VIGODARZERE: e il suo territorio - Giuliocesaro.it
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pagne vennero allagate. Ad Altichiero, superiormente al ponte<br />
di Vigodarzere, si ebbe uno squarcio arginale per corrosione di<br />
scarpata: i danni furono gravissimi.<br />
A due anni di distanza, nel 1825, si ripeté la intumescenza<br />
che raggiunse, al livello idrometrico di Limena, m. 6,80. Rotk<br />
per sormonto si ebbero a V<strong>il</strong>bbozza, a Saletto,12 a Vigodarzere<br />
e a Stra.<br />
Numerose le piene negli anni successivi.<br />
Si giunse così alla piena del 1882, una delle più disastrose<br />
che la storia ricordi. Tutta la zona da Bassano a Limena fu allagata:<br />
in quest'ultima local<strong>it</strong>à, si ebbe una grave rotta che allagò<br />
i quartieri bassi di Padova e un'enorme volume d'acqua si abbatté<br />
su circa duem<strong>il</strong>a ettari appartenenti a quattro comuni, distruggendo<br />
e danneggiando seriamente una cinquantina di fabbricati.<br />
In questa occasione <strong>il</strong> <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> di Vigodarzere ne uscì<br />
incolume, grazie ai «terraglioni» di V<strong>il</strong>labozza e di Salgaro.<br />
Dopo la piena del 1882, si ebbero altre intumescenze che<br />
non recarono però gravi danni. Ma <strong>il</strong> 4 novembre 1966 <strong>il</strong> Brenta<br />
si scatenò ancora una volta.<br />
Da Fontaniva fino a Limena, si ebbero rotte e allagamenti.<br />
Il Tavello e la Maresana di Saletto, per la rotta presso Barban<br />
di Tavo, vennero allagati, tracimazioni sull'argine di V<strong>il</strong>labozza<br />
allagarono tutta Tavo, mentre Saletto e Vigodarzere furono salvati<br />
dal Terraglione di Sa]garo. Preoccupanti inf<strong>il</strong>trazioni d'acqua<br />
si notarono a Saletto presso <strong>il</strong> Cim<strong>it</strong>ero e presso Mazzonetto,<br />
sub<strong>it</strong>o tamponate. A Vigodarzere, quando l'acqua stava<br />
decrescendo, franò una parte di argine vicino alla Certosa. R<strong>il</strong>evanti<br />
furono i danni alle ab<strong>it</strong>azioni e molti animali morirono<br />
annegati.<br />
6) LE VICENDE IDRAULICHE DEL BRENTA<br />
DAL XVI AL XIX SECOLO<br />
In questi quattro secoli la frequenza e l'ent<strong>it</strong>à delle inondazioni<br />
furono molto r<strong>il</strong>evanti. Non fan meraviglia, perciò, i numerosi<br />
rimedi e soluzioni progettati e attuati per diminuire i<br />
danni arrecati dalle piene del fiume.<br />
Per lim<strong>it</strong>arci alla nostra zona, sappiamo che nel 1687, fu<br />
abbassato <strong>il</strong> letto del Brenta tra Limena e Stra.<br />
Verso la fine del secolo seguente, essendo <strong>il</strong> Senato Veneto<br />
deciso a risolvere lo spinoso problema della difesa idraulica<br />
del Brenta, diede incarico ai più esperti idraulici del tempo<br />
di studiare <strong>il</strong> problema. Secondo <strong>il</strong> progetto del veronese Lorgna,<br />
si doveva deviare tutto <strong>il</strong> Brenta nel Brentella a Limena<br />
e convogliare le acque dei due fiumi in un unico alveo artificiale<br />
, rett<strong>il</strong>ineo , della lunghezza di circa nove ch<strong>il</strong>ometri, da<br />
Brusegana a Bovolenta, fino ad incontrare <strong>il</strong> canale di Pontelongo.<br />
BRENTA - Le piaghe in tinta più marcata rappresentano i terreni rimasti inondati<br />
nell'autunno 1882.<br />
12 La rotta del Brenta a Saletto avvenne in Maresana, presso la casa Galante<br />
che fu distrutta; tra le v<strong>it</strong>time ci fu una bambina. In tale occasione ci furono rotte<br />
anche del Muson dei Sassi. Pochi anni dopo, nel 1839, fu costru<strong>it</strong>o <strong>il</strong> cap<strong>it</strong>ello delh<br />
Madonna della Salute di Saletto a protezione de! paese. (Archivio di Saletto).<br />
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