VIGODARZERE: e il suo territorio - Giuliocesaro.it
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tempo, non poté essere presa, ma <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> fu smembrato,<br />
per cui <strong>il</strong> ducato longobardo di Vicenza giunse fino a Limena e<br />
quello di Treviso fino a Vigodarzere, sia per la giurisdizione civ<strong>il</strong>e<br />
che per quella ecclesiastica,<br />
Il nuovo corso del Brenta, segnò la linea di divisione di quei<br />
due grandi dllcati, a nord era <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> trevisano mentre a sud<br />
vicentino. 2<br />
Gli ampi possedimenti che si vennero così a formare, di re, di duchi e di<br />
potenti privati, lavorati per mezzo di servi o di coloni tenuti a corresponsioni varie<br />
di canoni, di sol<strong>it</strong>o la terza parte dei raccolti, censi in denaro, in natura, in servigi<br />
ed opere, erano amministrativamente un<strong>it</strong>i intorno a una v<strong>il</strong>la centrale, saia o curtis<br />
dominica, che era <strong>il</strong> fondo dominante dal quale dipendevano altri fondi. Solo in segu<strong>it</strong>o<br />
(metà del VII secolo), i longobardi si trasformeranno un po' alla volta da<br />
guerrieri in agricoltori: ciò segnerà l'inizio della fusione con i vinti romani,<br />
Carlo Magno lascierà in vigore leggi e ist<strong>it</strong>uzioni dei longobardi. Inoltre,<br />
poiché assunse <strong>il</strong> t<strong>it</strong>olo di re dei longobardi, tutti gli ampi possedimenti della corona,<br />
passeranno in sua proprietà che ne farà largo dono a vescovi, a monasteri e a potenti<br />
privati, (A, LIZIER, Longobardi, in E.I, [Treccan<strong>il</strong>, XXI, pp, 470-478, A, CAVANNA,<br />
Fara sala arimannia, M<strong>il</strong>ano, 1967, passim,),<br />
Tutto l'agro centuriato di Camposampiero sembra essere stato sede di vari<br />
gruppi di longobardi, <strong>il</strong> che spiegherebbe la straordinaria sopravvivenza e conservazione<br />
dell'agro medesimo (non avendo questi minimamente risent<strong>it</strong>o dei disastri delle<br />
invasioni barbariche), tanto da essere uno dei più celebrati al punto da venire rlportato<br />
da oltre un secolo su quasi tutte le pubblicazioni che si occupano di civ<strong>il</strong>tà<br />
romana, Ciò viene confermato anche dalla particolare toponomastica, quale Borgoricco<br />
(Burg reich), e dai t<strong>it</strong>olari delle principali chiese disseminate nell'agro,<br />
È certa la presenza di una arimannia longobarda anche a Vigodarzere, Tutta la<br />
zona passerà, forse già con Carlo Magno, proprietà del Vescovo di Padova, che,<br />
diventato signore feudale del <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong>, costruirà un forte castello a S, Giorgio delle<br />
Pertiche, (A. GLORIA, Il <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> padovano <strong>il</strong>lustrato, Padova, 1861-62, II, p, 200 ss,),<br />
I! vescovo però, che eserc<strong>it</strong>erà <strong>il</strong> <strong>suo</strong> dominio per mezzo di terzi, frazionerà <strong>il</strong> <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong><br />
in corti minori, sorgerà allora la corte di Fornace di Tavo e altre,<br />
2 I! Brenta, o Medoacus, nel periodo romano, dopo Friole, si suddivideva in<br />
due rami, <strong>il</strong> meridionale o Maior e <strong>il</strong> settentrionale o Minor, che si riunivano a<br />
Padova in uno solo dopo Ponte Molino,<br />
I! Medoacus minor seguiva all'incirca <strong>il</strong> corso odierno, ma in quel di Curtarolo<br />
piegava verso Taggi (C. GASPAROTTO, Padova romana, c<strong>it</strong>" pp, 79-83; tav, VIII),<br />
Si dà per avvenuto <strong>il</strong> mutamento di corso del Medoacus, che ha preso a correre<br />
nell'alveo odierno, nel 586 in segu<strong>it</strong>o a terrib<strong>il</strong>i inondazioni che mutarono <strong>il</strong> corso<br />
anche all'Adige, Mancano però notizie storiche precise per <strong>il</strong> Brenta, Sapendo però<br />
che l'odierno corso segnava la fronte dell'occupazione longobarda nell'alto padovano,<br />
raggiunta si r<strong>it</strong>iene nel 569, si deve r<strong>it</strong>enere che questo corso si sia formato prima<br />
della discesa di Alboino in Italia, Oppure si dovrà dare per raggiunta tale linea,<br />
26<br />
La cap<strong>it</strong>olazione di Padova avvenne poco dopo, nel 602, ad<br />
opera di Ag<strong>il</strong>ulfo, re dei Longobardi. La c<strong>it</strong>tà fu incendiata, <strong>il</strong><br />
vescovo cercò rifugio nel l<strong>it</strong>orale veneziano a Malamocco, e <strong>il</strong> <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong><br />
padovano conquistato fu amministrato direttamente dal re,<br />
per mezzo della judiciaria di Monselice: Padova quasi più non<br />
• 3<br />
eSIsteva.<br />
Provvidenziale la sconf<strong>it</strong>ta dei longobardi ad opera di Carlo<br />
Magno nel 774: <strong>il</strong> vescovo r<strong>it</strong>orna dall'es<strong>il</strong>io, Padova risorge e,<br />
nella seconda metà del secolo X, diventa sede di un com<strong>it</strong>ato,<br />
secondo <strong>il</strong> nuovo ordinamento pol<strong>it</strong>ico-amministrativo di Carlo<br />
Magno e dei <strong>suo</strong>i successori che trasformano i ducati longobardi<br />
in com<strong>it</strong>ati, retti da conti o in marche, rette da marchesL Ciò<br />
segna anche l'inizio del regime feudale.<br />
È in questo periodo, che va dalla morte di Carlo Magno all'avvento<br />
di Enrico IV (814-1056), pieno di lotte civ<strong>il</strong>i, di invasioni<br />
barbariche (Ungheri 898-900), di contrasti tra gli ultimi<br />
Carolingi e i Cesari germanici, attraverso l'anarchia feudale del<br />
cosiddetto regno <strong>it</strong>alico indipendente, che si afferma e si consolida<br />
la potenza pol<strong>it</strong>ica ed economica del Vescovado di Padova.<br />
I vescovi feudatari ottengono dai sovrani prima Piove di Sacco<br />
(897), poi la Valle di Solagna (917) e in epoca non precisata,<br />
pare già con Carlo Magno, S. Giorgio delle Pertiche e terr<strong>it</strong>ori vicini.<br />
4 Queste concessioni furono possib<strong>il</strong>i perché sembra che questi<br />
in un tempo intermedio tra <strong>il</strong> 569 c <strong>il</strong> 601, In tal caso <strong>il</strong> momento più probab<strong>il</strong>e<br />
pare sia <strong>il</strong> 590, alla fine della campagna franco-bi;-;antina contro i longobardi, Ma si<br />
resta sempre nel campo delle ipotesi, mancando notizie in argomento, (R, CESSI,<br />
L'ordinamento del <strong>terr<strong>it</strong>orio</strong> di Padova nell'età longobarda, in «Boll, Museo civ,<br />
Padova », XX [1927], pp, 159-165; P, SAMBIN, La campagna m<strong>il</strong><strong>it</strong>are franco-longobarda<br />
del 589-590, in «Memorie Accad, Padova », LVIII [1941-42J, pp, 147-155),<br />
3 C. GASPAROTTO, La fine di Patavium, in «BolI. Museo Civico di Padova »,<br />
XLIX (1960), pp, 61-98 (dal 569 al 602),<br />
4 RIZIERI ZANOCCO, Decime e quartesi in diocesi di Padova alla luce dei documenti,<br />
Padova, 1951, passim. «I Vescovi di Padova nella loro qual<strong>it</strong>à di grandi<br />
vassalli dell'Impero, con corti proprie e vassalli propri », Questo fatto spiega ]~<br />
confermazioni franco-<strong>it</strong>alo-germaniche di proprietà di beni, di decime e quartesl.<br />
Il lavoro dello Zanocco è un buon studio sui possedimenti del Vescovo di Padova e<br />
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