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VIGODARZERE: e il suo territorio - Giuliocesaro.it

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to per l'irrigazione dell'ing. Manlio Bagagiolo, dando mandato al<br />

Presidente geom. Antonio Smania di espletare tutte le pratiche<br />

necessarie per l'attuazione dell'opera.<br />

Il primo lotto di lavori fu esegu<strong>it</strong>o dalla impresa M. Alfeo<br />

Benetti nel 1930.<br />

I lavori consistettero nei manufatti di presa dal Brenta, a<br />

monte della briglia di Limena ed in altri lavori, atti a consentire<br />

l'immissione dell'acqua nel collettore consorziale Piovetta<br />

all'uopo sistemato.<br />

Lo scopo era di poter arrivare a portare l'acqua a tutte le<br />

proprietà, ut<strong>il</strong>izzando la f<strong>it</strong>ta rete di canali di scolo esistenti,<br />

grazie anche alla disposizione topografica e altimetrica del bacino,<br />

che si presta meravigliosamente alla presa e alla distribuzione<br />

delle acque.<br />

Avvenne però, che, appena ultimati i lavori suddetti, ci si<br />

accorse che, per raggiungere veramente la circolab<strong>il</strong><strong>it</strong>à dell'acqua<br />

in tutta la rete di scolo, si rendevano necessari ulteriori lavori<br />

consistenti soprattutto nella costruzione di canali secondari arginati.<br />

Il primo progetto prevedeva la costruzione dell'attuale canale<br />

Terraglione da cui doveva staccarsi <strong>il</strong> canale Zordan-Noventa,<br />

mentre dal canale Principale Piovetta dovevano staccarsi tre<br />

canali secondari, uno detto di Saletto, che passava vicino via Cap<strong>it</strong>ello<br />

per arrivare fino al Cim<strong>it</strong>ero, l'altro detto Certosa-Taglio,<br />

che iniziava vicino via Stradona per andare in Certosa, ed un<br />

terzo detto Canale di Vigodarzere che terminava nel Cim<strong>it</strong>ero.<br />

Il progetto defin<strong>it</strong>ivo invece, considerando la natura dei terreni<br />

di medio impasto a sinistra dello scolo Piovetta e sabbiosi<br />

a destra, e la lim<strong>it</strong>ata disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di acqua concessa dal Genio<br />

Civ<strong>il</strong>e, pari a l<strong>it</strong>ri 525 al minuto secondo (D.M. n. 619 in data<br />

24-1-1930), optò per la costruzione di solo due canali secon··<br />

dari: quello denominato «Terraglione » per la zona a sinistra<br />

della Piovetta e quello denominato Certosa per quella a destra.<br />

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Il canale detto Terraglione, venne costru<strong>it</strong>o nel 1938 dall'impresa<br />

Giovanni Montini, mentre quello detto Certosa, nel<br />

1939, dall'impresa S.A.E. (Soc. An. Ed<strong>il</strong>izia).<br />

Il sistema di irrigazione del comprensorio, viene così a<br />

comprendere, <strong>il</strong> canale Terraglione che si diparte dal collettore<br />

principale con la quota all'inc<strong>il</strong>e di m. 17,75 e alla fine, presso<br />

la ferrovia, di m. 16,10. Ha Il diramazioni secondarie, mun<strong>it</strong>e<br />

di speciali « portelle », che immettono l'acqua nei fossi.<br />

Quello detto Certosa invece, parte a quota m. 17, dal<br />

collettore principale e alla fine arriva a quota m. 16,20. Ha una<br />

quindicina di diramazioni.<br />

Inoltre l'aver allargato e ampliato lo scolo principale Piovetta,<br />

serve molto bene per opere sia di scolo che irrigue.<br />

I canali secondari vennero studiati seguendo <strong>il</strong> cr<strong>it</strong>erio di<br />

portare l'acqua <strong>il</strong> più alto possib<strong>il</strong>e in tutto <strong>il</strong> comprensorio, per<br />

poi essere convogliata nei fossi, a disposizione degli agricoltori<br />

che la distribuiscono nel modo a loro più conveniente. Lo scopo<br />

poi non era una irrigazione total<strong>it</strong>aria, ma di soccorso, valida<br />

quindi per determinate colture e non per altre, come gli ortaggi,<br />

che abbisognano di una irrigazione continua.<br />

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