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luigi zurlo martire della resistenza - Giuliocesaro.it

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12<br />

All' Ass. Volontari Libertà di C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong><br />

C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong> IO dicembre 1985<br />

Dopo quarant'anni, prendo carta e penna per testimonianza sull'attiv<strong>it</strong>à<br />

partigiana sostenuta da mio mar<strong>it</strong>o Zurlo Luigi, scomparso il 18<br />

novembre 1944. Rivivo avvenimenti che io avevo giurato di non menzionare<br />

per non rinnovare un dolore che il tempo non ha mai cancellato.<br />

"Era la primavera del 1944, non ricorào il giorno, attraversavo la<br />

Piazza, ora "Piazza Pierobon" assieme a mio mar<strong>it</strong>o Zurlo Luigi, quando<br />

vidi venire verso di noi Pierobon Luigi (ora medaglia d'oro alla memoria).<br />

I due amici scusandosi, si appartarono e discussero assieme per circa<br />

mezz'ora.<br />

lo non so di che trattassero, so solo che io me ne rimasi appartata<br />

ed attesi finchè il colloquio dei due fini.<br />

Non chiesi a mio mar<strong>it</strong>o il contenuto <strong>della</strong> loro conversazione.<br />

Solo una volta mi parlò di quanto stava accadendo in quei giorni in<br />

Italia, mi prospettò le sue ferme intenzioni di far parte delle formazioni<br />

partigiane, conscio di avere nel cuore la moglie ed il figlio tenerissimo.<br />

Mi impose un doveroso silenzio e mi rese edotta del grande pericolo che<br />

stava correndo e cosi concluse: "Qualunque cosa mi potesse accadere,<br />

ricordati, non tradirò mai i miei ideali e mai farò i nomi dei miei<br />

compatrioti l' .<br />

lo me ne stetti z<strong>it</strong>ta e con un cenno di testa approvai.<br />

In fede<br />

Lo moglie Sgarbossa Celestina<br />

13<br />

Abbiamo chiesto a Bino Rebellato che accolse Luigi Zurlo nella Brigata<br />

Damiano Chiesa, formazione c<strong>it</strong>tadellese <strong>della</strong> Resistenza, e al quale<br />

consegnò personalmente le armi, una testimonianza che riportiamo qui<br />

sotto.<br />

Conoscevo Luigi Zurlo fin da quando ragazzini si andava a servire<br />

messe e sacre funzioni nel duomo di C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong>. Di r<strong>it</strong>orno mi trattenevo<br />

a giocare con lui e altri amici nella grande aia <strong>della</strong> sua ab<strong>it</strong>azione in via<br />

Beltramina. Dopo le elementari abbiamo trascorso insieme alcuni mesi<br />

in un ist<strong>it</strong>uto vescovile di Thiene.<br />

Gigetto - lo chiamavano tutti cosi - era un bravo ragazzo, leale, franco,<br />

molto buono, di carattere m<strong>it</strong>e e di animo gentile. Era entusiasta delle<br />

cose nuove e sempre pronto a mettersi al mio fianco quando mi cap<strong>it</strong>ava<br />

di proporre qualcosa di inconsueto: una lettura, una g<strong>it</strong>a in luoghi<br />

mai visti, o qualche nuovo disegno a colori.<br />

Mai corse tra noi una sola parola volgare e gli immancabili piccoli<br />

dissensi venivano sempre superati serenamente, scherzando e giocando<br />

insieme.<br />

Di Luigi Zurlo ricorderò sempre la innata cortesia, il personale atteggiamento<br />

nella conversazione, un suo modo di vivere ordinato, sommesso,<br />

per rendere possibilmente grad<strong>it</strong>a la sua presenza in qualsiasi occasione<br />

o circostanza. Una persona, insomma, che non avrebbe recato<br />

il minimo disturbo a nessuno. Aveva dell'amicizia un grande rispetto;<br />

e un senso, mai esib<strong>it</strong>o, quasi nascosto, pudico ma profondo, <strong>della</strong> dign<strong>it</strong>à<br />

<strong>della</strong> persona umana.<br />

Quando nel novembre 1943 ebbi modo di parlargli del dovere di ogni<br />

c<strong>it</strong>tadino di partecipare alla lotta contro le nefandezze e le mostruos<strong>it</strong>à<br />

dei nazifascisti, Luigi mostrò di comprendere sub<strong>it</strong>o la necess<strong>it</strong>à - anz<strong>it</strong>utto<br />

morale - di aderire alle nostre formazioni partigiane e si dichiarò<br />

disposto a dare il suo contributo, fosse anche - mi dichiarò - un contributo<br />

di sangue. Qualora venissi catturato e cadessi nelle mani dei nazifascisti<br />

e mi torturassero per farmi dire i nomi degli amici partigiani, io<br />

non parlerei e affronterei la morte. Ricorderò sempre queste sue parole.<br />

Dopo qualche mese d al nostro primo incontro, Luigi Zurlo r<strong>it</strong>ornò<br />

a casa mia per dirmi: "Ho deciso. Dimmi tutto quello che devo sapere<br />

e fare. Sono pronto a qualsiasi fatica e rischio. Anche alla morte" E poi<br />

soggiunse: " Se mi arresteranno io non parlerò. Per questo ho aspettato<br />

prima di decidermi di fare il partigiano. E ho già informato mia moglie".<br />

Quella sera io stesso lo portai lungo una piantata, dove dentro un sacco<br />

avevo nascosto alcuni fucili da me sottratti a un distaccamento mil<strong>it</strong>are,<br />

con l'aiuto dell'amico dott. Rizieri Serata. Luigi Zurlo quando venne arrestato<br />

e gli trovarono le armi non disse mai il nome di chi gliele aveva<br />

consegnate, cioè il mio nome. E il 18 novembre 1944 spari per sempre.<br />

Egli è uno degli eroi piu puri <strong>della</strong> Resistenza <strong>it</strong>aliana contro i nazifascisti.<br />

19 marzo 1986 Bino Rebellato

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