16.02.2015 Views

Nello zaino - Sezione Vicenza

Nello zaino - Sezione Vicenza

Nello zaino - Sezione Vicenza

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di <strong>Vicenza</strong> CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto<br />

ANNO 2011 - NUMERO 2 - GIUGNO - Trimestrale - E 3,50 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 1, NE/VI


2- La feritoia del Torrione<br />

Giovani e alpini in armi, quali risorse per l’Ana<br />

di Dino Biesuz<br />

“Piedi per terra e <strong>zaino</strong> in spalla”<br />

scriveva Gigi Girardi nel numero<br />

di marzo, indicando delle tracce<br />

operative per delineare il futuro dell’Ana, alla luce<br />

del documento approvato in novembre dal Cdn. In<br />

particolare invitava a lavorare per avviare un nuovo<br />

concetto di associazione, adatto ai diversi contesti in<br />

cui oggi ci stiamo muovendo. Un invito al rinnovamento<br />

contenuto anche in un dei quattro punti<br />

indicati dal Cdn e dal presidente Perona<br />

per dare uova vitalità all’Ana, cioè stimolare<br />

i giovani associati ad una maggiore<br />

partecipazione alla vita associativa.<br />

Largo ai giovani, insomma, se si<br />

vuole ravvivare un’associazione che come<br />

tutte le cose di questo mondo<br />

sente sempre più il peso degli<br />

anni.<br />

Sembra una cosa scontata,<br />

invece non è così: in troppi gruppi<br />

vale il “tenete alla larga i giovani”.<br />

Lo ha detto chiaro e tondo<br />

un giovane che sarebbe diventato<br />

simbolo degli alpini vicentini,<br />

Matteo Miotto, in una lettera<br />

mandata ad Alpin fa grado. Ecco le<br />

sue parole: Lavorando con il mio gruppo<br />

di Thiene, in questi anni, non ho potuto fare a mano<br />

di notare che un problema su tutti sta dilagando<br />

nella nostra associazione. Mi riferisco alla questione<br />

dei giovani, molte sono la difficoltà che abbiamo<br />

riscontrato cercando di ottenere risultati a livello di<br />

gruppo. Se poi si considera la mentalità che vagheggia<br />

tra i “veci”, cioè quella di arrangiarsi senza volere<br />

dare spazio alle nuove leve, il problema si fa ben presto<br />

a capire che non è da poco... Vari tentativi hanno<br />

dato prova che la sfida è ardua - conclude Matteo<br />

- ma la voglia di provarci e riuscirci è grande.<br />

È comprensibile la posizione di un “vecio” che<br />

con le sue idee si è fatto una posizione, ha tirato su<br />

una bella famiglia, è diventato qualcuno anche nell’Ana:<br />

come si fa ad abdicare alle idee di un giovane<br />

senza esperienza Intanto deve ricordarsi che quando<br />

era giovane lui ha dovuto lottare per affermare le<br />

sue idee su quelle dei “veci” di allora. Poi deve considerare<br />

che un giovane conosce ed interpreta meglio<br />

la realtà di oggi; e non parlo solo di Internet e dei socialnetwork.<br />

L’attualità e la freschezza dei giovani,<br />

accompagnate dalla saggezza dei “veci”, sono un sicuro<br />

strumento di successo.<br />

Un altro punto indicato dall’Ana nazionale per<br />

dare nuova linfa all’associazione sono gli alpini in<br />

armi: saranno dei professionisti, ma sono sempre<br />

alpini - osserva Perona - e fra loro<br />

c’è da fare proselitismo. Una prospettiva<br />

su cui Matteo Miotto era scettico.<br />

Lo ha scritto chiaramente in una<br />

corrispondenza dall’Afghanistan, dieci<br />

giorni prima di morire in combattimento<br />

con i ribelli. Con l’anno nuovo<br />

è in discussione il futuro dell’Ana -<br />

scrive il suo interlocutore - Credo che<br />

abbiano capito che se non cambiano<br />

sono guai seri: che fine faranno gli<br />

alpini<br />

Risponde Matteo Miotto. Loro<br />

pensano che in forza agli alpini adesso<br />

ci siano ragazzi che credono ai valori<br />

nostri ed a mantenere vive tutte<br />

le tradizioni e lo spirito degli alpini.<br />

Il 90 per cento portano il cappello per obbligo, per<br />

lavoro, per un lavoro sicuro. Se trovassero lavoro in<br />

Posta se ne andrebbero di corsa: aspettano solo concorsi<br />

per polizia e carabinieri.<br />

L’interlocutore esprime sorpresa e disappunto.<br />

Non puoi capire - ribatte Matteo - Meglio se non capisci,<br />

meglio se pensi che gli alpini sian tutti come<br />

raccontano. Io sono un’eccezione, una vera eccezione!<br />

Pochi o niente rincalzi per l’Ana allora dagli<br />

alpini in armi Io non la vedo tanto tragica: quanti di<br />

noi durante la naja pensavano ai valori alpini ed a<br />

mantenere alto spirito e tradizioni


3<br />

SOMMARIO<br />

pag.<br />

• La feritoia del Torrione 2<br />

• <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> 4<br />

• Sul cappello che noi portiamo... 17<br />

• Lettere in Redazione 19<br />

• Varie 20<br />

• Vita dei gruppi 21<br />

• Protezione Civile 27<br />

• In libreria 28<br />

• Gli alpini e lo sport 29<br />

• Appuntamenti e Incontri 31<br />

• Varie 34<br />

• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” 36<br />

• Rinnovo direttivi 39<br />

Anno 2011 - n. 2 - Giugno<br />

Gratis ai soci<br />

Abbonamento annuo Euro 13<br />

Tiratura 21.000 copie<br />

Direzione e Redazione:<br />

Torrione degli Alpini<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Via B. D’Alviano, 6<br />

Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353<br />

Web Site: www.anavicenza.it<br />

E-mail: vicenza@ana.it<br />

C.C.P. 13008362<br />

Registrazione del Tribunale di <strong>Vicenza</strong> n. 67 del 26.4.1953<br />

Direttore Responsabile:<br />

Dino Biesuz<br />

Comitato di Redazione:<br />

Presidente: Giuseppe Galvanin<br />

Direttore Responsabile: Dino Biesuz - 347 4145567<br />

Capo redattore: Franco Impalmi - 335 367504<br />

Redattori:<br />

Anna Campese<br />

Luigi Beltramello - 333 5807866 - 0444 560881<br />

Marco Brazzale - 328 8183998 - 0445 314409<br />

Luigi Girardi - 348 4911590<br />

G. Pietro Gollin - 349 443650 - 0444 585902<br />

Federico Murzio - 340 7624323<br />

Alberto Pieropan - 329 2254773<br />

Editore:<br />

Editrice Veneta - Via Ozanam 8 - <strong>Vicenza</strong><br />

tel. 0444 567526 - www.editriceveneta.it<br />

Iscrizione al ROC n. 4725 del 22.11.2001<br />

Stampa:<br />

Industrie Grafiche VIcentine S.p.A.<br />

Via Rovereto 20, 36030 Costabissara (VI)<br />

www.igvi.it<br />

In prima di copertina una bella immagine del “Tricolore<br />

vivente” realizzato dai ragazzi di Montegalda e Grisignano<br />

durante le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia<br />

(servizio a pag. 10 e 11)<br />

PENSARE AL FUTURO<br />

SE NON ORA, QUANDO<br />

Cari Alpini, cari amici degli Alpini,<br />

Da qualche mese è a disposizione dei gruppi “Futuro<br />

Associativo”, documento approvato dal Consiglio Direttivo Nazionale<br />

il 23 ottobre scorso. Le pagine trasmesse dalla sede nazionale<br />

e, per conto, dalla sezione di <strong>Vicenza</strong>, rappresentano un primo<br />

concreto strumento di riflessione per affrontare in modo serio il tema<br />

del futuro dell’Ana.<br />

Ricordo, senza entrare qui nel vivo del problema ma puntando piuttosto<br />

l’attenzione sul modus operandi, che tutte le idee, le osservazioni,<br />

i pensieri e le proposte che i gruppi singolarmente, o le zone, o semplicemente<br />

i soci sapranno esprimere saranno materia di riflessione per<br />

tutta la sezione, ivi compreso il consiglio sezionale, per essere poi consegnate<br />

al presidente nazionale. Il quale, com’è suo desiderio ampiamente<br />

manifestato, raccoglierà tutto il materiale trasmettendolo al successore<br />

alla scadenza del mandato.<br />

Sul futuro dell’Ana hanno già scritto su queste pagine Dino Biesuz<br />

e Luigi Girardi. Come è nostra abitudine Alpin Fa Grado ospiterà<br />

tutti gli spunti che aiuteranno a sviluppare un serio scambio di idee.<br />

Fermo restando che le proposte articolate, quelle che per consistenza<br />

non possono essere riassunte in una “lettera in redazione”, dovranno<br />

necessariamente pervenire al Torrione all’attenzione del presidente<br />

e del consiglio sezionale.<br />

***<br />

Al dibattito sul futuro dell’Ana affiancherei anche una riflessione<br />

sulle prospettive della nostra sezione che tra tutte, ricordo, per numero<br />

di iscritti è la quarta più numerosa.<br />

L’errore più grande che oggi potremmo compiere è quello di crogiolarsi<br />

in una forza numerica che solo in parte può essere considerata<br />

garanzia per i prossimi decenni. Soprattutto nell’ottica del mantenimento<br />

e dell’incremento delle due attività che in questi ultimi<br />

anni hanno caratterizzato il nostro operato: la protezione civile e le<br />

iniziative socio-culturali.<br />

Inutile nascondercelo. Le risorse a nostra disposizione, complice anche<br />

una difficile congiuntura economica, diminuiscono. Quasi mai,<br />

poi, possiamo contare sulla concreta attenzione delle pubbliche amministrazioni<br />

che, per contro, chiedono sempre di più. La domanda<br />

è: fino a che punto la sezione può operare in queste condizioni E<br />

segue a pag. 8


4- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Durante la visita a Verona ha incontrato i genitori e il presidente Galvanin<br />

NAPOLITANO, OMAGGIO A MATTEO<br />

Quando il feretro di Matteo Miotto è tornato in Italia,<br />

non era all’aeroporto ad accoglierlo, perché indisposto;<br />

ma aveva promesso che alla prima occasione<br />

avrebbe incontrato i genitori. E il presidente<br />

della repubblica Giorgio Napolitano ha mantenuto<br />

la promessa alla prima occasione, la visita<br />

a Verona del 17 giugno, in un incontro privato che<br />

ha reso omaggio a Matteo ed a tutti gli alpini vicentini.<br />

Sono stati assieme più di mezzora in prefettura a<br />

Verona, una spazio ritagliato apposta in un fitto calendario<br />

di manifestazioni; con Anna Dal Ferro e<br />

Franco Miotto c’erano i sindaci di <strong>Vicenza</strong> Achille<br />

Variati e di Thiene Maria Rita Busetti, il comandante<br />

del Comfoter gen. Tarricone e il presidente<br />

della <strong>Sezione</strong> Ana Giuseppe Galvanin.<br />

Il Presidente ha parlato a papà Francesco e a mamma<br />

Anna dell’impegno e della grandezza dei nostri soldati<br />

“portatori di pace” all’estero.<br />

Il sindaco Variati ha ricordato che Napolitano ha indicato<br />

“la grande dignità dei famigliari dei caduti in Afghanistan,<br />

con la quale affrontano le loro tragedie”. Ha anche rilevato<br />

che “la comunità non dimentica i loro caduti”. “È stata<br />

una forte emozione ricordare Matteo con il Presidente - ha<br />

commentato il sindaco Busetti- l’incontro è stato anche<br />

l’occasione per parlare di Thiene e della situazione economica.<br />

Lo abbiamo invitato a venirci a trovare”.<br />

“È stata una chiacchierata semplice - ha raccontato la<br />

mamma al «Giornale di <strong>Vicenza</strong>» - il Presidente Napo-<br />

Il presidente Galvanin “assediato” dai cronisti<br />

dopo l’incontro con Napolitano (foto Fadda)<br />

Il presidente Napolitano con la mamma di Matteo (Ansafoto)<br />

litano è stato molto gentile, ha voluto sapere di Matteo,<br />

delle sue passioni. Certo, è stato un momento toccante,<br />

siamo ancora scossi e il dolore è ancora grande. Anzi, è<br />

forse adesso il momento più difficile, perché stiamo attraversando<br />

la fase dell’accettazione. Mentre Matteo era<br />

lontano, aspettavo sempre che tornasse; ora invece la<br />

verità è che Matteo non tornerà più. Però è importante,<br />

a distanza di mesi, sentire ancora queste manifestazioni<br />

sincere d’affetto”. I genitori di Matteo hanno consegnato<br />

a Napolitano la lettera scritta dal figlio per il 4 Novembre<br />

e hanno parlato del suo impegno nel promuovere<br />

la cultura alpina nelle scuole. Gli hanno poi raccontato<br />

che nel giardino di casa c’è il Tricolore piantato<br />

dal figlio prima di partire. “Lo toglierò al mio rientro”<br />

aveva detto, ma adesso nessuno ha più il coraggio<br />

di spostarlo.Orgogliosissimo per lo spazio dedicato agli<br />

alpini il presidente Galvanin. “Napolitano è un nostro<br />

ammiratore: ha detto che le nostre adunate sono un evento<br />

nazionale, che quando visita luoghi colpiti dalle calamità<br />

trova sempre gli alpini. Ha voluto conoscere l’Ana<br />

di <strong>Vicenza</strong>, la nostra attività, ha sfogliato più volte il<br />

numero di Alpin fa grado con i servizi su Matteo Miotto.<br />

È rimasto meravigliato quando gli ho detto che siamo<br />

20 mila soci”. Galvanin ha parlato anche degli aiuti<br />

e dell’assistenza offerti all’Afghanistan dagli alpini<br />

vicentini ed ha donato a Giorgio Napolitano i due libri<br />

con le storie del Battaglione e del Gruppo <strong>Vicenza</strong>.<br />

Dino Biesuz


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 5<br />

Grande partecipazione delle penne nere vicentine al raduno triveneto<br />

IN TREMILA SFILANO A BELLUNO<br />

“Non poteva andare meglio di così”. È contento il presidente<br />

Galvanin al momento dello<br />

scioglimento dello schieramento<br />

della sezione, mentre con<br />

la mano destra al cappello ricambia<br />

il saluto degli ultimi gruppi<br />

che transitano davanti al vessillo<br />

sezionale. In effetti, l’adunata<br />

del terzo raggruppamento<br />

svoltasi a Belluno il 17, 18 e 19<br />

giugno ha (ri)portato in Cadore<br />

3mila alpini della sezione,<br />

proprio dove<br />

tra quelle montagne avevano fatto la naja. Aneddoti e<br />

ricordi tra ex commilitoni si sono fusi all’emozione di<br />

ascoltare i suoni della<br />

fanfara dei congedati<br />

della brigata Cadore<br />

e veder sfilare<br />

una compagnia del 7°<br />

Reggimento Alpini<br />

appena rientrato dall’Afghanistan.<br />

F.M.


6- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Record di presenze a Torino per le sezioni beriche. <strong>Vicenza</strong> fa la parte del leone<br />

ADUNATA NAZIONALE: SFILANO<br />

GLI ALPINI DI TERRA VICENTINA<br />

di Federico Murzio<br />

“Sfilano gli alpini di terra vicentina”:<br />

uno striscione che è un monito<br />

e che, al pari di un poderoso squillo<br />

di tromba, ha aperto la marcia dei<br />

diecimila alpini vicentini che hanno<br />

sfilato tra le vie e le piazze dell’aristocratica<br />

Torino in occasione dell’84esima Adunata Nazionale.<br />

Come da previsione, la parte del leone è stata della<br />

<strong>Sezione</strong> do <strong>Vicenza</strong>, che ha sorpreso perfino i giornalisti<br />

presenti nella sala stampa di piazza Carlo Felice.<br />

“Ma quanti minchia sono stì vicentini”, si è sentito<br />

mormorare. Noi, espressione colorita compresa, consideriamo<br />

tutto come un complimento.<br />

La nostra <strong>Sezione</strong> ha risposto all’appello di Torino.<br />

Gli alpini hanno calcato il palcoscenico piemontese come<br />

attori consumati, interpretando un ruolo che seppur<br />

ripetitivo, di anno in anno è la cartina tornasole di una<br />

sezione viva, entusiasta e protagonista. Lo spettacolo offerto<br />

in una Torino tornata capitale d’Italia nel 150° anniversario<br />

della sua unità è stato uno spettacolo nello<br />

spettacolo. Commenti felici dell’esperienza sono stati<br />

espressi un po’ da tutti, compresi Giuseppe Galvanin,<br />

presidente sezionale, e dal vicepresidente Silvano Spiller<br />

che dell’84esima Adunata era presente anche nel comitato<br />

organizzatore.<br />

Nota conclusiva che parte da un lontano cliché. Piemontesi<br />

falsi ma cortesi Se è così nessuno se ne è accorto.<br />

Bravi anche in questo i piemontesi, né!


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 7<br />

Due belle immagini della grande partecipazione vicentina all’Adunata di Torino (Foto Sarotto - Torino). Nelle altre alcuni momenti<br />

della sfilata: il direttivo sezionale, i “musicanti” hanno trovato un po’ di ombra in attesa della partenza, l’imponente schieramento<br />

dei gagliardetti, i sindaci e alcuni personaggi “catturati” nel corteo (foto Murzio e De Marchi).<br />

Numerose foto dello schieramento vicentino si possono vedere e ordinare nella sede della <strong>Sezione</strong> al Torrione di viale D’Alviano.


8- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Alpini “presenti” a Velo d’Astico per i 35 anni dalla morte di mons. Galloni<br />

OMAGGIO ALL’ANGELO DEL PASUBIO<br />

Alpini, alfieri, vecchi allievi, persone giunte anche<br />

di lontano hanno reso omaggio a mons. Francesco Galloni,<br />

ricordato nella sua Montanina a 35 anni dalla<br />

scomparsa.<br />

“Prete sospeso tra oriente e occidente, tra Bulgaria e<br />

Pasubio - ha detto don Stefano Mazzola, presiedendo la<br />

concelebrazione eucaristica sulla spianata della villa. La<br />

nostra non dev’essere però semplice memoria, rimpianto<br />

nostalgico, ma impegno per marciare sulla rosa dei venti<br />

indicata da questo poliedrico sacerdote, tenace e ottimista<br />

anche quando i cieli sembravano chiudersi”.<br />

I messaggi arrivati, letti da Dino Stella, direttore del<br />

coro Montanina-Eco della valle, hanno delineato il profeta<br />

dell’ecumenismo: “una stella che illumina i miei<br />

passi - ha scritto mons. Francesco Capovilla, segretario<br />

di Papa Giovanni XXXIII - pellegrino dell’Assoluto,<br />

apostolo della Pro Oriente...”.<br />

Poi, gli interventi del sindaco Giordano Rossi, del<br />

consigliere provinciale Fernando Zanini, del presidente<br />

della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong> Giuseppe Galvanin. “Per<br />

noi alpini - ha affermato Galvanin - don Francesco è una<br />

stella che seguiamo, un esempio di servizio, in soccorso<br />

dei poveri, dei bisognosi. È uno dei nostri miti”.<br />

Denso di significati il discorso del vicesindaco Chiara<br />

Lorenzato, che ha ripercorso con emozione la vita di Galloni:<br />

la sperimentazione dell’amore fraterno sul Pasubio,<br />

tra gli alpini; la fondazione dell’Opera Pro Oriente in Bulgaria,<br />

con un lavoro distrutto dalla repressione comunista;<br />

la costruzione della chiesetta di Sette Croci, sul suo Pasu-<br />

bio, giusto 50 anni fa; le scuole da lui fondate alla Montanina,<br />

nido poetico e centro di formazione.<br />

A ricordare l’“Angelo del Pasubio” e l’epopea della<br />

Grande Guerra è stato lo storico Luigi Cortelletti, che nel<br />

suo excursus ha citato le motivazioni delle tre medaglie<br />

d’onore attribuite a don Francesco, cappellano militare del<br />

Btg Monte Suello, in generoso soccorso dei suoi alpini<br />

tanto sul Dente, che sul trincerone dello Zugna, che a Porte<br />

del Pasubio. L’omaggio alla tomba, sulle note del silenzio<br />

fuori ordinanza, ha suggellato la memoria per l’anticipatore<br />

dell’ecumenismo e per un grande alpino, che a<br />

Villa Montanina aveva saputo trovare ulteriori motivi per<br />

dare continuità ad un apostolato senza frontiere.<br />

Giovanni M. Filosofo<br />

PENSARE AL FUTURO. SE NON ORA, QUANDO continua da pag. 3<br />

ancora: fino a quando gli alpini potranno continuare a essere un punto di riferimento nelle nostre comunità, soprattutto<br />

in quelle più piccole Mi riferisco in particolare alla nostra protezione civile che mette sul campo la riconosciuta<br />

e apprezzata professionalità dei volontari, il valore aggiunto dell’esperienza acquisita in una moltitudine<br />

di contesti, la preparazione curata al dettaglio e l’umanità verso gli altri, già insita nella nostra associazione,<br />

ma che attraverso la protezione civile ha nel tempo aggiunto nuova linfa e nuove motivazioni.<br />

Così come dobbiamo insistere sui giovani alpini: motivarli, aiutarli e coinvolgerli nei quadri decisionali dell’Associazione.<br />

Persone giovani vuol dire idee nuove, vuol dire soprattutto nuove forze, vuol dire futuro. Ai “veci” dico: non<br />

abbiate paura dei giovani, delle loro iniziative e del loro modo di pensare. L’Associazione non si può permettere, oggi<br />

meno che mai, di “tirare avanti” con iniziative e modi di pensare nella gestione dei gruppi che potevano andar bene<br />

trent’anni fa ma che ora, alla luce della contemporaneità, appaiano decisamente inadeguati. L’alpino accorto sa cosa<br />

mettere nello <strong>zaino</strong> prima di incamminarsi verso la vetta, il sovrappiù lo lascia a casa. Il fulcro della questione è<br />

proprio cosa potrà mettere nello <strong>zaino</strong> la sezione per il cammino degli anni a venire e, soprattutto, chi dovrà portarlo.<br />

Ed è chiaro che anche con tutta la buona volontà alpina, sarà una salita che non potremmo affrontare in solitaria.<br />

Giuseppe Galvanin


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 9<br />

Un messaggio di vita dalla manifestazione di Thiene in ricordo di Miotto<br />

MATTEO E GIANNI. DUE EROI SONO CON NOI<br />

di Luigi Girardi<br />

Sabato 30 aprile una grande immagine<br />

stava sullo sfondo del palcoscenico<br />

del Teatro Comunale di<br />

Thiene: il viso aperto, pulito e sereno<br />

di un giovane alpino. “Matteo è con noi” stava scritto<br />

e Matteo è stato veramente con noi per le due ore in<br />

cui la gremita platea si è intrattenuta rileggendo la lettera<br />

testamento del ragazzo e le testimonianze dei suoi<br />

amici. Il coro degli alpini thienesi di cui Matteo stesso<br />

fu componente, gli aveva riservato il posto che già fu<br />

suo e sul quale posava il suo cappello. La Fanfara della<br />

sezione ha voluto esprimere in musica un repertorio<br />

che proponeva sia un richiamo patriottico che leggero,<br />

tale comunque da non vivere il momento come una commemorazione<br />

triste ma ancora un’occasione di intrattenimento;<br />

proprio per dire: Matteo è con noi. Basta lacrime<br />

e strazio ma un messaggio di vita: Matteo è con<br />

noi: con i suoi commilitoni, gli “alpieri del 7°” con cui<br />

aveva condiviso sudore ed orgoglio; con i suoi amici<br />

della “banda Thiene” nel ricordo di tanta allegria e qualche<br />

bisboccia e con tanta gente importante ed anonima<br />

che per qualche verso sentiva quel ragazzo come uno di<br />

famiglia o compagno di lavoro o il vicino di casa.<br />

Un eroe dei giorni nostri come eroe di questo nostro<br />

Il cappello di Matteo Miotto<br />

tempo lo è stato<br />

Gianni Zaccaria:<br />

un gigante prima<br />

che di statura fisica,<br />

di statura morale.<br />

Un vecchio<br />

alpino di Malo, un<br />

uomo scevro di<br />

ogni protagonismo<br />

ma pieno di<br />

uno spirito di altruismo<br />

che lo ha<br />

portato a dedicare<br />

tutto il suo tempo<br />

libero dal lavoro<br />

e la sua esperienza, a favore di genti colte da tragedie<br />

o in devoto pellegrinaggio attraverso i luoghi testimoni<br />

delle sofferenze dei nostri padri.<br />

Lo abbiamo incontrato nel ’76 con gli occhi rossi tra<br />

le macerie del terremoto in Friuli. Con piccone e cazzuola<br />

nel ’93, ’94, ’95 e 2003 a Rostok, in Russia a tirar<br />

su i muri dell’Asilo Sorriso dove i nostri versarono<br />

solo lacrime. Via ancora sempre nel ’94 e ’95 a Santo<br />

Stefano in Piemonte tra il fango e la desolazione degli<br />

alluvionati e senza mai chiedere compenso alcuno. Anzi;<br />

pagando di tasca propria pur non essendo un benestante.<br />

Alla fine del ’95 e nel ’97 vola all’Asmara, in Eritrea<br />

a dar una mano a dei poveri Missionari, come<br />

nel ’98 in Bolivia e nel Perù.<br />

Nel 1997 è responsabile del campo della Protezione<br />

Civile Ana in soccorso dei terremotati<br />

delle Marche. Uno spirito indomito ed un cuore<br />

grande come sa esserlo quello di un alpino: quello<br />

di un eroe! Senza armi, senza medaglie ma con<br />

un grande amore che lo porta a condividere la<br />

sofferenza con i meno fortunati. C’è l’eroe che<br />

combatte e spesso muore e c’è l’eroe che ama,<br />

soffre e si dona; nel silenzio. Suo conforto e premio:<br />

il rifiorire di un sorriso ed il riaccendersi<br />

della speranza.<br />

La fredda terra ha accolto le ultime spoglie di<br />

una lunghissima schiera di alpini: il Signore delle<br />

cime ci ha chiesto ancora due amici: Gianni e<br />

Matteo. Due dei tanti eroi che sono tra noi.


10 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

GRAZIE MATTEO, SIAMO FIERI DI TE<br />

Uno struggente ricordo dell’alpino caduto in Afghanistan in due lettere scritte dai genitori<br />

Sono di tutta Italia gli alpini caduti in Afghanistan, ma<br />

solo la sezione di <strong>Vicenza</strong> è stata autorizzata dall’Ana nazionale<br />

a sfilare a Torino con uno striscione per ricordare<br />

il suo: “Matteo presente sfila con noi”. Lo portavano<br />

alpini vicentini e commilitoni di Matteo Miotto, in abiti civili<br />

per “ordini superiori”. Al suo passaggio un applauso<br />

in più si è aggiunto ai tanti che accompagnavano gli<br />

alpini e un momento di commozione è seguito alle parole<br />

dello speaker e si è allargato fra alpini e pubblico.<br />

Uno struggente ricordo di Matteo Miotto lo dedicano<br />

agli alpini vicentini i genitori, mamma Anna e papà<br />

Franco, quasi a ringraziarli di tante manifestazioni di<br />

affetto, di vicinanza e di partecipazione al loro dolore.<br />

Due lettere che vanno diritte al cuore, che vogliono far<br />

sapere a tutti chi fosse Matteo. Nell’animo dei genitori<br />

affiorano dolci ricordi, il dolore che il tempo non affievolisce,<br />

l’orgoglio che il loro bambino fosse diventato<br />

un grande uomo, il rimpianto di non vederlo più.<br />

*****<br />

Matteo... la mamma ti ringrazia.<br />

Ogni mattina mi alzo e il primo pensiero va a voi: i<br />

miei figli. Dario si avvia al lavoro e Matteo... vado in<br />

terrazza dove c’è la bandiera che lui ha messo prima di<br />

partire e che avrebbe tolto solo al suo ritorno. Ora è là...<br />

la tocco... e la saluto.<br />

Al mattino, verso le 8 mi chiamavi al telefono: «Ciao<br />

mamma, come va» La mia risposta era sempre la stessa:<br />

«Bene, e tu» Cercavo di raccontargli tante cose, ma<br />

le parole si affollavano disordinatamente, tanto era grande<br />

il piacere di sentirti e tu, per fortuna, riuscivi a “sentire”<br />

i miei pensieri e, anche, le mie paure. Riuscivi a<br />

tranquillizzarmi e tirarmi su il morale.<br />

La passione per il tuo lavoro era così forte che non ti<br />

lamentavi anche se era faticoso: il tuo cuore era pieno di<br />

entusiasmo, tanto eri convinto e sicuro di ciò che facevi.<br />

Eri riuscito a convincere anche me sulla sua importanza e<br />

utilità, mi avevi fatto superare paure e incertezze e ancora<br />

adesso sono sicura che solo chi ha inseguito e realizzato<br />

un proprio sogno può dire di avere veramente vissuto.<br />

Matteo, sei un ragazzo pulito, semplice, molto determinato.<br />

Avevi grandi valori e ideali in cui credevi fermamente;<br />

generoso e altruista come hanno confermato<br />

le tue lettere e il modo in cui sei rimasto vittima, laggiù<br />

in Afghanistan.<br />

Quando eri a Belluno, tornavi a casa il venerdì pomeriggio<br />

e, prima di ritrovare i tuoi amici, andavi a salutare<br />

i miei genitori. «Ciao bocia, gheto magnà» era<br />

la preoccupazione principale di mio papà, visto che lui<br />

in guerra aveva sofferto la fame. Vi scambiavate opinioni,<br />

come due vecchi commilitoni sul servizio militare<br />

di una volta paragonato a quello dei nostri giorni.<br />

Poi c’era Giulia, il tempo con lei volava, ne sono sicura,<br />

bastava guardarvi! Anche gli amici reclamavano<br />

la loro parte, immagino le risate, gli schiamazzi e gli<br />

scherzi che solo chi è giovane come voi può organizzare.<br />

Il sabato incontravi il papà e riesco ancora ad immaginare<br />

i vostri discorsi “tra uomini”.<br />

La domenica a mezzogiorno i nostri pranzi erano accompagnati<br />

dalla tradizionale polenta che ti piaceva tanto<br />

e, davanti al suo calore rassicurante ci raccontavamo


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 11<br />

le nostre vite: quanti progetti per il futuro! Mi parlavi di<br />

Galvanin, di Rossi, del progetto di andare nelle scuole per<br />

parlare ai ragazzi del tuo lavoro, della sua importanza.<br />

Conservo gelosamente i bigliettini che mi facevi trovare<br />

sopra il tavolo quando non ci vedevamo e nei quali<br />

con semplici parole mi salutavi e mi facevi sentire parte<br />

dei tuoi pensieri; li leggevo e sorridevo, riuscivano a<br />

rischiarare anche le “lune” che spesso s’impadroniscono<br />

di noi “grandi”.<br />

Quei momenti servivano a te come carburante per l’intera<br />

settimana e poi alla sera, quando era il momento di<br />

tornare in caserma, andavi a salutare lo zio Alfredo, con<br />

cui avevi un rapporto speciale e Pino ti portava le due bottiglie<br />

per brindare con gli amici durante la settimana.<br />

Era bello, troppo bello!!<br />

Mi manca tanto il tuo sorriso rassicurante, il tuo braccio<br />

che mettevi attorno alle mie spalle quando, salutandomi,<br />

mi dicevi: «Mi raccomando questa settimana...<br />

tutto bene mamma!» e il tuo sms quando arrivavi in caserma:<br />

«Sono arrivato, buonanotte mamma».<br />

Tu mi hai insegnato che i veri valori della vita sono<br />

tali solo se vissuti fino in fondo; grazie anche per questo,<br />

ti vogliamo tutti bene, sei nei nostri pensieri sempre<br />

e col tempo forse il ricordo sarà meno doloroso e più<br />

dolce, ma nel mio cuore resterà sempre un posto per te.<br />

ciao<br />

mamma Anna<br />

*****<br />

Dopo attenta riflessione e mesi di basso profilo, affido<br />

il mio pensiero a questo periodico, senz’altro il più<br />

idoneo a raccogliere questi pensieri. Sono trascorsi mesi<br />

da quella fredda telegrafica telefonata pomeridiana<br />

dall’Afghanistan, che mi comunicava il decesso di Matteo.<br />

Forse, e dico forse, qualcuno in questo lasso di tempo,<br />

magari a ragione, avrà cercato d’interpretare il totale<br />

silenzio del papà di Matteo. Can scarsa sensibilità e<br />

cinismo, si sarebbe potuto usare la parola distacco, o poca<br />

dimestichezza a fronte dei media sulla dinamica del<br />

fatto in essere o, più semplicemente paura, paura di affrontare<br />

la questione in un momento di totale debolezza<br />

psicologica.<br />

Nulla di tutto questo. Era solo il silenzio di un padre,<br />

piegato dal dolore, che a malavoglia quotidianamente accettava<br />

quello che la vita gli imponeva per andare avanti.<br />

Già, andare avanti!<br />

Tutti a dire che la vita continua: per mestiere gli psicologi,<br />

e chi, dal di fuori, con lodevole slancio cercava<br />

di rincuorarti a modo suo; del resto in circostanze analoghe,<br />

le parole, si sa, lasciano il tempo che trovano. Per<br />

un padre e una madre, vi assicuro, che la croce da portare<br />

è talmente pesante che neanche l’aiuto del “Cireneo”<br />

citato nel Vangelo ti solleva più di tanto.<br />

Espletata la prefazione, ora parlerò di lui, o meglio di<br />

noi, del rapporto, che pur tenendo conto della particolarità<br />

familiare e dei tempi assai contingentati, a causa degli<br />

innumerevoli impegni del ragazzo, era tenero, franco<br />

e profondo come giusto e normale che fosse. Quotidiana<br />

la telefonata serale, da o a Belluno; due parole: ciao, sto<br />

bene. Poche ma sufficienti per riscaldare e rassicurare il<br />

cuore di un padre. Toccanti, e non lo dimenticherò mai,<br />

quelle della domenica in tarda serata: «Ciao papà, sto tornando<br />

a Belluno». Ora purtroppo non arriveranno più.<br />

Per pranzo o cena, ci si vedeva una o due volte nel<br />

fine settimana, spesso soli, a volte con la sua ragazza.<br />

Si parlava di tutto: di montagna, una passione comune,<br />

del suo servizio in caserma, dei suoi progetti futuri tra<br />

gli alpini; e già trasparivano lo smisurato amore per il<br />

Corpo, quelle convinzioni e sicurezze che hanno reso<br />

Matteo quello che è stato, che è e che sarà per sempre.<br />

Si parlava dei nonni. Del nonno materno che gli parlava,<br />

come già sappiamo, del suo passato tra gli alpini.<br />

Affascinato da cose militari, spesso mi chiedeva di mio<br />

padre: Antonio Miotto, classe 1915, campione regionale<br />

in anteguerra nei quattrocento piani, volontario nelle<br />

truppe d’assalto, di cui conservo foto con date e dediche,<br />

che unitamente alla croce al merito di guerra, di ritorno<br />

dall’Afghanistan Matteo voleva con sè e che ora<br />

malinconicamente conservo in un cassetto.<br />

Penso retoricamente al vecchio detto “buon sangue<br />

non mente”. Con due nonni così, il risultato non poteva<br />

essere che uno. Ero certo di conoscere Matteo a 360 gradi.<br />

La lettera inviata per il Quattro Novembre mi ha svelato<br />

un lato nuovo del mio ragazzo. Mai avrei pensato a<br />

tanta umanità e dedizione verso gente, soprattutto bambini,<br />

che pur nell’indigenza più totale erano e sono pur<br />

sempre degli estranei, spesso riluttanti verso chi gli tende<br />

disinteressatamente la mano.<br />

Il destino che con tante crudezza lo ha portato via,<br />

mi ha fatto però un dono che conserverò per sempre.<br />

Verso la fine di giugno, a pochi giorni dalla partenza per<br />

la missione, mi trovavo su ai Fiorentini, alla Baita del<br />

sole dei Cappuccini di Thiene, per una settimana di volontariato<br />

come aiuto cuoco. Matteo chiese di seguirmi<br />

per qualche giorno di relax prima della partenza. Trovammo<br />

nel dormitorio una stanza vuota e come due vecchi<br />

camerati per tre giorni usammo lo stesso letto a castello.<br />

Poi improvvisa arrivò la chiamata e mi chiese di<br />

accompagnarlo a Belluno.<br />

Il tempo di infilargli un rosario in un enorme <strong>zaino</strong>,<br />

un abbraccio forte forte, con sole quattro parole: «Abbi<br />

cura di te». Il portone della caserma si chiuse dietro<br />

di lui, per me fu l’ultima immagine materiale di Matteo<br />

in vita. Il resto è storia che tutti conoscono, di un ragazzo<br />

che ho avuto la fortuna di avere per figlio e che mi manca<br />

ogni giorno di più, con l’amara consapevole certezza<br />

che nulla sarà più come prima.<br />

Franco Miotto


12 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

In alcuni paesi si sono sostituiti ai sindaci troppo tiepidi verso l’anniversario dell’Unità<br />

FESTA PER I 150 ANNI<br />

ALPINI GRANDI PROTAGONISTI<br />

In prima linea per difendere la Patria in guerra, gli alpini sono stati protagonisti anche nelle celebrazioni<br />

per i 150 anni dell’unità d’Italia. In tutti i gruppi c’è stata una cerimonia, dal semplice alzabandiera<br />

a manifestazioni più articolate. In qualche paese il gruppo Ana ha sostituito il Comune nell’organizzare<br />

le cerimonie per celebrare la ricorrenza dell’Unità nazionale, spesso con buona collaborazione delle scuole<br />

La bandiera vivente di<br />

Montegalda e Grisignano<br />

I gruppi alpini di Montegalda e Grisignano, le amministrazioni<br />

comunali e l’istituto comprensivo G. Toaldo<br />

di Montegalda, hanno attuato una speciale collaborazione<br />

per consentire ai ragazzi e ragazze delle due<br />

scuole medie di Montegalda e Grisignano di celebrare<br />

in modo particolare l’evento.<br />

Circa 250 studenti, insegnanti, dirigente scolastico,<br />

sindaci, alcuni assessori, rappresentanze d’arma ed associazioni<br />

e tanti alpini si sono radunati nella piazza antistante<br />

il municipio di Montegalda, per l’alzabandiera<br />

e gli onori ai Caduti, vissuti peraltro con significativa<br />

partecipazione da tutti. Il momento più suggestivo è arrivato<br />

quando ragazzi e ragazze, vestiti nei tre colori verde,<br />

bianco, rosso, con la villa palladiana a fare da cornice,<br />

hanno composto un Tricolore “vivente” in varie<br />

forme. Fra le più belle e significative, quella riportata<br />

nella foto di copertina di questo numero di Alpin fa grado,<br />

assieme alle autorità, insegnanti, rappresentanze che<br />

hanno partecipato all’evento.<br />

Dispiace che le scuole primarie abbiano deciso di<br />

dissociarsi dalla manifestazione, impedendo la partecipazione<br />

di tutti gli studenti dell’istituto comprensivo che,<br />

altrimenti, avrebbe visto la partecipazione di circa 700<br />

ragazzi. Nell’occasione, tutte le classi intervenute hanno<br />

poi presentato i lavori preparati per la celebrazione<br />

dell’anniversario.<br />

Questa manifestazione è stata anche l’occasione per<br />

iniziare una nuova<br />

collaborazione fra i<br />

due gruppi Ana interessati,<br />

collaborazione<br />

che si auspica<br />

possa intensificarsi<br />

nel tempo<br />

specialmente con il<br />

coinvolgimento<br />

delle scuole dell’istituto<br />

comprensivo.<br />

Un sentito grazie è andato al dirigente scolastico<br />

dott.ssa Bollettin, alla prof.ssa Rigo, ai sindaci, alle amministrazioni<br />

comunali di Montegalda e Grisignano per<br />

la totale disponibilità nella realizzazione dell’evento al<br />

fine trasmettere ai giovani il valore del Tricolore.<br />

F.G.<br />

Dai ragazzi di Caldogno<br />

un inno alla speranza<br />

Una ventata di freschezza, di vivacità e di allegria<br />

portata dai ragazzi di quinta delle scuole di Rettorgole<br />

e Caldogno, ha pervaso il salone del piano nobile di Villa<br />

Caldogno ove scolari ed alpini hanno coinvolto amministratori<br />

pubblici e corpo insegnante in una carrellata<br />

su fatti e protagonisti che hanno popolato gli ultimi<br />

150 anni di storia del nostro Paese. Pur non rientrando<br />

nel loro programma didattico, i ragazzi hanno dimostrato<br />

buona conoscenza delle vicende del nostro Risorgimento,<br />

certamente grazie a quanto trasmesso dalle maestre e recepito<br />

in famiglia. A rendere tutti protagonisti hanno<br />

contribuito i ritornelli di quelli della compagnia “Piccozza<br />

& Rampon” e dei ragazzi che in coro hanno cantato<br />

“O Venezia che sei la più bella” e “Sul cappello che<br />

noi portiamo” in segno di omaggio e riconoscenza agli<br />

alpini che, per mano del capogruppo Domenico Cappellari<br />

e del consigliere Giampietro Gollin, hanno ricevuto<br />

ognuno un tricolore.<br />

Belle e soprattutto concrete le parole del primo cittadino<br />

Marcello Vezzaro, “il sindaco con gli stivali”<br />

scherzosamente assimilato ad uno sceriffo, magari con<br />

tanto di pistole. Gli stivali non erano però di duro cuoio<br />

americano ma morbida gomma per muoversi nel fango<br />

di una Caldogno che ancora non ha finito di leccarsi le<br />

ferite dell’alluvione.<br />

Tra le simpatiche poesie recitate, ne vogliamo riportare<br />

una inedita e composta per l’occasione:<br />

«Vorrei, vorrei un’Italia per i bambini, di fiori e di giardini.<br />

Un’Italia per le persone, ma anche per i gatti, i cani,<br />

gli uccellini. Un’Italia custodita ai confini, dai no-


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 13<br />

Le quinte di Caldogno<br />

stri cari e forti alpini. Un’Italia<br />

saggia, di pace e fratellanza,<br />

che somigli tanto<br />

alla Speranza!».<br />

La conclusione non poteva<br />

che essere al canto di<br />

“Fratelli d’Italia”, forse non<br />

eseguito con tutte le note al loro posto ma con tanto, tanto<br />

entusiasmo, in un’esplosione di vitalità di giovani vite<br />

in cui sono riposte le nostre speranze ed il nostro futuro.<br />

Gi.Gi.<br />

Una “lezione di patria”<br />

per i bambini di Lonigo<br />

La scuola statale dell’infanzia “Ada Mancassola” di<br />

Lonigo ospita circa 80 bambini di cui circa 1/3 provenienti<br />

da paesi extracomunitari. Tante sono le attività e le<br />

esperienze che le insegnanti propongono di anno in anno,<br />

nell’intento di offrire ai piccoli alunni esperienze coinvolgenti<br />

e ricche di contenuti con attenzione sempre rivolta<br />

agli eventi sociali, alle tradizioni, al momento storico<br />

e, per i bambini stranieri, all’integrazione. Le insegnanti<br />

da qualche anno programmano esperienze di integrazione<br />

ed accoglienza, anche in collaborazione con l’esterno,<br />

con l’obiettivo di costruire un contesto multiculturale<br />

capace di valorizzare il territorio e le sue risorse.<br />

Tra le esperienze passate si possono ricordare il progetto<br />

“a tavola con tutto il mondo” che è stato premiato al 1°<br />

posto nel concorso “a bocca aperta” del Comune di <strong>Vicenza</strong><br />

e che ha visto<br />

venire a scuola mamme<br />

di varia nazionalità<br />

a raccontare i loro<br />

costumi e le loro<br />

usanze anche facendo<br />

assaggiare i loro<br />

cibi della tradizione.<br />

Quest’anno scolastico<br />

ha visto i bambini protagonisti di un’esperienza<br />

sull’unità d’Italia fornendo nozioni<br />

basilari di storia patria. A scuola, naturalmente<br />

data la loro tenera età, è stata letta la<br />

storia di Pinocchio a puntate quale racconto<br />

letterario che rende bene il quadro dell’Italia<br />

del secondo ’800.<br />

Il progetto didattico è poi proseguito con<br />

l’attività per i festeggiamenti dell’Unità d’Italia,<br />

insegnando a tutti bambini anche a cantare<br />

l’Inno Nazionale, cercando di spiegare loro<br />

pure il significato del testo, che è stato appreso<br />

con grande gioia in tutta la sua solennità.<br />

Ogni attività è finalizzata a sviluppare quei sentimenti<br />

di pace, amore, collaborazione, disponibilità accoglienza,<br />

senso di appartenenza, capacità di riconoscere le proprie<br />

radici e la storia che ci ha permesso di godere il benessere<br />

raggiunto.<br />

Chi meglio degli alpini - si son dette le maestre - poteva<br />

portare la sintesi di tutto ciò<br />

Il Gruppo Alpini di Lonigo è andato a scuola a spiegare<br />

il valore ed il significato dell’Ana, della Patria e<br />

della Bandiera (cantando anche canzoni della tradizione<br />

nazionale).<br />

I bambini hanno riassunto l’esperienza con disegni<br />

e rielaborazioni verbali come le seguenti: • “gli Alpini:<br />

quando qualche gente è in pericolo vanno ad aiutare”; •<br />

“quando c’è un terremoto o un’alluvione gli Alpini vanno<br />

e salvano le persone”; • “la bandiera italiana è arrivata<br />

quando gli Alpini hanno unito i pezzi dell’Italia; il<br />

loro capo mi sembra si chiamava Garibaldi”; • “Gli alpini<br />

si attaccano le medaglie sul cappello per fare le sfilate<br />

e sapere a quali sfilate sono andati. Anche il nonno<br />

di Anna aveva le medaglie sul cappello”; • “tutti gli Alpini<br />

sono un gruppo grande come l’Italia”; • “I colori<br />

della bandiera vogliono dire: verde speranza in un mondo<br />

migliore, bianco pace perché le persone non fanno<br />

più la guerra, rosso amore che tutti si vogliano bene”; •<br />

“gli alpini hanno una penna sul cappello perché quando<br />

avevano perso la bandiera un alpino ha trovato una penna<br />

di corvo e ha pensato che quella era la loro bandiera<br />

e adesso la tengono sempre sul cappello”.


14 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Grazie agli alpini Fossa, dopo le case, adesso ha anche la chiesa<br />

ABRUZZO, MISSIONE COMPIUTA<br />

A due anni dal terremoto dell’Abruzzo,<br />

stata realizzata da una ditta specializzata, mentre<br />

90 volontari alpini di tutte le sezioni con<br />

mentre salgono le proteste degli abruzzesi<br />

per le promesse non mantenute, gli alpini possono<br />

dire “missione compiuta”. Sono arrivati<br />

serramenti e opere accessorie. L’inaugurazio-<br />

4700 ore di lavoro hanno realizzato impianti,<br />

fra i primi per il soccorso e l’assistenza ai terremotati,<br />

hanno ricostruito un paese, Fossa,<br />

una volata finale per concludere il 27 none<br />

è arrivata dopo sei mesi e due giorni, con<br />

e adesso gli hanno dato anche l’anima, una<br />

vembre, cioè prima di Natale.<br />

chiesa edificata nella piazza principale del<br />

“È stata un’esperienza meravigliosa - ricorda<br />

Antonio Munari - lavorare con i vo-<br />

futuro paese. Con gli oltre tre milioni di euro<br />

raccolti dall’Ana nazionale, in 7 mesi sono<br />

state realizzate e consegnate 33 casette<br />

bisticciato, mai contato le ore di lavoro, imlontari,<br />

tutti specialisti nel loro lavoro: mai<br />

prefabbricate, del tipo più solido che, una volta<br />

ricostruito il paese, potranno essere adat-<br />

Antonio Munari possibile le spese. Giornate trascorse assiepegnati<br />

solo a fare presto ed a ridurre il più<br />

tate ad alloggi per studenti universitari.<br />

me dall’alba al tramonto e tempo per stare<br />

Fatti i conti alla fine dei lavori si è visto che avanzavano<br />

dei soldi (gli alpini sono forse gli unici in Italia festa. Fra gli abitanti una certa ritrosia iniziale ha lascia-<br />

assieme alla sera, con la fatica che rende più sentita la<br />

che lo sanno fare) e si è deciso di fare qualcos’altro per to il posto alla disponibilità, che cresceva con il crescere<br />

dell’edificio. La mattina dell’inaugurazione è arriva-<br />

i circa 600 paesani. E’ nata così l’idea della chiesetta,<br />

un punto di riferimento importante per la gente, l’anima<br />

del paese. Detto e fatto: l’arch. Renato Zorio di Bielmo<br />

in ritardo con le pulizie finali e le signore si sono ofto<br />

un pullman di alpini con mogli da Pordenone: eravala<br />

ha preparato il progetto, l’ing. Sebastiano Favero di ferte di dare una mano per i vetri. Ma le donne di Fossa<br />

Possagno ha curato le strutture (entrambi sono consiglieri<br />

nazionali Ana). All’inizio dei lavori è cominciata è compito nostro pulirla!”.<br />

non ci sono state: voi alpini ci avete costruito la chiesa,<br />

l’avventura per Antonio Munari, eletto il 23 maggio consigliere<br />

nazionale, per 37 anni a capo di cantieri per l’incordo<br />

personalizzato alla chiesetta. Così la <strong>Sezione</strong> ha de-<br />

Gli alpini vicentini hanno voluto lasciare anche un ristallazione<br />

di prefabbricati: proprio l’uomo giusto al momento<br />

giusto (“Ma in tanti anni non avevo mai costruiche<br />

e portano il nome di <strong>Vicenza</strong> la campana che chiama<br />

stinato all’Abruzzo i fondi raccolti con le attività benefito<br />

una chiesa”), tanto che il giorno dopo l’elezione è partito<br />

per l’Abruzzo con il compito di dirigere i lavori. i nuovi cristiani; dono vicentino anche il Cristo appeso al<br />

i fedeli, l’acquasantiera, il fonte battesimale che accoglie<br />

La chiesa è un prefabbricato di legno lamellare a navata<br />

in stile gotico, su una<br />

Il cantiere a Fossa è stato chiuso in febbraio di que-<br />

centro della navata, opera dello scultore Pellissier.<br />

superficie di 400 metri. E’<br />

st’anno, al completamento delle finiture. Gli alpini hanno<br />

dato tanto all’Abruzzo, ma hanno ricevuto altrettanto<br />

in soddisfazione. «Ho vissuto due momenti di emozione<br />

intensa - ricorda Antonio Munari - Il primo subito<br />

dopo l’inaugurazione, quando è stata battezzata una<br />

bambina alla “nostra” fonte battesimale,<br />

il secondo in febbraio quando, guardando<br />

la chiesetta al centro della piazza, vedevo<br />

la gente che andava alla messa:<br />

sembravano i pastori che accorrevano alla<br />

Capanna! A Fossa abbiamo provato la<br />

bellezza della vita e del lavoro in comune,<br />

delle amicizie nate dall’impegno».<br />

D.B.


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 15<br />

L’ABBRACCIO AI REDUCI<br />

DALL’AFGHANISTAN<br />

Tantissimi alpini a Udine alla cerimonia per il rientro della Julia<br />

Una rappresentanza della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong> ha<br />

partecipato a Udine alla cerimonia per il rientro in patria<br />

del contingente della Brigata “Julia” dalla missione<br />

ISAF in Afghanistan. La cerimonia è stata preceduta da<br />

una commemorazione dei caduti al tempietto di Piazza<br />

della Libertà, alla presenza di ben cinque bandiere di<br />

guerra dei reparti schierati in Afghanistan, il 7° e l’8°<br />

Rgt. alpini, il 3° artiglieria, il Rgt. genio e il reparto lagunari<br />

“S. Marco” e del gonfalone della Città di Udine,<br />

decorato di medaglia d’Oro, del labaro nazionale Ana<br />

scortato dal presidente Perona e dal direttivo nazionale,<br />

da una trentina di vessilli sezionali, da una marea di gagliardetti<br />

e da una moltitudine di alpini e cittadini che<br />

gremivano la piazza e la loggia.<br />

La deposizione della corona è stata preceduta dall’alzabandiera.<br />

Poi, perfettamente inquadrati, i reparti,<br />

preceduti dalla fanfara della “Julia” e seguiti dai gonfaloni<br />

di molte città, dal labaro nazionale, dai vessilli, dai<br />

gagliardetti e dagli alpini hanno sfilato per le vie di Udine<br />

salutati dalla gente.<br />

Di notevole impatto emotivo alcuni striscioni che,<br />

lungo il percorso, ricordavano il sacrificio dei cinque<br />

caduti della Brigata. Nella bella Piazza Primo Maggio,<br />

con il grande parco e la collinetta che la chiudono sui<br />

due lati, i reparti si sono nuovamente schierati di fronte<br />

alla tribuna gremita di autorità civili e militari tra i<br />

quali si notavano ufficiali sloveni e ungheresi dei reparti<br />

che con la “Julia” formano il Corpo multinazionale di<br />

pronto intervento.<br />

Dopo l’alzabandiera hanno preso la parola: il sindaco<br />

di Udine, il gen. Bellacicco che ha comandato i reparti<br />

nella missione in Afghanistan e che ha avuto parole di<br />

elogio per il comportamento tenuto dai suoi soldati in quel<br />

teatro di guerra così difficile e complesso; particolarmente<br />

commovente il ricordo, da parte del comandante, dei cinque<br />

militari che sono deceduti durante il compimento della<br />

missione, tra i quali c’è anche il nostro Matteo Miotto.<br />

Ultimo a intervenire il capo di stato maggiore dell’esercito<br />

che ha affermato con orgoglio che i reparti militari<br />

italiani impiegati nel paese asiatico hanno ampiamente<br />

dimostrato, nelle operazioni di controllo del territorio e<br />

di “Peace keaping”, di non essere secondi a nessuno.<br />

Unico neo, la comparsa nella collinetta che fronteggia<br />

la tribuna di uno striscione che contestava la scelta<br />

del giorno di venerdì per celebrare quella giornata.<br />

Giampietro Gollin


16 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />

Ricostruita la casa a<br />

una famiglia di Marano<br />

Studenti del Garbin di<br />

Schio in visita al Settimo<br />

Si ringrazia per la gentile ospitalità e per la possibilità<br />

di visitare la caserma Salsa D’Angelo di Belluno<br />

sede del glorioso 7° Reggimento Alpini, reparto che<br />

ha visto passare negli anni la maggior parte degli alpini<br />

vicentini. Fare l’alpino oggi significa portare alle<br />

nuove generazioni i valori di onestà e senso della patria<br />

che erano propri dei nostri padri, morti per fare<br />

dell’Italia un’unica bandiera. Il 7° Reggimento è stato<br />

ed è l’anima di varie iniziative e di pace nel mondo,<br />

ricordiamo con particolare commozione i caduti<br />

alpini per la pace in Afghanistan.<br />

AMarano gli alpini hanno ricostruito la casa ad una famiglia<br />

di immigrati che se l’era vista distruggere da un incendio.<br />

L’estate scorsa avevano ricevuto un appello dal<br />

Comitato emigranti e il direttivo del Gruppo Ana aveva<br />

subito aderito. Da un primo sopralluogo si era capito subito<br />

che l’impresa non sarebbe stata di poco conto, ma è<br />

stata formata subito una squadra operativa, con a capo l’alpino<br />

Pietro Zaltron. Il caldo, il duro lavoro e i disagi per<br />

una scarsa attrezzatura non hanno piegato gli alpini, muratori,<br />

carpentieri, falegnami, elettricisti, posatori, imbianchini<br />

e altro, che con tenacia hanno saputo far tornare<br />

quei ruderi anneriti una dignitosa casa abitabile. A fine<br />

ottobre i lavori si sono conclusi e la famiglia Teylor ha<br />

potuto riprendere possesso della sua casa.<br />

Un calorosissimo ringraziamento i signori Teylor lo<br />

hanno riservato al Gruppo di Marano per la parte economica<br />

ed a coloro che hanno lavorato “sul campo”, gli<br />

alpini Pietro, Mario, Francesco, Silvano, Lino, Ivano,<br />

Guido, Battista, Edoardo e Samuele.<br />

Questo il messaggio di ringraziamento scritto dagli<br />

studenti dell’Ipsia Garbin di Schio dopo la visita al<br />

Settimo a Belluno, promossa dal Gruppo Ana di Seghe<br />

di Velo. Vi hanno partecipato 34 ragazzi, con le<br />

professoresse Barbara Scapin e Michela Apolloni e<br />

gli alpini Odone Rossi, Venanzio Fontana e Maurizio<br />

Mattiolo. Fra gli studenti anche il figlio di Fontana,<br />

Andrea, “reduce” dalla mininaja e “amico alpino” del<br />

Gruppo di Seghe.<br />

Il gruppo è stato accolto dal vicecomandante ten.<br />

col. Fregona; il cap. De Gruttola ha illustrato alla comitiva<br />

la vita militare in tutti i suoi aspetti. Dopo il<br />

pranzo in mensa, foto ricordo davanti al monumento<br />

“Lassù pugnammo”, dove c’è stato un caloroso<br />

incontro con 5 alpini vicentini in servizio al Settimo,<br />

fra cui due ragazze.


Sul cappello che noi portiamo... - 17<br />

LA NAPPINA - 1 a puntata<br />

Credo che quando, in occasione della recente telecronaca<br />

dei solenni funerali del nostro alpino Matteo<br />

Miotto, lo sprovveduto telecronista RAI definiva incredibilmente<br />

“pon pon” l’accessorio che sta sul nostro cappello<br />

alpino ed avente principalmente lo scopo di fissare<br />

la penna, universalmente noto con il nome di “nappina”,<br />

molti di noi abbiano quanto meno storto il naso;<br />

di qui l’idea di tracciare una breve storia delle origini di<br />

questo oggetto, perché magari non tutti sanno che...<br />

Nell’inverno 1879-80 le tensioni tra l’Italia ed l’Austria-Ungheria,<br />

che facevano presagire una guerra imminente,<br />

fecero sì che i battaglioni alpini fossero riuniti<br />

in 6 reggimenti ed assumessero per la prima volta la<br />

denominazione delle valli alpine e dei monti, con la seguente<br />

struttura:<br />

Reggimento Battaglione Compagnie<br />

Il 17 novembre 1880 (G.M. nota N. 218 - divisa e vestiario)<br />

vennero adottate per la prima volta in assoluto le<br />

nappine sul cappello alpino; esse furono praticamente le<br />

stesse prescritte per la fanteria di linea, ossia di forma ellissoidale,<br />

alte 53 mm e larghe al massimo 41 mm, in lana<br />

rossa con il centro nero, sul quale erano tessuti in lana<br />

bianca i numeri delle xompagnie di cui prima; interamente<br />

rosse invece erano le nappine per la truppa appartenente<br />

agli stati maggiori di eeggimento e di battaglione.<br />

a cura di Alberto Pieropan<br />

La nappina, la cui anima era di legno ovale verniciato<br />

del colore corrispondente a quello della lana, era<br />

dotata di un gambo in filo di ferro lungo 50 mm e perforata<br />

in modo da poter contenere la penna di corvo.<br />

Nell’occasione la coccarda tricolore, posta alla base<br />

della penna, veniva spostata nella parte frontale, sopra il<br />

fregio metallico, adottato con la medesima disposizione.<br />

Per gli ufficiali venne adottata una nappina identica<br />

a quella dei loro colleghi di fanteria, di forma ellissoidale<br />

e fatta a 4 giri di cordoncino con la croce di Savoia<br />

al centro in metallo lucido su fondo rigato; la nappina<br />

alta 50 mm e larga 36 mm nel suo punto massimo, era<br />

provvista di una piccola tulipa dello stesso metallo saldata<br />

alla sommità per il sostegno della penna e di un<br />

gambo di filo di ferro.<br />

Appena due anni dopo (R.D. del 15 ottobre 1882)<br />

questo tipo di nappina venne sostituito con quello che<br />

noi tutti oggi conosciamo, la nappina di colore differente<br />

a seconda della posizione del battaglione all’interno del<br />

reggimento, ovvero:<br />

Comando e deposito di reggimento: nappina gialla;<br />

I battaglione: nappina bianca;<br />

II battaglione: nappina rossa;<br />

III battaglione: nappina verde;<br />

IV battaglione: nappina blu.<br />

Reggim.<br />

1° AltoTanaro 1 a - 2 a - 3 a<br />

Val Tanaro<br />

4 a - 5 a - 6 a - 7 a<br />

Valcamonica<br />

52 a - 53 a - 54 a - 55 a<br />

2° Val Pesio 8 a - 9 a - 10 a - 11 a<br />

Col Tenda<br />

12 a - 13 a - 14 a - 15 a<br />

Val Schio<br />

59 a - 60 a - 61 a<br />

3° Val Stura 16 a - 17 a - 18 a - 19 a<br />

Val Maira<br />

20 a - 21 a - 22 a - 23 a<br />

Monti Lessini<br />

56 a - 57 a - 58 a<br />

4° Val Pellice 24 a - 25 a - 26 a - 27 a<br />

Val Chisone<br />

28 a - 29 a - 30 a - 31 a La ripartizione delle nappine fu la seguente:<br />

5°<br />

Val Brenta<br />

62 a - 63 a - 64 a<br />

Val Dora 32 a - 33 a - 34 a<br />

Moncenisio<br />

35 a - 36 a - 37 a<br />

nappina<br />

bianca<br />

nappina<br />

rossa<br />

nappina<br />

verde<br />

nappina<br />

blu<br />

6° Val Orco 38 a - 39 a - 40 a<br />

3° Val Stura Val Maira Monti Lessini -<br />

Val d’Aosta<br />

41 a - 42 a - 43 a<br />

4° Val Pellice Val Chisone Val Brenta -<br />

Cadore<br />

65 a - 66 a - 67 a - 68 a<br />

5° Val Dora Moncenisio Valtellina Alta Valtellina<br />

Val Tagliamento 69 a - 70 a - 71 a - 72 a 6° Val Orco Val d’Aosta Cadore Val Tagliamento<br />

Valtellina<br />

44 a - 45 a - 46 a - 47 a<br />

1° Alto Tanaro Val Tanaro Valcamonica -<br />

Alta Valtellina 48 a - 49 a - 50 a - 51 a<br />

2° Val Pesio Col Tenda Val Schio -<br />

Dopo questo provvedimento i colori delle nappine<br />

non cambiarono più (ad eccezione di quella del comando<br />

e deposito reggimentali), ma cambiò il loro abbinamento<br />

con i vari battaglioni e ciò in seguito alle innumerevoli<br />

variazioni organiche succedutesi nel corso di<br />

più di un secolo di storia dei reparti.


18 - Sul cappello che noi portiamo...<br />

Cappello Alpino mod. 1880<br />

con dettaglio delle nappine<br />

adottate nel 1880 e 1882<br />

Nel 1885 prevalse il<br />

criterio basato sull’assegnazione<br />

a ciascun reggimento<br />

dei tre o quattro<br />

battaglioni reclutati nelle<br />

zone di frontiera corrispondenti<br />

al reggimento;<br />

a partire dal 1° aprile<br />

1885 la composizione dei<br />

reggimenti e l’assegnazione<br />

delle nappine fu la seguente:<br />

Reggim. nappina nappina nappina nappina<br />

bianca rossa verde blu<br />

1° Alto Tanaro Val Tanaro Val Pesio -<br />

2° Col Tenda Val Stura Val Maira -<br />

3° Val Chisone Val Dora Moncenisio -<br />

4° Val Pellice Val Orco Val d’Aosta -<br />

5° Valtellina Alta Valtellina Valcamonica<br />

6° Monti Lessini Val Schio Val Brenta Cadore e<br />

Val Tagliamento<br />

Con R.D. del 10 luglio 1887, il 6° reggimento, che comprendeva<br />

ben cinque battaglioni, veniva scisso dando vita<br />

al 7° reggimento alpini, che era formato da tre battaglioni.<br />

Con questo nuovo ordinamento il corpo degli alpini<br />

risultò strutturato su 22 battaglioni, con 75 compagnie<br />

permanenti (numerate progressivamente dall’1 a 75) e su<br />

22 battaglioni di milizia territoriale con 75 compagnie (anch’esse<br />

numerate da 1 a 75); inoltre i battaglioni persero<br />

il nome delle valli per assumere quello delle città sede dei<br />

rispettivi magazzini di approntamento.<br />

Questa la nuova composizione con relativi colori delle<br />

nappine:<br />

Reggim. nappina nappina nappina nappina<br />

bianca rossa verde blu<br />

1° Pieve di Teco Ceva Mondovì -<br />

2° Borgo S.Dalmazzo Vinadio Dronero -<br />

3° Fenestrelle Susa I Susa II -<br />

4° Pinerolo Ivrea Aosta -<br />

5° Morbegno Tirano Edolo Rocca d’Anfo<br />

6° Verona <strong>Vicenza</strong> Bassano Cadore<br />

7° Feltre Pieve di Cadore Gemona -<br />

Cappello mod. 1873 da sottotenente del 2° Rgt. Alpini<br />

con fregio adottato nel 1880 e nappina<br />

(da notare che la larghezza del distintivo<br />

di grado non è quella regolamentare)<br />

Dal 1888 al 1909 si verificarono solamente spostamenti<br />

e cambi di denominazione di numerosi Battaglioni.<br />

Nel 1902 (Legge N. 266 del 3 luglio 1902) venne<br />

istituito il grado “maresciallo”, grado destinato ai “furieri<br />

maggiori” con almeno 12 anni di anzianità adottata<br />

per il cappello dei marescialli una nappina speciale,<br />

simile a quella degli ufficiali, ma con il bordo esterno<br />

ed il fondo completamente lisci.<br />

Il 1° ottobre 1909 viene costituito l’8° Reggimento<br />

e di conseguenza la specialità alpina assunse il seguente<br />

ordinamento:<br />

Reggim. nappina nappina nappina nappina<br />

bianca rossa verde blu<br />

1° Ceva Pieve di Teco Mondovì -<br />

2° Borgo S.Dalmazzo Dronero Saluzzo -<br />

3° Pinerolo Fenestrelle Excilles Susa<br />

4° Ivrea Aosta Intra -<br />

5° Morbegno Tirano Edolo Vestone<br />

6° Verona <strong>Vicenza</strong> Bassano -<br />

7° Feltre Pieve di Cadore Belluno -<br />

8° Tolmezzo Gemona Cividale -<br />

Finora, come si è notato, abbiamo parlato del cappello<br />

alpino nella sua versione originaria datata 1873 (in<br />

feltro rigido, di colore nero, detto anche a “bombetta”)<br />

e delle modifiche adottate nel 1880 con l’adozione della<br />

nappina e del nuovo fregio frontale, ma dobbiamo attendere<br />

il 1910 perché arrivi l’adozione del nuovo cappello<br />

alpino in feltro grigio-verde, ovvero quello che ancora<br />

oggi noi indossiamo orgogliosamente.<br />

Ma di questo parleremo nella prossima puntata.<br />

Le informazioni e le illustrazioni sono tratte dal volume<br />

“Il Cappello Alpino” di Stefano Ales edito nel 2005<br />

dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.


Lettere in redazione- 19<br />

A proposito degli alpini in televisione<br />

Egregio presidente Galvanin, egregio direttore Biesuz,<br />

a fronte dell’articolo pubblicato a pagina 11 di Alpin<br />

fa Grado di marzo 2011 a firma di Federico Murzio, circa<br />

la partecipazione alla trasmissione televisiva, siamo<br />

a chiedere il diritto di replica dato che, anche se non direttamente<br />

citati, è facilissimo, per non dire scontato,<br />

capire di chi si tratta tanto più che esistono, per l’appunto,<br />

le immagini televisive.<br />

Troviamo l’articolo profondamente lesivo della nostra<br />

dignità di persone e di Alpini, soprattutto nella seconda<br />

parte dell’articolo. Premesso che in linea generale,<br />

Federico Murzio è liberissimo di avere la sua opinione<br />

personale sul fatto che sia o meno opportuna la<br />

partecipazione a questo tipo di eventi, contestiamo l’articolo<br />

nel merito e nel modo. Innanzitutto ciò che non<br />

è sufficientemente specificato è che quella “rappresentanza<br />

Ana” era una rappresentanza ufficiale dell’Ana,<br />

la cui partecipazione è stata decisa dal presidente<br />

Perona. Tra l’altro non vi erano solo i tre consiglieri<br />

della sezione di <strong>Vicenza</strong>, ma anche il vicepresidente<br />

vicario della sezione di Monza, il responsabile<br />

del servizio d’ordine nazionale, consiglieri delle sezioni<br />

di Milano, Monza, Padova, Valdagno oltre a quattro<br />

capigruppo e rappresentanti alpini di Bari, Napoli,<br />

Torino, Roma in aggiunta a quelli delle succitate sezioni.<br />

Va considerato che proprio perché era una rappresentanza<br />

ufficiale dell’Ana, al nostro arrivo a Roma<br />

siamo stati ricevuti ed accompagnati dal delegato<br />

nazionale di Roma ed ospitati per il pranzo nella sede<br />

della sezione di Roma.<br />

Il presidente sezionale Galvanin era stato precedentemente<br />

informato dell’evento, in particolare della<br />

partecipazione dei consiglieri di <strong>Vicenza</strong> e, se lo<br />

avesse ritenuto opportuno, poteva decidere che nessun<br />

rappresentante della sezione di <strong>Vicenza</strong> vi avrebbe<br />

partecipato. In realtà, in coerenza con ciò che usa<br />

ripetere ai capigruppo e cioè che devono uniformarsi<br />

alle direttive degli organi superiori dell’Ana, anche lui<br />

si è uniformato alle direttive del presidente nazionale.<br />

Possiamo anche concordare che la rappresentanza<br />

non fosse al più alto livello dell’Ana, ma quante volte<br />

i consiglieri rappresentano la sezione in varie occasioni<br />

E non per questo l’importanza della sezione<br />

ne viene sminuita.<br />

Eppoi nessuno di noi ha “sgomitato per esserci”. Semplicemente<br />

ci è stata chiesta la disponibilità di due giorni<br />

(tra cui uno lavorativo) per rappresentare l’Ana. Come<br />

sempre fanno gli alpini, dato che non ci siamo proposti<br />

ma siamo stati chiamati, ognuno di noi l’ha intesa<br />

come un dovere, tanto più che come al solito, a fronte<br />

dell’impegno di tempo e risorse personali, nessuno di<br />

noi ne ha guadagnato nulla.<br />

Grave anche affermare nell’articolo: “quando si accetta<br />

di partecipare... (omiss)... è buona regola riflettere<br />

prima sull’opportunità di farlo”; implicitamente si sta<br />

accusando, in primis, il presidente Perona di non aver<br />

riflettuto a sufficienza prima di accettare la partecipazione<br />

dell’Ana alla suddetta trasmissione.<br />

Per quanto concerne il “giochino”, nessuno di noi conosceva<br />

le modalità con cui si sarebbe svolto, e l’impegno<br />

è stato preso veramente sul serio consci che eravamo<br />

comunque i rappresentanti dell’Ana. È facile parlare<br />

col “senno di poi” per criticarne le modalità, e comunque<br />

nessuno era obbligato a guardarlo, tanto meno<br />

Federico.<br />

Ci saremmo aspettati che prima della pubblicazione<br />

di un articolo con critiche personali ai partecipanti, in<br />

particolare a noi consiglieri della sezione di <strong>Vicenza</strong>, Federico<br />

Murzio ci avesse contattati per informarsi meglio<br />

delle modalità e delle ragioni della nostra partecipazione;<br />

questo sarebbe, a nostro avviso, doveroso con qualsiasi<br />

persona, tanto più fra alpini e tanto più fra consiglieri<br />

sezionali, come siamo noi e Federico.<br />

Ci permettiamo anche di evidenziare l’inopportunità<br />

di un articolo siffatto, perché le critiche espresse a noi<br />

consiglieri della sezione di <strong>Vicenza</strong>, che come più sopra<br />

spiegato sono a nostro avviso immotivate, sono peraltro<br />

chiaramente estensibili indistintamente a tutti i<br />

partecipanti, non ultimi i dirigenti Ana delle altre sezioni<br />

presenti. Dato che Alpin fa grado viene spedito a tutte<br />

le sezioni, ci chiediamo se questo articolo, quando lo<br />

leggeranno, non finirà per mettere in difficoltà il presidente<br />

Galvanin e l’intera sezione di <strong>Vicenza</strong> nei confronti<br />

delle sezioni partecipanti alla trasmissione, del<br />

presidente Perona e del CDN. Scrivendolo non ha pensato<br />

al danno che può causare alla sezione<br />

Rimane pure da chiarire se questa opinione è un’opinione<br />

personale oppure se rappresenta la linea editoriale<br />

di Alpin fa Grado o addirittura della sezione di <strong>Vicenza</strong>.<br />

Ma non può tuttavia rappresentare la posizione<br />

della sezione, o di Alpin fa Grado che ne è l’organo informativo,<br />

perché il presidente Galvanin non si è opposto<br />

alla partecipazione. Quindi è solo un’opinione personale.<br />

Ma allora chi è Federico Murzio per “pontificare” in


20 - Lettere in redazione / Varie<br />

questo modo contro i partecipanti dalle pagine del periodico<br />

sezionale<br />

Tra l’altro rimarrebbe da spiegare il motivo di tutta<br />

questa acredine nei confronti degli stessi.<br />

Alpinamente!<br />

Luca Bolla<br />

Capozona Val del Guà, consigliere sez. Ana <strong>Vicenza</strong><br />

Francesco Greselin<br />

Capogruppo Montegalda, consigliere sez. Ana <strong>Vicenza</strong><br />

Nicola Stoppa<br />

Consigliere sez. Ana <strong>Vicenza</strong>, responsabile commissione<br />

giovani<br />

Risponde Dino Biesuz<br />

La linea editoriale di Alpin fa grado è tracciata dall’articolo<br />

che il presidente Galvanin scrive a pagina 3<br />

di ogni numero. Gli altri articoli riportano il pensiero<br />

di chi li scrive: il periodico sezionale è aperto a tutti,<br />

anche alle critiche, purché costruttive ed entro i limiti<br />

della correttezza. Mi dispiace che i tre consiglieri vicentini<br />

si sentano bersaglio delle critiche di Federico<br />

Murzio, perché non è assolutamente così. Le osservazioni<br />

sono rivolte proprio ai vertici dell’Ana nazionale,<br />

per l’adesione a una trasmissione “leggera”: sono convinto<br />

che è meglio dire chiaramente quello che si pensa,<br />

piuttosto che brontolare di nascosto.<br />

Risponde Federico Murzio<br />

Mininaja<br />

in due sessioni<br />

Nel 2011 la mininaja - chiamata “Vivi le forze<br />

Armate” - si svolgerà in due sessioni da tre settimane<br />

ciascuna: dal 18 luglio al 5 agosto e dal 29<br />

agosto al 16 settembre. Per le Truppe alpine i corsi<br />

si terranno nelle sedi che già hanno ospitato i ragazzi<br />

nelle scorse edizioni: La Thuile (Aosta - Centro<br />

add. alpino), San Candido (Bolzano - 6° Reggimento<br />

alpini), Bousson- Sestrière (Torino - Brigata<br />

Taurinense), Belluno (7° Reggimento alpini).<br />

La partecipazione è riservata ai giovani di ambo<br />

i sessi, di età compresa tra i 18 ed i 30 anni in<br />

possesso della necessaria idoneità fisica. La presentazione<br />

delle domande potrà avvenire esclusivamente<br />

via internet compilando un modulo “on<br />

line” pubblicato sul sito della Difesa (www.difesa.it)<br />

. Nella domanda occorrerà, tra l’altro, precisare<br />

il corpo e la sede in cui si vuole svolgere lo<br />

stage: chi chiederà di andare negli alpini sarà, dunque,<br />

mandato negli alpini.<br />

Fondamentale, per poter accedere ai corsi, sarà<br />

la tempestività della presentazione della domanda,<br />

visto che la selezione (una volta rispettati i requisiti<br />

fisici) avverrà con criterio cronologico in base<br />

alla presentazione. In Internet (www.difesa.it) si<br />

possono trovare i bandi e si può compilare la domanda.<br />

Naturalmente confermo quanto scritto nell’articolo,<br />

tanto più alla luce dei toni e dei contenuti di una lunga<br />

e legittima replica che però non interviene mai nel merito<br />

di quanto da me denunciato. Mi rendo conto di aver<br />

urtato la sensibilità dei tre consiglieri. Ma l’orgoglio ferito<br />

dei singoli viene molto dopo il bene dell’Associazione<br />

che passa anche attraverso critiche e osservazioni.<br />

Cose che come associato ho il diritto, e come giornalista<br />

ho il dovere di esprimere sul periodico che è la<br />

voce degli alpini della sezione. E che ci siano persone<br />

che la pensino diversamente da Bolla, Stoppa e Griselin<br />

è un fatto di cui anche Bolla, Stoppa e Griselin dovrebbero<br />

imparare e tenere conto.


Vita dei gruppi - 21<br />

ALTA VAL LIONA<br />

Insieme per crescere<br />

I capigruppo della Zona Alta Val Liona anche nel 2010<br />

hanno proposto vari tornei sotto il segno dell’amicizia<br />

e dello stare insieme. Sono stati coinvolti giovani e veci,<br />

attraverso proposte che suscitassero il loro interesse<br />

e il loro entusiasmo ma soprattutto la voglia di partecipazione.<br />

Le varie gare sono state giocate con molta sportività<br />

in un clima di assoluta amicizia e con una forte carica<br />

di entusiasmo dagli alpini e dai soci aggregati.<br />

Come negli anni passati, quattro sono stati i tornei organizzati.<br />

Nel calcio a 7 si è imposto il gruppo di Grancona,<br />

che ha vinto anche la gara di bocce “alla sbrodegona”;<br />

nel cavapallino ha vinto San Giovanni in Monte<br />

e nel tresette si sono rivelati imbattibili i soci di Zovencedo<br />

- San Gottardo. È stata stilata una classifica generale<br />

in base ai piazzamenti ottenuti e vincitore assoluto<br />

del Torneo è risultato il gruppo di Grancona, seguito<br />

da San Giovanni in Monte, Zovencedo-San Gottardo,<br />

San Germano, Villa del Ferro, Pozzolo e Perarolo. Le<br />

premiazioni si sono svolte al termine di una piacevole<br />

serata conviviale nella sede del gruppo di Grancona, con<br />

la presenza del vice presidente sezionale Silvano Spiller.<br />

Un grazie è andato agli alpini del gruppo di Grancona<br />

per l’ospitalità e per la raffinata cena “tipica vicentina”<br />

ed a tutti quelli che hanno collaborato per la<br />

buona riuscita della stagione sportiva 2010.<br />

I vari tornei sono stati programmati anche per quest’anno<br />

con la stessa convinzione e con lo stesso spirito alpino.<br />

150° dell’Unità d’Italia<br />

con cittadini e scolari<br />

M.B.<br />

Il 17 marzo 2011 i gruppi della Zona Alta Val Liona hanno<br />

celebrato in contemporanea la cerimonia per il 150°<br />

anniversario dell’Unità d’Italia, unendosi agli altri 4.300<br />

gruppi che nello stesso momento, alle 9 in punto, innalzavano<br />

il Tricolore nei cieli del Paese. È stato un gesto<br />

semplice, ma potente, che racconta l’amore sincero<br />

degli Alpini verso l’Italia. L’alzabandiera, accompagnato<br />

dall’inno nazionale cantato in coro da tutti i presenti, è<br />

stato il momento principale della cerimonia, a cui hanno<br />

preso parte anche alunni e insegnanti dell’Istituto<br />

comprensivo Val Liona oltre a numerosi cittadini che<br />

hanno voluto festeggiare l’unità d’Italia. I bambini hanno<br />

recitato alcune poesie, quindi il capogruppo ha letto<br />

il saluto che il presidente Perona ha inviato a tutti i gruppi<br />

per la speciale occasione.<br />

ALTAVILLA<br />

Studenti in visita alla sede<br />

Una ventata di giovinezza, il 18 maggio, nella sede del<br />

gruppo alpini di Altavilla Vicentina, che ha ospitato le<br />

prime classi della scuola media Alessandro Manzoni, accompagnate<br />

dagli insegnanti. Dopo l’alzabandiera, con<br />

il canto dell’Inno di Mameli, hanno fatto una passeggiata<br />

sulle colline circostanti. Al rientro hanno potuto osservare<br />

vari reperti bellici risalenti alla prima e seconda<br />

guerra mondiale, illustrati e descritti da Luciano Carlotto.<br />

È seguito il rinfresco, molto apprezzato. La foto ricordo<br />

è stata scattata davanti al monumento della sede.<br />

CASTELNOVO<br />

Targa a Gino Comparin<br />

deportato in Germania<br />

Il gruppo alpini di Castelnovo ha festeggiato il proprio<br />

socio Gino Comparin, consegnandogli una targa in ricordo<br />

della deportazione subita durante la Seconda guerra<br />

mondiale. Nato ad Arsiero nel 1921, chiamato alle armi<br />

a 19 anni nel 1940 fu arruolato nell’8° reggimento btg<br />

Tolmezzo. Ebbe la fortuna di non essere mandato al fronte<br />

e fu trasferito come guardia frontiera a Tarvisio. Il peg-


22 - Vita dei gruppi<br />

gio per lui arrivò con l’armistizio del 1943, quando i tedeschi,<br />

feriti nell’orgoglio, fecero tutti prigionieri e li caricarono<br />

sui treni per portarli in un campo di concentramento<br />

nazista a Danzica (in Italia tentò la fuga, quasi riuscita,<br />

ma fu ripreso e deportato con gli altri commilitoni).<br />

Dopo 26 mesi, lunghi e interminabili, in un regime di<br />

completa e più nera austerità (freddo rigidissimo, mancanza<br />

di vestiario, servizi igienici, cibo, ecc.), fu liberato<br />

dai russi e rimpatriato, con l’intervento della Croce<br />

Rossa Internazionale (era il 27 settembre 1945). Il 16 ottobre<br />

1945 arrivò a Bolzano e quindi finalmente a casa.<br />

DUEVILLE<br />

Generosità alpina<br />

Gino Comparin, al centro,<br />

con il capogruppo Giuseppe Zamberlan<br />

Ripulita la chiesa<br />

Passando diverse<br />

ore in un<br />

gabbione appeso<br />

a una gru, gli<br />

alpini del gruppo<br />

di Castelnovo<br />

hanno ripulito<br />

la facciata e<br />

altre pareti della<br />

chiesa parrocchiale;<br />

particolare<br />

cura è<br />

stata messa per<br />

rimuovere lo<br />

sporco lasciato<br />

dai colombi<br />

nelle nicchie,<br />

sui cornicioni e<br />

attorno alle statue.<br />

l presidente sezionale Giuseppe Galvanin ha consegnato,<br />

nella sede comunale di Dueville, un contributo ad alcune<br />

famiglie del circondario pesantemente colpite dalla<br />

tragica alluvione dello scorso novembre.<br />

Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Dueville ed alcuni<br />

rappresentanti dell’amministrazione comunale, che<br />

hanno sottolineato l'importante contributo dato dagli alpini,<br />

sempre pronti a dare una mano quando ce n’è bisogno.<br />

LONIGO<br />

Rinnovato il direttivo<br />

Numerose le iniziative<br />

Una sala civica di Lonigo affollata di alpini e amici, ospite<br />

d’onore il vice comandate del 7° alpini di Belluno Stefano<br />

Fregona, ha ospitato un incontro su Nikolajewka e<br />

sui nostri giovani in missione in Afghanistan. Sono intervenuti<br />

autorità locali, il presidente della sezione Giuseppe<br />

Galvanin e Gianni Periz, che ha presentato un’intervista<br />

inedita a Giulio Bedeschi, autore di Centomila<br />

gavette di ghiaccio; a conclusione di una serata emozionante<br />

Nicola Stoppa ha portato i saluti della commissione<br />

giovani. Il giorno dopo è stato eletto il nuovo direttivo;<br />

alla guida del gruppo è stato confermato Sergio Portinari,<br />

che ha manifestato la volontà di procedere dando<br />

continuità al triennio che ha visto rinnovarsi il gruppo<br />

dirigente e la nascita di innumerevoli iniziative, che hanno<br />

riscosso grande successo fra i leoniceni. Il nuovo direttivo<br />

ha nominato vicecapogruppo Luca Bolla e segretario<br />

Mario Nicolatto. I consiglieri sono Fabio Faedo,<br />

Loris Caletti, Livio Iselle, Claudio Vigolo, Enzo Ma-


Vita dei gruppi - 23<br />

raschin, Federico Palladin, Stefano Ferrandi, Antonio Cunegatti,<br />

Mauro Brocchini. Revisori dei conti, Paolo Meneghini,<br />

Denis Antoniazzi e Alessandro Padrin. Un bel<br />

direttivo - è stato detto - e auspichiamo laborioso, visto<br />

le numerose iniziative elencate nel vademecum consegnato<br />

a tutti i soci: si comincia con una serata dedicata<br />

al Tricolore, in onore dei 150 anni dell’unità, con un concerto<br />

dei Crodaioli di Bepi De Marzi, nel Santuario della<br />

Madonna dei Miracoli. Un ricco calendario porterà a<br />

coinvolgere molti altri amici e si confida di recuperare<br />

molti consensi fra di essi e nuovi soci.<br />

Amici che troveranno a breve anche una sede, la baita<br />

rinnovata e più accogliente, in questa direzione infatti il<br />

gruppo di Lonigo è determinato a realizzare un insieme<br />

di lavori per dare maggior accoglienza agli ospiti.<br />

La cerimonia di presentazione del restauro alla cittadinanza<br />

di Longara e della Riviera Berica è avvenuta alla<br />

presenza della signora Marta Ghirardi, del capogruppo del<br />

gruppo alpini di Campedello cav. Roberto Alberton, del<br />

consigliere comunale Mariano Docimo che ha rappresentato<br />

il sindaco, del presidente della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

Giuseppe Galvanin e del parroco dell’unità pastorale<br />

locale don Giuseppe che ha benedetto il sacello. A ricordo<br />

dell’evento è poi stata scoperta una targa ricordo.<br />

Riconfermato capogruppo per la quarta volta Danilo Panizzon.<br />

A lui vanno i nostri complimenti ed auguri di<br />

buon lavoro.<br />

MONTECCHIO MAGG.<br />

Raduno dei reduci<br />

del <strong>Vicenza</strong> e del Val Leogra<br />

Si è tenuto nella chiesetta degli alpini ai Castelli di Montecchio<br />

Maggiore il tradizionale raduno dei reduci dei<br />

btg. <strong>Vicenza</strong> e Val Leogra. Il programma prevedeva l’alzabandiera,<br />

la deposizione delle corone al monumento<br />

dell’alpino e la messa, officiata da don Massimo che, con<br />

fervore e dovizia di particolari, ha raccontato alcuni frammenti<br />

di storia della Julia sul fronte greco-albanese.<br />

La giornata di pioggia ha certamente limitato la presenza<br />

dei reduci e dei loro familiari. Un plauso è andato agli<br />

alpini del gruppo di Montecchio Maggiore per l’organizzazione<br />

di supporto logistico alla manifestazione ed<br />

al tesoriere Arcangelo Murzio, che rappresentava la sezione<br />

di <strong>Vicenza</strong>, anche per il compito di cerimoniere<br />

svolto con maestria ed esperienza. Un invito particolare<br />

è stato rivolto alla sezione Ana affinché questa ricorrenza<br />

non debba essere ricondotta ad una mera data sul<br />

calendario delle manifestazioni, ma rimanga un appuntamento<br />

importante, per riservare doverosamente ai reduci<br />

che ormai, purtroppo, stanno andando avanti, il giusto<br />

e meritato ricordo.<br />

MONTEGALDA<br />

Riuscita adunata per i 57 anni<br />

MALO<br />

Confermato Panizzon<br />

Niente di nuovo sotto il sole. A<br />

febbraio il gruppo alpini di Malo<br />

ha proceduto alla consultazione<br />

elettorale riservata ai soci in regola<br />

con il tesseramento 2010, per<br />

eleggere il direttivo che reggerà<br />

la carica per il triennio 2011-2013.<br />

In quest’anno dal significato particolare, dovuto alla ricorrenza<br />

del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il rinnovarsi<br />

di una cerimonia storica acquisisce ancora maggior<br />

valore. Così molte sono state le testimonianze di<br />

apprezzamento e d’incoraggiamento che ci sono pervenute<br />

da più parti per l’adunata che ha festeggiato i 57<br />

anni di vita del gruppo Ana di Montegalda, che ci stimolano<br />

a tramandare quelli che per noi sono valori, quali<br />

la solidarietà, l’amicizia, la lealtà, la fraternità, l’amor<br />

patrio, il rispetto delle istituzioni e la fede saldamente<br />

radicati nello spirito alpino. A contribuire alla riuscita<br />

della due giorni per la commemorazione di chi prima di


24 - Vita dei gruppi<br />

noi ha creduto in quei valori, è stata la partecipazione di<br />

autorità e di alpini delle varie zone, dei cori e delle comunità.<br />

A loro è stato rivolto un ringraziamento, esteso<br />

al consigliere nazionale Antonio Munari, al presidente<br />

della sezione di Valdagno Nazario Campi, ai consiglieri<br />

sezionali di <strong>Vicenza</strong>, al gen. Innecco ed alle autorità<br />

di Montegalda e di Montegaldella.<br />

MONTEVIALE<br />

Festeggiati i 150 anni dell’unità d’Italia<br />

Il gruppo alpini di Monteviale ha ricordato in sede il<br />

150° anno dell’unità d’Italia con l’alzabandiera e con il<br />

canto da parte dei soci dell’inno di Mameli. La cerimonia<br />

è proseguita con le autorità comunali davanti al monumento<br />

ai Caduti.<br />

Gli alpini del gruppo si sono sentiti onorati della presenza<br />

dei vessilli delle sezioni di <strong>Vicenza</strong> e di Valdagno,<br />

dei gagliardetti di 47 Gruppi delle province di <strong>Vicenza</strong><br />

e di Padova, che domenica hanno sfilato lungo<br />

le vie del paese prima e dopo la messa. Molto apprezzati<br />

i cori “Amici miei Toni Docimo” e di “Novale”<br />

che nella serata di sabato si sono esibiti con grande<br />

maestria nella Chiesa Parrocchiale di Montegaldella<br />

gremita per l’occasione.<br />

S.B.<br />

POJANA MAGGIORE<br />

La Giornata dell’Unità<br />

La foto è stata scattata davanti alla sede del<br />

gruppo di Pojana Maggiore in occasione della<br />

breve cerimonia dell’alzabandiera, con<br />

lettura della missiva del presidente nazionale<br />

ai gruppi, in occasione della giornata<br />

dell’Unità d’Italia il 17 marzo scorso. L’immagine<br />

ritrae il consiglio direttivo con alcuni<br />

soci intervenuti per l’occasione.


Vita dei gruppi - 25<br />

TORRI LERINO<br />

Rivissuta coi ragazzi la guerra nei forti dell’Altopiano<br />

Come è ormai consuetudine del nostro gruppo abbiamo promosso un’attività culturale con gli studenti della 3 a media<br />

di Torri di Quartesolo, articolandola in due incontri per dare la possibilità di presentare il programma della visita<br />

culturale alle località vicentine e trentine della guerra, ma soprattutto per motivare i ragazzi e coinvolgerli in<br />

una ricerca in cui, utilizzando i mezzi a loro disposizione, avrebbero potuto conoscere preventivamente le località<br />

da visitare e i fatti che vi si sono svolti. Nel primo incontro, abbiamo presentato il programma della visita didattica<br />

sulle località del Basson, Forte Luserna e Belvedere e chiesto ai ragazzi, organizzati in più gruppi di lavoro per<br />

classe, di preparare uno studio. Poi è stato proiettato il video “Campi di battaglia del fronte occidentale” integrato<br />

da foto e commenti del nostro alpino Davide sul fronte italiano con lo scopo di dare un’idea di come e perché si è<br />

entrati nella Grande Guerra, ma soprattutto come si viveva quotidianamente al fronte.<br />

In maggio è stata effettuata l’escursione con la partecipazione di più di 90 persone di cui 70 alunni più i professori e gli<br />

alpini di servizio al seguito, con la presenza inoltre del sindaco alpino Marchioro e dell’assessore alla cultura Frizzo. Per<br />

le spiegazioni sono stati contattati il prof. Sandro Speranza e Pierantonio Graziani capogruppo alpini di Marola. Durante<br />

il tragitto sono stati spiegati i confini del 1915 e prima di arrivare alla località Basson un ragazzo ha letto la ricerca<br />

sulla prima battaglia degli altipiani. Al Vezzena ci aspettava il capogruppo alpini di Lavarone, che ci ha accompagnato<br />

nella visita alla chiesetta di Santa Zita. Poi, divisi gli alunni in due gruppi, si è proceduto alla spiegazione tatticostorica<br />

della battaglia del Basson. A Millegrobe-Luserna è stata letta la ricerca sulla storia del forte fatta dai ragazzi. La<br />

visita al forte è stata preceduta da una bella scarpinata. A Lavarone nella sede Ana, è stato consumato un tipico rancio<br />

alpino. Nel pomeriggio visita al forte Belvedere, sempre preceduta dalla lettura della relazione preparata dai ragazzi.<br />

Le animazioni interattive del forte hanno emozionato i ragazzi facendoli partecipi della durissima vita vissuta dagli occupanti<br />

sotto i bombardamenti italiani di cui avevano visto già i risultati sulle rovine del forte di Luserna. Nel complesso<br />

i ragazzi sono stati soddisfatti di questa esperienza alla quale si è voluto dare al massimo grado quell’aspetto di “gita<br />

di istruzione” che troppo spesso le gite scolastiche non hanno. Comunque per premiare l’assidua attenzione richiesta<br />

e per scaricare la vivacità dei ragazzi, “dulcis in fundo” una breve sosta, in fase di rientro, alla birreria Summano di Piovene.<br />

Per concludere, partendo come spunto da quello che si è visto e conosciuto si è cercato di educare i ragazzi ai nostri<br />

valori della disciplina, dell’obbedienza e del sacrificio per gli altri. Concetti che noi abbiamo ricevuto dai nostri padri<br />

e che vogliamo diventino loro o che quantomeno lascino un segno nella loro memoria.<br />

Bruno Mioni


26 - Vita dei gruppi<br />

SARMEGO E GRUMOLO<br />

Assieme per i 150 anni<br />

Il 17 marzo il gruppo di Sarmego si è ritrovato davanti al<br />

monumento ai Caduti per celebrare il 150° anniversario<br />

dell’unità d'Italia con la partecipazione del gruppo di Grumolo<br />

Delle Abbadesse e il sindaco Flavio Scaranto con<br />

la giunta comunale. Alla cerimonia non sono voluti mancare<br />

i due soci più anziani del gruppo di Sarmego, Luigi<br />

Bettinardi, co-fondatore e vice capogruppo, e Giuseppe<br />

Pavin, il quale, oltre a ospitare nei propri locali il gruppo<br />

alpini, ne è stato anche a capo negli anni passati.<br />

Al termine si è svolto un rinfresco presso la sede. I convenuti<br />

sono andati poi a a Grumolo per partecipare alla<br />

cerimonia guidata dal capogruppo Giorgio Nardi davanti<br />

al monumento ai Caduti del paese. Un grazie è andato<br />

a sindaco e giunta comunale, e ai gruppi alpini di<br />

Sarmego e Grumolo per la collaborazione e l’ottima riuscita<br />

della manifestazione.<br />

SOSSANO<br />

Setto nuovo capogruppo<br />

La prematura scomparsa del compianto Luigi Sbicego ha<br />

fatto da sfondo alle elezioni del nuovo direttivo del gruppo<br />

di Sossano. Nonostante il clima festoso della cena annuale,<br />

ambito nel quale si sono tenute le elezioni, era palpabile<br />

la commozione che aleggiava tra i presenti e che<br />

è sfociata in un lungo, commosso applauso quando il capogruppo<br />

uscente Carlo Antonio Balduzzo ha ricordato<br />

lo scomparso. Erano presenti il presidente sezionale Galvanin,<br />

che ha consegnato una pergamena ricordo ai figli<br />

di Sbicego, ricordando nel suo discorso l’importanza di<br />

mantenere saldi i valori alpini di solidarietà e vicinanza<br />

alla popolazione, espressi anche durante l’alluvione dello<br />

scorso autunno. Nel corso della riunione tra i soci, seguita<br />

alle elezioni, che hanno visto la nomina di Antonio<br />

Setto quale nuovo capogruppo, sono emerse delle importanti<br />

indicazioni per le attività del gruppo delle quali<br />

il nuovo consiglio dovrà tenere conto.<br />

ZERMEGHEDO<br />

L’alpino Rodolfo Bertola<br />

è tornato a baita<br />

L’alpino Rodolfo Bertola,<br />

classe 1921 di Zermeghedo,<br />

è tornato a<br />

baita. È stato un momento<br />

di commozione<br />

in paese, quando il suo<br />

piastrino, trovato durante<br />

le ricerche dei resti dei<br />

caduti e dispersi in Russia,<br />

è stato consegnato<br />

alla cugina Maria Bertola.<br />

La consegna, durante<br />

le manifestazioni<br />

per i 75 anni del gruppo<br />

Alpini di Zermeghedo,<br />

Maria Bertola con il piastrino è stata fatta da Gianni<br />

del cugino caduto in Russia Periz, da anni impegnato<br />

nella ricerca di notizie<br />

e testimonianze sulla tragica Campagna di Russia.<br />

ZOVENCEDO<br />

SAN GOTTARDO<br />

Rassegna di cori alpini<br />

Il gruppo alpini ha rinnovato l’annuale rassegna di cori<br />

alpini che si è tenuta nella palestra di San Gottardo. Hanno<br />

cantato il coro della brigata Tridentina e il coro alpino<br />

di Novale. La serata vissuta con grande emozione e<br />

soddisfazione, ha voluto premiare i cori per la loro bravura<br />

nell’esecuzione dei canti. In chiusura i due cori hanno<br />

cantato insieme il suggestivo brano “Signore delle<br />

cime”, seguito dall’Inno di Mameli, con la partecipazione<br />

di tutti i presenti.


Protezione Civile - 27<br />

Dopo le lezioni teoriche si sono svolte due riuscite esercitazioni<br />

EMERGENZA IN DUE SCUOLE A MARANO<br />

Sono da poco passate le dieci ed una tranquilla mattina<br />

in classe viene sconvolta da uno scoppio fortissimo<br />

che proviene dalla caldaia della scuola elementare<br />

di Marano. La paura di una fuga di gas è<br />

davvero concreta, immediatamente viene staccato<br />

l’interruttore generale della corrente e chiuso il gas,<br />

mentre i ragazzini in fila escono dalle scuole e vanno<br />

con ordine ai punti di raccolta. Arrivano le squadre<br />

di protezione civile Ana di Marano e della Val<br />

Leogra, i cinofili, la squadra alpinistica e la squadra<br />

sanitaria, tutti della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>.<br />

Con loro la squadra comunale maranese. Per prima<br />

cosa allestiscono una tenda per il primo soccorso.<br />

Due persone mancano all’appello e cominciano<br />

subito le ricerche.Un ferito viene recuperato dai<br />

sanitari insieme alla squadra cinofila, il secondo disperso<br />

era bloccato nella torretta della scuola: trovato dai cinofili<br />

e messo in sicurezza sulla barella spinale dalla<br />

squadra sanitaria, è stato calato con una teleferica dalla<br />

squadra alpinistica.<br />

Fortunatamente si è trattato solo di una esercitazione,<br />

ma le emozioni e le sensazioni di emergenza erano davvero<br />

palpabili tra i quasi cinquecento bambini e i loro<br />

insegnanti, che sono stati coinvolti da questo tipo di esperienza,<br />

ma anche tra i numerosi volontari che hanno potuto<br />

così testare la loro capacità e competenza.<br />

“È la prima volta che svolgiamo questo tipo di esercitazione<br />

a Marano - commenta il caposquadra Giacomo<br />

Berlato - arrivata dopo le lezioni teoriche che abbiamo<br />

tenuto a tutti gli alunni della scuola elementare. Credo<br />

che difficilmente questa esperienza verrà dimenticata“.<br />

“È uno dei nostri obbiettivi coinvolgere sin da piccoli i<br />

ragazzi, spiega il coordinatore della protezione civile<br />

della sezione Roberto Toffoletto, perché in caso di emergenza<br />

vera si sappia cosa fare. L’idea è infatti quella di<br />

creare una cultura. Si cerca di insegnare a ragionare in<br />

un certo modo, attento e responsabile anche in caso di<br />

emergenza. I risultati, poi, si vedono ed è questo che ci<br />

interessa”.<br />

Una seconda esercitazione si è svolta sempre a Marano,<br />

nei due asili del paese, San Lorenzo e Santa Lucia. Anche<br />

qui è stata simulata un’esplosione e sono subito intervenuti<br />

gli stessi volontari, coordinati dal caposquadra<br />

Giacomo Berlato. Anche qui è stata fatta l’evacuazione,<br />

in ordine nonostante la giovanissima età dei bambini,<br />

ed è stata allestita una tenda in cui dare il primo sostegno<br />

a bambini e maestre. Giacomo Berlato e Giuseppe<br />

Doppio hanno spiegato ai piccoli cosa fa la protezione<br />

civile e come ci si comparta in caso di emergenza;<br />

poi hanno dato a tutti una medaglia, come premio<br />

per il bel lavoro svolto.<br />

Una terza iniziativa, il 30 aprile, era rivolta ai grandi, una<br />

cinquantina di nuovi iscritti alla protezione civile Ana, ai<br />

quali è stata data una prima infarinatura su questa preziosa<br />

attività di volontariato. Nell’auditorium di Marano Alessandro<br />

Angerer e Filippo Casari hanno illustrato a grandi<br />

linee come si svolge l’attività di protezione civile e come<br />

sono organizzate le squadre dell’Ana. Apprezzamento per<br />

l’attività dei volontari è stato espresso dal sindaco di Marano<br />

Francesco Nardello e il caposquadra Berlato ha ringraziato<br />

partecipanti e organizzatori.


28 - Protezione Civile<br />

Campo scuola a S. Gottardo dal 2 al 9 luglio<br />

Si svolge dal 2 al 9 luglio a San Gottardo dei Berici il<br />

campo scuola per ragazzi delle scuole, organizzato dall’Unità<br />

di protezione civile dell’Ana di <strong>Vicenza</strong>. Lo scopo<br />

è di far conoscere le principali attività e i principi che<br />

ispirano questo importante servizio alla comunità; lezioni<br />

soprattutto pratiche, a cominciare dal montaggio delle<br />

tende, nelle quali i ragazzi vivranno una settimana.<br />

Si parlerà di squadra trasmissioni, logistica, sanitaria,<br />

alpinistica e si faranno esercitazioni a squadre, di ricerca,<br />

soccorso e orienteering; si conoscerà anche il richio<br />

idraulico. Previste visite al Centro meteo di Teolo e all’Osservatorio<br />

di Arcugnano, esercitazioni di ricerca dispersi<br />

e allenamenti di rugby.<br />

Partecipano e sostengono l’iniziativa il Comune di Zovencedo,<br />

il gruppo alpini S. Gottardo Zovencedo e le<br />

zone Alta Val Liona e Berici settentrionali.<br />

In libreria<br />

Nani Mave<br />

Li definiscono “scrittori<br />

minori” perché<br />

non sono quelli da decine<br />

di migliaia di copie<br />

ma sono quelli<br />

che scrivono per vocazione<br />

e certamente<br />

non per lucro. Si innamorano<br />

delle storie<br />

e dei loro personaggi<br />

condividendone<br />

gioie, sofferenze<br />

ed emozioni.<br />

Così è per Candido<br />

Lucato, classe 1930,<br />

per 37 anni insegnante a Montorso. Nel 2000 affida<br />

alle stampe “NANI MAVE”, la storia di Giovanni Dal<br />

Grande detto appunto Nani Mave, geniere alpino<br />

della 5 a compagnia “mascheratori”, addetti alla mimetizzazione<br />

dei pezzi e le postazioni di artiglieria.<br />

Il libro scritto con stile coinvolgente e scorrevole, ti<br />

cattura fin da quando Nani viene strappato ai lenti<br />

ritmi di vita di una borgata della Val Chiampo per essere<br />

scaraventato nella follia dell’Otto Settembre e<br />

subire poi l’umiliazione di una prigionia vissuta fino<br />

allo spasimo della ragione nei campi di prigionia della<br />

Germania nazista, ove riuscirà a sopravvivere rimanendone<br />

marchiato per il resto della vita. Nel 2010<br />

“NANI MAVE” è passato alla terza ristampa.<br />

Edizione CIELLE - 246 pagine - e 10,00<br />

Il libro è reperibile nelle librerie o può essere richiesto<br />

a: Gruppo Alpini di Montorso<br />

tel. 0444 685898 - fax 0444 484057<br />

Migliaia di profughi,<br />

milioni di soldati<br />

Quando si parla di Grande guerra nel Vicentino si<br />

pensa al Pasubio, al Grappa, all’Ortigara. Ma ci fu<br />

un’altra guerra, quella vissuta dalla gente dell’Altopiano<br />

e della Valdastico, costretta ad abbandonare<br />

tutto nel maggio 1916 e fuggire nel Basso Vicentino.<br />

Di queste migliaia di profughi scrive Gianluca<br />

Sgreva, sviluppando un’idea dell’assessore provinciale<br />

Galvanin: poche pagine, ma tantissime notizie<br />

sugli sviluppi della guerra, sulla fuga dall’Altopiano,<br />

sulla vita da profughi nell’Area Berica, sul ritorno alla<br />

proprio terra devastata. Sgreva scrive anche della<br />

situazione di <strong>Vicenza</strong> e del suo territorio, e della<br />

parte Sud della provincia, diventata un’immensa retrovia,<br />

con soldati pronti per andare al fronte o appena<br />

tornati dalla prima linea.<br />

Una seconda parte ci porta ai giorni nostri: è una<br />

preziosa guida per<br />

chi vuole trovare<br />

tracce di quegli anni,<br />

dalle trincee costruite<br />

sui Colli Berici<br />

per esercitazioni<br />

ai segni lasciati dai<br />

reparti che passarono<br />

da quelle parti.<br />

Editrice Veneta -<br />

96 pagine - e 15,00<br />

Il libro è reperibile in<br />

<strong>Sezione</strong> oppure<br />

Editrice Veneta,<br />

tel. 0444 567526


Gli alpini e lo sport - 29<br />

Tantissimi concorrenti al campionato sezionale di tiro a segno di pistola e carabina<br />

TIRO A SEGNO, ZANON E MARTINELLO<br />

a cura di Franco Impalmi<br />

Folta partecipazione di alpini al 2° campionato sezionale<br />

di tiro a segno (pistola e carabina) svoltosi presso il<br />

poligono “Gen. Vaccari” di <strong>Vicenza</strong>, con la collaborazione<br />

della sezione di <strong>Vicenza</strong> del tiro a segno nazionale.<br />

La partecipazione é stata così ampia da causare qualche<br />

intoppo dovuto all’elevato numero dei partecipanti<br />

in rapporto alle armi disponibili, cosicché - a malincuore<br />

- qualche gruppo non è riuscito a partecipare alla manifestazione<br />

e l’organizzazione sta valutando delle soluzioni<br />

in modo da poter accontentare tutti il prossimo anno.<br />

Veniamo al resoconto della manifestazione: un centinaio<br />

gli atleti che hanno partecipato alle gare di tiro con pistola<br />

e carabina ad aria compressa in rappresentanza di<br />

28 gruppi. Le gare si sono disputate nel poligono di <strong>Vicenza</strong>,<br />

da quest’anno attrezzato con bersagli elettronici:<br />

una vera “sciccheria” che consente al tiratore di visualizzare<br />

immediatamente su un monitor l’esito del colpo<br />

e il relativo punteggio, e agli spettatori di seguire l’andamento<br />

della gara su appositi schermi.<br />

Nella categoria di pistola, il campione sezionale per il<br />

2011 è risultato Nereo Zanon del gruppo di Monteviale,<br />

che ha preceduto Giovanni Rossi (Thiene) e Antonio Picardi<br />

(Torri Lerino) mentre per la carabina il titolo di<br />

campione sezionale è andato a Giampietro Martinello<br />

del gruppo di Villaganzerla, che ha preceduto Remigio<br />

Piccolin (Polegge) e Davide Pignolo (Ferrovieri).<br />

Podio specialità di pistola:<br />

da sin. Picardi, il presidente Galvanin, Zanon e Rossi<br />

Podio specialità di carabina:<br />

da sin. Fincato (in rappresentanza di Pignolo),<br />

il presidente Galvanin, Martinello e Piccolin<br />

Ecco le classifiche finali:<br />

Pistola (class. assoluta): 1° Nereo Zanon (Monteviale)<br />

188, 2° Giovanni Rossi (Thiene) 187, 3° Antonio Picardi<br />

(Torri-Lerino) 185<br />

Pistola (cat. Open): 1° Nereo Zanon (Monteviale) 188,<br />

2° Giovanni Rossi (Thiene) 187, 3° Pierantonio Pretto<br />

(Creazzo) 179<br />

Pistola (cat. Master): 1° Antonio Picardi (Torri-Lerino)<br />

185, 2° Franco Impalmi (Torri-Lerino) 168, 3° Nazario<br />

Carollo (Sarcedo) 123<br />

Carabina (class. assoluta): 1° Giampietro Martinello<br />

(Villaganzerla) 127, 2° Remigio Piccolin (Polegge) 125,<br />

3° Davide Pignolo (Ferrovieri) 124.<br />

Carabina (cat. Open): 1° Giampietro Martinello (Villaganzerla)<br />

127, 2° Remigio Piccolin (Polegge) 125, 3°<br />

Davide Pignolo (Ferrovieri) 124.<br />

Carabina (cat. Master): 1° Enzo Simonelli (S.Bortolo)<br />

105, 2° Pierluigi Beltramello (Polegge), 3° Remo Spiller<br />

(Settecà) 100.<br />

Pistola (cat. amici): 1° Luca Ferrante (S.Vito di L.) 100,<br />

2° Alberto Echerle (S.Vito di L.) 91, 3° Paolo Danieli<br />

(Thiene) 83.<br />

Carabina (cat. amici): 1° Ottorino Filippi (S.Vito di L.)<br />

106, 2° Paolo Zappon (Sandrigo) 106, 3° Diego Mancini<br />

(Grancona) 105.<br />

Pistola (cat. femminile): 1° Piera Carta (S.Pietro in<br />

Gù) 149.


30 - Gli alpini e lo sport<br />

SKIROLL. Sbabo cede in finale al campione<br />

a cura di Vittorino Corso<br />

Netto il successo a Trieste di Alessio Berlanda su Emanuele<br />

Sbabo (Gsa <strong>Vicenza</strong>) il quale ha perso un passo in<br />

partenza poiché gli è scivolato il bastoncino e ha tentato<br />

invano di recuperare il distacco. Quando il campione<br />

del mondo parte bene è notte per tutti: sul breve è il più<br />

forte. Chissà come sarebbe andata se Sbabo fosse partito<br />

regolarmente, visto<br />

che ha ottenuto il<br />

miglior tempo in<br />

qualificazione. Del<br />

resto, nel giro di pronostici<br />

della vigilia,<br />

era stato lo stesso<br />

Berlanda davanti a Sbabo<br />

all’arrivo a Trieste<br />

Sbabo a indicarlo<br />

vincitore: “Sarò quasi<br />

certamente a Trie-<br />

Marcia di regolarità<br />

Campioni italiani<br />

L’alpino Emanuele Sbabo<br />

alla partenza delle qualifiche vinte<br />

con il miglior tempo<br />

ste sperando di<br />

potermi giocare<br />

la vittoria,<br />

anche se sono<br />

sicuro non sarà<br />

assolutamente<br />

facile visto che<br />

Pizzutto e Berlanda<br />

hanno<br />

una stagione di<br />

gare in più...<br />

Comunque le<br />

sensazioni sugli<br />

skiroll sono buone e penso che l'imminente stagione<br />

agonistica potrà regalarmi ancora delle soddisfazioni...<br />

A Trieste vedo favoriti Berlanda e Pizzutto e la Broznic<br />

per la categoria femminile... Io per scaramanzia non mi<br />

inserisco ancora nel lotto dei vincitori... punterò decisamente<br />

alla seconda parte della stagione”.<br />

SCI NORDICO.<br />

Conclusa<br />

un’ottima stagione<br />

I campioni italiani Ana di marcia di regolarità svoltasi<br />

a S. Maria Ligure il 22 maggio scorso. Da sinistra: Severino<br />

Comberlato, Carlo Cecchetto e Nicola Micheloni<br />

Alla fine della stagione invernale 2010-2011<br />

il Gsa <strong>Vicenza</strong> ha ringraziato i due suoi portacolori,<br />

Marco Ruaro e Michele Vescovi, che<br />

hanno gareggiato in Canada ai mondiali master<br />

di fondo. I risultati non si sono fatti attendere<br />

e Ruaro ha vinto un argento nella<br />

staffetta e un bronzo nella prova individuale<br />

mentre Vescovi nell’individuale è arrivato<br />

quinto.<br />

È stata la degna chiusura di una stagione con<br />

grossissime soddisfazione per tutto il Gsa<br />

<strong>Vicenza</strong> e analizzando i risultati conseguiti ci<br />

si accorge che grazie a tutti i suoi atleti il sodalizio<br />

si colloca in ambito nazionale tra le<br />

prime società civili, a parte naturalmente i<br />

gruppi militari che lo fanno di professione.


Appuntamenti e Incontri - 31<br />

Trekking <strong>Vicenza</strong>-Rovereto<br />

dal 9 al 14 luglio<br />

Organizzato da Carlo Restiglian, alpino del gruppo di<br />

Thiene e con il patrocinio di sez. Ana di <strong>Vicenza</strong>, Cai di<br />

Thiene e club Camminaitalia, alle 10 di sabato 9 luglio<br />

prenderà il via dal Piazzale della Vittoria di Monte Berico,<br />

il Trekking del centocinquantenario che, percorrendo<br />

la fascia collinare vicentina e la dorsale delle<br />

Piccole Dolomiti, giovedì 14 giungerà a Rovereto per<br />

concludersi con una breve cerimonia sotto la Campana<br />

della Pace.<br />

Oltre all’aspetto sportivo, l’iniziativa vuole riportare l’attenzione<br />

su luoghi simbolo dell’Unità d’Italia: anche per<br />

questo ogni partecipante porterà sullo <strong>zaino</strong> il Tricolore.<br />

Il trekking inoltre propone o ripropone un nostro territorio<br />

spesso sottovalutato ed a volte sconosciuto, nonché<br />

portare o riportare alla sana pratica escursionistica<br />

i nostri alpini e quanti cercano un genuino contatto con<br />

la natura, adatto a tutte le persone e praticabile in ogni<br />

stagione.<br />

Le sei tappe toccheranno Monteviale, Priabona, Valdagno,<br />

Cima Marana, Malga Campo d’Avanti, Bocchetta Gabellele,<br />

i Passi: Ristele, Zevola, Lora, Plische, il Monte Zugna<br />

per concludersi con la discesa per il sentiero della Pace<br />

che da Zugna Torta, passando per Malga Tovo, Costa<br />

Violina, la Via Eroica, il sacrario di Castel Dante e la Valletta,<br />

condurrà gli escursionisti sotto la Campana. Si camminerà<br />

per 6-7 ore al giorno con dislivelli che soltanto per<br />

un paio di giorni toccheranno i mille metri in salita.<br />

I pernottamenti in strutture Ana, rifugi o malghe, saranno<br />

nell’ordine a: Malo, Valdagno, Malga Campo d’Avanti,<br />

Rifugio Fraccaroli, Malga Zugna.<br />

A carico dei partecipanti ci saranno i pernottamenti e i pasti<br />

oltre ad un contributo per i costi della logistica, e oscilleranno<br />

tra i 30 e 60 euro al giorno. Per i pernottamenti a<br />

Malo e Valdagno è necessario il sacco a pelo; nelle altre<br />

strutture è sufficiente il sacco-lenzuolo.<br />

Le iscrizioni si riceveranno esclusivamente tramite lettera<br />

o e-mail ai seguenti indirizzi:<br />

Gruppo Alpini Malo, Via Macello, MALO (VI); Luigi<br />

Girardi, giralui@alice.it<br />

I dettagli del percorso e del programma sono consultabili<br />

sul sito www.anavicenza.it nel menù Ultime notizie<br />

Per informazioni: Carlo, tel. 0445 366 893 ore pasti -<br />

Alfredo, 0445 740 998 - Gigi 348 4911 590<br />

Mostra a Luserna<br />

sulla Brigata Sassari<br />

Dicono che la Brigata Sassari sia il reparto che ha il<br />

maggior numero di lapidi sui fronti della Grande Guerra.<br />

Si dice anche che quando c’era qualche situazione<br />

particolarmente difficile gli alti comandi chiamassero<br />

a risolverle quei due reggimenti, 151° e 152°,<br />

decorati di medaglia d’oro, formati da contadini e pastori<br />

sardi, battezzati “diavoli rossi” dagli austriaci.<br />

I “Dimonios” combatterono anche sull’Altopiano,<br />

nel 1916 nella zona delle Melette, a fianco degli alpini,<br />

e l’anno dopo nella Battaglia dei Tre Monti.<br />

Le imprese della Sassari sono state immortalate da<br />

uno dei suoi ufficiali, Emilio Lussu, nel suo capolavoro<br />

“Un anno sull’Altopiano”, un documento intriso<br />

di umanità dolorosa, una tragica e ironica testimonianza<br />

di guerra vissuta.<br />

Il libro di Lussu ha offerto al Centro documentazione<br />

di Luserna lo spunto per una mostra che narra attraverso<br />

numerosi pannelli la storia della brigata Sassari<br />

e presenta un’ampia rassegna di materiale militare<br />

proveniente da prestigiose collezioni private e<br />

diviso per temi. Altri pannelli portano i passaggi più<br />

significativi di “Un anno sull’Altopiano” e un filmato<br />

propone alcune toccanti riflessioni di Emilio Lussu<br />

sul tema della guerra.<br />

La mostra è aperta tutti i giorni dal 16 aprile 2011 fino<br />

al 6 novembre (orario 10-12 e 14-18), e poi nuovamente<br />

nel periodo natalizio (26 dicembre - 8 gennaio)<br />

e, su prenotazione (www.lusern.it - 0464-<br />

789638), in altri periodi ed altri orari per scolaresche<br />

e comitive. Il presidente del Centro di documentazione,<br />

Luigi Nicolussi, si mette a disposizione degli<br />

alpini per accompagnarli in visita alla mostra e alle<br />

rassegne fotografiche (una è dedicata alla battaglia<br />

dell’Ortigara).


32 - Appuntamenti e Incontri<br />

I veci del Cadore<br />

si ritrovano in agosto<br />

La festa annuale degli alpini che hanno prestato servizio<br />

nel battaglione Pieve di Cadore, compagnie comando, 67,<br />

68, 75 e 167 mortai a Tai, Pieve e S. Stefano di Cadore, si<br />

terrà domenica 28 agosto con il seguente programma: alle<br />

9.30 messa nel Duomo di Pieve di Cadore, alzabandiera<br />

e deposizione di corona sulla lapide che ricorda i Caduti<br />

cadorini in piazza Tiziano. Seguirà la sfilata dalla piazza<br />

di Pieve fino alla piazza d’armi della caserma “Calvi”<br />

di Tai, alzabandiera e deposizione di corona al monumento<br />

ai Caduti del battaglione, brevi interventi delle autorità civili<br />

e militari. A conclusione il tradizionale brindisi sotto<br />

il capannone dell’autoparco, con possibilità di rinnovare<br />

l’iscrizione all’associazione “Veci del Cadore” e acquistare<br />

lo scudettino in argento dell’associazione stessa e i<br />

due volumi che raccontano la storia e i fatti d’arme del battaglione.<br />

Chi lo desidera potrà consumare il pranzo nel capannone<br />

allestito dagli alpini del gruppo Pieve-Tai, situato<br />

vicino alla sede in piazza a Tai di Cadore.<br />

Insieme 50 anni dopo<br />

Dal gruppo di Monticello Conte Otto la foto di un gruppo<br />

di alpini del Settimo, btg. “Belluno”, 77 a compagnia,<br />

che si sono ritrovati a 50 anni dal congedo.<br />

Per il prossimo incontro contattare l’alpino Walter Viale<br />

tel. 0444/360186.<br />

Riuscita rimpatriata<br />

per quelli del III 68<br />

Assieme al btg. logistico<br />

La sera dell’1 aprile in una trattoria di Sandrigo si sono<br />

ritrovati i commilitoni di varie compagnie del III Scaglione<br />

1968. Vista la buona riuscita, l’iniziativa si ripeterà<br />

anche l’anno prossimo; gli interessati possono mettersi<br />

in contatto con Ottorino Zanon di Arcugnano telefono<br />

0444-240132, del gruppo Savegnago di S. Bortolo<br />

<strong>Vicenza</strong>.<br />

Dal gruppo di Dueville ci perviene questa foto che ritrae<br />

alcuni componenti del 4°/96 del btg. logistico “Cadore”<br />

che si sono incontrati dopo 14 anni dal congedo<br />

alla caserma Toigo di Belluno.<br />

Per il prossimo incontro telefonare a Simone Vicino,<br />

cell. 328/1054270 oppure Francesco Visonà 399/8285304


Appuntamenti e Incontri - 33<br />

Gli ex allievi del 18° corso ACS vogliono tornare ad Aosta<br />

La sede del gruppo alpini di Alte, eletta oramai<br />

“nostra residenza”, ha ospitato per la quarta volta<br />

la rimpatriata degli ex allievi del 18° Corso<br />

Acs della Smalp di Aosta del 1968. Quest’anno<br />

l’incontro è stato allietato dalla presenza anche<br />

di alcuni colleghi provenienti da Bergamo, Brescia<br />

e Rimini. Due i momenti solenni: l’alzabandiera<br />

e la deposizione di una corona sul cippo<br />

che ricorda il sacrificio del ten. Tigrucci e con<br />

lui, tutti i defunti alpini in guerra e in pace. È<br />

emerso il desiderio di molti di ritornare in quel<br />

di Aosta a visitare la caserma e quei luoghi che<br />

ci hanno visto, tanti anni fa, lasciare il bozzolo e<br />

BELLE FAMIGLIE<br />

BASTIA DI ROVOLON<br />

diventare uomini. I due giorni proposti (un sabato e una<br />

domenica) per l’eventuale gita ad Aosta sono: l’ultimo<br />

week-end di settembre o il primo di ottobre. Chi è interessato<br />

deve, entro il mese di luglio, dare la sua adesione<br />

a Renato Santacatterina - tel. 0444/970054 – mail: autof.santacaterina@alice.it<br />

o a Giampietro Gollin, cell. 349-<br />

4436050 - mail: gollin.gam@libero.it. Se si raggiungerà<br />

un numero sufficiente, ne verrà data comunicazione scritta<br />

a tutti gli aderenti specificando tempi, modalità e costi.<br />

L’alpino Fulvio Borella nel giorno del matrimonio<br />

con Erika, con lui posano orgogliosi il papà Luciano,<br />

il suocero (nonché capogruppo) Severino e altri<br />

amici alpini.<br />

ALPINI CHE SI<br />

FANNO ONORE<br />

Grande impegno all’estero<br />

MALO<br />

Il gruppo ci segnala la bella famiglia composta da<br />

Giovanni Maria Orso, dal padre Alberto, dal nonno<br />

Fantino e dallo zio Andrea. Non poteva mancare il<br />

suocero (a destra) Sergio Bortolotto.<br />

L’alpino Giuseppe Crosara del gruppo di Thiene è impegnato<br />

in svariati interventi soprattutto all’estero.<br />

Qui lo vediamo a Santo Domingo dove ha collaborato<br />

alla realizzazione di un edificio polifunzionale (asilo,<br />

scuola, centro sociale).


34 - Varie<br />

NATI<br />

ALBETTONE<br />

Angela Marin di Federico e Ilenia Faggion<br />

NOZZE DI DIAMANTE<br />

MALO<br />

Domenico Sette e Maria Menegotto<br />

CAMISANO<br />

Pierpaolo Baccega di Marzio e Elisa Favaro<br />

Eleonora Frison di Elia e Erica Paulin<br />

Giacomo Baldo di Paolo e Monica Cielo<br />

CREAZZO<br />

Mariasole Minchio di Paolo e Cogo Anna Silvia<br />

GRANCONA<br />

Lorenzo Baldovin di Manuel e Bertoldo Michela<br />

MOLINO DI ALTISSIMO<br />

Giovanni Cailotto di Giuliano e Chiara<br />

POVOLARO<br />

Paolo De Stefani<br />

Valentino Bressan di Marco e Olga<br />

NOZZE D’ORO<br />

ALTAVILLA VICENTINA<br />

Anselmo Ghiotto e Adriana Cestonaro<br />

SARMEGO<br />

Giovanni Cracco di Ezio e Elena<br />

Edoardo Grassi di Leonardo e Lucia<br />

SEGHE DI VELO<br />

Letizia Dalla Costa di Dario e Anita Gassinetti<br />

Emily Libera di Andrea e Maria Teresa Busato<br />

Lorenzo e Leonardo Dal Zotto di Matteo e Michela Stella<br />

VILLAVERLA<br />

Manuel Pendin di Fabio e Mariangela Ferretto<br />

ZUGLIANO-GRUMOLO<br />

Vanessa Borgo di Giuseppe e Norman Castello<br />

CASTELNOVO<br />

Luigi Canale e Alice Dal Cengio


Varie - 35<br />

NOZZE D’ORO<br />

NOZZE D’ORO<br />

CHIUPPANO<br />

Arduino Brazzale e Angelina Turra<br />

SANTORSO<br />

Moreno Ferracin e Elena Dalle Nogare<br />

LUGO VICENTINO<br />

Lorenzo Xausa e Flora Bettanin<br />

NOZZE D’ARGENTO<br />

CREAZZO<br />

Giancarlo Fochesato e Bruna Casarotto<br />

S.ANTONIO DEL PASUBIO<br />

Marco Bariola Bon e Elisa Penzo<br />

MALO<br />

Giuseppe Perin e Rita


36 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna<br />

Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini.<br />

Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.<br />

Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze<br />

ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />

ALTE CECCATO<br />

ARZIGNANO<br />

BRESSANVIDO<br />

CENTRALE<br />

DUEVILLE<br />

Olivo Muraro<br />

cl. 1939<br />

8° Rgt. Alpini<br />

Gianfranco Dal Maso<br />

cl. 1943<br />

7° Rgt alpini<br />

Natale Rigoni<br />

btg. Cividale<br />

Diego Dalle Carbonare<br />

cl. 1940<br />

Antonio Marcolin<br />

cl. 1935<br />

btg. Belluno<br />

ARCUGNANO<br />

ARZIGNANO<br />

CALVENE<br />

CHIAMPO<br />

FARA VICENTINO<br />

Gianfranco Lotti<br />

cl. 1946<br />

6° Rgt. art. montagna<br />

Mario Marchetto<br />

cl. 1920<br />

bgt. <strong>Vicenza</strong><br />

Cesare Testolin<br />

cl. 1936<br />

6° Rgt. art. montagna<br />

Luciano Sella<br />

cl. 1950<br />

btg. Feltre<br />

Raffaello Gasparotto<br />

cl. 1950<br />

Btg. Feltre<br />

ARSIERO<br />

BOLZANO VICENTINO<br />

CARMIGNANO DI B.<br />

CHIAMPO<br />

GAMBELLARA<br />

Luigi Meneghini<br />

cl. 1930<br />

btg. Gemona<br />

Salvino Grego<br />

cl. 1940<br />

7° Rgt. Alpini<br />

Fausto Sarzo<br />

cl. 1922<br />

Ferruccio Bernardi<br />

cl. 1927<br />

btg. Bolzano<br />

Giuseppe Vencato<br />

cl. 1939<br />

6° Rgt. art. montagna


37<br />

ISOLA VICENTINA<br />

LISIERA<br />

MOLINO DI ALTISS.<br />

MONTEBELLO VIC.<br />

MONTICELLO C.OTTO<br />

Araldo Rossetto<br />

cl. 1926<br />

comando T.A.<br />

Mario Zanini<br />

cl. 1932<br />

Btg. Cadore<br />

Aldo Bittarello<br />

cl. 1937<br />

Btg. Feltre<br />

Pio Villardi<br />

6° Rgt. Alpini<br />

Zefirino Cibotto<br />

cl. 1933<br />

Btg. Belluno<br />

ISOLA VICENTINA<br />

MALO<br />

MONTEBELLO VIC.<br />

MONTE DI MALO<br />

MONTICELLO C.OTTO<br />

Guido Sella<br />

cl. 1928<br />

Div. Julia<br />

Antonio Dal Balcon<br />

cl. 1923<br />

gruppo Lanzo<br />

Bruno Dal Maso<br />

cl. 1922<br />

Btg. <strong>Vicenza</strong><br />

Luigi Sterchele<br />

cl. 1937<br />

Ampelio Benedetti<br />

cl. 1924<br />

3° Rgt. art. montagna<br />

ISOLA VICENTINA<br />

MALO<br />

MONTEBELLO VIC.<br />

MONTE DI MALO<br />

ORGIANO<br />

Luigi Gennaro<br />

cl. 1939<br />

Btg. Tolmezzo<br />

Giancarlo Zaccaria<br />

cl. 1941<br />

Btg. Val Cismon<br />

Giorgio Zonin<br />

3° Rgt. art. montagna<br />

Gaetano Stefani<br />

cl. 1935<br />

gr. Lanzo<br />

Umberto Fontana<br />

cl. 1934<br />

3° Rgt. art. montagna


PASSO DI RIVA<br />

SANDRIGO<br />

S.ANTONIO DEL P.<br />

S.PIETRO MUSSOLINO<br />

VILLAGANZERLA<br />

Francesco Munaretto<br />

cl. 1940<br />

Gasparino Basso<br />

Btg. Tolmezzo<br />

Pietro Roso<br />

cl. 1930<br />

6° Rgt. Alpini<br />

Carlo Rancan<br />

cl. 1936<br />

Giuseppe Maruzzo<br />

cl. 1943<br />

Btg. Belluno<br />

POLEGGE<br />

SANDRIGO<br />

S.ANTONIO DEL P.<br />

TORRI-LERINO<br />

ZANE’<br />

Marco Bortoli<br />

cl. 1932<br />

Btg. Tolmezzo<br />

Giovanni Battista Matteazzi<br />

8° Rgt. Alpini<br />

Rinaldino Cavedon<br />

cl. 1953<br />

Btg. Feltre<br />

Bortolo Pilan<br />

cl. 1943<br />

8° Rgt. Alpini<br />

Bruno Marchesin<br />

cl. 1944<br />

btg. Gemona<br />

POLEGGE<br />

SANDRIGO<br />

SARCEDO<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

ENNA S. CATERINA<br />

Renato Cunico<br />

cl. 1927<br />

8° Rgt. Alpini<br />

Lindo Bertoluzzo<br />

2° Rgt. Alpini<br />

Danilo Salbego<br />

cl. 1942<br />

Attilio Dalla Pozza<br />

cl. 1926<br />

Div. Cuneense<br />

Carlo Filippi<br />

cl. 1936<br />

btg. Bassano<br />

PONTE DI BARBARANO<br />

S.ANTONIO DEL P.<br />

SEGHE DI VELO<br />

VICENZA - SETTECA’<br />

Gino Zanella<br />

cl. 1923<br />

Btg. Val Cismon<br />

Roberto Pianegonda<br />

cl. 1968<br />

btg. Pieve di Cadore<br />

Marcello Dal Cason<br />

cl. 1939<br />

Btg. Cadore<br />

Antonio Guzzo<br />

Btg. Belluno


Varie - 39<br />

RINNOVO DIRETTIVI<br />

per il triennio 2011-2013<br />

AGUGLIARO<br />

Capogruppo: Bonamigo Graziano<br />

Consiglieri: Righetto Mario, Andriolo Giorgio, Roncari<br />

Antonio, Goffo Antonio, Miola Adelmo, Durin<br />

Gabriele, Pavanello Pietro.<br />

ALBETTONE<br />

Capogruppo: Negretto Michele<br />

Consiglieri: Meggiorin Diego, De Boni Mirco, Pizzolato<br />

Deris, Zuecco Franco, Apulei Ivano, Camarella<br />

Mario, Dall’Armellina Valentino, Fiorin Giorgio,<br />

Franzina Luca, Franzina Roberto, Pasqualini Giorgio,<br />

Rigato Giovanni.<br />

CAGNANO<br />

Capogruppo: Ferrari Giovanni<br />

Consiglieri: Andriolo Maurizio, Bonato Giuseppe,<br />

Canola Silvano, Ferrari Enrico, Guarato Enzo, Lombardo<br />

Arrigo, Perazzolo Giuseppe, Righetto Giuseppe,<br />

Sinigaglia Rino.<br />

CALVENE<br />

Capogruppo: Missaggia Fortunato<br />

Consiglieri: Segalla Bruno, Testolin Giorgio, Dalla<br />

Costa Isacco, Binotto Giovanni, Binotto Guelfo, Binotto<br />

Italo, Carollo Sergio, Brazzale Fiorenzo, Brazzale<br />

Gentile, Canale Antonio.<br />

CAMPIGLIA DEI BERICI<br />

Capogruppo: Gonella Giuseppe<br />

Consiglieri: Soffia Nadio, Zattra Stefano, Barolo Floriano,<br />

Andriolo Lino, Battaglia Giuseppe, Cogo Franco,<br />

De Beni Emilio, Faltracco Eugenio, Guarato Damiano,<br />

Moretti Fortunato, Sillo Maurizio, Vaccaro<br />

Dario, Valentini Vittorio, Viola Armando, Dall’Armellina<br />

Gerardo, Moretti Luigi, Zago Ermenegildo.<br />

CARRE'<br />

Capogruppo: Dal Cero Giuseppe<br />

Consiglieri: Comparin Francesco, Apolloni Francesco,<br />

Apolloni Mario, Costa Paolo, Dalle Molle Franco, Filippi<br />

Filippo, Gasparini Egildo, Lorenzi Matteo, Lorenzi<br />

Rudy, Marini Sidonio, Matuzzi Mario, Meneghini<br />

Franco, Pasqualotto Isidoro, Thiene Marco, Turcato<br />

Gioachino, Zambon Roberto, Zoppello Matteo.<br />

FIMON<br />

Capogruppo: Casarotto Rino Agostino<br />

Consiglieri: Valle Renzo, Zanotto Claudio, Dal Lago<br />

Danilo, Zanotto Michele, Casarotto Giorgio, Dal Lago<br />

Alessandro, Imbrati Nicola, Maran Ezio, Pasqualin<br />

Fiorenzo, Pavan Francesco, Silvestri Vasco.<br />

GAMBUGLIANO<br />

Capogruppo: Zarantonello Beppino<br />

Consiglieri: Canova Giuseppe, Carlotto Giuseppe,<br />

Carretta Giacomo, Gianesini Giampaolo, Giuriato Gino,<br />

Oliviero Andrea, Oliviero Benedetto, Salomoni<br />

Giovanni.<br />

LONGARE<br />

Capogruppo: Trevelin Andrea<br />

Consiglieri: Stimamiglio Luigi, Trevelin Umberto, Frigo<br />

Sergio, Bonato Adriano, Luison Lino, Palma Nereo,<br />

Quagliato Franco, Voltan Ottavio, Zancan Livio.<br />

MELEDO<br />

Capogruppo: Bisognin Remigio<br />

Consiglieri: Sinico Ferruccio, Salgarollo Marino,<br />

Bruzzo Pierantonio, Massignan Lino, Castagnaro Nicolo,<br />

Mazzocco Davide, Paiusco Nicola, Fioraso Massimiliano,<br />

Trentin Bruno, Parladore Marco, Gennaro<br />

Guido, Mazzocco Mario, Meneghini Dario, Avogadro<br />

Dino, Camposilvan Sergio.<br />

PONTE DI BARBARANO<br />

Capogruppo: Orso Massimo<br />

Consiglieri: Sala Giorgio, Rigato Luigi, Giacomin Carlo,<br />

Piazzo Luigi, Bogoni Stefano, Rigato Gianantonio,<br />

Marchesan Fabio, Anzolin Andrea, Orso Fabio, Dresseno<br />

Nicola.<br />

SOSSANO<br />

Capogruppo: Setto Antonio<br />

Consiglieri: Balduzzo Antonio, Zordan Giancarlo,<br />

Besaggio Armido, Caliaro Loreno, Dal Toso Ivan,<br />

Sbicego Manuel, Todesco Adriano, Trulla Michele.<br />

VICENZA - MENEGHELLO<br />

Capogruppo: Galla Giorgio<br />

Consiglieri: Martini Francesco, Busato Paolo, Busato<br />

Sergio, Castagna Giancarlo, Castagna Marco,<br />

Sartori Edgardo.<br />

VILLAGANZERLA:<br />

Del consiglio fa parte anche l’alpino Facchin Lorenzo.


Le nostre montagne<br />

Dai resti di una trincea austriaca sull’Ortigara l’occhio spazia verso il Vallone dell’Agnella,<br />

la Caldiera, le Melette e, sullo sfondo il Grappa. Tutti nomi che rievocano sanguinose battaglie<br />

della Grande Guerra. Foto di Dino Biesuz<br />

Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado.<br />

Basta spedirle per e-mail a alpinfagrado@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!