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VIGODARZERE: e il suo territorio - Giuliocesaro.it

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Questa strada, che non aveva nome e non era ricordata da alcun<br />

antico autore, né riportata dagli <strong>it</strong>inerari, è stata riconosciuta<br />

per primo dal F<strong>il</strong>iasi. 5<br />

Egli, basandosi sulla toponomastica di<br />

Tavo e Non e poiché « le odierne distanze tra essi e la c<strong>it</strong>tà corrispondono<br />

benissimo alle antiche, concluse che la loro posizione<br />

e <strong>il</strong> loro nome potrebbero indicare, che ivi passasse una via che<br />

da Padova univa alla Postumia che passava per C<strong>it</strong>tadella ». In<br />

segu<strong>it</strong>o fu studiata dal Legnazzi, dalla Zanon, dal Gloria e<br />

dalla Gasparotto e fu scoperto che in alcuni tratti è ancora riconoscib<strong>il</strong>e.<br />

Tra le laterali, o decumani, vi era <strong>il</strong> decumano massimo,<br />

che pare fosse la « strada del desman » la cui roman<strong>it</strong>à è provata<br />

dal perfetto rettif<strong>il</strong>o e dall'ampiezza della carreggiata (m. 20),<br />

ecce~ionale per una via rurale. Muoveva certamente dalla via di<br />

Val Medoaci e passava per S. Giorgio delle Pertiche, S. Michele<br />

delle Badesse, Borgoricco e S. Angelo di Sala, raggiungendo <strong>il</strong><br />

margine terr<strong>it</strong>oriale antico della laguna. 6<br />

Vi era inoltre <strong>il</strong> decumano cosiddetto di « Campodarsego»<br />

che collegava S. Maria di Non - Campodarsego - Oriago ed era del<br />

più alto interesse economico, specie per le migrazioni stagionali<br />

dei greggi dai pascoli estivi di montagna, che scendevano per<br />

la Val Medoaci) a quelli invernali, della laguna. Più a sud c'era<br />

<strong>il</strong> decumano Pianiga - Codiverno - Limena.<br />

A Tavo, sulla via di Val Medoaci, si staccava una laterale<br />

che portava in quel di V<strong>il</strong>lafranca, alla cosiddetta « via dell' Arzere<br />

»/ attraverso la via romana del Tavello, provata dal topo··<br />

ROTTO, Carta Archeologica Italia, F. 50 (Padova), Firenze, 1959, p. 12, n. 9 (S. Maria<br />

di Non); p. 16, nn. 4-5 (Tavo).<br />

5 G. FILIASI, Memorie storiche dei Vene ti primi e secondi, Padova, 1811<br />

(2" ediz.), pp. 344 ss.<br />

6 C GASPAROTTO, La via Padova-Camposampiero, c<strong>it</strong>., p. 69.<br />

7 Questa collegava Padova all'Altipiano di Asiago e coneva su un robusto<br />

argine, tuttora in parte conservato, onde essere preservata dalle inondazioni del vicino<br />

Brenta.<br />

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nimo e da tracce sul terreno, creando una opportuna comunicazione<br />

stradale tra i pascoli del versante orientale dell'altipiano di<br />

Asiago, pertinenti a Padova, e la laguna. Per essa i greggi potevano<br />

agevolmente migrare da e per i pascoli « mar<strong>it</strong>timi », senza<br />

intralciare l'intenso traffico stradale intorno alla c<strong>it</strong>tà. 8<br />

Vigodarzere, forse, si trovava nel primo decumano meridionale<br />

della colonia, in quanto la local<strong>it</strong>à Bagnolo indicherebbe<br />

<strong>il</strong> margine della centuriazione.<br />

I saltus) quadrati di terreno delim<strong>it</strong>ati dai cardini e dai decumani,<br />

26 nella colonia romana di Camposampiero, a loro<br />

volta avevano delle divisioni minori, dette calles) se parallele al<br />

cardine, lim<strong>it</strong>es) se al decumano. Queste divisioni minori delim<strong>it</strong>avano<br />

le centurie che erano 25 per ogni saltus. Questo immenso<br />

agro era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un totale di quasi 600 centurie di m. 710,4<br />

di lato, pari a circa 50 ettari, gran parte delle quali sono ancora<br />

conservate. Ogni centuria venne ripart<strong>it</strong>a tra due o tre o più<br />

assegnatari nuovi coloni (p. 21).<br />

Il Fraccaro prospetta l'ipotesi che la raggera di strade romane<br />

intorno a Padova perfezioni un sistema stradale paleoveneto.<br />

9 Della stessa ipotesi è anche la Gasparotto. Questa si avvale<br />

di r<strong>it</strong>rovamenti di tracce di sepolture paleovenete, del II-III<br />

sec. a. c., avvenuti presso <strong>il</strong> paese di S. Giorgio delle Pertiche,lO<br />

che testimoniano l'opera di bonifica agricola patavina a nord del<br />

Brenta, prima del periodo romano. l1<br />

8 CGASPAROTTO, La via Padova-Camposampiero, c<strong>it</strong>., pp. 70-71.<br />

9 P. FRACCARO, Il sistema stradale romano intorno a Padova, Padova, 1959,<br />

p. 25.<br />

lO C GASPAROTTO, La via Padova Camposampiero, c<strong>it</strong>., p. 72 e 86. «Data la<br />

sistemazione romana della via di Val Medoaci non dopo l'inizio del I sec. a.C ».<br />

11 I paleoveneti, popoli di origine <strong>il</strong>lirica, compaiono nella pianura padana<br />

intorno all'VIII-IX sec. a.C e raggiungono ben presto uno stato di avanzata civ<strong>il</strong>tà<br />

grazie ai rapporti coi coloni greci e con gli Etruschi. Essi si sovrapposero al popolo<br />

euganeo, stanziato nei colli omonimi e del quale abbiamo tracce fin dal II m<strong>il</strong>lennio<br />

a.C Il loro primo centro è Este, e solo più tardi, nel centro della pianura che andava<br />

via via assodandosi, lungo i fiumi navigab<strong>il</strong>i che lentamente fissavano <strong>il</strong> loro regime,<br />

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