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Nello zaino - Sezione Vicenza

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ANNO 2011 - NUMERO 1 - MARZO - Trimestrale - E 4,00 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, NE/VI<br />

In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di <strong>Vicenza</strong> CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto<br />

Alpino<br />

Matteo Miotto<br />

PRESENTE


2- La feritoia del Torrione<br />

Piedi per terra e <strong>zaino</strong> in spalla!<br />

di Gigi Girardi<br />

Sulla scia di quanto già sintetizzato<br />

da Dino Biesuz lo scorso dicembre<br />

in riferimento al documento<br />

elaborato ad ottobre dal Consiglio<br />

Direttivo Nazionale, è giunto il momento di presentare<br />

concrete proposte destinate a delineare una traccia operativa<br />

per l’Ana, a breve e medio termine. Per il lungo<br />

termine ne riparleremo a tempo debito.<br />

È ora indispensabile lavorare tenendo ben conto<br />

delle nuove realtà, integrando quanto contenuto nel documento<br />

a cui facciamo riferimento e che ci risulta<br />

sia già stato oggetto di approfondimenti<br />

in seno a parecchi nostri gruppi.<br />

Questo ci induce a credere che certamente<br />

saranno emerse proposte e idee da presentare<br />

al presidente Perona, in occasione<br />

dei prossimi incontri che lui si è proposto<br />

e programmato di poter concludere<br />

nel tempo che ancora intercorre<br />

alla conclusione del suo<br />

mandato.<br />

Da una prima lettura, si potrebbe<br />

dedurre che c’è l’assillo per<br />

una lenta ma irreversibile contrazione<br />

del numero di iscritti. Noi<br />

crediamo che questo sia soltanto<br />

un effetto, non il problema. Sarebbe<br />

banale non prevederlo, ben consci<br />

che non potendo più contare sul grande<br />

serbatoio degli alpini congedati dal<br />

servizio militare obbligatorio a cui l’Ana attingeva, è<br />

ovvio che ci si avvii ad un naturale ridimensionamento.<br />

È gia successo ad altre realtà prima di noi, vedi Combattenti<br />

e reduci, Garibaldini, ordini religiosi e via discorrendo.<br />

Ciò non significa che la qualità sarà direttamente<br />

proporzionale alla quantità. Anzi! È questo il vero obbiettivo!<br />

Perseguire progetti di alto profilo, con solidi<br />

contenuti storici e culturali, senza per questo trascurare<br />

le espressioni di quell’alpinità popolare insita nelle nostre<br />

radici.<br />

Non sarà certamente raschiando i fondi che permetteremo<br />

all’Ana di tramandare i suoi valori ma avviando<br />

un nuovo concetto di associazione, adatto ai diversi<br />

contesti in cui oggi ci stiamo muovendo e che nell’immediato<br />

futuro dovremo inderogabilmente cavalcare.<br />

Il messaggio, il modello, l’ispirazione ci vengono<br />

proprio dalle nostre origini: l’esercito prima di tutto, che<br />

ad una massa di militari per forza ha preferito un più ridotto<br />

organico di soldati professionisti, ben addestrati<br />

ed equipaggiati, in grado di non sfigurare a fianco di altre<br />

unità operanti nello scenario internazionale.<br />

L’altro modello ci viene dal mondo del lavoro ove<br />

le nuove generazioni si devono ogni giorno misurare con<br />

nuove logiche, non sempre facili da metabolizzare. Un<br />

nuovo profilo di lavoratore che ha soppiantato generazioni<br />

di braccianti; menti vivaci, braccia robuste sì, ma<br />

già storia di ieri.<br />

Certo; si dovrà rivedere qualche nostra attività che<br />

oggi poggia su nutriti organici; parallelamente si dovrà<br />

sviluppare l’impegno in progetti culturali e sociali,<br />

in collaborazione e sintonia con le<br />

amministrazioni locali ed opere assistenziali<br />

e di volontariato. Non come rimorchi<br />

ma come motori, senza sottovalutare<br />

un sistematico rapporto con i mezzi<br />

di comunicazione! In giorni non tanto<br />

lontani, congressi, simposi, attività di<br />

orientamento ed informazione sulle truppe<br />

da montagna rivolte al mondo studentesco,<br />

potranno alternare tanti piccoli<br />

o meno piccoli raduni a cui noi, classi<br />

dell’ante e dopoguerra, siamo abituati<br />

ed anche affezionati. Qualcosa in questo<br />

senso già si sta muovendo ed i risultati<br />

paiono solo che positivi.<br />

Non pensiamo di mandare al macero<br />

le nostre calorose rimpatriate; si<br />

tratta solo di vestirle con un abito nuovo:<br />

più stirato e perché no anche più elegante!<br />

La nostra sezione può per questo considerarsi all'avanguardia,<br />

grazie alle esperienze maturate ed ereditate<br />

dal nostro ormai ex cerimoniere Toni Munari, oggi<br />

consigliere nazionale. “Ad excelsa tendo” è il motto del<br />

7° Alpini.<br />

Non accaniamoci troppo quindi in un’affannosa<br />

caccia a dispersi, aggregati, aiutanti, amici, abbonati o<br />

minialpini che, fortuna loro, si son guadagnati a buon<br />

mercato tanto di penna e di cappello. Accogliamo pure<br />

questi ragazzi e guardiamo avanti, spalancando le porte<br />

delle nostre sedi a quanti sentiranno vivo il desiderio<br />

di far parte di questa gloriosa stirpe che durerà finché ci<br />

sarà in giro ancora un cappello o un elmetto su cui spicca<br />

una penna nera. Dopo, fra quanto non so, rimarrà la<br />

leggenda di uomini duri dal cuore grande: gli alpini!


3<br />

RICORDO DI MATTEO<br />

SOMMARIO<br />

pag.<br />

• La feritoia del Torrione 2<br />

• <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> 4<br />

• Varie 18<br />

• Lettere in Redazione 20<br />

• Vita dei gruppi 22<br />

• Protezione Civile / In libreria 33<br />

• Gli alpini e lo sport 34<br />

• Varie 37<br />

• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” 44<br />

• Rinnovo direttivi 47<br />

Anno 2011 - n. 1 - Marzo<br />

Gratis ai soci<br />

Abbonamento annuo Euro 13<br />

Tiratura 21.000 copie<br />

Direzione e Redazione:<br />

Torrione degli Alpini<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Via B. D’Alviano, 6<br />

Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353<br />

Web Site: www.anavicenza.it<br />

E-mail: vicenza@ana.it<br />

C.C.P. 13008362<br />

Registrazione al Tribunale di <strong>Vicenza</strong> n. 67 del 26.4.1953<br />

Direttore Responsabile:<br />

Dino Biesuz<br />

Comitato di Redazione:<br />

Presidente: Giuseppe Galvanin<br />

Direttore Responsabile: Dino Biesuz - 347 4145567<br />

Capo redattore: Franco Impalmi - 335 367504<br />

Redattori:<br />

Anna Campese<br />

Luigi Beltramello - 333 5807866 - 0444 560881<br />

Marco Brazzale - 328 8183998 - 0445 314409<br />

Luigi Girardi - 348 4911590<br />

G. Pietro Gollin - 349 443650 - 0444 585902<br />

Federico Murzio - 340 7624323<br />

Alberto Pieropan - 329 2254773<br />

Editore:<br />

Editrice Veneta S.a.s.- Via Ozanam 8 - <strong>Vicenza</strong><br />

tel. 0444 567526 - www.editriceveneta.it<br />

Iscrizione al ROC n. 4725 del 22.11.2001<br />

Stampa:<br />

Industrie Grafiche Vicentine S.p.A.<br />

Via Rovereto 20 - Costabissara (VI)<br />

www.igvi.it<br />

Cari Alpini, cari amici degli Alpini,<br />

scrivo queste poche righe con la stessa emozione<br />

e la tristezza nel cuore che ho provato,<br />

ormai tre mesi fa, quando ho ricevuto telefonicamente la notizia<br />

della morte di Matteo Miotto. Una morte che ci ha colpito da vicino,<br />

non tanto perché Matteo fosse migliore degli altrI 36 soldati<br />

italiani morti in Afghanistan, ma perché lo conoscevamo per<br />

quel che era e per quel che faceva, lo apprezzavamo per le sue<br />

idee, appoggiavamo i suoi progetti.<br />

Sono consapevole<br />

che molte parole<br />

sono state dette e<br />

scritte e mi rendo<br />

conto che, forse,<br />

agli occhi dei genitori<br />

di Matteo e<br />

da lassù anche dello<br />

stesso Matteo,<br />

troppo inchiostro è<br />

stato speso sulla<br />

sua morte. Tuttavia<br />

ritengo essere mio<br />

dovere ricordare<br />

con queste poche<br />

righe la figura di<br />

un ragazzo che<br />

possiamo facilmente<br />

additare ad<br />

esempio come modello<br />

di virtù per<br />

noi alpini e per chi<br />

alpino non è. Lui,<br />

infatti, racchiudeva<br />

dentro di sé e manifestava al di fuori di sé stesso l’impegno<br />

quotidiano che è un sunto di tutti quei valori umani e sociali che<br />

gli alpini portano avanti.<br />

Matteo era un soldato, un alpino, e così voleva essere ricordato.<br />

Ed è così noi vogliamo ricordarlo.<br />

Giuseppe Galvanin


4- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

L’anno scorso siamo cresciuti di sette soci. Sì unanime al bilancio del 2010<br />

ISCRITTI, ANA VICENZA TIENE DURO<br />

di Dino Biesuz<br />

L’Ana di <strong>Vicenza</strong> tiene<br />

duro. Fra le tante cifre<br />

snocciolate all’assemblea<br />

dei delegati, convocati nell’auditorium<br />

della Fiera per l’approvazione dei<br />

bilanci, fra le più attese c’erano quelle della<br />

“forza” della <strong>Sezione</strong>. Eccole: 17.064 soci alpini<br />

(115 in meno rispetto al 2009), 3.231 soci<br />

aggregati e 40 aiutanti (122 in più): in un<br />

anno siamo aumentati di 7 unità, ma si vede<br />

chiaramente che il merito è degli aggregati,<br />

che condividono gli ideali alpini o semplicemente<br />

apprezzano il clima di simpatia che si<br />

respira nelle sedi dei gruppi. “Un successo -<br />

ha definito questi risultati il presidente Galvanin nella<br />

relazione morale - il cui merito è da attribuire ai capigruppo<br />

e a quanti, consiglieri e soci, si occupano del tesseramento,<br />

compito tra i più difficili ed importanti della<br />

vita associativa. Prevedo che per il 2011, con l’aumento<br />

del bollino, le difficoltà saranno maggiori: esorto<br />

i capigruppo ad impegnarsi, come hanno sempre fatto,<br />

in questo difficile compito di tesserare quanti hanno<br />

militato e nelle truppe alpine e non si sono mai avvicinati<br />

all’Ana”.<br />

Note positive arrivano dalle attività istituzionali. La<br />

massiccia e ordinata partecipazione all’Adunata nazionale<br />

di Bergamo, l’impegnativa organizzazione del Pellegrinaggio<br />

sul Pasubio, complicata dal rifiuto del sindaco<br />

di Posina di rilasciare i permessi di transito sulla<br />

strada degli Scarubbi, la riuscita adunata sezionale, organizzata<br />

dai gruppi di Bolzano Vicentino e Lisiera, che<br />

ha visto la massiccia partecipazione della popolazione;<br />

infine l’adunata sezionale di Bassano, con l’emozionante<br />

sfilata della Fanfara storica sul Ponte degli alpini. Fra le<br />

attività culturali la presentazione della storia del Btg <strong>Vicenza</strong><br />

scritta da Manuel Grotto e la Festa Tricolore, con<br />

Bepi De Marzi e i Crodaioli.<br />

Il 2010 sarà ricordato come l’anno dell’alluvione e<br />

quindi dell’impegno degli alpini in soccorso agli alluvionati,<br />

dai primi interventi a riempire sacchetti di sabbia fino<br />

alla sottoscrizione che ha raccolto quasi 50 mila euro,<br />

impiegati per acquistare un pulmino per una cooperativa<br />

per disabili di Cresole o consegnati alle famiglie più bisognose.<br />

Grazie all’alluvione i vicentini hanno potuto vedere<br />

in azione la Protezione civile alpina, apprezzata da<br />

tutti (autorità e Vigili del fuoco compresi) per il grande impegno<br />

e la perfetta organizzazione. Un intervento arrivato<br />

poco dopo quello dell’Abruzzo: questi grossi impegni<br />

non hanno tolto spazio alla consueta attività addestrativa<br />

e alla diffusione della protezione civile nelle scuole.<br />

Le relazione morale ha toccato poi gli ottimi rapporti<br />

sotto tutti i punti di vista con le Forze armate e le istituzioni<br />

pubbliche. È continuato il recupero delle opere belliche<br />

in montagna: ormai conclusi i lavori sul Monte Cimone,<br />

si va avanti sul Pasubio, sotto la guida della Zona<br />

Val Leogra. Ampio spazio il presidente Galvanin ha<br />

dedicato alle molteplici attività sportive e alla Commissione<br />

cultura. Con Giuseppe Rossi e gli alpini di Alte<br />

ha tenuto ben 72 conferenze nelle scuole e continua<br />

la collaborazione con la Regione per la diffusione della<br />

cultura alpina nelle scuole. Si vedono i primi risultati<br />

del lavoro della Commissione giovani, la Commissione<br />

capigruppo è impegnata alla redazione di un “Vademecum”<br />

che possa dare risposta ai tanti problemi che incontrano<br />

i capigruppo nella loro attività.<br />

Se il 2011 è stato positivo per la Fanfara Storica, che


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 5<br />

L’Assemblea dei delegati in Fiera.<br />

Nella pagina precedente il presidente Galvanin<br />

ha registrato 21 uscite, di cui 18 al completo, e per il sito<br />

Internet, rinnovato e ricco d’informazioni, si è dovuto<br />

ridurre da cinque a quattro le uscite della pubblicazione<br />

Alpin fa grado, per la soppressione da parte del<br />

Governo delle agevolazioni, che hanno fatto crescere<br />

del 400 per cento le spese di spedizione e costretto ad<br />

aumentare di 50 centesimi la quota associativa.<br />

«Oggi gli alpini sono più che mai utili e necessari -<br />

ha concluso il presidente Galvanin - nelle nostre comunità<br />

infatti non c’è sindaco o assessore, parroco, asilo<br />

o scuola che sempre di più si rivolga ai nostri Gruppi<br />

per chiedere una mano per risolvere piccoli o grandi<br />

problemi, che senza il nostro aiuto risulterebbero molto<br />

onerosi. Noi ci siamo, siamo sempre presenti, disponibili:<br />

dobbiamo però ricordarci che anche noi possiamo<br />

scegliere chi e come aiutare, chi se lo merita. Non<br />

siamo alle dipendenze di nessuno, specialmente di chi<br />

crede che sia tutto dovuto, coloro che quando eseguiamo<br />

dei lavori si rifiutano di contribuire alle spese, oppure<br />

di chi non vuole vederci con i nostri gagliardetti o<br />

a coloro che da fastidio il nostro cappello o la nostra Preghiera<br />

dell’Alpino».<br />

La relazione morale è stata approvata all’unanimità<br />

dai delegati dei 127 gruppi presenti (sui 135 in forza alla<br />

sezione).<br />

All’assemblea, presieduta dal direttore dell’Alpino,<br />

Vittorio Brunello, sono intervenuti il sindaco di <strong>Vicenza</strong><br />

Achille Variati, l’assessore provinciale Nereo Galvanin,<br />

il col. Stefano Fregona, vice comandante del Settimo,<br />

il gen. Innecco e Antonio Munari, consigliere nazionale<br />

Ana.<br />

Relazione finanziaria<br />

Se è in attivo il bilancio degli iscritti alla sezione<br />

Ana di <strong>Vicenza</strong>, è in passivo quello della cassa del<br />

Torrione. Un disavanzo di 16 mila 560 euro - ha spiegato<br />

il tesoriere Arcangelo Murzio - dovuto alle spese<br />

per l’organizzazione del pellegrinaggio sul Pasubio<br />

e per il notevole aumento delle tariffe postali per<br />

l’invio di Alpin fa grado; sarà ripianato con l’utilizzo<br />

del fondo attività associative.<br />

Nel 2010 le entrate sono state di 415 mila euro -<br />

si legge nella relazione finanziaria, approvata dall’assemblea<br />

con una sola astensione - 305 mila arrivati<br />

dal tesseramento e 91 dalle attività associative.<br />

La maggior parte dei proventi delle quote associative<br />

(173 mila euro) prende la strada di Milano per l’Ana<br />

nazionale; altre voci rilevanti in uscita sono le spese<br />

generali (52 mila), il giornale sezionale (40), le attività<br />

associative (93), la protezione civile (23), il Gruppo<br />

sportivo (19) e la Fanfara storica (17), che però ha<br />

riscosso oltre 7 mila euro.<br />

Quest’anno per la prima volta è stato approntato<br />

un bilancio di previsione, che vede un sostanzioso aumento<br />

dei ricavi (55 mila euro in più del 2010) dovuto<br />

all’aumento della quota associativa (2,5 euro alla<br />

sede nazionale e 0,5 alla <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>). Un<br />

aumento di entrate a cui non corrisponderà però un<br />

aumento delle spese, che dovrebbero fermarsi a 394<br />

mila euro (21 mila euro in meno di quest’anno).


6- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Fino all’ultimo si è dedicato al suo progetto per la diffusione della cultura alpina<br />

MATTEO MIOTTO<br />

UN SIMBOLO PER GLI ALPINI<br />

Il lutto questa volta ci ha colpiti da vicino. Molti alpini<br />

l’ultimo dell’anno hanno spento le luminarie e messo<br />

via lo spumante. La notizia della morte di Matteo<br />

Miotto in Afghanistan si è diffusa in un attimo fra incredulità<br />

e dolore, e ha lasciato sgomenti. Specialmente<br />

fra chi lo conosceva o aveva portato come lui la nappina<br />

bianca o il 7 sul fregio: era proprio un “frate di<br />

naja”. Le ore successive avevano scandito il consueto<br />

triste cerimoniale, fino alla grandissima manifestazione<br />

di cordoglio nel duomo di Thiene strapieno di gente e<br />

alpini. E mentre in sezione, al gruppo di Thiene, alla<br />

commissione giovani arrivavano da tutta Italia messaggi<br />

di cordoglio e ammirazione per quel ragazzo, si sono<br />

levate anche sterili polemiche, presto dimenticate.<br />

Adesso c’è solo il vento del ricordo che soffia fra le<br />

rocce. Matteo è vissuto poco, ma ha dato tanto.<br />

Nicola Stoppa, responsabile sezionale della commissione<br />

giovani, era diventato quasi un fratello maggiore<br />

per lui. Erano spesso assieme, si tenevano in contatto<br />

anche in Afghanistan.<br />

Ha tantissimi ricordi “Ma il più bello sono due delle<br />

tantissime e-mail che ho ricevuto - dice Stoppa -. Parlano<br />

di un ragazzo semplice, un alpino vero, ricco di<br />

sentimenti e di proposte concrete per il futuro dell’Ana.<br />

Il nostro impegno sarà quello di continuare a fare tutto<br />

quello in cui credeva ed a rispondere sempre EC-<br />

COLO! come faceva lui”.<br />

Dopo la prima ferma di un anno, Matteo Miotto<br />

aveva partecipato subito all’attività dell’Ana ed<br />

aveva portato anche lui lo striscione “Noi dopo di<br />

voi” che la commissione giovani fa sfilare di prima<br />

mattina alle adunate nazionali davanti a tutti i<br />

reduci, affiancati da due ali di giovani. Si era impegnato<br />

subito per diffondere fra i ragazzi lo spirito<br />

alpino e molti studenti thienesi lo hanno visto<br />

a scuola in divisa a parlare degli alpini, dopo aver<br />

ripreso servizio. Del suo progetto giovani aveva<br />

parlato con tutti, con fervore, con una gran carica,<br />

anche polemico con chi non capiva subito, al gruppo,<br />

in sezione, con l’ex responsabile della commissione<br />

giovani nazionale Lavizzari. Il suo scopo<br />

era uscire dai confini della sua città e coinvolgere<br />

più persone possibile.<br />

Le due e-mail Matteo le scrisse negli ultimi giorni di<br />

vita in una terra lontana, estranea, selvaggia. A tu per tu<br />

con il pericolo non ha mai pensato alla morte, aveva in<br />

mente solo di tornare e di lavorare per gli alpini e per i<br />

giovani. “Ciao Nicola - scriveva il 18 dicembre - Qui<br />

l’aria del Natale è inesistente, se non fosse per le nostre<br />

tradizioni che ci legano al periodo più bello dell’anno e<br />

da passare con gente vera e tu sai cosa intendo. La malinconia<br />

c’è, non la nego, vedo le foto delle nostre valli<br />

imbiancate e noi giriamo ancora in maglietta in questi<br />

strani posti, pensa ti... È l ultimo mese per noi della Julia,<br />

poi noi trenta alpini che siamo i più a Sud di tutto<br />

l’esercito italiano torneremo a casa, dopo sette mesi veramente<br />

al contatto col pericolo ogni giorno. Nel tempo<br />

che riesco a trovare sto lavorando al progetto con le scuole<br />

superiori e ti farò avere una copia del programma,<br />

una volta che l’avrò steso per bene. Lavizzari mi scrive<br />

spesso sì, si interessa, ma Nicola ti dico la verità: stare<br />

in questi posti silenziosi e vuoti per mesi e mesi ti fa pensare<br />

parecchio e ho capito che è meglio passare il tempo<br />

con le persone che veramente han qualcosa dentro e<br />

non vedo l’ora di farmi una bella bottiglia al caldo di un<br />

rifugio con te. Fatti sentire, io per dieci giorni sono qua<br />

di base in Gulistan poi ho l’elicottero per fare l’ultimo<br />

turno all’avamposto: gli ultimi venti giorni di inferno,<br />

Matteo Miotto e Diego Dal Maso incontrano gli studenti


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 7<br />

quaggiù, scambiando il gagliardetto con un capo<br />

villaggio locale. Pensa, siamo arrivati anche quaggiù...<br />

Ciao Nicola W gli alpini!”.<br />

Due giorni prima di morire Miotto si era sentito<br />

al telefono con il presidente Galvanin, per gli<br />

auguri di Capodanno. Naturalmente aveva parlato<br />

del suo progetto. “È tutto definito - aveva detto -.<br />

Non vedo l’ora di tornare per fartelo vedere”.<br />

Il dolore degli alpini ai funerali di Matteo Miotto<br />

dove son morti i nostri quattro del Settimo e poi ho il volo<br />

da Herat per l’Italia”.<br />

Nicola Stoppa gli risponde subito. “... Abbiamo ammirato<br />

il tuo attaccamento agli alpini e all’Ana. Parlavo<br />

di te e della tua bellissima lettera per il 4 Novembre<br />

con gli alpini della commissione giovani, della sezione,<br />

anche con Lavizzari. Matteo, ormai sei il nostro «guerriero»...<br />

e ti stimiamo per quel gran lavoro, che in silenzio<br />

e giorno per giorno, stai preparando per il nostro<br />

futuro associativo... Ho parlato di te con mio padre,<br />

classe 1918: stanno scrivendo pagine di storia - ha<br />

commentato - le stesse pagine che quasi 70 anni fa abbiamo<br />

scritto noi impegnati nei diversi fronti di guerra.<br />

Dì al tuo amico che abbracci tutti i militari presenti e<br />

che l'abbraccio arriva da un reduce, decorato e ferito<br />

in guerra, che è fiero di avere figli e nipoti come voi impegnati<br />

per onorare quella bandiera Tricolore simbolo<br />

della nostra fedeltà alla Patria”.<br />

La risposta di Matteo arriva lo stesso giorno. “Che<br />

gran messaggio, in momenti dove sentiamo la lontananza<br />

dalle nostre case per noi quaggiù è tanta roba ricevere<br />

messaggi come questo, grazie Nicola non dimenticherò...<br />

Grande anche il papà fagli i miei auguri di un bel periodo<br />

di Natale... NOI DOPO DI VOI o sbaglio Anche<br />

stamattina in pattuglia per i villaggi del Gulistan abbiamo<br />

consegnato mangiare e medicinali ai bambini che<br />

qui sono veramente tanti... Purtroppo la situazione non<br />

è rosea in questo periodo; giù all’avamposto gli attacchi<br />

ci sorprendono anche due volte alla settimana ma ormai<br />

ci siamo. Dopo Natale verso il 28 ho l’elicottero e<br />

con la mia squadra torniamo giù all’avamposto per gli<br />

ultimi giorni di fronte e poi è il momento di fare i bagagli...<br />

Ho lasciato il segno della nostra sezione anche<br />

Un bellissimo ritratto di Matteo lo leggiamo nell’ultimo<br />

saluto che gli ha dedicato un suo commilitone<br />

e grande amico, Diego Dal Maso, anche lui<br />

coinvolto nel “Progetto scuole”. Erano assieme nel<br />

plotone esploratori, poi uno è partito per l’Afghanistan<br />

e l’altro per la Scuola marescialli di Viterbo.<br />

“Il 2010 ha visto andare avanti i nostri due nonni,<br />

reduci di guerra. Tu dicevi che essi non muoiono<br />

se noi portiamo avanti i loro valori, i valori alpini. Beh...<br />

tu Matteo sei diventato addirittura un simbolo”.<br />

Simbolo dell’adattamento dei giovani ragazzi<br />

del Settimo alle crescente richieste operative: a<br />

soli 24 anni, alla tua prima missione già avevi<br />

sbalordito i colleghi per la tua velocità ad apprendere<br />

un lavoro difficile, accettando con<br />

umiltà il quotidiano rischio di morire.<br />

Simbolo della forza del plotone alpieri: alla tua<br />

prima partecipazione ai Casta, per giunta da principiante<br />

sugli sci, sei stato indiscusso protagonista<br />

dell’impresa che ci ha portato al podio.<br />

Simbolo della dedizione all’Ana, in quanto ideatore<br />

e promotore del “Progetto scuole” per la<br />

sensibilizzazione negli istituti superiori all’arruolamento<br />

alpino.<br />

Simbolo dell’orgoglio vicentino, della tua terra:<br />

il tuo urlo di battaglia era VICENSA! Sugli<br />

sci da gara avevi scritto “Val d’Astico”, il tuo<br />

luogo sacro era il Summano, quando ti chiedevo<br />

come stavi, tu rispondevi “Miotto Thiene duro!”.<br />

Simbolo dei valori alpini più profondi che hai<br />

descritto prima nella tua lettera alla tua città del 4<br />

Novembre e poi purtroppo messi in evidenza cadendo<br />

eroicamente nel compimento del dovere.<br />

“Grazie di questo tuo ultimo insegnamento - conclude<br />

Diego Dal Maso - Noi, i tuoi fratelli alpieri, ti ricorderemo<br />

sempre con gli sci in spalla, la barba ghiacciata<br />

e i denti digrignati, simbolo della tua infinita forza<br />

e determinazione”.<br />

Dino Biesuz


8- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Nel piccolo avamposto in mezzo al deserto in Gulistan dove ha vissuto gli ultimi giorni<br />

MATTEO, VIAGGIO NELLA MEMORIA<br />

Andrea Mason, naja alpina<br />

al Settimo, redattore<br />

e inviato de “Il<br />

Giornale di <strong>Vicenza</strong>”, è<br />

stato nei luoghi che hanno<br />

visto il sacrificio di<br />

Matteo Miotto, pochi<br />

giorni dopo la sua morte.<br />

Per Alpin fa grado<br />

ha scritto questo reportage<br />

che ci aiuta a capire<br />

cosa vuol die fare<br />

il soldato in Afhanistan,<br />

a conoscere meglio<br />

l’ambiente, il clima e i<br />

sentimenti dei nostri alpini,<br />

che continuano a<br />

morire laggiù<br />

È un viaggio a ritroso,<br />

quello che racconto.<br />

In memoria di un Alpino<br />

morto il giorno di<br />

Capodanno nell’avamposto<br />

Snow (neve) di<br />

Buji, valle del Gulistan,<br />

Afghanistan. “Era vicentino<br />

di Thiene. Era<br />

un ragazzo d’oro. Aveva<br />

valori forti. Amava<br />

la famiglia. La divisa.<br />

E l’Italia”. Si chiamava<br />

Matteo Miotto: i suoi<br />

amici con la penna nera, quelli del plotone esploratori,<br />

così lo hanno voluto salutare.<br />

Lo racconto partendo da <strong>Vicenza</strong>. Narrando quei giorni<br />

di lutto sulle pagine de Il Giornale di <strong>Vicenza</strong>. Scrivo<br />

di quando ho toccato con mano e nel cuore la tragicità<br />

del rientro della salma di Matteo che ho atteso sulla<br />

pista dell’aeroporto di Roma Ciampino; ricordo di<br />

quando ho portato il mio dolore nella camera ardente allestita<br />

all’ospedale del Celio; di quella mattina, in cui<br />

ho assistito ai funerali di Stato celebrati nella basilica di<br />

Santa Maria degli Angeli, nel cuore della capitale. Infine<br />

sono volato in Afghanistan, nella base di Herat, sede<br />

del Regional Command<br />

West dell’Isaf a fianco del<br />

ministro della difesa Ignazio<br />

La Russa, che ha voluto<br />

incontrare gli alpini<br />

del 7° in un momento così<br />

delicato. E ancora ho<br />

vissuto, con emozione, il<br />

trasferimento in elicottero<br />

nella valle del Gulistan, destinazione<br />

Fob (Forward<br />

Operating Base) Ice, dove<br />

era di base Matteo Miotto,<br />

prima di prestare il suo turno<br />

di servizio nella Cop<br />

(Combact Out Post) Snow.<br />

Un vero e proprio fortino<br />

nella terra del niente, dove<br />

ha trovato la morte in<br />

combattimento, ucciso nel<br />

corso di una sparatoria da<br />

un colpo di un cecchino<br />

armato di un fucile di precisione<br />

russo, un Dragunov,<br />

calibro 7,62.<br />

Racconto questo viaggio<br />

delle memoria e in memoria<br />

di Matteo Miotto<br />

scartando tante cose dette,<br />

ascoltate, scritte e riportate<br />

con sufficienza in quei<br />

giorni tragici. Quando l’esatta<br />

dinamica delle morte<br />

di Matteo venne a galla lentamente non per imperizia<br />

ma per (forse) motivato eccesso di scrupolo da parte dei<br />

Comandi italiani. Quando ho toccato con mano come la<br />

raccolta dei rapporti, dettagliati, e l’incrocio delle testimonianze<br />

richieda tempo e precisione. Perchè l’ufficialità<br />

non può coniugarsi con superficialità ed incompletezza<br />

e andare di pari passo con l’accavallarsi della tragedia<br />

e la sete di notizie. Una lezione vissuta sul campo.<br />

Da tutti.<br />

Ricapitolo. Volo in Afghanistan. Prima a Herat. Poi<br />

alla Fob Ice. Da qui Base Snow, un avamposto di soli<br />

30 metri per 15 in mezzo al deserto, in prossimità di un


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 9<br />

passo strategico, dista 18 chilometri. Di quella piccola<br />

base sperduta mi raccontano storie di vita, di resistenza,<br />

di sparatorie. C’è una foto che gira: ritrae una scritta<br />

cara agli alpini incisa vicino agli Hesco Bastion, “Davanti<br />

ai muli, dietro i cannoni, lontano dai paroni”.<br />

Herat, sede della Task Force South Est è invece a<br />

450 chilometri; servono circa 75 minuti per atterrare<br />

qui, a bordo di un massiccio CH 47. Quando la base<br />

venne allestita, i mezzi del reggimento, via terra, tra le<br />

montagne, impiegarono dodici giorni ad arrivarci. A trasportarci<br />

è il gigantesco Chinook a due pale, arrivato<br />

fin quassù scortato da una coppia di A129 Mangusta,<br />

con volo in assetto tattico e i mitraglieri pronti a rispondere<br />

al fuoco. Il cielo è di un azzurro intenso quasi<br />

terso, oggi. E fa da contrasto con l’ocra delle montagne,<br />

secche. Una decina di blindati lince sono il comitato<br />

di benvenuto.<br />

Nella valle delle rose, Golestan, distretto del Gulistan,<br />

l’inverno non è ancora giunto. Il freddo, con temperature<br />

sotto lo zero, arriva soltanto dopo il tramonto.<br />

Il paesaggio è ruvido e aspro. Brullo e roccioso. I primi<br />

due aggettivi e il quarto identificano anche la tempra degli<br />

afghani, così in pace così in guerra. E ora siamo in<br />

guerra. Il ricordo di Matteo è fortissimo qui. Sono circa<br />

240 i soldati italiani del 7° reggimento di Belluno e<br />

del 2° genio guastatori di Trento che abbiamo incontrato.<br />

“Ci si conosce tutti qui. Lui era un entusiasta. Bravissimo.<br />

Uno sempre pronto a darti una mano”, dicono.<br />

Poi, supplicano. “Non fate troppo domande su di lui.<br />

Non perchè non ne vogliamo parlare”. Ma per pudore<br />

e per rispetto alla sua memoria e verso i suoi genitori. È<br />

un ragionamento che il ministro<br />

della difesa Ignazio La Russa,<br />

arrivato fin qui, in pratica in prima<br />

linea si tiene stretto. E fa suo.<br />

“Ho voluto spiegare bene quello<br />

che è accaduto nel corso della<br />

sparatoria e come Miotto è<br />

morto: cioè, combattendo. Lo<br />

faccio perché in quel giorno convulso<br />

le comunicazioni tra l’Italia<br />

e l’Afghanistan forse non<br />

sono state troppo chiare”.<br />

A base Ice, un fortino che<br />

guarda verso un piccolo villaggio<br />

circondato dalla desolazione<br />

del nulla, il morale degli alpini<br />

è alto. Nonostante il turno<br />

sia iniziato a settembre, nonostante<br />

i cinque compagni caduti,<br />

il sorriso degli alpini l’ho visto. Ho stretto le loro mani,<br />

incrociato i loro sguardi, sereni. Nonostante anche<br />

gli attacchi, che qui sotto tutt’altro che rari. Non si sono<br />

fatti mancare nulla gli Alpini: fuoco di armi leggere,<br />

tiro di mortai da 60. Loro però rispondono: “Bravo ministro,<br />

è venuto anche lei a ficcarsi quassù”.<br />

Le storie si intrecciano, in un’area che a spanne occuperà<br />

lo spazio di due campi da calcio: tra torrette, bastioni,<br />

postazioni difensive, piccoli shelter, tende, un<br />

pub senza alcolici dove si può giocare a biliardino. Il<br />

paesaggio è quello che accompagna un fortino della Legione<br />

straniera nel deserto, la tensione quella che forse<br />

si respirava nel West, negli avamposti delle Giacche<br />

azzurre.<br />

Il capitano Flaviano Maggioni sta guidando una missione<br />

di addestratori statunitensi a fianco del 270° Corpo<br />

afghano, “E noi italiani siamo davvero bravi in questo<br />

mestiere”. Presto entreranno in azione. Qui a dettare<br />

i tempi è il capitano del genio Salvatore Toscano, siciliano.<br />

Pure il tenente Daniele Malvezzi, padovano,<br />

guarda avanti. Racconta dei 150 piccoli villaggi che compongono<br />

il distretto, abitato da poche migliaia di povere<br />

anime. “Non ci sono servizi, nemmeno strutture dello<br />

stato. Ci siamo noi, ora. Avviamo piccoli progetti,<br />

parliamo con i capi villaggio, chiediamo loro cosa serve,<br />

cerchiamo di alleviare la loro povertà. Pochi ma concreti<br />

segnali”. È anche il simbolo dell’italian way. Nel<br />

modo italiano di fare. Perchè qui nel Gulistan il contingente<br />

italiano è subentrato a quello statunitense e georgiano<br />

proponendo un nuovo modello di approccio con<br />

la popolazione. “E i segnali sono positivi”. Ma se con-


10 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

tinuano a sparare “È esattamente la risposta di chi si<br />

sente minacciato da ciò che di buono noi facciamo”, le<br />

parole del generale Bellacicco. Vero anche che confrontarsi<br />

con la gente del posto non è facile. Quando gli<br />

italiani tagliano una via di rifornimento di armi e munizioni<br />

ai talebani, questi ne trovano un’altra. E anche la<br />

gente, povera, per un pugno di dollari è pronta a mettersi<br />

a libro paga di chi semina terrore. Significa che spia<br />

le mosse degli italiani o, peggio, spara.<br />

Le storie si intrecciano in questo lembo d’Italia dove<br />

sventola il tricolore e dal quale non si può fuggire nemmeno<br />

per un istante andandosene in libera uscita. Niente<br />

di niente: si lavora sette giorni su sette, sempre, salvo quando<br />

si dorme. Si esce solo incollati ai Lince, in missione.<br />

Liza Luppino, papà calabrese e mamma argentina, primo<br />

caporalmaggiore e soccorritore militare, è la sposa di<br />

Dedicata a Miotto<br />

la Santorso - Summano<br />

Matteo Miotto sarà ricordato anche dalla gara di<br />

corsa in montagna Santorso - Monte Summano. La<br />

manifestazione, inserita nel calendario delle gare<br />

per l’assegnazione dello Scalatore d’oro, da quest’anno<br />

si chiamerà infatti “Trofeo Matteo Miotto”;<br />

si svolge il 29 maggio. L’alpino caduto in Afghanistan<br />

sarà inoltre commemorato il 30 aprile in una<br />

serata al Teatro comunale di Thiene.<br />

Renè De Nes. Ed entrambi<br />

sono qui, a combattere<br />

in prima linea.<br />

Liza però è donna, per<br />

cui quando si può cura<br />

le donne afghane come<br />

può. Ma il suo è già un<br />

aiuto importante. Il primo<br />

caporalmaggiore<br />

Francesco Campanelli<br />

è di turno nella torretta<br />

sud; imbraccia un fucilone<br />

di precisione Barrett,<br />

made in Usa, capace<br />

di vomitare proiettili<br />

calibro 12,7 a 1200<br />

metri con precisione<br />

chirurgica. Sta facendo<br />

del contro cecchinaggio,<br />

come si dice in gergo.<br />

La canna è puntata<br />

verso le rocce, da dove gli insurgent, come li chiamano,<br />

sparano senza farsi vedere. Senza avvicinarsi troppo, perchè<br />

sennò sarebbero falciati dalla armi degli alpini. Ci sono<br />

anche quattro cani, fiutano l’esplosivo. E tra le curiosità<br />

c’è un forno che offre pizze calde più saporite e farcite<br />

che non nel cuore di Napoli e che serve 60 chili di pane<br />

fresco al giorno.<br />

Ma Base Ice è soprattutto un lembo di un’Italia che<br />

si fa conoscere per la sua volontà ed il suo orgoglio. La<br />

migliore gioventù è anche qui. Non è una fortezza Bastiani<br />

affacciata verso il nulla, quella che ci ha accolto<br />

in un paesaggio dalla bellezza travolgente e che ha visto<br />

passare prima gli eserciti di Alessandro Magno, poi<br />

quelli dell’Impero Britannico e dell’ex Armata Rossa.<br />

Base Ice è qui con una missione diversa. Non per conquistare,<br />

ma per ri-conquistare. I cuori, non le genti.<br />

Grinta da Alpini, cuore da Italiani. Matteo lo sapeva e<br />

questa era la missione per cui era morto. Vedere e toccare<br />

dove è accaduto era un dovere.<br />

Andrea Mason<br />

Estratti i numeri della lotteria<br />

“Un ponte per Herat”<br />

Questi i numeri della lotteria organizzata dalla sezione<br />

Ana di Cividale: 369 (soggiorno per 2 persone a Londra);<br />

17376 (televisore Lcd da 32”); 17431 (Pc portatile); 8809<br />

(autoradio Cd); 1441 (cellulare); 19794 (binocolo); 6430<br />

(stazione barometrica); 20905 (telefono cordless); 2400<br />

(etilometro portatile); 16546 (radiosveglia).


SULLA BOCCA DI TUTTI<br />

ANCHE A SPROPOSITO<br />

<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 11<br />

Non è vestendosi da festa e andando alla Rai che si difende la causa<br />

di Federico Murzio<br />

Una rappresentanza dell’Ana, tra<br />

cui molti alpini (compresi partecipanti<br />

alla mini naja) e tre consiglieri<br />

della sezione di <strong>Vicenza</strong>, hanno concorso alla trasmissione<br />

televisiva “Fratelli di Test” (Rai Uno, 18 marzo<br />

scorso). Il senso del simpatico giochino - perché di questo<br />

si è trattato- era rispondere a domande di dubbia serietà<br />

sulla storia, cultura e società italiana in un contesto<br />

temporale, quello dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che<br />

sarà ricordato per aver abbracciato eventi memorabili a<br />

farse senza né capo né coda. Gli alpini, comunque, erano<br />

presenti come categoria rappresentativa dell’italianità.<br />

E se qualcuno pensa che si siano misurati contro agguerrite<br />

delegazioni dei Carabinieri, della Guardia di finanza,<br />

della Marina o dell’Aeronautica si sbaglia di grosso.<br />

Avversari erano italianissimi “vip” o presunti tali del<br />

jet set nazionalpopolare, gli infaticabili “agricoltori”, i<br />

volenterosi “cuochi”, le onnipresenti “mamme”. Alla fine<br />

gli alpini hanno vinto la gara. Bene, bravi, bis. Sono<br />

stati fatti davvero dei bei passi avanti da quando l’Ana<br />

non se la filava nessuno se gli alpini sono oggi invitati a<br />

siffatte trasmissioni Tv. Speriamo almeno i partecipanti<br />

della delegazione Ana si siano divertiti perché noi da casa<br />

ci siamo divertiti molto meno.<br />

Quando si accetta di partecipare ad un evento televisivo<br />

dove non si parla di montagna, né di valori alpini,<br />

né dell’impegno della Protezione civile alpina, né di<br />

cose militari è buona regola riflettere prima sull’opportunità<br />

di farlo. I meccanismi della comunicazione di massa<br />

e dell’informazione sono spesso fuorvianti e rischiano<br />

di trasformare cose serie in barzellette e viceversa.<br />

In questo caso qualcuno ha sbagliato. Tanto più che se<br />

si fosse trattato di un palcoscenico televisivo di diverso<br />

spessore ben altri personaggi avrebbero sgomitato per<br />

esserci.<br />

In ogni caso da oggi alcuni potranno vantarsi di un’inquadratura<br />

di un nano secondo sulla rete ammiraglia della<br />

Rai, un vanto che con molta faccia tosta potranno esibire<br />

a mo’ di medaglia al valore o a certificazione della<br />

loro alpinità. La dignità e la serietà del cappello alpino,<br />

invece, sono tutt’altra cosa.<br />

Colletta alimentare<br />

Crescono le offerte<br />

Un nuovo successo per la Colletta alimentare: in oltre<br />

8100 supermercati più di 110 mila volontari (con gli alpini<br />

in prima fila) nel novembre scorso hanno raccolto<br />

9400 tonnellate di generi alimentari, distribuiti in oltre<br />

8000 strutture caritative nazionali. Nel Veneto in 475<br />

supermercati sono state raccolte 647,19 tonnellate di<br />

prodotti alimentari, il 19 per cento in più rispetto al 2009.<br />

In aumento le offerte anche in provincia di <strong>Vicenza</strong>, dove<br />

si è passati da 89,50 a 116,61 tonnellate.


12 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Dei 2.519 vicentini morti in Russia solo 108 sono stati restituiti ai loro cari<br />

RIPORTIAMOLI A CASA DALLA STEPPA<br />

Sono 2.519 i vicentini morti nella Campagna di Russia.<br />

A più di 60 anni da quella tragedia solo 108 sono<br />

tornati a casa. Riportare anche le altre salme è un impegno<br />

civile, un obbligo morale, il minimo che si possa<br />

fare per quei poveri ragazzi mandati allo sbaraglio<br />

senza mezzi, armi e vestiti adeguati. Morti senza una<br />

croce, una lacrima, un pensiero di suffragio. Un obbligo<br />

morale anche per i loro congiunti: anche se nelle loro<br />

famiglie è rimasto solo qualche nipote, il legame con<br />

quei morti in tempi lontani è sempre molto forte e il ritorno<br />

di quelle cassettine bianche con i poveri resti provocano<br />

sempre emozioni intense.<br />

Su questi temi si è sviluppato nella<br />

sala congressi Assoartigiani un dibattito<br />

sul tema “Sono ancora nella<br />

steppa... riportiamoli a casa”. La ricerca<br />

dei resti dei nostri soldati è<br />

compito di Onorcaduti, organismo<br />

del ministero della Difesa, ha spiegato<br />

il capufficio col. Fiore. Dal 1991<br />

(quando l’ex Urss ha cominciato a<br />

collaborare a queste ricerche) all’anno<br />

scorso sono tornate in Italia 11.729 salme. Sono<br />

i russi che indicano dove cercare e la sensibilità delle<br />

famiglie dei dispersi è sempre molto alta. Con emozione<br />

è stato ascoltato Carlo Vicentini, dell’Unirr, 93 anni<br />

reduce e prigioniero in Russia. I russi hanno fornito<br />

circa 60 mila nomi di caduti in prigionia, ma è un elenco<br />

difficile da decifrare (è scritto a mano in cirillico) e<br />

certi nomi si riferiscono a morti nei campi d’internamento<br />

tedeschi; stesse incertezze sui 23 mila corpi rimpatriati.<br />

Mancano completamente i nomi dei caduti in<br />

combattimento ed i cimiteri realizzati dai cappellani militari<br />

a volte sono stati spazzati via dalle ruspe per l’esecuzione<br />

di lavori.<br />

Significativa anche la testimonianza di Antonio Respighi,<br />

alpino di Abbiategrasso, che nel 2009 era in<br />

Russia in camper. Dopo una lunga discussione riuscì a<br />

farsi consegnare da un abitante della steppa alcune gavette<br />

piene di piastrini di riconoscimento: da allora ha<br />

cominciato un impegnativo lavoro per risalire ai comuni<br />

di residenza dei caduti, alle famiglie, per rintracciare<br />

le persone interessate e fare la consegna. “Ogni<br />

volta è un’emozione intensa, perché consegnando il<br />

piastrino per i parenti è come se il loro congiunto fos-<br />

se tornato a baita. Ai familiari chiediamo, foto, notizie,<br />

per costruire una «storia» attorno a ogni Caduto<br />

rimpatriato”.<br />

L’iniziativa è partita dal Gruppo Ana “Tosato” di Borgo<br />

Casale e da Gianni Periz, moderatore della serata, dal<br />

Comune di <strong>Vicenza</strong> e dall’Associazione Artigiani, nella<br />

ricorrenza dell’anniversario di Nikolajewka. Sono intervenuti<br />

il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, che<br />

ha annunciato l’intenzione di creare un “Luogo della memoria”<br />

nella zona del cimitero dedicata ai caduti per la patria,<br />

il vice comandante delle truppe alpine gen. Rossi, Vittorio<br />

Brunello, direttore dell’Alpino, a<br />

nome del presidente Perona, Giuseppe<br />

Galvanin, presidente della sezione<br />

Ana di <strong>Vicenza</strong>, Giovanni Lugaresi,<br />

giornalista e scrittore, Roberto Ciambetti,<br />

assessore regionale, l’on. Savio,<br />

uno dei promotori del lavoro di rimpatrio<br />

delle salme.<br />

Tutti concordi nel sostenere la necessità<br />

e l’importanza di riportare a<br />

casa i caduti della steppa. Ma come<br />

al solito si cozza contro la mancanza di soldi. “Ma se<br />

non troviamo quelle poche risorse necessarie per riportarli<br />

a baita - ha detto il sindaco Variati - ce ne dovremo<br />

vergognare”. Intanto però un risultato l’iniziativa<br />

lo ha già ottenuto: per la prima volta c’è stato un confronto<br />

fra persone coinvolte in questa vicenda, che si sono<br />

impegnate in un successivo approfondimento.<br />

E a ricordo di quei 2.519 caduti il giorno dopo è stata<br />

inaugurata una lapide, fissata al muro della sede del<br />

gruppo alpini di borgo Casale, a due passi da quell’ufficio<br />

leva dal quale tutti loro erano passati, in festa come<br />

facevano una volta i coscritti, senza sapere a quale<br />

tragedia li avrebbe portati quell’“abile, arruolato”. Una<br />

cerimonia commovente e partecipata, che ha visto una<br />

larga partecipazione di autorità e alpini che si sono stretti<br />

attorno a quattro reduci di Russia, G.B. Danda, Tizian,<br />

Serraglio e Rancan. Del “riportiamoli a casa” si è tornati<br />

a parlare in una tavola rotonda nella sala Verde attigua<br />

alla chiesa di S. Pietro, alla quale sono intervenuti<br />

il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, il gen.<br />

Pino, il col. Paissan, l’assessore provinciale Galvanin e<br />

il gen. Innecco.<br />

Dino Biesuz


NIKOLAJEWKA 2011<br />

Commemorazione sezionale a Molina di Malo<br />

<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 13<br />

Commemorare per non dimenticare. Commemorare<br />

per ricordare insieme, persone o fatti trascorsi: gioiosamente<br />

quelli felici; nel raccoglimento quelli dolorosi.<br />

Chi partecipa, testimonia soprattutto condivisione di sentimenti<br />

di pietà e dolorosa memoria per chi ha sofferto.<br />

Sacrifici estremi, disperati patimenti, gesta eroiche<br />

consumatesi nelle ostili lande russe sono state evocate<br />

nelle brevi parole degli oratori, la sera del 29 gennaio a<br />

Molina di Malo ove un’aria pungente faceva alzare i baveri<br />

e l’ondeggiare di decine di vessilli illuminati dalle<br />

fredde luci della contrada, creavano un’atmosfera di<br />

grande emozione.<br />

Una commemorazione austera, introdotta rievocando<br />

le dimensioni e la drammaticità dell’atto finale della<br />

tragedia russa, sopportato dalle divisioni alpine: Julia,<br />

Cuneense e Tridentina; consumatosi su quell’ormai<br />

tristemente noto terrapieno di Nikolajewka, in quel maledetto<br />

26 gennaio del ’43.<br />

Oltre l’alzabandiera e gli onori ai caduti in quella battaglia,<br />

a cui proprio è dedicato il monumento nella frazione<br />

di Malo, è stata deposta un’urna contenente una<br />

manciata di terra raccolta l’estate scorsa dall’alpino De<br />

Marchi, in devoto pellegrinaggio nei luoghi del sacrificio.<br />

Quattro artiglieri in armi, con il capitano Agosti ed<br />

i tamburi della fanfara sezionale, hanno partecipato al<br />

rito come picchetto d’onore.<br />

Pacate parole del giovane alpino Riccardo, del capogruppo<br />

e del sindaco, hanno preceduto l’appassionato<br />

intervento conclusivo del presidente Galvanin, che ha<br />

voluto ricordare come purtroppo il tributo di vite, gli alpini<br />

continuino a pagarlo ancora oggi; poiché quando il<br />

dovere chiama, la nostra risposta è stata e sarà sempre<br />

la stessa: PRESENTE!<br />

Gigi Girardi<br />

ALPINI IN VISITA AL GIORNALE DI VICENZA<br />

Cordiale incontro al Giornale di <strong>Vicenza</strong><br />

fra il direttore Ario Gervasutti<br />

e una delegazione dell’Ana di <strong>Vicenza</strong>.<br />

Con il presidente Giuseppe<br />

Galvanin c’erano Dino Biesuz,<br />

Giampiero Gollin, Luigi Girardi e Federico<br />

Murzio, componenti del comitato<br />

di redazione di “Alpin fa grado”.<br />

A Gervasutti è stata illustrata<br />

la realtà alpina del Vicentino ed a<br />

ricordo dell’incontro gli sono state<br />

lasciate alcune pubblicazioni sulla<br />

storia degli alpini. Da parte del direttore<br />

del Giornale di <strong>Vicenza</strong> l’impegno<br />

a seguire con la consueta<br />

puntualità il lavoro degli alpini.<br />

(foto Mattiolo)


14 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

VIA MARSALA N. 9: in visita a quei de’ Milàn<br />

Nella sede nazionale per capire “chi fa che cosa”. Parazzini e Perona guide d’eccezione<br />

Quante volte ce lo siamo detti “Xè mejo che<br />

quei de’ Milàn (il Consiglio Nazionale, nda) i<br />

comanda casa sua!” Almeno, immagino, tante<br />

volte quante alcuni capigruppo hanno sbraitato<br />

“Xè mejo che quei de Vicensa (il Consiglio<br />

Sezionale, nda) i comanda casa sua!”. Gli alpini,<br />

si sa, un po’ anarcoidi in fondo in fondo lo<br />

sono sempre stati.<br />

Per sfatare il mito che vede “quei de’Milàn”<br />

lontanissimi dalla base associativa, la sezione,<br />

su input del capozona Berici Settentrionali Luciano<br />

Cherobin, il 14 gennaio scorso ha portato<br />

proprio a Milano una folta pattuglia tra capigruppo,<br />

consiglieri sezionali e alpini.<br />

“Abbiamo organizzato questa visita con l’intento<br />

di far conoscere come funziona la sede nazionale<br />

ai capigruppo, ai giovani soci e ai soci<br />

più impegnati - hanno spiegato all’unisono Giuseppe<br />

Galvanin e Luciano Cherubin sotto gli occhi<br />

attenti di Antonio Munari, attuale consigliere<br />

nazionale per la sezione di <strong>Vicenza</strong> - Crediamo sia importante<br />

trasmettere il messaggio, anche con queste iniziative,<br />

che esiste un legame continuo tra la sede nazionale<br />

e le sezioni, così come è forte e presente un legame<br />

indissolubile tra la sezione e i gruppi che la formano”.<br />

Hanno rimarcato la stessa idea sia l’ex presidente nazionale<br />

Giuseppe Parazzini, guida d’eccezione, sia l’attuale<br />

presidente Corrado Perona che, con infinita pazienza,<br />

si è lasciato fotografare non si sa quante volte<br />

Il presidente Perona tra Galvanin e Cherobin<br />

La delegazione vicentina all’ingresso della sede nazionale<br />

attorniato ora da questo o da quell’alpino (“Nemmeno<br />

fosse una velina!”, ha mormorato qualcuno).<br />

La giornata si è conclusa nella sede della sezione di<br />

Milano dove quei de’ Milàn, da par loro, hanno ospitato<br />

la delegazione berica con la consueta ospitalità alpina<br />

(foto Bruno Mioni, Gruppo Torri-Lerino).<br />

La visita alla sede nazionale è stata organizzata dalla<br />

zona Berici Settentrionali con l’appoggio ed il sostegno<br />

della sezione alpini di <strong>Vicenza</strong> al fine di far conoscere<br />

ai capigruppo, ai giovani soci<br />

ed ai soci più impegnati, come funziona<br />

la sede nazionale, come è organizzata,<br />

quali persona lavorano e<br />

quali opportunità di collaborazione<br />

si possono instaurare tra i gruppi e la<br />

struttura nazionale al fine di migliorare<br />

e rendere sempre più aderente<br />

alle nuove esigenze, l’attività associativa.<br />

Il tutto anche per scoprire<br />

nuove opportunità al fine di concretizzare<br />

il dibattito sul futuro associativo.<br />

Hanno partecipato 43 persone<br />

tra capigruppo, alpini consiglieri<br />

ed il presidente sezionale Galvanin.<br />

Federico Murzio


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 15<br />

MILANO OCCUPATA<br />

Potrebbe suonare sinistro il titolo ma non<br />

c’è di che preoccuparsi. Non si tratta di black<br />

o green o reed blocks e tantomeno di individui<br />

protetti da caschi o elmetti o mascherati da burka<br />

o vili passamontagna. Non si tratta di lanciatori<br />

di sampietrini o di ormai preziose bottiglie di<br />

benzina, armati di spranghe e badili ma non per<br />

lavorare, solo per spaccare auto e vetrine e se<br />

capita, anche qualche testa: poverini, pure loro<br />

sentono il bisogno che qualcuno si accorga che<br />

esistono: primi tra tutti, loro stessi!<br />

Ma chi saranno dunque costoro che domenica<br />

12 dicembre hanno invaso la city nostrana,<br />

cuore pulsante di questa Milano capitale del<br />

“fare” italico Se lo saranno chiesto tanti stupiti<br />

passanti e turisti dagli occhi a mandorla,<br />

con cui quei personaggi con strani cappelli ornati<br />

da una penna si dividevano piazza Duomo.<br />

Tanti lo hanno chiesto anche a noi che con<br />

in un improbabile inglese tentavamo - a volte<br />

con evidenti scarsi risultati - di spiegare che<br />

eravamo alpini, i soldati della montagna venuti<br />

come ogni anno a testimoniare il nostro<br />

amore e la nostra memoria per i nostri fratelli<br />

che in ogni epoca, sui ghiacci o sulle rocce<br />

o nelle steppe avevano lasciato i loro sogni e<br />

la loro vita costruendo per noi un futuro meno<br />

disumano.<br />

Che questa fosse gente molto ma molto diversa<br />

dalle mandrie di marmaglia che troppo<br />

spesso ingombrano le nostre piazze, ne dovevano<br />

essere ben convinte anche le forze dell’ordine.<br />

Non si sono visti infatti nuclei antiguerriglia o<br />

teste di cuoio dietro qualche angolo, pronti ad intervenire<br />

per riportare l'ordine evitando disagi ai cittadini, al<br />

sindaco Letizia Moratti, al ministro Ignazio La Russa ed<br />

al presidente della provincia Guido Podestà, che con motivazioni<br />

magari diverse dalle nostre, sono stati comunque<br />

tra noi e con noi in questa mistica commemorazione<br />

voluta da quella nobile ed indimenticabile figura che<br />

fu l’alpino Peppino Prisco. Emozionato appariva il nostro<br />

presidente Corrado Perona, spesso a contatto di gomito<br />

con il nostro Bepi Galvanin. Alla Messa officiata<br />

dall’arciprete della cattedrale, monsignor Luigi Manganini,<br />

è seguita l’asciutta allocuzione del consigliere nazionale<br />

Lavizzari che sul sagrato del duomo, davanti ad<br />

una selva di vessilli, ha espresso quello che tutti noi avevamo<br />

nella testa e nel cuore. Un collegamento satellitare<br />

provvedeva a rendere piazza Duomo immensa fino<br />

ad estendere il suo abbraccio ai nostri ragazzi impegnati<br />

in Afghanistan.<br />

Maestoso e solenne si è mosso il popolo alpino che<br />

in lento corteo, ritmato dalle nostre fanfare, si è recato<br />

in Sant’Ambrogio per deporre l’alloro degli eroi e<br />

dei martiri sui freddi marmi che ne custodiscono le<br />

spoglie.<br />

Un limpido sole ha mitigato la rigida domenica milanese<br />

ed ha riaccompagnato alle loro valli i tanti vecchi<br />

e giovani alpini, ritrovatisi per questo irrinunciabile<br />

gesto d’amore con lo spirito dei padri, andati avanti<br />

sui sentieri che portano al Paradiso di Cantore.<br />

Luigi Girardi


16 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

GLI ALPINI RESTAURANO<br />

UNA SCUOLA IN AFGHANISTAN<br />

Incontri con le scuole<br />

Gli alpini hanno messo la firma anche su una scuola<br />

femminile in Afghanistan, nel villaggio di Qala I Kuna,<br />

in Gulistan, inaugurata dopo una ristrutturazione durata<br />

quasi cinque mesi. Si tratta dell’unico complesso<br />

femminile presente nella vallata: era da tempo inutilizzato<br />

a causa di un incendio provocato dai Talebani. Il<br />

progetto ha visto il pieno coinvolgimento delle autorità<br />

governative locali, oltre che l’interessamento delle sezioni<br />

Ana di Belluno e <strong>Vicenza</strong> e della provincia di Trento<br />

che, attraverso il 7° Reggimento alpini di Belluno ed<br />

il 2° Reggimento genio guastatori di Trento, hanno reso<br />

disponibili i fondi per la realizzazione dell’opera.<br />

La ristrutturazione ha interessato l’edificio principale,<br />

con il rifacimento dell’intera struttura, del tetto e della<br />

pavimentazione di tutte le otto aule scolastiche. Particolare<br />

importanza è stata data alla fornitura completa<br />

di arredi scolastici ed alla installazione di stufe a legna,<br />

per poter garantire l’impiego nei rigidi mesi invernali.<br />

La sezione di <strong>Vicenza</strong> ha destinato alla scuola 5000 euro<br />

raccolti con l’Operazione stelle alpine. I soldi erano stati<br />

portati a Belluno, al comando del 7°, una settimana prima<br />

che fosse ucciso Matteo Miotto, proprio nel Gulistan.<br />

Firmato dagli alpini un pozzo scavato nel villaggio<br />

di Baktiar, distretto di Bakwa, dai militari della Task force<br />

South East, guidata dal Settimo. È stato realizzato<br />

nella parte centrale del paese, e quindi accessibile a tutte<br />

le famiglie, grazie ai fondi messi a disposizione dalla<br />

sezione Ana di Feltre.<br />

Con l’avvio dell’anno scolastico sono ripresi gli incontri<br />

mediante i quali, da oltre quattordici anni, gli alpini<br />

di Alte Ceccato entrano nelle varie scuole di ogni<br />

ordine e grado per rinnovare la memoria delle due Guerre<br />

Mondiali del secolo scorso e per riscoprire con le immagini<br />

origini e tradizioni della nostra civiltà contadina.<br />

Anno dopo anno<br />

questa attività incontra<br />

sempre più<br />

il favore degli insegnanti,<br />

che volentieri<br />

inseriscono<br />

nel proprio piano<br />

di offerte formative<br />

le proposte<br />

degli alpini, con la<br />

consapevolezza<br />

che ciò contribuisce<br />

ad arricchire il<br />

bagaglio culturale<br />

degli alunni.<br />

Con l’ideatore<br />

di questa iniziativa<br />

Giuseppe Rossi,<br />

collaborano gli alpini<br />

Mirko De<br />

Grandi, Giuseppe Gianello, Mariano Lazzari, Giuseppe<br />

Morato, Bruno Pretto e Luciano Savegnago, che con passione<br />

e con puro spirito di volontariato (cioè: gratis) permettono<br />

il proseguimento di questa lodevole iniziativa.<br />

Nella foto, un gruppo di studenti di Torri di Quartesolo<br />

in occasione di un incontro con gli alpini.


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 17<br />

ISTRUZIONI PER L’USO<br />

In seguito all’aumento delle tariffe postali, il consiglio<br />

direttivo sezionale ha deliberato di modificare la cadenza<br />

delle uscite del nostro periodico Alpin fà grado.<br />

Da quest’anno pertanto Alpin fa grado verrà spedito<br />

agli abbonati con cadenza trimestrale e le date di spedizione<br />

orientativamente saranno: 20 marzo - 20 giugno<br />

- 20 settembre - 20 dicembre.<br />

Avvisiamo pertanto che il materiale per la pubblicazione<br />

dovrà pervenire in redazione almeno 30 giorni prima<br />

della data di spedizione prevista.<br />

Ricordiamo che per poter confezionare al meglio il<br />

nostro periodico, si chiede un po’ di collaborazione agli<br />

estensori degli articoli, per esempio:<br />

• corredare l’articolo possibilmente con foto (non pranzi<br />

o convivi);<br />

• ogni evento è utile da inserire nel settore “Vita dei<br />

gruppi”. Si raccomanda di non inviare elenchi di manifestazioni<br />

(tipo bilancio di un anno fatto durante l’assemblea),<br />

ma inviare le singole manifestazioni durante<br />

l’anno e non aspettare l’ultimo momento;<br />

• testi e foto vanno spediti possibilmente via e-mail indicando<br />

un telefono di recapito. Se consegnata a mano<br />

o per posta la foto deve riportare sul retro il nominativo<br />

del gruppo e l’evento;<br />

• non inserire le foto nel testo perché poi risulta difficoltoso<br />

separarle tecnicamente;<br />

• le foto relative ai “lutti” sono pubblicate gratuitamente;<br />

tutte le altre foto, ad eccezione di quelle relative a<br />

articoli di interesse sezionale (rubrica “<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>”,<br />

“Sport” e “Protezione civile sezionale”) comporteranno<br />

l’addebito ai gruppi di e 35,00 cadauna, pertanto<br />

tutte le foto a pagamento saranno pubblicate previa autorizzazione<br />

all’addebito del capogruppo pertinente.<br />

• i testi devono essere chiari e sintetici;<br />

• in caso di manifestazioni importanti redigere l’articolo<br />

accompagnato da foto, e inviare subito dopo l’evento<br />

e non attendere mesi. Le uscite di Alpin fa Grado<br />

sono periodiche e non si vuole pubblicare notizie<br />

vecchie di mesi.<br />

CORI ALPINI IN INTERNET<br />

Invitiamo i cori Ana e di canto popolare che fossero interessati<br />

ad apparire nel sito della nostra sezione, ad inviare<br />

un breve curriculum e qualche foto. È un mezzo<br />

efficace e gratuito per farsi conoscere da un vasto pubblico<br />

ed allacciare rapporti di amicizia e collaborazione<br />

con altre realtà corali della nostra ed altre province.<br />

Il materiale va inviato a: info@anavicenza.it<br />

PIÙ DI 50 MILA EURO<br />

PER GLI ALLUVIONATI<br />

Ha superato i 50 mila euro la sottoscrizione degli<br />

alpini a favore degli alluvionati. E 20 mila euro sono<br />

già stati assegnati. L’iniziativa dell’Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

ha coinvolto tutti i gruppi della sezione, alpini di altre<br />

parti d’Italia, enti e cittadini; 45 mila euro sono<br />

arrivati al conto corrente dell’Ana, gli altri sono stati<br />

consegnati in sede. Dei soldi raccolti, 25.577 sono<br />

già stati consegnati: sono la metà della somma necessaria<br />

(l’altra metà l’hanno messa i donatori di sangue<br />

della Fidas) per l’acquisto di un pulmino per il<br />

centro diurno per disabili Spumaget di Cresole. È una<br />

struttura che segue un gruppo di disabili tra i 23 e i<br />

40 anni ed ha sede in locali di proprietà della parrocchia,<br />

adiacenti alla chiesa, proprio uno dei punti più<br />

colpiti dall’alluvione di Ognissanti: stanze allagate,<br />

mobili e attrezzature distrutte. Gli ospiti sono stati accolti<br />

in altre strutture e un pulmino attrezzato era il<br />

primo passo per poter riprendere l’attività.<br />

Gli altri soldi raccolti - così ha deciso il direttivo<br />

dell’Ana - saranno consegnati direttamente alle famiglie<br />

più colpite dall’alluvione, su indicazione dei<br />

sindaci e dei capigruppo.<br />

Dal Torrione fanno sapere che la sottoscrizione in<br />

aiuto degli alluvionati è ancora aperta, sul conto<br />

IT 47 V 05728 11801 017570406595<br />

causale Alluvione <strong>Vicenza</strong> 2010<br />

della Banca popolare di <strong>Vicenza</strong> Agenzia 6.<br />

Raccolte di fondi sono state fatte anche dalle sezioni<br />

Ana di Padova (23 mila euro) e di Verona (45 mila).<br />

Il 5 per mille alla nostra <strong>Sezione</strong><br />

Anche quest’anno è possibile devolvere il 5 per mille dell’Irpef<br />

alla sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>. Possono farlo soci e<br />

non soci: basta scrivere il numero 80027060245 (codice<br />

fiscale dell’Ana <strong>Vicenza</strong>) e mettere la firma nella casella<br />

apposita della dichiarazione dei redditi.<br />

Il contributo può devolverlo anche chi non è tenuto alla<br />

presentazione della dichiarazione dei redditi. Basta indicarlo<br />

nel modulo per la destinazione dell’8 per mille che<br />

viene consegnato assieme al Cud, che poi va spedito in<br />

busta. Questo contributo non è alternativo, ma si aggiunge<br />

a quello dell’8 per mille.<br />

Un 5 per mille può sembrare poco, ma se si somma a<br />

tanti altri, può raggiungere cifre ragguardevoli. Grazie a<br />

quel contributo, infatti, 11.767 euro sono entrati l’anno<br />

scorso nelle casse della nostra <strong>Sezione</strong>.


18 - Varie<br />

ADUNATA NAZIONALE DI TORINO 8 MAGGIO 2011<br />

Inquadramento della <strong>Sezione</strong><br />

Coordinatori responsabili:<br />

Enzo Paolo Simonelli (335.8055733) - Francesco Griselin (348.2626000) - Francesco Rando (388.3597968)<br />

1° SCAGLIONE<br />

(Responsabile: Griselin Francesco 3482626000)<br />

striscione “SEZIONE DI VICENZA”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Camisano)<br />

a 3 metri<br />

striscione “MATTEO PRESENTE: SFILA CON NOI”<br />

(portato da 3 alpini del 7° Rgt. alternati da 3 della comm. giovani)<br />

a 3 metri<br />

cuscino col cappello di Matteo Miotto scortato<br />

a 3 metri<br />

Fanfara storica sezionale<br />

a 3 metri<br />

presidente - vessillo sezionale - consigliere nazionale<br />

a 3 metri<br />

vice presidenti<br />

a 3 metri<br />

consiglio direttivo sezionale<br />

a 3 metri<br />

militari in servizio - ufficiali generali e ufficiali superiori in congedo<br />

alpini con incarichi speciali in sezione - autorità<br />

sindaci con cappello e fascia tricolore - sindaci con fascia tricolore<br />

a 3 metri<br />

blocco gagliardetti dei gruppi<br />

a 3 metri<br />

alpini decorati e reduci su automezzi scortati dal gruppo giovani<br />

a 3 metri<br />

rappresentanza G.S.A. con cappello - rappresentanza G.S.A.<br />

a 5 metri max.<br />

2° SCAGLIONE<br />

(Responsabile: Francesco Rando 3883597968)<br />

striscione “2° SCAGLIONE”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Lonigo)<br />

a 3 metri<br />

striscione Russia<br />

a 3 metri<br />

striscione “NON CI RADUNIAMO PER CHIEDERE<br />

MA PER RICORDARE”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Montegalda)<br />

a 3 metri<br />

striscione “I NOSTRI CORI”<br />

(portato da 7 alpini del coro “Amici Miei”)<br />

a 3 metri<br />

cori Ana sezione <strong>Vicenza</strong> - Amici Miei - Creazzo - Lumignano<br />

Monte Caviojo - Piovene Rocchette - Thiene<br />

a 3 metri<br />

Fanfara di Leinì (Torino)<br />

alpini zone Berici Settentrionali - Masotto - Val Del Guà<br />

Val Liona Alta - Val Liona Bassa<br />

a 5 metri max.<br />

3° SCAGLIONE<br />

(Responsabile: Mirco Framarin 3332006794)<br />

striscione “3° SCAGLIONE”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Montebello)<br />

a 3 metri<br />

striscione “CON NOI SFILANO I NOSTRI CADUTI’”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo Malo)<br />

a 3 metri<br />

scudetti brigate alpine<br />

a 3 metri<br />

fanfara di Ivrea<br />

alpini zone Val Leogra Alta - Val Leogra Bassa<br />

- Monte Cimone - Val Chiampo<br />

a 5 metri max.<br />

4° SCAGLIONE<br />

(Responsabile: Giuliano De Marchi 3381034278)<br />

striscione “4° SCAGLIONE”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Sandrigo)<br />

a 3 metri<br />

striscione “CADORE PRESENTE”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Caldogno)<br />

a 3 metri<br />

fanfara Candiolese (Torino)<br />

alpini zone Astico Brenta - Astico Pedemontana - Val d’Astico -<br />

Castellari Alto Bacchiglione<br />

a 5 metri max.<br />

5° SCAGLIONE<br />

(Responsabile: Mariano Fincato 3453381566)<br />

striscione “5° SCAGLIONE”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Ferrovieri)<br />

a 3 metri<br />

“NELLA FAMIGLIA SANA LA SALVEZZA DELLA SOCIETÀ”<br />

(portato da 7 alpini del gruppo di Alte Ceccato)<br />

a 3 metri<br />

fanfara di Vivaro<br />

alpini zone Colli Vicentini - Riviera Berica - <strong>Vicenza</strong> Città<br />

Disposizioni generali<br />

Il ritrovo per l’ammassamento è fissato fra le 9.30 e le 10, la sfilata partirà dal<br />

monumento a Vittorio Emanuele II; l’inizio è previsto per le 10.30, <strong>Vicenza</strong><br />

sarà la penultima delle sezioni del Triveneto. Ognuno dovrà fare riferimento<br />

al responsabile del proprio scaglione, che si terrà informato sulle variazioni di<br />

orario. Gli alpini vanno inquadrati possibilmente con uniformità cromatica, i<br />

gruppi in uniforme si metteranno nelle prime e ultime file; si consiglia di sfilare<br />

a ranghi stretti. Ogni scaglione deve tenere una distanza di 50 metri da<br />

quello che lo precede e la fanfara deve stare compatta al centro dello scaglione.<br />

Ogni alpino deve tenere un comportamento adeguato alla solennità dell’evento,<br />

seguendo le regole del Decalogo stabilito dall’Ana.


Varie - 19<br />

Regole di comportamento<br />

SI DEVE!<br />

• Rispettare le indicazioni dei responsabili<br />

• Scalare per riempire i vuoti fra le fila<br />

• Mantenere file il più cromaticamente uguali<br />

(scalando se necessario)<br />

• Tenere un comportamento corretto<br />

• Provvedere ad un vestiario in ordine<br />

• Marciare al passo<br />

• Avere cura di marciare allineati e coperti<br />

• Mantenere uno spazio ridotto fra le file (massimo<br />

un metro circa)<br />

• Salutare Labaro e Tribuna abbassando Vessillo<br />

e Gagliardetti<br />

• Salutare le autorità in Tribuna con “ATTEN-<br />

TI a ...”<br />

• Salutare il Vessillo Sez. al termine della sfilata<br />

con “ATTENTI a ...”<br />

IN SFILATA<br />

NON SI DEVE !<br />

• Discutere o contravvenire alle disposizioni dei<br />

responsabili<br />

• Pensare di organizzare il blocco di sfilamento<br />

con il “fai da te”<br />

• Infiltrarsi tra le file fatte<br />

• Tenere un atteggiamento incivile<br />

• Indossare calzoni corti, scarpe multicolore,<br />

zainetti e borracce<br />

• Indossare cappelli tipo “Albero di Natale”<br />

• Salutare al cappello (saluta solo il responsabile<br />

di scaglione)<br />

• Salutare sguaiatamente il pubblico<br />

• Staccarsi dalla fila precedente per avere “visibilità”<br />

• Abbandonare lo sfilamento per salutare il pubblico<br />

• Abbandonare lo sfilamento prima del termine<br />

• Rispettare il luogo e le disposizioni del Celebrante<br />

• Partecipare al rito in modo consono<br />

• Entrare in chiesa senza cappello in testa (tranne<br />

coloro di servizio)<br />

• Indossare il cappello solo per la S. Messa al<br />

campo<br />

• Togliere il cappello per ricevere la Comunione<br />

• Rivolgere il fregio del cappello appoggiato sul<br />

banco verso l'altare<br />

• Assumere la posizione di “ATTENTI” durante<br />

la consacrazione e l’elevazione dell’Eucarestia<br />

(anche senza ordini o squillo di tromba)<br />

• Provvedere ad un vestiario in ordine<br />

IN CHIESA<br />

• Indossare il cappello in testa per chi non è di<br />

servizio<br />

• Fare il segno della Croce per chi è in servizio<br />

(con Vessillo o gagliardetto)<br />

• Scambiarsi il segno della pace per chi è in servizio<br />

(vedi sopra)<br />

• Occupare posti riservati<br />

• Tenere in testa il cappello per la Comunione<br />

(anche all’aperto)<br />

• Attenersi alle disposizioni del cerimoniere e<br />

dei collaboratori<br />

• Mantenere l’inquadramento predisposto<br />

• Provvedere ad un vestiario in ordine<br />

• Pazientare se i discorsi vanno per le lunghe<br />

IN<br />

CERIMONIA<br />

• Discutere o contravvenire alle disposizioni dei<br />

responsabili<br />

• Improvvisare inquadramenti “fai da te”<br />

• Abbandonare lo schieramento ed il luogo prima<br />

del termine<br />

• Salutare al cappello se inquadrati<br />

• Chiacchierare e/o distogliere l’attenzione durante<br />

i discorsi delle Autorità


20 - Lettere in redazione<br />

Matteo... una scelta di vita<br />

Quanta maturità in quella lettera che ormai tutti conosciamo.<br />

Quanto rispetto per quello che stava facendo.<br />

Quanta consapevolezza nel parlare al nonno alpino...<br />

storie diverse, età diverse, stessa penna sul cappello,<br />

così diverso...<br />

C’è chi si sta chiedendo se è stato un sacrificio utile...<br />

ma che parola è per Matteo Dalle parole della sua<br />

lettera, dal senso del suo arruolamento nel corpo degli<br />

alpini, dalle espressioni della sua mamma, forse l’aggettivo<br />

“utile” è il meno indicato, forse è il peggiore.<br />

Matteo ha insegnato a tutti che si può vivere veramente<br />

solo dando senso alla propria esistenza, vivendo<br />

per ciò in cui si crede, sacrificando quelle che appaiono<br />

essere le più facili aspettative per un ragazzo di ventiquattro<br />

anni, per onorare un impegno, una scelta, consapevole,<br />

di vita. Certo Matteo non deve avere pensato<br />

all’utilità, non per come la intende una società come la<br />

nostra, incapace di riconoscere una gerarchia di valori<br />

diversi dal bene materiale, dalla comodità, del do ut des,<br />

refrattaria a sacrificarsi per qualsiasi cosa, restia nel rinunciare<br />

ai propri impulsi per rispettare un impegno.<br />

Matteo ha dimostrato come si possa essere belli a<br />

ventiquattro anni. Bello fuori, molto più di un belloccio<br />

da spot tv, con quella divisa che rende più belli i nostri<br />

giovani uomini. Bello dentro, capace di decidere per una<br />

scelta di vita tutt’altro che facile, quella di vestire la divisa<br />

dell’esercito italiano in un momento così delicato<br />

per la sicurezza internazionale, sensibile nel guardare la<br />

vita di un popolo i cui figli sono costretti a crescere anzitempo,<br />

intelligente nell’apprendere anche dalle situazioni<br />

di vita più distanti qualcosa, questo sì, di utile per<br />

la propria esistenza: “... Corrono i giorni in cui identità<br />

e valori sembrano superati, soffocati da una realtà che<br />

ci nega il tempo per pensare a cosa siamo,da dove veniamo,<br />

a cosa apparteniamo...”.<br />

Identità e valori... Ne parliamo, spesso a vanvera, ma<br />

esistono veramente nella vita degli eroi, di quelle persone<br />

che non solo parlano di identità e valori, ma li rendono<br />

veri. Matteo è un eroe. Lascia dolore nella sua famiglia<br />

e nella sua giovane innamorata, costernazione tra<br />

gli alpini orgogliosi di questo figlio alpino, vuoto tra i<br />

suoi commilitoni e i suoi superiori, ma lascerà a tutti il<br />

suo indelebile ricordo. Tutti muoiono, ma pochi vivono<br />

veramente. Tra i molti che non si rendono conto di cos’è<br />

la vita, che si lasciano trascinare dagli altri, che preferiscono<br />

sopravvivere al vivere, che vivono i vent’anni<br />

per il sabato sera, per uno spinello o facili relazioni<br />

senza amicizia né amore, Matteo ha lasciato un grande<br />

insegnamento. Ha vissuto più lui, di chiunque altro e al<br />

dolore che ha preso ciascuno di noi nell’apprendere la<br />

notizia della sua morte, resterà la consolazione del suo<br />

esempio... Quello di un eroe, giovane uomo orgoglioso<br />

della sua identità di soldato, alpino e italiano, i cui valori<br />

sono ben scolpiti nella sua lettera. Forse non sono i<br />

valori che vanno più di moda di questi tempi, ma io credo<br />

che siano i veri valori a cui fare riferimento e sinceramente<br />

vorrei tanti più ragazzi generosi, belli e coraggiosi<br />

come Matteo, vorrei che in tanti sapessero vivere<br />

come ha vissuto Matteo, vorrei che invece di parlare rispettassimo<br />

le sue volontà. Matteo aveva ragione e sapeva<br />

già, per la sua intelligenza e per la sua consapevolezza<br />

che partendo avrebbe potuto tornare avvolto dal<br />

tricolore. Ha chiesto a tutti noi, veneti in particolare, di<br />

non ricordare i nostri soldati solo quando muoiono, nel<br />

“compimento del loro dovere”, ma di dimostrare loro<br />

vicinanza e affetto in ogni momento. Onoriamo le sue<br />

volontà fino in fondo non solo nel tumularlo con il rango<br />

degli Eroi, come merita, ma anche,o forse soprattutto,<br />

nel rispettare chi vive compiendo il proprio dovere,<br />

vestendo una divisa, portando il tricolore nei posti più<br />

difficili del mondo perché soldati... Soldato... Non un<br />

“mestiere”, ma una scelta di vita, tra le più belle.<br />

<strong>Vicenza</strong>, 3 gennaio 2011<br />

Elena Donazzan<br />

I Caduti chiedono silenzio<br />

Altri due Caduti. Altri due nostri amici il Signore delle<br />

Cime ha chiesto alla montagna. Il 1° caporal maggiore<br />

Luca Sanna e il tenente Massimo Ranzani sono<br />

morti. L’8° e il 5° Reggimento piangono un loro Alpino<br />

che torna in patria avvolto nel Tricolore. Avvolto, come<br />

abbracciato dall’affetto di chi gli ha e gli vuole bene.<br />

Avvolto dall’affetto di una madre, di una sposa, di<br />

una sorella. Avvolto dall’affetto di chi come lui, dinanzi<br />

al sacrificio, non ha voluto, non ha saputo tirarsi indietro.<br />

Le note del silenzio rompono l’atmosfera che è divenuta<br />

quasi surreale tra singhiozzi mal celati e occhi<br />

lucidi. Le note del silenzio fendono un’atmosfera di composta<br />

tragedia. Un nostro figlio, un nostro fratello torna<br />

nella sua terra. Torna, ma è per l’ultima volta. Non ci<br />

sarà più il turno di guardia, non ci sarà più la pattuglia,<br />

non ci sarà più... Torna un nostro fratello, il fratello più<br />

caro. Ma ad accoglierlo non c’è solo il dolore di una speranza<br />

di vita spezzata sul nascere, non c’è la disperazione<br />

di chi si è visto strappare l’affetto più caro. C’è il


Lettere in Redazione - 21<br />

composto dolore degli Alpini. C’è il composto dolore<br />

delle persone semplici, ma vere. Le lacrime degli Italiani<br />

che credono ancora, nonostante tutto, nella bontà<br />

dei valori che erano, che sono e che saranno di Luca, di<br />

Massimo e dei loro commilitoni. In sottofondo sentiamo<br />

tutti uno strano brusio. Un rumore che ci è estraneo.<br />

È il fastidio dello scandalo che sta per travolgere la nostra<br />

bella Italia, è il chiasso delle baruffe da cortile che<br />

ogni minuto rovinano la nostra vita.<br />

È qualcosa di rivoltante che ripugna le nostre coscienze.<br />

È il disgusto per chi, dovendo, non è più un<br />

esempio, non è una guida. Vizi privati, abusi, casi di<br />

amoralità che stridono in maniera brutale col dolore di<br />

un Popolo che ora si ferma alle note del silenzio. Ed è<br />

il silenzio che i nostri governanti dovrebbero ancora una<br />

volta osservare. Un totale silenzio. Per il rispetto nei confronti<br />

di due Italiani che ritornano tra la loro gente. Per<br />

il rispetto che si deve a chi ha fatto sacrificio di sé. Per<br />

chi, col suo sangue ha lavato l’onta del disonore propria<br />

dei nostri politicanti. Ma, nonostante tutto il rispetto non<br />

c’è. Troppo il rumore, troppa la confusione. Ed allora,<br />

non rimane che il Tricolore a far da giusta barriera, da<br />

giusto sudario per questo sacrificio, autentico martirio,<br />

non ultimo forse di tanti altri, ma sacro simbolo dell’Italia,<br />

quella vera.<br />

Paolo Marchetti<br />

La Giornata della Memoria<br />

Ho partecipato alla cerimonia (per la Giornata della<br />

memoria ndr) organizzata dal gruppo di S. Pietro<br />

in Gù e devo riconoscere che il capogruppo Antonio<br />

Munari è riuscito nell’intento di far sì che non venga dimenticato<br />

ciò che è successo, proiettando delle immagini<br />

che hanno letteralmente tolto il fiato ai presenti.<br />

Pur nella semplicità della serata, l’emozione è stata<br />

tanta e forte al punto da rendere palpabile l’attenzione<br />

dell’assemblea che non perdeva una sola parola del commento<br />

alle fotografie che venivano proiettate, nonostante<br />

la voce a volte rotta dalla commozione.<br />

Complimenti Antonio perché non ti smentisci mai<br />

nell’espletare il tuo impegno di capogruppo e di consigliere<br />

nazionale tenendo alti i nostri valori e prodigandoti<br />

per il bene della sezione. Grazie.<br />

Enzo Paolo Simonelli<br />

Calendario delle manifestazioni sezionali per il 2011<br />

9-10 aprile<br />

MONTEGALDA - Adunata del gruppo<br />

7/8 maggio<br />

TORINO - 84ª Adunata nazionale<br />

15 maggio<br />

MONTICELLO C.OTTO - 50° di fondazione del gruppo<br />

21 maggio<br />

ARZIGNANO - Serata “Il 24 Maggio”<br />

5 giugno<br />

TUTTI I GRUPPI - 5ª Giornata della Solidarietà<br />

alpina senza confini<br />

5 giugno<br />

PONTE DI BARBARANO - Adunata della zona<br />

Riviera Berica<br />

5 giugno<br />

ARZIGNANO - Festa del gruppo (84° di fondazione)<br />

11 giugno<br />

S.VITO DI BRENDOLA - 50° di fondazione del gruppo<br />

19 giugno<br />

BELLUNO - Raduno triveneto<br />

2-3 luglio<br />

ROZZAMPIA - 50° di fondazione del gruppo<br />

3 luglio<br />

ARZIGNANO - Raduno gruppi zona Valchiampo<br />

3-4 settembre<br />

MONTE PASUBIO - Pellegrinaggio sezionale<br />

17-18 settembre<br />

CAMISANO - 46ª adunata sezionale<br />

2 ottobre<br />

SARCEDO - Festa del “Giovane alpino”<br />

31 ottobre<br />

MONTECCHIO MAGGIORE - 64° raduno<br />

reduci Btg. “<strong>Vicenza</strong>” e Btg. “Val Leogra”<br />

27 novembre<br />

Riunione dei capigruppo<br />

3 dicembre<br />

Rassegna sezionale cori


22 - Vita dei gruppi<br />

ALTA VAL LIONA<br />

San Maurizio 2010<br />

San Maurizio, patrono<br />

delle truppe<br />

alpine, da nove anni<br />

viene festeggiato<br />

dagli alpini della<br />

zona Alta Val<br />

Liona. Anche quest’anno,<br />

la sera del<br />

22 settembre ci<br />

siamo ritrovati nella chiesa di Campolongo per la messa.<br />

La cerimonia, ottimamente organizzata dai gruppi di<br />

San Germano dei Berici e Villa del Ferro, ha visto la partecipazione,<br />

oltre degli alpini, anche delle comunità della<br />

zona. Don Domenico Pegoraro all’omelia ha ricordato<br />

le virtù del Santo, un comandante della legione Tebea<br />

che subì il martirio piuttosto che tradire la propria<br />

fede e i propri soldati. Le stesse virtù sono alla base delle<br />

truppe alpine e degli alpini in congedo che sono organizzati<br />

dall’Ana. La cerimonia è continuata con una<br />

suggestiva fiaccolata fino a raggiungere il monumento<br />

dove sono stati resi gli onori ai caduti. La banda di Sossano<br />

ha allietato la suggestiva serata.<br />

Vi sono stati vari interventi: i capigruppo Castagna e<br />

Matteazzi hanno ringraziato quanti hanno collaborato<br />

nel predisporre al meglio questo appuntamento. I sindaci<br />

di San Germano e Zovencedo hanno elogiato gli alpini<br />

per l’impegno e la disponibilità verso il prossimo e<br />

ne hanno esaltato i valori e la dignità.<br />

La fiaccolata rende davvero unica la cerimonia e vuole<br />

testimoniare, con la nostra presenza, la volontà di credere<br />

nello stesso emblema e continuare a donare il proprio<br />

gesto umanitario a chi ne ha bisogno. La cerimonia<br />

del 2011 verrà organizzata dal gruppo di Pozzolo.<br />

Mirco Bisognin<br />

ARZIGNANO<br />

Il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli<br />

Il gruppo “Mario Pagani” di Arzignano continua a distinguersi<br />

in una quotidiana missione votata a tramandare<br />

i valori delle penne nere, a fianco delle istituzioni<br />

ed a favore della comunità. Per celebrare i 150 anni<br />

dell’unità d’Italia ha promosso, fra l’altro, due serate<br />

da “tutto esaurito” in programma al teatro Mattarello<br />

l’11 febbraio con Bepi De Marzi ed i suoi Crodaioli<br />

a proporre “Italia, Italia” e sabato 21 maggio con<br />

la rappresentazione “Al 24 Maggio, canti e storie della<br />

Grande Guerra” portati in scena da Glossateatro e<br />

Canzoniere Vicentino.<br />

Paolo Marchetti e Luca Dal Molin con<br />

il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli<br />

Luigi Parise<br />

Ed intanto<br />

l’invidiabile<br />

patrimonio di<br />

testimonianze<br />

e cimeli raccolto<br />

in 84 anni<br />

di storia dal<br />

gruppo (è stato<br />

fondato nel<br />

1927) si è arricchito<br />

di un<br />

prezioso ricordo:<br />

il gagliardetto che fu della sezione alpini di Tripoli<br />

(Libia). È stato donato dal socio Luigi Carradore che lo<br />

ha custodito per molti anni dopo la scomparsa dello zio<br />

arzignanese, Luigi Parise (1893-1952), penna nera arzignanese<br />

del 6° Reggimento e combattente nella prima<br />

guerra mondiale, trasferito a Tripoli nel 1928 per lavoro<br />

per conto delle Officine Pellizzari. C’è chi ricorda ancora<br />

l’encomio solenne conferitogli per l’installazione<br />

dell’impianto idrico ad El Alamein.<br />

Parise fu uno degli alpini<br />

in congedo che<br />

costituì la sezione alpini<br />

di Tripoli, italiana<br />

dal 1912 al 1943.<br />

Rientrato ad Arzignano<br />

nel 1949 portò con<br />

sè il gagliardetto che<br />

ora si trova nella sala<br />

del consiglio del gruppo<br />

Pagani.<br />

“Siamo grati al socio<br />

Carradore per questo<br />

dono che per noi è<br />

particolarmente significativo”<br />

spiegano<br />

Paolo Marchetti e Luca<br />

Dal Molin, capogruppo<br />

e consigliere “lo conserviamo con speciale affetto,<br />

nel ricordo dei tanti alpini e militari che hanno<br />

combattuto nelle guerre d’Africa e dei molti italiani che<br />

hanno vissuto e lavorato nelle nostre ex colonie”.<br />

Daniele Concato


Vita dei gruppi - 23<br />

ARZIGNANO<br />

Marchetti confermato capogruppo<br />

spiegato il capitano Carli. “Nell’attuale modello di società<br />

che i mass media tutti i giorni ci somministrano, è<br />

bello sapere di essere in molti a credere ancora i questi<br />

sani valori, e soprattutto a metterli in pratica”.<br />

D.C.<br />

ARZIGNANO<br />

Ricordato l’alpino Luca Sanna<br />

Paolo Marchetti ricomincia da cinque. Il capogruppo<br />

Ana Arzignano è stato eletto per la quinta volta e si appresta<br />

ad accompagnare il sodalizio al traguardo degli<br />

85 anni, in programma nel 2012.<br />

È un po’ nella tradizione dell’associazione arzignanese<br />

quella di “presidenti” a lungo in carica: si pensi alla trentennale<br />

guida del notaio Mario Pagani (1966-2006), alpino<br />

della Monterosa, del quale ora il gruppo porta orgogliosamente<br />

il nome. Con Marchetti collaboreranno<br />

Flavio Bertinato, Mauro Concato, Sergio Concato, Roberto<br />

Conzato, Vittorino Dalla Barba, Roberto Dalla Valeria<br />

(eletto capogruppo onorario), Pietro Dal Maso, Luca<br />

Dal Molin, Giovanni Faccio, Antonio Frizzo, Sergio<br />

Galiotto, Francesco Gentilin, Dario Giordani, Guerrino<br />

Lorenzi, Luciano Lunari, Arturo Magnaguagno, Roberto<br />

Marana, Giovanni Marcheluzzo, Roberto Marchesini,<br />

Dario Piazza, Francesco Pizzolato, Giovanni Reginato,<br />

Giulio Rosa e Donato Zanvettore.<br />

Al rinnovo delle cariche, svoltosi durante la festa sociale,<br />

sono intervenuti dirigenti della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>,<br />

l’assessore Carmelo Bordin, il sindaco ed il gruppo gemellato<br />

di Casola Valsenio Nicola Iseppi ed una rappresentanza,<br />

festeggiatissima, degli alpini in servizio dell’8°<br />

Reggimento della Julia col loro capitano Andrea Carli.<br />

Presente anche don Giovanni Imbonati, parroco di Tezze<br />

e Pugnello, che è stato premiato per l’amicizia verso le<br />

penne nere e per aver recentemente celebrato la messa ad<br />

El Alamein in ricordo dei caduti. “Ho vissuto una magnifica<br />

giornata, densa di nobili valori, con alpini ed amici<br />

che esprimono nel migliore dei modi senso civico, voglia<br />

di far bene, altruismo, ospitalità e amore per l’Italia” ha<br />

Il 18 febbraio si è celebrata una messa in ricordo del 1°<br />

C.M. Luca Sanna dell’8° Rgt. Alpini a trenta giorni dalla<br />

morte in Afghanistan. Presenti numerosi esponenti dell’Amministrazione<br />

comunale con il sindaco Giorgio Gentilin,<br />

una rappresentanza dell’8° Reggimento Alpini, il<br />

capozona della Valchiampo, Mirko Framarin ed i rappresentanti<br />

di Marinai e Carabiniri in congedo. Al termine<br />

della celebrazione, officiata da mons. Mariano Lovato,<br />

arciprete di Arzignano, il capogruppo Paolo Marchetti ha<br />

letto la “Preghiera dell’Alpino”. Erano altresì presenti numerosi<br />

gagliardetti ed il vessillo della <strong>Sezione</strong> Ana.<br />

BAGNOLO DI LONIGO<br />

Capogruppo per 50 anni


24 - Vita dei gruppi<br />

Alla presenza del presidente di sezione Giuseppe Galvanin<br />

e del capozona Luca Bolla, è stato premiato con<br />

targa e gagliardetto l’ex capogruppo Agostino Zuffellato.<br />

Classe 1924, fu in servizio al 6° a Vipiteno. È stato<br />

fondatore del gruppo di Bagnolo nel 1947, lo ha guidato<br />

dal 1958 al 2008, ben 50 anni, veramente bravo! Ora<br />

tocca al nuovo capogruppo Antonio Callegaro, classe<br />

1936, anche lui del 6°, in servizio a d’istanza a San Candido,<br />

eletto a guidare un gruppo che vuole crescere con<br />

molti soci nuovi.<br />

BARBARANO<br />

Anche le scuole<br />

alle celebrazioni del 4 novembre<br />

Comune, gruppi di<br />

Barbarano, Ponte e<br />

carabinieri in congedo,<br />

hanno coinvolto<br />

le scuole alle celebrazioni<br />

del 4 novembre,<br />

spostate a sabato sei.<br />

Dopo l’alzabandiera<br />

e la deposizione di<br />

una corona d’alloro al<br />

monumento ai caduti<br />

di San Giovanni e di<br />

Barbarano-Centro, alla<br />

quale hanno partecipato<br />

anche gli alunni<br />

della scuola media,<br />

il sindaco ha svolto la<br />

commemorazione e alcuni alunni hanno letto dei brani<br />

a ricordo dei caduti.<br />

Narciso Nicoli<br />

Russia, 12.10.1942<br />

Cerimonia quindi a Ponte di Barbarano presso le scuole<br />

elementari per procedere poi in corteo presso il Monumento<br />

ai Caduti con l’intera scolaresca accompagnata<br />

dalle insegnanti. Dopo il ricordo del sindaco di quel<br />

4 novembre 1918, il capogruppo di Ponte Massimo Orso<br />

ha rivolto ai ragazzi l’invito a ricordare ed apprezzare<br />

il valore dell’unità d’Italia, che quest’anno celebra i<br />

suoi 150 anni, consegnando a ciascuno una pergamena<br />

con i primi 12 articoli della Costituzione.<br />

Alla scuola media è stato<br />

poi presentato agli<br />

alunni il Dvd della tragica<br />

campagna di Russia<br />

con le memorie del<br />

concittadino Narciso Nicoli,<br />

classe 1920 alpino<br />

della Julia, che riuscì ritornare<br />

da quell’immane<br />

tragedia che fu la ritirata.<br />

L’anziano reduce<br />

ha voluto essere presente,<br />

accolto da un caloroso<br />

applauso da alunni e<br />

professori, che lo ha visibilmente<br />

commosso.<br />

CAMPEDELLO<br />

Riportata all’antico splendore<br />

la cappelletta votiva di Longara<br />

Dopo mesi di lavoro per il restauro portati avanti dal Gruppo<br />

Alpini di Campedello, è stata riconsegnata alla comunità<br />

la cappelletta votiva di Longara. Ciò è avvenuto grazie<br />

alla volontà della proprietaria signora Marta Ghirardi,<br />

di ridare al Sacello quell’antico patrimonio artistico edilizio<br />

e religioso.<br />

Questo si è potuto concretizzare sommando la disponibilità<br />

finanziaria della signora Ghirardi ed il lavoro prestato<br />

gratuitamente dagli alpini di Campedello, una sinergia<br />

comune per poter riconsegnare alla località di Longara un<br />

manufatto edile, ricchissimo di valori e significati simbolici.<br />

Dedicata alla Madonna Ausiliatrice, essa esprime ancora<br />

una fede profonda popolare che rimane radicata nell’intimo,<br />

eguale nello spazio e nel tempo.<br />

La cerimonia di presentazione del restauro alla cittadinanza<br />

di Longara e della Riviera Berica è avvenuta alla<br />

presenza della signora Marta Ghirardi, del capogruppo del<br />

gruppo alpini di Campedello xav. Roberto Alberton, del


Vita dei gruppi - 25<br />

consigliere comunale Mariano Docimo che ha rappresentato<br />

il sindaco, del presidente della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

Giuseppe Galvanin e del parroco dell’Unità Pastorale<br />

locale don Giuseppe che ha benedetto il sacello. A ricordo<br />

dell’evento è poi stata scoperta una targa ricordo.<br />

In un fresco sabato di ottobre, dopo la deposizione di una<br />

corona al monumento ai Caduti, ci siamo ritrovati davanti<br />

alla porta carraia della caserma La Marmora, lassù a Tarvisio.<br />

La scarna presentazione dello svolgimento dell’evento<br />

non rende la grande emozione sentita e provata da<br />

tutti i presenti: sfilata per compagnie dalla porta carraia fino<br />

al piazzale adunata; schieramento e mancata presentazione<br />

dei presenti causa elevato sentimento emotivo; cerimoniale<br />

dell’ammaina bandiera con inno nazionale cantato<br />

da molti; deposizione di una corona d’alloro al monumento<br />

all’interno della caserma; visita esterna ed interna<br />

della caserma ad esclusione delle camerate, dopo lungo<br />

e vano tentativo di convincimento rivolto all’ultimo comandante<br />

del Btg. Gemona; visione del dvd sul centennale<br />

8° Rgt Alpini; collegamento audiovisivo con un ufficiale<br />

che ora si trova impiegato in Afghanistan; cena selfservice<br />

in mensa (molto apprezzata); silenzio fuori ordinanza<br />

sul piazzale adunata. Tanta voglia di ritrovare cose<br />

che il tempo ed il ritmo della vita attuale ci hanno tolto.<br />

Devo dire che l’esserci ritrovati in tanti, con un po’ di alpini<br />

del 2° e 5° scaglione 1990 e una dozzina tra ufficiali<br />

e sottufficiali, bene ha fatto alla nostra memoria; ha riportato<br />

a galla valori che faticano ad essere usati nella vita<br />

di tutti i giorni. Invece proprio tra quelle mura (al tempo<br />

qualche volta odiate), nel giro di poche ore, i valori annacquati<br />

sono emersi forti come un tempo. Ed all’unisono<br />

abbiamo chiesto al nostro Signore di aiutarci a non farli<br />

riaffogare un’altra volta. Per una sera il Btg. Gemona è<br />

ritornato a vivere. 8/89 Mai Daur!<br />

Chi fosse intenzionato a rivivere vecchi ricordi e a riscoprire<br />

sopite emozioni contatti l’alpino Nicola Miotello all’email<br />

nik.miotello@hotmail.it e/o l’alpino Claudio Gelain<br />

claudiogiala@libero.it.<br />

LISIERA<br />

La campana degli alpini<br />

per la chiesa di Lisiera<br />

CARMIGNANO<br />

Rimpatriata alla caserma<br />

La Marmora di Tarvisio<br />

Il necessario rinnovo della cella campanaria della chiesa<br />

parrocchiale di Lisiera, con il rifacimento dell’intelaiatura<br />

di sostegno delle campane, ha dato lo spunto per pensare<br />

ad una nuova campana che completasse la scala sonora,<br />

attualmente mancante di una nota. Viste le notevoli<br />

difficoltà economiche, il parroco don Emanuele ha pensato<br />

agli alpini e la sua fiducia non è stata certo mal riposta<br />

se un bel gruppo di volonterosi soci si è subito attivato<br />

per reperire i fondi necessari. Numerose giornate di lavoro<br />

in varie attività di volontariato hanno portato a raccogliere<br />

3.500 euro, subito consegnati al parroco che le ha<br />

investite in 110 chili di bronzo fuso per dare voce dall’alto<br />

del campanile di Lisiera al ricordo degli alpini “andati<br />

avanti”. E nella loro campana gli alpini hanno voluto che<br />

non mancasse il riferimento ai segni ed agli ideali in cui<br />

più credono. Nella fusione ecco allora che vengono riportati<br />

l’immagine della “Madonna del Don” e a corona<br />

della bocca della campana le parole della seconda parte<br />

di “Signore delle Cime” in ricordo del grande amico Angelo<br />

Fracasso che da poco ci ha lasciato. L’inaugurazione


26 - Vita dei gruppi<br />

e solenne benedizione della campana è avvenuta la sera<br />

del 13 dicembre, festa di S. Lucia, patrona di Lisiera alla<br />

presenza del presidente Giuseppe Galvanin, del sindaco<br />

di Bolzano Vic. Massimiliano Fattori e di numerose autorità.<br />

La campana portata a braccia da quattro alpini ha fatto<br />

il suo ingresso in una chiesa per la presenza del vescovo<br />

di Chioggia Adriano Tessarollo, che ha celebrato la<br />

messa e benedetto la nuova campana. Al termine della serata<br />

gli alpini hanno salutato e ringraziato con un convivio<br />

in sede. Resta vivo, in tutta la comunità di Lisiera, il<br />

riconoscimento per le molte attività del gruppo alpini, sempre<br />

pronto a mettere a disposizione uomini e mezzi per<br />

ogni necessità del paese.<br />

Bruno Bertoldo<br />

Giuseppe Crosara è andato avanti. Troppo presto per lui,<br />

per i familiari, per gli alpini di Lugo di cui per anni era stato<br />

capogruppo. Sergente, aveva frequentato negli anni ’60<br />

la Smalp di Aosta, per essere poi assegnato al Settimo, a<br />

Belluno. Per anni è stato consigliere sezionale.<br />

Nella vita civile era stato responsabile dell’ufficio anagrafe<br />

di Lugo. Sapeva cogliere, naturalmente si direbbe, i problemi,<br />

soprattutto degli anziani e dei meno preparati a muoversi<br />

nei labirinti della burocrazia. Si sentiva “a servizio”<br />

della gente, quindi impegnato a mettere in campo le sue<br />

conoscenze e la sua esperienza, per arrivare a soluzioni<br />

concrete e soddisfacenti. Non stupisce che nel giorno del<br />

funerale si siano unite alla voce dei familiari quelle del<br />

sindaco e degli alpini, voci tutte non formali né di circostanza,<br />

ma espressione di intensa partecipazione e di riconoscimento<br />

delle tante qualità espresse invita.<br />

Qualcuno rimpiangerà profondamente i i valori dell’amicizia<br />

condivisi, altri ricorderanno la naturale socievolezza<br />

e amabilità del carattere, chi ancora l’autonomia<br />

di giudizio con cui riconosceva il ben fatto all’autore,<br />

senza riguardo a colore della casacca. Per gli alpini<br />

e non solo per quelli di Lugo resterà un monumento<br />

vivo, un simbolo di attaccamento al glorioso corpo che<br />

incarna quanto di più nobile può essere proposto alla società<br />

civile, soprattutto in questi tempi. La natura e gli<br />

studi (abilitazione magistrale) gli avevano consegnato<br />

il gusto del bello. Amava ricordare i suoi insegnanti, ai<br />

quali dava il merito di avergli regalato il “sapore del sapere”,<br />

era solito recitare poesie, tante, in italiano e in latino,<br />

con l’evidente impressione di gustarle. Questa ricerca<br />

della qualità si estendeva a tutti gli aspetti della<br />

vita, anche se nel ricordo di molti resta legata in particolare<br />

al buon piatto e al buon bicchiere, per i quali sapeva<br />

tessere lezioni magistrali. A quanti lo hanno conosciuto<br />

e in particolare agli alpini lascia sicuramente un<br />

bel ricordo e un’eredità di ideali e di gesti da imitare.<br />

G.S.<br />

MALO<br />

Festa della Famiglia Alpina<br />

LUGO<br />

Giuseppe Crosara è andato avanti<br />

Ben il 2,6 per cento dell’intera cittadinanza di Malo (oltre<br />

14 mila abitanti, immigrati e neonati inclusi) si è ritrovata<br />

il 23 gennaio, nel vasto salone del Centro Giovanile,<br />

per una grande festa alpina che ha visto il presidente<br />

della sezione, Giuseppe Galvanin, strabiliato davanti<br />

a questa quasi oceanica partecipazione di alpini,<br />

famigliari e tanti, tanti amici. Ancora una volta una inconfutabile<br />

testimonianza del profondo legame con la<br />

comunità maladense di quella magnifica realtà che è il<br />

gruppo Ana, guidato da Danilo Panizzon. La giornata è<br />

iniziata il mattino con gli onori ai caduti sul colle di Santa<br />

Libera ed una solenne celebrazione nel duomo, resa<br />

particolarmente coinvolgente dalla partecipazione del<br />

coro alpino “El Livergon”. Trecentosessanta persone poi<br />

con le gambe sotto la tavola a gustare abbondanti portate<br />

e bevande, intercalando tanti ciao e “anca ti qua!”<br />

e via a raccontare dei lavori del Gruppo; dei soci andati<br />

avanti; del bollino che in fin dei conti non è nemmeno<br />

aumentato tanto; delle imminenti elezioni del nuovo<br />

Direttivo che, pur contando sull'ingresso dei giovani, rimarrà<br />

più o meno quello attuale, a partire dal capogruppo<br />

e ancora, e poi ancora a salutare e scambiare amichevoli<br />

parole con i graditi ospiti tra cui il generale Comacchio<br />

ed il segretario sezionale Gollin. E la kermesse non poteva<br />

che concludersi con la pur scontata ma sempre gradita<br />

e tradizionale lotteria, destinata a distribuire innocenti<br />

ebbrezze e graditi rimpolpamenti delle casse del<br />

gruppo. Un augurio affiorava nel commiato sulle labbra<br />

di tutti: quest’anno si è toccato un record di partecipazione;<br />

speriamo non rimanga l’unico!<br />

GigiGi


Vita dei gruppi - 27<br />

MONTECCHIO PREC.<br />

In memoria di Sante Dal Santo<br />

due borse di studio<br />

Tra le numerose iniziative programmate dal direttivo del<br />

gruppo Ana la scuola ha sempre rappresentato un punto<br />

di eccellenza. L’ultima consiste in un concorso tra gli<br />

studenti per l’assegnazione di due borse di studio dedicate<br />

alla memoria del nostro “grande vecchio” Sante Dal<br />

Santo, “andato avanti” all’età di 106 anni. Il tema da<br />

svolgere per partecipare al concorso era: “Intervista un<br />

alpino del tuo paese per conoscere i momenti della sua<br />

vita militare e del suo successivo impegno civile”. Ci<br />

siamo recati tre volte a incontrare gli studenti nell’aula<br />

magna della scuola G. Leopardi, per illustrare e spiegare<br />

lo spirito di solidarietà che anima sia gli alpini in armi<br />

che gli alpini nella vita civile. L’intervento di Luigi<br />

Girardi, di alcuni coristi e della tromba del gruppo alpini<br />

di Malo ha rappresentato l’incontro più intenso e più<br />

significativo per gli studenti. Dalle aule di scuola siamo<br />

poi passati alla sede del gruppo, dove per due sabati consecutivi<br />

alcuni alpini sono stati a disposizione degli studenti<br />

per essere intervistati e per rispondere alle loro domande.<br />

Il 4 novembre nelle classi sono stati raccolti gli<br />

elaborati presentati dagli studenti ed una commissione,<br />

presieduta dal capogruppo Franco Rodella e composta<br />

dall’assessore alla cultura .ssa Irma Peruzzo, dalle prof.<br />

Marina Baghin e Margherita Dal Santo, ha cominciato<br />

l’impegnativo lavoro di selezione.<br />

La commissione all’unanimità ha ritenuto particolarmente<br />

meritevoli e quindi vincitori del concorso Martina<br />

De Vicari, che ha intervistato il nonno alpino iscritto<br />

da sempre al nostro gruppo, e Desiree Paulin, che ha<br />

intervistato il capogruppo Franco Rodella per scrivere<br />

“In memoria dell’alpino Sante Dal Santo”. In entrambi<br />

gli elaborati sono emersi racconti di vita militare accompagnati<br />

da riflessioni personali sui valori fondamentali<br />

che da sempre fanno parte del mondo degli Alpini,<br />

valori vissuti in prima persona e trasmessi durante<br />

tutta la sua vita da Sante Dal Santo.<br />

La consegna delle due borse di studio è avvenuta il 19<br />

dicembre nella sala consigliare durante la cerimonia per<br />

assegnazione del premio “Montecchio Precalcino è...”<br />

alla presenza di autorità e di una straripante cittadinanza.<br />

L’iniziativa sarà riproposta anche per quest’anno con<br />

lo scopo di coltivare la “memoria storica”, per far crescere<br />

e maturare come cittadini coscienti, impegnati ed<br />

attivi i nostri studenti.<br />

MONTEGALDA<br />

A Montegaldella presepio alpino<br />

Capigruppo di Arcella, Montegalda, Bastia di Rovolon<br />

Un presepio diverso, dedicato agli alpini e contadini della<br />

Prima Grande Guerra. Una scena dove tra i personaggi<br />

spiccano soldati disarmati con la penna nera che<br />

portano doni alla capanna. L’idea è stato il risultato di<br />

una collaborazione tra gli alpini di Montegaldella del<br />

gruppo Ana di Montegalda e quello dell’Arcella della<br />

sezione di Padova avvenuta nel dicembre scorso. Il primo<br />

gruppo ha messo a disposizione l’antica ghiacciaia<br />

in centro al paese. Gli alpini dell’Arcella, le sagome in<br />

legno del presepe che annualmente viene allestito presso<br />

il Parco Morandi, dove hanno la loro sede. Il presepio<br />

alpino-contadino è stato così allestito per la prima<br />

volta davanti alla ghiacciaia di Montegaldella che ben<br />

si è prestata ad una scena presepistica di grande fascino.<br />

Muli che scendono dalla collinetta artificiale, alpini<br />

e contadini convergono verso la capanna di legno sotto<br />

cui si trova il gruppo della Natività: un Giuseppe e<br />

Maria vestiti da contadino che mostrano il bambinello,


28 - Vita dei gruppi<br />

in una scena che evoca le atmosfere del 1918. A dare<br />

un tocco d’arte anche la neve che ha aumentato la suggestione<br />

dell’esercito pacifico sbarcato in paese per fare<br />

Natale. “Per noi - ha detto Ernesto Rigobon, capogruppo<br />

dell’“Arcella” - è una forma per trasmettere il<br />

valore della memoria. La collaborazione con Montegaldella<br />

è un’occasione per rinsaldare i patti di amicizia<br />

che sono il senso stesso del nostro Natale”. La delegazione<br />

alpina patavina è stata poi accolta in paese con<br />

una cerimonia cui erano presenti autorità civili e alpini.<br />

Antonio Gregolin<br />

MOSSANO<br />

Per non dimenticare Nikolajewka<br />

Il gruppo di Mossano ha organizzato il 30 gennaio un<br />

momento commemorativo per ricordare i caduti di Nikolajewka,<br />

uno degli scontri più importanti durante il caotico<br />

ripiegamento delle forze italo-tedesche, dove i militari<br />

già duramente provati dai combattimenti e dal gelido<br />

inverno russo, si ritrovarono ad affrontare alcuni reparti<br />

dell’Armata Rossa asserragliati in quel paese. Essi<br />

riuscirono, grazie allo slancio della brigata Tridentina<br />

a rompere l’accerchiamento, aprendo così la via di<br />

casa a migliaia di soldati italiani. Un centinaio di penne<br />

nere della zona Riviera Berica si sono ritrovate al monumento<br />

dei caduti a Ponte di Mossano per rendere loro<br />

onore. Dopo l’alzabandiera, gli alpini hanno sfilato<br />

per la via del paese raggiungendo la chiesa per la messa<br />

in suffragio dei caduti di tutte le guerre, animata dal<br />

coro Ana “Amici miei” di Montegalda. Sono seguiti la<br />

lettura della preghiera dell’Alpino, la lettura di alcuni<br />

passi tratti dal libro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni<br />

Stern ed infine i saluti delle autorità, tra cui il sindaco<br />

di Mossano Giancarlo Ceruffi, di Nanto Luca Cavinato,<br />

il gen. Nonato, il capozona Paolo Borello, il capogruppo<br />

Fiorenzo Masiero ed il consigliere sezionale<br />

Francesco Griselin che ha portato la sua sentita testimonianza<br />

del recente viaggio a Nikolajewka, oggi Livenka.<br />

La manifestazione si è conclusa con le note del<br />

coro Alpino di Montegalda.<br />

NOVENTA<br />

È già affermato il Coro alpino<br />

Il 22 gennaio si è svolta l’annuale assemblea dei soci del<br />

gruppo Masotto. Iniziata con la messa celebrata in duomo<br />

da don Paolo Busato, alpino di fatto e socio del gruppo<br />

“Umberto Masotto”.<br />

Dopo la cerimonia, la cena sociale nella sede del gruppo<br />

con la partecipazione di oltre un centinaio di soli soci alpini.<br />

Ospiti graditissimi don Paolo Busato, il reduce di<br />

Russia Giuseppe Veronese, l’assessore Mattia Veronese e<br />

il gen. Salvatore Renda ex comandante del II regg. artiglieria<br />

terrestre “<strong>Vicenza</strong>” e socio del gruppo. Interessante<br />

e degna di merito la relazione del capogruppo Cipriano<br />

Lazzarin sulle attività svolte nel 2010 e previste per il 2011.<br />

Attività che impegnano il gruppo nel volontariato e nel sociale<br />

in tutte le sue forme di bisogno e di assistenza. Soci<br />

alpini e aiutanti sempre presenti e mai “mugugnanti”. Sono<br />

seguiti gli interventi del consigliere di zona Pietro Cristofari,<br />

del responsabile della protezione civile del Basso<br />

Vicentino Dario De Mori e del gen. Renda, che ha ricordato<br />

i caduti nelle missioni estere. Ha poi sottolineato l’importanza<br />

del cappello alpino come simbolo di unità nazionale,<br />

mettendo in risalto lo “spirito alpino” che deve<br />

restare sempre intatto, guidato dal principio di fratellanza<br />

dei nostri padri che si sono immolati per l’unità d’Italia.<br />

Ha concluso ringraziando tutti gli alpini per la loro opera<br />

quotidiana in tutti i settori, dando sempre prova di onestà,<br />

lealtà, umiltà, altruismo, augurandosi che l’esempio possa<br />

migliorare ulteriormente la società.<br />

Il gruppo di Noventa è sempre alla ricerca, con risultati<br />

positivi, degli “alpini dormienti”, aumentando così<br />

ogni anno il numero dei soci. Il fiore all’occhiello del<br />

gruppo è il coro. Sì il Coro alpino Umberto Masotto.<br />

Formatosi sul finire del 2004 per la caparbietà e tenacia<br />

del capogruppo Cipriano Lazzarin e con l’impegno non<br />

indifferente dei suoi alpini, è già ben affermato nell’area<br />

berica e province limitrofe, con un’ampia scelta di<br />

canti tradizionali , alpini e popolari. Ha partecipato alla<br />

rassegna di cori alpini all’adunata di Bergamo e sarà<br />

presente anche a Torino.<br />

Pietro Cristofari


Vita dei gruppi - 29<br />

PIOVENE ROCCHETTE<br />

Riuscita la festa annuale<br />

Il consueto momento conviviale si è svolto presso il ristorante<br />

Acquario, e al termine del pranzo è stata letta<br />

dal capogruppo uscente la relazione morale dell’anno<br />

trascorso, che ha visto il gruppo impegnato in varie iniziative<br />

in comunità e in provincia, con quattro soci volontari<br />

di protezione civile della squadra Val d’Astico<br />

impegnati nella settimana in occasione dell’alluvione.<br />

cornice all’inaugurazione della nuova sede del gruppo<br />

alpini Sante Beato. Grazie alla convenzione stipulata<br />

con l’Amministrazione comunale, all’operosità e generosità<br />

dei soci, che hanno contribuito attivamente alla<br />

ristrutturazione dei locali assegnati, il gruppo dispone<br />

da oggi di una sede prestigiosa e rappresentativa, nel<br />

centro geografico e culturale del paese, di fianco alla sede<br />

del Comune. La cerimonia di inaugurazione è iniziata<br />

con l’arrivo della fanfara della sezione di Valdagno che<br />

ha preceduto la celebrazione della messa, officiata dal<br />

sacerdote alpino don Romano Zordan.<br />

Orgogliosi di Alberto<br />

Alberto Gasparin con gli alpini di Piovene Rocchette<br />

Alberto Gasparin è un ragazzo classe 1984; partito per<br />

l’anno di leva obbligatoria con destinazione Cividale del<br />

Friuli nell’ottavo reggimento alpini della Julia.<br />

Ha fatto il concorso per la ferma breve volontaria di un<br />

anno e poi il concorso per i quattro anni, entrando dopo<br />

vari corsi di specializzazione e di paracadutismo, a far<br />

parte di uno dei corpi più specializzati, i “Ranger” del<br />

quarto reggimento paracadutisti alpini Monte Cervino.<br />

A partecipato a tre missioni di pace in Afghanistan, rientrato<br />

dall’ultima missione nei primi giorni di dicembre,<br />

ci ha fatto la gradita sorpresa di essere ospite nella nostra<br />

sede nell’occasione della riunione mensile dell’undici<br />

gennaio del direttivo.<br />

Grazie Alberto sei l’orgoglio del gruppo alpini di Piovene<br />

Rocchette.<br />

In corteo i partecipanti hanno raggiunto il monumento<br />

ai caduti, alla cui memoria sono stati resi gli onori. Sono<br />

intervenuti l’assessore regionale Elena Donazzan, il<br />

sindaco di Quinto, Valter Gasparotto, il presidente della<br />

sezione Giuseppe Galvanin, il gen. Domenico Innecco<br />

ed il capogruppo, Umberto Chimetto. Negli interventi<br />

sono stati richiamati i più significativi valori che contraddistinguono<br />

la nostra associazione e l’importanza<br />

che gli alpini rivestono nel contesto delle rispettive comunità.<br />

Al termine della cerimonia, è stata inaugurata<br />

la nuova sede e aperta la mostra “Divise e copricapi militari”,<br />

della collezione privata di Bruno Sgarbossa, che<br />

ha riscosso notevoli interesse e partecipazione di pubblico.<br />

L’augurio è che la nuova sede dia un impulso alla<br />

vita associativa del gruppo e alle attività a servizio<br />

della comunità nel rispetto dello spirito alpino.<br />

QUINTO<br />

Una sede palladiana<br />

La solennità della cinquecentesca Villa Thiene, opera<br />

del Palladio e sede del municipio di Quinto, ha fatto da


30 - Vita dei gruppi<br />

SANDRIGO<br />

Festeggiati i 75 anni<br />

Subito dopo quella di Bergamo è stata organizzata, con<br />

gsuccesso, l’adunata del gruppo alpini di Sandrigo per<br />

festeggiare i 75 anni di vita. Una perfetta macchina organizzativa<br />

ha fatto in modo che tutto funzionasse nel<br />

migliore dei modi coinvolgendo l’Amministrazione comunale,<br />

le associazioni e le ditte, che hanno constribuito<br />

per le spese. Grazie al lavoro del capogruppo Mario<br />

Mascotto, con l’aiuto del presidente sezionale Giuseppe<br />

Galvanin, e di tutti noi alpini, la festa è ben riuscita<br />

e ci ha regalato anche tante soddisfazioni. È stata una<br />

grande emozione come sempre per tutti sfilare ordinatamente<br />

e ritmo delle fanfare, applauditi da due ali di<br />

folla festante. Dalla tribuna d’onore le autorità hanno<br />

fatto gli elogi agli alpini ed al volontariato.<br />

Il gruppo alpini di Sandrigo, con oltre trecento soci, è<br />

molto attivo anche perché al suo interno sono presenti<br />

numerosi giovani che, oltre al lavoro ordinario, tengono<br />

vivo il gruppo, con impegno concreto e nuove idee.<br />

Non è stato facile formare una squadra di giovani: c’è<br />

voluto molto tempo e molta pazienza, anche per vincere<br />

qualche resistenza di alpini bravi ma troppo tradizionalisti<br />

con mentalità un po’ chiusa. Ora però abbiamo<br />

raggiunto una perfetta intesa tra “veci e bocia” con risultati<br />

molto lusinghieri, ed attività nuove. L’inserimento<br />

dei giovani è un tema molto importante e dibattuto perché<br />

si tratta di un problema di grande attualità. Si va verso<br />

una drammatica riduzione delle file degli alpini nei<br />

prossimi anni, essendo la maggioranza di iscritti di età<br />

avanzata, e se non ci sarà un cambio generazionale, l’associazione<br />

entrerà in crisi.<br />

Per la ricorrenza del 75° è stato scritto un libro sulla storia<br />

di Sandrigo, che si intreccia con le due guerre nelle<br />

quali gli alpini si sono adoperati per salvaguardare i nostri<br />

territori e garantire un futuro di libertà. Ora queste attività<br />

continuano per scopi più pacifici ed umanitari: nel<br />

libro sono descritte infatti le attività svolte per lasciare ai<br />

giovani una traccia di attaccamento ai nostri territori con<br />

il servizio e la disponibilità verso chi ha bisogno.<br />

SETTECÀ<br />

Presentato il libro sul btg. <strong>Vicenza</strong><br />

“Stelutis Alpini”. Non poteva che iniziare con questa<br />

canzone-preghiera la serata. Ed è stata una serata, quella<br />

del 9 ottobre, che ha riempito il cuore di emozioni, di<br />

ricordi e di riconoscenza. Di emozioni, perché Manuel<br />

Grotto, autore del libro, ha saputo raccogliere nelle lettere<br />

degli alpini in Russia alle famiglie, i sentimenti, i<br />

desideri, le sofferenze di questi nostri fratelli mandati a<br />

far una guerra che non capivano (se mai una guerra è da<br />

capire!). Una guerra lontani da casa, dagli affetti, dove<br />

il pensiero era rivolto al calore del camino, all’abbraccio<br />

dei figli, delle mogli, della madri... I ricordi, testimoniati<br />

anche dalla presenza di alcuni reduci come Vittorio<br />

Lanulfi, Pietro Canova, Renzo Gandolfi e Antonio<br />

Serraglia, erano ancora vivi e palpabili nei loro racconti.<br />

È stato emozionante, man mano che la presentazione<br />

procedeva, avere davanti agli occhi le immagini che<br />

venivano proiettate dei momenti della terribile campagna,<br />

ascoltare tratti significativi del libro che raccontavano<br />

quanto quegli uomini, con divisa e con il cappello<br />

con la penna nera, hanno vissuto, patito, sofferto; hanno<br />

condiviso, spartito; hanno sopportato, hanno speso,<br />

anche la vita stessa. Sono questi momenti, come ha sottolineato<br />

il presidente Giuseppe Galvanin, che ci spingono<br />

ancor più “all’obbligo di essere testimoni credibili<br />

verso le generazioni alle quali dobbiamo trasmettere<br />

simboli veri, sentimenti sani, mete e obiettivi sicuri...”.<br />

Le cante del coro “Amici miei” di Montegalda,<br />

hanno saputo ancor più immedesimare quanti erano presenti,<br />

nell’atmosfera di quei tragici fatti.<br />

Che dire: serate, esperienze da ripetere, soprattutto per<br />

i nostri figli, purtroppo grandi assenti anche in questa<br />

occasione, nonostante il lavoro fatto nelle scuole, per<br />

sensibilizzare... Ancora una volta, forse, bisogna che noi<br />

adulti, noi genitori. “Forziamo” un po’, convincendo...<br />

forzando... partecipando.<br />

Tiziano Ziggiotto


Vita dei gruppi - 31<br />

THIENE<br />

Lavori al capitello<br />

di San Gaetano in Conca<br />

A novembre, una decina<br />

di alpini del gruppo<br />

di Thiene ha posato,<br />

rialzandolo, il vecchio<br />

selciato di sassi neri attorno<br />

alla base posta a<br />

sostegno dell’altrettanto<br />

vecchia fontana di<br />

“ca’Talpa” base che, anni<br />

fa, gli stessi alpini<br />

avevano decorato a<br />

rombi con sassi bianchi<br />

e neri. Ora con questo<br />

intervento (circa 100 ore<br />

di lavoro) resosi necessario<br />

per l’innalzamento<br />

del livello stradale dovuto alla nuova asfaltatura, il<br />

lavoro è stato ultimato. La fontana e il capitello posti vicino<br />

all’antica villa Thiene-Cornaggia hanno riacquistato<br />

una certa dignità.<br />

Il 9 gennaio Lelio Zoccai ha compiuto 90 anni ed alcuni<br />

alpini thienesi si sono recati a casa sua per festeggiarlo.<br />

Sono stati accolti con così tanto calore dallo stesso<br />

Lelio e da tutta la sua numerosa famiglia (moglie, figli<br />

e nipoti) da lasciarci sorpresi: i “bocia” accolti con<br />

tanto affetto da un “vecio” che ha fatto la guerra. E che<br />

guerra! Arruolatosi volontario venne inquadrato nel battaglione<br />

guastatori della Julia, con la quale finì in Russia<br />

dove, caporalmaggiore, si distinse in più azioni tanto<br />

da ricevere un encomio solenne e meritarsi due croci<br />

al merito di guerra. Fatto prigioniero nei giorni successivi<br />

a Nikolajewka venne spostato, con marce massacranti<br />

da un gulag all’altro (Valniki, Talbov, Siberia,<br />

Asia Centrale ecc.). I suoi carcerieri e aguzzini furono<br />

spesso italiani che lo sottoposero ad interrogatori umilianti,<br />

a processi farsa, a punizioni che non avevano niente<br />

di umano. Ma Lelio tenne duro! Rientrò a casa nel luglio<br />

del 1950 dopo quasi 8 anni di prigionia dei quali 5<br />

passati ai lavori forzati. È uno degli ultimi 28 rientrati<br />

dalla Russia (con lui c’erano don Brevi, Reginato ecc.)<br />

ed è l’ultimo ancora vivente.<br />

Un saluto sugli attenti gli è giustamente dovuto.<br />

TONEZZA DEL CIMONE<br />

22° trofeo Vincenzo Periz<br />

I 90 anni di Lelio Zoccai<br />

È la prima volta che il gruppo di Tonezza organizza una<br />

gara di corsa in montagna, ed è la gara a memoria del nostro<br />

stimato e compianto presidente Vincenzo Periz. Gli<br />

organizzatori, dopo avere incontrato delle difficoltà dovute<br />

alla raccolta di fondi e all’inesperienza, alla fine sono<br />

riusciti a fare tutto nel migliore dei modi, tanto che i<br />

concorrenti hanno fatto i complimenti per il bel percorso,<br />

per come è stato preparato e segnalato. Un percorso<br />

poco impegnativo partenza in piano, si sale per il sentiero<br />

delle Fontanelle fino a contrà Via, si scende leggermente<br />

e ci si inoltra nei boschi degli Ospoli e del Coconeche,<br />

si scende fino a contrà Fontana passando per contrà<br />

Grotti con vista panoramica di Tonezza, leggera salita<br />

fino a contrà Sella, per un breve tratto si percorre nuovamente<br />

il sentiero delle Fontanelle, si percorre per circa


32 - Vita dei gruppi<br />

2 Km il sentiero Excalibur e dopo un breve tratto in leggera<br />

salita ci si immette nel sentiero Fogazzariano, il quale<br />

passando tra boschi e prati porta i concorrenti all’arrivo.<br />

Alle premiazioni in sala congressi erano presenti il<br />

sindaco, Amerigo Dalla Via, il responsabile del Gsa <strong>Vicenza</strong><br />

Francesco Rando e numerosi concorrenti e amici.<br />

TORRESELLE<br />

55° di fondazione<br />

Il gruppo alpini<br />

di Torreselle<br />

ha festeggiato,<br />

in concomitanza<br />

con<br />

l’adunata della<br />

zona Castellari<br />

Alto<br />

Bacchiglione<br />

il 55° anniversario<br />

di fondazione.<br />

La manifestazione<br />

è<br />

iniziata il sabato<br />

sera nella<br />

chiesa parrocchiale<br />

di S.<br />

Giovanni Battista,<br />

dove, dopo<br />

la messa a ricordo degli alpini “andati avanti” si sono<br />

esibiti di fronte a un numeroso pubblico, il coro Ana<br />

di Creazzo e il coro “Voci del Pasubio” di Isola Vicentina.<br />

La domenica c’è stata la tradizionale sfilata per le<br />

strade del paese, accompagnata dalla banda di Vicaro,<br />

con la presenza dei vessilli sezionali di <strong>Vicenza</strong>, Valdagno<br />

e Varese e da molti gagliardetti in rappresentanza<br />

di una cinquantina di gruppi. Dopo l’alzabandiera e gli<br />

onori ai caduti è stata scoperta la targa per l’inaugurazione<br />

del “sentiero degli alpini” da parte del sindaco<br />

Massimo De Franceschi, dell’assessore regionale Ciambetti<br />

e del presidente sezionale Galvanin. Dopo il saluto<br />

del capogruppo Luciano Massignani e del capozona<br />

Zanini e brevi interventi delle autorità, sono state consegnate<br />

targhe a ricordo dell’evento al gruppo alpini gemellato<br />

di Carnago (Varese) e ad alcuni “veci” del gruppo<br />

di Torreselle. Bandiera ha concluso una giornata ricca<br />

di significati, che la cittadinanza ha manifestato di<br />

apprezzare e condividere.<br />

TORRI - LERINO<br />

Un 2010 pieno di soddisfazioni<br />

Il 5 febbraio nella sede del<br />

gruppo si è svolto il tradizionale<br />

ritrovo per la cena<br />

sociale ed il tesseramento<br />

per l’anno 2011. La<br />

serata ha visto la numerosa<br />

presenza dei soci circa<br />

120 tra alpini ed amici. Il menu come da tradizione è<br />

stato preparato dai cuochi alpini: una squisitezza unica,<br />

ottimo ed abbondante. Nel discorso iniziale il capogruppo<br />

Ezio Dalla Via ha presentato la relazione economica approvata<br />

per acclamazione dai soci: successivamente ha<br />

illustrato le attività svolte nel 2010 e proposto il programma<br />

per il 2011. Riguardo alle attività svolte ha ringraziato<br />

i soci presenti e soprattutto quelli che hanno dato<br />

la loro disponibilità nelle manifestazioni, nei vari servizi,<br />

con un particolare riguardo a quelli che sono intervenuti<br />

durante l’alluvione. Ha ribadito in modo chiaro<br />

ed inequivocabile, concetti cari ai valori dell’alpinità,<br />

che si manifestano anche nell’attenzione alle scuole, vedi<br />

la consegna del Tricolore in occasione del 150° anniversario<br />

dell’unità d’Italia, ad ogni classe delle elementari<br />

e medie di Lerino, Marola e Torri, da parte del<br />

Comune in collaborazione con i gruppi alpini. Ha inoltre<br />

invitato i soci ad una maggiore presenza nella protezione<br />

civile, per dare il senso alla nostra volontà di<br />

operare nel territorio. Dalla Via ha anche consegnato la<br />

tessera al nuovo socio caporale Alex Matteo Trevisan<br />

cl. ’88 attualmente in servizio al 6° reggimento btg. Bassano<br />

a Brunico. Erano presenti gli zii Renato Trevisan<br />

(sergente al 7° btg Feltre) ed Andrea Trevisan (artiglieria<br />

da montagna gr Agordo), che orgogliosamente e con<br />

occhi lucidi hanno vissuto questo momento significativo.<br />

Sono succeduti vari interventi tra i quali quello<br />

del capozona Luciano Cherobin, del consigliere sezionale<br />

Girardi e del consigliere nazionale Antonio Munari,<br />

che hanno ribadito come alla base dello spirito alpino<br />

ci sia il senso di appartenenza a quell’unità d’Italia<br />

che stiamo celebrando e che è stato vissuto dai nostri<br />

soldati in maniera forte ed inequivocabile in occasione<br />

della Prima e Seconda guerra Mondiale: nei momenti<br />

estremi ci si fidava dell’amico vicino senza domandarsi<br />

se era del nord o del sud, ma si contava sull’aiuto<br />

di tutti per ritornare a baita. “Ritornare a baita<br />

era anche tornare in Italia!”.<br />

Bruno Mioni


Protezione Civile / In libreria - 33<br />

LA SQUADRA SANITARIA HA BISOGNO DI TE<br />

Se credi di essere portato a volere e potere aiutare il tuo<br />

prossimo, specie in circostanza di emergenza e senza<br />

pretenderne un riconoscimento, adattandoti a lavorare<br />

nell’ombra e sentendoti ripagato solo dalla soddisfazione<br />

di essere stato utile a qualcuno, sei senz’altro la<br />

persona adatta a far parte della squadra sanitaria dell’Ana<br />

di <strong>Vicenza</strong>. Un appello rivolto a tutti gli alpini in<br />

quanto sempre più frequenti sono gli interventi richiesti<br />

nell’ambito della attività della protezione civile, sin<br />

campo locale, regionale, nazionale e anche all’estero.<br />

Per tale ragione, la squadra sanitaria dell’Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

accoglie nelle proprie file nuovi volontari, soccorritori,<br />

autisti, ininfermieri, medici o addetti ai servizi<br />

logistici, animati solo da spirito di dedizione, inclini<br />

a sacrifici talvolta non riconosciuti, disposti anche a sottoporsi<br />

a cicli periodici di aggiornamento costante e<br />

professionale.Ti aspettiamo a braccia aperte, anche se,<br />

solo dopo aver praticamente dimostrato di essere uno<br />

di noi, entrerai a far parte della squadra sanitaria Ana<br />

pieno titolo.<br />

Quella notte suonai l’allarme<br />

di Alessandro Santacatarina<br />

“Quella notte suonai<br />

l’allarme” di Alessandro<br />

Santacatarina<br />

non è uno dei tanti libri<br />

che raccontano di<br />

fatti d’arme più o meno<br />

gloriosi dei quali<br />

furono protagonisti i<br />

nostri alpini, eppure<br />

è un volumetto, perché<br />

di un volumetto<br />

di sole quindici pagine<br />

si tratta, che merita<br />

di essere letto,<br />

perchè raccoglie,<br />

raccontati con semplicità e grande umanità i ricordi dell’autore<br />

legati all’immane tragedia del Vajont nell’ottobre<br />

1963.<br />

Alessandro Santacatarina era infatti trombettiere del<br />

Btg. “Feltre” e toccò a lui suonare l’allarme per portare<br />

i soccorsi a quelle sventurate popolazioni, prodigandosi<br />

poi nell’opera di soccorso, senza tregua. giorno<br />

e notte, al punto da ricevere un “encomio solenne”<br />

per quanto fece in quei giorni.<br />

Eroismo semplice, dettato da una naturale e spontanea<br />

generosità difronte a una tragedia, che ancora oggi, dopo<br />

quasi mezzo secolo suscita in Alessandro un’emozione<br />

senza fine.<br />

Il volumetto, del costo di e 5 si trova nelle edicole di<br />

Chiuppano (VI) o può essere richiesto direttamente all’autore<br />

telefonando al 3484580512.<br />

Der Lange Georg<br />

di Luca Girotto<br />

Il Lungo Giorgio è un cannone da marina che non<br />

salì mai su una nave (la costruzione fu bloccata<br />

dall’inizio della Grande Guerra) ma salì in treno<br />

fino a Caldonazzo per bombardare Asiago. Impressionanti<br />

le sue cifre: calibro 350, 15 metri di<br />

canna, proietto alto 1,8 metri peso 7 quintali, carica<br />

di lancio 193 chili, gittata 31,5 chilometri. La<br />

“batteria” era formata da 6 ufficili, 120 artiglieri<br />

e 10 cavalli. Canna e affusto adattato (74 tonnellate<br />

in tutto) furono piazzati a Calceranica e puntati<br />

verso Asiago, a 24 km in linea d’aria.<br />

Il Grande Giorgio avrebbe dovuto creare disorientamento<br />

e caos nella catena di comando italiana,<br />

a ben 13 km dal fronte e abbassare il morale<br />

della popolazione in coincidenza con la Strafeexpedition.<br />

Effettivamente il primo colpo, sparato<br />

alle 7.15 del 15 maggio 1916, creò il caos ad<br />

Asiago, Gli austriaci erano riusciti a tenere segreta<br />

la cosa e la bomba esplose con un fragore<br />

mostruoso poco a nord del Duomo; la seconda arriòo<br />

un quarto d’ora dopo in piazzetta Pertile: gli<br />

aggiustamenti erano suggeriti da un aereo. Lange<br />

Georg provocò morti, feriti, incendi e l’evacuazione<br />

dei paesi; colpì anche Gallio, Fondi e Camporovere.<br />

In tutto 122 colpi, che fecero però “imbarcare”<br />

la lunga canna, tanto che il pezzo fu smontato<br />

il 23 maggio e rispedito in fabbrica alla Skoda.<br />

A parte i danni e le vittime, non raggiunse l’effetto<br />

sperato, perché il comando italiano fece in<br />

tempo a riorganizzarsi.<br />

Pag. 140, 18 euro. Gino Rossato Editore - Novale<br />

www.edizionirossato.it


34 - Gli alpini e lo sport<br />

ALFIO DI GREGORIO ANCORA CAMPIONE<br />

a cura di Vittorino Corso<br />

Ottimi risultati sono arrivati anche<br />

da altri due atleti che rappresentano<br />

il Gsa. Michele VEscovi ha vinto<br />

una gara nazionale master (Tro-<br />

Alfio Di Gregorio ha fatto cinquina!<br />

In Valle Vigezzo (Verbania) ha<br />

feo Terme Euganee) e si è piazzato<br />

secondo al Trofeo Del Barba.<br />

vinto infatti i Campionati nazionali<br />

Ana di Fondo. A 41 anni il portacolori<br />

del Gsa <strong>Vicenza</strong> si è im-<br />

fondo nazionale si è classificato tra<br />

Marco Ruaro nelle classiche del<br />

posto nettamente su 320 concorrenti;<br />

e la qualità dei giovani certina,<br />

8° alla Granparadiso in Valle<br />

gli assoluti: 5° alla DObbiaco Corto<br />

non mancava. E’ partito con il<br />

d’Aosta e 10° alla Pustertaler. Tutti<br />

e due gli atleti hanno partecipa-<br />

favore del pronostico nella 15 km,<br />

la prova più impegnativa, in virtù<br />

to ai campionati mondiali master<br />

dei successi nelle ultime due edizioni<br />

del campionato (gli altri due<br />

Un sentito grazie va anche a chi ci<br />

Alfio Di Gregorio con il presidente Perona in Canada.<br />

ori li ha conquistati nel 2002 e 2004), e non ha tradito rappresenta con il nostro nome e i nostri colori alle varie<br />

manifestazioni e gare in tutto il territorio nazionale e<br />

le aspettative. In pratica non ha avuto avversari ed ha<br />

vinto con quasi 2 minuti di vantaggio; dietro a lui uno alle più famose granfondo in Europa e soprattutto con<br />

sprint per la piazza d’onore fra due concorrenti più giovani,<br />

Innocente Sormani di Como e Matteo Ravodan di<br />

serietà e impegno.<br />

Trento. Al secondo della sua categoria Di Gregorio ha<br />

dato quasi 3 minuti ed ha fatto meglio anche del primo<br />

classificato della rappresentativa delle Truppe alpine,<br />

Matteo Quadrubbi, paracadutista del Monte Cervino.<br />

La 76.a edizione del Campionato nazionale Ana è stata<br />

una riuscita competizione di sci di fondo e una bella manifestazione<br />

alpina, organizzata dalla <strong>Sezione</strong> di Domodossola<br />

in collaborazione con numerose associazioni<br />

della vallata. Le gare sono state precedute dall’alzabandiera<br />

e seguite da una serata di canti all’insegna dei<br />

150 anni dell’Unità d’Italia. Domenica sfilata per le vie<br />

di Re, onori ai Caduti, messa e premiazioni. Il successo<br />

della manifestazione è stato assicurato da 320 partecipati<br />

(su 360 iscritti) di 36 sezioni, che hanno gareggiato<br />

su un anello di 3 km, coperto da neve artificiale, nelle<br />

prove di 5, 10 e 15 chilometri.<br />

Grandissima la soddisfazione al Gruppo sportivo alpini<br />

di <strong>Vicenza</strong> per questo nuovo successo di Alfio Di<br />

Gregorio,che da molti anni porta il nome del Gsa in<br />

tutte le gare nazionali e anche nel mondo (come non<br />

ricordare i titoli mondiali master di fondo e le vittorie<br />

nello skiroll a livello assoluto). Un altro successo lo ha<br />

centrato in gennaio ai CaSta di Dobbiaco, ai quali ha<br />

partecipato su richiesta dell’Ana nazionale. E’ una gara<br />

a cui partecipano più nazioni con i loro miglieri atleti<br />

militari: Di Gregorio si è piazzato al 9° posto assoluto,<br />

primo fra i civili.


Gli alpini e lo sport - 35<br />

9 A EDIZIONE TROFEO SCALATORE D’ORO<br />

a cura di Anna Campese<br />

Nell’accogliente saletta della sezione Ana di Malo giovedì<br />

3 febbraio è stata presentata la 9° edizione del Trofeo<br />

Scalatore d’oro, prestigioso circuito di gare in montagna<br />

organizzato nel territorio montano e pedemontano<br />

vicentino e curato daI locali gruppi Ana. Le 5 gare<br />

presentate ripropongono classici e collaudati percorsi<br />

ma introducono importanti innovazioni nel regolamento<br />

e nel punteggio. Nel corso della<br />

serata presenziata dal Presidente<br />

Ana Giuseppe Galvanin, con la<br />

partecipazione del responsabile<br />

gsa Francesco Rando e del responsabile<br />

corse Olfeo Dal Lago<br />

e del commentatore-atleta Marco<br />

Canistri, sono stati distribuiti gli<br />

opuscoli illustrativi del programma<br />

gare agli interessati e ai rappresentanti<br />

di molte società podistiche<br />

locali.<br />

Tra le novità importanti da segnalare<br />

la decisione di dedicare la prima<br />

gara del circuito, la Santorso<br />

Monte Summano, alla memoria<br />

dell’alpino thienese Matteo Miotto,<br />

recentemente scomparso nel<br />

corso della missione in Afghanistan<br />

e la decisione di abbinare la<br />

gara di Costabissara (il cui percorso è in via di definizione)<br />

al Trofeo Periz, istituito per onorare la memoria<br />

di Vincenzo Periz, vicepresidente nazionale nonché presidente<br />

sez. Ana di <strong>Vicenza</strong> per 22 anni.<br />

La serata è stata poi dedicata alla premiazione degli atleti<br />

vincitori dell’edizione 2010 (Roberto Poletto e Maria<br />

Pia Chemello) a cura del presidente Galvanin e alle numerose<br />

domande poste dagli atleti accorsi numerosi in<br />

sala e si è conclusa con una allegra bicchierata offerta<br />

dalla sezione di Malo.<br />

La vincitrice del 2010 Maria Pia Chemello con Galvanin, Rando, Dal Lago<br />

Cena sociale<br />

Come ogni anno gli atleti di tutte le discipline sportive del GSA (corsa, tiro a segno, marcia di regolarità,<br />

sci) il 10 dicembre scorso si sono ritrovati preso la sede del Gruppo di Thiene per festeggiare<br />

la chiusura gloriosa di un altro anno di attività e di amicizia. Gli Alpini di Thiene, ben coordinati<br />

dal capogruppo Angelo Rossi, hanno preparato un’ottima cena per gli oltre 50 atleti intervenuti.<br />

Il Responsabile del GSA, Francesco Rando, ha provveduto alla consegna di riconoscimenti<br />

agli atleti che si sono distinti per i risultati ottenuti nell'anno sociale. Sono stati premiati, tra gli altri,<br />

la pattuglia di marcia di regolarità composta da Ferrari, Nardi e Biolo, laureatisi campioni italiani.<br />

Il presidente Galvanin nel corso della serata ha ricordato quanto importante sia lo sport per la<br />

persona sia dal punto di vista fisico che sociale e aggregativo e quanto sia l'attaccamento degli atleti<br />

del GSA alla <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>, che con la loro costanza ne tengono alto l'onore.


36 - Gli alpini e lo sport<br />

CAMPIONATO<br />

REGIONALE<br />

DI CROSS<br />

Grande epilogo per la nostra società sportiva domenica<br />

6 marzo 2011 a Vedelago (TV) all’ultima delle<br />

quattro gare FIDAL valide per il campionato regionale<br />

individuale e di società di corsa campestre. La<br />

partecipazione assidua dei nostri atleti, per citarne alcuni<br />

Giorgio Centofante, Giovanni Bidese, Rocco Ritunnanno<br />

e al femminile la bravissima esordiente nelle<br />

nostre fila, Simona Buzzachero e Margherita Pasin,<br />

ha consentito al GSA, fin dalle prime gare, di raggiungere<br />

prestigiose posizioni, sia a livello individuale<br />

che di società. Domenica a Vedelago, la partecipazione<br />

è stata massiccia, oltre 15 atleti in gara, tutti<br />

molto determinati ad alzare il punteggio societario.<br />

Al termine di questa bellissima giornata di sole e di<br />

sport, il nostro gruppo sportivo si è piazzato al 3° posto<br />

con la squadra femminile ed al 6° con quella maschile<br />

a livello regionale, superando blasonatissime<br />

società sportive che da anni sono sul podio in questa<br />

specialità.<br />

Manifestazioni<br />

sportive per il 2011<br />

22 maggio - Santa Margherita Ligure<br />

Campionato nazionale Ana di marcia di regolarità<br />

29 maggio - Santorso - Cima Summano<br />

1ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />

12 giugno - San Quirico - Monte Civillina<br />

2ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />

3 luglio - Mezzoldo (BG)<br />

Campionato nazionale Ana di corsa in montagna<br />

31 luglio - Staro - Campogrosso<br />

3ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />

31 agosto - Villaverla<br />

Corsa su strada in notturna<br />

11 settembre - Costabissara<br />

4ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” Trofeo “Periz”<br />

17/18 settembre - Vittorio Veneto<br />

Campionato nazionale Ana di tiro a segno<br />

25 settembre - Chiuppano<br />

5ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />

2 ottobre - Pederobba<br />

Campionato nazionale Ana di corsa in montagna<br />

a staffetta<br />

9 ottobre - Lago di Fimon<br />

8° Trofeo “Rosin” – Podistica a staffetta<br />

16 ottobre - Arzignano<br />

Marcia di regolarità 39°Trofeo Ana


Varie - 37<br />

CAMMINAITALIA in TERRA VENETA nel 150°<br />

Siamo all'inizio dell'anno del centocinquantenario dell’Unità Nazionale. Un avvenimento<br />

che sta suscitando diverse interpretazioni ed iniziative.<br />

Dai “Camminaitalia” del 1995 e del 1999 a cui alcuni di noi hanno partecipato e<br />

ne conservano orgoglioso ricordo, arriva l’invito a commemorare i centocinquant’anni<br />

percorrendo i sentieri che cavalcando le nostre Prealpi, collegano il<br />

piazzale della Vittoria a Monte Berico alla campana dei Caduti a Rovereto; due<br />

simboli di quell'epopea sanguinosa ed eroica che si concluse con l’abbraccio alle<br />

due irredente: Trento e Trieste.<br />

La sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>, su iniziativa dell’alpino Carlo Restiglian del gruppo di<br />

Thiene, propone a tutti gli alpini ed agli amici, la partecipazione a questa piccola<br />

ma significativa impresa che si articolerà in cinque tappe, con partenza sabato<br />

2 luglio da <strong>Vicenza</strong> ed arrivo a Rovereto giovedì 7 luglio. Il dettaglio del programma<br />

è gia visibile sul nostro sito internet (www.anavicenza.it) e sarà anche presentato nel prossimo numero di Alpin fa<br />

grado.<br />

Ci sarà la possibilità di partecipare non solo al percorso completo ma anche ad una sola tappa. Un servizio navetta predisposto<br />

dalla sezione, provvederà ai trasferimenti.<br />

Gi&Gi<br />

APPUNTAMENTI<br />

E INCONTRI<br />

Sono Flavio Fabrello, classe 1932, Car di Padova gennaio<br />

1954 e aggregato al gruppo Lanzo a Belluno in marzo,<br />

in aprile inquadrato nella neo costituita Btg Cadore.<br />

Congedato nel 1955 sono emigrato in Sud Africa e rientrato<br />

ad Arsiero nel 2006 da pensionato; sono iscritto al<br />

gruppo Ana di Arsiero. Leggendo l’Alpino ho rivisto il tenente<br />

Lombardi, allora comandante del Lanzo, ora generale<br />

(complimenti vivissimi). Mi piacerebbe tanto ritrovarlo<br />

assieme ad altri commilitoni, Carlo Cadeo di Treviso<br />

e Mario Saccardo di <strong>Vicenza</strong>, con me nelle foto.<br />

FLAVIO FABRELLO FLAVIO, Via Marco Polo, 12 -<br />

Arsiero, cell. 349 2706690<br />

RADUNO 6° corso A.S.C.<br />

Sandrigo <strong>Vicenza</strong> 15-16-17 aprile<br />

Venerdì 15 aprile: arrivo e sistemazione. Cena<br />

in hotel a Longa di Schiavon.<br />

Sabato 16 aprile: ore 8 alzabandiera con deposizione<br />

di corona al monumento ai caduti di Longa.<br />

A seguire visita al centro storico di <strong>Vicenza</strong>,<br />

passeggiata, trasferimento in pulman al piazzale<br />

della Vittoria, visita del santuario della Madonna<br />

di Monte Berico e al chiostro, breve visita alla sede<br />

della sezione alpini di <strong>Vicenza</strong> inserita in un torrione<br />

delle antiche mura della città. Ore 12.30 pranzo<br />

a Villa Negri Mascotto ad Ancignano offerto dal<br />

gruppo alpini di Sandrigo. Ore 14 partenza per<br />

Asiago con visita del centro e del sacrario del Leiten.<br />

Ritorno presso l’hotel con cena alle ore 20.<br />

Domenica 17 aprile 2011: colazione alle ore 8<br />

a seguire trasferimento in pulman con destinazione<br />

Bassano del Grappa via Fosse, visita con passeggiata<br />

alla statua del generale Giardino, attraversamento<br />

del centro storico della città, brindisi<br />

presso la sede della sezione alpini Montegrappa.<br />

Ore 12 partenza in pullman dalla località Ponte<br />

degli Alpini con destinazione trattoria da Palmerino,<br />

locale consigliato dalla “Venerabile Confraternità<br />

del bacalà”. Ore 15 visita alla sede alpini<br />

di Sandrigo e alla locale villa Sesso Schiavo<br />

al termine ritorno all’hotel per i saluti finali.<br />

Giorgio Casagrande<br />

Cell: 3339772710 - Abt. 0444659428<br />

mailto: sandrigo.vicenza@ana.it


38 - Varie<br />

APPUNTAMENTI E INCONTRI<br />

• SABATO 9 APRILE 2011 a partire dalle ore<br />

14.00, presso il mercato ceresicolo di Montecchia<br />

di Crosara, lo scaglione 12/96 in sevizio<br />

presso la caserma Zannettelli di Feltre nel<br />

1997, dopo 14 anni dal congedo si ritrova per<br />

una giornata di incontro e di festa con i Tacabanda<br />

e intrattenimenti vari. A gran richiesta,<br />

sull’onda dell’entusiasmo e per il senso di partecipazione<br />

si vuole ripetere la festa organizzata<br />

nel 2007.<br />

l gruppo alpino Catelcerino-Fittà, della sezione<br />

di Verona, offre la sua partecipazione organizzando<br />

aperitivo e cena allestendo una tenda<br />

con brande per gli alpini che vorranno rimanere<br />

fino il giorno successivo. Ricordiamo<br />

che la partecipazione alla giornata è aperta anche<br />

alle famiglie e amici. Se qualcuno non si<br />

fosse ancora iscritto è ancora in tempo per farlo<br />

contattando Viero Ernesto allo 3384083563<br />

o Carlotto Nicola allo 3282197052.<br />

Quattro compagni di camerata del 9°/90 si sono ritrovati<br />

nel dicembre 2010 a Belluno per ripercorrere insieme<br />

le tappe della naja. Da sinistra: Davide Peron, Elvio Costalunga,<br />

Luca Novello e Davide Carrieri<br />

• IL GRUPPO DI NANTO ci invia questa foto<br />

(a sinistra) di alcuni alpini della 67 a e 75 a compagnia<br />

del 7° alpini che erano a S. Stefano di<br />

Cadore e si sono reincontrati dopo 25 anni dal<br />

congedo.<br />

Per il prossimo incontro contattare Zanazzo Paolo<br />

al 328/3643567 oppure Novello Mario al<br />

340/7050339.<br />

• Il 14 novembre 2010 si sono ritrovati a Bassano,<br />

per la prima volta dopo 44 dal congedo, UN<br />

GRUPPO DI MONTANINI DEL 3°/65 (nella<br />

foto a sinistra) che hanno svolto servizio militare<br />

nel reparto comando del gruppo di artiglieria “Pieve<br />

di Cadore” di stanza, all’epoca, proprio nella<br />

città del Grappa. Con vero entusiasmo hanno risposto<br />

all’appello gli artiglieri: Zampieri (promotore<br />

dell’incontro), Abbate, Dal Farra, Fedrigo,<br />

Fin, Granconato, Marchetto, Pagotto, Pasinato,<br />

Pellizzaro e Toniolo. A questo primo incontro si<br />

auspica ne possano seguire altri, per questo si suggerisce<br />

di contattare Enrico Zampieri: tel. e fax<br />

0424 580836, cell. 339 8429112 - 347 7607715, e<br />

mail enrico.zampieri.45@alice.it


Varie - 39<br />

BELLE FAMIGLIE<br />

NOZZE<br />

MONTE DI MALO<br />

Zona Monte Cimone - Si festeggia il battesimo di<br />

Elisa Comparin in braccio a papà Stefano classe 1977<br />

7° alpini Btg Feltre. A destra il nonno paterno Corrado<br />

classe1942 7°alpini btg Cadore (entrambi soci gr.<br />

Laghi) a seguire il padrino Denis Lighezzolo classe<br />

1976 7° alpini btg Feltre (socio gr. Posina), a sinistra<br />

il nonno materno e il capozona Lorenzo Mottin classe<br />

1951 8° alpini btg Tolmezzo (socio gr. Seghe di<br />

Velo); in basso i futuri alpini! Samuele e Daniele.<br />

Dario Marcolin nel giorno del matrimonio con Erika,<br />

con loro il papà Bruno e i fratelli della sposa<br />

Vittorino, Diego e Moreno Cocco.<br />

CHIAMPO<br />

Ceretta Andrea con Puja<br />

SANDRIGO<br />

ALPINI CHE SI<br />

FANNO ONORE<br />

Filippo Cappozzo con Sara e il piccolo Tommaso.<br />

Alla bella giornata non hanno potuto mancare<br />

gli alpini di Sandrigo.<br />

TORRESELLE<br />

Giuliano Toniolo con Thushani.<br />

L’alpino Cesare Dalla Costa del gruppo di Laghi riceve<br />

il diploma e la croce d’oro per le raggiunte100<br />

donazioni di sangue.


40 - Varie<br />

NATI<br />

NATI<br />

ARZIGNANO<br />

Giacomo Bedeschi di Giovanni e Daniela<br />

BASTIA DI ROVOLON<br />

Adele Mansour di Tiberio e Tiziana Zanella<br />

CAGNANO<br />

Mattia Soldà di Luca ed Elena<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

Daniele Busellato di Dario e Daniela<br />

Nicola Vigato di Fabio e Daniela<br />

ZOVENCEDO<br />

Anna Franceschini di Alessandro e Gigliola<br />

CALTRANO<br />

Andrea Dal Santo di Daniele e Gigliola<br />

GAMBELLARA<br />

Viola Citro di Alfonso e Valeria Dalla Pellegrina<br />

LUGO VICENTINO<br />

Anna ed Emma Lanaro di Michele e Stefania<br />

LUMIGNANO<br />

Giulia Zampogna di Mirko e Patrizia Cabrellon<br />

NOZZE DI DIAMANTE<br />

ENNA S. CATERINA<br />

Nicolò Dal Prà e Maria Sartore<br />

MALO<br />

Veronica Savio di Andrea e Laura Zanella<br />

Gabriele Amatori di Luca ed Elena Barbieri<br />

MOLINO DI ALTISSIMO<br />

Filippo Dal Cappello di Denis e Anna<br />

MONTORSO<br />

Giulia Ferrari di Davide e Silvia<br />

POSINA<br />

Linda Lighezzolo di Mirko e Anna Serman<br />

Davide Cervo di Michele e Patrizia Vigna<br />

SETTECA'<br />

Rafael Guzzo di Michele e Railda<br />

ISOLA VICENTINA<br />

Marcello Maistrello e Caterina De Tomasi<br />

S. PIETRO MUSSOLINO<br />

Diletta Antoniazzi di Mauro e Anna Rancan<br />

TONEZZA DEL CIMONE<br />

Michele Campana di Roberto e Luciana Fontana<br />

Alessia Dellai di Giovanni ed Elisabetta Fontana


Varie - 41<br />

NOZZE DI DIAMANTE<br />

NOZZE D’ORO<br />

MELEDO DI SAREGO<br />

Romolo Chiarello e Leonilde Gelso<br />

BRESSANVIDO<br />

Luigi Servani e Rosina Scuccato<br />

SCHIO<br />

Aldo Scortegnagna e Rina<br />

CAMPEDELLO<br />

Giuseppe Valdemarca e Angelica Casarotto<br />

CARMIGNANO DI BRENTA<br />

Ovidio Luisotto e Antonia Miotto<br />

Visite con guida sui<br />

Luoghi della Memoria<br />

L’accompagnatore turistico Mario Nicolato, segretario del<br />

gruppo alpini di Lonigo, è disponibile ad accompagnare gratuitamente<br />

piccoli gruppi di alpini e familiari sui luoghi della<br />

memoria della Grande guerra: fortificazioni, trincee, ricoveri,<br />

sentieri e altro, opere recentemente recuperate sull’Altopiano<br />

di Asiago, a Tonezza, sul Pasubio e sul Novegno.<br />

Sono preferibili i giorni feriali. Gli interessati possono telefonare<br />

ai numeri 0444 831469 e 348 3227918, o inviare<br />

una mail a: marionicolato@libero.it .


42 - Varie<br />

NOZZE D’ORO<br />

NOZZE D’ORO<br />

CARRÈ<br />

Celeste Pettinà e Lucia Fontana<br />

ISOLA VICENTINA<br />

Mario Brunello e Emilia Rossetto<br />

DUEVILLE<br />

Augusto Perin e Maria Longo<br />

MAROLA<br />

Silvano Piva e Agnese Leonardi<br />

GRUMOLO DELLE ABBADESSE<br />

Lorenzo Longhin e Mercedes Milan<br />

MONTEGALDA<br />

Ireneo Crivellaro e Agnese Tadiello


Varie - 43<br />

NOZZE D’ORO<br />

NOZZE D’ORO<br />

MONTICELLO CONTE OTTO<br />

Sante Trivelin e Maria Sasso<br />

SANTORSO<br />

Pietro Giovanni Rubini e Antonietta Gasparella<br />

PASSO DI RIVA<br />

Domenico Zanazzo e Emilia<br />

TORREBELVICINO<br />

Edoaro Poier e Agnese Roso<br />

POZZOLO<br />

Gelindo Montesello e Armida Giacomuzzo<br />

VICENZA - BORGO CASALE<br />

Carlo Creazzo e Lina Zolin


44 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna<br />

Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini.<br />

Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.<br />

Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze<br />

ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />

ANCONETTA<br />

ARZIGNANO<br />

BOLZANO VIC.<br />

CASTEGNERO<br />

CHIUPPANO<br />

Nereo Furlan<br />

Pietro Zini<br />

cl. 1929<br />

Rgt. art. montagna<br />

Antonio Armando Marenda<br />

Luigi Casarotto<br />

cl. 1935<br />

Mario Guzzonato<br />

cl. 1939<br />

7° Alpini btg. Belluno<br />

ARCUGNANO<br />

ARZIGNANO<br />

CAMPEDELLO<br />

CHIAMPO<br />

COGOLLO DEL CENGIO<br />

Sergio Sabbadin<br />

cl. 1944<br />

7° Rgt. Alpini<br />

Angelo Zulpo<br />

cl. 1939<br />

btg. Belluno<br />

Piergiorgio Sartori<br />

cl. 1939<br />

btg. Val Cismon<br />

Ezio Bertoldi<br />

cl. 1937<br />

comando TA<br />

Gino Dall’Osto<br />

cl. 1931<br />

6° Rgt. art. montagna<br />

ARZIGNANO<br />

BASTIA DI ROVOLON<br />

CAMPEDELLO<br />

CHIAMPO<br />

COGOLLO DEL CENGIO<br />

Antonio Ferrari<br />

cl. 1928<br />

9° Alpini btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Enzo Tessari<br />

cl. 1950<br />

Franco Casarotto<br />

cl. 1938<br />

btg. Belluno<br />

Bruno Belfiore<br />

cl. 1943<br />

3° Rgt. art. montagna<br />

Guido Vajente<br />

cl. 1946<br />

Btg. Feltre<br />

ARZIGNANO<br />

BOLZANO VIC.<br />

CALTRANO<br />

CHIAMPO<br />

COGOLLO DEL CENGIO<br />

Claudio Tibaldo<br />

cl. 1934<br />

Cp. genio btg. Cadore<br />

Giovanni Corradin<br />

cl. 1935<br />

btg. Cadore<br />

Delmino Trevisan<br />

cl. 1930<br />

btg. Tolmezzo<br />

Marco Dal Grande<br />

cl. 1940<br />

Btg. Feltre<br />

Sergio Pellegrini<br />

cl. 1938<br />

btg. Belluno


45<br />

DUEVILLE<br />

LAPIO<br />

MAROLA<br />

MONTECCHIO PREC.<br />

ORGIANO<br />

Giovanni Brazzale<br />

cl. 1932<br />

7° Rgt. Alpini<br />

Orlando Baldinazzo<br />

7° Alpini btg. Feltre<br />

Alfonso Mattiello<br />

cl. 1936<br />

6° Rgt. Alpini btg. Bassano<br />

Giovanni Buttiron<br />

cl. 1934<br />

gr. Agordo<br />

Adriano Scavazza<br />

cl. 1938<br />

GAMBELLARA<br />

LISIERA<br />

MOLINO DI ALTISSIMO<br />

MONTE DI MALO<br />

PIOVENE ROCCHETTE<br />

Attilio Santolin<br />

cl. 1933<br />

2° Rgt ar. montagna<br />

Mario Zanini<br />

cl. 1932<br />

bgt. Cadore<br />

Guido Monchelato<br />

cl. 1934<br />

Bgt. Bassano<br />

Luigi Casara<br />

cl. 1946<br />

Cesare Segalla<br />

cl. 1936<br />

btg. Cadore<br />

GRISIGNANO DI Z.<br />

MALO<br />

MONTEBELLO VIC.<br />

MONTEVIALE<br />

PIOVENE ROCCHETTE<br />

Giancarlo Toniolo<br />

cl. 1943<br />

6° Rgt. art. montagna<br />

Giancarlo De Vicari<br />

cl. 1957<br />

7° Alpini btg. Cadore<br />

Giovanni Storato<br />

6° Rgt. art. da montagna<br />

Ampelio Cegalin<br />

cl. 1924<br />

Giancarlo Zindoni<br />

cl. 1934<br />

btg. Belluno<br />

GRUMOLO D. ABB.<br />

MALO<br />

MONTECCHIO PREC.<br />

MOTTA DI COSTABIS.<br />

POZZOLO DI VILLAGA<br />

Giovanni Garro<br />

cl. 1938<br />

7° Alini btg. Feltre<br />

Antonio Osele<br />

cl. 1924<br />

9° Alpini btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Giacomo Boscato<br />

cl. 1948<br />

8° Rgt. Alpini<br />

Arcangelo Dall’Amico<br />

cl. 1958<br />

7° Alpini btg. Cadore<br />

Luigi Castagna<br />

cl. 1938<br />

gr. Belluno


QUINTO VICENTINO<br />

SCHIO<br />

SCHIO<br />

THIENE<br />

VICENZA - S.LAZZARO<br />

Francesco Ceccato<br />

Terenzio Miotello<br />

cl. 1920<br />

Div. Tridentina<br />

Massimiliano Chemello<br />

cl. 1950<br />

6° Rgt. art. montagna<br />

Luigi Dalla Costa<br />

cl. 1945<br />

btg. Bassano<br />

Antonio Bassanese<br />

cl. 1938<br />

6° art. montagna gr. Agordo<br />

S.PIETRO IN GU’<br />

SCHIO<br />

SCHIO<br />

TORREBELVICINO<br />

VILLAGANZERLA<br />

Bruno Bassi<br />

cl. 1948<br />

6° Rgt. art. montagna<br />

Renato Baron<br />

cl. 1921<br />

btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Angelo Cavaliere<br />

cl. 1920<br />

btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Gianfranco Doppio<br />

cl. 1939<br />

7° Rgt. Alpini<br />

Elio Calgarotto<br />

7° Rgt. Alpini<br />

S. VITO DI BRENDOLA<br />

SCHIO<br />

SCHIO<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

Bruno Menon<br />

cl. 1935<br />

7° Rgt. Alpini<br />

Giuseppe Dalla Fina<br />

cl. 1918<br />

btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Mario Conforto<br />

cl. 1908<br />

btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Antonio Corradin<br />

cl. 1939<br />

7° Rgt. Alpini<br />

S.VITO DI LEGUZZANO<br />

SCHIO<br />

SEGHE DI VELO<br />

VICENZA - LAGHETTO<br />

Luigi Dal Maistro<br />

cl. 1934<br />

btg. Belluno<br />

Antonio Dall’Igna<br />

cl. 1920<br />

btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Elsi Zuccollo<br />

cl. 1928<br />

8° Rgt. Alpini<br />

Orlando Meliti<br />

cl. 1938<br />

btg. Feltre<br />

SAREGO<br />

SCHIO<br />

SOSSANO<br />

VICENZA - S.LAZZARO<br />

Eugenio Gazzetto<br />

9° Alpini btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Lino Rader<br />

cl. 1929<br />

11° Rgt. Alpini<br />

Luigi Sbicego<br />

cl. 1918<br />

Roberto Dalla Pozza


Varie - 47<br />

RINNOVO DIRETTIVI<br />

per il triennio 2011-2013<br />

ALMISANO<br />

Capogruppo: Casella Gino<br />

Consiglieri: Belluzzo Renato, Garbin Ivano, Bressan<br />

Mauro, Ziggiotto Silvano, Vecchiato Bruno, Marteletto<br />

Luciano.<br />

ARZIGNANO<br />

Capogruppo: Marchetti Paolo<br />

Consiglieri: Bertinato Flavio, Boschetti Antonio, Concato<br />

Mauro, Concato Sergio, Conzato Roberto, Dalla<br />

Barba Vittorino, Dalla Valeria Roberto, Dal Molin<br />

Luca, Faccio Giovanni, Frizzo Antonio, Galiotto Sergio,<br />

Gentilin Francesco, Giordani Dario, Lorenzi Guerrino,<br />

Lunari Luciano, Magnaguagno Arturo, Marana<br />

Roberto, Marcheluzzo Giovanni, Marchesini Roberto,<br />

Piazza Dario, Pizzolato Francesco, Reginato Giovanni,<br />

Rosa Giulio, Zanvettore Donato.<br />

CAMISANO VICENTINO<br />

Capogruppo: Marchiori Lino<br />

Consiglieri: Girardini Plinio, Peron Maurizio, Zebele<br />

Marco, Baldo Paolo, Marcolin Fabio, Daddelli Pierluigi,<br />

Cappellari Mario, Rancan Luca, Miotto Ivan,<br />

Rigoni Massimo, Bozzolan Bruno, Bardella Luigi,<br />

Bagnara Luciano, Paulon Adriano, Pezzolo Adriano,<br />

Padovan Gianni.<br />

GRISIGNANO DI ZOCCO<br />

Capogruppo: Paggin Tristano<br />

Consiglieri: Penello Carlo, Dainese Lorenzo, Fracca<br />

Guido, Maistrello Virginio, Donadello Giordanino,<br />

Mazzucco Paolo, Donadello Giorgio, Vellere Bruno,<br />

Tassinato Artemio, Scarmin Gianluca.<br />

MONTEBELLO VICENTINO<br />

Capogruppo: Andreolli Giovanni<br />

Consiglieri: Zanoni Luigi, Lovato Mario, Rovizzi Nicola,<br />

Framarin Luca, Bonin Gianni, Cederle Lino,<br />

Framarin Mirko, Montagna Giuseppe, Pegoraro Pietro,<br />

Rossin Danilo, Xotta Bruno, Vencato Vittorio.<br />

sella Fabio, Crestanello Silvano, Dal Bosco Gaetano,<br />

Dal Bosco Mario, Dal Santo Ruggero, Girardin Angelo,<br />

Masero Erminio, Menaldo Giancarlo, Panozzo<br />

Pietro Rino, Pretto Giovanni, Toniolo Silvano.<br />

TORRESELLE<br />

Capogruppo: Massignani Luciano<br />

Consiglieri: Cazzola Arduino, Pianalto Tiziano, Povolo<br />

Luigino, La Pietra Giovanni, Pianalto Luigino, Chiumento<br />

Pietro, Ceola Giacomo, Costa Giampietro, Fochesato<br />

Guido, Sottoriva Rinaldo, Toniolo Giuliano.<br />

VICENZA - S. BORTOLO<br />

Capogruppo: Cedrazzi Massimo<br />

Consiglieri: Faccio Omero, Arduin Aldo, Trentin Lorenzino,<br />

Costa Pietro, Carta Pietro, Silvestri Moreno,<br />

Gaspari Andrea, Biolo Giorgio, Chiese Silvano, Valente<br />

Francesco.<br />

VICENZA - SETTECÀ<br />

Capogruppo: Rizzetto Giovanni Battista<br />

Consiglieri: Ziggiotto Tiziano, Pinton Gianni, Zocca<br />

Ottorino, Santagiuliana Lorenzo, Ziggiotto Dario, Bedin<br />

Gianni, Dani Ernesto, Bedin Lidio, Gennaro Ruggero,<br />

Guzzo Michele, Prospero Antonio, Galvan Bruno,<br />

Dalla Silvestra Raffaele, Menegato Mirko, Santagiuliana<br />

Gino, Campiello Giuseppe, Prudenziato<br />

Franco.<br />

VILLAGANZERLA<br />

Capogruppo: Zanotto Francesco<br />

Consiglieri: Carollo Giovanni, Artuso Giampietro,<br />

Caldaro Silvano, Ceretta Natalino, Facchin Giancarlo,<br />

Finello Marcello, Lazzari Domenico, Martinello<br />

Giampietro, Martinello Roberto, Pavan Evelino, Scapin<br />

Francesco, Toniolo Giovanni.<br />

ZUGLIANO E GRUMOLO<br />

Capogruppo: Cengia Bruno<br />

Consiglieri: Schiesaro Tullio, Borgo Giuseppe, Busa<br />

Bortolo, Cornolò Vittorio, Dalle Carbonare Francesco,<br />

Dal Ferro Mario, Leonardi Massimo, Rigon Albino,<br />

Simoni Andrea, Spagnolo Roberto, Zigliotto<br />

Romeo.<br />

PIOVENE ROCCHETTE<br />

Capogruppo: Gasparini Mirco<br />

Consiglieri: Augeri Filippo, Fabris Valentino, Bernardi<br />

Gianluca, Boriero Bruno, Boriero Remigio, Ca-


Le nostre montagne<br />

La Madonnina della Sisilla nel suo vegliare sull’Alpe di Campogrosso.<br />

Questa bella immagine l’ha mandata Adelio Casagrande, del gruppo di Torri-Lerino<br />

Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado.<br />

Basta spedirle per e-mail a alpinfagrado@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)

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