà Senza Confini
06 settembre - MONTE PASUBIO
Pellegrinaggio Sezionale
19/20 settembre - TORRI DI QUARTESOLO
44^ Adunata Sezionale
13 settembre - CHIUPPANO
Trofeo Periz - Gara di corsa in montagna
18 ottobre - ARZIGNANO
XII^ Edizione Trofeo “Mario Pagani”
Gara marcia regolarità in montagna
25 ottobre - MONTECCHIO MAGGIORE
Raduno Reduci Btg. Vicenza e Btg. Val Leogra
29 novembre
Riunione dei Capigruppo

28 - Notizie familiari
Nozze d’oro
Cogollo del Cengio
Giovanni Panozzo
e Annamaria Calgaro
Lisiera
Giannino Bertuzzo
e Adriana Fraccaro
Sandrigo
Mario Chemello
e Antoina Merlo
Thiene
Francesco Maculan
e Emilia Vanzan
Lapio
Giuseppe Dal Lago
e Gemma Manni
Lonigo
Francesco Core’
e Rina Ferrari
Torri Lerino
Alessandro Ferrando
e Angelica Rigon
Marano Vic.
Antonio Zambon
e Santina Rizzi
Grisignano di Zocco
Adriano Calandra e
Antonietta Smiderle
Schio
Roberto Manoli
e Giulia Lizzati
Nozze
Matrimonio Alpino - Gruppo di Zugliano e Grumolo
Andrea Simoni e Laura Ferracin
Nozze diamante
Chiampo
Enrico Cavaliere e Sonia Coffele
Barbarano Vic
Federico Faggionato e Sabrina
Dall’Armellina
Tonezza
Federico Fontana e Silvia
Nati
Torreselle
Leri Sottoriva e Ester Pencea
Creazzo
Giuliano de Marchi e Katia Guazzo
Davide Sandri e Laura Vantin
San Bortolo - Dino Moretti ed Egle Proto
Malo - Giuseppe Festa e Maria Dal Maistro
Lapio
L’alpino Daniele Basso
e Claudia Casarotto
annunciano la nascita di Vittoria
Cogollo del Cengio
Ermes Zorzi e Elena Dal Bianco
annunciano la nascita di Matteo
Brendola
Alberto De Boni ed Erica Maran
annunciano la nascita di Jacopo
Enna e Santacaterina
Benetti Fabio e Carollo Morena
annunciano la nascita di Anna
Schio
Paolo Foletto e Miriam
annunciano la nascita di Samuel
Andrea Tessari e Roberta Zanandrea
annunciano la nascita di Rebecca
Lisiera
Enrico Bonaguro e Manuela
annunciano la nascita di Tommaso
Borgo Casale
Mauro Zonta e Laura
annunciano la nascita di Aurora
Arsiero
Antonio Busin e Susi
annunciano la nascita di Framcesco
Barbarano Vic.
Stefano Franceschetto e Marzia
Righetto
annunciano la nascita di Elia
Santorso
Luigi Inderle e Barbara
annunciano la nascita di Elia
Asigliano Vic.
Marco Chierico e Valentina Rappo
annunciano la nascita di Anna
Chiampo
Mirco Boschetto e Maria
annunciano la nascita di Marta

Lutti - 29
Giovanni Battista Belloni
Dal Gruppo di Meledo apprendiamo
che Giovanni
Battista Belloni è andato
avanti. Classe 1927, aveva
svolto il servizio militare di
leva a Vipiteno, tra gli alpini
del 5° Rgt Alp. .
Ritornato alla vita civile,
Giovanni Battista si era
dedicato alla famiglia e al
lavoro coniugando al tempo
una viva partecipazione alla vita associativa. Tanto che,
per diversi anni, ricoprì prima la carica di consigliere e in
seguito di capogruppo. In queste veci non mancò mai di
spendersi affinché il gruppo stesso e gli alpini formassero
un’importante colonna nel tessuto sociale e culturale
di Meledo.
Gervasio Bruttomesso
Lo scorso settembre è mancato
Gervasio Bruttomesso,
classe 1920. Nato e vissuto
a Villaga ha vissuto prima
la campagna d’Albania,
poi la tragedia della
guerra in Russia e della
Ritirata. Bruttomesso, infatti,
venne arruolato nel
Battaglione Val Leogra facente
parte del 9° Rgt Alp
della Divisione Julia. Una volta ritornato a casa dopo
molte peripezie, Bruttomesso raccontava ai più giovani
le vicissitudine della guerra. Agli alpini di Villaga lo
ricordano con amicizia e affetto, anche per i numerosi
contributi che Gervasio Bruttomesso ha dato al Gruppo
in questi anni.
Lino Basso
È andato avanti Lino Basso
del Gruppo di Sandrigo.
Classe 1932 è stato per
molto tempo capogruppo e
sindaco di Sandrigo e, poi,
consigliere provinciale. Il
suo impegno nella comunità
e nell’Ana è sempre
stato costante e le iniziative
che lui ha portato avanti non si contano. Tra tutte ricordiamo
la costituzione del gruppo di protezione civile
Astico-Brenta. Nonostante fosse malato da tempo, Lino
Basso ha continuato le sue attività in favore del prossimo
e della comunità fino alla fine.
Per molto tempo è stato anche consigliere sezionale di
Vicenza dove ogni volta si distingueva per l’attenta partecipazione
e impegno.
Silvio Calesella
Nella sua amata Schio ci
ha lasciati l’alpino Silvio
Calesella, classe 1913.
Arruolato nel Btg Vicenza
venne richiamato nel 1940 e
assegnato al Btg Val Leogra.
Partecipa alla campgna di
Grecia nel 1941 dove fu
ferito. Al rientro in reparto
partecipa alla campgna del
Monte Negro, alla fine della
quale viene fatto prigioniero e deportato in Germania.
Silvio Calesella, fu decorato con due croci di guerra.
In ricordo di Francesco Bortolon
Il 28 agosto scorso un incidente
sul lavoro ha tolto
all’affetto dei suoi cari l’alpino
Francesco Bortolon,
del gruppo alpini di Fimon.
Francesco aveva svolto
la naja nel 1979 a Tai di
Cadore come conducente
di muli. Così lui simpaticamente
ricorda quel servizio:
“Jeep a pelo avviamento a
bestemmie!”. Dopo il congedo Francesco è stato molto attivo
nella comunità sia nel gruppo alpini sia in altre attività
solidali. Tutto questo senza mai scordarsi della famiglia e
dei suoi tre figli a cui ha sempre dato il buon esempio.
Così ci scrive il fratello Valentino Bortolon, alpino anche
lui: “Francesco hai lasciato un vuoto immenso in tutti noi
ma siamo certi che ogni volta che noi ti pensiamo, tu, dal
paradiso di Cantore, ci guarderai e sorriderai. Continuerai
a ricevere il giornale L’Alpino e Alpin fa grado e mentre da
lassù li leggerai in anteprima, i tuoi figli avranno la possibilità
di darci uno sguardo e ricordarsi che sono figli di un
alpino e donatore di sangue, e potranno così portare avanti
i sani valori della vita che il loro papà aveva insegnato”.

30 - “…un nostro amico hai chiesto alla montagna…”
Il vessillo sezionale è listato a lutto per la recente scomparsa di numerosi amici alpini.
Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa
dimostrata. Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più
sentite condoglianze ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.
Altavilla VIC.
Brendola
Campedello
Chiuppano
Crespadoro
Grumolo d. A.
Alpino Gianni Ciscato
cl. 1939 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini
Alpino Giovanni
Campagnaro
cl. 1933, Brigata
Tridentin
Alpino Giuseppe
Garbin
cl. 1917 Btg. Belluno
Reduce di guerra
Art. Giuseppe Toniolo
cl. 1913 Div. Julia 3°
Rgt. Art. Montagna
Gruppo Udine
Art Mario Dalla Pozza
cl. 1943 Brigata Julia 3°
Rgt. Art.Alpina Gruppo
Udine
Alpino Albino Centin
cl. 1941 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg.
Belluno
Altavilla VIC.
Bressanvido
Chiampo
Costabissara
Crespadoro
Laghi
Alpino Danilo Poli
cl. 1934 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg. Feltre
Alpino Battista
Fortunato
cl. 1934 Comando
truppe Alpine
Alpino Sergio Bettali
cl. 1941 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg. Feltre
Alpino Orfeo Carta
cl. 1938 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg.
Belluno
Alpino Aldo Cocco
cl. 1943 Brigata Julia 8°
Rgt. Alpini Btg
Alpino Renzo Lissa
cl. 1944 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg. Feltre
Arsiero
Caldogno
Chiampo
Creazzo
Fara Vicentino
Laghi
Alpino Francesco
Sanson
cl. 1931 Div. Julia 8°
Rgt. Alpini
Alpino Maurizio Filippi
cl. 1947 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg. Feltre
Alpino Camillo Sabadin
cl. 1914 Div. Julia 9° Rgt.
Alpini Btg. Vicenza
Reduce del fronte GR -AL
Artigliere Enzo Perin
cl. 1946 6° Rgt. Art. da
Montagna
Artigliere Mario
Tescari
cl.1930, Gruppo
Belluno
Alpino Giuseppe
Comparin
cl. 1924 Divisione Julia
9° Rgt. Alpini
Arsiero
Campedello
Chiampo
Creazzo
Gambellara
Lugo di V.
Alpino Giovanni
Grendene
cl. 1942 Brigata Cadore
Rep, Trasmissioni
Alpino Antonio Tefili
cl. 1944 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg.
Belluno
Art. Gioacchino Lazzari
cl. 1924 Div. Julia 3° Rgt.
Art. Montagna Gruppo
Udine Reduce di guerra
Al. Giuseppe Bonato
cl. 1914 Div. Julia 9°
Rgt. Alpini Btg. Vicenza
Reduce fronte GR-AL
Alpino Giorgio
Cavallon
cl. 1935 6°Rgt Alp. Btg.
Alpini Bolzano
Alpino Luigi Carollo
cl. 1923, 7°Rgt Alpini

31
Malo
Noventa Vic.
P. dI Barbarano
Sarcedo
Schio
Villaverla
Alpino Antonio Cosaro
cl. 1938 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini
Alpino Corrado
Canetti
cl. 1926 6° Rgt. Art.
Montagnai
Caporal Maggiore
Giuseppe Guarda
cl. 1929, Btg Tolmezzo
Alpino Giuseppe
Fiorio
cl. 1951
Alpino Pierino Bottega
cl. 1923 Btg. Pieve di
Cadore
Reduce di guerra
Al. Gianpietro Maddalena
cl. 1966 Brigata Cadore
7°Rgt. Alpini Gruppo
Logistico
Malo
Piovene R.
San Bortolo
Schio
Thiene
Zugliano
Alpino Giovanni
Orlando
cl. 1928 Div. Julia 9°
Rgt. Alpini Btg. Bassano
Alp. Valentino Ferretto
cl. 1911 Div. Julia 9°
Rgt. Alpini Btg. Vicenza
Reduce di GR e AL
Alpino Alberto Ongaro
cl. 1943 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpinio
Sergente Luciano
Berlese
cl. 1938 Brigata Cadore
Btg Val Cismon
Alpino Vasco Padrin
cl. 1924 Divisione Julia
Reduce e prigioniero di
guerra
Alpino Valentino Fenanti
cl. 1936 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg. Pieve
di Cadore
Malo
Piovene R.
San Lazzaro
Schio
Torrebelvicino
Zugliano
Artigliere Roberto
Maddalena
cl. 1933 Brigata Cadore
Gruppo Belluno
Alpino Antonio
Graziani
cl. 1934 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpinii
Alpino Franco
Gervasio cl
Reduce di Russia
Alpino Gianni Pozzan
cl. 1938 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini
Artigliere Giacomo
Aver
cl. 1931 6° Rgt. Art. da
Montagna
Al Giuseppe Dal Santo
cl.1926 Div. Julia
8° Rgt. Alpini Btg.
Tolmezzo
Marano
Vicentino
Polegge
Sandrigo
Schio
Torrebelvicino
Ruoaro Giuseppe
Artigliere Carlo Rizzi
cl. 1930 Div. Julia 3°
Rgt. Art. Montagna
Alpino Antonio Saggin
cl.1926 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini
Alpino Luigi Vecchi
cl. 1940 Brigata Tridentina
6° Rgt. Alpini Btg. Bolzano
Alpino Renzo Fattori
cl. 1923 Div. Julia 9° Rgt. Alpini
Reduce del fronte GR
Albanese e Jugoslavo
Motta
P. dI Barbarano
Sandrigo
Schio
Villaganzerla
Alpino Silvano Furlan
cl. 1949 Brigata Cadore
7° Rgt. Alpini Btg. Feltre
Alpino Bruno
Fornasier
cl. 1932, Btg Feltrer
Alpino Santo Mendo
cl.1928 6°Rgt Alp. Btg.
Alpini Bolzano
Alpino Angelo Zanella
cl. 1922 Div. Julia 9°
Rgt. Alpini Btg. Vicenza
Artigliere Walter
Fortunato
cl.1939 Gruppo Art.
Alp. Asiago

Il Presidente ringrazia il Consiglio Comunale
per la cittadinanza al 2º Reggimento “ Vicenza”