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VIGODARZERE: e il suo territorio - Giuliocesaro.it

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Pochi anni dopo scoppierà la lotta per le invest<strong>it</strong>ure, e anche<br />

Padova cadrà nello scisma. Nella confusione del periodo molti<br />

beni ecclesiastici verranno manomessi. Ecco allora che nel 1123<br />

Callisto II papa prende sotto la sua protezione i canonici della<br />

Cattedrale di Padova e i loro beni. 22<br />

Anche <strong>il</strong> santo vescovo Bellino,<br />

nel 113 O, conferma va ai canonici i beni che ebbero in dono<br />

dagli antecessori di lui e che erano stati d<strong>il</strong>apidati per le discordie<br />

tra « sacerdozio e regno ».23 Una Bolla di papa Innocenzo III del<br />

1200 24 e un'altra di papa Onorio del 1226, minacciano coloro<br />

che manometteranno i beni ecclesiastici la scomunica e riportano<br />

l'elenco dei paesi del diploma di Berengario.<br />

5) LUOGHI E PERSONE RICORDATI<br />

NEL CODICE DIPLOMATICO (sec. XI-XII)<br />

Nel Codice diplomatico del Gloria, una quarantina di diplomi<br />

nominano luoghi e persone di Vigodarzere. Tra i luoghi sono<br />

ricordate antiche contrade, ora scomparse: «calle de Laurella »<br />

o « Lauregla », nome preso dalla via Aurelia romana,25 Carbonare,<br />

Plantolmo o Pantolmo, Piovega, Valgatone, Rio d'Arzello (da<br />

agger - arzere), Cis<strong>il</strong>e,26 Vanzo 27 e Bagnolo.<br />

Dalla local<strong>it</strong>à Bosco del Vescovo, vicino S. Giorgio delle<br />

Pertiche, fino a Busiago di Saletto era tutto <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> boscoso.<br />

Grandi boschi si estendevano inoltre lungo le rive del Brenta,<br />

dove erano di freno alle acque in luogo degli argini. 28<br />

22 A, GLORIA, Codice, c<strong>it</strong>" II, 1, d, 138, p, 114,<br />

23 A, GLORIA, Codice, c<strong>it</strong>" II, 1; d, 212, p, 167,<br />

24 DONDI DALL'OROLOGIO, Dissertazione VII, Padova, 1812, pp, 62 e 180,<br />

25 A. GLORIA, Codice, c<strong>it</strong>" II, 1, d, 468, p, 348; II, 2, d, 1444, p, 459.<br />

26 D, OLIVIERI, Toponomastica Veneta, Venezia, 1961, p. 77, da caesu, caesa<br />

tagliato: «probab<strong>il</strong>mente di un bosco del quale si fossero tagliate le piante »,<br />

27 D, OLIVI ERI, Toponomastica Veneta, c<strong>it</strong>" p, 118: «dosso di terreno in<br />

luogo paludoso »,<br />

28 A. GLORIA, L'agro patavino dai tempi romani alla pace di Costanza, Padova,<br />

(1880-81), p, 81 ss,; elenco II e III (boschi e paludi),<br />

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Un documento del 1171 ricorda che Torre era « in una radura<br />

nel bosco ». Qui vi era la foresta, di dir<strong>it</strong>to vescov<strong>il</strong>e, detta<br />

« Porpora - Coazia », che si estendeva, lungo <strong>il</strong> Brenta da Altichiero-Vigodarzere<br />

fino a Ponte di Brenta-Noventa. Il documento,<br />

infatti, precisa che la foresta era cosÌ suddivisa: «bosco di<br />

Vigodarzere, bosco di Altichiero, radura di Torre ». Precisa inoltre<br />

che parte di questi boschi stavano per essere tagliati o roncati.<br />

29 Nel 1178 Aldrighetto, podestà di Padova, accorda ai canonici<br />

di prendere la decima del « bosco di Busiago (contrada di<br />

Saletto) e di quella terra che va da Venalta fino al rivo de Arzello<br />

e dal rivo fino al bosco (di Vigodarzere) ».30 Questa zona<br />

boscosa riappare nella bolla di Innocenzo III del 1200, dove si<br />

riaffermano i dir<strong>it</strong>ti dei canonici di Padova per lo sfruttamento<br />

della selva del Brenta, del bosco di Vigodarzere e di Busiago.<br />

Anzi, poiché i canonici non si fidavano che sarebbe stata pagata<br />

la decima, potevano esigere un pegno o una caparra. Questa<br />

insistenza prova, d'altra parte, <strong>il</strong> fervore di disboscamento e dissodamento<br />

della campagna in atto in quei secoli. Infatti la bolla<br />

di papa Innocenzo III specifica che i canonici hanno dir<strong>it</strong>to a<br />

percepire « le decime di tutti i frutti di tutta la terra che ora<br />

è inarab<strong>il</strong>e o inarata, allorché sia messa oppure è, a coltura» .31<br />

Tra le persone è ricordato Ogerio, avvocato, di legge longobarda,<br />

che nel 1077 dona al monastero di S. Stefano di Padova<br />

tre masserie poste in Vigodarzere, Bagnolo e Grumolo. 32 Nel<br />

1104 Gandolfo di Raimondo, di legge longobarda, vende ad Al-<br />

29 A. GLORIA, Codice, CiL, II, 2, d, 1031, p. 226: 5 giugno 1171, Il vescovo<br />

Gerardo conferma i precedenti priv<strong>il</strong>egi e proprietà dei canonici della Cattedrale.<br />

Per togliere futuri equivoci, precisa i nomi dei luoghi menzionati nei diplomi precedenti:<br />

«." nemus de Vico Arzere, nemus de Vico Altikeri, Irata (radura nel bosco)<br />

de Turre".»,<br />

30 A. GLORIA, Codice, c<strong>it</strong>" II, 2, d, 1302, p, 375,<br />

31 DONDI DALL'OROLOGIO, Dissertazione VII, ci t. , pp, 62 e 180,<br />

32 A, GLORIA, Codice, c<strong>it</strong>" I, d, 245, p, 272,<br />

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