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VIGODARZERE: e il suo territorio - Giuliocesaro.it

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erano a Busiago (di Camposanmartino), Tergola, V<strong>il</strong>larapa, ViIlapapara,<br />

Campodarsego, S. Giustina in Colle, Fornace, Sopraripa<br />

(Sorriva), T avo, Tremerende, Saletto, Campreto, Vaccarino,<br />

Camisano e altri luoghi. Le carte che ne parlano, dell' Archivio<br />

Cap<strong>it</strong>olare, sono del 1188 e parlano di questi paesi e dei Signori<br />

ch'ivi avessero che fare, fino da 50 anni. Si chiamavano le<br />

famiglie feudatarie di queste parti con i t<strong>it</strong>oli onorifici dell'età: i<br />

cattani di Tergola, i cattani di V<strong>il</strong>larapa, i cattani di Limena e<br />

quelli di Fornace». Il <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> dei cattani di Tergola arrivava<br />

fino al « bosco di T avo », dopo iniziava la corte di Fornace (ora<br />

contrada di Tavo).<br />

3) SOTTO IL COMUNE E LA PIEVE CITTADINA<br />

Due sentenze, una civ<strong>il</strong>e e l'altra ecclesiastica, confermano,<br />

pochi anni dopo, un dir<strong>it</strong>to già acquis<strong>it</strong>o da tempo, ma in quegli<br />

anni messo in discussione: Saletto, Busiago e Fornace fanno parte<br />

della coltura, per l'ispezione civ<strong>il</strong>e, e del plebato, per quella ecclesiastica,<br />

di Padova.<br />

Un pubblico arengo del comune c<strong>it</strong>tadino, verso <strong>il</strong> 1142,<br />

stab<strong>il</strong>ì che Busiago era sotto Padova e che <strong>il</strong> comune aveva dir<strong>it</strong>to<br />

di mandare saltarì e marici ad ispezionare. Inoltre testimoni affermarono<br />

che i canonici prendevano la decima di quei luoghi<br />

e che c'erano stati diverbi al riguardo tra i canonici e i consoli.<br />

« I canonici tanto insistettero che i consoli fecero sopra questa<br />

Biblioteca Civica di Padova, pp. 929-930 ss., in pratica però vedi tutto <strong>il</strong> libro XXV,<br />

anno 1137.<br />

Le corti, vasti possessi fondiari derivanti spesso dal fisco pubblico e precedentemente<br />

dal latifondo romano, erano cedute in dominio feudale dai sovrani del<br />

momento. Avevano <strong>il</strong> loro centro nella casa dominicale, spesso circondata da ab<strong>it</strong>azioni<br />

per gli artigiani e i servi, adiacenze agricole e <strong>il</strong> brolo dove si tenevano i<br />

mercati. Spesso, accanto alla corte, sorgeva <strong>il</strong> vicus, cioè <strong>il</strong> borgo che raggruppava<br />

uomini liberi e sem<strong>il</strong>iberi.<br />

86<br />

SALETTO - As<strong>il</strong>o Infant<strong>il</strong>e.<br />

ma teria consiglio: e di loro consiglio fu, che si desse di quella<br />

decima ai canonici di Santa Maria ».12<br />

La vertenza ricompare nel 1191, questa volta in foro ecclesiastico,<br />

allorché la congregazione dei parroci della c<strong>it</strong>tà pretendeva<br />

<strong>il</strong> quartese della zona « della coltura di Padova, dove ci<br />

sono Fornace, Saletto e quel Busiago ch'è ivi ».<br />

Per argomento portavano che quei luoghi erano del plebato<br />

di Padova, sulle cui terre essi avevano <strong>il</strong> dir<strong>it</strong>to del quartese.<br />

« Veramente, quei preti di là, rettori specialmente delle chiese<br />

12 G. BRUNACCI, Storia ecclesiastica di Padova, c<strong>it</strong>., p. 993 s., anno 1142.<br />

87

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