Nello zaino - Sezione Vicenza
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In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di <strong>Vicenza</strong> CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto<br />
ANNO 2011 - NUMERO 2 - GIUGNO - Trimestrale - E 3,50 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 1, NE/VI
2- La feritoia del Torrione<br />
Giovani e alpini in armi, quali risorse per l’Ana<br />
di Dino Biesuz<br />
“Piedi per terra e <strong>zaino</strong> in spalla”<br />
scriveva Gigi Girardi nel numero<br />
di marzo, indicando delle tracce<br />
operative per delineare il futuro dell’Ana, alla luce<br />
del documento approvato in novembre dal Cdn. In<br />
particolare invitava a lavorare per avviare un nuovo<br />
concetto di associazione, adatto ai diversi contesti in<br />
cui oggi ci stiamo muovendo. Un invito al rinnovamento<br />
contenuto anche in un dei quattro punti<br />
indicati dal Cdn e dal presidente Perona<br />
per dare uova vitalità all’Ana, cioè stimolare<br />
i giovani associati ad una maggiore<br />
partecipazione alla vita associativa.<br />
Largo ai giovani, insomma, se si<br />
vuole ravvivare un’associazione che come<br />
tutte le cose di questo mondo<br />
sente sempre più il peso degli<br />
anni.<br />
Sembra una cosa scontata,<br />
invece non è così: in troppi gruppi<br />
vale il “tenete alla larga i giovani”.<br />
Lo ha detto chiaro e tondo<br />
un giovane che sarebbe diventato<br />
simbolo degli alpini vicentini,<br />
Matteo Miotto, in una lettera<br />
mandata ad Alpin fa grado. Ecco le<br />
sue parole: Lavorando con il mio gruppo<br />
di Thiene, in questi anni, non ho potuto fare a mano<br />
di notare che un problema su tutti sta dilagando<br />
nella nostra associazione. Mi riferisco alla questione<br />
dei giovani, molte sono la difficoltà che abbiamo<br />
riscontrato cercando di ottenere risultati a livello di<br />
gruppo. Se poi si considera la mentalità che vagheggia<br />
tra i “veci”, cioè quella di arrangiarsi senza volere<br />
dare spazio alle nuove leve, il problema si fa ben presto<br />
a capire che non è da poco... Vari tentativi hanno<br />
dato prova che la sfida è ardua - conclude Matteo<br />
- ma la voglia di provarci e riuscirci è grande.<br />
È comprensibile la posizione di un “vecio” che<br />
con le sue idee si è fatto una posizione, ha tirato su<br />
una bella famiglia, è diventato qualcuno anche nell’Ana:<br />
come si fa ad abdicare alle idee di un giovane<br />
senza esperienza Intanto deve ricordarsi che quando<br />
era giovane lui ha dovuto lottare per affermare le<br />
sue idee su quelle dei “veci” di allora. Poi deve considerare<br />
che un giovane conosce ed interpreta meglio<br />
la realtà di oggi; e non parlo solo di Internet e dei socialnetwork.<br />
L’attualità e la freschezza dei giovani,<br />
accompagnate dalla saggezza dei “veci”, sono un sicuro<br />
strumento di successo.<br />
Un altro punto indicato dall’Ana nazionale per<br />
dare nuova linfa all’associazione sono gli alpini in<br />
armi: saranno dei professionisti, ma sono sempre<br />
alpini - osserva Perona - e fra loro<br />
c’è da fare proselitismo. Una prospettiva<br />
su cui Matteo Miotto era scettico.<br />
Lo ha scritto chiaramente in una<br />
corrispondenza dall’Afghanistan, dieci<br />
giorni prima di morire in combattimento<br />
con i ribelli. Con l’anno nuovo<br />
è in discussione il futuro dell’Ana -<br />
scrive il suo interlocutore - Credo che<br />
abbiano capito che se non cambiano<br />
sono guai seri: che fine faranno gli<br />
alpini<br />
Risponde Matteo Miotto. Loro<br />
pensano che in forza agli alpini adesso<br />
ci siano ragazzi che credono ai valori<br />
nostri ed a mantenere vive tutte<br />
le tradizioni e lo spirito degli alpini.<br />
Il 90 per cento portano il cappello per obbligo, per<br />
lavoro, per un lavoro sicuro. Se trovassero lavoro in<br />
Posta se ne andrebbero di corsa: aspettano solo concorsi<br />
per polizia e carabinieri.<br />
L’interlocutore esprime sorpresa e disappunto.<br />
Non puoi capire - ribatte Matteo - Meglio se non capisci,<br />
meglio se pensi che gli alpini sian tutti come<br />
raccontano. Io sono un’eccezione, una vera eccezione!<br />
Pochi o niente rincalzi per l’Ana allora dagli<br />
alpini in armi Io non la vedo tanto tragica: quanti di<br />
noi durante la naja pensavano ai valori alpini ed a<br />
mantenere alto spirito e tradizioni
3<br />
SOMMARIO<br />
pag.<br />
• La feritoia del Torrione 2<br />
• <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> 4<br />
• Sul cappello che noi portiamo... 17<br />
• Lettere in Redazione 19<br />
• Varie 20<br />
• Vita dei gruppi 21<br />
• Protezione Civile 27<br />
• In libreria 28<br />
• Gli alpini e lo sport 29<br />
• Appuntamenti e Incontri 31<br />
• Varie 34<br />
• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” 36<br />
• Rinnovo direttivi 39<br />
Anno 2011 - n. 2 - Giugno<br />
Gratis ai soci<br />
Abbonamento annuo Euro 13<br />
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Torrione degli Alpini<br />
36100 <strong>Vicenza</strong> - Via B. D’Alviano, 6<br />
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In prima di copertina una bella immagine del “Tricolore<br />
vivente” realizzato dai ragazzi di Montegalda e Grisignano<br />
durante le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia<br />
(servizio a pag. 10 e 11)<br />
PENSARE AL FUTURO<br />
SE NON ORA, QUANDO<br />
Cari Alpini, cari amici degli Alpini,<br />
Da qualche mese è a disposizione dei gruppi “Futuro<br />
Associativo”, documento approvato dal Consiglio Direttivo Nazionale<br />
il 23 ottobre scorso. Le pagine trasmesse dalla sede nazionale<br />
e, per conto, dalla sezione di <strong>Vicenza</strong>, rappresentano un primo<br />
concreto strumento di riflessione per affrontare in modo serio il tema<br />
del futuro dell’Ana.<br />
Ricordo, senza entrare qui nel vivo del problema ma puntando piuttosto<br />
l’attenzione sul modus operandi, che tutte le idee, le osservazioni,<br />
i pensieri e le proposte che i gruppi singolarmente, o le zone, o semplicemente<br />
i soci sapranno esprimere saranno materia di riflessione per<br />
tutta la sezione, ivi compreso il consiglio sezionale, per essere poi consegnate<br />
al presidente nazionale. Il quale, com’è suo desiderio ampiamente<br />
manifestato, raccoglierà tutto il materiale trasmettendolo al successore<br />
alla scadenza del mandato.<br />
Sul futuro dell’Ana hanno già scritto su queste pagine Dino Biesuz<br />
e Luigi Girardi. Come è nostra abitudine Alpin Fa Grado ospiterà<br />
tutti gli spunti che aiuteranno a sviluppare un serio scambio di idee.<br />
Fermo restando che le proposte articolate, quelle che per consistenza<br />
non possono essere riassunte in una “lettera in redazione”, dovranno<br />
necessariamente pervenire al Torrione all’attenzione del presidente<br />
e del consiglio sezionale.<br />
***<br />
Al dibattito sul futuro dell’Ana affiancherei anche una riflessione<br />
sulle prospettive della nostra sezione che tra tutte, ricordo, per numero<br />
di iscritti è la quarta più numerosa.<br />
L’errore più grande che oggi potremmo compiere è quello di crogiolarsi<br />
in una forza numerica che solo in parte può essere considerata<br />
garanzia per i prossimi decenni. Soprattutto nell’ottica del mantenimento<br />
e dell’incremento delle due attività che in questi ultimi<br />
anni hanno caratterizzato il nostro operato: la protezione civile e le<br />
iniziative socio-culturali.<br />
Inutile nascondercelo. Le risorse a nostra disposizione, complice anche<br />
una difficile congiuntura economica, diminuiscono. Quasi mai,<br />
poi, possiamo contare sulla concreta attenzione delle pubbliche amministrazioni<br />
che, per contro, chiedono sempre di più. La domanda<br />
è: fino a che punto la sezione può operare in queste condizioni E<br />
segue a pag. 8
4- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Durante la visita a Verona ha incontrato i genitori e il presidente Galvanin<br />
NAPOLITANO, OMAGGIO A MATTEO<br />
Quando il feretro di Matteo Miotto è tornato in Italia,<br />
non era all’aeroporto ad accoglierlo, perché indisposto;<br />
ma aveva promesso che alla prima occasione<br />
avrebbe incontrato i genitori. E il presidente<br />
della repubblica Giorgio Napolitano ha mantenuto<br />
la promessa alla prima occasione, la visita<br />
a Verona del 17 giugno, in un incontro privato che<br />
ha reso omaggio a Matteo ed a tutti gli alpini vicentini.<br />
Sono stati assieme più di mezzora in prefettura a<br />
Verona, una spazio ritagliato apposta in un fitto calendario<br />
di manifestazioni; con Anna Dal Ferro e<br />
Franco Miotto c’erano i sindaci di <strong>Vicenza</strong> Achille<br />
Variati e di Thiene Maria Rita Busetti, il comandante<br />
del Comfoter gen. Tarricone e il presidente<br />
della <strong>Sezione</strong> Ana Giuseppe Galvanin.<br />
Il Presidente ha parlato a papà Francesco e a mamma<br />
Anna dell’impegno e della grandezza dei nostri soldati<br />
“portatori di pace” all’estero.<br />
Il sindaco Variati ha ricordato che Napolitano ha indicato<br />
“la grande dignità dei famigliari dei caduti in Afghanistan,<br />
con la quale affrontano le loro tragedie”. Ha anche rilevato<br />
che “la comunità non dimentica i loro caduti”. “È stata<br />
una forte emozione ricordare Matteo con il Presidente - ha<br />
commentato il sindaco Busetti- l’incontro è stato anche<br />
l’occasione per parlare di Thiene e della situazione economica.<br />
Lo abbiamo invitato a venirci a trovare”.<br />
“È stata una chiacchierata semplice - ha raccontato la<br />
mamma al «Giornale di <strong>Vicenza</strong>» - il Presidente Napo-<br />
Il presidente Galvanin “assediato” dai cronisti<br />
dopo l’incontro con Napolitano (foto Fadda)<br />
Il presidente Napolitano con la mamma di Matteo (Ansafoto)<br />
litano è stato molto gentile, ha voluto sapere di Matteo,<br />
delle sue passioni. Certo, è stato un momento toccante,<br />
siamo ancora scossi e il dolore è ancora grande. Anzi, è<br />
forse adesso il momento più difficile, perché stiamo attraversando<br />
la fase dell’accettazione. Mentre Matteo era<br />
lontano, aspettavo sempre che tornasse; ora invece la<br />
verità è che Matteo non tornerà più. Però è importante,<br />
a distanza di mesi, sentire ancora queste manifestazioni<br />
sincere d’affetto”. I genitori di Matteo hanno consegnato<br />
a Napolitano la lettera scritta dal figlio per il 4 Novembre<br />
e hanno parlato del suo impegno nel promuovere<br />
la cultura alpina nelle scuole. Gli hanno poi raccontato<br />
che nel giardino di casa c’è il Tricolore piantato<br />
dal figlio prima di partire. “Lo toglierò al mio rientro”<br />
aveva detto, ma adesso nessuno ha più il coraggio<br />
di spostarlo.Orgogliosissimo per lo spazio dedicato agli<br />
alpini il presidente Galvanin. “Napolitano è un nostro<br />
ammiratore: ha detto che le nostre adunate sono un evento<br />
nazionale, che quando visita luoghi colpiti dalle calamità<br />
trova sempre gli alpini. Ha voluto conoscere l’Ana<br />
di <strong>Vicenza</strong>, la nostra attività, ha sfogliato più volte il<br />
numero di Alpin fa grado con i servizi su Matteo Miotto.<br />
È rimasto meravigliato quando gli ho detto che siamo<br />
20 mila soci”. Galvanin ha parlato anche degli aiuti<br />
e dell’assistenza offerti all’Afghanistan dagli alpini<br />
vicentini ed ha donato a Giorgio Napolitano i due libri<br />
con le storie del Battaglione e del Gruppo <strong>Vicenza</strong>.<br />
Dino Biesuz
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 5<br />
Grande partecipazione delle penne nere vicentine al raduno triveneto<br />
IN TREMILA SFILANO A BELLUNO<br />
“Non poteva andare meglio di così”. È contento il presidente<br />
Galvanin al momento dello<br />
scioglimento dello schieramento<br />
della sezione, mentre con<br />
la mano destra al cappello ricambia<br />
il saluto degli ultimi gruppi<br />
che transitano davanti al vessillo<br />
sezionale. In effetti, l’adunata<br />
del terzo raggruppamento<br />
svoltasi a Belluno il 17, 18 e 19<br />
giugno ha (ri)portato in Cadore<br />
3mila alpini della sezione,<br />
proprio dove<br />
tra quelle montagne avevano fatto la naja. Aneddoti e<br />
ricordi tra ex commilitoni si sono fusi all’emozione di<br />
ascoltare i suoni della<br />
fanfara dei congedati<br />
della brigata Cadore<br />
e veder sfilare<br />
una compagnia del 7°<br />
Reggimento Alpini<br />
appena rientrato dall’Afghanistan.<br />
F.M.
6- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Record di presenze a Torino per le sezioni beriche. <strong>Vicenza</strong> fa la parte del leone<br />
ADUNATA NAZIONALE: SFILANO<br />
GLI ALPINI DI TERRA VICENTINA<br />
di Federico Murzio<br />
“Sfilano gli alpini di terra vicentina”:<br />
uno striscione che è un monito<br />
e che, al pari di un poderoso squillo<br />
di tromba, ha aperto la marcia dei<br />
diecimila alpini vicentini che hanno<br />
sfilato tra le vie e le piazze dell’aristocratica<br />
Torino in occasione dell’84esima Adunata Nazionale.<br />
Come da previsione, la parte del leone è stata della<br />
<strong>Sezione</strong> do <strong>Vicenza</strong>, che ha sorpreso perfino i giornalisti<br />
presenti nella sala stampa di piazza Carlo Felice.<br />
“Ma quanti minchia sono stì vicentini”, si è sentito<br />
mormorare. Noi, espressione colorita compresa, consideriamo<br />
tutto come un complimento.<br />
La nostra <strong>Sezione</strong> ha risposto all’appello di Torino.<br />
Gli alpini hanno calcato il palcoscenico piemontese come<br />
attori consumati, interpretando un ruolo che seppur<br />
ripetitivo, di anno in anno è la cartina tornasole di una<br />
sezione viva, entusiasta e protagonista. Lo spettacolo offerto<br />
in una Torino tornata capitale d’Italia nel 150° anniversario<br />
della sua unità è stato uno spettacolo nello<br />
spettacolo. Commenti felici dell’esperienza sono stati<br />
espressi un po’ da tutti, compresi Giuseppe Galvanin,<br />
presidente sezionale, e dal vicepresidente Silvano Spiller<br />
che dell’84esima Adunata era presente anche nel comitato<br />
organizzatore.<br />
Nota conclusiva che parte da un lontano cliché. Piemontesi<br />
falsi ma cortesi Se è così nessuno se ne è accorto.<br />
Bravi anche in questo i piemontesi, né!
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 7<br />
Due belle immagini della grande partecipazione vicentina all’Adunata di Torino (Foto Sarotto - Torino). Nelle altre alcuni momenti<br />
della sfilata: il direttivo sezionale, i “musicanti” hanno trovato un po’ di ombra in attesa della partenza, l’imponente schieramento<br />
dei gagliardetti, i sindaci e alcuni personaggi “catturati” nel corteo (foto Murzio e De Marchi).<br />
Numerose foto dello schieramento vicentino si possono vedere e ordinare nella sede della <strong>Sezione</strong> al Torrione di viale D’Alviano.
8- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Alpini “presenti” a Velo d’Astico per i 35 anni dalla morte di mons. Galloni<br />
OMAGGIO ALL’ANGELO DEL PASUBIO<br />
Alpini, alfieri, vecchi allievi, persone giunte anche<br />
di lontano hanno reso omaggio a mons. Francesco Galloni,<br />
ricordato nella sua Montanina a 35 anni dalla<br />
scomparsa.<br />
“Prete sospeso tra oriente e occidente, tra Bulgaria e<br />
Pasubio - ha detto don Stefano Mazzola, presiedendo la<br />
concelebrazione eucaristica sulla spianata della villa. La<br />
nostra non dev’essere però semplice memoria, rimpianto<br />
nostalgico, ma impegno per marciare sulla rosa dei venti<br />
indicata da questo poliedrico sacerdote, tenace e ottimista<br />
anche quando i cieli sembravano chiudersi”.<br />
I messaggi arrivati, letti da Dino Stella, direttore del<br />
coro Montanina-Eco della valle, hanno delineato il profeta<br />
dell’ecumenismo: “una stella che illumina i miei<br />
passi - ha scritto mons. Francesco Capovilla, segretario<br />
di Papa Giovanni XXXIII - pellegrino dell’Assoluto,<br />
apostolo della Pro Oriente...”.<br />
Poi, gli interventi del sindaco Giordano Rossi, del<br />
consigliere provinciale Fernando Zanini, del presidente<br />
della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong> Giuseppe Galvanin. “Per<br />
noi alpini - ha affermato Galvanin - don Francesco è una<br />
stella che seguiamo, un esempio di servizio, in soccorso<br />
dei poveri, dei bisognosi. È uno dei nostri miti”.<br />
Denso di significati il discorso del vicesindaco Chiara<br />
Lorenzato, che ha ripercorso con emozione la vita di Galloni:<br />
la sperimentazione dell’amore fraterno sul Pasubio,<br />
tra gli alpini; la fondazione dell’Opera Pro Oriente in Bulgaria,<br />
con un lavoro distrutto dalla repressione comunista;<br />
la costruzione della chiesetta di Sette Croci, sul suo Pasu-<br />
bio, giusto 50 anni fa; le scuole da lui fondate alla Montanina,<br />
nido poetico e centro di formazione.<br />
A ricordare l’“Angelo del Pasubio” e l’epopea della<br />
Grande Guerra è stato lo storico Luigi Cortelletti, che nel<br />
suo excursus ha citato le motivazioni delle tre medaglie<br />
d’onore attribuite a don Francesco, cappellano militare del<br />
Btg Monte Suello, in generoso soccorso dei suoi alpini<br />
tanto sul Dente, che sul trincerone dello Zugna, che a Porte<br />
del Pasubio. L’omaggio alla tomba, sulle note del silenzio<br />
fuori ordinanza, ha suggellato la memoria per l’anticipatore<br />
dell’ecumenismo e per un grande alpino, che a<br />
Villa Montanina aveva saputo trovare ulteriori motivi per<br />
dare continuità ad un apostolato senza frontiere.<br />
Giovanni M. Filosofo<br />
PENSARE AL FUTURO. SE NON ORA, QUANDO continua da pag. 3<br />
ancora: fino a quando gli alpini potranno continuare a essere un punto di riferimento nelle nostre comunità, soprattutto<br />
in quelle più piccole Mi riferisco in particolare alla nostra protezione civile che mette sul campo la riconosciuta<br />
e apprezzata professionalità dei volontari, il valore aggiunto dell’esperienza acquisita in una moltitudine<br />
di contesti, la preparazione curata al dettaglio e l’umanità verso gli altri, già insita nella nostra associazione,<br />
ma che attraverso la protezione civile ha nel tempo aggiunto nuova linfa e nuove motivazioni.<br />
Così come dobbiamo insistere sui giovani alpini: motivarli, aiutarli e coinvolgerli nei quadri decisionali dell’Associazione.<br />
Persone giovani vuol dire idee nuove, vuol dire soprattutto nuove forze, vuol dire futuro. Ai “veci” dico: non<br />
abbiate paura dei giovani, delle loro iniziative e del loro modo di pensare. L’Associazione non si può permettere, oggi<br />
meno che mai, di “tirare avanti” con iniziative e modi di pensare nella gestione dei gruppi che potevano andar bene<br />
trent’anni fa ma che ora, alla luce della contemporaneità, appaiano decisamente inadeguati. L’alpino accorto sa cosa<br />
mettere nello <strong>zaino</strong> prima di incamminarsi verso la vetta, il sovrappiù lo lascia a casa. Il fulcro della questione è<br />
proprio cosa potrà mettere nello <strong>zaino</strong> la sezione per il cammino degli anni a venire e, soprattutto, chi dovrà portarlo.<br />
Ed è chiaro che anche con tutta la buona volontà alpina, sarà una salita che non potremmo affrontare in solitaria.<br />
Giuseppe Galvanin
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 9<br />
Un messaggio di vita dalla manifestazione di Thiene in ricordo di Miotto<br />
MATTEO E GIANNI. DUE EROI SONO CON NOI<br />
di Luigi Girardi<br />
Sabato 30 aprile una grande immagine<br />
stava sullo sfondo del palcoscenico<br />
del Teatro Comunale di<br />
Thiene: il viso aperto, pulito e sereno<br />
di un giovane alpino. “Matteo è con noi” stava scritto<br />
e Matteo è stato veramente con noi per le due ore in<br />
cui la gremita platea si è intrattenuta rileggendo la lettera<br />
testamento del ragazzo e le testimonianze dei suoi<br />
amici. Il coro degli alpini thienesi di cui Matteo stesso<br />
fu componente, gli aveva riservato il posto che già fu<br />
suo e sul quale posava il suo cappello. La Fanfara della<br />
sezione ha voluto esprimere in musica un repertorio<br />
che proponeva sia un richiamo patriottico che leggero,<br />
tale comunque da non vivere il momento come una commemorazione<br />
triste ma ancora un’occasione di intrattenimento;<br />
proprio per dire: Matteo è con noi. Basta lacrime<br />
e strazio ma un messaggio di vita: Matteo è con<br />
noi: con i suoi commilitoni, gli “alpieri del 7°” con cui<br />
aveva condiviso sudore ed orgoglio; con i suoi amici<br />
della “banda Thiene” nel ricordo di tanta allegria e qualche<br />
bisboccia e con tanta gente importante ed anonima<br />
che per qualche verso sentiva quel ragazzo come uno di<br />
famiglia o compagno di lavoro o il vicino di casa.<br />
Un eroe dei giorni nostri come eroe di questo nostro<br />
Il cappello di Matteo Miotto<br />
tempo lo è stato<br />
Gianni Zaccaria:<br />
un gigante prima<br />
che di statura fisica,<br />
di statura morale.<br />
Un vecchio<br />
alpino di Malo, un<br />
uomo scevro di<br />
ogni protagonismo<br />
ma pieno di<br />
uno spirito di altruismo<br />
che lo ha<br />
portato a dedicare<br />
tutto il suo tempo<br />
libero dal lavoro<br />
e la sua esperienza, a favore di genti colte da tragedie<br />
o in devoto pellegrinaggio attraverso i luoghi testimoni<br />
delle sofferenze dei nostri padri.<br />
Lo abbiamo incontrato nel ’76 con gli occhi rossi tra<br />
le macerie del terremoto in Friuli. Con piccone e cazzuola<br />
nel ’93, ’94, ’95 e 2003 a Rostok, in Russia a tirar<br />
su i muri dell’Asilo Sorriso dove i nostri versarono<br />
solo lacrime. Via ancora sempre nel ’94 e ’95 a Santo<br />
Stefano in Piemonte tra il fango e la desolazione degli<br />
alluvionati e senza mai chiedere compenso alcuno. Anzi;<br />
pagando di tasca propria pur non essendo un benestante.<br />
Alla fine del ’95 e nel ’97 vola all’Asmara, in Eritrea<br />
a dar una mano a dei poveri Missionari, come<br />
nel ’98 in Bolivia e nel Perù.<br />
Nel 1997 è responsabile del campo della Protezione<br />
Civile Ana in soccorso dei terremotati<br />
delle Marche. Uno spirito indomito ed un cuore<br />
grande come sa esserlo quello di un alpino: quello<br />
di un eroe! Senza armi, senza medaglie ma con<br />
un grande amore che lo porta a condividere la<br />
sofferenza con i meno fortunati. C’è l’eroe che<br />
combatte e spesso muore e c’è l’eroe che ama,<br />
soffre e si dona; nel silenzio. Suo conforto e premio:<br />
il rifiorire di un sorriso ed il riaccendersi<br />
della speranza.<br />
La fredda terra ha accolto le ultime spoglie di<br />
una lunghissima schiera di alpini: il Signore delle<br />
cime ci ha chiesto ancora due amici: Gianni e<br />
Matteo. Due dei tanti eroi che sono tra noi.
10 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
GRAZIE MATTEO, SIAMO FIERI DI TE<br />
Uno struggente ricordo dell’alpino caduto in Afghanistan in due lettere scritte dai genitori<br />
Sono di tutta Italia gli alpini caduti in Afghanistan, ma<br />
solo la sezione di <strong>Vicenza</strong> è stata autorizzata dall’Ana nazionale<br />
a sfilare a Torino con uno striscione per ricordare<br />
il suo: “Matteo presente sfila con noi”. Lo portavano<br />
alpini vicentini e commilitoni di Matteo Miotto, in abiti civili<br />
per “ordini superiori”. Al suo passaggio un applauso<br />
in più si è aggiunto ai tanti che accompagnavano gli<br />
alpini e un momento di commozione è seguito alle parole<br />
dello speaker e si è allargato fra alpini e pubblico.<br />
Uno struggente ricordo di Matteo Miotto lo dedicano<br />
agli alpini vicentini i genitori, mamma Anna e papà<br />
Franco, quasi a ringraziarli di tante manifestazioni di<br />
affetto, di vicinanza e di partecipazione al loro dolore.<br />
Due lettere che vanno diritte al cuore, che vogliono far<br />
sapere a tutti chi fosse Matteo. Nell’animo dei genitori<br />
affiorano dolci ricordi, il dolore che il tempo non affievolisce,<br />
l’orgoglio che il loro bambino fosse diventato<br />
un grande uomo, il rimpianto di non vederlo più.<br />
*****<br />
Matteo... la mamma ti ringrazia.<br />
Ogni mattina mi alzo e il primo pensiero va a voi: i<br />
miei figli. Dario si avvia al lavoro e Matteo... vado in<br />
terrazza dove c’è la bandiera che lui ha messo prima di<br />
partire e che avrebbe tolto solo al suo ritorno. Ora è là...<br />
la tocco... e la saluto.<br />
Al mattino, verso le 8 mi chiamavi al telefono: «Ciao<br />
mamma, come va» La mia risposta era sempre la stessa:<br />
«Bene, e tu» Cercavo di raccontargli tante cose, ma<br />
le parole si affollavano disordinatamente, tanto era grande<br />
il piacere di sentirti e tu, per fortuna, riuscivi a “sentire”<br />
i miei pensieri e, anche, le mie paure. Riuscivi a<br />
tranquillizzarmi e tirarmi su il morale.<br />
La passione per il tuo lavoro era così forte che non ti<br />
lamentavi anche se era faticoso: il tuo cuore era pieno di<br />
entusiasmo, tanto eri convinto e sicuro di ciò che facevi.<br />
Eri riuscito a convincere anche me sulla sua importanza e<br />
utilità, mi avevi fatto superare paure e incertezze e ancora<br />
adesso sono sicura che solo chi ha inseguito e realizzato<br />
un proprio sogno può dire di avere veramente vissuto.<br />
Matteo, sei un ragazzo pulito, semplice, molto determinato.<br />
Avevi grandi valori e ideali in cui credevi fermamente;<br />
generoso e altruista come hanno confermato<br />
le tue lettere e il modo in cui sei rimasto vittima, laggiù<br />
in Afghanistan.<br />
Quando eri a Belluno, tornavi a casa il venerdì pomeriggio<br />
e, prima di ritrovare i tuoi amici, andavi a salutare<br />
i miei genitori. «Ciao bocia, gheto magnà» era<br />
la preoccupazione principale di mio papà, visto che lui<br />
in guerra aveva sofferto la fame. Vi scambiavate opinioni,<br />
come due vecchi commilitoni sul servizio militare<br />
di una volta paragonato a quello dei nostri giorni.<br />
Poi c’era Giulia, il tempo con lei volava, ne sono sicura,<br />
bastava guardarvi! Anche gli amici reclamavano<br />
la loro parte, immagino le risate, gli schiamazzi e gli<br />
scherzi che solo chi è giovane come voi può organizzare.<br />
Il sabato incontravi il papà e riesco ancora ad immaginare<br />
i vostri discorsi “tra uomini”.<br />
La domenica a mezzogiorno i nostri pranzi erano accompagnati<br />
dalla tradizionale polenta che ti piaceva tanto<br />
e, davanti al suo calore rassicurante ci raccontavamo
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 11<br />
le nostre vite: quanti progetti per il futuro! Mi parlavi di<br />
Galvanin, di Rossi, del progetto di andare nelle scuole per<br />
parlare ai ragazzi del tuo lavoro, della sua importanza.<br />
Conservo gelosamente i bigliettini che mi facevi trovare<br />
sopra il tavolo quando non ci vedevamo e nei quali<br />
con semplici parole mi salutavi e mi facevi sentire parte<br />
dei tuoi pensieri; li leggevo e sorridevo, riuscivano a<br />
rischiarare anche le “lune” che spesso s’impadroniscono<br />
di noi “grandi”.<br />
Quei momenti servivano a te come carburante per l’intera<br />
settimana e poi alla sera, quando era il momento di<br />
tornare in caserma, andavi a salutare lo zio Alfredo, con<br />
cui avevi un rapporto speciale e Pino ti portava le due bottiglie<br />
per brindare con gli amici durante la settimana.<br />
Era bello, troppo bello!!<br />
Mi manca tanto il tuo sorriso rassicurante, il tuo braccio<br />
che mettevi attorno alle mie spalle quando, salutandomi,<br />
mi dicevi: «Mi raccomando questa settimana...<br />
tutto bene mamma!» e il tuo sms quando arrivavi in caserma:<br />
«Sono arrivato, buonanotte mamma».<br />
Tu mi hai insegnato che i veri valori della vita sono<br />
tali solo se vissuti fino in fondo; grazie anche per questo,<br />
ti vogliamo tutti bene, sei nei nostri pensieri sempre<br />
e col tempo forse il ricordo sarà meno doloroso e più<br />
dolce, ma nel mio cuore resterà sempre un posto per te.<br />
ciao<br />
mamma Anna<br />
*****<br />
Dopo attenta riflessione e mesi di basso profilo, affido<br />
il mio pensiero a questo periodico, senz’altro il più<br />
idoneo a raccogliere questi pensieri. Sono trascorsi mesi<br />
da quella fredda telegrafica telefonata pomeridiana<br />
dall’Afghanistan, che mi comunicava il decesso di Matteo.<br />
Forse, e dico forse, qualcuno in questo lasso di tempo,<br />
magari a ragione, avrà cercato d’interpretare il totale<br />
silenzio del papà di Matteo. Can scarsa sensibilità e<br />
cinismo, si sarebbe potuto usare la parola distacco, o poca<br />
dimestichezza a fronte dei media sulla dinamica del<br />
fatto in essere o, più semplicemente paura, paura di affrontare<br />
la questione in un momento di totale debolezza<br />
psicologica.<br />
Nulla di tutto questo. Era solo il silenzio di un padre,<br />
piegato dal dolore, che a malavoglia quotidianamente accettava<br />
quello che la vita gli imponeva per andare avanti.<br />
Già, andare avanti!<br />
Tutti a dire che la vita continua: per mestiere gli psicologi,<br />
e chi, dal di fuori, con lodevole slancio cercava<br />
di rincuorarti a modo suo; del resto in circostanze analoghe,<br />
le parole, si sa, lasciano il tempo che trovano. Per<br />
un padre e una madre, vi assicuro, che la croce da portare<br />
è talmente pesante che neanche l’aiuto del “Cireneo”<br />
citato nel Vangelo ti solleva più di tanto.<br />
Espletata la prefazione, ora parlerò di lui, o meglio di<br />
noi, del rapporto, che pur tenendo conto della particolarità<br />
familiare e dei tempi assai contingentati, a causa degli<br />
innumerevoli impegni del ragazzo, era tenero, franco<br />
e profondo come giusto e normale che fosse. Quotidiana<br />
la telefonata serale, da o a Belluno; due parole: ciao, sto<br />
bene. Poche ma sufficienti per riscaldare e rassicurare il<br />
cuore di un padre. Toccanti, e non lo dimenticherò mai,<br />
quelle della domenica in tarda serata: «Ciao papà, sto tornando<br />
a Belluno». Ora purtroppo non arriveranno più.<br />
Per pranzo o cena, ci si vedeva una o due volte nel<br />
fine settimana, spesso soli, a volte con la sua ragazza.<br />
Si parlava di tutto: di montagna, una passione comune,<br />
del suo servizio in caserma, dei suoi progetti futuri tra<br />
gli alpini; e già trasparivano lo smisurato amore per il<br />
Corpo, quelle convinzioni e sicurezze che hanno reso<br />
Matteo quello che è stato, che è e che sarà per sempre.<br />
Si parlava dei nonni. Del nonno materno che gli parlava,<br />
come già sappiamo, del suo passato tra gli alpini.<br />
Affascinato da cose militari, spesso mi chiedeva di mio<br />
padre: Antonio Miotto, classe 1915, campione regionale<br />
in anteguerra nei quattrocento piani, volontario nelle<br />
truppe d’assalto, di cui conservo foto con date e dediche,<br />
che unitamente alla croce al merito di guerra, di ritorno<br />
dall’Afghanistan Matteo voleva con sè e che ora<br />
malinconicamente conservo in un cassetto.<br />
Penso retoricamente al vecchio detto “buon sangue<br />
non mente”. Con due nonni così, il risultato non poteva<br />
essere che uno. Ero certo di conoscere Matteo a 360 gradi.<br />
La lettera inviata per il Quattro Novembre mi ha svelato<br />
un lato nuovo del mio ragazzo. Mai avrei pensato a<br />
tanta umanità e dedizione verso gente, soprattutto bambini,<br />
che pur nell’indigenza più totale erano e sono pur<br />
sempre degli estranei, spesso riluttanti verso chi gli tende<br />
disinteressatamente la mano.<br />
Il destino che con tante crudezza lo ha portato via,<br />
mi ha fatto però un dono che conserverò per sempre.<br />
Verso la fine di giugno, a pochi giorni dalla partenza per<br />
la missione, mi trovavo su ai Fiorentini, alla Baita del<br />
sole dei Cappuccini di Thiene, per una settimana di volontariato<br />
come aiuto cuoco. Matteo chiese di seguirmi<br />
per qualche giorno di relax prima della partenza. Trovammo<br />
nel dormitorio una stanza vuota e come due vecchi<br />
camerati per tre giorni usammo lo stesso letto a castello.<br />
Poi improvvisa arrivò la chiamata e mi chiese di<br />
accompagnarlo a Belluno.<br />
Il tempo di infilargli un rosario in un enorme <strong>zaino</strong>,<br />
un abbraccio forte forte, con sole quattro parole: «Abbi<br />
cura di te». Il portone della caserma si chiuse dietro<br />
di lui, per me fu l’ultima immagine materiale di Matteo<br />
in vita. Il resto è storia che tutti conoscono, di un ragazzo<br />
che ho avuto la fortuna di avere per figlio e che mi manca<br />
ogni giorno di più, con l’amara consapevole certezza<br />
che nulla sarà più come prima.<br />
Franco Miotto
12 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
In alcuni paesi si sono sostituiti ai sindaci troppo tiepidi verso l’anniversario dell’Unità<br />
FESTA PER I 150 ANNI<br />
ALPINI GRANDI PROTAGONISTI<br />
In prima linea per difendere la Patria in guerra, gli alpini sono stati protagonisti anche nelle celebrazioni<br />
per i 150 anni dell’unità d’Italia. In tutti i gruppi c’è stata una cerimonia, dal semplice alzabandiera<br />
a manifestazioni più articolate. In qualche paese il gruppo Ana ha sostituito il Comune nell’organizzare<br />
le cerimonie per celebrare la ricorrenza dell’Unità nazionale, spesso con buona collaborazione delle scuole<br />
La bandiera vivente di<br />
Montegalda e Grisignano<br />
I gruppi alpini di Montegalda e Grisignano, le amministrazioni<br />
comunali e l’istituto comprensivo G. Toaldo<br />
di Montegalda, hanno attuato una speciale collaborazione<br />
per consentire ai ragazzi e ragazze delle due<br />
scuole medie di Montegalda e Grisignano di celebrare<br />
in modo particolare l’evento.<br />
Circa 250 studenti, insegnanti, dirigente scolastico,<br />
sindaci, alcuni assessori, rappresentanze d’arma ed associazioni<br />
e tanti alpini si sono radunati nella piazza antistante<br />
il municipio di Montegalda, per l’alzabandiera<br />
e gli onori ai Caduti, vissuti peraltro con significativa<br />
partecipazione da tutti. Il momento più suggestivo è arrivato<br />
quando ragazzi e ragazze, vestiti nei tre colori verde,<br />
bianco, rosso, con la villa palladiana a fare da cornice,<br />
hanno composto un Tricolore “vivente” in varie<br />
forme. Fra le più belle e significative, quella riportata<br />
nella foto di copertina di questo numero di Alpin fa grado,<br />
assieme alle autorità, insegnanti, rappresentanze che<br />
hanno partecipato all’evento.<br />
Dispiace che le scuole primarie abbiano deciso di<br />
dissociarsi dalla manifestazione, impedendo la partecipazione<br />
di tutti gli studenti dell’istituto comprensivo che,<br />
altrimenti, avrebbe visto la partecipazione di circa 700<br />
ragazzi. Nell’occasione, tutte le classi intervenute hanno<br />
poi presentato i lavori preparati per la celebrazione<br />
dell’anniversario.<br />
Questa manifestazione è stata anche l’occasione per<br />
iniziare una nuova<br />
collaborazione fra i<br />
due gruppi Ana interessati,<br />
collaborazione<br />
che si auspica<br />
possa intensificarsi<br />
nel tempo<br />
specialmente con il<br />
coinvolgimento<br />
delle scuole dell’istituto<br />
comprensivo.<br />
Un sentito grazie è andato al dirigente scolastico<br />
dott.ssa Bollettin, alla prof.ssa Rigo, ai sindaci, alle amministrazioni<br />
comunali di Montegalda e Grisignano per<br />
la totale disponibilità nella realizzazione dell’evento al<br />
fine trasmettere ai giovani il valore del Tricolore.<br />
F.G.<br />
Dai ragazzi di Caldogno<br />
un inno alla speranza<br />
Una ventata di freschezza, di vivacità e di allegria<br />
portata dai ragazzi di quinta delle scuole di Rettorgole<br />
e Caldogno, ha pervaso il salone del piano nobile di Villa<br />
Caldogno ove scolari ed alpini hanno coinvolto amministratori<br />
pubblici e corpo insegnante in una carrellata<br />
su fatti e protagonisti che hanno popolato gli ultimi<br />
150 anni di storia del nostro Paese. Pur non rientrando<br />
nel loro programma didattico, i ragazzi hanno dimostrato<br />
buona conoscenza delle vicende del nostro Risorgimento,<br />
certamente grazie a quanto trasmesso dalle maestre e recepito<br />
in famiglia. A rendere tutti protagonisti hanno<br />
contribuito i ritornelli di quelli della compagnia “Piccozza<br />
& Rampon” e dei ragazzi che in coro hanno cantato<br />
“O Venezia che sei la più bella” e “Sul cappello che<br />
noi portiamo” in segno di omaggio e riconoscenza agli<br />
alpini che, per mano del capogruppo Domenico Cappellari<br />
e del consigliere Giampietro Gollin, hanno ricevuto<br />
ognuno un tricolore.<br />
Belle e soprattutto concrete le parole del primo cittadino<br />
Marcello Vezzaro, “il sindaco con gli stivali”<br />
scherzosamente assimilato ad uno sceriffo, magari con<br />
tanto di pistole. Gli stivali non erano però di duro cuoio<br />
americano ma morbida gomma per muoversi nel fango<br />
di una Caldogno che ancora non ha finito di leccarsi le<br />
ferite dell’alluvione.<br />
Tra le simpatiche poesie recitate, ne vogliamo riportare<br />
una inedita e composta per l’occasione:<br />
«Vorrei, vorrei un’Italia per i bambini, di fiori e di giardini.<br />
Un’Italia per le persone, ma anche per i gatti, i cani,<br />
gli uccellini. Un’Italia custodita ai confini, dai no-
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 13<br />
Le quinte di Caldogno<br />
stri cari e forti alpini. Un’Italia<br />
saggia, di pace e fratellanza,<br />
che somigli tanto<br />
alla Speranza!».<br />
La conclusione non poteva<br />
che essere al canto di<br />
“Fratelli d’Italia”, forse non<br />
eseguito con tutte le note al loro posto ma con tanto, tanto<br />
entusiasmo, in un’esplosione di vitalità di giovani vite<br />
in cui sono riposte le nostre speranze ed il nostro futuro.<br />
Gi.Gi.<br />
Una “lezione di patria”<br />
per i bambini di Lonigo<br />
La scuola statale dell’infanzia “Ada Mancassola” di<br />
Lonigo ospita circa 80 bambini di cui circa 1/3 provenienti<br />
da paesi extracomunitari. Tante sono le attività e le<br />
esperienze che le insegnanti propongono di anno in anno,<br />
nell’intento di offrire ai piccoli alunni esperienze coinvolgenti<br />
e ricche di contenuti con attenzione sempre rivolta<br />
agli eventi sociali, alle tradizioni, al momento storico<br />
e, per i bambini stranieri, all’integrazione. Le insegnanti<br />
da qualche anno programmano esperienze di integrazione<br />
ed accoglienza, anche in collaborazione con l’esterno,<br />
con l’obiettivo di costruire un contesto multiculturale<br />
capace di valorizzare il territorio e le sue risorse.<br />
Tra le esperienze passate si possono ricordare il progetto<br />
“a tavola con tutto il mondo” che è stato premiato al 1°<br />
posto nel concorso “a bocca aperta” del Comune di <strong>Vicenza</strong><br />
e che ha visto<br />
venire a scuola mamme<br />
di varia nazionalità<br />
a raccontare i loro<br />
costumi e le loro<br />
usanze anche facendo<br />
assaggiare i loro<br />
cibi della tradizione.<br />
Quest’anno scolastico<br />
ha visto i bambini protagonisti di un’esperienza<br />
sull’unità d’Italia fornendo nozioni<br />
basilari di storia patria. A scuola, naturalmente<br />
data la loro tenera età, è stata letta la<br />
storia di Pinocchio a puntate quale racconto<br />
letterario che rende bene il quadro dell’Italia<br />
del secondo ’800.<br />
Il progetto didattico è poi proseguito con<br />
l’attività per i festeggiamenti dell’Unità d’Italia,<br />
insegnando a tutti bambini anche a cantare<br />
l’Inno Nazionale, cercando di spiegare loro<br />
pure il significato del testo, che è stato appreso<br />
con grande gioia in tutta la sua solennità.<br />
Ogni attività è finalizzata a sviluppare quei sentimenti<br />
di pace, amore, collaborazione, disponibilità accoglienza,<br />
senso di appartenenza, capacità di riconoscere le proprie<br />
radici e la storia che ci ha permesso di godere il benessere<br />
raggiunto.<br />
Chi meglio degli alpini - si son dette le maestre - poteva<br />
portare la sintesi di tutto ciò<br />
Il Gruppo Alpini di Lonigo è andato a scuola a spiegare<br />
il valore ed il significato dell’Ana, della Patria e<br />
della Bandiera (cantando anche canzoni della tradizione<br />
nazionale).<br />
I bambini hanno riassunto l’esperienza con disegni<br />
e rielaborazioni verbali come le seguenti: • “gli Alpini:<br />
quando qualche gente è in pericolo vanno ad aiutare”; •<br />
“quando c’è un terremoto o un’alluvione gli Alpini vanno<br />
e salvano le persone”; • “la bandiera italiana è arrivata<br />
quando gli Alpini hanno unito i pezzi dell’Italia; il<br />
loro capo mi sembra si chiamava Garibaldi”; • “Gli alpini<br />
si attaccano le medaglie sul cappello per fare le sfilate<br />
e sapere a quali sfilate sono andati. Anche il nonno<br />
di Anna aveva le medaglie sul cappello”; • “tutti gli Alpini<br />
sono un gruppo grande come l’Italia”; • “I colori<br />
della bandiera vogliono dire: verde speranza in un mondo<br />
migliore, bianco pace perché le persone non fanno<br />
più la guerra, rosso amore che tutti si vogliano bene”; •<br />
“gli alpini hanno una penna sul cappello perché quando<br />
avevano perso la bandiera un alpino ha trovato una penna<br />
di corvo e ha pensato che quella era la loro bandiera<br />
e adesso la tengono sempre sul cappello”.
14 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Grazie agli alpini Fossa, dopo le case, adesso ha anche la chiesa<br />
ABRUZZO, MISSIONE COMPIUTA<br />
A due anni dal terremoto dell’Abruzzo,<br />
stata realizzata da una ditta specializzata, mentre<br />
90 volontari alpini di tutte le sezioni con<br />
mentre salgono le proteste degli abruzzesi<br />
per le promesse non mantenute, gli alpini possono<br />
dire “missione compiuta”. Sono arrivati<br />
serramenti e opere accessorie. L’inaugurazio-<br />
4700 ore di lavoro hanno realizzato impianti,<br />
fra i primi per il soccorso e l’assistenza ai terremotati,<br />
hanno ricostruito un paese, Fossa,<br />
una volata finale per concludere il 27 none<br />
è arrivata dopo sei mesi e due giorni, con<br />
e adesso gli hanno dato anche l’anima, una<br />
vembre, cioè prima di Natale.<br />
chiesa edificata nella piazza principale del<br />
“È stata un’esperienza meravigliosa - ricorda<br />
Antonio Munari - lavorare con i vo-<br />
futuro paese. Con gli oltre tre milioni di euro<br />
raccolti dall’Ana nazionale, in 7 mesi sono<br />
state realizzate e consegnate 33 casette<br />
bisticciato, mai contato le ore di lavoro, imlontari,<br />
tutti specialisti nel loro lavoro: mai<br />
prefabbricate, del tipo più solido che, una volta<br />
ricostruito il paese, potranno essere adat-<br />
Antonio Munari possibile le spese. Giornate trascorse assiepegnati<br />
solo a fare presto ed a ridurre il più<br />
tate ad alloggi per studenti universitari.<br />
me dall’alba al tramonto e tempo per stare<br />
Fatti i conti alla fine dei lavori si è visto che avanzavano<br />
dei soldi (gli alpini sono forse gli unici in Italia festa. Fra gli abitanti una certa ritrosia iniziale ha lascia-<br />
assieme alla sera, con la fatica che rende più sentita la<br />
che lo sanno fare) e si è deciso di fare qualcos’altro per to il posto alla disponibilità, che cresceva con il crescere<br />
dell’edificio. La mattina dell’inaugurazione è arriva-<br />
i circa 600 paesani. E’ nata così l’idea della chiesetta,<br />
un punto di riferimento importante per la gente, l’anima<br />
del paese. Detto e fatto: l’arch. Renato Zorio di Bielmo<br />
in ritardo con le pulizie finali e le signore si sono ofto<br />
un pullman di alpini con mogli da Pordenone: eravala<br />
ha preparato il progetto, l’ing. Sebastiano Favero di ferte di dare una mano per i vetri. Ma le donne di Fossa<br />
Possagno ha curato le strutture (entrambi sono consiglieri<br />
nazionali Ana). All’inizio dei lavori è cominciata è compito nostro pulirla!”.<br />
non ci sono state: voi alpini ci avete costruito la chiesa,<br />
l’avventura per Antonio Munari, eletto il 23 maggio consigliere<br />
nazionale, per 37 anni a capo di cantieri per l’incordo<br />
personalizzato alla chiesetta. Così la <strong>Sezione</strong> ha de-<br />
Gli alpini vicentini hanno voluto lasciare anche un ristallazione<br />
di prefabbricati: proprio l’uomo giusto al momento<br />
giusto (“Ma in tanti anni non avevo mai costruiche<br />
e portano il nome di <strong>Vicenza</strong> la campana che chiama<br />
stinato all’Abruzzo i fondi raccolti con le attività benefito<br />
una chiesa”), tanto che il giorno dopo l’elezione è partito<br />
per l’Abruzzo con il compito di dirigere i lavori. i nuovi cristiani; dono vicentino anche il Cristo appeso al<br />
i fedeli, l’acquasantiera, il fonte battesimale che accoglie<br />
La chiesa è un prefabbricato di legno lamellare a navata<br />
in stile gotico, su una<br />
Il cantiere a Fossa è stato chiuso in febbraio di que-<br />
centro della navata, opera dello scultore Pellissier.<br />
superficie di 400 metri. E’<br />
st’anno, al completamento delle finiture. Gli alpini hanno<br />
dato tanto all’Abruzzo, ma hanno ricevuto altrettanto<br />
in soddisfazione. «Ho vissuto due momenti di emozione<br />
intensa - ricorda Antonio Munari - Il primo subito<br />
dopo l’inaugurazione, quando è stata battezzata una<br />
bambina alla “nostra” fonte battesimale,<br />
il secondo in febbraio quando, guardando<br />
la chiesetta al centro della piazza, vedevo<br />
la gente che andava alla messa:<br />
sembravano i pastori che accorrevano alla<br />
Capanna! A Fossa abbiamo provato la<br />
bellezza della vita e del lavoro in comune,<br />
delle amicizie nate dall’impegno».<br />
D.B.
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 15<br />
L’ABBRACCIO AI REDUCI<br />
DALL’AFGHANISTAN<br />
Tantissimi alpini a Udine alla cerimonia per il rientro della Julia<br />
Una rappresentanza della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong> ha<br />
partecipato a Udine alla cerimonia per il rientro in patria<br />
del contingente della Brigata “Julia” dalla missione<br />
ISAF in Afghanistan. La cerimonia è stata preceduta da<br />
una commemorazione dei caduti al tempietto di Piazza<br />
della Libertà, alla presenza di ben cinque bandiere di<br />
guerra dei reparti schierati in Afghanistan, il 7° e l’8°<br />
Rgt. alpini, il 3° artiglieria, il Rgt. genio e il reparto lagunari<br />
“S. Marco” e del gonfalone della Città di Udine,<br />
decorato di medaglia d’Oro, del labaro nazionale Ana<br />
scortato dal presidente Perona e dal direttivo nazionale,<br />
da una trentina di vessilli sezionali, da una marea di gagliardetti<br />
e da una moltitudine di alpini e cittadini che<br />
gremivano la piazza e la loggia.<br />
La deposizione della corona è stata preceduta dall’alzabandiera.<br />
Poi, perfettamente inquadrati, i reparti,<br />
preceduti dalla fanfara della “Julia” e seguiti dai gonfaloni<br />
di molte città, dal labaro nazionale, dai vessilli, dai<br />
gagliardetti e dagli alpini hanno sfilato per le vie di Udine<br />
salutati dalla gente.<br />
Di notevole impatto emotivo alcuni striscioni che,<br />
lungo il percorso, ricordavano il sacrificio dei cinque<br />
caduti della Brigata. Nella bella Piazza Primo Maggio,<br />
con il grande parco e la collinetta che la chiudono sui<br />
due lati, i reparti si sono nuovamente schierati di fronte<br />
alla tribuna gremita di autorità civili e militari tra i<br />
quali si notavano ufficiali sloveni e ungheresi dei reparti<br />
che con la “Julia” formano il Corpo multinazionale di<br />
pronto intervento.<br />
Dopo l’alzabandiera hanno preso la parola: il sindaco<br />
di Udine, il gen. Bellacicco che ha comandato i reparti<br />
nella missione in Afghanistan e che ha avuto parole di<br />
elogio per il comportamento tenuto dai suoi soldati in quel<br />
teatro di guerra così difficile e complesso; particolarmente<br />
commovente il ricordo, da parte del comandante, dei cinque<br />
militari che sono deceduti durante il compimento della<br />
missione, tra i quali c’è anche il nostro Matteo Miotto.<br />
Ultimo a intervenire il capo di stato maggiore dell’esercito<br />
che ha affermato con orgoglio che i reparti militari<br />
italiani impiegati nel paese asiatico hanno ampiamente<br />
dimostrato, nelle operazioni di controllo del territorio e<br />
di “Peace keaping”, di non essere secondi a nessuno.<br />
Unico neo, la comparsa nella collinetta che fronteggia<br />
la tribuna di uno striscione che contestava la scelta<br />
del giorno di venerdì per celebrare quella giornata.<br />
Giampietro Gollin
16 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Ricostruita la casa a<br />
una famiglia di Marano<br />
Studenti del Garbin di<br />
Schio in visita al Settimo<br />
Si ringrazia per la gentile ospitalità e per la possibilità<br />
di visitare la caserma Salsa D’Angelo di Belluno<br />
sede del glorioso 7° Reggimento Alpini, reparto che<br />
ha visto passare negli anni la maggior parte degli alpini<br />
vicentini. Fare l’alpino oggi significa portare alle<br />
nuove generazioni i valori di onestà e senso della patria<br />
che erano propri dei nostri padri, morti per fare<br />
dell’Italia un’unica bandiera. Il 7° Reggimento è stato<br />
ed è l’anima di varie iniziative e di pace nel mondo,<br />
ricordiamo con particolare commozione i caduti<br />
alpini per la pace in Afghanistan.<br />
AMarano gli alpini hanno ricostruito la casa ad una famiglia<br />
di immigrati che se l’era vista distruggere da un incendio.<br />
L’estate scorsa avevano ricevuto un appello dal<br />
Comitato emigranti e il direttivo del Gruppo Ana aveva<br />
subito aderito. Da un primo sopralluogo si era capito subito<br />
che l’impresa non sarebbe stata di poco conto, ma è<br />
stata formata subito una squadra operativa, con a capo l’alpino<br />
Pietro Zaltron. Il caldo, il duro lavoro e i disagi per<br />
una scarsa attrezzatura non hanno piegato gli alpini, muratori,<br />
carpentieri, falegnami, elettricisti, posatori, imbianchini<br />
e altro, che con tenacia hanno saputo far tornare<br />
quei ruderi anneriti una dignitosa casa abitabile. A fine<br />
ottobre i lavori si sono conclusi e la famiglia Teylor ha<br />
potuto riprendere possesso della sua casa.<br />
Un calorosissimo ringraziamento i signori Teylor lo<br />
hanno riservato al Gruppo di Marano per la parte economica<br />
ed a coloro che hanno lavorato “sul campo”, gli<br />
alpini Pietro, Mario, Francesco, Silvano, Lino, Ivano,<br />
Guido, Battista, Edoardo e Samuele.<br />
Questo il messaggio di ringraziamento scritto dagli<br />
studenti dell’Ipsia Garbin di Schio dopo la visita al<br />
Settimo a Belluno, promossa dal Gruppo Ana di Seghe<br />
di Velo. Vi hanno partecipato 34 ragazzi, con le<br />
professoresse Barbara Scapin e Michela Apolloni e<br />
gli alpini Odone Rossi, Venanzio Fontana e Maurizio<br />
Mattiolo. Fra gli studenti anche il figlio di Fontana,<br />
Andrea, “reduce” dalla mininaja e “amico alpino” del<br />
Gruppo di Seghe.<br />
Il gruppo è stato accolto dal vicecomandante ten.<br />
col. Fregona; il cap. De Gruttola ha illustrato alla comitiva<br />
la vita militare in tutti i suoi aspetti. Dopo il<br />
pranzo in mensa, foto ricordo davanti al monumento<br />
“Lassù pugnammo”, dove c’è stato un caloroso<br />
incontro con 5 alpini vicentini in servizio al Settimo,<br />
fra cui due ragazze.
Sul cappello che noi portiamo... - 17<br />
LA NAPPINA - 1 a puntata<br />
Credo che quando, in occasione della recente telecronaca<br />
dei solenni funerali del nostro alpino Matteo<br />
Miotto, lo sprovveduto telecronista RAI definiva incredibilmente<br />
“pon pon” l’accessorio che sta sul nostro cappello<br />
alpino ed avente principalmente lo scopo di fissare<br />
la penna, universalmente noto con il nome di “nappina”,<br />
molti di noi abbiano quanto meno storto il naso;<br />
di qui l’idea di tracciare una breve storia delle origini di<br />
questo oggetto, perché magari non tutti sanno che...<br />
Nell’inverno 1879-80 le tensioni tra l’Italia ed l’Austria-Ungheria,<br />
che facevano presagire una guerra imminente,<br />
fecero sì che i battaglioni alpini fossero riuniti<br />
in 6 reggimenti ed assumessero per la prima volta la<br />
denominazione delle valli alpine e dei monti, con la seguente<br />
struttura:<br />
Reggimento Battaglione Compagnie<br />
Il 17 novembre 1880 (G.M. nota N. 218 - divisa e vestiario)<br />
vennero adottate per la prima volta in assoluto le<br />
nappine sul cappello alpino; esse furono praticamente le<br />
stesse prescritte per la fanteria di linea, ossia di forma ellissoidale,<br />
alte 53 mm e larghe al massimo 41 mm, in lana<br />
rossa con il centro nero, sul quale erano tessuti in lana<br />
bianca i numeri delle xompagnie di cui prima; interamente<br />
rosse invece erano le nappine per la truppa appartenente<br />
agli stati maggiori di eeggimento e di battaglione.<br />
a cura di Alberto Pieropan<br />
La nappina, la cui anima era di legno ovale verniciato<br />
del colore corrispondente a quello della lana, era<br />
dotata di un gambo in filo di ferro lungo 50 mm e perforata<br />
in modo da poter contenere la penna di corvo.<br />
Nell’occasione la coccarda tricolore, posta alla base<br />
della penna, veniva spostata nella parte frontale, sopra il<br />
fregio metallico, adottato con la medesima disposizione.<br />
Per gli ufficiali venne adottata una nappina identica<br />
a quella dei loro colleghi di fanteria, di forma ellissoidale<br />
e fatta a 4 giri di cordoncino con la croce di Savoia<br />
al centro in metallo lucido su fondo rigato; la nappina<br />
alta 50 mm e larga 36 mm nel suo punto massimo, era<br />
provvista di una piccola tulipa dello stesso metallo saldata<br />
alla sommità per il sostegno della penna e di un<br />
gambo di filo di ferro.<br />
Appena due anni dopo (R.D. del 15 ottobre 1882)<br />
questo tipo di nappina venne sostituito con quello che<br />
noi tutti oggi conosciamo, la nappina di colore differente<br />
a seconda della posizione del battaglione all’interno del<br />
reggimento, ovvero:<br />
Comando e deposito di reggimento: nappina gialla;<br />
I battaglione: nappina bianca;<br />
II battaglione: nappina rossa;<br />
III battaglione: nappina verde;<br />
IV battaglione: nappina blu.<br />
Reggim.<br />
1° AltoTanaro 1 a - 2 a - 3 a<br />
Val Tanaro<br />
4 a - 5 a - 6 a - 7 a<br />
Valcamonica<br />
52 a - 53 a - 54 a - 55 a<br />
2° Val Pesio 8 a - 9 a - 10 a - 11 a<br />
Col Tenda<br />
12 a - 13 a - 14 a - 15 a<br />
Val Schio<br />
59 a - 60 a - 61 a<br />
3° Val Stura 16 a - 17 a - 18 a - 19 a<br />
Val Maira<br />
20 a - 21 a - 22 a - 23 a<br />
Monti Lessini<br />
56 a - 57 a - 58 a<br />
4° Val Pellice 24 a - 25 a - 26 a - 27 a<br />
Val Chisone<br />
28 a - 29 a - 30 a - 31 a La ripartizione delle nappine fu la seguente:<br />
5°<br />
Val Brenta<br />
62 a - 63 a - 64 a<br />
Val Dora 32 a - 33 a - 34 a<br />
Moncenisio<br />
35 a - 36 a - 37 a<br />
nappina<br />
bianca<br />
nappina<br />
rossa<br />
nappina<br />
verde<br />
nappina<br />
blu<br />
6° Val Orco 38 a - 39 a - 40 a<br />
3° Val Stura Val Maira Monti Lessini -<br />
Val d’Aosta<br />
41 a - 42 a - 43 a<br />
4° Val Pellice Val Chisone Val Brenta -<br />
Cadore<br />
65 a - 66 a - 67 a - 68 a<br />
5° Val Dora Moncenisio Valtellina Alta Valtellina<br />
Val Tagliamento 69 a - 70 a - 71 a - 72 a 6° Val Orco Val d’Aosta Cadore Val Tagliamento<br />
Valtellina<br />
44 a - 45 a - 46 a - 47 a<br />
1° Alto Tanaro Val Tanaro Valcamonica -<br />
Alta Valtellina 48 a - 49 a - 50 a - 51 a<br />
2° Val Pesio Col Tenda Val Schio -<br />
Dopo questo provvedimento i colori delle nappine<br />
non cambiarono più (ad eccezione di quella del comando<br />
e deposito reggimentali), ma cambiò il loro abbinamento<br />
con i vari battaglioni e ciò in seguito alle innumerevoli<br />
variazioni organiche succedutesi nel corso di<br />
più di un secolo di storia dei reparti.
18 - Sul cappello che noi portiamo...<br />
Cappello Alpino mod. 1880<br />
con dettaglio delle nappine<br />
adottate nel 1880 e 1882<br />
Nel 1885 prevalse il<br />
criterio basato sull’assegnazione<br />
a ciascun reggimento<br />
dei tre o quattro<br />
battaglioni reclutati nelle<br />
zone di frontiera corrispondenti<br />
al reggimento;<br />
a partire dal 1° aprile<br />
1885 la composizione dei<br />
reggimenti e l’assegnazione<br />
delle nappine fu la seguente:<br />
Reggim. nappina nappina nappina nappina<br />
bianca rossa verde blu<br />
1° Alto Tanaro Val Tanaro Val Pesio -<br />
2° Col Tenda Val Stura Val Maira -<br />
3° Val Chisone Val Dora Moncenisio -<br />
4° Val Pellice Val Orco Val d’Aosta -<br />
5° Valtellina Alta Valtellina Valcamonica<br />
6° Monti Lessini Val Schio Val Brenta Cadore e<br />
Val Tagliamento<br />
Con R.D. del 10 luglio 1887, il 6° reggimento, che comprendeva<br />
ben cinque battaglioni, veniva scisso dando vita<br />
al 7° reggimento alpini, che era formato da tre battaglioni.<br />
Con questo nuovo ordinamento il corpo degli alpini<br />
risultò strutturato su 22 battaglioni, con 75 compagnie<br />
permanenti (numerate progressivamente dall’1 a 75) e su<br />
22 battaglioni di milizia territoriale con 75 compagnie (anch’esse<br />
numerate da 1 a 75); inoltre i battaglioni persero<br />
il nome delle valli per assumere quello delle città sede dei<br />
rispettivi magazzini di approntamento.<br />
Questa la nuova composizione con relativi colori delle<br />
nappine:<br />
Reggim. nappina nappina nappina nappina<br />
bianca rossa verde blu<br />
1° Pieve di Teco Ceva Mondovì -<br />
2° Borgo S.Dalmazzo Vinadio Dronero -<br />
3° Fenestrelle Susa I Susa II -<br />
4° Pinerolo Ivrea Aosta -<br />
5° Morbegno Tirano Edolo Rocca d’Anfo<br />
6° Verona <strong>Vicenza</strong> Bassano Cadore<br />
7° Feltre Pieve di Cadore Gemona -<br />
Cappello mod. 1873 da sottotenente del 2° Rgt. Alpini<br />
con fregio adottato nel 1880 e nappina<br />
(da notare che la larghezza del distintivo<br />
di grado non è quella regolamentare)<br />
Dal 1888 al 1909 si verificarono solamente spostamenti<br />
e cambi di denominazione di numerosi Battaglioni.<br />
Nel 1902 (Legge N. 266 del 3 luglio 1902) venne<br />
istituito il grado “maresciallo”, grado destinato ai “furieri<br />
maggiori” con almeno 12 anni di anzianità adottata<br />
per il cappello dei marescialli una nappina speciale,<br />
simile a quella degli ufficiali, ma con il bordo esterno<br />
ed il fondo completamente lisci.<br />
Il 1° ottobre 1909 viene costituito l’8° Reggimento<br />
e di conseguenza la specialità alpina assunse il seguente<br />
ordinamento:<br />
Reggim. nappina nappina nappina nappina<br />
bianca rossa verde blu<br />
1° Ceva Pieve di Teco Mondovì -<br />
2° Borgo S.Dalmazzo Dronero Saluzzo -<br />
3° Pinerolo Fenestrelle Excilles Susa<br />
4° Ivrea Aosta Intra -<br />
5° Morbegno Tirano Edolo Vestone<br />
6° Verona <strong>Vicenza</strong> Bassano -<br />
7° Feltre Pieve di Cadore Belluno -<br />
8° Tolmezzo Gemona Cividale -<br />
Finora, come si è notato, abbiamo parlato del cappello<br />
alpino nella sua versione originaria datata 1873 (in<br />
feltro rigido, di colore nero, detto anche a “bombetta”)<br />
e delle modifiche adottate nel 1880 con l’adozione della<br />
nappina e del nuovo fregio frontale, ma dobbiamo attendere<br />
il 1910 perché arrivi l’adozione del nuovo cappello<br />
alpino in feltro grigio-verde, ovvero quello che ancora<br />
oggi noi indossiamo orgogliosamente.<br />
Ma di questo parleremo nella prossima puntata.<br />
Le informazioni e le illustrazioni sono tratte dal volume<br />
“Il Cappello Alpino” di Stefano Ales edito nel 2005<br />
dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.
Lettere in redazione- 19<br />
A proposito degli alpini in televisione<br />
Egregio presidente Galvanin, egregio direttore Biesuz,<br />
a fronte dell’articolo pubblicato a pagina 11 di Alpin<br />
fa Grado di marzo 2011 a firma di Federico Murzio, circa<br />
la partecipazione alla trasmissione televisiva, siamo<br />
a chiedere il diritto di replica dato che, anche se non direttamente<br />
citati, è facilissimo, per non dire scontato,<br />
capire di chi si tratta tanto più che esistono, per l’appunto,<br />
le immagini televisive.<br />
Troviamo l’articolo profondamente lesivo della nostra<br />
dignità di persone e di Alpini, soprattutto nella seconda<br />
parte dell’articolo. Premesso che in linea generale,<br />
Federico Murzio è liberissimo di avere la sua opinione<br />
personale sul fatto che sia o meno opportuna la<br />
partecipazione a questo tipo di eventi, contestiamo l’articolo<br />
nel merito e nel modo. Innanzitutto ciò che non<br />
è sufficientemente specificato è che quella “rappresentanza<br />
Ana” era una rappresentanza ufficiale dell’Ana,<br />
la cui partecipazione è stata decisa dal presidente<br />
Perona. Tra l’altro non vi erano solo i tre consiglieri<br />
della sezione di <strong>Vicenza</strong>, ma anche il vicepresidente<br />
vicario della sezione di Monza, il responsabile<br />
del servizio d’ordine nazionale, consiglieri delle sezioni<br />
di Milano, Monza, Padova, Valdagno oltre a quattro<br />
capigruppo e rappresentanti alpini di Bari, Napoli,<br />
Torino, Roma in aggiunta a quelli delle succitate sezioni.<br />
Va considerato che proprio perché era una rappresentanza<br />
ufficiale dell’Ana, al nostro arrivo a Roma<br />
siamo stati ricevuti ed accompagnati dal delegato<br />
nazionale di Roma ed ospitati per il pranzo nella sede<br />
della sezione di Roma.<br />
Il presidente sezionale Galvanin era stato precedentemente<br />
informato dell’evento, in particolare della<br />
partecipazione dei consiglieri di <strong>Vicenza</strong> e, se lo<br />
avesse ritenuto opportuno, poteva decidere che nessun<br />
rappresentante della sezione di <strong>Vicenza</strong> vi avrebbe<br />
partecipato. In realtà, in coerenza con ciò che usa<br />
ripetere ai capigruppo e cioè che devono uniformarsi<br />
alle direttive degli organi superiori dell’Ana, anche lui<br />
si è uniformato alle direttive del presidente nazionale.<br />
Possiamo anche concordare che la rappresentanza<br />
non fosse al più alto livello dell’Ana, ma quante volte<br />
i consiglieri rappresentano la sezione in varie occasioni<br />
E non per questo l’importanza della sezione<br />
ne viene sminuita.<br />
Eppoi nessuno di noi ha “sgomitato per esserci”. Semplicemente<br />
ci è stata chiesta la disponibilità di due giorni<br />
(tra cui uno lavorativo) per rappresentare l’Ana. Come<br />
sempre fanno gli alpini, dato che non ci siamo proposti<br />
ma siamo stati chiamati, ognuno di noi l’ha intesa<br />
come un dovere, tanto più che come al solito, a fronte<br />
dell’impegno di tempo e risorse personali, nessuno di<br />
noi ne ha guadagnato nulla.<br />
Grave anche affermare nell’articolo: “quando si accetta<br />
di partecipare... (omiss)... è buona regola riflettere<br />
prima sull’opportunità di farlo”; implicitamente si sta<br />
accusando, in primis, il presidente Perona di non aver<br />
riflettuto a sufficienza prima di accettare la partecipazione<br />
dell’Ana alla suddetta trasmissione.<br />
Per quanto concerne il “giochino”, nessuno di noi conosceva<br />
le modalità con cui si sarebbe svolto, e l’impegno<br />
è stato preso veramente sul serio consci che eravamo<br />
comunque i rappresentanti dell’Ana. È facile parlare<br />
col “senno di poi” per criticarne le modalità, e comunque<br />
nessuno era obbligato a guardarlo, tanto meno<br />
Federico.<br />
Ci saremmo aspettati che prima della pubblicazione<br />
di un articolo con critiche personali ai partecipanti, in<br />
particolare a noi consiglieri della sezione di <strong>Vicenza</strong>, Federico<br />
Murzio ci avesse contattati per informarsi meglio<br />
delle modalità e delle ragioni della nostra partecipazione;<br />
questo sarebbe, a nostro avviso, doveroso con qualsiasi<br />
persona, tanto più fra alpini e tanto più fra consiglieri<br />
sezionali, come siamo noi e Federico.<br />
Ci permettiamo anche di evidenziare l’inopportunità<br />
di un articolo siffatto, perché le critiche espresse a noi<br />
consiglieri della sezione di <strong>Vicenza</strong>, che come più sopra<br />
spiegato sono a nostro avviso immotivate, sono peraltro<br />
chiaramente estensibili indistintamente a tutti i<br />
partecipanti, non ultimi i dirigenti Ana delle altre sezioni<br />
presenti. Dato che Alpin fa grado viene spedito a tutte<br />
le sezioni, ci chiediamo se questo articolo, quando lo<br />
leggeranno, non finirà per mettere in difficoltà il presidente<br />
Galvanin e l’intera sezione di <strong>Vicenza</strong> nei confronti<br />
delle sezioni partecipanti alla trasmissione, del<br />
presidente Perona e del CDN. Scrivendolo non ha pensato<br />
al danno che può causare alla sezione<br />
Rimane pure da chiarire se questa opinione è un’opinione<br />
personale oppure se rappresenta la linea editoriale<br />
di Alpin fa Grado o addirittura della sezione di <strong>Vicenza</strong>.<br />
Ma non può tuttavia rappresentare la posizione<br />
della sezione, o di Alpin fa Grado che ne è l’organo informativo,<br />
perché il presidente Galvanin non si è opposto<br />
alla partecipazione. Quindi è solo un’opinione personale.<br />
Ma allora chi è Federico Murzio per “pontificare” in
20 - Lettere in redazione / Varie<br />
questo modo contro i partecipanti dalle pagine del periodico<br />
sezionale<br />
Tra l’altro rimarrebbe da spiegare il motivo di tutta<br />
questa acredine nei confronti degli stessi.<br />
Alpinamente!<br />
Luca Bolla<br />
Capozona Val del Guà, consigliere sez. Ana <strong>Vicenza</strong><br />
Francesco Greselin<br />
Capogruppo Montegalda, consigliere sez. Ana <strong>Vicenza</strong><br />
Nicola Stoppa<br />
Consigliere sez. Ana <strong>Vicenza</strong>, responsabile commissione<br />
giovani<br />
Risponde Dino Biesuz<br />
La linea editoriale di Alpin fa grado è tracciata dall’articolo<br />
che il presidente Galvanin scrive a pagina 3<br />
di ogni numero. Gli altri articoli riportano il pensiero<br />
di chi li scrive: il periodico sezionale è aperto a tutti,<br />
anche alle critiche, purché costruttive ed entro i limiti<br />
della correttezza. Mi dispiace che i tre consiglieri vicentini<br />
si sentano bersaglio delle critiche di Federico<br />
Murzio, perché non è assolutamente così. Le osservazioni<br />
sono rivolte proprio ai vertici dell’Ana nazionale,<br />
per l’adesione a una trasmissione “leggera”: sono convinto<br />
che è meglio dire chiaramente quello che si pensa,<br />
piuttosto che brontolare di nascosto.<br />
Risponde Federico Murzio<br />
Mininaja<br />
in due sessioni<br />
Nel 2011 la mininaja - chiamata “Vivi le forze<br />
Armate” - si svolgerà in due sessioni da tre settimane<br />
ciascuna: dal 18 luglio al 5 agosto e dal 29<br />
agosto al 16 settembre. Per le Truppe alpine i corsi<br />
si terranno nelle sedi che già hanno ospitato i ragazzi<br />
nelle scorse edizioni: La Thuile (Aosta - Centro<br />
add. alpino), San Candido (Bolzano - 6° Reggimento<br />
alpini), Bousson- Sestrière (Torino - Brigata<br />
Taurinense), Belluno (7° Reggimento alpini).<br />
La partecipazione è riservata ai giovani di ambo<br />
i sessi, di età compresa tra i 18 ed i 30 anni in<br />
possesso della necessaria idoneità fisica. La presentazione<br />
delle domande potrà avvenire esclusivamente<br />
via internet compilando un modulo “on<br />
line” pubblicato sul sito della Difesa (www.difesa.it)<br />
. Nella domanda occorrerà, tra l’altro, precisare<br />
il corpo e la sede in cui si vuole svolgere lo<br />
stage: chi chiederà di andare negli alpini sarà, dunque,<br />
mandato negli alpini.<br />
Fondamentale, per poter accedere ai corsi, sarà<br />
la tempestività della presentazione della domanda,<br />
visto che la selezione (una volta rispettati i requisiti<br />
fisici) avverrà con criterio cronologico in base<br />
alla presentazione. In Internet (www.difesa.it) si<br />
possono trovare i bandi e si può compilare la domanda.<br />
Naturalmente confermo quanto scritto nell’articolo,<br />
tanto più alla luce dei toni e dei contenuti di una lunga<br />
e legittima replica che però non interviene mai nel merito<br />
di quanto da me denunciato. Mi rendo conto di aver<br />
urtato la sensibilità dei tre consiglieri. Ma l’orgoglio ferito<br />
dei singoli viene molto dopo il bene dell’Associazione<br />
che passa anche attraverso critiche e osservazioni.<br />
Cose che come associato ho il diritto, e come giornalista<br />
ho il dovere di esprimere sul periodico che è la<br />
voce degli alpini della sezione. E che ci siano persone<br />
che la pensino diversamente da Bolla, Stoppa e Griselin<br />
è un fatto di cui anche Bolla, Stoppa e Griselin dovrebbero<br />
imparare e tenere conto.
Vita dei gruppi - 21<br />
ALTA VAL LIONA<br />
Insieme per crescere<br />
I capigruppo della Zona Alta Val Liona anche nel 2010<br />
hanno proposto vari tornei sotto il segno dell’amicizia<br />
e dello stare insieme. Sono stati coinvolti giovani e veci,<br />
attraverso proposte che suscitassero il loro interesse<br />
e il loro entusiasmo ma soprattutto la voglia di partecipazione.<br />
Le varie gare sono state giocate con molta sportività<br />
in un clima di assoluta amicizia e con una forte carica<br />
di entusiasmo dagli alpini e dai soci aggregati.<br />
Come negli anni passati, quattro sono stati i tornei organizzati.<br />
Nel calcio a 7 si è imposto il gruppo di Grancona,<br />
che ha vinto anche la gara di bocce “alla sbrodegona”;<br />
nel cavapallino ha vinto San Giovanni in Monte<br />
e nel tresette si sono rivelati imbattibili i soci di Zovencedo<br />
- San Gottardo. È stata stilata una classifica generale<br />
in base ai piazzamenti ottenuti e vincitore assoluto<br />
del Torneo è risultato il gruppo di Grancona, seguito<br />
da San Giovanni in Monte, Zovencedo-San Gottardo,<br />
San Germano, Villa del Ferro, Pozzolo e Perarolo. Le<br />
premiazioni si sono svolte al termine di una piacevole<br />
serata conviviale nella sede del gruppo di Grancona, con<br />
la presenza del vice presidente sezionale Silvano Spiller.<br />
Un grazie è andato agli alpini del gruppo di Grancona<br />
per l’ospitalità e per la raffinata cena “tipica vicentina”<br />
ed a tutti quelli che hanno collaborato per la<br />
buona riuscita della stagione sportiva 2010.<br />
I vari tornei sono stati programmati anche per quest’anno<br />
con la stessa convinzione e con lo stesso spirito alpino.<br />
150° dell’Unità d’Italia<br />
con cittadini e scolari<br />
M.B.<br />
Il 17 marzo 2011 i gruppi della Zona Alta Val Liona hanno<br />
celebrato in contemporanea la cerimonia per il 150°<br />
anniversario dell’Unità d’Italia, unendosi agli altri 4.300<br />
gruppi che nello stesso momento, alle 9 in punto, innalzavano<br />
il Tricolore nei cieli del Paese. È stato un gesto<br />
semplice, ma potente, che racconta l’amore sincero<br />
degli Alpini verso l’Italia. L’alzabandiera, accompagnato<br />
dall’inno nazionale cantato in coro da tutti i presenti, è<br />
stato il momento principale della cerimonia, a cui hanno<br />
preso parte anche alunni e insegnanti dell’Istituto<br />
comprensivo Val Liona oltre a numerosi cittadini che<br />
hanno voluto festeggiare l’unità d’Italia. I bambini hanno<br />
recitato alcune poesie, quindi il capogruppo ha letto<br />
il saluto che il presidente Perona ha inviato a tutti i gruppi<br />
per la speciale occasione.<br />
ALTAVILLA<br />
Studenti in visita alla sede<br />
Una ventata di giovinezza, il 18 maggio, nella sede del<br />
gruppo alpini di Altavilla Vicentina, che ha ospitato le<br />
prime classi della scuola media Alessandro Manzoni, accompagnate<br />
dagli insegnanti. Dopo l’alzabandiera, con<br />
il canto dell’Inno di Mameli, hanno fatto una passeggiata<br />
sulle colline circostanti. Al rientro hanno potuto osservare<br />
vari reperti bellici risalenti alla prima e seconda<br />
guerra mondiale, illustrati e descritti da Luciano Carlotto.<br />
È seguito il rinfresco, molto apprezzato. La foto ricordo<br />
è stata scattata davanti al monumento della sede.<br />
CASTELNOVO<br />
Targa a Gino Comparin<br />
deportato in Germania<br />
Il gruppo alpini di Castelnovo ha festeggiato il proprio<br />
socio Gino Comparin, consegnandogli una targa in ricordo<br />
della deportazione subita durante la Seconda guerra<br />
mondiale. Nato ad Arsiero nel 1921, chiamato alle armi<br />
a 19 anni nel 1940 fu arruolato nell’8° reggimento btg<br />
Tolmezzo. Ebbe la fortuna di non essere mandato al fronte<br />
e fu trasferito come guardia frontiera a Tarvisio. Il peg-
22 - Vita dei gruppi<br />
gio per lui arrivò con l’armistizio del 1943, quando i tedeschi,<br />
feriti nell’orgoglio, fecero tutti prigionieri e li caricarono<br />
sui treni per portarli in un campo di concentramento<br />
nazista a Danzica (in Italia tentò la fuga, quasi riuscita,<br />
ma fu ripreso e deportato con gli altri commilitoni).<br />
Dopo 26 mesi, lunghi e interminabili, in un regime di<br />
completa e più nera austerità (freddo rigidissimo, mancanza<br />
di vestiario, servizi igienici, cibo, ecc.), fu liberato<br />
dai russi e rimpatriato, con l’intervento della Croce<br />
Rossa Internazionale (era il 27 settembre 1945). Il 16 ottobre<br />
1945 arrivò a Bolzano e quindi finalmente a casa.<br />
DUEVILLE<br />
Generosità alpina<br />
Gino Comparin, al centro,<br />
con il capogruppo Giuseppe Zamberlan<br />
Ripulita la chiesa<br />
Passando diverse<br />
ore in un<br />
gabbione appeso<br />
a una gru, gli<br />
alpini del gruppo<br />
di Castelnovo<br />
hanno ripulito<br />
la facciata e<br />
altre pareti della<br />
chiesa parrocchiale;<br />
particolare<br />
cura è<br />
stata messa per<br />
rimuovere lo<br />
sporco lasciato<br />
dai colombi<br />
nelle nicchie,<br />
sui cornicioni e<br />
attorno alle statue.<br />
l presidente sezionale Giuseppe Galvanin ha consegnato,<br />
nella sede comunale di Dueville, un contributo ad alcune<br />
famiglie del circondario pesantemente colpite dalla<br />
tragica alluvione dello scorso novembre.<br />
Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Dueville ed alcuni<br />
rappresentanti dell’amministrazione comunale, che<br />
hanno sottolineato l'importante contributo dato dagli alpini,<br />
sempre pronti a dare una mano quando ce n’è bisogno.<br />
LONIGO<br />
Rinnovato il direttivo<br />
Numerose le iniziative<br />
Una sala civica di Lonigo affollata di alpini e amici, ospite<br />
d’onore il vice comandate del 7° alpini di Belluno Stefano<br />
Fregona, ha ospitato un incontro su Nikolajewka e<br />
sui nostri giovani in missione in Afghanistan. Sono intervenuti<br />
autorità locali, il presidente della sezione Giuseppe<br />
Galvanin e Gianni Periz, che ha presentato un’intervista<br />
inedita a Giulio Bedeschi, autore di Centomila<br />
gavette di ghiaccio; a conclusione di una serata emozionante<br />
Nicola Stoppa ha portato i saluti della commissione<br />
giovani. Il giorno dopo è stato eletto il nuovo direttivo;<br />
alla guida del gruppo è stato confermato Sergio Portinari,<br />
che ha manifestato la volontà di procedere dando<br />
continuità al triennio che ha visto rinnovarsi il gruppo<br />
dirigente e la nascita di innumerevoli iniziative, che hanno<br />
riscosso grande successo fra i leoniceni. Il nuovo direttivo<br />
ha nominato vicecapogruppo Luca Bolla e segretario<br />
Mario Nicolatto. I consiglieri sono Fabio Faedo,<br />
Loris Caletti, Livio Iselle, Claudio Vigolo, Enzo Ma-
Vita dei gruppi - 23<br />
raschin, Federico Palladin, Stefano Ferrandi, Antonio Cunegatti,<br />
Mauro Brocchini. Revisori dei conti, Paolo Meneghini,<br />
Denis Antoniazzi e Alessandro Padrin. Un bel<br />
direttivo - è stato detto - e auspichiamo laborioso, visto<br />
le numerose iniziative elencate nel vademecum consegnato<br />
a tutti i soci: si comincia con una serata dedicata<br />
al Tricolore, in onore dei 150 anni dell’unità, con un concerto<br />
dei Crodaioli di Bepi De Marzi, nel Santuario della<br />
Madonna dei Miracoli. Un ricco calendario porterà a<br />
coinvolgere molti altri amici e si confida di recuperare<br />
molti consensi fra di essi e nuovi soci.<br />
Amici che troveranno a breve anche una sede, la baita<br />
rinnovata e più accogliente, in questa direzione infatti il<br />
gruppo di Lonigo è determinato a realizzare un insieme<br />
di lavori per dare maggior accoglienza agli ospiti.<br />
La cerimonia di presentazione del restauro alla cittadinanza<br />
di Longara e della Riviera Berica è avvenuta alla<br />
presenza della signora Marta Ghirardi, del capogruppo del<br />
gruppo alpini di Campedello cav. Roberto Alberton, del<br />
consigliere comunale Mariano Docimo che ha rappresentato<br />
il sindaco, del presidente della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong><br />
Giuseppe Galvanin e del parroco dell’unità pastorale<br />
locale don Giuseppe che ha benedetto il sacello. A ricordo<br />
dell’evento è poi stata scoperta una targa ricordo.<br />
Riconfermato capogruppo per la quarta volta Danilo Panizzon.<br />
A lui vanno i nostri complimenti ed auguri di<br />
buon lavoro.<br />
MONTECCHIO MAGG.<br />
Raduno dei reduci<br />
del <strong>Vicenza</strong> e del Val Leogra<br />
Si è tenuto nella chiesetta degli alpini ai Castelli di Montecchio<br />
Maggiore il tradizionale raduno dei reduci dei<br />
btg. <strong>Vicenza</strong> e Val Leogra. Il programma prevedeva l’alzabandiera,<br />
la deposizione delle corone al monumento<br />
dell’alpino e la messa, officiata da don Massimo che, con<br />
fervore e dovizia di particolari, ha raccontato alcuni frammenti<br />
di storia della Julia sul fronte greco-albanese.<br />
La giornata di pioggia ha certamente limitato la presenza<br />
dei reduci e dei loro familiari. Un plauso è andato agli<br />
alpini del gruppo di Montecchio Maggiore per l’organizzazione<br />
di supporto logistico alla manifestazione ed<br />
al tesoriere Arcangelo Murzio, che rappresentava la sezione<br />
di <strong>Vicenza</strong>, anche per il compito di cerimoniere<br />
svolto con maestria ed esperienza. Un invito particolare<br />
è stato rivolto alla sezione Ana affinché questa ricorrenza<br />
non debba essere ricondotta ad una mera data sul<br />
calendario delle manifestazioni, ma rimanga un appuntamento<br />
importante, per riservare doverosamente ai reduci<br />
che ormai, purtroppo, stanno andando avanti, il giusto<br />
e meritato ricordo.<br />
MONTEGALDA<br />
Riuscita adunata per i 57 anni<br />
MALO<br />
Confermato Panizzon<br />
Niente di nuovo sotto il sole. A<br />
febbraio il gruppo alpini di Malo<br />
ha proceduto alla consultazione<br />
elettorale riservata ai soci in regola<br />
con il tesseramento 2010, per<br />
eleggere il direttivo che reggerà<br />
la carica per il triennio 2011-2013.<br />
In quest’anno dal significato particolare, dovuto alla ricorrenza<br />
del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il rinnovarsi<br />
di una cerimonia storica acquisisce ancora maggior<br />
valore. Così molte sono state le testimonianze di<br />
apprezzamento e d’incoraggiamento che ci sono pervenute<br />
da più parti per l’adunata che ha festeggiato i 57<br />
anni di vita del gruppo Ana di Montegalda, che ci stimolano<br />
a tramandare quelli che per noi sono valori, quali<br />
la solidarietà, l’amicizia, la lealtà, la fraternità, l’amor<br />
patrio, il rispetto delle istituzioni e la fede saldamente<br />
radicati nello spirito alpino. A contribuire alla riuscita<br />
della due giorni per la commemorazione di chi prima di
24 - Vita dei gruppi<br />
noi ha creduto in quei valori, è stata la partecipazione di<br />
autorità e di alpini delle varie zone, dei cori e delle comunità.<br />
A loro è stato rivolto un ringraziamento, esteso<br />
al consigliere nazionale Antonio Munari, al presidente<br />
della sezione di Valdagno Nazario Campi, ai consiglieri<br />
sezionali di <strong>Vicenza</strong>, al gen. Innecco ed alle autorità<br />
di Montegalda e di Montegaldella.<br />
MONTEVIALE<br />
Festeggiati i 150 anni dell’unità d’Italia<br />
Il gruppo alpini di Monteviale ha ricordato in sede il<br />
150° anno dell’unità d’Italia con l’alzabandiera e con il<br />
canto da parte dei soci dell’inno di Mameli. La cerimonia<br />
è proseguita con le autorità comunali davanti al monumento<br />
ai Caduti.<br />
Gli alpini del gruppo si sono sentiti onorati della presenza<br />
dei vessilli delle sezioni di <strong>Vicenza</strong> e di Valdagno,<br />
dei gagliardetti di 47 Gruppi delle province di <strong>Vicenza</strong><br />
e di Padova, che domenica hanno sfilato lungo<br />
le vie del paese prima e dopo la messa. Molto apprezzati<br />
i cori “Amici miei Toni Docimo” e di “Novale”<br />
che nella serata di sabato si sono esibiti con grande<br />
maestria nella Chiesa Parrocchiale di Montegaldella<br />
gremita per l’occasione.<br />
S.B.<br />
POJANA MAGGIORE<br />
La Giornata dell’Unità<br />
La foto è stata scattata davanti alla sede del<br />
gruppo di Pojana Maggiore in occasione della<br />
breve cerimonia dell’alzabandiera, con<br />
lettura della missiva del presidente nazionale<br />
ai gruppi, in occasione della giornata<br />
dell’Unità d’Italia il 17 marzo scorso. L’immagine<br />
ritrae il consiglio direttivo con alcuni<br />
soci intervenuti per l’occasione.
Vita dei gruppi - 25<br />
TORRI LERINO<br />
Rivissuta coi ragazzi la guerra nei forti dell’Altopiano<br />
Come è ormai consuetudine del nostro gruppo abbiamo promosso un’attività culturale con gli studenti della 3 a media<br />
di Torri di Quartesolo, articolandola in due incontri per dare la possibilità di presentare il programma della visita<br />
culturale alle località vicentine e trentine della guerra, ma soprattutto per motivare i ragazzi e coinvolgerli in<br />
una ricerca in cui, utilizzando i mezzi a loro disposizione, avrebbero potuto conoscere preventivamente le località<br />
da visitare e i fatti che vi si sono svolti. Nel primo incontro, abbiamo presentato il programma della visita didattica<br />
sulle località del Basson, Forte Luserna e Belvedere e chiesto ai ragazzi, organizzati in più gruppi di lavoro per<br />
classe, di preparare uno studio. Poi è stato proiettato il video “Campi di battaglia del fronte occidentale” integrato<br />
da foto e commenti del nostro alpino Davide sul fronte italiano con lo scopo di dare un’idea di come e perché si è<br />
entrati nella Grande Guerra, ma soprattutto come si viveva quotidianamente al fronte.<br />
In maggio è stata effettuata l’escursione con la partecipazione di più di 90 persone di cui 70 alunni più i professori e gli<br />
alpini di servizio al seguito, con la presenza inoltre del sindaco alpino Marchioro e dell’assessore alla cultura Frizzo. Per<br />
le spiegazioni sono stati contattati il prof. Sandro Speranza e Pierantonio Graziani capogruppo alpini di Marola. Durante<br />
il tragitto sono stati spiegati i confini del 1915 e prima di arrivare alla località Basson un ragazzo ha letto la ricerca<br />
sulla prima battaglia degli altipiani. Al Vezzena ci aspettava il capogruppo alpini di Lavarone, che ci ha accompagnato<br />
nella visita alla chiesetta di Santa Zita. Poi, divisi gli alunni in due gruppi, si è proceduto alla spiegazione tatticostorica<br />
della battaglia del Basson. A Millegrobe-Luserna è stata letta la ricerca sulla storia del forte fatta dai ragazzi. La<br />
visita al forte è stata preceduta da una bella scarpinata. A Lavarone nella sede Ana, è stato consumato un tipico rancio<br />
alpino. Nel pomeriggio visita al forte Belvedere, sempre preceduta dalla lettura della relazione preparata dai ragazzi.<br />
Le animazioni interattive del forte hanno emozionato i ragazzi facendoli partecipi della durissima vita vissuta dagli occupanti<br />
sotto i bombardamenti italiani di cui avevano visto già i risultati sulle rovine del forte di Luserna. Nel complesso<br />
i ragazzi sono stati soddisfatti di questa esperienza alla quale si è voluto dare al massimo grado quell’aspetto di “gita<br />
di istruzione” che troppo spesso le gite scolastiche non hanno. Comunque per premiare l’assidua attenzione richiesta<br />
e per scaricare la vivacità dei ragazzi, “dulcis in fundo” una breve sosta, in fase di rientro, alla birreria Summano di Piovene.<br />
Per concludere, partendo come spunto da quello che si è visto e conosciuto si è cercato di educare i ragazzi ai nostri<br />
valori della disciplina, dell’obbedienza e del sacrificio per gli altri. Concetti che noi abbiamo ricevuto dai nostri padri<br />
e che vogliamo diventino loro o che quantomeno lascino un segno nella loro memoria.<br />
Bruno Mioni
26 - Vita dei gruppi<br />
SARMEGO E GRUMOLO<br />
Assieme per i 150 anni<br />
Il 17 marzo il gruppo di Sarmego si è ritrovato davanti al<br />
monumento ai Caduti per celebrare il 150° anniversario<br />
dell’unità d'Italia con la partecipazione del gruppo di Grumolo<br />
Delle Abbadesse e il sindaco Flavio Scaranto con<br />
la giunta comunale. Alla cerimonia non sono voluti mancare<br />
i due soci più anziani del gruppo di Sarmego, Luigi<br />
Bettinardi, co-fondatore e vice capogruppo, e Giuseppe<br />
Pavin, il quale, oltre a ospitare nei propri locali il gruppo<br />
alpini, ne è stato anche a capo negli anni passati.<br />
Al termine si è svolto un rinfresco presso la sede. I convenuti<br />
sono andati poi a a Grumolo per partecipare alla<br />
cerimonia guidata dal capogruppo Giorgio Nardi davanti<br />
al monumento ai Caduti del paese. Un grazie è andato<br />
a sindaco e giunta comunale, e ai gruppi alpini di<br />
Sarmego e Grumolo per la collaborazione e l’ottima riuscita<br />
della manifestazione.<br />
SOSSANO<br />
Setto nuovo capogruppo<br />
La prematura scomparsa del compianto Luigi Sbicego ha<br />
fatto da sfondo alle elezioni del nuovo direttivo del gruppo<br />
di Sossano. Nonostante il clima festoso della cena annuale,<br />
ambito nel quale si sono tenute le elezioni, era palpabile<br />
la commozione che aleggiava tra i presenti e che<br />
è sfociata in un lungo, commosso applauso quando il capogruppo<br />
uscente Carlo Antonio Balduzzo ha ricordato<br />
lo scomparso. Erano presenti il presidente sezionale Galvanin,<br />
che ha consegnato una pergamena ricordo ai figli<br />
di Sbicego, ricordando nel suo discorso l’importanza di<br />
mantenere saldi i valori alpini di solidarietà e vicinanza<br />
alla popolazione, espressi anche durante l’alluvione dello<br />
scorso autunno. Nel corso della riunione tra i soci, seguita<br />
alle elezioni, che hanno visto la nomina di Antonio<br />
Setto quale nuovo capogruppo, sono emerse delle importanti<br />
indicazioni per le attività del gruppo delle quali<br />
il nuovo consiglio dovrà tenere conto.<br />
ZERMEGHEDO<br />
L’alpino Rodolfo Bertola<br />
è tornato a baita<br />
L’alpino Rodolfo Bertola,<br />
classe 1921 di Zermeghedo,<br />
è tornato a<br />
baita. È stato un momento<br />
di commozione<br />
in paese, quando il suo<br />
piastrino, trovato durante<br />
le ricerche dei resti dei<br />
caduti e dispersi in Russia,<br />
è stato consegnato<br />
alla cugina Maria Bertola.<br />
La consegna, durante<br />
le manifestazioni<br />
per i 75 anni del gruppo<br />
Alpini di Zermeghedo,<br />
Maria Bertola con il piastrino è stata fatta da Gianni<br />
del cugino caduto in Russia Periz, da anni impegnato<br />
nella ricerca di notizie<br />
e testimonianze sulla tragica Campagna di Russia.<br />
ZOVENCEDO<br />
SAN GOTTARDO<br />
Rassegna di cori alpini<br />
Il gruppo alpini ha rinnovato l’annuale rassegna di cori<br />
alpini che si è tenuta nella palestra di San Gottardo. Hanno<br />
cantato il coro della brigata Tridentina e il coro alpino<br />
di Novale. La serata vissuta con grande emozione e<br />
soddisfazione, ha voluto premiare i cori per la loro bravura<br />
nell’esecuzione dei canti. In chiusura i due cori hanno<br />
cantato insieme il suggestivo brano “Signore delle<br />
cime”, seguito dall’Inno di Mameli, con la partecipazione<br />
di tutti i presenti.
Protezione Civile - 27<br />
Dopo le lezioni teoriche si sono svolte due riuscite esercitazioni<br />
EMERGENZA IN DUE SCUOLE A MARANO<br />
Sono da poco passate le dieci ed una tranquilla mattina<br />
in classe viene sconvolta da uno scoppio fortissimo<br />
che proviene dalla caldaia della scuola elementare<br />
di Marano. La paura di una fuga di gas è<br />
davvero concreta, immediatamente viene staccato<br />
l’interruttore generale della corrente e chiuso il gas,<br />
mentre i ragazzini in fila escono dalle scuole e vanno<br />
con ordine ai punti di raccolta. Arrivano le squadre<br />
di protezione civile Ana di Marano e della Val<br />
Leogra, i cinofili, la squadra alpinistica e la squadra<br />
sanitaria, tutti della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>.<br />
Con loro la squadra comunale maranese. Per prima<br />
cosa allestiscono una tenda per il primo soccorso.<br />
Due persone mancano all’appello e cominciano<br />
subito le ricerche.Un ferito viene recuperato dai<br />
sanitari insieme alla squadra cinofila, il secondo disperso<br />
era bloccato nella torretta della scuola: trovato dai cinofili<br />
e messo in sicurezza sulla barella spinale dalla<br />
squadra sanitaria, è stato calato con una teleferica dalla<br />
squadra alpinistica.<br />
Fortunatamente si è trattato solo di una esercitazione,<br />
ma le emozioni e le sensazioni di emergenza erano davvero<br />
palpabili tra i quasi cinquecento bambini e i loro<br />
insegnanti, che sono stati coinvolti da questo tipo di esperienza,<br />
ma anche tra i numerosi volontari che hanno potuto<br />
così testare la loro capacità e competenza.<br />
“È la prima volta che svolgiamo questo tipo di esercitazione<br />
a Marano - commenta il caposquadra Giacomo<br />
Berlato - arrivata dopo le lezioni teoriche che abbiamo<br />
tenuto a tutti gli alunni della scuola elementare. Credo<br />
che difficilmente questa esperienza verrà dimenticata“.<br />
“È uno dei nostri obbiettivi coinvolgere sin da piccoli i<br />
ragazzi, spiega il coordinatore della protezione civile<br />
della sezione Roberto Toffoletto, perché in caso di emergenza<br />
vera si sappia cosa fare. L’idea è infatti quella di<br />
creare una cultura. Si cerca di insegnare a ragionare in<br />
un certo modo, attento e responsabile anche in caso di<br />
emergenza. I risultati, poi, si vedono ed è questo che ci<br />
interessa”.<br />
Una seconda esercitazione si è svolta sempre a Marano,<br />
nei due asili del paese, San Lorenzo e Santa Lucia. Anche<br />
qui è stata simulata un’esplosione e sono subito intervenuti<br />
gli stessi volontari, coordinati dal caposquadra<br />
Giacomo Berlato. Anche qui è stata fatta l’evacuazione,<br />
in ordine nonostante la giovanissima età dei bambini,<br />
ed è stata allestita una tenda in cui dare il primo sostegno<br />
a bambini e maestre. Giacomo Berlato e Giuseppe<br />
Doppio hanno spiegato ai piccoli cosa fa la protezione<br />
civile e come ci si comparta in caso di emergenza;<br />
poi hanno dato a tutti una medaglia, come premio<br />
per il bel lavoro svolto.<br />
Una terza iniziativa, il 30 aprile, era rivolta ai grandi, una<br />
cinquantina di nuovi iscritti alla protezione civile Ana, ai<br />
quali è stata data una prima infarinatura su questa preziosa<br />
attività di volontariato. Nell’auditorium di Marano Alessandro<br />
Angerer e Filippo Casari hanno illustrato a grandi<br />
linee come si svolge l’attività di protezione civile e come<br />
sono organizzate le squadre dell’Ana. Apprezzamento per<br />
l’attività dei volontari è stato espresso dal sindaco di Marano<br />
Francesco Nardello e il caposquadra Berlato ha ringraziato<br />
partecipanti e organizzatori.
28 - Protezione Civile<br />
Campo scuola a S. Gottardo dal 2 al 9 luglio<br />
Si svolge dal 2 al 9 luglio a San Gottardo dei Berici il<br />
campo scuola per ragazzi delle scuole, organizzato dall’Unità<br />
di protezione civile dell’Ana di <strong>Vicenza</strong>. Lo scopo<br />
è di far conoscere le principali attività e i principi che<br />
ispirano questo importante servizio alla comunità; lezioni<br />
soprattutto pratiche, a cominciare dal montaggio delle<br />
tende, nelle quali i ragazzi vivranno una settimana.<br />
Si parlerà di squadra trasmissioni, logistica, sanitaria,<br />
alpinistica e si faranno esercitazioni a squadre, di ricerca,<br />
soccorso e orienteering; si conoscerà anche il richio<br />
idraulico. Previste visite al Centro meteo di Teolo e all’Osservatorio<br />
di Arcugnano, esercitazioni di ricerca dispersi<br />
e allenamenti di rugby.<br />
Partecipano e sostengono l’iniziativa il Comune di Zovencedo,<br />
il gruppo alpini S. Gottardo Zovencedo e le<br />
zone Alta Val Liona e Berici settentrionali.<br />
In libreria<br />
Nani Mave<br />
Li definiscono “scrittori<br />
minori” perché<br />
non sono quelli da decine<br />
di migliaia di copie<br />
ma sono quelli<br />
che scrivono per vocazione<br />
e certamente<br />
non per lucro. Si innamorano<br />
delle storie<br />
e dei loro personaggi<br />
condividendone<br />
gioie, sofferenze<br />
ed emozioni.<br />
Così è per Candido<br />
Lucato, classe 1930,<br />
per 37 anni insegnante a Montorso. Nel 2000 affida<br />
alle stampe “NANI MAVE”, la storia di Giovanni Dal<br />
Grande detto appunto Nani Mave, geniere alpino<br />
della 5 a compagnia “mascheratori”, addetti alla mimetizzazione<br />
dei pezzi e le postazioni di artiglieria.<br />
Il libro scritto con stile coinvolgente e scorrevole, ti<br />
cattura fin da quando Nani viene strappato ai lenti<br />
ritmi di vita di una borgata della Val Chiampo per essere<br />
scaraventato nella follia dell’Otto Settembre e<br />
subire poi l’umiliazione di una prigionia vissuta fino<br />
allo spasimo della ragione nei campi di prigionia della<br />
Germania nazista, ove riuscirà a sopravvivere rimanendone<br />
marchiato per il resto della vita. Nel 2010<br />
“NANI MAVE” è passato alla terza ristampa.<br />
Edizione CIELLE - 246 pagine - e 10,00<br />
Il libro è reperibile nelle librerie o può essere richiesto<br />
a: Gruppo Alpini di Montorso<br />
tel. 0444 685898 - fax 0444 484057<br />
Migliaia di profughi,<br />
milioni di soldati<br />
Quando si parla di Grande guerra nel Vicentino si<br />
pensa al Pasubio, al Grappa, all’Ortigara. Ma ci fu<br />
un’altra guerra, quella vissuta dalla gente dell’Altopiano<br />
e della Valdastico, costretta ad abbandonare<br />
tutto nel maggio 1916 e fuggire nel Basso Vicentino.<br />
Di queste migliaia di profughi scrive Gianluca<br />
Sgreva, sviluppando un’idea dell’assessore provinciale<br />
Galvanin: poche pagine, ma tantissime notizie<br />
sugli sviluppi della guerra, sulla fuga dall’Altopiano,<br />
sulla vita da profughi nell’Area Berica, sul ritorno alla<br />
proprio terra devastata. Sgreva scrive anche della<br />
situazione di <strong>Vicenza</strong> e del suo territorio, e della<br />
parte Sud della provincia, diventata un’immensa retrovia,<br />
con soldati pronti per andare al fronte o appena<br />
tornati dalla prima linea.<br />
Una seconda parte ci porta ai giorni nostri: è una<br />
preziosa guida per<br />
chi vuole trovare<br />
tracce di quegli anni,<br />
dalle trincee costruite<br />
sui Colli Berici<br />
per esercitazioni<br />
ai segni lasciati dai<br />
reparti che passarono<br />
da quelle parti.<br />
Editrice Veneta -<br />
96 pagine - e 15,00<br />
Il libro è reperibile in<br />
<strong>Sezione</strong> oppure<br />
Editrice Veneta,<br />
tel. 0444 567526
Gli alpini e lo sport - 29<br />
Tantissimi concorrenti al campionato sezionale di tiro a segno di pistola e carabina<br />
TIRO A SEGNO, ZANON E MARTINELLO<br />
a cura di Franco Impalmi<br />
Folta partecipazione di alpini al 2° campionato sezionale<br />
di tiro a segno (pistola e carabina) svoltosi presso il<br />
poligono “Gen. Vaccari” di <strong>Vicenza</strong>, con la collaborazione<br />
della sezione di <strong>Vicenza</strong> del tiro a segno nazionale.<br />
La partecipazione é stata così ampia da causare qualche<br />
intoppo dovuto all’elevato numero dei partecipanti<br />
in rapporto alle armi disponibili, cosicché - a malincuore<br />
- qualche gruppo non è riuscito a partecipare alla manifestazione<br />
e l’organizzazione sta valutando delle soluzioni<br />
in modo da poter accontentare tutti il prossimo anno.<br />
Veniamo al resoconto della manifestazione: un centinaio<br />
gli atleti che hanno partecipato alle gare di tiro con pistola<br />
e carabina ad aria compressa in rappresentanza di<br />
28 gruppi. Le gare si sono disputate nel poligono di <strong>Vicenza</strong>,<br />
da quest’anno attrezzato con bersagli elettronici:<br />
una vera “sciccheria” che consente al tiratore di visualizzare<br />
immediatamente su un monitor l’esito del colpo<br />
e il relativo punteggio, e agli spettatori di seguire l’andamento<br />
della gara su appositi schermi.<br />
Nella categoria di pistola, il campione sezionale per il<br />
2011 è risultato Nereo Zanon del gruppo di Monteviale,<br />
che ha preceduto Giovanni Rossi (Thiene) e Antonio Picardi<br />
(Torri Lerino) mentre per la carabina il titolo di<br />
campione sezionale è andato a Giampietro Martinello<br />
del gruppo di Villaganzerla, che ha preceduto Remigio<br />
Piccolin (Polegge) e Davide Pignolo (Ferrovieri).<br />
Podio specialità di pistola:<br />
da sin. Picardi, il presidente Galvanin, Zanon e Rossi<br />
Podio specialità di carabina:<br />
da sin. Fincato (in rappresentanza di Pignolo),<br />
il presidente Galvanin, Martinello e Piccolin<br />
Ecco le classifiche finali:<br />
Pistola (class. assoluta): 1° Nereo Zanon (Monteviale)<br />
188, 2° Giovanni Rossi (Thiene) 187, 3° Antonio Picardi<br />
(Torri-Lerino) 185<br />
Pistola (cat. Open): 1° Nereo Zanon (Monteviale) 188,<br />
2° Giovanni Rossi (Thiene) 187, 3° Pierantonio Pretto<br />
(Creazzo) 179<br />
Pistola (cat. Master): 1° Antonio Picardi (Torri-Lerino)<br />
185, 2° Franco Impalmi (Torri-Lerino) 168, 3° Nazario<br />
Carollo (Sarcedo) 123<br />
Carabina (class. assoluta): 1° Giampietro Martinello<br />
(Villaganzerla) 127, 2° Remigio Piccolin (Polegge) 125,<br />
3° Davide Pignolo (Ferrovieri) 124.<br />
Carabina (cat. Open): 1° Giampietro Martinello (Villaganzerla)<br />
127, 2° Remigio Piccolin (Polegge) 125, 3°<br />
Davide Pignolo (Ferrovieri) 124.<br />
Carabina (cat. Master): 1° Enzo Simonelli (S.Bortolo)<br />
105, 2° Pierluigi Beltramello (Polegge), 3° Remo Spiller<br />
(Settecà) 100.<br />
Pistola (cat. amici): 1° Luca Ferrante (S.Vito di L.) 100,<br />
2° Alberto Echerle (S.Vito di L.) 91, 3° Paolo Danieli<br />
(Thiene) 83.<br />
Carabina (cat. amici): 1° Ottorino Filippi (S.Vito di L.)<br />
106, 2° Paolo Zappon (Sandrigo) 106, 3° Diego Mancini<br />
(Grancona) 105.<br />
Pistola (cat. femminile): 1° Piera Carta (S.Pietro in<br />
Gù) 149.
30 - Gli alpini e lo sport<br />
SKIROLL. Sbabo cede in finale al campione<br />
a cura di Vittorino Corso<br />
Netto il successo a Trieste di Alessio Berlanda su Emanuele<br />
Sbabo (Gsa <strong>Vicenza</strong>) il quale ha perso un passo in<br />
partenza poiché gli è scivolato il bastoncino e ha tentato<br />
invano di recuperare il distacco. Quando il campione<br />
del mondo parte bene è notte per tutti: sul breve è il più<br />
forte. Chissà come sarebbe andata se Sbabo fosse partito<br />
regolarmente, visto<br />
che ha ottenuto il<br />
miglior tempo in<br />
qualificazione. Del<br />
resto, nel giro di pronostici<br />
della vigilia,<br />
era stato lo stesso<br />
Berlanda davanti a Sbabo<br />
all’arrivo a Trieste<br />
Sbabo a indicarlo<br />
vincitore: “Sarò quasi<br />
certamente a Trie-<br />
Marcia di regolarità<br />
Campioni italiani<br />
L’alpino Emanuele Sbabo<br />
alla partenza delle qualifiche vinte<br />
con il miglior tempo<br />
ste sperando di<br />
potermi giocare<br />
la vittoria,<br />
anche se sono<br />
sicuro non sarà<br />
assolutamente<br />
facile visto che<br />
Pizzutto e Berlanda<br />
hanno<br />
una stagione di<br />
gare in più...<br />
Comunque le<br />
sensazioni sugli<br />
skiroll sono buone e penso che l'imminente stagione<br />
agonistica potrà regalarmi ancora delle soddisfazioni...<br />
A Trieste vedo favoriti Berlanda e Pizzutto e la Broznic<br />
per la categoria femminile... Io per scaramanzia non mi<br />
inserisco ancora nel lotto dei vincitori... punterò decisamente<br />
alla seconda parte della stagione”.<br />
SCI NORDICO.<br />
Conclusa<br />
un’ottima stagione<br />
I campioni italiani Ana di marcia di regolarità svoltasi<br />
a S. Maria Ligure il 22 maggio scorso. Da sinistra: Severino<br />
Comberlato, Carlo Cecchetto e Nicola Micheloni<br />
Alla fine della stagione invernale 2010-2011<br />
il Gsa <strong>Vicenza</strong> ha ringraziato i due suoi portacolori,<br />
Marco Ruaro e Michele Vescovi, che<br />
hanno gareggiato in Canada ai mondiali master<br />
di fondo. I risultati non si sono fatti attendere<br />
e Ruaro ha vinto un argento nella<br />
staffetta e un bronzo nella prova individuale<br />
mentre Vescovi nell’individuale è arrivato<br />
quinto.<br />
È stata la degna chiusura di una stagione con<br />
grossissime soddisfazione per tutto il Gsa<br />
<strong>Vicenza</strong> e analizzando i risultati conseguiti ci<br />
si accorge che grazie a tutti i suoi atleti il sodalizio<br />
si colloca in ambito nazionale tra le<br />
prime società civili, a parte naturalmente i<br />
gruppi militari che lo fanno di professione.
Appuntamenti e Incontri - 31<br />
Trekking <strong>Vicenza</strong>-Rovereto<br />
dal 9 al 14 luglio<br />
Organizzato da Carlo Restiglian, alpino del gruppo di<br />
Thiene e con il patrocinio di sez. Ana di <strong>Vicenza</strong>, Cai di<br />
Thiene e club Camminaitalia, alle 10 di sabato 9 luglio<br />
prenderà il via dal Piazzale della Vittoria di Monte Berico,<br />
il Trekking del centocinquantenario che, percorrendo<br />
la fascia collinare vicentina e la dorsale delle<br />
Piccole Dolomiti, giovedì 14 giungerà a Rovereto per<br />
concludersi con una breve cerimonia sotto la Campana<br />
della Pace.<br />
Oltre all’aspetto sportivo, l’iniziativa vuole riportare l’attenzione<br />
su luoghi simbolo dell’Unità d’Italia: anche per<br />
questo ogni partecipante porterà sullo <strong>zaino</strong> il Tricolore.<br />
Il trekking inoltre propone o ripropone un nostro territorio<br />
spesso sottovalutato ed a volte sconosciuto, nonché<br />
portare o riportare alla sana pratica escursionistica<br />
i nostri alpini e quanti cercano un genuino contatto con<br />
la natura, adatto a tutte le persone e praticabile in ogni<br />
stagione.<br />
Le sei tappe toccheranno Monteviale, Priabona, Valdagno,<br />
Cima Marana, Malga Campo d’Avanti, Bocchetta Gabellele,<br />
i Passi: Ristele, Zevola, Lora, Plische, il Monte Zugna<br />
per concludersi con la discesa per il sentiero della Pace<br />
che da Zugna Torta, passando per Malga Tovo, Costa<br />
Violina, la Via Eroica, il sacrario di Castel Dante e la Valletta,<br />
condurrà gli escursionisti sotto la Campana. Si camminerà<br />
per 6-7 ore al giorno con dislivelli che soltanto per<br />
un paio di giorni toccheranno i mille metri in salita.<br />
I pernottamenti in strutture Ana, rifugi o malghe, saranno<br />
nell’ordine a: Malo, Valdagno, Malga Campo d’Avanti,<br />
Rifugio Fraccaroli, Malga Zugna.<br />
A carico dei partecipanti ci saranno i pernottamenti e i pasti<br />
oltre ad un contributo per i costi della logistica, e oscilleranno<br />
tra i 30 e 60 euro al giorno. Per i pernottamenti a<br />
Malo e Valdagno è necessario il sacco a pelo; nelle altre<br />
strutture è sufficiente il sacco-lenzuolo.<br />
Le iscrizioni si riceveranno esclusivamente tramite lettera<br />
o e-mail ai seguenti indirizzi:<br />
Gruppo Alpini Malo, Via Macello, MALO (VI); Luigi<br />
Girardi, giralui@alice.it<br />
I dettagli del percorso e del programma sono consultabili<br />
sul sito www.anavicenza.it nel menù Ultime notizie<br />
Per informazioni: Carlo, tel. 0445 366 893 ore pasti -<br />
Alfredo, 0445 740 998 - Gigi 348 4911 590<br />
Mostra a Luserna<br />
sulla Brigata Sassari<br />
Dicono che la Brigata Sassari sia il reparto che ha il<br />
maggior numero di lapidi sui fronti della Grande Guerra.<br />
Si dice anche che quando c’era qualche situazione<br />
particolarmente difficile gli alti comandi chiamassero<br />
a risolverle quei due reggimenti, 151° e 152°,<br />
decorati di medaglia d’oro, formati da contadini e pastori<br />
sardi, battezzati “diavoli rossi” dagli austriaci.<br />
I “Dimonios” combatterono anche sull’Altopiano,<br />
nel 1916 nella zona delle Melette, a fianco degli alpini,<br />
e l’anno dopo nella Battaglia dei Tre Monti.<br />
Le imprese della Sassari sono state immortalate da<br />
uno dei suoi ufficiali, Emilio Lussu, nel suo capolavoro<br />
“Un anno sull’Altopiano”, un documento intriso<br />
di umanità dolorosa, una tragica e ironica testimonianza<br />
di guerra vissuta.<br />
Il libro di Lussu ha offerto al Centro documentazione<br />
di Luserna lo spunto per una mostra che narra attraverso<br />
numerosi pannelli la storia della brigata Sassari<br />
e presenta un’ampia rassegna di materiale militare<br />
proveniente da prestigiose collezioni private e<br />
diviso per temi. Altri pannelli portano i passaggi più<br />
significativi di “Un anno sull’Altopiano” e un filmato<br />
propone alcune toccanti riflessioni di Emilio Lussu<br />
sul tema della guerra.<br />
La mostra è aperta tutti i giorni dal 16 aprile 2011 fino<br />
al 6 novembre (orario 10-12 e 14-18), e poi nuovamente<br />
nel periodo natalizio (26 dicembre - 8 gennaio)<br />
e, su prenotazione (www.lusern.it - 0464-<br />
789638), in altri periodi ed altri orari per scolaresche<br />
e comitive. Il presidente del Centro di documentazione,<br />
Luigi Nicolussi, si mette a disposizione degli<br />
alpini per accompagnarli in visita alla mostra e alle<br />
rassegne fotografiche (una è dedicata alla battaglia<br />
dell’Ortigara).
32 - Appuntamenti e Incontri<br />
I veci del Cadore<br />
si ritrovano in agosto<br />
La festa annuale degli alpini che hanno prestato servizio<br />
nel battaglione Pieve di Cadore, compagnie comando, 67,<br />
68, 75 e 167 mortai a Tai, Pieve e S. Stefano di Cadore, si<br />
terrà domenica 28 agosto con il seguente programma: alle<br />
9.30 messa nel Duomo di Pieve di Cadore, alzabandiera<br />
e deposizione di corona sulla lapide che ricorda i Caduti<br />
cadorini in piazza Tiziano. Seguirà la sfilata dalla piazza<br />
di Pieve fino alla piazza d’armi della caserma “Calvi”<br />
di Tai, alzabandiera e deposizione di corona al monumento<br />
ai Caduti del battaglione, brevi interventi delle autorità civili<br />
e militari. A conclusione il tradizionale brindisi sotto<br />
il capannone dell’autoparco, con possibilità di rinnovare<br />
l’iscrizione all’associazione “Veci del Cadore” e acquistare<br />
lo scudettino in argento dell’associazione stessa e i<br />
due volumi che raccontano la storia e i fatti d’arme del battaglione.<br />
Chi lo desidera potrà consumare il pranzo nel capannone<br />
allestito dagli alpini del gruppo Pieve-Tai, situato<br />
vicino alla sede in piazza a Tai di Cadore.<br />
Insieme 50 anni dopo<br />
Dal gruppo di Monticello Conte Otto la foto di un gruppo<br />
di alpini del Settimo, btg. “Belluno”, 77 a compagnia,<br />
che si sono ritrovati a 50 anni dal congedo.<br />
Per il prossimo incontro contattare l’alpino Walter Viale<br />
tel. 0444/360186.<br />
Riuscita rimpatriata<br />
per quelli del III 68<br />
Assieme al btg. logistico<br />
La sera dell’1 aprile in una trattoria di Sandrigo si sono<br />
ritrovati i commilitoni di varie compagnie del III Scaglione<br />
1968. Vista la buona riuscita, l’iniziativa si ripeterà<br />
anche l’anno prossimo; gli interessati possono mettersi<br />
in contatto con Ottorino Zanon di Arcugnano telefono<br />
0444-240132, del gruppo Savegnago di S. Bortolo<br />
<strong>Vicenza</strong>.<br />
Dal gruppo di Dueville ci perviene questa foto che ritrae<br />
alcuni componenti del 4°/96 del btg. logistico “Cadore”<br />
che si sono incontrati dopo 14 anni dal congedo<br />
alla caserma Toigo di Belluno.<br />
Per il prossimo incontro telefonare a Simone Vicino,<br />
cell. 328/1054270 oppure Francesco Visonà 399/8285304
Appuntamenti e Incontri - 33<br />
Gli ex allievi del 18° corso ACS vogliono tornare ad Aosta<br />
La sede del gruppo alpini di Alte, eletta oramai<br />
“nostra residenza”, ha ospitato per la quarta volta<br />
la rimpatriata degli ex allievi del 18° Corso<br />
Acs della Smalp di Aosta del 1968. Quest’anno<br />
l’incontro è stato allietato dalla presenza anche<br />
di alcuni colleghi provenienti da Bergamo, Brescia<br />
e Rimini. Due i momenti solenni: l’alzabandiera<br />
e la deposizione di una corona sul cippo<br />
che ricorda il sacrificio del ten. Tigrucci e con<br />
lui, tutti i defunti alpini in guerra e in pace. È<br />
emerso il desiderio di molti di ritornare in quel<br />
di Aosta a visitare la caserma e quei luoghi che<br />
ci hanno visto, tanti anni fa, lasciare il bozzolo e<br />
BELLE FAMIGLIE<br />
BASTIA DI ROVOLON<br />
diventare uomini. I due giorni proposti (un sabato e una<br />
domenica) per l’eventuale gita ad Aosta sono: l’ultimo<br />
week-end di settembre o il primo di ottobre. Chi è interessato<br />
deve, entro il mese di luglio, dare la sua adesione<br />
a Renato Santacatterina - tel. 0444/970054 – mail: autof.santacaterina@alice.it<br />
o a Giampietro Gollin, cell. 349-<br />
4436050 - mail: gollin.gam@libero.it. Se si raggiungerà<br />
un numero sufficiente, ne verrà data comunicazione scritta<br />
a tutti gli aderenti specificando tempi, modalità e costi.<br />
L’alpino Fulvio Borella nel giorno del matrimonio<br />
con Erika, con lui posano orgogliosi il papà Luciano,<br />
il suocero (nonché capogruppo) Severino e altri<br />
amici alpini.<br />
ALPINI CHE SI<br />
FANNO ONORE<br />
Grande impegno all’estero<br />
MALO<br />
Il gruppo ci segnala la bella famiglia composta da<br />
Giovanni Maria Orso, dal padre Alberto, dal nonno<br />
Fantino e dallo zio Andrea. Non poteva mancare il<br />
suocero (a destra) Sergio Bortolotto.<br />
L’alpino Giuseppe Crosara del gruppo di Thiene è impegnato<br />
in svariati interventi soprattutto all’estero.<br />
Qui lo vediamo a Santo Domingo dove ha collaborato<br />
alla realizzazione di un edificio polifunzionale (asilo,<br />
scuola, centro sociale).
34 - Varie<br />
NATI<br />
ALBETTONE<br />
Angela Marin di Federico e Ilenia Faggion<br />
NOZZE DI DIAMANTE<br />
MALO<br />
Domenico Sette e Maria Menegotto<br />
CAMISANO<br />
Pierpaolo Baccega di Marzio e Elisa Favaro<br />
Eleonora Frison di Elia e Erica Paulin<br />
Giacomo Baldo di Paolo e Monica Cielo<br />
CREAZZO<br />
Mariasole Minchio di Paolo e Cogo Anna Silvia<br />
GRANCONA<br />
Lorenzo Baldovin di Manuel e Bertoldo Michela<br />
MOLINO DI ALTISSIMO<br />
Giovanni Cailotto di Giuliano e Chiara<br />
POVOLARO<br />
Paolo De Stefani<br />
Valentino Bressan di Marco e Olga<br />
NOZZE D’ORO<br />
ALTAVILLA VICENTINA<br />
Anselmo Ghiotto e Adriana Cestonaro<br />
SARMEGO<br />
Giovanni Cracco di Ezio e Elena<br />
Edoardo Grassi di Leonardo e Lucia<br />
SEGHE DI VELO<br />
Letizia Dalla Costa di Dario e Anita Gassinetti<br />
Emily Libera di Andrea e Maria Teresa Busato<br />
Lorenzo e Leonardo Dal Zotto di Matteo e Michela Stella<br />
VILLAVERLA<br />
Manuel Pendin di Fabio e Mariangela Ferretto<br />
ZUGLIANO-GRUMOLO<br />
Vanessa Borgo di Giuseppe e Norman Castello<br />
CASTELNOVO<br />
Luigi Canale e Alice Dal Cengio
Varie - 35<br />
NOZZE D’ORO<br />
NOZZE D’ORO<br />
CHIUPPANO<br />
Arduino Brazzale e Angelina Turra<br />
SANTORSO<br />
Moreno Ferracin e Elena Dalle Nogare<br />
LUGO VICENTINO<br />
Lorenzo Xausa e Flora Bettanin<br />
NOZZE D’ARGENTO<br />
CREAZZO<br />
Giancarlo Fochesato e Bruna Casarotto<br />
S.ANTONIO DEL PASUBIO<br />
Marco Bariola Bon e Elisa Penzo<br />
MALO<br />
Giuseppe Perin e Rita
36 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna<br />
Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini.<br />
Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.<br />
Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze<br />
ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />
ALTE CECCATO<br />
ARZIGNANO<br />
BRESSANVIDO<br />
CENTRALE<br />
DUEVILLE<br />
Olivo Muraro<br />
cl. 1939<br />
8° Rgt. Alpini<br />
Gianfranco Dal Maso<br />
cl. 1943<br />
7° Rgt alpini<br />
Natale Rigoni<br />
btg. Cividale<br />
Diego Dalle Carbonare<br />
cl. 1940<br />
Antonio Marcolin<br />
cl. 1935<br />
btg. Belluno<br />
ARCUGNANO<br />
ARZIGNANO<br />
CALVENE<br />
CHIAMPO<br />
FARA VICENTINO<br />
Gianfranco Lotti<br />
cl. 1946<br />
6° Rgt. art. montagna<br />
Mario Marchetto<br />
cl. 1920<br />
bgt. <strong>Vicenza</strong><br />
Cesare Testolin<br />
cl. 1936<br />
6° Rgt. art. montagna<br />
Luciano Sella<br />
cl. 1950<br />
btg. Feltre<br />
Raffaello Gasparotto<br />
cl. 1950<br />
Btg. Feltre<br />
ARSIERO<br />
BOLZANO VICENTINO<br />
CARMIGNANO DI B.<br />
CHIAMPO<br />
GAMBELLARA<br />
Luigi Meneghini<br />
cl. 1930<br />
btg. Gemona<br />
Salvino Grego<br />
cl. 1940<br />
7° Rgt. Alpini<br />
Fausto Sarzo<br />
cl. 1922<br />
Ferruccio Bernardi<br />
cl. 1927<br />
btg. Bolzano<br />
Giuseppe Vencato<br />
cl. 1939<br />
6° Rgt. art. montagna
37<br />
ISOLA VICENTINA<br />
LISIERA<br />
MOLINO DI ALTISS.<br />
MONTEBELLO VIC.<br />
MONTICELLO C.OTTO<br />
Araldo Rossetto<br />
cl. 1926<br />
comando T.A.<br />
Mario Zanini<br />
cl. 1932<br />
Btg. Cadore<br />
Aldo Bittarello<br />
cl. 1937<br />
Btg. Feltre<br />
Pio Villardi<br />
6° Rgt. Alpini<br />
Zefirino Cibotto<br />
cl. 1933<br />
Btg. Belluno<br />
ISOLA VICENTINA<br />
MALO<br />
MONTEBELLO VIC.<br />
MONTE DI MALO<br />
MONTICELLO C.OTTO<br />
Guido Sella<br />
cl. 1928<br />
Div. Julia<br />
Antonio Dal Balcon<br />
cl. 1923<br />
gruppo Lanzo<br />
Bruno Dal Maso<br />
cl. 1922<br />
Btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Luigi Sterchele<br />
cl. 1937<br />
Ampelio Benedetti<br />
cl. 1924<br />
3° Rgt. art. montagna<br />
ISOLA VICENTINA<br />
MALO<br />
MONTEBELLO VIC.<br />
MONTE DI MALO<br />
ORGIANO<br />
Luigi Gennaro<br />
cl. 1939<br />
Btg. Tolmezzo<br />
Giancarlo Zaccaria<br />
cl. 1941<br />
Btg. Val Cismon<br />
Giorgio Zonin<br />
3° Rgt. art. montagna<br />
Gaetano Stefani<br />
cl. 1935<br />
gr. Lanzo<br />
Umberto Fontana<br />
cl. 1934<br />
3° Rgt. art. montagna
PASSO DI RIVA<br />
SANDRIGO<br />
S.ANTONIO DEL P.<br />
S.PIETRO MUSSOLINO<br />
VILLAGANZERLA<br />
Francesco Munaretto<br />
cl. 1940<br />
Gasparino Basso<br />
Btg. Tolmezzo<br />
Pietro Roso<br />
cl. 1930<br />
6° Rgt. Alpini<br />
Carlo Rancan<br />
cl. 1936<br />
Giuseppe Maruzzo<br />
cl. 1943<br />
Btg. Belluno<br />
POLEGGE<br />
SANDRIGO<br />
S.ANTONIO DEL P.<br />
TORRI-LERINO<br />
ZANE’<br />
Marco Bortoli<br />
cl. 1932<br />
Btg. Tolmezzo<br />
Giovanni Battista Matteazzi<br />
8° Rgt. Alpini<br />
Rinaldino Cavedon<br />
cl. 1953<br />
Btg. Feltre<br />
Bortolo Pilan<br />
cl. 1943<br />
8° Rgt. Alpini<br />
Bruno Marchesin<br />
cl. 1944<br />
btg. Gemona<br />
POLEGGE<br />
SANDRIGO<br />
SARCEDO<br />
VALLI DEL PASUBIO<br />
ENNA S. CATERINA<br />
Renato Cunico<br />
cl. 1927<br />
8° Rgt. Alpini<br />
Lindo Bertoluzzo<br />
2° Rgt. Alpini<br />
Danilo Salbego<br />
cl. 1942<br />
Attilio Dalla Pozza<br />
cl. 1926<br />
Div. Cuneense<br />
Carlo Filippi<br />
cl. 1936<br />
btg. Bassano<br />
PONTE DI BARBARANO<br />
S.ANTONIO DEL P.<br />
SEGHE DI VELO<br />
VICENZA - SETTECA’<br />
Gino Zanella<br />
cl. 1923<br />
Btg. Val Cismon<br />
Roberto Pianegonda<br />
cl. 1968<br />
btg. Pieve di Cadore<br />
Marcello Dal Cason<br />
cl. 1939<br />
Btg. Cadore<br />
Antonio Guzzo<br />
Btg. Belluno
Varie - 39<br />
RINNOVO DIRETTIVI<br />
per il triennio 2011-2013<br />
AGUGLIARO<br />
Capogruppo: Bonamigo Graziano<br />
Consiglieri: Righetto Mario, Andriolo Giorgio, Roncari<br />
Antonio, Goffo Antonio, Miola Adelmo, Durin<br />
Gabriele, Pavanello Pietro.<br />
ALBETTONE<br />
Capogruppo: Negretto Michele<br />
Consiglieri: Meggiorin Diego, De Boni Mirco, Pizzolato<br />
Deris, Zuecco Franco, Apulei Ivano, Camarella<br />
Mario, Dall’Armellina Valentino, Fiorin Giorgio,<br />
Franzina Luca, Franzina Roberto, Pasqualini Giorgio,<br />
Rigato Giovanni.<br />
CAGNANO<br />
Capogruppo: Ferrari Giovanni<br />
Consiglieri: Andriolo Maurizio, Bonato Giuseppe,<br />
Canola Silvano, Ferrari Enrico, Guarato Enzo, Lombardo<br />
Arrigo, Perazzolo Giuseppe, Righetto Giuseppe,<br />
Sinigaglia Rino.<br />
CALVENE<br />
Capogruppo: Missaggia Fortunato<br />
Consiglieri: Segalla Bruno, Testolin Giorgio, Dalla<br />
Costa Isacco, Binotto Giovanni, Binotto Guelfo, Binotto<br />
Italo, Carollo Sergio, Brazzale Fiorenzo, Brazzale<br />
Gentile, Canale Antonio.<br />
CAMPIGLIA DEI BERICI<br />
Capogruppo: Gonella Giuseppe<br />
Consiglieri: Soffia Nadio, Zattra Stefano, Barolo Floriano,<br />
Andriolo Lino, Battaglia Giuseppe, Cogo Franco,<br />
De Beni Emilio, Faltracco Eugenio, Guarato Damiano,<br />
Moretti Fortunato, Sillo Maurizio, Vaccaro<br />
Dario, Valentini Vittorio, Viola Armando, Dall’Armellina<br />
Gerardo, Moretti Luigi, Zago Ermenegildo.<br />
CARRE'<br />
Capogruppo: Dal Cero Giuseppe<br />
Consiglieri: Comparin Francesco, Apolloni Francesco,<br />
Apolloni Mario, Costa Paolo, Dalle Molle Franco, Filippi<br />
Filippo, Gasparini Egildo, Lorenzi Matteo, Lorenzi<br />
Rudy, Marini Sidonio, Matuzzi Mario, Meneghini<br />
Franco, Pasqualotto Isidoro, Thiene Marco, Turcato<br />
Gioachino, Zambon Roberto, Zoppello Matteo.<br />
FIMON<br />
Capogruppo: Casarotto Rino Agostino<br />
Consiglieri: Valle Renzo, Zanotto Claudio, Dal Lago<br />
Danilo, Zanotto Michele, Casarotto Giorgio, Dal Lago<br />
Alessandro, Imbrati Nicola, Maran Ezio, Pasqualin<br />
Fiorenzo, Pavan Francesco, Silvestri Vasco.<br />
GAMBUGLIANO<br />
Capogruppo: Zarantonello Beppino<br />
Consiglieri: Canova Giuseppe, Carlotto Giuseppe,<br />
Carretta Giacomo, Gianesini Giampaolo, Giuriato Gino,<br />
Oliviero Andrea, Oliviero Benedetto, Salomoni<br />
Giovanni.<br />
LONGARE<br />
Capogruppo: Trevelin Andrea<br />
Consiglieri: Stimamiglio Luigi, Trevelin Umberto, Frigo<br />
Sergio, Bonato Adriano, Luison Lino, Palma Nereo,<br />
Quagliato Franco, Voltan Ottavio, Zancan Livio.<br />
MELEDO<br />
Capogruppo: Bisognin Remigio<br />
Consiglieri: Sinico Ferruccio, Salgarollo Marino,<br />
Bruzzo Pierantonio, Massignan Lino, Castagnaro Nicolo,<br />
Mazzocco Davide, Paiusco Nicola, Fioraso Massimiliano,<br />
Trentin Bruno, Parladore Marco, Gennaro<br />
Guido, Mazzocco Mario, Meneghini Dario, Avogadro<br />
Dino, Camposilvan Sergio.<br />
PONTE DI BARBARANO<br />
Capogruppo: Orso Massimo<br />
Consiglieri: Sala Giorgio, Rigato Luigi, Giacomin Carlo,<br />
Piazzo Luigi, Bogoni Stefano, Rigato Gianantonio,<br />
Marchesan Fabio, Anzolin Andrea, Orso Fabio, Dresseno<br />
Nicola.<br />
SOSSANO<br />
Capogruppo: Setto Antonio<br />
Consiglieri: Balduzzo Antonio, Zordan Giancarlo,<br />
Besaggio Armido, Caliaro Loreno, Dal Toso Ivan,<br />
Sbicego Manuel, Todesco Adriano, Trulla Michele.<br />
VICENZA - MENEGHELLO<br />
Capogruppo: Galla Giorgio<br />
Consiglieri: Martini Francesco, Busato Paolo, Busato<br />
Sergio, Castagna Giancarlo, Castagna Marco,<br />
Sartori Edgardo.<br />
VILLAGANZERLA:<br />
Del consiglio fa parte anche l’alpino Facchin Lorenzo.
Le nostre montagne<br />
Dai resti di una trincea austriaca sull’Ortigara l’occhio spazia verso il Vallone dell’Agnella,<br />
la Caldiera, le Melette e, sullo sfondo il Grappa. Tutti nomi che rievocano sanguinose battaglie<br />
della Grande Guerra. Foto di Dino Biesuz<br />
Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado.<br />
Basta spedirle per e-mail a alpinfagrado@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)